Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 8 settembre 2023

Papa Francesco: il Cardinal Burke e i fedeli allarmati dal sinodo non difendono ‘la vera dottrina cattolica’

Nella nostra traduzione da LifeSiteNews. Sembra che il papa abbia voluto insinuare che coloro che criticano il sinodo difendono una ‘dottrina che è come acqua distillata, non sa di nulla e non è la vera dottrina cattolica’. Qui l'indice degli articoli sul Sinodo.

Papa Francesco: il Cardinal Burke e i fedeli allarmati 
dal sinodo non difendono ‘la vera dottrina cattolica’ 

A BORDO DELL’AEREO PAPALE — Durante il volo di ritorno dalla Mongolia Papa Francesco ha risposto a una serie di domande, minimizzando il fatto che le riunioni del sinodo saranno aperte e replicando a un libro recentemente pubblicato che mette in guardia sui pericoli del sinodo stesso. 
Tornando a Roma il 4 settembre, dopo il suo viaggio in Mongolia tra i 1.500 cattolici locali, Papa Francesco ha parlato del prossimo Sinodo sulla sinodalità [qui] e delle relazioni tra il Vaticano e la Cina [qui], che sono state messe sotto esame negli ultimi giorni. (...)
Sullo sfondo del Sinodo sulla sinodalità che si svolgerà a Roma durante quasi tutto il mese di ottobre, i giornalisti hanno sollevato interrogativi su un libro pubblicato recentemente con una prefazione del Cardinal Raymond Burke — The Synodal Process Is A Pandora’s Box [Il processo sinodale è un vaso di Pandora] — che mette in guardia sul fatto che il sinodo sarebbe un tentativo di “cambiare radicalmente l’autocomprensione della Chiesa, in conformità con un’ideologia contemporanea che nega gran parte di ciò che la Chiesa ha sempre insegnato e praticato”.

“(Questa opinione) potrà influenzare il Sinodo?” ha chiesto Vida Nueva in riferimento agli avvertimenti posti dal libro.

Leggi: Cardinal Burke warns Synod is part of ‘revolution’ to ‘radically’ change the Catholic Church [Il Cardinal Burke avverte che il sinodo fa parte di una ‘rivoluzione’ intesa a trasformare ‘in modo radicale’ la Chiesa]

Papa Francesco non sembra aver risposto direttamente alla domanda: prima ha raccontato una conversazione telefonica con una suora carmelitana, che gli ha espresso il timore della sua comunità che il Sinodo possa cambiare la dottrina della Chiesa.

Ha riso a questa “idea”, affermando che “le radici di queste idee sono ideologiche”.
“Ogni volta che ci si vuole separare dal cammino della comunione nella Chiesa, ciò che si stacca è l'ideologia”, ha dichiarato.
In seguito, sembra aver respinto le critiche e gli avvertimenti sollevati da Burke e dai coautori del libro — José Antonio Ureta e Julio Loredo de Izcue — sostenendo che: “Accusano la Chiesa di questo o quello, ma non la accusano mai di ciò che è vero: è ‘peccaminosa’. Non dicono mai ‘peccaminosa’…”.
Il papa ha aggiunto che la dottrina difesa dai critici del sinodo — un sinodo che mette in discussione l’insegnamento cattolico sulle questioni LGBT, sui preti sposati e sulle donne diacono — non è in realtà l'autentica dottrina cattolica:
Difendono una dottrina tra virgolette, una dottrina che è come acqua distillata, non sa di nulla e non è la vera dottrina cattolica che si trova nel Credo. E ciò molto spesso scandalizza; come scandalizza l’idea che Dio si sia fatto carne, che Dio si sia fatto uomo, che la Madonna abbia conservato la sua verginità. Ciò scandalizza.
Non è del tutto chiaro se il Papa abbia l’impressione che l’Incarnazione o la nascita verginale siano esempi di scandalo positivo, con cui la verità viene presentata al mondo in linea con la Scrittura (1 Pt 2, 8), o di scandalo negativo con cui vengono presentati insegnamenti o esempi immorali (Mt 18, 7).
Leggi testo italiano: Bishop Strickland: Catholics are not ‘schismatic’ for rejecting changes that contradict Church teaching [Il Vescovo Strickland afferma che i cattolici che rifiutano i cambiamenti che contraddicono l’insegnamento della Chiesa non sono ‘scismatici’]

Ma anche se sembra che Francesco abbia respinto le critiche del Cardinal Burke al sinodo, gli autori del libro mettono in guardia contro un’agenda volta a “distorcere la dottrina, sovvertire la tradizione e smantellare la natura gerarchica della Chiesa”.

Infatti, contrariamente ai tentativi di Francesco di alleviare le preoccupazioni sull’evento che durerà un mese, l’incontro di ottobre del Sinodo è già in preparazione sulla base di concetti eterodossi. Il testo che, il mese prossimo, costituirà la base della discussione dei partecipanti si distingue per l’inclusione e la promozione di una serie di argomenti che sono in contraddizione con l’insegnamento cattolico.
Il documento di lavoro (Instrumentum laboris) propone un dibattito sull’“ordinazione diaconale” delle donne, sui preti sposati e sulla necessità di “accogliere” i “divorziati risposati, le persone in matrimoni poligami, le persone LGBTQ+”.
Leggi: Major Synod on Synodality document highlights need to ‘welcome’ polygamists, ‘LGBTQ+ people’ [Un documento importante del Sinodo sulla sinodalità mette in risalto la necessità di “accogliere” i poligami e le “persone LGBTQ+”]

Presenta inoltre l’interpretazione di Amoris Laetitia, ampiamente accettata e approvata dal papa, che consente ai divorziati e “risposati” di ricevere la Santa Comunione, come una questione già definita — e stiamo parlando di una questione che contraddice direttamente l’insegnamento cattolico sulla ricezione della Santa Comunione.

Riunioni del Sinodo: aperte o no?
Fin dal suo inizio, il Sinodo sulla sinodalità viene presentato come un evento incentrato sull’“ascolto” e sul “dialogo”, in particolare verso coloro “che hanno abbandonato la pratica della fede, persone di altre tradizioni religiose, persone senza credo religioso, etc.”. Tuttavia, sull’aereo Papa Francesco ha informato i giornalisti che, sebbene fino a questo momento sia stata praticata l’apertura ai non cattolici, le riunioni del Sinodo di ottobre non saranno state aperte all’osservazione del mondo cattolico nel suo complesso. Al momento non è previsto l’accesso dei giornalisti alle riunioni quotidiane del sinodo, pertanto eventuali aggiornamenti sull’evento arriveranno dal Dicastero per la Comunicazione del Vaticano e dalla Sala Stampa della Santa Sede.
Alla domanda sul perché i giornalisti non potessero osservare lo svolgersi degli eventi, Francesco ha risposto: “Ma [il sinodo è] molto aperto, caro; è molto aperto!”.
Leggi: Greek Catholic bishop: Rome’s definition of ‘synodality’ does not exist in Eastern churches [Un vescovo greco-cattolico afferma che la definizione romana di “sinodalità” non esiste nelle Chiese orientali] 

Ha fatto riferimento al Dicastero per la Comunicazione, dicendo che “darà la notizia tutti i giorni, ma più aperto di così, non so; più aperta, non lo so…".
Il pontefice ha precisato che il Dicastero cercherà di essere “molto rispettoso degli interventi di tutti e cercherà di non fare pettegolezzi, ma di descrivere l’andamento reale del sinodo, in modo costruttivo per la Chiesa”.
Egli ha denunciato la possibilità che i mezzi di comunicazione riportino “pettegolezzi politici” sul sinodo, sostenendo che il Dicastero cercherà invece di “trasmettere lo spirito ecclesiale, non quello politico”.
“Un parlamento è diverso da un sinodo”, ha affermato. “Non dimenticate che il protagonista del sinodo è lo Spirito Santo. E come si trasmette ciò? È per questo che occorre veicolare il progresso ecclesiale”.
Papa Francesco ha fatto regolarmente riferimento allo “Spirito” parlando della direzione del Sinodo, ma né lui, né alcuno dei principali prelati del sinodo, ha spiegato come lo Spirito Santo possa guidare un processo che finora ha presentato punti di discussione che minano o contraddicono l’insegnamento della Chiesa.
Alla luce di questo fatto, all’inizio di quest’anno il Vescovo Athanasius Schneider ha dichiarato a LifeSiteNews che il sinodo sta permettendo la diffusione di “veleni, veleni spirituali” [testo italiano qui].

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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l'impegno di Chiesa e Post-concilio per le traduzioni
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14 commenti:

Ave Maria! ha detto...

Tutto ha inizio a Milano, città nella quale la devozione a Maria Nascente è particolarmente sentita: basta ricordare che proprio alla Natività di Maria è dedicato il Duomo, consacrato da san Carlo Borromeo nel 1577. Non lontano dalla cattedrale meneghina, nella casa generalizia delle Suore di Carità, in via Santa Sofia, si apre un luogo affascinante, denso di fede e di devozione popolare: è il piccolo santuario dove – in una culla di bronzo dorato – è custodita un’immagine miracolosa di Maria Bambina. In questa cappella, avvolta dal candore di stucchi e marmi bianchi, troviamo la statuetta che ritrae la Vergine Maria in fasce, color bianco e oro, splendente in tutta la sua luminosità: l’espressione del volto è felice; due occhi vispi, aperti al mondo, catturano l’attenzione; il piccolo naso, perfetto nella sua bellezza; e le labbra, socchiuse a un timido sorriso, ci donano pace e serenità. È Lei, Maria, piccola, in fasce, così come qualsiasi altra bambina. Ma si sa, Lei è diversa, è la Bambina per eccellenza: è Colei che cullerà l’altro infante assai “famoso”, Gesù Bambino. Ma qual è l’origine di questa sacra culla? Come nasce questo simulacro così particolare?

https://lanuovabq.it/it/maria-bambina-una-devozione-diffusa-da-nord-a-sud

Lo Spigolatore romano ha detto...

ELEVAZIONE DELL'OSTIA E DEL CALICE----
La prima attestazione documentata dell'elevazione dell'ostia è "recentissima" risalendo solo al 1210 quando il vescovo di Parigi stabilì che non si potesse elevarla in alto prima della consacrazione né di fare questa ad ostia elevata, ma elevarla in alto solo dopo la consacrazione. Tuttavia la prima rubrica che imponga tale elevazione si ha solo a inizio del Cinquecento, quando compaiono pure le genuflessioni. L'elevazione del calice invece è ancora più "recente" e la prima attestazione scritta si ha nel 1570 (anche se sappiamo che quà e là la si faceva da molto tempo). In antico l'unica "elevazione" conosciuta era quella al termine del canone oggi detta "piccola elevazione". Quella dell'ostia dopo la consacrazione (molte volte pure prima) nacque per un certo indebolimento della fede nella Presenza Reale ed il conseguente bisogno di "vedere". Quella del calice nacque per "simmetria" con l'altra. La liturgia aborriva il mostrare le cose più sacre e, anzi, le nascondeva. Si pensi al giovedì santo quando il trasporto eucaristico deve avvenire col Sacramento ben nascosto e la stessa urna che lo contiene è prescritto che non possa essere trasparente. (Cfr. Missarum sollemnia, II, 160; Cfr. Ordo Missae di Giovanni Burcardo. Cfr. Missale Romanum 1570). Possiamo ben dire che le due elevazioni costituiscono la più grande innovazione ed alterazione del canone romano. R.C.

Anonimo ha detto...

La ulteriore esternazione ad alta quota di Bergoglio, fornisce l’ennesima conferma già fatta con il motu proprio T.C.: il risultato ultimo del processo conciliare è la creazione di DUE DOTTRINE, DUE FORME DI CULTO, DUE RELIGIONI. Religioni totalmente incompatibili, una del mondo e l’altra CATTOLICA. Ha ragione Bergoglio, il Card. Burke si riferisce ad un’altra dottrina, che non è certo la sua. Il Card. Burke e la sua galassia (bussole comprese) si riuniranno a Roma il giorno 3 ottobre, senza la consapevolezza (colpevole o premeditata ?) di praticare una Fede che non è quella di Bergoglio e del 98% della gerarchia (Cardinali, Vescovi, presbiteri e diaconi) che si definisce “CATTOLICA”. Il loro ridicolo timore di scisma. Da quale “chiesa” ci dovremmo separare? Da quella praticata da Bergoglio e dalla sua obbediente gerarchia? Questi sono già fuori in una religione che non è più quella di N.S.G.C. L’apostasia, lo scisma, l’eresia, il tutto già consumato. La galassia Burkiana (bussole, Don Elia, i Morselli, i Lanzetta, i Bux ecc.) ha un solo obiettivo: quella di conservare la rivoluzione; ne è l’altra faccia!! Alessandro da Roma

Bonum certamen certavi ha detto...

Concordo pienamente. Che lo Spirito Santo continui a donarci Lume e Fortezza per ben combattere le Sue battaglie!

8 settembre Natività di Maria ha detto...

NON PREGANDO MARIA CI SI DANNA

"Misera quell'anima che chiude questo canale si Grazia trascurando di racocmandarsi a Maria!
Oloferne, quando volle impadronirsi della città di Betulia, chiuse l'acquedotto (Gst7,6).
Così fa il demonio quando vuole impadronirsi di un'anima: le fa abbandonare la devozione a Maria santissima.

Una volta chiuso questo canale, l'anima perderà facilmente la luce, il timore di Dio e infine la salvezza eterna"

Sant'Alfonso Maria de Liguori, le glorie di Maria

Anonimo ha detto...

Concordo. Il punto purtroppo è questo: da che parte stanno i fedeli? Quanti tra gli ormai pochi praticanti ne sono consapevoli? Vedo persone che intuisco preparate solo alle Messe VO. I parrocchiani delle chiese dove si pratica il NO sembrano apatici.

Anonimo ha detto...

Ci creiamo delle comfort zone da cui non vogliamo uscire per non dover affrontare difficoltà e persecuzioni. Il male così avanza inesorabile e, crescendo, come metastasi infetta tutto. È invece necessario uscire dalla propria comfort zone, denunciando il male a viso aperto nei luoghi di lavoro, in famiglia, ovunque. Occorre il sacrificio della propria falsa tranquillità e ricordare che Dio ci giudicherà non solo per il male ma anche per il bene che non abbiamo fatto.

ambrosiano emarginato ha detto...

Oggi festeggiamo il compleanno di Maria Santissima, la creatura che Dio promise fin dal tempo dell’uscita dell’umanità da Eden. Con Maria nasce colei che salderà l’antica alleanza alla nuova, mediante il frutto del suo grembo.

Maria è l’autrice della meravigliosa preghiera del Magnificat, che compone l’antico cantico di Anna (libro di Samuele) saldandolo a quello più recente di Tobia e infiocchettandolo dell’eco di numerosi Salmi.

Gen 2,6: “…sgorgava dalla terra e irrigava tutto il suolo”. La sorgente che zampilla è lo Spirito Santo e la faccia della terra che viene irrigata la Vergine Madre di Dio. In Maria coesistono la dignità della terra (la sua nobiltà e la bellezza della natura umana sottratta a ogni macchia) mediante il concepimento e il parto verginali. La divina maternità di Maria sta alla base di tutta l’economia della salvezza. Come la nascita di Maria si salda con il natale, allo stesso modo i suoi dolori, di corredentrice si saldano alla croce redentrice di Cristo.

Una prospettiva di grande interesse, perché valorizza i corpi di Gesù e di Maria nella loro concretezza biologica. Gesù ha avuto una Madre, senza la quale neppure la sua opera redentrice di lui avrebbe consistenza. La maternità di Maria è indicativa della vera incarnazione del Figlio.
Scrisse Sant’Agostino che “se la madre fosse fittizia, sarebbe fittizia anche la carne e fittizia anche la morte, fittizie le ferite della passione, fittizie le cicatrici della risurrezione, e quindi non sarebbe la verità a liberare quelli che credono in lui, ma la falsità”. Ma, Agostino riconosce anche che la grandezza di Maria non è legata solo alla sua maternità fisica, ma al suo essere discepola del Signore. “Maria fece la volontà del Padre e la fece interamente; e perciò vale di più per Maria essere stata discepola di Cristo anziché madre di Cristo”.

Sant’Agostino chiama Maria madre della debolezza di Cristo. Maria infatti non è madre della divinità di Cristo, ma madre di lui, secondo la natura umana da lei generata. Maria dunque non è la genitrice della gloria di Cristo, ma della sua condizione umana di debolezza e mortalità, che però si cambierà in potenza salvifica nell’ora della croce.
Agostino con questa affermazione unisce l’incarnazione e il mistero pasquale. Maria dunque era madre della carne di lui, della sua umanità e della debolezza che assunse per noi. Ora il miracolo che egli stava per compiere era opera della sua divinità, non della sua debolezza: egli operava in quanto era Dio, non in quanto era nato debole. Ma anche la debolezza di Dio è più forte degli uomini.

Commentando la frase evangelica nelle nozze di Cana: “Non è ancora giunta la mia ora”, Agostino dice che l’intento del Signore era quello di far capire alla Madre che quello che compie il miracolo, cioè Dio, non è stato da lei generato, ma siccome lei ha generato la sua debolezza, allora Cristo la riconoscerà Madre quando penderà dalla croce.
La croce è dunque il luogo di un appuntamento per Maria quando il Figlio la riconoscerà come Madre.

Sulla croce Cristo riconobbe la Madre, lui che da sempre la conosceva. La riconobbe nell’ora in cui stava morendo ciò che ella aveva partorito. Non moriva infatti quel verbo attraverso il quale Maria era stata creata, ma la carne che Maria aveva plasmato.
La Maternità di Maria ci fa allora comprendere il mistero dell’incarnazione che è saldato al mistero della redenzione.

Pover'uomo un sacerdote privo del gusto delle celesti cose...

Anonimo ha detto...

Che ruolo hanno avuto i media in generale ed il cinema in particolare nella sostituzione del vero con storie verosimili o inventate di sana pianta? Con il portare il costume alla scostumatezza? Con il sostituire le notizie con la propaganda? Certamente un ruolo gigantesco. L amricanizzazione del globo è avvenuta soprattutto attraverso Hollywood industria primaria nel plagio mondiale.

Anonimo ha detto...

Mentre il card. Burke difende la dottrina cattolica, per Bergoglio di acqua distillata, la sua è di acqua putrefatta,

Anonimo ha detto...

Aggiungo che molti comprendono"qyesto Papa". la situazione dal punto di vista politico, ma pochi ancora collegano la crisi generale a quella della dottrina cattolica. In sintesi, semplificando: votano a destra ma adorano

Anonimo ha detto...

Adorano Papa Francesco.
P.S. mi scuso per l'errore dello smartphone.

Anonimo ha detto...


La vera "dottrina cattolica" sarebbe, secondo papa Francesco, quella da lui professata quando si rivolge agli attivisti arcobaleno con i quali ama sempre più spesso intrattenersi:
"Siamo tutti figli di Dio e Dio ci vuole così come siamo e con la forza con cui ognuno di noi lotta per la propria dignità".
Questo messaggio, ripetuto in modo sostanzialmente identico in varie occasioni, viene in genere seguito da esortazioni del tipo : "continuate così".
Se questa è la vera dottrina cattolica, l'unica adatta all'uomo moderno, allora Maometto era un frate trappista.

Anonimo ha detto...


FT Riflessioni notturne sull'8 settembre, anche se oggi è il 9.

Oggi è il 9, l'8 è passato. Grande festa cattolica ma data infausta negli annali più recenti della storia d'Italia.
Un articolo su La Nuova Bussola Quotidiana ricordava ieri come dall'8 settembre fosse iniziata in Italia una guerra civile che non è mai finita, soprattutto per colpa della sinistra antifascista militante in perpetuo. Giusto.
Colpiva però nell'articolo il ricordo impreciso dei fatti. Diceva infatti che l'Italia, con l'armistizio, ebbe riconosciuta la qualità di cobelligerante. Tutto sbagliato.
Innanzitutto non si ricorda mai che ci arrendemmo incondizionatamente, solo a questa condizione l'armistizio fu concesso. Dovevamo quindi subire i diktat dei vincitori. Firmammo (il 3 sett) un testo di 12 articoli che poi a Malta, dove si era dovuta consegnare la nostra flotta, divennero 44, uno più duro dell'altro. Diventavamo un protettorato militare ed economico del nemico angloamericano.
Ma si tratta così un "cobelligerante"? No, di certo. Ma l'articolo dice erroneamente che ci fu subito riconosciuto lo status di cobelligerante. Falso. Non ci fu riconosciuto un bel niente. Eravamo nemici vinti e basta, Stato ed esercito crollati, sottoposti ad un duro ed esoso regime di occupazione militare, diretto da una AMGOT (Allied Military Commission of Occupied Territory), che ci imponeva persino una moneta d'occupazione (evitata invece dopo dura battaglia al Nord, contro i generali tedeschi che volevano imporla).
Ma al Nord, Hitler fece istituire a Mussolini il 18 sett uno Stato, una Repubblica, annettendosene alcuni territori. Dopo questo fatto, la politica richiedeva che anche il Regno d'Italia, pur ridotto nelle miserabili condizioni di cui sopra, dichiarasse guerra alla Germania, cosa legittimata del resto dal modo brutale nel quale i tedeschi ci avevano attaccati, poche ore dopo l'annuncio dell'Armistizio (avevano un piano già pronto da giorni) e senza dichiarazione di guerra. Il re nicchiava. Considerateci almeno alleati, proponeva. Alla fine il 13 ott Badoglio dichiarò guerra alla Germania, cosa che per gli Alleati aveva un valore soprattutto politico. Fummo premiati: diventammo "nemici cobelligeranti" e mai alleati.
Che fossimo restati sempre nemici, l'articolo della NBQ non lo dice. Un trattamento simile subirono tutti gli alleati di Hitler che si arresero a Stalin (Bulgari, Romeni, Finlandesi). Tutti da tempo avevano preso contatti segreti con gli Alleati per uscirsene dalla guerra. Anche gli ungheresi, ma l'operazione non andò in porto perché Hitler reagì, come da noi, e l'esercito ungherese rimase fedele ai tedeschi. Agli altri Governi riuscì perché si trovarono nel momento decisivo pochi tedeschi in casa e con l'esercito ancora in buone condizioni, intatto.
E perché il nostro si sfaldò? Per colpa del Re, di Badoglio, dei vertici militari, che si lasciarono travolgere, dimostrandosi degli incapaci, meritevoli di corte marziale.
In ogni caso, la nostra belligeranza fu particolarmente umiliante, gli Alleati ci trattaron sempre con sommo disprezzo, in particolare gli inglesi (che ci odiavano perché chiudendo loro il Med per 3 anni e bloccandoli assieme ai tedeschi in Afirca gli avevamo fatto perdere l'Estremo Oriente). Ci lesinavano sempre i mezzi, non ci volvano in prima linea, procedendo ad un "sacco d'Italia" forse peggiore di quello dei tedeschi al Nord, al quale perlomeno i fascisti tentavano di opporsi o comunque di regolamentarlo.
Stalin alla fine concesse qualcosa a bulgari, romeni, finlandesi che, come "nemici cobeligeranti" avevano combattuto con lui contro i loro ex-alleati tedeschi. Noi invece, dagli Alleati, solo calci sui denti.
Bisognerebbe rileggere il discorso di Benedetto Croce all'Assemblea Costituente, nel 1947, per motivare il suo voto contrario all'accettazione del Trattato di Pace, un vero Diktat, impostoci dai Vincitori.
ar