ma qualcosa di molto più profondo
di John Horvat
Non tutti si rendono ben conto di quanto le elezioni abbiano cambiato la scena politica americana. I Democratici cercano di minimizzare il danno con sedute di biasimo, di esami di coscienza e di dita puntate alla ricerca di capri espiatori. Tuttavia, la perdita non può essere ridotta a persone o a politiche specifiche. Le elezioni hanno rappresentato un cambiamento storico.
La prima conclusione è che la sconfitta non riguarda solo l'economia. Gli americani sono abituati a pensare alle elezioni in termini di portafoglio. La risposta tipica a qualsiasi sconfitta elettorale è il familiare ritornello: È l'economia, stupido!
Tuttavia, questa elezione è stata diversa. Pur avendo dimensioni economiche, le elezioni non hanno riguardato solo l'economia. Le questioni principali ruotavano intorno al programma incendiario della sinistra. Gli elettori hanno rifiutato il wokismo, l'immigrazione clandestina di massa, il transgenderismo e lo scollamento del Partito Democratico con quanto sta accadendo nella società nonché le politiche economiche socialiste che hanno provocato l'inflazione
Un grande malcontento: Quando è troppo è troppo
Le elezioni hanno riguardato il grande malcontento per l’indirizzo dato all'America. Questo malcontento è stato aggravato dal risentimento che l’americano medio prova per un programma che gli viene imposto. Non si trattava tanto di un voto per il presidente eletto Donald Trump, quanto di una protesta contro ciò che rappresentava la sua opposizione.
Un scaltro politico francese, Hubert Védrine, ha definito i risultati "un'ondata popolare viscerale, nel senso più ampio del termine, di persone che vogliono porre fine al progressismo e al globalismo americano che dura da sessant'anni". L'ex ministro degli Esteri socialista ha osservato che la vittoria è stata una rivolta. Il suo messaggio era: "Progressismo: Basta! Quando è troppo è troppo!".
Secondo Fareed Zakaria del Washington Post, una delle cause principali della sconfitta è stata "il dominio a sinistra dell’ideologia dell'identità, che ha fatto sì che i democratici spingessero per tutti i tipi di politiche di diversità, equità e inclusione che sono uscite in gran parte dalla bolla urbana e accademica, ma che hanno alienato la gente comune".
In altre parole, le elezioni hanno messo a repentaglio un lavoro di sessant'anni. I cittadini ritengono che i progressisti li stiano spingendo troppo lontano e troppo in fretta. Sono stufi dell'atteggiamento arrogante di tanti liberal che disprezzano chi non è d'accordo con loro.
Ann Bauer, romanziere del Minnesota, ha scritto un'espressiva op-ed sul Wall Street Journal (7 novembre 2024) spiegando perché ha votato contro i Democratici. Il suo non è stato un voto per Trump, ma una protesta contro il "fanatismo della sinistra".
"Abbiamo votato per controllare lo slancio di questi movimenti, per fermare una malattia progressiva. Abbiamo votato contro l'idea che andare oltre sia sempre meglio. In cuor nostro, molti di noi si sono ribellati al prepotente senso di superiorità, alle persone che ci dicevano che noi eravamo troppo stupidi per capire, o troppo razzisti, troppo sessisti, troppo auto-odio, troppo simili ai nazisti".
La sua valutazione esprime bene l'atteggiamento inflessibile di tanti che si rifiutano di ascoltare ciò che accade nelle situazioni reali. La situazione diventa intollerabile e gli elettori del mondo reale vogliono uscire dall'incubo del wokismo. La gente esclama: "Smettetela, per carità!".
Il peso del voto cattolico
Allo stesso modo, anche il modo in cui la sinistra ha trattato la religione è stato un fattore critico in queste elezioni. Particolarmente importante è stato il voto cattolico. Molti pensano che sia stato essenziale per ribaltare la situazione contro i Democratici. (ndr, vedi Visto da Roma di Julio Loredo).
Il voto cattolico rispecchia in genere il voto americano complessivo. Tuttavia, quest'anno i cattolici hanno votato per il candidato repubblicano con un margine medio superiore, più del 18%. Il professore del Grove City College Paul Kengor attribuisce questo cambiamento al fatto che "la nazione non aveva mai visto un ticket presidenziale così estremista come quello di Harris e Walz sulle questioni morali e culturali".
Egli osserva inoltre che la candidata democratica ha mostrato indifferenza e ostilità verso i temi religiosi. La campagna di Trump ha abbracciato immagini e temi cattolici. Il presidente eletto ha persino invocato San Michele Arcangelo nel giorno della sua festa.
I risultati delle elezioni hanno convogliato il messaggio che la religione è importante per gli americani. Chi ignora questa influenza ne paga le conseguenze.
Un disastro di proporzioni bibliche
Pertanto, l'elezione non è stata solo una sconfitta, bensì una batosta. Rappresenta il rifiuto del programma sessantennale del progressismo. Ha rivelato l'impazienza e il risentimento di molti americani che sono stanchi di essere cancellati, ridicolizzati e ignorati.
Lo stratega democratico Chris Kofinis ha misurato la portata della sconfitta, commentando: "È un disastro storico di proporzioni bibliche. Il Partito Democratico, così com'è, è morto. Questo è un riallineamento storico".
Secondo un'analisi elettorale della Reuters, le elezioni hanno mostrato ai Democratici che "i loro valori, orientati a sinistra e socialmente liberal, sono ora decisamente una minoranza tra gli americani".
Doug Sosnik, un altro stratega democratico, ha osservato: "Le elezioni del 2024 segnano il più grande spostamento a destra del nostro Paese dalla vittoria di Ronald Reagan nel 1980".
Gli elettori si sono espressi con una brusca virata a destra. Sono sconvolti dal messaggio sprezzante della sinistra. Sono esausti della velocità della marcia caotica della sinistra verso il socialismo, il transgenderismo e la rivoluzione woke in genere. Gli elettori hanno percepito un processo di autodistruzione che andava fermato.
Tutte queste preoccupazioni dovranno essere affrontate dal panorama politico del dopo novembre e la sinistra dovrà valutare come fare i conti con la realtà dopo questa sconfitta.
All'indomani del massacro elettorale, la sinistra è in crisi e incolpa alla sua leadership, al suo messaggio e alle sue strategie, mai alle sue idee. Molti esponenti della sinistra raddoppiano le loro politiche fallimentari e adottano atteggiamenti ancora più paternalistici e spregianti nei confronti degli elettori che ritengono non abbiano compreso i veri problemi. I radicali sentono di aver aspettato troppo a lungo per la loro rivoluzione e credono erroneamente che la radicalizzazione della sinistra è il loro cammino verso la vittoria.
Altri esponenti della sinistra sembrano disposti a cambiare tutto, tranne la narrazione marxista della lotta di classe e dell'oppressione. Questa è la narrazione non negoziabile e comune per tutte le sfumature della sinistra.
Un cambio di rotta
In effetti, per rispondere alle preoccupazioni degli elettori, la sinistra dovrebbe smettere di essere di sinistra. Dovrebbe abbandonare il suo rigettato programma, che da oltre sessant’anni fa gravare sulla società. Ma qualsiasi arretramento verso il centro rischia di demoralizzare il suo nucleo radicale.
Questa necessità di avanzare e arretrare contemporaneamente mette la sinistra in una posizione difficile. Michael Sean Winters del National Catholic Reporter raccomanda ai Democratici di cambiare il proprio messaggio verso il centro "per riconquistare gli elettori della classe operaia".
Durante queste elezioni, quindi, è accaduto qualcosa di molto profondo in America. Non è stata l'economia, ma il cambiamento di una popolazione esausta. Non vuole il socialismo, ma un ritorno all'ordine.
Fonte: Return to Order, 15 Novembre 2024. Traduzione a cura di TFP – Italia
7 commenti:
“Il suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto o il comunista convinto, ma l'individuo per il quale la distinzione fra realtà e finzione, fra vero e falso non esiste più.”
Hannah Arendt, “Le origini del totalitarismo”
“Cercate ogni giorno il volto dei santi …”
23 novembre SAN COLOMBANO, Abate
« … oggi vorrei parlare del santo abate Colombano, l’irlandese più noto del primo Medioevo: con buona ragione egli può essere chiamato un santo “europeo”, perché come monaco, missionario e scrittore ha lavorato in vari Paesi dell’Europa occidentale. Insieme agli irlandesi del suo tempo, egli era consapevole dell’𝘂𝗻𝗶𝘁𝗮' 𝗰𝘂𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗘𝘂𝗿𝗼𝗽𝗮. In una sua lettera, scritta intorno all’anno 600 ed indirizzata a Papa Gregorio Magno, si trova per la prima volta l’espressione “totius Europae – di tutta l’Europa”, con riferimento alla presenza della Chiesa nel Continente (cfr Epistula I,1).
… Il messaggio di san Colombano si concentra in un fermo richiamo alla conversione e al distacco dai beni terreni in vista dell’eredità eterna. Con la sua vita ascetica e il suo comportamento senza compromessi di fronte alla corruzione dei potenti, egli evoca la figura severa di san Giovanni Battista. La sua austerità, tuttavia, non è mai fine a se stessa, ma è solo il mezzo per aprirsi liberamente all’amore di Dio e corrispondere con tutto l’essere ai doni da Lui ricevuti, ricostruendo così in sé l’immagine di Dio e al tempo stesso dissodando la terra e rinnovando la società umana.
Cito dalle sue Instructiones: “Se l’uomo userà rettamente di quelle facoltà che Dio ha concesso alla sua anima allora sarà simile a Dio. Ricordiamoci che gli dobbiamo restituire tutti quei doni che egli ha depositato in noi quando eravamo nella condizione originaria. Ce ne ha insegnato il modo con i suoi comandamenti. Il primo di essi è quello di amare il Signore con tutto il cuore, perché egli per primo ci ha amato, fin dall’inizio dei tempi, prima ancora che noi venissimo alla luce di questo mondo” (cfr Instr. XI). Queste parole, il Santo irlandese le incarnò realmente nella propria vita.
Uomo di grande cultura –scrisse anche poesie in latino e un libro di grammatica – si rivelò ricco di doni di grazia. Fu un instancabile costruttore di monasteri come anche intransigente predicatore penitenziale, spendendo ogni sua energia per alimentare le radici cristiane dell’Europa che stava nascendo. Con la sua energia spirituale, con la sua fede, con il suo amore per Dio e per il prossimo divenne realmente uno dei Padri dell’Europa:𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗺𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗼𝗴𝗴𝗶 𝗮 𝗻𝗼𝗶 𝗱𝗼𝘃𝗲 𝘀𝘁𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗹𝗲 𝗿𝗮𝗱𝗶𝗰𝗶 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗶 𝗽𝘂𝗼' 𝗿𝗶𝗻𝗮𝘀𝗰𝗲𝗿𝗲 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗘𝘂𝗿𝗼𝗽𝗮. »
(BenedettoXVI, Udienza generale, 11/06/2011)
Soprattutto San Clemente Papa e Martire.
"Ricordiamoci che si farebbe bene a NON usare "progressista" come contrario a conservatore. Il contrario di Conservatore è DISSIPATORE" . Camillo Langone DIXIT. Ottima osservazione quella di Langone. Purtroppo espressioni come quelle legate al termine "progresso" suscitano (dopo secoli di propaganda in tal senso) nell'ascoltatore, magari suo malgrado, sentimenti positivi. Nell'intimo di tanta gente c'è il concetto che il nuovo (o ciò che si spaccia per tale), magari non sarà sempre buono, ma è inarrestabile . Ciò che ha sapore di vecchio, potrà al massimo fare da freno, ma è destinato a perdere .
Forse con la parziale eccezione della Germania. Non so adesso, ma, negli anni '70 succedeva un fenomeno curioso. Mentre nel resto del mondo pure l'estrema destra dice: "Siamo noi i veri progressisti", in Germania persino i maoisti e gli anarchici dicevano : "Siamo noi i veri conservatori" .
Il problema è che Kamala, la finta afroamcana, ha snobbato gli inviti dell'associazione Columbus, alle domande sui cattolici e come avrebbero votato, ha sempre risposto It'not in our rally, cioè non sono nella nostra agenda, in piccioli, il popolo quando vede che un pacco di 12 uova costa 7.50$ quando ne costava la metà e anche il trash food tipo hot dog costa 8$ cioè piu del doppio e il Fentanyl fa piu morti che in tutte le guerre sostenute dagli USA in ogni dove, qualche.domanda se.la.pone, poi si può dire tutto e di piu su the Donald, ma lui parla in concreto, certo non con termini forbiti, ma arriva al punto, per noi europoidi cambia poco, almeno finisse la guerra che abbiamo in casa e gia sarebbe oro colato.
L’ultimo colpo di Biden.
Konrad Lorenz, il padre dell’etologia, insegnava che la colomba è più feroce del lupo. I due predatori, infatti, lottano finché uno non si arrende mostrando la gola all’avversario che non gli infierisce mai il colpo di grazia, ma due dolci colombelle, se rinchiuse in una gabbia, combattono finché una di loro non soccombe.
Chi è più feroce, dunque BIDE’n o l’aggressivo Trump?
Lo vedremo, intanto il mite vecchietto ha contribuito alla morte di più di centomila giovani e valorosi ucraini e ad un numero imprecisato, ma certamente elevatissimo, di altri coraggiosi e forti giovani russi... questo per non parlare di palestinesi e libanesi.
L’ultimo, magistrale colpo del mannaro coniglio americano, in questo film horror che stiamo vivendo, è stato quello di autorizzare Zelensky, un comico ancor più tragico del nostro Grillo, ad usare i missili americani a lungo raggio, con l’ovvia conseguenza di avvicinarci alla terza guerra mondiale; ma cosa importa a Biden di qualche milione di morti?... in fondo siamo otto miliardi... l’importante è lasciare la patata bollente al suo avversario che si troverà a gestire una situazione ancora più grave di quella già terribile che stava ereditando.
Gongolano intanto i generali ed i fabbricanti d’armi, pregustando l’immane eccidio.
Viva, dunque, i democraticissimi e che si lotti per imporre il modello delle nostre democrazie occidentali, fatto di ipocrisia, dollari, carri armati e parità tra i tre sessi con una spiccata preferenza per due di essi!
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