Sacrificare Zen per l’accordo con la Cina?
Il dilemma vaticano
Il Cardinale Zen subito dopo il rilascio su cauzione |
La reazione vaticana a quanto accaduto nei giorni scorsi a Gerusalemme, dove i militari israeliani hanno colpito selvaggiamente i palestinesi che partecipavano al funerale della giornalista (cattolica) di Al Jazeera, Shireen Abu Akleh, fa meglio comprendere la gravità della posizione assunta dalla Santa Sede davanti all’arresto a Hong Kong del cardinale Joseph Zen lo scorso 11 maggio.
Nel primo caso, infatti la risposta è stata immediata e dura: l’incaricato di affari della Delegazione apostolica in Terra Santa, padre Thomas Grysa, ha detto chiaramente che la polizia israeliana «ha violato in maniera molto brutale» il diritto alla «libertà religiosa» della Chiesa, «incluso nell’accordo fondamentale tra Israele e Santa Sede». E ha poi denunciato il ripetersi di episodi che non fanno altro che aumentare «la tensione tra Israele e Santa Sede». Per non parlare delle dichiarazioni del Patriarca latino di Gerusalemme, monsignor Pierbattista Pizzaballa, e dei leader delle Chiese cristiane.
Nulla di tutto questo per il cardinale Zen che, liberato su cauzione, dovrà ora comparire il prossimo 24 maggio davanti alla Corte locale, rischiando una nuova carcerazione. Alla seria preoccupazione espressa dalla diocesi di Hong Kong è corrisposto un sostanziale silenzio imbarazzato della Santa Sede. Una prima, laconica, dichiarazione della Sala Stampa vaticana – forzata dalle richieste dei giornalisti – parlava semplicemente di preoccupazione e di seguire con attenzione gli sviluppi della situazione. Poi è arrivata, sabato 14 maggio, la risposta a un giornalista del segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, secondo cui l’arresto del cardinale Zen non implica una «sconfessione» dell’accordo sino-vaticano sulla nomina dei vescovi, ma auspica che episodi del genere «non possano complicare il già complesso e non semplice cammino del dialogo».
Una dichiarazione scandalosamente soft completata dal grottesco riconoscimento che le autorità cinesi hanno «trattato bene» il cardinale Zen. Il che non toglie che Zen sarà trattato come un criminale comune. È quello che ha detto sostanzialmente il nuovo Capo esecutivo di Hong Kong John Lee Ka-chiu, eletto appena tre giorni prima dell’arresto del cardinale. Intervenendo domenica 15 maggio su una radio locale per rispondere alle critiche internazionali piovute dopo l’arresto del cardinale e di altre quattro persone accusate di aver violato la Legge sulla sicurezza nazionale, John Lee – lui stesso cattolico - ha detto chiaramente che a Hong Kong non viene punito il dissenso ma la trasgressione delle leggi. E non importa quanto le persone siano famose o in cosa credono, «se la sua condotta ha violato la legge, sarà giudicato in base alla legge». In altre parole, il cardinale Zen per aver partecipato a una associazione che ha sostenuto economicamente gli attivisti delle manifestazioni democratiche del 2019, è considerato un criminale e come tale sarà giudicato.
Ora, ad essere ottimisti si potrebbe pensare che la diplomazia vaticana sia all’opera per evitare che il processo abbia ulteriori conseguenze penali per il cardinale, il che è anche possibile. Ma le parole del cardinale Parolin indicano chiaramente che tutto è funzionale a poter proseguire nell’accordo con Pechino sulla nomina dei vescovi. Ricordiamo che si tratta di un accordo segreto firmato nel settembre 2018 e rinnovabile ogni due anni. Questo è appunto il periodo in cui si deve negoziare il prossimo rinnovo previsto per settembre. Le parole del Segretario di Stato verranno senz’altro giustificate con le esigenze della diplomazia, il tentativo di salvare capra e cavoli, l’accordo con la Cina e la libertà del cardinale Zen.
In realtà rivelano una concezione ideologica della diplomazia, in cui la difesa della dignità della persona umana è secondaria rispetto all’obiettivo diplomatico, in cui la verità si può sacrificare a piacere in nome di un presunto interesse superiore. Non è diverso da chi sacrifica le persone in nome dello Stato, del Partito o di qualche ideale.
Per un semplice fedele è scandaloso notare il silenzio vaticano davanti all’arresto di un anziano cardinale amato per la difesa spassionata della Chiesa cinese e della sua gente; sacrificare il cardinale Zen per salvare il dialogo con Pechino. Tanto più vedendo che in altre situazioni, come nel conflitto israelo-palestinese, la Santa Sede non ha timore di esprimere il proprio sdegno e denunciare violazioni di accordi.
Del resto la realtà è evidente anche a Hong Kong e a Pechino: ieri il maggiore quotidiano dell’ex colonia britannica, il South China Morning Post, ha pubblicato un articolo dal titolo eloquente: “Niente lacrime vaticane per il cardinale Joseph Zen”.
Interpretando la debolissima reazione della Santa Sede, il giornale sostiene che in fondo il cardinale Zen è «di grande imbarazzo per il Vaticano», a causa delle sue posizioni estremistiche contro il regime cinese e per i duri attacchi all’accordo sino-vaticano e al cardinale Parolin che ne è considerato la mente. Di fatto si arriva a sostenere un’alleanza Cina-Vaticano che tagli definitivamente fuori il cardinale Zen e quanti a Roma ne sposano le posizioni (l’articolo cita espressamente il cardinale Gerhard Müller, prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede).
Se dalla Santa Sede continueranno ad arrivare segnali in questo senso, per la diplomazia vaticana sarà una disfatta, non solo davanti a una Cina sempre più arrogante e che si sente libera di qualsiasi prevaricazione. Questo atteggiamento è la negazione nei fatti di tanti bei discorsi morali. E soprattutto è di scandalo per tutti i cattolici, legittimati a pensare di poter essere abbandonati dai propri pastori se sarà utile per qualche loro gioco politico. (Riccardo Cascioli - Fonte)
6 commenti:
Modererò l'intervento per non causare guai peggiori, non si può parlare di accordo Cina-SCV perché tale non è, si tratta di totale sottomissione alle leggi del PCC che controlla tutto, in primis le religioni, riguardo al secondo argomento trattato, 'Gerusalemme senza Dio ritratto di una città crudele' è il titolo di un libro bellissimo e dolorosamente vero che consiglio vivamente di leggere autrice P.Caridi Feltrinelli ed.
Nominato Zuppi nuovo presidente CEI e Bassetti chiude con coerenza
Bassetti all'Assemblea CEI: una Chiesa in ascolto dello Spirito sa disturbare i governanti
Nel grazie di fine mandato, il presidente uscente dei vescovi italiani elogia chi sta aiutando i rifugiati di guerra definita "brutale e ingiustificabile". Evidenzia, tra le priorità dei Pastori, l'educazione dei giovani confermando l'impegno nella prevenzione degli abusi. Riconosce un cambio di mentalità che si va diffondendo grazie al percorso sinodale in atto e che sta portando a scelte concrete per una partecipazione più attiva di laici e donne
https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2022-05/bassetti-cei-tutela-minori-prevenzione-abusi.html
Vorrei fare una domanda: che cos'è e sopratutto quale origine ha il Rosario allo Spirito Santo? Ho fatto una ricerca su internet senza trovare una vera risposta. Si trova il testo del Rosario ma poco altro.
Qual'è il modo migliore per adorare lo Spirito Santo nella preghiera quotidiana?
Ringrazio anticipatamente chi mi risponderà.
Sant'Egidio, e ho detto tutto. Che celebri un V.O. non significa nulla, o è un'aggravante.
https://www.askanews.it/cronaca/2022/05/24/il-cardinale-zuppi-dalle-periferie-con-santegidio-alla-presidenza-cei-top10_20220524_151433/
Se consideriamo ciò che Paolo VI ha fatto con il santo cardinale Mindszenty, il Vaticano non esiterà in sacrificare il cardinale Zen. Ricordiamo un po del caso Mindszenty:
"Driven from his native land against his wishes, Mindszenty celebrated Mass in Rome with Paul on October 23, 1971. The Pope told him, "You are and remain archbishop of Esztergom and primate of Hungary." It was the Judas kiss. For two years Mindszenty traveled, a living testament to truth, a man who had been scourged, humiliated, imprisoned and finally banished for the Church's sake. In the fall of 1973, as he prepared to publish his Memoirs, revealing the entire story to the world, he suffered the final betrayal. Paul, fearful that the truth would upset the new spirit of coexistence with the Marxists, "asked" Mindszenty to resign his office. When Mindszenty refused, Paul declared his See vacant, handing the Communists a smashing victory.
If Mindszenty's story is that of the rise and fall of the West's resistance to communism it is also the chronicle of Catholicism's self-emasculation. In the 1950s a man such as Mindszenty could be portrayed as a hero of Western culture even though both American and English history is rife with hatred toward the Church. When the political mood changed to one of coexistence and detente rather than containment, Mindszenty became an albatross to the appeasers and so the Pilates of government were desperate to wash their hands of him. Still, politicians are not expected to act on principle, and therefore the Church's role in Mindszenty's agony is far more damning". Shooting the Cardinal by Steve O'Brien - http://www.seattlecatholic.com/article_20050111.html
Purtroppo, il sacrificio del cardinale Zen è appena questione di tempo, lui sarà il nuovo cardinale Mindszenty. Siamo di fronte a una Chiesa che martirizza i suoi santi.
"Lloyd, senti che pace.
"Oggi il mare della sua memoria
è particolarmente placido, sir"
"Ma come ci siamo finiti?"
"Spesso la mente si imbarca
nei ricordi senza preavviso, sir"
"E quelle nuvole?"
"Niente di cui preoccuparsi, sir.
È solo un po' di nostalgia"
"E se si intensifica, Lloyd?"
"Potrebbe cadere qualche goccia, sir
"Dalle nuvole, Lloyd?"
"Dagli occhi, sir.”
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