In una intervista ad Herder Korrespondenz Joseph Ratzinger fa sentire la sua voce che mette in risalto la necessità della Chiesa di de-mondanizzarsi, mentre esprime il dubbio di aver saggiamente scelto il termine heideggeriano Entweltlichung in una precedente occasione. Appena possibile esamineremo il testo integrale. Nell'aprile scorso, Benedetto XVI [qui] aveva già manifestato le sue preoccupazioni per la Chiesa in Germania.
Ho letto osservazioni sul fatto che non mancano le critiche alle sue dichiarazioni nel timore che, nella Chiesa, possa essere usato dalle forze conservatrici come un antipapa a Francesco in carica (o viceversa). Ma, al di là di simili voci, sarebbe interessante che qualche giornale tedesco gli facesse pervenire domande sul Traditionis Custodes... Qui l'indice di tutte le occasioni in cui Ratzinger, pur dal 'recinto di Pietro', ha fatto sentire la sua voce.
Benedetto XVI torna a parlare. E ammonisce la Chiesa in Germania
È una Chiesa che deve parlare “con il cuore e lo spirito” e che deve “demondanizzarsi”, perché “finché nei testi ufficiali della Chiesa parleranno le funzioni, ma non il cuore e lo Spirito, il mondo continuerà ad allontanarsi dalla fede”. Benedetto XVI torna a parlare, e lo fa rispondendo per iscritto ad una serie di domande inviate dalla rivista Herder Korrespondenz.
Sullo sfondo, il cammino sinodale della Chiesa che è in Germania, con le sue proposte che hanno creato non solo dibattito, ma anche un invito di Papa Francesco a rimanere uniti alla Chiesa”. Ma restano, sullo sfondo, anche i vari problemi che Benedetto XVI aveva affrontato quando era Papa, e che sono emersi con forza durante il suo ultimo viaggio in Germania nel 2011: la necessaria demondanizzazione della Chiesa, la necessità di non far parlare le strutture, ma di far parlare prima la fede, il tema dell’identità cristiana che si perde per uno spirito pragmatico che pensa di doversi adattare al mondo”.
Nelle parole consegnate ad Herder Korrespondenz, in un articolo in cui si ritorna con la memoria al tempo in cui era stato cappellano in una parrocchia di monaco, il Papa emerito sottolinea che ci si attende “una vera e personale testimonianza di fede degli operatori della Chiesa”; critica il fatto che “nelle istituzioni ecclesiali – ospedali, scuole, Caritas – molte persone sono coinvolte in posizioni decisive che non supportano la missione della Chiesa e quindi spesso oscurano la testimonianza di questa istituzione”; nota che “i testi ufficiali della Chiesa in Germania sono in gran parte scritti da persone “per le quali la fede è solo ufficiale”.
Nel suo discorso ai cattolici impegnati nella società tenuto a Friburgo il 25 settembre 2011, Benedetto XVI aveva sottolineato che la Chiesa “per compiere la sua missione, dovrà anche continuamente prendere le distanze dal suo ambiente, dovrà, per così dire, essere distaccata dal mondo”. E ricordò che “le secolarizzazioni infatti – fossero esse l’espropriazione di beni della Chiesa o la cancellazione di privilegi o cose simili – significarono ogni volta una profonda liberazione della Chiesa da forme di mondanità: essa si spoglia, per così dire, della sua ricchezza terrena e torna ad abbracciare pienamente la sua povertà terrena”.
La parola chiave di quel discorso è il concetto di Entweltisierung. Benedetto XVI sottolinea che forse la scelta della parola “che deriva dal vocabolario sviluppato da Heidegger” non era completamente opportuna, perché – spiega - "la parola demondanizzazione indica la parte negativa del movimento che mi interessa, ovvero l'uscita dalla parola e le costrizioni pratiche di un tempo nella libertà di fede" mentre non esprime a sufficienza la parte positiva di quel movimento”.
Il Papa emerito ha anche ricordato che la Chiesa non separa il grano dalla zizzania, e il pesce buono dal pesce cattivo, e dunque “non potrebbe trattarsi di separare il bene dal male, ma piuttosto di separare credenti e non credenti”.
Ancora, Benedetto XVI nota che "La dottrina deve svilupparsi dentro e fuori dalla fede, non starle accanto". - Fonte
Sullo sfondo, il cammino sinodale della Chiesa che è in Germania, con le sue proposte che hanno creato non solo dibattito, ma anche un invito di Papa Francesco a rimanere uniti alla Chiesa”. Ma restano, sullo sfondo, anche i vari problemi che Benedetto XVI aveva affrontato quando era Papa, e che sono emersi con forza durante il suo ultimo viaggio in Germania nel 2011: la necessaria demondanizzazione della Chiesa, la necessità di non far parlare le strutture, ma di far parlare prima la fede, il tema dell’identità cristiana che si perde per uno spirito pragmatico che pensa di doversi adattare al mondo”.
Nelle parole consegnate ad Herder Korrespondenz, in un articolo in cui si ritorna con la memoria al tempo in cui era stato cappellano in una parrocchia di monaco, il Papa emerito sottolinea che ci si attende “una vera e personale testimonianza di fede degli operatori della Chiesa”; critica il fatto che “nelle istituzioni ecclesiali – ospedali, scuole, Caritas – molte persone sono coinvolte in posizioni decisive che non supportano la missione della Chiesa e quindi spesso oscurano la testimonianza di questa istituzione”; nota che “i testi ufficiali della Chiesa in Germania sono in gran parte scritti da persone “per le quali la fede è solo ufficiale”.
Nel suo discorso ai cattolici impegnati nella società tenuto a Friburgo il 25 settembre 2011, Benedetto XVI aveva sottolineato che la Chiesa “per compiere la sua missione, dovrà anche continuamente prendere le distanze dal suo ambiente, dovrà, per così dire, essere distaccata dal mondo”. E ricordò che “le secolarizzazioni infatti – fossero esse l’espropriazione di beni della Chiesa o la cancellazione di privilegi o cose simili – significarono ogni volta una profonda liberazione della Chiesa da forme di mondanità: essa si spoglia, per così dire, della sua ricchezza terrena e torna ad abbracciare pienamente la sua povertà terrena”.
La parola chiave di quel discorso è il concetto di Entweltisierung. Benedetto XVI sottolinea che forse la scelta della parola “che deriva dal vocabolario sviluppato da Heidegger” non era completamente opportuna, perché – spiega - "la parola demondanizzazione indica la parte negativa del movimento che mi interessa, ovvero l'uscita dalla parola e le costrizioni pratiche di un tempo nella libertà di fede" mentre non esprime a sufficienza la parte positiva di quel movimento”.
Il Papa emerito ha anche ricordato che la Chiesa non separa il grano dalla zizzania, e il pesce buono dal pesce cattivo, e dunque “non potrebbe trattarsi di separare il bene dal male, ma piuttosto di separare credenti e non credenti”.
Ancora, Benedetto XVI nota che "La dottrina deve svilupparsi dentro e fuori dalla fede, non starle accanto". - Fonte
7 commenti:
La Spe Salvi di Benedetto XVI, specie nella parte finale,è forse l'unica enciclica papale degna di essere considerata tra tutte le encicliche degli ultimi anni. Se è Ratzinger a parlare di divario sociale, questo lo rende meglio di Bergoglio,perché, almeno, lui è credente,Bergoglio invece no e viene strumentalizzato dagli anticristi.La Chiesa di Bergoglio è una cricca di ladri che si nasconde dietro discorsi umanitari o di apparente buonismo.
https://www.aldomariavalli.it/2021/07/27/le-manifestazioni-contro-lobbligo-del-green-pass-proseguiranno-in-tutta-italia-sabato-31-luglio/
Qui di seguito pubblichiamo, così come ci è pervenuto, l’elenco delle città, con relativi orari e luoghi di ritrovo, in cui si terranno manifestazioni il prossimo sabato, 31 luglio.
Roma: Piazza del Popolo, 17:30
Genova: Piazza De Ferrari, 17:30
Firenze: Piazza della Signoria, 17:30
Torino: Piazza Castello, 17:30
Milano: Piazza Fontana, 17:30
Napoli: Piazza Dante, 17:30
Bologna: Piazza Maggiore, 17:30
Padova: Piazza Duomo, 17:30
Cagliari: Piazza Garibaldi, 18:00
Bergamo: Davanti la Procura, 17:30
Catania: Fontana dell’Elefante, 17:30
Palermo: Piazza Castelnuovo (Palchetto della Musica), 17:30
Reggio Emilia: Piazza della Vittoria, 17:30
Biella: Piazza Martiri della Libertà, 17:00
Parma: Piazza Garibaldi, 17:30
Pescara: Piazza della Rinascita (Piazza Salotto), 17:30
Varese: Piazza Monte Grappa, 17:30
Ostia: Viale Mediterraneo, 85 dalle 15:00 alle 20:00
Pordenone: piazza XX Settembre, 17:30
Ravenna: Piazza del popolo, 17:30
Forlì: Piazzale della Vittoria, 17:30
Lodi: Piazza della Vittoria, 17:30
Como: Piazza Cavour, 17:30
Fonte: ilnuovoarengario.it
Ha detto il papa Emerito che "la dottrina deve svilupparsi dentro e fuori dalla fede, non starle accanto"?
La frase non sembra chiarissima. Che ha voluto dire esattamente?
La "dottrina" della Chiesa deve ancora "svilupparsi"?
"Svilupparsi", come?
(Sulla Spe Salvi: si continua ad ignorare che contiene pesanti ombre, dal punto di vista dottrinale, a cominciare dall'elogio di de Lubac, della sua errata e a ben vedere incomprensibile concezione "comunitaria" della salvezza - par. 14).
T.
Non mi sono addentrata a commentare, pensando che le citazioni giornalistiche sono spesso approssimative oltre che decontestualizzate. Aspettiamo il testo integrale che dovrebbe essere pubblicato a giorni, dopo le anticipazioni di stampa.
Il richiamo alla demondanizzazione è una ripresa di un discorso pronunciato nel 2011 a Friburgo. Due anni prima di rinunciare al papato, Ratzinger esortò la Chiesa a «distaccarsi dal mondo» in quella che fu interpretata come un’esortazione a non adattarsi al mondo moderno. «Entweltlichung», demondanizzazione appunto, parola tratta dal filosofo Martin Heidegger, per il Papa emerito non era tuttavia adeguata in quanto non ha «espresso a sufficienza» l’aspetto positivo della sua argomentazione. Per Ratzinger, infatti, la Chiesa non deve fuggire dalle cose del mondo. Il suo compito non è separare il bene dal male, perché essa stessa «è fatta di grano e loglio, di pesci buoni e cattivi». E ancora: «Non è quindi questione di separare il buono dal cattivo, ma di dividere i credenti dai non credenti».
L'articolo su Herder korrespondenz uscirà integrale giovedì p.v. da notare che le risposte alle domande sono state scritte e riviste da Benedetto 16°prima del permesso di pubblicazione, aspettiamo, poi al limite si commenterà .
La frase ha lasciato molto perplesso anche me. Convoluto hegelianismo “aperto” o pessima traduzione dal tedesco (e magari l’idea era quella di “essere messa in pratica”, “tradursi nei fatti”, non di “svilupparsi” — idea comunque anch’essa non troppo chiara)? Aspetto con curiosità di vedere il testo originale.
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