Indice degli articoli sulle occasioni in cui Joseph Ratzinger, uscendo dal silenzio prefigurato dal 'recinto di Pietro', non ha fatto mancare la sua voce in questo quasi decennio successivo alla sua storica rinuncia.
Il biografo Peter Seewald ha raccontato il recente incontro con il papa emerito in Vaticano. Ed ha svelato la sua sofferenza per la Chiesa
Più di nove anni fa, rinunciando all'esercizio del ministero petrino, Benedetto XVI aveva detto che le sue forze non erano più adatte per quel ruolo anche a causa dell'età avanzata. Oggi, novantacinquenne, il papa emerito è fisicamente debolissimo ma, come testimoniano tutti coloro i quali hanno avuto il privilegio di incontrarlo anche recentemente, continua ad avere una mente lucidissima. E continua ad interessarsi della vita della Chiesa perché, come specificò nell'ultima udienza del suo pontificato, con la scelta della rinuncia non ha abbandonato la croce.
Una preziosa testimonianza di ciò che pensa Ratzinger oggi è arrivata questa settimana dalla Spagna e precisamente dall'Università Ceu San Pablo di Madrid dove è stato organizzato un congresso per celebrare il suo 95esimo compleanno. Il papa emerito ha inviato un saluto ed una benedizione per l'evento organizzato dall'Istituto CEU de Humanidades Ángel Ayala e dalla Fondazione Christiana Virtus e elogiando la volontà di "discutere alcune questioni fondamentali che la teologia deve affrontare oggi".
Ma ancora più rilevante del messaggio di Benedetto XVI in sé è la rivelazione fatta su di lui da uno dei relatori, Peter Seewald. Il giornalista tedesco non è una figura qualunque: è, infatti, il biografo per antonomasia di Ratzinger al quale è legato da anni di amicizia e frequentazione e con il quale ha scritto anche più di un libro-intervista. Nel corso del congresso spagnolo, Seewald ha confidato di essere stato ricevuto in udienza dal papa emerito questo mese e di aver avuto l'impressione che l'anziano teologo soffra molto per "l'attuale situazione della Chiesa" al punto da confessargli che "forse Dio lo ha voluto ancora qui per dare una testimonianza al mondo".
Una descrizione che, sebbene non confermata ufficialmente, sembra essere coerente con quanto detto qualche mese fa da monsignor Georg Gänswein, storico segretario personale di Ratzinger, nella celebrazione del 95esimo compleanno tenuta a Monaco, nella Sala Hubertus del Palazzo di Nymphenburg. In quell'occasione, un emozionato prefetto della Casa Pontificia aveva detto che nel 2013 non avrebbe mai pensato che "l’ultimo tratto di strada dal Monastero alle porte del Cielo dove sta Pietro potesse essere così lungo".
Nell'evento di Monaco non era presente, clamorosamente, l'arcivescovo, il cardinale Reinhard Marx pur essendo un successore di Ratzinger su quella cattedra. Il porporato tedesco è il principale artefice del Cammino Sinodale con il quale l'episcopato tedesco sta chiedendo a Roma - e a volte pretendendo - cambiamenti sempre più radicali sulla dottrina. E non è un mistero che proprio la situazione della "sua" Chiesa tedesca sia una delle maggiori preoccupazioni del novantacinquenne papa emerito [qui - qui] .
(Nico Spuntoni - Fonte)
13 commenti:
Dalla 'vita reale': l'artista papale svela il dipinto di Benedetto XVI come papa emerito
https://www.catholicnewsagency.com/news/252714/from-real-life-papal-artist-unveils-painting-of-benedict-xvi-as-pope-emeritus?utm_campaign=CNA%20Daily&utm_medium=email&_hsmi=232540000&_hsenc=p2ANqtz-_VgMOunpAMkKXGtQ6yIxPUUHEQ0eqjAxf4zdlwvBymW2a-4s8WBIkb0WIG_O9pa7WrRL8jgJxCYqyVbz2lyTShmStvvg&utm_content=232540000&utm_source=hs_email
Personalmente non amo il "disordine"Chagallesco.
Rispetto ai vari dipinti,mi sembra di ravvisare la migliore somiglianza del mite viso del Santo Padre,molto difficile da riprodurre.Per il resto trovo la tela "sporca": così l'avrebbe definita la mia insegnante del corso di Pittura.
il Signore, che fa maraviglie grandi egli solo, ha operato con noi cose magnifiche in questi ultimi tempi, e con opera mirabile della sua dispensazione, ha eretto sopra la rocca dell'Apostolica pietra un grande luminare, eleggendo dal seno della sacrosanta Romana Chiesa, Carlo sacerdote fedele, servo « buono, modello del gregge e modello dei pastori. Egli infatti, con molteplice fulgore di opere sante illustrando la Chiesa tutta, brilla innanzi ai sacerdoti ed al popolo, quale un Abele « per l'innocenza, un Enoch per la purezza, un Giacobbe per la sofferenza delle fatiche, un Mosè per la mansuetudine, un Elia per lo zelo ardente. Egli in sé mostra da imitare, fra l'abbondanza delle delizie l'austerità di Girolamo, nei gradi più alti l'umiltà di Martino, la sollecitudine pastorale di Gregorio, la libertà di Ambrogio, la carità di Paolino, e finalmente ci dà a vedere con gli occhi nostri, a toccare con le nostre mani, un uomo che, mentre il mondo gli sorride con le maggiori blandizie, vive crocifisso al mondo, vive dello spirito, calpestando le cose terrene, cercando continuamente le celesti, ne solo per officio sostituito in luogo di Angelo, ma emulo in terra nei pensieri e nelle opere della vita degli Angeli » ( Paolo V, bolla di canonizzazione Unigenitus del 1 novembre 1610)
Ratzinger su alcune cose ha parlato (preoccupazione per la Germania, abusi sui minori, sul celibato sacerdotale) ha parlato; ma sulla pachamama et alia, troppi alia... ha taciuto!
https://gloria.tv/post/qrCeguxXgTB94akARiKksQARn
Povero Santo Padre, costretto a subìre tutte le visite che chi per lui sicuramente gli filtra.Ma poi, che c'entra Gänswein in quel quadro? Non ricordo alcun dipinto di Papa Giovanni Paolo II con il suo segretario Stanisław Jan Dziwisz.
In questo momento di grande crisi della dignità e della funzione episcopale, non si può non ricordare il grande vescovo che più di ogni altro contribuì all'attuazione dei decreti del Concilio di Trento e il suo infiammato zelo apostolico per la riforma del clero e del popolo cattolico
Usi questo tempo donatogli da Dio per salvare la Chiesa
E' un grande teologo, ma non comprende di essere l'unico capace di fermare l'apostasia dilagante di Bergoglio. Non c'è tempo da perdere, forse ha paura e intanto satana trionfa perché bergoglio ha eliminato il valore redentivo e salvifico dell'Offerta e del sacrificio eucaristico, la messa non è più un atto di adorazione gradita a Dio, II grande teologo Benedetto XVI parli ai celebranti e confermi ancora una volta che possono usare il messale del 1962!
Nel grande parlamento modernista conciliare Bergoglio e Ratzinger sono la sinistra e la destra. Cane canem non edit.
Martino Mora
Non credo abbia paura, forse sa che non è ancora il momento giusto, paragonare Ratzinger a Bergoglio, non si può proprio sentire, sono agli antipodi per vari motivi, non fosse altro per l'autorevolezza culturale. Da leggere un articolo di Magister sul suo blog, che non la mette proprio giù piano, anzi......
Benedetto XVI ha sempre affermato di essere molto legato a San Bonaventura.
Nell'Itinerarium, il suo capolavoro, il Dottor Serafico -chissà se consapevolmente- utilizza ripetutamente la parola "pace" una dozzina di volte nei primi paragrafi del prologo, indicandola come oggetto dell'itinerario della mente in Dio.
Si tratta di quella pace che supera i limiti umani, che viene da Gesù (Gv 14).
San Bonaventura la pace non la nomina più se non nel capitolo conclusivo scrivendo che le considerazioni dell'opera "somigliano ai sei gradini del trono del vero Salomone che conducono a quella pace in cui il vero uomo di pace con l’anima tranquilla riposa come in un'interiore Gerusalemme".
Ritengo necessario ricordarmi sempre di questa cosa, da esule figlio di Eva. Cioè che noi intesi come uomini/donne) non salviamo proprio nessuno, tanto meno la Chiesa. Se l'uomo moderno ha perso ogni ritegno nel vivere come se Dio non esistesse, pur facendosi "dio", c'è sempre un certo rischio religiosamente inteso di farsi interpreti di Dio, al Suo posto.
All'uomo (Papa legittimo incluso) spetta il posto che gli compete: di salvato. Un salvato che opera per la salvezza delle anime, ma senza essere mai lui a salvarle.
Siamo in tempi molto difficili per l'umanità intera e la Chiesa non ne è esente, ed è l'epicentro della battaglia con le forze malvagie del principe di questo mondo.
Il Padre permise che il Figlio si consegnasse alla croce per redimere da lì l'umanità.
Dalla croce alla luce... Alla luce della croce.
Dal Padre della luce discende ogni chiarezza. Il Verbo è la luce del mondo.
Maria Santissima ha dato alla luce la carne del Verbo. La carne che è stata crocefissa.
Tutto questo per guidare i nostri passi sulla via della pace che non può venire dal mondo.
Esattamente come la speranza: la nostra non viene da noi o da quelli come noi.
Sarebbe inesorabilmente deludente, perché confiderebbe nell'uomo. Nemo dat quod non habet.
Il saluto francescano riprende la consuetudine di San Francesco di augurare pace all'inizio e alla fine di ogni incontro e preghiera. Egli sospirava pace in ogni estasi, da cittadino della Gerusalemme celeste, dimora dell'Altissimo e luogo di pace. Sì, proprio lì dove il Messia è stato crocifisso!
Per cercare la pace San Bonaventura raggiunse il luogo in cui San Francesco ricevette le stimmate dal serafino. E lì ricevette l'ispirazione per l'Itinerarium mentis in Deum.
Bisogna essere umili (oggi è San Carlo, il santo dell'humilitas) per stare al nostro posto.
Solo così è possibile disporre l'anima a pervenire a quella stessa pace.
Da guerrieri, i più coraggiosi e intrepidi, i più temuti da Satana.
Come Maria Santissima, come tanti santi. Anche come i martiri... tanti martiri. Anche oggi.
Recentemente ho sentito "esperti di mondo" dire che la preghiera non serve. Che se si vuole ottenere bisogna puntare i piedi, lottare e agitarsi... Sarà...
Non mi pare proprio così. La preghiera, quella vera, è clamore che in Cielo è ascoltata.
Dal clamore di questa scuola di umiltà deriva il fulgore della contemplazione, di una mente in cui il chiarore viene dalla vera Luce. Clamore e fulgore alimentano il desiderio.
E tutto questo desiderio si rivolge a Dio e ritorna a noi come speranza, senza illusioni.
Soprattutto senza delusioni, perchè a promettere è Dio, non l'uomo.
Anche il Papa legittimo deve stare al suo posto. Per tutti, se gli tocca farlo da solo.
Anche andare in croce è un andarci da soli. Non ci sono croci-comitiva. Né quegli sconti...
C'è una voce forte nella preghiera, che per il mondo tace.
C'è tanta luce nella tenebra che avvolge la croce.
C'è vera pace nel cuore che la riceve dalla Luce del mondo e non dal mondo con le sue luci.
"Forse Dio lo ha voluto ancora qui per dare una testimonianza al mondo".
Che tipo di testimonianza dal momento che non ha mai ritrattato nessuna delle sue eterodossie e che spesso i suoi interventi sono pro-bergiglio o in contrasto con la dottrina cattolica?
Per chi pensasse che San Bonaventura scolleghi dal mondo, aggiungo quanto segue.
Stante l'attuale debito pubblico italiano, al 75% a tasso fisso e con circa 7 anni di rate da pagare, ogni cittadino ha sul groppone circa 40000 euro del suddetto e sborsa quel che gli richiede l'erario per soddisfare i creditori. In pratica una famiglia di 4 persone ha 160000 Euro di "mutuo" sul groppone. Soldi mai visti, ma "debito".
Se l'inflazione sale, l'indebitato respira (i soldi pesano meno) e il creditore soffre.
I guardiani del sistema di pirateria globale ritoccano i tassi et voilà il denaro pesa.
Le Banche Centrali stanno agendo il giochetto a scapito dell'economia spinta in recessione.
Perciò nella famigliola, con il debito sul groppone, può succedere di perdere il lavoro.
Inoltre la famigliola deve sottostare alle regole vaccinali per poter vivere.
Ma così si ammala, perchè certi esperimenti non sono affatto per migliorare la salute.
I globalisti infatti devono raffreddare l'economia, per contenere l'inflazione.
Le nascite per loro sono inflattive, mentre la morte permette di contenere i costi.
La morte è profittevole, perchè ad ereditare sono loro: i buoni che affratellano tutti.
Ovviamente una gerarchia religiosa cristiana che sta dalla loro parte è assurda, eppure...
Altero che rimettere i debiti... Il mantenimento dello status di indebitato è essenziale.
Allora meglio cambiare il Padre Nostro, chiedendoGli di "non abbandonarci nella prova".
Gesù ci ha insegnato a chiederGli di non entrare anche noi nel meccanismo del tentatore.
Invece noi al tentatore vendiamo tutto, anche il futuro, piuttosto che metterci alla prova.
E' proprio vero che solo chi perde la propria "vita" (questo sistema schifoso) la salverà!
Ben detto : colpito e affondato; inutile illudersi, Ratzinger è sempre stato un modernista, e tale è timasto anche con Wojtyla e Bergoglio; è fuggito " davanti ai lupi", come disse nella messa di intronizzazione nel 2005, lasciando la Chiesa istituzione nelle mani di una cricca di delinquenti senza scrupoli, lanciati a testa bassa alla distruzione totale del Cattolicesimo e della Chiesa Cattolica : ma la Chiesa Trionfante, che loro ignorano o disprezzano, non la potranno mai sconfiggere, e alla fine saranno loro gli sconfitti; non oso pensare dove andranno a finire, tutti, dal primo all' ultimo. Christus Vincit !
Il segretario di Ratzinger parla dell'ultimo tratto di Cielo da percorrere per arrivare alla Porta custodita da S. Pietro...
L'ennesima prova che questa Gerarchia non crede più nel Giudizio dopo la morte, giudizio immediato individuale di ogni anima da parte del Cristo Giudice, dogma di fede, sino a prova contraria.
Dopo la morte c'è subito il Giudizio inappellabile, che decide del nostro destino eterno.
Lasciando diffondere la falsa dottrina della "salvezza comunitaria" e quindi in pratica della salvezza garantita a tutti a priori, la presente Gerarchia si è macchiata di una colpa non piccola. Adesso si vuol credere che appena morti si vada tutti subito alla Casa del Padre. Magari si fa eccezione per qualche noto criminale.
Comunque, non spetta a noi stabilire chi va dove.
A noi spetta solo tornare a credere alla dottrina di sempre.
Che ci aspetta il Giudizio, ragion per cui bisogna fare bene i propri conti già qui, in questo mondo, se non si vogliono avere bruttissime sorprese.
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