Omelia di Mons. Marco Agostini (Cappella Palatina di Santa Maria Maggiore 30 aprile 2022). Precedenti su San Pio V, nel blog, qui - qui - qui - qui - qui: Il Papa di Lepanto.
5 Maggio - San Pio V, Papa e Confessore
Lotta contro l'eresia.
Tutta la vita di Pio V è stata una lotta. Nei tempi agitati in cui ebbe a reggere la Chiesa, l'errore aveva invaso una grande porzione della cristianità e ne minacciava il resto. Astuto e accomodante nei luoghi ove non poteva sviluppare la sua audacia, esso agognava all'Italia; la sua ambizione sacrilega era di rovesciare la cattedra apostolica, e di trascinare senza scampo tutto il mondo cristiano nelle tenebre dell'eresia. Pio difese tutta la penisola minacciata con una dedizione inviolabile. Anche prima di essere innalzato agli onori del supremo Pontificato, espose spesso la sua vita per strappare le città alla seduzione. Imitatore fedele di Pietro Martire, non lo si vide mai indietreggiare di fronte al pericolo; e gli emissari dell'eresia ovunque fuggirono al suo avvicinarsi.
Elevato alla cattedra di san Pietro, seppe infondere nei novatori un terrore salutare, risollevò il coraggio dei sovrani dell'Italia e, con moderato rigore, riuscì a rigettare al di là delle Alpi il flagello che avrebbe trascinato l'Europa alla distruzione del cristianesimo, se gli Stati del Mezzogiorno non vi avessero opposto una barriera invincibile. L'eresia si arrestò. Da allora il protestantesimo, ridotto a logorar se stesso, dette spettacolo di quella anarchia di dottrine che avrebbe portato alla desolazione il mondo intero, senza la vigilanza del Pastore che, sostenendo con indomabile zelo i difensori della verità in tutti gli stati ove essa regnava ancora, si oppose, come una parete di bronzo, al dilagarsi dell'errore nelle contrade ove comandava da padrone.
Celebrazione solenne nella Cappella Sistina di Santa Maria Maggiore (dov'è la sua tomba): Mons. Marco Agostini il 30 aprile scorso
Un altro nemico, approfittando delle divisioni religiose dell'Occidente, minaccia l'Europa in quei medesimi giorni; e l'Italia era destinata ad essere la prima preda. Uscita dal Bosforo, la flotta ottomana, si dirige contro la cristianità; sarebbe la fine, se l'energico Pontefice non vegliasse sulla salvezza di tutti. Getta l'allarme, chiama alle armi i prìncipi cristiani. L'Impero e la Francia, lacerate dalle fazioni che l'eresia vi ha generato, odono l'appello, ma restano immobili; la Spagna sola, con Venezia e la piccola flotta papale, rispondono alle istanze del Pontefice, e, ben presto la Croce e la mezzaluna si trovano di fronte nel golfo di Lepanto. La preghiera di Pio decide la vittoria in favore dei cristiani, le cui forze sono di molto inferiori a quelle dei Turchi. Noi ritroviamo questa felice memoria in ottobre, per la festa della Madonna del Rosario. Ma oggi bisogna ricordare la rivelazione fatta dal Santo Pontefice, la sera della grande giornata del 7 ottobre 1571. Dalle sei del mattino, fino all'approssimarsi della notte, la battaglia si svolse tra la flotta cristiana e quella musulmana.
Improvvisamente, il Pontefice, spinto da un divino impulso, guarda fisso il cielo, resta in silenzio qualche istante, poi, volgendosi verso le persone presenti, dice loro: "Ringraziamo Iddio: la vittoria è dei cristiani". Ben presto la notizia giunse a Roma, ed in tutta la cristianità non si tardò a conoscere che ancora una volta il Papa aveva salvato l'Europa. La disfatta di Lepanto portò alla potenza ottomana un terribile colpo, dal quale non si risollevò mai più: l'era della sua decadenza data da quel giorno famoso.
Il riformatore.
L'opera di san Pio V per la rigenerazione del costume cristiano, per fissare la disciplina del concilio di Trento, per la pubblicazione del Breviario e del Messale sottoposti a riforma, ha fatto del suo pontificato, durato sei anni, una delle epoche maggiormente feconde della storia della Chiesa. Più d'una volta i protestanti si sono inchinati con ammirazione di fronte a questo avversario della loro pretesa riforma. "Mi meraviglio, diceva Bacone, che la Chiesa Romana non abbia ancora canonizzato quest'uomo illustre". Ed effettivamente Pio V non fu annoverato nel numero dei Santi che circa centotrent'anni dopo la sua morte, ciò che dimostra quanto sia grande l'imparzialità della Chiesa Romana nel rendere gli onori dell'apoteosi anche quando si tratta dei suoi capi maggiormente venerati.
I miracoli.
La gloria dei miracoli incoronò fin da questo mondo il santo Pontefice; ricorderemo qui due dei suoi prodigi più popolari. Un giorno, traversando insieme all'ambasciatore di Polonia la piazza del Vaticano, che si estende su quell'area dove una volta fu il circo di Nerone, si sente preso di entusiasmo per la gloria ed il coraggio dei martiri che ebbero a soffrire in quello stesso luogo, durante la prima persecuzione. Egli allora si china e raccoglie un pugno di polvere da quel campo di tormenti, calpestato da tante generazioni di fedeli, dopo la pace di Costantino. Versa quella polvere in una bianca tela che gli presenta l'ambasciatore; ma quando questo, rientrato a casa sua, fa per aprirlo, lo trova impregnato di un sangue vermiglio, che si sarebbe detto essere stato versato in quello stesso istante: la polvere era sparita. La fede del Pontefice aveva evocato il sangue dei martiri, e questo riappariva al suo richiamo per attestare, di fronte all'eresia, che la Chiesa Romana, nel XVI secolo, era sempre la stessa, per la quale quegli eroi, al tempo di Nerone, avevano dato la loro vita.
La perfidia degli eretici tentò più di una volta di metter fine ad una vita che lasciava senza speranza di successo i loro progetti per la conquista dell'Italia. Con uno stratagemma, tanto vile quanto sacrilego, assecondati da un odioso tradimento, essi impregnarono di un sottile veleno i piedi del Crocifisso che il santo Pontefice aveva nel suo oratorio, e sul quale spesso poggiava le sue labbra. Pio V, nel fervore della preghiera, si apprestava a dare questo segno di amore, per mezzo della sua sacra immagine, al Salvatore degli uomini; ma d'un tratto, o prodigio! i piedi del Crocifisso si staccarono dalla croce e sembravano sfuggire ai rispettosi baci del vegliardo. Pio V comprese, allora, che la malvagità dei nemici aveva voluto trasformare per lui in strumento di morte anche quel legno che ci aveva reso la vita.
Un ultimo avvenimento
incoraggiò i fedeli, secondo l'esempio del grande Pontefice, a coltivare la santa Liturgia durante il tempo dell'anno in cui siamo. Sul letto di morte, gettando un estremo sguardo verso la Chiesa della terra, che abbandonava per quella del cielo, e volendo implorare ancora, per l'ultima volta, la bontà divina in favore di quel gregge che lasciava esposto a tanti pericoli, recitò con voce quasi spenta, questa strofa degli inni del tempo pasquale: "Creatore degli uomini, degnatevi in questi giorni colmi delle gioie della Pasqua, preservare il vostro popolo dagli assalti della morte". Terminate queste parole, si addormentò placidamente.
Vita. - Michele Ghislieri nacque nel 1504, nella diocesi di Tortona. Entrato a 14 anni nell'Ordine dei Predicatori, fu mandato all'Università di Bologna per studiarvi la Teologia, che dopo insegnò per sedici anni. Poi fu nominato Inquisitore e Commissario generale del Santo Uffizio, nel 1551: mansione che gli valse molte persecuzioni, ma gli permise anche di ricondurre numerosi eretici alla verità cattolica. Le sue virtù lo designarono pure presso Paolo IV, che lo scelse per la sede episcopale di Nepi e di Sutri, poi per il Cardinalato. Tali onori non modificarono in nulla l'austerità della sua vita, ed il 7 gennaio 1566 divenne Papa, prendendo il nome di Pio V. Egli doveva illustrare la cattedra di san Pietro per il suo zelo nella propagazione della fede, il ristabilimento della disciplina ecclesiastica e la bellezza del culto divino, come per la sua devozione alla Madonna e la carità verso i poveri. Contro i Turchi allestì la flotta, che riportò la vittoria di Lepanto; stava preparando una nuova spedizione, quando morì nel 1572. Il suo corpo fu sepolto a S. Maria Maggiore.
Lode.
Pontefice del Dio vivo, tu sei stato sulla terra "il muro di bronzo, la colonna di ferro" (Ger 1,18) di cui parla il Profeta; e la tua indomabile costanza ha preservato dalla violenza e dalle insidie dei suoi numerosi nemici il gregge che ti era stato affidato. Ben lungi dal disperare, alla vista dei pericoli il tuo coraggio s'innalzava come una diga che si costruisce sempre più alta a misura che le acque dell'inondazione arrivano più minacciose. Per mezzo tuo gl'invadenti flutti dell'eresia si sono arrestati, l'invasione musulmana è stata respinta, e abbassato l'orgoglio della Mezzaluna. Il Signore ti fece l'onore di sceglierti per rivendicare la sua gloria ed essere il liberatore del popolo cristiano; ricevi, insieme al nostro atto di riconoscenza, l'omaggio delle nostre umili felicitazioni. Pure per tuo mezzo la Chiesa, che usciva da una terribile crisi, ritrovò la sua bellezza. La vera riforma, quella che si compie attraverso l'autorità, fu applicata senza debolezze dalle tue mani, altrettanto ferme che pure. Il culto divino, rinnovato dalla pubblicazione di libri Liturgici, ti deve il suo progresso, e la sua restaurazione; e nei sei anni del tuo breve ma laborioso pontificato, molte opere assai feconde furono compiute.
Dal proprium della Messa
Introitus
Ioannes 21:15-17 Si díligis me, Simon Petre, pasce agnos meos, pasce oves meas. Allelúia, allelúia Ps 29:2 Exaltábo te, Dómine, quóniam suscepísti me, nec delectásti inimícos meos super me. V. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto. R. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in sǽcula sæculórum. Amen. Si díligis me, Simon Petre, pasce agnos meos, pasce oves meas. Allelúia, allelúia |
Introito
Joannes 21:15-17 Se mi ami, Simon Pietro, pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore. Allelúia, allelúia. Ps 29:2 Ti voglio esaltare, Signore, perché mi hai salvato, né hai fatto sì che prevalessero su di me i miei nemici. V. Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. R. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Se mi ami, Simon Pietro, pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore. Allelúia, allelúia. |
Preghiera.
Adesso, Pontefice santo, ascolta i voti della Chiesa militante, i cui destini furono, per qualche tempo, affidati alle tue mani. Anche morendo, implorasti per lei, in nome del Salvatore risuscitato, la protezione contro i pericoli, ai quali era ancora esposta. Vedi come ai nostri giorni in quale stato ha ridotto quasi l'intera cristianità il dilagare dell'errore. Per far fronte a tutti i nemici che l'assediano, la Chiesa non ha più che le promesse del suo divin fondatore; gli appoggi visibili le mancano tutti assieme; non le restano più che i meriti della sofferenza e le risorse della preghiera. Unisci le tue suppliche alle sue, dimostrandoci, così, che sèguiti sempre ad amare il gregge del Maestro. Proteggi a Roma la cattedra del tuo successore, esposta agli attacchi più violenti ed astuti. Prìncipi e popoli cospirano contro il Signore e contro il suo Cristo. Allontana i flagelli che minacciano l'Europa, così ingrata verso la Madre sua, così indifferente agli attentati commessi contro colei a cui tutto deve. Illumina i ciechi, confondi i perversi; ottieni che la fede illumini finalmente tante intelligenze smarrite, che scambiano l'errore per la verità, le tenebre per la luce.
In mezzo a questa notte così buia e così minacciosa, i nostri sguardi, o santo Pontefice, discernono le pecorelle fedeli: benedicile, sostienile e ne accresci il loro numero. Uniscile al tronco dell'albero che non può perire, affinché esse non siano disperse dalla tempesta. Rendile sempre più fedeli verso la fede e le tradizioni della santa Chiesa che è la loro unica forza, in mezzo a questo dilagare dell'errore che minaccia di tutto asportare. Conserva alla Chiesa il sacro Ordine nel quale tu fosti elevato a così alti destini; moltiplica nel suo seno quelle generazioni di uomini potenti in opere e parole, pieni di zelo per la fede e per la santificazione delle anime, quali noi ammiriamo nei suoi Annali, quali noi veneriamo sugli altari. Finalmente ricordati, o Pio, che sei stato il Padre del popolo cristiano, e seguita ad esercitare ancora questa prerogativa sulla terra, per mezzo della tua potente intercessione, fino a che sia completo il numero degli eletti.
(da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II.(Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 612-616)
9 commenti:
Il perfetto rito di vestizione prima della celebrazione (illustrato da un ministro anglicano)
http://blog.messainlatino.it/2022/05/il-perfetto-rito-di-vestizione-prima.html
Vogliate perdonare un'ignorante quale io sono che si permette di condividere questa nota in merito alla Liturgia (riprendendo la riflessione scaturita dall'omelìa).
Liturgia che predispone il Sacerdote con timore e tremore a salire quei gradini che lo separano dall'altare in cui compira'Il Santo Sacrificio; Liturgia che fin dall'inizio pone l'animo del Sacerdote in ginocchio per la gravita'di cio' che andra' a compiere e che NSGC ha comandato ; Liturgia in cui dovra' presentare all'Eterno Padre la indegnita' della polvere che Egli ama infinitamente tanto da riscattarla col Sangue del Figlio..
Omelìa a cui possiamo agganciare quest'altra omelìa di Don Alberto Secci in occasione della festivita' di S.Giuseppe artigiano: ogni/qualsiasi lavoro/vocazione e'/dev'essere per Dio:
radicatinellafede rnf
https://www.youtube.com/watch?v=px78kmDXuM4&t=7s
Festa di San Giuseppe artigiano in rito tradizionale a Vocogno in Val Vigezzo (VB).
Omelia di don Alberto Secci: il lavoro è per Dio.
Domenica 1 Maggio 2022
Omelia di mons. Marco Agostini nel 450° anniversario della morte di san Pio V
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2022/05/omelia-di-mons-marco-agostini-nel-450.html
Inno a San Pio V
Testo di don Francesco Berrone, musica di don Angelo Fasciolo.
Di Bosco Marengo sei nobile e vanto,
segnacol di speme, di fè, di vittoria.
O presule eccelso, Pontefice Santo
un inno s’elevi, ch’esalti Tua gloria.
Potente San Pio, deh! prega per noi,
proteggici sempre noi siam figli tuoi.
Del Turco furente nemico di Cristo
un popol crociato per Te trionfò.
Il gaudio comune fu allora frammisto
al giubil d’un Papa che volle e pregò.
Potente San Pio, deh! prega per noi,
proteggici sempre noi siam figli tuoi.
Del Santo Rosario la Vergine Regina
Tu sempre esaltasti, ne avesti il favor.
da Lei impetrasti la grazia divina
per cui fu sconfitto dell’empio il furor.
Potente San Pio, deh! prega per noi,
proteggici sempre noi siam figli tuoi.
L’infame eresia che fede dissolve
invitto pugnasti con vigile amore
di Cristo i nemici fiutaron la polve
tuoi figli serbaron di fè lo splendore.
Potente San Pio, deh! prega per noi,
proteggici sempre noi siam figli tuoi.
A Te con fiducia ricorron le genti
nell’aspra tenzone col serpe maligno
e Tu le proteggi nell’ardui cimenti
sovr’esse il Tuo manto stendendo benigno.
Potente San Pio, deh! prega per noi,
proteggici sempre noi siam figli tuoi.
Del culto d’Iddio lo zelo fervente
l’amor pei fratelli le fede sincera
Tu infondi San Pio nell’animo ardente
del popol che T’ama Ti segue in Te spera
Potente San Pio, deh! prega per noi,
proteggici sempre noi siam figli tuoi.
Dei casti pensieri di nobili affetti
ai giovani accendi la brama nei cuori
Tu fuga e tien lungi dai teneri petti
la perfida insidia di vizi ed errori.
Potente San Pio, deh! prega per noi,
proteggici sempre noi siam figli tuoi.
San Pio t’invocan tuoi figli gementi
deh! Tu li consola pietoso e fedel
sii guida al cammino sii luce alle menti
li addici a la gloria perenne del Ciel.
Potente San Pio, deh! prega per noi,
proteggici sempre noi siam figli tuoi.
Il Rosario e l'Eucaristia
Chi mai potrà farci dimenticare la figura di Padre Pio da Pietrelcina, che pregava per ore intere con il Rosario fra le mani presso l'altare del SS. Sacramento, contemplando la sua soave Madonna delle Grazie? Sono state folle e folle i pellegrini che l'hanno visto così, assorto e instancabile come un novello Mosè orante e supplicante per i fratelli d'esilio.
Il Rosario recitato davanti al SS. Sacramento fa guadagnare l'indulgenza plenaria. È questo un dono di grazia particolare di cui Gesù ha voluto impreziosire la regina delle preghiere mariane. Quando sia possibile, quindi, bisogna sempre preferire la recita davanti al SS. Sacramento: Gesù non può che essere infinitamente felice di sentir pregare la sua dolcissima Mamma.
Ma il S. Rosario fa ancora di più, ci insegna il Papa Paolo VI. Esso ci porta alla soglia della Liturgia, ossia alla porta della più grande preghiera della Chiesa che è la celebrazione dell'Eucaristia. Il Rosario è la migliore preghiera di preparamento e di ringraziamento alla S. Messa, alla Comunione, alla Benedizione Eucaristica.
La scala per il Paradiso
"Mi glorio d’essere incatenato da dogmi antiquati e di essere lo schiavo di credi morti (come i miei amici dediti al giornalismo ripetono con tanta ostinazione), perché so molto bene che morti sono i credi eretici e che solamente il dogma ragionevole ha una vita così lunga da poter essere chiamato antiquato."
(Gilbert Keith Chesterton)
06 MAGGIO | FESTA DELLA BEATA ANNA ROSA GATTORNO
https://www.youtube.com/watch?v=PNm0XPoaLH4
Santa Messa nella festa liturgica della Beata Anna Rosa Gattorno.
Diretta dalla Chiesa Sant'Anna al Laterno ove si trovano la tomba della Beata.
Presieduta dal Rev. p. Leandro Cunha FSA - Superiore Generale dei FSA.
Summorum Pontificum Bergamo
https://www.youtube.com/watch?v=9W8pvcki7no
Vivere la Santa Messa: storia, simboli e spiritualità della liturgia
Secondo incontro sulla Santa Messa con don Marino Neri, Parroco di Linarolo e Segretario dell’Amicizia Sacerdotale Summorum Pontificum
[0:16] avv. Lorenzo Vitali, presidente del Comitato Summorum Pontificum di Bergamo - introduzione
[6:05] don Marino Neri, Parroco di Linarolo e Segretario dell'Amicizia Sacerdotale Summorum Pontificum - La Messa dei catecumeni
[1:22:38] avv. Lorenzo Vitali - conclusione
La Chiesa. Nova et vetera
Il Signore, il Dio della vita in ogni essere vivente, metta a capo di questa comunità un uomo che li preceda nell’uscire e nel tornare, li faccia uscire e li faccia tornare, perché la comunità del Signore non sia un gregge senza pastore.
- Nm 27, 16-17
Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». 17 Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi ami?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle».
- Gv 21, 15-17
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