Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 12 luglio 2023

Perché i cattolici cresciuti nel Novus Ordo migrano verso la Messa tradizionale?

Nella nostra traduzione da OnePeterFive la testimonianza di un fedele sul suo ritorno alla Fede, grazie alla Santa Messa tradizionale. Qui indice dei precedenti su Traditionis custodes e successive restrizioni.

Perché i cattolici cresciuti nel Novus Ordo 
migrano verso la Messa tradizionale?

Molti di coloro che sono cresciuti nell'era pre-Vaticano II non riescono a capire perché chi è nato, ad esempio, dopo il 1970 possa essere attratto dalla Messa latina tradizionale. Dopotutto, ragionano, chi vorrebbe tornare ai giorni in cui il sacerdote "voltava le spalle al popolo" e "borbottava in una lingua morta", in cui solo "poche donne anziane" si recavano alla Comunione e la maggior parte dell'assemblea "sognava ad occhi aperti" mentre queste stesse donne anziane recitavano i loro Rosari? Ricordo ancora di aver ascoltato queste argomentazioni quando, a metà degli anni Novanta, sedicenne, frequentavo i corsi di iniziazione cristiana nella parrocchia di St. Albert a North Tonawanda, N.Y.
"Ti piace il latino, eh?", mi disse il mio istruttore, il diacono Brick, con un'espressione indecifrabile quando gli dissi che preferivo la Messa in latino. Il diacono Brick e altri della sua generazione non riuscivano a capire come un giovane cattolico potesse voler tornare a un passato che pensavano di aver sepolto per sempre.

La mia esperienza con la nuova messa era diversa da quella del diacono Brick. Usavamo dei messalini che non era semplice sfogliare abbastanza velocemente tra le preghiere di apertura e le letture del giorno. Il sacerdote esclamava sarcasticamente: "Non vi sento!" se i fedeli non rispondevano a voce abbastanza alta mentre alcuni fedeli parlavano per tutta la Messa.
La gente arrivava in ritardo quasi fino al momento della Comunione. Tutti ricevevano la comunione indipendentemente dal ritardo con cui arrivavano o dalla scarsa attenzione prestata a ciò che accadeva. La musica era sempre un brano folk in stile "Pietro, Paolo e Maria" o una selezione di Marty Haugen e Dan Schutte. Di tanto in tanto cantavamo l'incipit di "A Mighty Fortress Is Our God" di Martin Lutero. Quando era il momento di dire il Padre Nostro, concludevamo con la dossologia protestante "perché Tuo è il regno, Tua la potenza e la gloria, ora e sempre, amen". A quei tempi, durante il Padre Nostro nessuno si teneva per mano o alzava le mani verso il soffitto durante la successiva dossologia. Temevo il segno della pace perché, inevitabilmente, una persona raffreddata o dall'apparenza tubercolotica veniva a metà Messa, si sedeva di fronte a me e allungava la mano.
La mia esperienza della messa non è stata certo edificante dal punto di vista spirituale. Non ho mai avuto la sensazione di essere alla presenza di Dio. Appariva soltanto qualcosa di insipido e banale che i cattolici dovevano subire un'ora alla settimana.

A 15 anni, dopo aver visto sul canale PBS alcuni spettacoli come La cattedrale di David Macaulay e Joseph Campbell e il potere del mito scoprii che esisteva qualcosa chiamata Messa in latino che, fino a 30 anni prima, era il modo ordinario in cui la maggior parte dei cattolici aveva praticato il culto per secoli e secoli, fino a quando Papa Paolo VI se ne era sbarazzato e l'aveva sostituita con il servizio annacquato in stile protestante a cui ero abituato. Ero determinato a trovare una di queste Messe in latino e a vedere com'era.

A quei tempi, era molto più facile a dirsi che a farsi.

A metà degli anni '90, la Messa tradizionale era quasi inesistente. Il Summorum Pontificum sarebbe arrivato solo 13 anni dopo. Provvidenzialmente, poco dopo aver visto "Cathedral" e "The Power of Myth", notai qualcosa di strano nella sezione pubblicitaria religiosa del Buffalo News. La domenica di Pasqua la Cattedrale di San Giuseppe nel centro di Buffalo, NY, celebrava una Messa in latino. In qualche modo convinsi la mia famiglia a partecipare.

Se non avete mai partecipato a a una Messa tradizionale, se potete, cercatene una in una cattedrale la domenica di Pasqua. Il coro aprì con Resurrexi, et Adhuc Tecum Sum. A tutt'oggi, non ho mai sentito nessun coro cantare in modo così bello. Dall'altare maggiore si alzavano nuvole di incenso. Quasi tutti i presenti, dal celebrante ai fedeli, si comportavano con riverenza e solennità. Il senso del sacro era travolgente. Mi ha fatto immaginare come poteva essere la vecchia St. Paul a Londra o Notre Dame a Chartres prima che i protestanti e i modernisti prendessero il sopravvento. La Messa della veglia e quella giorno erano diverse tra loro e superavano qualsiasi cosa a cui avessi mai assistito prima. Anche a distanza di tanti anni, non ho mai trovato una Messa che la eguagliasse.

Sei mesi dopo, ho iniziato a seguire i corsi di iniziazione cristiana con il diacono Brick. Il motivo per cui non avevo fatto la prima comunione negli anni giovanili era perché non ero mai stato ufficialmente battezzato poiché i miei genitori non avevano trovato dei padrini. Alla fine hanno accettato di farmi da padrini i miei nonni, ma ciò avvenne solo ai tempi del liceo. A 18 mesi un cappellano dell'ospedale mi ha battezzato perché ero in pericolo di vita, ma la Chiesa non ha riconosciuto il battesimo. Ho dovuto abbandonare le lezioni di catechismo, ho rischiato di diventare protestante e sono tornato alla fede solo dopo l'adolescenza, grazie alla Messa tradizionale. Tuttavia, la Messa che mi ha riportato al cattolicesimo era considerata un anatema da parte del sacerdote e del diacono che mi avevano accolto nella Chiesa cattolica dopo il battesimo. Molti anni dopo, il parroco, padre Fisher, andò in pensione nello stesso periodo in cui papa Benedetto ha emesso Summorum Pontificum. Nel suo ultimo sermone, Fisher ne ha criticato la mossa, affermando che il latino è una barriera alla partecipazione perché le persone tra i banchi devono capire tutto ciò che accade.

Perché molti di noi, nati dopo il Concilio Vaticano II, preferiscono la Messa e le devozioni tradizionali che i responsabili della Chiesa a quel tempo e che la guidano ancor oggi, disprezzano e vi si oppongono? Citerò alcuni motivi tratti dalla mia esperienza personale.

Il primo è che tutto ciò che riguarda la Messa - la lingua latina, i paramenti, le rubriche, l'orientamento del celebrante - è orientato a Dio. La Messa non riguarda te; si tratta di Dio. I cattolici orientali chiamano la Messa la Divina Liturgia perché ha origini divine. Ogni preghiera, gesto e azione rituale proviene da Nostro Signore stesso, dagli apostoli o da altri santi nel corso dei secoli. Ogni aggiunta ha approfondito la nostra comprensione dello scopo e dei fini della Messa. Tutte le sottrazioni e i cambiamenti che Annibale Bugnini e la sua commissione hanno apportato alla Messa, ne ha eliminato il carattere sacrale e gli effetti soprannaturali. La lingua vernacolare, i paramenti ridotti, la tavola rovesciata, gli inni protestanti e la Comunione nella mano fanno apparire la Messa meno simile a ciò che è - il sacrificio di Cristo sul Calvario - e più simile a un evento sociale ordinario.

La seconda ragione è legata alla prima. Poiché la Messa tradizionale enfatizza la riverenza, attrae persone che vogliono riverenza e prendono la loro fede molto seriamente. Le persone che frequentano il Novus Ordo possono ancora essere devote e serie, e i sacerdoti possono celebrare la Nuova Messa con riverenza, ma è molto più difficile. Un frequentatore abituale della Messa Novus Ordo che prende sul serio la sua fede è più probabile che si scontri con chi non sia così e che incontri persone disinvolte nella Fede e nei comportamenti. E la Nuova Messa incoraggia piuttosto che scoraggiare queste tendenze. In poche parole, una liturgia più riverente aiuta il fedele mediocre a diventare un santo, ed è più facile che accada se è circondato da persone che la pensano come lui e che si concentrano sulla loro salvezza invece che sulle cose di questo mondo.

Un terzo modo in cui la Messa tradizionale è superiore è perché non è la Messa in latino dei nostri nonni. Le persone anziane che dicono a noi giovani che un tempo il sacerdote celebrava la Messa in modo frettoloso, che era quasi sempre una Messa bassa e niente di speciale, non riconoscono la cura e l'impegno che la maggior parte dei celebranti e dei cori mettono oggi nelle loro Messe in latino. Una Messa solenne cantata è la norma e il coro, il più delle volte, sa cantare il canto gregoriano. Il sacerdote all'altare è solitamente devoto e celebra la Messa lentamente e con grande riverenza.

Un quarto vantaggio della Messa in Rito Romano Antico rispetto al Novus Ordo è il ciclo delle letture. I rivoluzionari del Vaticano II hanno eliminato il vecchio ciclo di letture perché pensavano che non ci fossero abbastanza passi della Scrittura.

Invece del ciclo di un anno che enfatizza la nostra caduta e il bisogno della grazia di Dio, il nuovo ciclo è triennale e mira ad attraversare tutta la Bibbia. Il nuovo lezionario ha anche tolto, incredibilmente, molti passaggi che parlano dei Novissimi e sulla necessità del salvatore. Le letture della Messa del Rito antico sono più di qualità che di quantità. Chi frequenta regolarmente la messa in latino riceverà dei richiami settimanali che renderanno più probabile l'esame di coscienza, il pentimento dei propri peccati e il lavoro sulle proprie debolezze.

Queste sono solo alcune delle ragioni per cui i giovani sono tornati alla liturgia che i loro predecessori rifiutavano. Molti di coloro che amano il Novus Ordo non riescono a capire perché qualcuno possa tornare alla vecchia e "cattiva" Messa in latino. Invece, molti di coloro che preferiscono la Messa in latino non riescono a capire perché qualcuno fosse così ansioso di sbarazzarsene.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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A I U T A T E, anche con poco,
l'impegno di Chiesa e Post-concilio per le traduzioni
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18 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo su tutto, ma anche la messa bassa dei nostri vecchi aveva il suo perché. Segnava la differenza con il rito festivo. Era un sussurro veloce rivolto al divino. Quasi ad ogni ora, entrando in una chiesa sconosciuta, si poteva trovare un sacerdote che celebrava per sé solo...e per Dio. Ci si poteva unire a lui, che accorgendosi di noi alzava un poco la voce...Era bello.

Anonimo ha detto...

Mi risulta che anche taluno dei frequentatori del NO si risenta dell'eccesso di parole, canti e rumore e chieda un poco di silenzio soprattutto dopo la Comunione. Invano.

Anonimo ha detto...


Le reproche, constamment fait par certains, que dans la liturgie traditionnelle le célébrant "volta le spalle al popolo" m'a toujours paru complètement idiot.

Quand je prends un taxi, le train, un avion, l'autobus ou tout autre moyen de transport, le conducteur me tourne le dos, et pour rien au monde je ne lui reprocherais de le faire ou prendrais cela comme une impolitesse. Le conducteur a un objectif à atteindre, il m'y conduit avec compétence, je ne lui demande rien d'autre et je l'en remercie.

Or que fait le prêtre à la Sainte Messe ? Il nous guide vers le Royaume des Cieux. Tel le Bon Berger, il nous mène à destination. Et nous le suivons, reconnaissants de nous conduire vers les "verts paturâges" et la Sainte Communion. Prendre pour une impolitesse le fait qu'il marche à notre tête, et donc nous tourne forcément le dos, c'est ne rien comprendre, mais alors vraiment rien de rien, à l'action liturgique en général et à la Très Sainte Messe en particulier.

Anonimo ha detto...

Qui c’è chi ha dei problemi seri!
Cioè, secondo te, “una volta”, entrando in una chiesa a caso, a qualunque ora, si trovava un prete che si diceva messa?
Dal tradizionalismo siamo passati alla mitizzazione del passato bello e buono.

mic ha detto...

I problemi seri li ha chi non era nato quando questo ancora succedeva e parla di mitizzazione, oggi che invece c'è la desertificazione.
Io invece ne sono testimone e posso citare una Chiesa : Sant'Antonio a Via Merulana.
Quand'ero bambina, ogni domenica all'Altar Maggiore le messe si susseguivano una dopo l'altra e la chiesa era sempre affollata (zona popolosa - e cristiana - intorno a San Giovanni). Nel frattempo, nei numerosi altari laterali, si susseguivano messe celebrate da sacerdoti di passaggio o da frati del convento. Chi entrava in chiesa, bastava seguisse la messa appena cominciata... Oggi Sant'Antonio è irriconoscibile. Il bellissimo altare maggiore che dietro aveva un coro, la balaustra e gli altari laterali sono stati smantellati... La Chiesa è poco frequentata, come tutte le altre...
Fa eccezione, solo per un'ora: la domenica dalle 16 alle 17 Sant'Anna, sempre a Via Merulana, stracolma per la celebrazione della Messa antica!

mic ha detto...

I problemi seri li ha chi non era nato quando questo ancora succedeva e parla di mitizzazione, oggi che invece c'è la desertificazione.
Io invece ne sono testimone e posso citare una Chiesa : Sant'Antonio a Via Merulana.
Quand'ero bambina, ogni domenica all'Altar Maggiore le messe si susseguivano una dopo l'altra e la chiesa era sempre affollata (zona popolosa - e cristiana - intorno a San Giovanni). Nel frattempo, nei numerosi altari laterali, si susseguivano messe celebrate da sacerdoti di passaggio o da frati del convento. Chi entrava in chiesa, bastava seguisse la messa appena cominciata... Oggi Sant'Antonio è irriconoscibile. Il bellissimo altare maggiore che dietro aveva un coro, la balaustra e gli altari laterali sono stati smantellati... La Chiesa è poco frequentata, come tutte le altre...
Fa eccezione, solo per un'ora: la domenica dalle 16 alle 17 Sant'Anna, sempre a Via Merulana, stracolma per la celebrazione della Messa antica!

mic ha detto...

Il mio connento 17:44 risponde ad Anonimo 17:29

Anonimo ha detto...

Anonimo 17:29

Sì, confermo, era così, dappertutto nelle chiese di Reggio Emilia città, in qualche chiesa della provincia. Altrettanto accadeva nelle città circonvicine.

Angheran ha detto...

Perchè i cultori della messa in latino credono a Cionci?

Anonimo ha detto...

In memoriam di Milan Kundera, scrittore, morto ieri...

"Su che cosa si fonda, infatti, l’unità dell’Europa? Nel Medioevo si fondò sulla comune religione. Nei Tempi moderni, quando il Dio medioevale si trasformò in Deus absconditus, la religione cedette il posto alla cultura, che divenne la realizzazione dei valori supremi attraverso i quali l’Europa si concepiva, si definiva, trovava un’identità. Mi sembra che nel nostro secolo si delinei un altro mutamento, non meno importante di quello che separa l’età medioevale dai Tempi moderni. Così come Dio cedette un tempo il posto alla cultura, tocca oggi alla cultura cedere il suo. Ma a che cosa e a chi? In quale ambito si realizzeranno valori supremi capaci di unire l’Europa? Le conquiste della tecnica? Il mercato? I media? (Il grande poeta sarà sostituito dal grande giornalista?). O la politica? Ma quale? Quella di destra o quella di sinistra? Esiste ancora, al di sopra di questo manicheismo tanto idiota quanto invalicabile, un ideale comune percepibile? È forse il principio della tolleranza, il rispetto del credo e del pensiero altrui? Ma questa tolleranza non diventa vuota e inutile se non protegge più una produzione ricca e un pensiero forte? O dobbiamo vedere nell’abdicazione da parte della cultura una sorta di liberazione cui occorre abbandonarsi con euforia? Oppure il Deus absconditus tornerà per occupare il posto lasciato libero e rendersi visibile? Non so, non lo so proprio. Credo però di sapere che la cultura ha ceduto il suo posto." (da "Un occidente prigioniero", Adelphi, Milano, 2021, pag. 65-66 di Milan Kundera...eterna memoria!)

Anonimo ha detto...

Peggio che andar di notte! I fedeli, si mettevano a seguire una messa qualunque, privata, senza né vedere, né sentire niente, se non il borbottio di un prete in una lingua più o meno incomprensibile. Si trattava di “prender messa”…un po’ come timbrare il cartellino, fare atto di presenza.
Come si fanno a rimpiangere quei giorni?

Comunque, conosco anch’io familiari che hanno vissuto la chiesa di “prima”, ma nessuno racconta cose del genere. Può darsi che succedesse in qualche chiesa di religiosi in cui un sacco di frati doveva dir messa e non potevano concelebrare, ma di certo non era così nelle parrocchie, soprattutto di paese.

mic ha detto...

Qualcuno gli crederà. Non noi...

Anonimo ha detto...

ricordo anche che ragazza potevo ricevere la comunione senza assistere alla S.Messa perchè il sacerdote fra una messa e l'altra usciva per distribuirla a chi per varie ragioni, familiari, di lavoro non vi poteva assistere.
Perchè oggi non si fa più? Con una sola messa giornaliera, solitamente alle 8,30 sono pochissime le persone che vi possono assistere, men che meno gli scolari.

Un po' di buonumore ha detto...

Anonimo 16:59
Invece adesso che la "messa" è in italiano le chiese sono piene, i fedeli sono quasi tutti giovani, si confessano spesso, i seminari e le case religiose sono talmente pieni che non si sa più come fare... vero?

Anonimo ha detto...


# Con la Nuova Messa e liturgia adattata alla mentalità dell'uomo moderno, di per sè portato alla miscredenza e succube del mito della scienza, sono tra l'altro scomparsi i predicatori.

Parlo dei predicatori popolari, in genere frati. Quando avevo otto-nove anni vivevo in una città dell'Alta Italia, verso la fine degli anni Quaranta del secolo scorso. C'era in certi giorni della settimana un predicatore che predicava in Duomo, nel tardo pomeriggio, e la chiesa era piena di gente, in prevalenza del popolo. Alcune volte sono stato portato anch'io. Della predica afferravo solo qualche vago concetto o impressione. Mi ricordo la grande chiesa semibuia, d'inverno, piena di gente umile e contrita, con il frate barbuto che con voce tonante invitava al pentimento e alla penitenza. Questo me lo ricordo bene. La popolazione era ancora sotto shock per gli sterminii e le distruzione della II gm conclusasi da poco e cercava conforto nella Chiesa.
Oggi?
Abbiamo preti-conferenzieri, in clergyman, che con voce melliflua infilano un'eresia dietro l'altra, corrompendo le anime alla grande.

La Nuova Messa e Liturgia va semplicemente abolita assieme a tante altre cose inventate su imposizione del Vaticano II, per esempio le nefaste Conferenze Episcopali.

Anonimo ha detto...

Se un prete celebra in rito latino, rischia la scomunica.
Se balla un karaoke sull'altare, rischia di essere nominato vescovo.

Anonimo ha detto...

Uno che scrive “messa” tra virgolette, indicando, immagino, la Santa Messa a cui milioni di cattolici partecipano quotidianamente, ha poco da dar lezioni agli altri.
Occhio, però, che le sette, prima o poi, presentano sempre il conto. Poi non pianga e non dica che non l’ho avvertita.

Anonimo ha detto...

È interessante constatare come vi sia ancora un certo numero di fedeli che assistono alla Messa Novus Ordo ritenendola una Messa Cattolica "senza se e senza ma".
In realtà, lo posso dire avendola frequentata per circa 50 anni, la messa Novus Ordo rispetto alla Messa Vetus Ordo sta come un dipinto di un Mario Rossi qualunque a un quadro di Raffaello.
Non c'è partita, le brutture della nuova messa sono evidenti, anche solo ad un primo esame estetico senza andare in profondità alla sostanza vera e propria.
Le responsabilità di Giovanni XXIII e soprattutto di Paolo VI sono di fronte alla storia e a Dio per il danno arrecato alla Chiesa Cattolica con il CVII e l'introduzione di ai questa liturgia semiprotestante.
E ringrazio Dio per avermi dato il tempo di apprezzare il ritorno al vecchio Rito Latino.

Gz