Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 19 luglio 2023

CREDO VITAM ÆTERNAM I novissimi nella vita del sacerdote ESERCIZI SPIRITUALI TRADIZIONALI


CREDO VITAM ÆTERNAM
I novissimi nella vita del sacerdote
ESERCIZI SPIRITUALI TRADIZIONALI
riservato a: Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Seminaristi,
Giovani in ricerca vocazionale, Laici (uomini)
«Ben presto mi troverò di fronte al giudice ultimo della mia vita […]. In vista dell’ora del giudizio mi diviene così chiara la grazia dell’essere cristiano. L’essere cristiano mi dona la conoscenza, di più, l’amicizia con il giudice della mia vita e mi consente di attraversare con fiducia la porta oscura della morte» (Benedetto XVI, Lettera, 6 febbraio 2022)
Predicatore: Don Damiano Cavallaro


DATA:
27 Agosto / 2 Settembre 2023

LUOGO: 
Acceglio - CN

ORARI (inizio e fine corso)
Dom. 27 Agosto - Inizio degli Esercizi
Dalle ore 16.00: Accoglienza e registrazione dei partecipanti
ore 18.30: Canto dei Vespri
    Saluto al santissimo - Canto del Veni Creator
    Benvenuto e Avvisi
    Meditazione introduttiva
ore 20.00: Cena
ore 21.30: Canto di Compieta e inizio del silenzio
Sab. 2 Settembre - Conclusione Esercizi
ore 10.00: S. Messa Solenne
Canto del Te Deum
Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria
ore 12.30: Pranzo conclusivo
DESTINATARI
Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Seminaristi, Giovani in ricerca vocazionale, Laici (uomini).

QUOTA DI PARTECIPAZIONE
Pensione completa in camera singola.
- Quota piena - Sacerdoti, religiosi, laici*: € 300,00.
- Quota agevolata - Seminaristi e giovani studenti: unica quota € 200,00*

* La partecipazione di seminaristi, giovani e laici è subordinata ad alcune condizioni:
  1. Essere presentati da un sacerdote;
  2. Il numero di posti disponibile è proporzionato al numero di sacerdoti e consacrati iscritti, pertanto la disponibilità sarà continuamente aggiornata;
  3. I seminaristi e i giovani sono chiamati a prestare il servizio all'altare durante le SS. Messe dei singoli sacerdoti e durante liturgie comuni.
LITURGIA 
La Liturgia (S. Messa e Breviario) e le Celebrazioni comuni saranno secondo la forma straordinaria.

S. Messa quotidiana
Ogni sacerdote celebrerà la S. Messa personalmente, possibilmente assistito da un inserviente.
Ogni sacerdote dovrà portare la biancheria personale per la celebrazione individuale della Santa Messa quotidiana: amitto, camice, cingolo, corporale, purificatoio e manutergio.
Il servizio di Sagrestia garantisce tutto il resto (Paramento completo, Messale per la forma straordinaria, calice, ampolline, ostie, vino e acqua).

Rito ordini religiosi
I Religiosi che celebrano nella forma straordinaria secondo il proprio rito dovranno portarsi il proprio Messale.

*S. Messa nella forma ordinaria
Chi desidera celebrare secondo la forma Ordinaria troverà Messale in latino e italiano e i Lezionari in italiano.
Chi vuole celebrare in altra Lingua dovrà portarsi il Messale personale.

Non è prevista la concelebrazione.

Preghiera
Per la preghiera comune (Ore Canoniche e Adorazione) sono necessari:
  1. Breviarium Romanum - Ed. Vulgata
    (È possibile acquistarlo durante gli Esercizi prenotandolo in fase di Iscrizione - € 210,00)
  2. Cotta e berretta per i chierici e abito corale per i consacrati
ORARIO DELLA GIORNATA
L'orario della giornata sarà condiviso direttamente ai partecipanti.

ABITO
È previsto che ognuno indossi costantemente l'abito sacerdotale (talare) o religioso proprio. I seminaristi si regoleranno in base alla normativa del proprio seminario di appartenenza.
I laici vestiranno in modo conveniente (non sono permessi pantaloni corti).

ADOTTA UN SEMINARISTA O UN GIOVANE
È possibile sostenere con un'offerta la partecipazione agli esercizi di un seminarista o un giovane ai quali è riservata un quota agevolata.
Chi volesse può coprire la parte mancante alla quota regolare (€ 100,00) oppure fare un'offerta secondo la propria disponibilità.

PER RAGGIUNGERE LA CASA
Le informazioni per raggiungere la casa in cui si terranno gli EESS saranno date direttamente ai partecipanti.
 
ISCRIZIONE
L'iscrizione è confermata con il versamento della Caparra di € 100,00.
Modalità di pagamento:
  1. Con Carta di Credito su Paypal
  2. Versamento su c/c postale: 49194665 intestato a ASSOCIAZIONE CRISTOMORFOSIS
  3. Bonifico Bancario Codice IBAN: IT52N0760111200000049194665 intestato a ASSOCIAZIONE CRISTOMORFOSIS
    Causale: Esercizi Spirituali 2023 + Nome e Cognome
PER INFORMAZIONI
Email: info@amicitialiturgica.it

Non puoi partecipare ma desideri sostenere l'iniziativa e aiutare qualcun'altro a partecipare?
Fai la tua offerta attraverso i canali sopra descritti nella sezione ISCRIZIONE. Fonte

6 commenti:

Anonimo ha detto...

O crux, ave, spes unica!
Hoc passionis tempore
auge piis iustitiam
reisque dona veniam

Anonimo ha detto...

In memoria di Francesco Petrarca (Arezzo, 20 luglio 1304 - Arquà, 19 luglio 1374)

Il dí s’appressa, et non pòte esser lunge,
sí corre il tempo et vola,
Vergine unica et sola,
e ’l cor or coscïentia or morte punge.
Raccomandami al tuo figliuol, verace
homo et verace Dio,
ch’accolga ’l mïo spirto ultimo in pace.

(RVF, 365, 131-137)

Devozione a san Giuseppe ha detto...

Mi vengono poste delle domande sulla devozione a san Giuseppe, patrono dei morenti. Cerco di rispondere brevemente
di Paolo Antoci (giosefologo):

* A breve (Ottobre 2023) un mio saggio che argomenta la tematica della buona morte presentando il vangelo apocrifo che racconta la morte del santo e da cui è nata la devozione al patrono dei morenti. Il saggio presenterà anche delle considerazioni bioetiche.
* La devozione nasce già dal II sec. d.C. proprio con la diffusione del vangelo apocrifo in Oriente - Storia di Giuseppe il falegname - che veniva letto il 20 luglio, giorno commemorativo.
* In realtà con papa Benedetto XV, che scrisse nel 1920 la Bonum sane, si ebbe una maggior devozione al patrocinio di san Giuseppe per i moribondi/morenti/agonizzanti, anche se già dall'800 abbiamo tele d'altare raffiguranti il pio transito del santo.
* A livello liturgico non abbiamo una celebrazione propria, tutto è rimasto nell'ambito della devozione con diverse preghiere approvate dall'autorità ecclesiastica e pubblicate in tanti libricini di preghiere. Ci auguriamo l'istituzione di una memoria liturgica.
* Chiunque può pregare san Giuseppe chiedendo una buona morte, la morte dei giusti, così come la tradizione cristiana ci ha tramandato; san Giuseppe, infatti, è stato proclamato patrono dei morenti per il fatto di aver spirato tra le braccia di Maria e Gesù (secondo il sensus fidelium plurisecolare).
* “La Chiesa ci incoraggia a prepararci all’ora della nostra morte, a chiedere alla Madre di Dio di intercedere per noi «nell’ora della nostra morte» e ad affidarci a san Giuseppe, patrono della buona morte”. CCC n. 1014. (Paolo Antoci: giosefologo)

Anonimo ha detto...

Se anche L'Osservatore Romano (ed i più agguerriti progressisti) riconosce che il novus ordo è tristemente finto in tutto...: "In una delle mie ultime conversazioni con Silvano Maggiani, noto liturgista italiano scomparso due anni fa, ebbi a confessargli il mio disagio nel partecipare alla liturgia. Gli dicevo che mi sembrava tutto finto: i gesti, le parole, le vesti" (...) "Lo dicevo con dolore. Mi rispose che quel disagio era anche il suo". Il Maggiani, per chi non lo sapesse, era un liturgista dei Servi di Maria, una congregazione di cui tutti conoscono la depravazione dottrinale ( non solo) di molti suoi membri. L'articolista ovviamete propone di risolvere la situazione con una cura a base di modernismo ancora più spinto. Ciò che a noi interessa però qui è solo il costatare proprio lo sferzante ed impietoso giudizio sul novus ordo, che appare noiosamente finto anche ai più spinti modernisti, ed anche a L'Osservatore Romano sotto il messianico pontificato di Francesco! E cosa pensavano, che fabbricando una liturgia a tavolino, quindi finta e morta, questa avesse il calore ed il vigore di ciò che è vero e vivo? Pensavano che costruendo uno scheletro questo avrebbe acquisito la bellezza, il fascino e l'attrattiva di un corpo palpitante? Hanno costruito uno scheletro liturgico e dello scheletro ha la "vitalità". Donfi

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2023-07/dcm-007/che-genere-di-liturgia.html

Da Lo Spigolatore Romano ha detto...

ARS CELEBRANDI? Che ci sia ciascun lo dice. Cosa sia nessun lo sa

Uno stimato lettore ha affermato che la cura per risolvere i problemi del novus ordo è una sola, semplicissima: "ars celebrandi". Ma che cos'è in concreto? Perché è tanto importante ma da nessuna parte la si insegna e nessuno, in realtà, la pratica? Ci troviamo di fronte ad uno dei tanti slogan modernisti, belli, bellissimi in apparenza, quanto vuoti di significato concreto. Questo spiega il perché tutti ne parlano e nessuno la insegna e ancor meno la pratica. Quei pochi che dicono di praticarla finiscono per clericocentrizzare ancor di più la liturgia. Benedetto XVI in Sacramentum Caritatis forse dà la migliore spiegazione di cosa sia: "L'ars celebrandi scaturisce dall'obbedienza fedele alle norme liturgiche". Detto in parole povere l'ars celebrandi consiste nell'osservare fedelmente le rubriche. Pensiamo un attimo a questo: nel rito antico l'osservanza delle prescrizioni rubricali è conditione imprescindibile per celebrare. Al punto che tutta la formazione liturgica in passato per chi si preparava al sacerdozio (ma pure al presente la situazione è più o meno la stessa negli istituti tradizionali, nei seminari modernisti invece è pure meno) consisteva in un paio d'ore di apprendimento delle rubriche. La riduzione della liturgia a rubricismo è altro discorso che esula da questa breve riflessione. Detto ancora in parole povere: la vera ars celebrandi si ha solo nel rito antico, dove le rubriche sono tassative e minuziose. Non può esserci nessuna ars celebrandi nel nuovo rito perché le rubriche prevedono una valanga di adattamenti, sono vaghe e per lo più solo indicative e, comunque, invitano, spingono, quasi costringono al personalismo ed alla personalizzazione. Il risultato è che non c'è una liturgia nuova uguale all'altra, perché ogni sacerdote ci mette del suo e i poveri fedeli devono solo adeguarsi a tali personalismi clericali e subirli. E la chiamano "actuosa participatio"! Donfi.

Anonimo ha detto...

In verità le cose sono andate più o meno così, quando le regole avevano formato intere generazioni, l uomo si illuse che era giunto per lui il momento di dar voce al suo sentire, al suo estro, libera/mente. Forse nel pieno convincimento che la sua coscienza ben formata fosse un dono di natura col quale tutti nascevano. Questa è stata una illusione epocale, che poi si è ripetuta in quantità omeopatiche ad ogni generazione... così è avvenuto il grande ribaltamento dove comanda la contraddizione, le voglie, le singole percezioni, le personali pulsioni, in una parola il caos. La stessa liturgia è diventata un teatrino dove il celebrante è regista e primo attore, i fedeli comparse singole o in gruppo con compiti sempre nuovi e... Dio, Uno e Trino, fuori la porta con la mano tesa ignorato da tutti!