Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 20 settembre 2024

Mons. Chaput / Il papa e le altre religioni

Nella nostra traduzione da First Things l’articolo scritto da Mons. Charles Chaput, Arcivescovo emerito di Filadelfia sulle recenti affermazioni di Bergoglio, dichiarando “Che tutte le religioni abbiano lo stesso valore è un’idea straordinariamente sbagliata sostenuta dal successore di Pietro”. L'autorevole prelato riafferma la verità; ma con alcune espressioni dubitative ed edulcoranti, toglie vigore alla sua presa di posizione. Precedenti quiqui - qui - qui.

Il papa e le altre religioni

Papa Francesco ha l’abitudine, ormai consolidata, di dire cose che lasciano gli ascoltatori confusi e spinti a sperare che intenda qualcosa di diverso da ciò che ha detto effettivamente.
Al termine del suo recente viaggio a Singapore, il Papa ha lasciato le sue osservazioni rivolte ad un gruppo interreligioso di giovani e ha offerto alcune riflessioni generiche sulla religione. Poiché i suoi commenti erano estemporanei, mancano naturalmente della precisione normalmente propria di un testo preparato, e quindi si spera che ciò che ha detto non sia esattamente ciò che intendeva.

Secondo le notizie riportate, Papa Francesco ha suggerito che “le religioni sono come lingue diverse per arrivare a Dio, ma Dio è Dio per tutti. Poiché Dio è Dio per tutti, allora siamo tutti figli di Dio”. E ha proseguito: “Se si comincia a litigare: ‘la mia religione è più importante della tua, la mia è vera e la tua no’, dove ci porterà questo? C’è un solo Dio, e ognuno di noi ha un linguaggio per arrivare a Dio. C’è chi è sikh, chi è musulmano, chi è indù, chi è cristiano, e sono percorsi diversi [verso Dio]”. L’intento positivo del Santo Padre era evidente.

Francesco ha poi aggiunto un appello a intraprendere il dialogo interreligioso. Ha parlato del dialogo come se fosse un fine di per sé. “Il dialogo interreligioso”, ha detto, ‘è qualcosa che crea un percorso’. Si pone quindi la domanda: un cammino verso dove?

Che tutte le religioni abbiano lo stesso valore è un’idea straordinariamente sbagliata sostenuta dal Successore di Pietro. È vero che tutte le grandi religioni esprimono un desiderio umano – spesso con bellezza e saggezza – di qualcosa oltre questa vita. Gli esseri umani hanno il bisogno di adorare. Questo desiderio appare radicato nel nostro DNA. Ma non tutte le religioni sono uguali nel loro contenuto o nelle loro conseguenze. Esistono differenze sostanziali tra le religioni citate dal Papa. Esse hanno nozioni molto diverse su chi sia Dio e su ciò che questo implica per la natura della persona umana e della società. Come predicava San Paolo duemila anni fa, la ricerca di Dio può assumere molte forme imperfette, ma ognuna di esse è una ricerca imperfetta dell’unico, vero, Dio trino della Sacra Scrittura. Paolo condanna le false religioni e predica Gesù Cristo come realtà e compimento del Dio sconosciuto adorato dai greci (At 17,22-31). [Un Dio, rivelatosi come Padre del Signore Gesù Cristo e nostro in Lui, conosciuto e accolto come Persona, non come nozione- ndT]

In poche parole: non tutte le religioni cercano lo stesso Dio, e alcune religioni sono erronee e potenzialmente pericolose, materialmente e spiritualmente.

I cattolici credono che Gesù Cristo, una volta e per sempre, abbia rivelato a tutta l’umanità chi è Dio. Ci ha redenti con la sua morte e resurrezione e ci ha dato il mandato di portare a Lui tutta l’umanità. Come la nostra fede insegna molto chiaramente, è solo Gesù Cristo che salva. Cristo non è solo uno tra i grandi maestri o profeti. Per riprendere un pensiero di C. S. Lewis, se Gesù fosse solo uno tra i tanti, sarebbe anche un bugiardo, perché ha affermato con forza che “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). Un Dio amorevole può accettare l’adorazione di qualsiasi cuore sincero e caritatevole, ma la salvezza arriva solo attraverso il suo unico figlio, Gesù Cristo.

Ecco perché Gesù non ha detto: “Rimani sul tuo cammino e parliamone”.

Siamo chiamati cristiani perché crediamo che Gesù Cristo è Dio, la seconda persona della Trinità. Fin dall’inizio della nostra fede, i seguaci di Cristo sono stati unici tra le religioni del mondo perché hanno accettato come vera la straordinaria affermazione di Cristo di essere Dio – in parte per i suoi miracoli, in parte per la sua predicazione, ma infine per la sua morte e resurrezione corporea. I cristiani hanno anche sempre creduto che questa realtà renda il cristianesimo categoricamente distinto da tutte le altre religioni e che, a sua volta, richieda un impegno totale della nostra vita. (Per la cristologia della Chiesa, si vedano: il Nuovo Testamento, il Concilio di Nicea, il Concilio di Efeso, il Concilio di Calcedonia, il Concilio di Trento, il Concilio Vaticano II, il Catechismo della Chiesa Cattolica, il documento vaticano Dominus Jesus, che tutti, tra i tanti, insegnano chiaramente la divinità di Cristo e il suo ruolo unico nella storia della salvezza).

Suggerire, anche solo vagamente, che i cattolici percorrano un cammino verso Dio più o meno simile a quello di altre religioni svuota il sacrificio del suo significato. Perché rinunciare alla propria vita per Cristo quando altre strade possono portarci allo stesso Dio? Un tale sacrificio sarebbe insensato. Ma la testimonianza dei martiri è importante oggi come non mai. Viviamo in un’epoca in cui la religione dominante è sempre più il culto dell’io. Abbiamo bisogno di testimoni – e di ciascuno di noi come confessore di Gesù Cristo – per ricordare a un mondo incredulo che la strada per una vita veramente ricca è quella di donarsi pienamente all’altro, al prossimo.

Il vescovo di Roma è il capo spirituale e istituzionale della Chiesa cattolica nel mondo. Ciò significa, tra l’altro, che ha il dovere di insegnare la fede in modo chiaro e di predicarla secondo il Vangelo. I commenti poco chiari possono solo confondere. Eppure, troppo spesso, la confusione infetta e mina la buona volontà di questo pontificato.

I cristiani ritengono che solo Gesù sia la via verso Dio. Suggerire, insinuare o permettere ad altri di dedurre il contrario è un fallimento dell’amore, perché l’amore genuino vuole sempre il bene dell’altro, e il bene di tutti gli uomini è conoscere e amare Gesù Cristo e, attraverso Lui, il Padre che ci ha creati.
Charles J. Chaput, O.F.M., è Arcivescovo emerito di Filadelfia.

11 commenti:

tralcio ha detto...

Tutte le religioni esistenti sono vie per rivolgersi a Dio?

La religione lega a un culto.
Sappiamo che molti adorano idoli vani.
Poi c'è chi si rivolge a una "filosofia di vita".
Alcune esperienze religiose non ricercano affatto Dio.
Un'interiorità (pur apprezzabile) non è necessariamente il culto a Dio.

Anche chi pensa l'Essere (Aristotele era pre-cristiano) può pensarlo in un olimpo di dei litigiosi o semplicemente in un pensiero umano geniale...

Stupisce che un cattolico formato non sia in grado almeno di distinguere tutte queste cose, senza giudicare nessuno, ma sapendo realisticamente che una bicicletta non è un aereo, anche se sono dei mezzi di trasporto.

Nell'ambito delle religioni rivelate è Dio a farsi avanti: l'uomo non pensa Dio, ma si scopre capace di riceverne la rivelazione. La ricezione della rivelazione diventa religione. All'uomo tocca "fare" qualcosa per ingraziarsi Dio.

Il cristianesimo però sbaraglia anche questo schema cessando di essere una religione: in Cristo è Dio che si fa uomo! Da questa ineffabile rivelazione discende il conoscere l'unico Dio come Trinità, rivolgendoGlisi come un Padre, da servi inutili... Creati e salvati senza merito, ma in grado di accogliere la Grazia e riempirsene, compiendo la volontà di Dio non per sforzo, ma con la leggiadria della Grazia, tale anche portando la croce.

Nel cristianesimo l'antica alleanza è superata nel sacrificio redentivo del Signore. La derivata islamica del culto mosaico nasce nell'alveo veterotestamentario, ma manca totalmente della novità di Cristo. La legge/sharia resta ancora a quella del taglione. E l'uomo "fa" opere di fede, encomiabilmente fedeli, tuttavia incapaci di sfuggire a tante eresie che riguardano anche i cristiani. Pensiamo al pelagianesimo, ma anche ad ogni altra eresia subentrata per il fraintendimento religioso della Verità.

Il cristianesimo non è solo una religione, perché l'opera è di Dio e l'uomo è un contenitore di Grazia, santificato dai sacramenti in cui agisce Dio. L'aspetto religioso (la Chiesa) può scadere in formalismi derubricanti la Grazia e l'esperienza recente è purtroppo una di queste derive, ma non è cattolicamente rivolta a Dio.

Annunciare Cristo fino al martirio non passa da delle medie ponderate dei rischi e dei benefici, mescolandoci la psicologia e il politicamente corretto, qualche assemblearismo e il voto deliberativo a maggioranza.

Anonimo ha detto...

"I cattolici credono che Gesù Cristo, una volta e per sempre, abbia rivelato a tutta l’umanità chi è Dio."

La difficoltà di fondo, da cui sorgono tutte le altre, è la sueguente: quest'affermazione riguarda anche i Giudei? Devono convertirsi sì o no? I Cattolici ("tradizionali") dicono: sì, i Cattolici ("conservatori") dicono: no.

Roberto

Anonimo ha detto...

"Al termine del suo recente viaggio a Singapore, il Papa ha lasciato le sue osservazioni rivolte ad un gruppo interreligioso di giovani e ha offerto alcune riflessioni generiche sulla religione. Poiché i suoi commenti erano estemporanei, mancano naturalmente della precisione normalmente propria di un testo preparato, e quindi si spera che ciò che ha detto non sia esattamente ciò che intendeva".

Francesco appena ha ripetuto il contenuto del documento di Abu Dhabi:

"«Il pluralismo e la diversità delle religioni, il colore, il sesso, la razza e il linguaggio sono voluti da Dio nella sua saggezza»"

Mons. Schneider non ha chiesto correzione e chiaramento di questo insegnamento?

Anonimo ha detto...

Si i giudei per salvarsi hanno bisogno di Cristo, il fatto dell'antica alleanza mai revocata è una novità del vaticano II voluta dal giudaismo internazionale e dalla massoneria ebraica

Anonimo ha detto...

Semplicemente: la Tradizione è come una regola matematica che non muta. Ora quella regola insegnanti diversi la spiegano in maniera diversa, ma tutte le diverse spiegazioni devono concludersi con la comprensione della regola data e variamente esemplificata da Tizio, Caio e Sempronio. E così  a catena nello spazio e nel tempo.

La comprensione della regola è  personale e personali sono gli sviluppi, le connessioni che derivano per ognuno dalla regola di partenza. Non è che la regola muta, mutano le persone che hanno assimilato o no la regola secondo la loro unicità, i loro tempi, le loro capacità. 

In tutta questa lunga questione, a mio parere, si è infilata una svista un abbaglio:
1) mancata comprensione della Tradizione;
2) non avendo capito la  regola molti l'hanno sistemata a modo loro;
3) il 'modo loro ' l'hanno scambiato per rivelazione divina;
4) questa loro 'rivelazione divina' nei fatti ha sostituito poi Dio con l'io che ha generato il dio faicometipare, oggi seguitissimo.
m a.

Laurentius ha detto...

Incomincia oggi la novena al Principe delle milizie celesti San Michele Arcangelo. Preghiamolo con fervore affinché ci difenda nella battaglia contro le insidie diaboliche.
Ricorre oggi il tristo anniversario della cosiddetta breccia di Porta Pia (20 settembre 1870), giorno di lutto per i cattolici, giorno di festa per la massoneria: preghiamo San Michele Arcangelo per la liberazione della Sede Petrina dagli impostori.
Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio ut non pereamus in tremendo iudicio.

Anonimo ha detto...

"Si i giudei per salvarsi hanno bisogno di Cristo, il fatto dell'antica alleanza ..."
Ebbene a riguardo dell'Antica Alleanza l'apostolo Paolo è chiaro e scrive senza giri di parole : "astenetevi dal sangue..." volendo ovviamente riferirsi alla antica Alleanza basata sul sangue sparso da un agnello sena macchia per "lavare"i peccati del popolo.
Non c'era più bisogno di sacrifici di agnelli perchè Dio aveva fatto un Nuovo Patto Eterno basato sul Sacrificio di Suo Figlio.
Paolo è stato costretto a correggere l'ignoranza di molti nuovi sacerdotii perchè a quei tempi molti (all'inizio del cristinesimo ) non avevano ben compreso la differenza tra i due Patti, infatti, continuavano a sacrificare agnelli sull'altare per tutto il popolo che non era presente , e allo stesso tempo con i presenti spezzavano il pane e bevevano il vino .
n-b. Basterebbe questa semplice spiegazione per far ravvedere almeno su questo punto la setta dei T .d. G.

mic ha detto...

Sugli ebrei e le "due alleanze "
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/p/modifica-della-dottrina-della.html?m=0

Anonimo ha detto...

"Che ognuno eviti qualsiasi rapporto con coloro che si nascondono sotto la maschera della tolleranza universale, del rispetto di tutte le religioni, della mania di conciliare le massime del Vangelo con quelle della Rivoluzione, Cristo con Belial, la Chiesa con lo Stato senza Dio".

Lettera di S.S. Leone XIII PP. "Custodi di quella Fede" - 8 Dicembre 1892

Anonimo ha detto...

"Omnes dii Gentium daemones", afferma perentoriamente la Bibbia, ripresa da san Paolo: "Tutti gli dèi dei Gentili vengono dal demonio".

Sulle altre religioni ha detto...

Durante il periodo in cui vivevo a Londra, ho avuto l'opportunità di fare amicizia con persone di diverse religioni e background culturali. Londra è un mosaico vibrante di culture, dove persone provenienti da ogni angolo del mondo si incontrano. È davvero incredibile come una sola città possa riflettere una tale ricchezza di diversità umana.

Un giorno, mentre mi trovavo al college dove studiavo, io e i miei amici indù stavamo seduti al bar del college, chiacchierando. La conversazione si è spostata sulle credenze riguardo alla vita dopo la morte, e i miei amici hanno iniziato a condividere le loro prospettive sulla reincarnazione. Mi spiegavano come, secondo loro, dopo la morte, una persona rinasce e la nuova vita è influenzata dalle buone o cattive azioni della vita precedente. Per loro, questo ciclo di vita, morte e rinascita continua fino a raggiungere uno stato di liberazione o illuminazione.

Ascoltando le loro parole, mi sono resa conto di quanto le loro credenze fossero diverse dalla mia fede cattolica. Ho condiviso con loro che, secondo l'insegnamento cattolico, crediamo che ciascuno di noi abbia una sola vita sulla terra. Quando moriamo, non si tratta di una continuazione di cicli, ma di una transizione finale. Le nostre azioni in questa vita determinano il nostro destino eterno—se saremo uniti a Dio in paradiso, se passeremo attraverso un processo di purificazione o se saremo separati da Lui.

Pur avendo un profondo rispetto per le credenze dei miei amici indù, ho provato un grande senso di gratitudine per la chiarezza e la speranza offerte dalla mia fede. È rassicurante sapere che, per noi, la morte non è solo un ciclo infinito, ma l'inizio di un nuovo ed eterno cammino con Dio. È un invito a vivere questa vita in modo pieno e significativo, sapendo che le nostre scelte hanno conseguenze eterne.

Conversazioni come questa sono inestimabili. Non solo ci permettono di comprendere le credenze degli altri, ma anche di riflettere e apprezzare le nostre. In questi momenti ho realizzato la bellezza e la profondità della mia fede cattolica e la pace che essa porta. Mi ha confermato l'importanza di comprendere cosa crediamo e perché, e di come queste credenze plasmino la nostra visione della vita, della morte e della speranza per ciò che ci attende oltre.
Zarish Neno