Citazione dal documento finale del Sinodo [qui]: "Un secondo passo si riferisce all’esigenza, da più parti segnalata, di rendere il linguaggio liturgico più accessibile ai fedeli e più incarnato nella diversità delle culture. Senza mettere in discussione la continuità con la tradizione e la necessità della formazione liturgica, si sollecita una riflessione su questo tema e l’attribuzione di maggiore responsabilità alle Conferenze Episcopali, sulla linea del motu proprio Magnum principium".
Vedi rischi già prefigurati nel blog qui. Qui l'indice degli articoli su questo Sinodo. Purtroppo, come spesso accade, nell'articolo non si nomina il Vaticano II, anche se viene attribuita al Sinodo la valenza di un Vaticano III; ma è proprio nell'antropocentrismo (et alia consequenziali anche nel culto) introdotto da quel concilio la radice della oscura temperie attuale!
La doppia eresia: dalla “nuova” messa
alla “nuova” Chiesa di Papa Francesco.
p. Joachim Heimerl von Heimthal
p. Joachim Heimerl von Heimthal
La Chiesa è in uno stato di grande confusione. Alle nostre spalle c’è un “Sinodo dei vescovi” che non era nemmeno un Sinodo dei vescovi, e allo stesso tempo il Papa gli ha dato il peso di un “Concilio Vaticano III”.
In realtà, però, questo pseudo-sinodo è servito solo a uno scopo: ha agito come alibi papale affinché Francesco potesse rimodellare la Chiesa secondo le proprie idee e invocare il “sinodo” o almeno il suo “spirito”. Il fatto che questo sia lo spirito dell’eresia gli dà meno fastidio di tutti. Al contrario: Francesco ha persino incoraggiato i partecipanti al sinodo a commettere eresia. I limiti definitivi della dottrina della Chiesa non contano. In altre parole, siamo di fronte a un enorme sconvolgimento e Francesco è abbastanza folle e megalomane da dare la sua impronta alla Chiesa di Cristo.
È vero: abbiamo raggiunto il nadir della storia della Chiesa, e a questo punto dovremmo essere tutti finalmente onesti: Francesco è il primo caso di un papa eretico che nega una verità di fede dopo l’altra, persino l’unica salvezza attraverso Gesù Cristo. Questo papa non è quindi solo fuori dalla Chiesa, ma fuori dal cristianesimo, ed è proprio lì che la sua riorganizzazione “sinodale” dovrebbe portare la Chiesa: lontano da GESÙ CRISTO!
Naturalmente si tratta di una follia e, come in tutte le follie, c’è un metodo nella follia papale. Lo si può vedere non da ultimo nelle decisioni del Papa in materia di personale: le posizioni di vertice sono ora assegnate esclusivamente agli eretici; chiunque voglia fare “carriera” non deve in nessun caso rappresentare posizioni cattoliche. Sotto Francesco, il cattolicesimo ha fatto il suo tempo e non si prevede che sopravviva al suo pontificato. Il maldestro tormentone della “Chiesa sinodale” non fa altro che banalizzare e nascondere questo aspetto. La verità è ben diversa: Francesco vuole una nuova Chiesa, e questa “Chiesa” non sarà più cattolica!
Tuttavia, Francesco non deve essere sopravvalutato. Gli manca la statura di un grande uomo e comunque quella di un Papa importante. È invece solo il sintomo di un rapido declino, un acceleratore di un fuoco distruttivo che arde da tempo all’interno della Chiesa.
Ma da dove è partito questo incendio che sta riducendo tutto in macerie?
La risposta è semplice: nel cuore stesso della Chiesa, dove si svolge il più alto culto di Dio e la realizzazione del sacrificio della croce.
Naturalmente, oggi non sentiamo nulla di tutto ciò, tanto meno da Papa Francesco. – Non c’è da stupirsi: con l’introduzione della “nuova messa” da parte di Paolo VI (1969), questi pilastri portanti della Chiesa sono crollati: il culto di Dio ha lasciato il posto all’interazione tra sacerdote e assemblea, il carattere sacrificale a un pasto protestante. È così evidente che lo si può toccare con mano: Paolo VI ha appiccato il fuoco che ora si sta trasformando in un inferno, e senza di lui un papa eretico come Francesco sarebbe rimasto solo una figura del pensiero.
Naturalmente, questo non significa che la Messa di Paolo VI fosse eretica. Tuttavia, essa favorisce numerose eresie, come già notava il cardinale Ottaviani, [qui] all’epoca Prefetto della Fede, e come tutti vediamo oggi. Con la nuova Messa, queste eresie si stanno diffondendo come un cancro in tutta la Chiesa, e anche la “Chiesa sinodale” propagandata da Francesco è un cancro di questo tipo, forse addirittura mortale.
Ma questo cancro è solo la conseguenza del fatto che la Chiesa si è data anche una nuova direzione con una nuova liturgia. E il fatto che questa direzione porti lontano da Dio e verso l’uomo si può già vedere nei suoi “altari” rovesciati.
– No, la Chiesa sinodale non è l’invenzione di un singolo papa: è il frutto marcio dell’allontanamento da Dio e dell’eclissi del sacrificio della croce con l’introduzione della “nuova” messa. Da allora la Chiesa è in caduta libera; stiamo assistendo al suo suicidio al rallentatore nell’arco di 50 anni.
Il fatto che la Messa di Paolo VI sia rimasta valida nonostante le sue debolezze non cambia le cose.
Il problema di questa Messa non è la questione della sua validità, ma il fatto che il Papa ha commesso un doppio atto di eresia introducendola: ha così contraddetto la tradizione della Chiesa che risale ai tempi degli apostoli e l’istituzione definitiva – cioè dogmatica – dell’Ordo Missae da parte di Pio V nel 1570.
In altre parole: quello che è successo nel 1969 è stata la grande rottura della Chiesa con se stessa, da cui non poteva venire nulla di buono.
– Il fatto che oggi, ad esempio, nessuno si senta vincolato da decisioni magisteriali o dogmatiche ne è certamente una diretta conseguenza.
In breve, Paolo VI non solo ha introdotto una nuova Messa, ma ha anche abolito l’autorità del magistero papale e ha trasformato la Chiesa nel baraccone in cui ci troviamo oggi.
Tuttavia, la doppia eresia di Paolo VI è stata ampiamente accettata, e il disastro di Francesco non è altro che il risultato di questa eresia.
Visto in questa luce, Francesco sta solo sulle spalle di Paolo e rimane il nano vicario di un’opera di distruzione iniziata molto prima di lui. – E solo se completerà quest’opera di distruzione potrà dare all’insignificanza del suo pontificato l’apparenza di “grandezza papale”.
La sua guerra contro la Chiesa quindi continuerà.
Tuttavia, è inutile lamentarsi di tutto questo se alla fine non si traggono le necessarie conclusioni.
Un rinnovamento della Chiesa può avvenire solo se essa ritrova se stessa, cioè se si riconcilia con la sua tradizione.
Questo è impossibile sotto Francesco finché insiste su una Chiesa “sinodale”, disprezza la tradizione e perseguita ostinatamente la “vecchia” messa.
– Bisognerebbe essere pazzi per considerarlo ancora “cattolico”.
Eppure è proprio nella resistenza a Francesco che sta nascendo il rinnovamento della Chiesa, perché ovunque la gente scopra la “vecchia” Messa, la Chiesa di Cristo emerge radiosamente nuova.
Cristo è sempre all’opera nella sua Chiesa, ed è all’opera nel nostro tempo nonostante questo Papa.
Siamo sicuri: la doppia eresia alla lunga fallirà, e né Francesco né il suo pseudo-sinodo avranno l’ultima parola.
Come sempre, anche in questo caso vale lo stesso discorso: Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat!
7 commenti:
Festa di Ognissanti in Germania: Sacerdotessa "cattolica" de facto guida il servizio
https://gloria.tv/post/8L7B4jMb8HQxDn3HPt48rdYYi
Finalmente son tornate le vestali!
Manca solo il bracierone con il fuoco.
Per il momentomi vien da dire : dimmi con chi vai e ti diro' chi sei.
Le domande : chi ha/hanno frequentato prevalentemente questo
Papa e relativa moltitudine di rivoluzionari?
Quanto tempo ha/hanno dedicato all'intimita' con NSGC?
Gesu' si ritira spesso sul monte insieme agli Apostoli, perche'?
Uno schifo senza fine, questa congrega di chierici empi e traditori, eretici ed apostati, idolatri e collusi con i satanisti globalisti i nuovi padroni del mondo e delle nostre vite ( secondo le loro intenzioni, la loro diabilica, malvagia volontà). Ci confirta e ci consola il sapere che Dio vede e provvede, e a suo tempo provvederà a rimettere le cose a posto. Non lascia mai soli i Suoi figli, anche se poveri peccatori ( però pentiti ed fiduciosi nella Sua musericirdia), servi inutili, che sanno che senza di Lui non possono far nulla.
Una voragine nelle mura di Gerusalemme.
Il timore di non potere più celebrare la S. Messa di sempre aveva indotto Padre Pio a ricorrere al Papa, un gesto inusuale per il frate votato all’obbedienza fino al martirio.
Solo la consapevolezza della gravità di ciò che si stava consumando e la visione delle tremende conseguenze che ne sarebbero discese, può aver spinto Padre Pio a osare tanto. Fin dalle prime avvisaglie, era chiaro che la riforma liturgica avrebbe oscurato l’aspetto sacrificale della Messa per esaltare in chiave filoprotestante quello conviviale. Ciò inquietava l’anima di Padre Pio
che conosceva bene la frase di S. Agostino:
“sacerdote perché sacrificio” . /…/
L’eclisse della Messa come sacrificio avrebbe portato all’eclisse della fede cristiana, della vita cristiana, della luce cristiana nel mondo.
“Se il santo sacrificio della Messa cessasse”, scrive dom Guéranger, “non tarderemmo a ricadere nell’abisso di depravazione in cui si trovavano i pagani, e questa sarà l’opera dell’Anticristo”. Padre Pio non avrebbe mai compiuto o avallato un gesto o un’intenzione che potessero svilire e indebolire l’efficacia del divin sacrificio. Ma era proprio ciò che si stava preparando e lui lo vedeva con chiarezza. Il padre capiva la drammaticità di quei momenti, generalmente scambiata come travaglio dell’inizio di una nuova e radiosa epoca, era un unicum nella storia della Chiesa. Non si trattava più di singoli sacerdoti indegni che disonoravano la Messa che nella sua oggettività rimaneva inalterata: qui si andava a tradire la natura stessa della Messa, trasformandola in qualcosa di diverso (cfr. pp. 76-78).
L’archivio è un mare magnum di insegnamenti sicuri di Padre Pio. L’argomento principale è la Messa e la dottrina di sempre sulla Messa. Troviamo la semplice e immutabile fede professata dalla Chiesa di Cristo /…/ Ma oggi sembra difficile comprenderlo e, proprio la diffusione di questa incertezza dottrinale, che non di rado sfocia in vera e propria eresia, getta luce sulla missione riparatrice di padre Pio. /…/ Il primo sacerdote stigmatizzato della storia aveva visto in anticipo la crisi che la Chiesa avrebbe patito. Un evento drammatico ed inedito poiché, per la prima volta, il Corpo Mistico di Cristo veniva squassato attraverso il tentativo di rivoluzionare il sacrificio offerto sull’altare” (cfr. pp. 16-18). http://www.fedeecultura.it/file/messa_ppio.pdf
"Bisognerebbe essere pazzi per considerarlo ancora “cattolico”"
Ok. Benissimo. Ma se le cose stanno così, dobbiamo comunque considerlo papa? Esiste il papa (ad interim) non cattolico? E che ne è della cattolicità di coloro che hanno preceduto (e reso possibile!) Francesco?
Roberto
Gederson Falcometa
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