Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 20 settembre 2016

Quella gang islamica che ha distrutto la vita di mille ragazzine

Una notizia terribile che rimbalza da due fonti: L'Occidentale, da cui è ripreso il testo che segue e Il Fatto quotidiano. Strana sorta di anestesia collettiva, al di là delle manipolazioni ideologiche e di assurde collusioni. Ma oltre a questi fatti orrendi che dimostrano quale barbarie stiamo importando a casa nostra, l'invasione mostra anche il suo volto di caos e di trasformazione delle nostre città. E il disagio, insieme alla consapevolezza crescente, monta ovunque; ma - etichettandolo come populismo, razzismo e islamofobia - cercano di soffocarlo con abili, sottili disquisizioni da cui gli ascoltatori acritici e passivi si lasciano manipolare. C'è poi il rischio che arrivino a delegittimarlo. Basta seguire, turandosi il naso, le principali agorà televisive. La nostra società ha le sue pecche e le sue degenerazioni, che ben riconosciamo, delle quali tuttavia abbiamo gli antidoti. Ma come applicarli, se i primi a venir meno sono i nostri pastori e i nostri governanti?

Millequattrocento (almeno!) ragazzine inglesi, tra gli undici e i sedici anni, sono state stuprate da bande di uomini pakistani nella cittadina di Rotherham (UK). Per circa sedici anni è stato tutto taciuto. All'epoca dei fatti, infatti, la polizia sospese le indagini nel timore di essere tacciata di razzismo, o peggio di islamofobia visto il colore della pelle e l'origine degli stupratori. La stampa locale e internazionale ha osato sfiorare l'argomento solo l'anno scorso. Da noi la notizia ha macchiato con pochissimo inchiostro, distribuito con il contagocce, quella che è diventata presto carta straccia.

Nessun titolo sui giornaloni. L'indignazione non ha coperto con la sua ombra d'ipocrisia nessuna piazza, non ci sono state donne, in parlamento o fuori, nella stampa o nelle istituzioni, che hanno gridato, protestato, lanciato un allarme. Non si sono neanche presi la briga di mistificare i fatti. La cronaca terribile non ha occupato nemmeno mezz'ora del palinsesto di qualche talk show a cui piace far confusione. Niente di niente. Ragazzine stuprate e indegne di attenzione. C'è qualcosa di agghiacciante in questa storia.

Quando emerse la notizia la stampa di sinistra, nel Regno Unito, a lungo si è rifiutata di scrivere la parola "pakistani". Un documentario della BBC denunciò che il lavoro iniziale delle indagini venne persino annullato non appena gli autori si erano accorti che i protagonisti della violenza appartenevano alla comunità pakistana. E pare che, addirittura, il primo autore del rapporto fosse stato messo quasi alla porta prima di cancellare ogni riferimento alle origini degli stupratori.  "La cosa che dovete capire su questo stupro di bambine è che non si tratta semplicemente di un abuso sessuale. Qui stiamo parlando di livelli indicibili di violenza. Le vittime sono state stuprate con coltelli e bottiglie. Le loro lingue sono state inchiodate ai tavoli. Si è trattato di bambine e  ragazzine prelevate il venerdì da orfanotrofi o comunità, violentate lungo tutto il fine settimana da centinaia di uomini, e rimandate a casa il lunedì con l'inguine sanguinante", così ha voluto raccontare la disgrazia George Igler, un noto analista politico britannico. 

La pelle scura e il fatto che fossero musulmani hanno indotto i giornalisti a nascondersi. I tutori di queste bambine, i professionisti del settore dell'infanzia hanno preferito l'omertà: un codice fatto di silenzio riguardo quel che al pubblico è dato sapere, dettato dal timore di essere tacciati di discriminazione per le minoranze etniche. Perché oggi l'arma più potente nel gioco che il politicamente corretto adopera, nella rivoluzione multiculturale, è esattamente l'accusa di razzismo. Nessuno intende correre il rischio di trovarsi macchiato da un simile crimine. Meglio piuttosto nascondere tutto sotto il tappeto e occuparsi di questioni più urgenti come le esigenze abitative per gli immigrati, o appunto il pericolo di razzismo: il sintomo del timore di essere colpevoli dell'affondare la barca del multiculturalismo.  

L'accusa di razzismo è una pallottola impazzita che non lascia nessuno, tra chi vuole raccontare la verità, indenne. Stupratori e pedofili oggi beneficiano di indulgenze anzitutto sociopsicologiche. Perché il pensiero dominante vuole persuaderci dell'idea che le razze non esistono e che i "bianchi" sono, in quanto colpevoli di tutti i mali e macchiati di colpe ataviche, razzisti e infami. Il complesso mediatico-culturale collabora, allora, con il nuovo ordine politico-razziale per vedere annullate tutte le differenze, e perché la decadenza colonizzi un'Europa incapace di far fronte ad un'immigrazione ostile e distruttiva.

C'è un'intenzione precisa in chi muove i fili del vecchio mondo: disgregare e smantellare le tradizionali forme di ordine sociale. Convinti del fatto che la nostra società non è solo razzista, ma segnata troppo dalla diseguaglianza e da valori oppressivi per le minoranze. Allora il politicamente corretto non è che un modo per vendicarsi di un antico e legittimo ordine, soprattutto del pensiero, che va cambiato. E che stanno cambiando. La gente è a tal punto intimidita e ossessionata da questo genere di mantra, da aver finito per  accettare supina le politiche sull'immigrazione. Si è fatto in modo che le nostre città fossero invase da musulmani ostili; che crescessero scuole islamiche in cui i bambini vengono indottrinati alla guerra santa contro l'Occidente; e che si chiudessero gli occhi rispetto alla poligamia che stanno importando, perché diventasse normale il fatto che alcuni uomini musulmani abbiano venti figli da mogli diverse e quasi sempre a carico dello Stato. 

Per fare un esempio su tutti in Europa basta prendere il caso dell'Austria. Lì la mezzaluna si appresta a diventare maggioranza: il 58% dei bambini negli asili viennesi non parla tedesco come prima lingua e diecimila bambini sono educati all'odio dei "kuffar" (gli infedeli) da parte di gruppi salafiti, Fratelli musulmani e altri islamisti. E qualcuno ha già previsto che il vecchio continente, come lo conosciamo, tra non troppi anni cesserà di esistere, anche perché il tasso di fertilità è ormai fermo a 1,38 per donna. Oggi, dopo così tanto tempo, la cronaca dei fatti di Rotherham è tornata a rimbalzare on line, senza troppo rumore, dopo l'intervista, nei giorni scorsi, che Milo Yiannopoulos (la nuova star del conservatorismo 2.0 targato USA) ha rilasciato alla CNBC, intervista in cui ha ricordato il caso (Yiannopoulos è inglese di nascita) dimostrando che il politicamente corretto non è un codice perbenista inoffensivo, ma un sistema di autocensura "che uccide". 

Il caso di queste ragazzine non è che la punta dell'iceberg di un traffico sessuale di matrice islamica in Gran Bretagna, e nell'Europa tutta. Vittime di elementi ostili alla nostra cultura convinti del fatto che le loro azioni possano avere una giustificazione di natura religiosa. E' inutile girarci intorno. Come va trattata una donna è scritto chiaramente nel Corano. Perché non solo, "le vostre spose per voi sono come un campo. Venite pure al vostro campo come volete"(Corano II, 223), ma, soprattutto, quel che va ricordato ai benpensanti è che, nella cultura musulmana, nell'accusare un uomo di violenza sessuale, una donna finisce per incriminare se stessa. Senza testimoni, l'accusa della vittima diventa, infatti, ammissione di adulterio. Questo spiega il fatto che in Pakistan il 75% delle donne imprigionate sia dietro le sbarre perché colpevole di aver subito uno stupro. Ma per le ragazzine, il problema non si è proprio posto.  

È un'illusione pensare che col passare del tempo i principi religiosi dell'Islam si modereranno in qualche modo e scompariranno, per il solo fatto di trovarsi in Europa. E il rischio si fa sempre più attuale dal momento che esistono ormai comunità in cui i migranti musulmani sono più numerosi degli europei autoctoni. Le più recenti dichiarazioni dell'isis, infatti, riguardano proprio la sfera sessuale. La violenza non solo è contemplata come qualcosa di normale, ma è vista anche come viatico alla conversione: "nel momento in cui vi violenteremo, diventerete musulmane per definizione". E' l'ultima minaccia destinata al popolo yazidi nel desiderio di distruggerlo.  Ora, è difficile capire cosa è stato più terribile tra le violenze sessuali perpetrate su minorenni e il silenzio e l'inazione di chi poteva fare qualcosa. Quelle millecinquecento ragazzine violentate, e il modo in cui ogni cosa è stata gestita, sono lo specchio consapevole del vuoto che ci vogliono far accettare.
Lorenza Formicola

11 commenti:

bobo ha detto...

Tutti coloro che hanno da dire qualcosa contro gli islamici o i clandestini premettono sempre la formula di rito:Io non sono razzista.Un muratore rumeno che è venuto a farmi dei lavoretti in casa si lamentava del fatto che ,secondo lui,gli italiani sono troppo razzisti.Quando gli ho chiesto cosa fosse il razzismo mi ha risposto che è l'odio per lo straniero.Purtroppo ormai anche le parole hanno perso il loro significato per acquistarne uno politicamente corretto.Mala tempora currunt...bobo

Japhet ha detto...

http://www.imolaoggi.it/2016/09/18/turchia-imposto-silenzio-stampa-sugli-stupri-di-bambini/

Giornalisti che hanno pubblicato notizie minacciati di morte.

Anonimo ha detto...

Il 28 per cento dei musulmani in Francia sono «fondamentalisti» e vorrebbero sostituire la legge con la sharia. Ma la percentuale sale al 50 per cento se si considerano i giovani tra i 15 e i 25 anni. È l’allarme lanciato da un rarissimo sondaggio sul tema, visto che le ricerche su base etnica o religiosa sono vietate in Francia, condotto da Ifop per il think tank Institut Montaigne.

Luisa ha detto...

Qui l`articolo sul sondaggio che mostra il fallimento dell`integrazione di una grande maggioranza dei musulmani, il fallimento del multiculturalismo che ha solo favorito il comunitarismo:

http://www.lefigaro.fr/vox/politique/2016/09/19/31001-20160919ARTFIG00126-sondage-du-jdd-sur-l-islam-en-france-l-echec-de-l-integration-culturelle.php

Con le parole magiche "razzismo", islamofobia" i media, i responsabili politici e socio-economici, la gerarchia della chiesa, si autocensurano e censurano le notizie a rischio, stigmatizzano chi invece sceglie di non tacere accusandoli anche di fare il gioco dell`estrema destra, sono tagliati dalla realtà della base che, invece, ha gli occhi ben aperti e sta con il suo voto nelle urne dando dei segnali chiari in vari Paesi europei, ad esempio in Francia i libri di Eric Zemmour sono sempre in testa nelle vendite.
Quel che è successo in Inghilterra è così scioccante che non si trova parole abbastanza forti per qualificarlo, in Svezia, in Germania gli stupri, le violenze contro le donne, sono quotidiani eppure la stampa tace.
"Siamo in guerra" ci ripetono gli uomini politici, se siamo in guerra definite il nemico che non è Daesh ma l`islam letterale e radicale, siamo occupati, allora definite l`occupante che avete lasciato invadere i nostri territori con la sua cultura, religione e legge, a loro non chiedete più l`integrazione e l`assimilazione è una parola scomparsa dai vostri discorsi codardi e menzogneri, siamo invasi e voi, media , politici, clero, ong varie, state collaborando con il nemico che vuole la nostra sottomissione, siete dei COLLABORATORI.

irina ha detto...

Non credo che ai padroni del vapore interessi tanto degli stupri.Il multiculturalismo è usato per il semplice motivo che indebolisce tutti, non per i suoi valori del "volemose bbeene", nè per rispetto, nè altro, il multiculturalismo è arma di assoggettamento. Adesso sono gli islamici a cui i padroni del mondo hanno concesso il privilegio di spogliare la Cristianità. Perchè, quella che avrebbe potuto realmente mettersi di traverso, era lei. Nel contempo la Chiesa, ex cattolica, è stata fatta occupare da altri "pensieri" in modo da svuotarla, se possibile, del Vangelo. Così ora la chiesa non disturba ben allineata ai padroni del mondo.Anche gli islamici saranno dissolti, con qualche formula loro propria ma, ribaltata, quando non serviranno più. Loro poverini credono nella potenza del loro numero e della loro capacità distruttiva. Quando non saranno più richiesti spariranno, il demonio non va tanto per il sottile. La meta, da quello che capisco, è il governo del mondo, di un mondo che non faccia tante storie. Quindi di esseri umani che non facciano tante storie, assopiti, senza identità, depotenziati,anche accontentati in tutto, ma solo in quello che può loro nuocere, che li renda sottomessi, come cani ben addestrati. Gesù Cristo naturalmente deve sparire. Questa è, credo , la meta loro. Ma noi sappiamo che altri son i piani di Qualcuno che ci ha salvato, ci salva, è fedele, ci salverà. Dobbiamo metterLo al centro di ogni nostro pensiero,di ogni nostra parola,di ogni nostra azione.Solo allora i tiranni spariranno e le vittime riceveranno la veste bianca del martirio e saranno con Lui sempre.

mic ha detto...

Irina,
A ciò che hai scritto resta solo da dire Amen!

Josh ha detto...

Millau, Francia, 3 chiese incendiate, danni a quella del Sacro Cuore

http://www.centrepresseaveyron.fr/2016/09/19/departs-d-incendie-dans-trois-eglises-de-millau,1012193.php

Josh ha detto...

http://www.cronacaflegrea.it/tentato-stupro-in-casa-famiglia-il-racconto-shock-della-vittima/

http://tuttiicriminidegliimmigrati.com/profughi-minorenni-stuprano-ragazza-li-assisteva-nella-casa-famiglia/

Silente ha detto...

Non è ora di un rifiuto pubblico dell'ideologia della correttezza politica?.
Ma non sarebbe ora di rivedere lo stigma semantico e ideologico che colpisce il termine "razzismo"?. Non è ora di ripensare al dogma dell'eguaglianza delle razze?.

Rr ha detto...

Silenta,
come tu ben saprai, il termine" razzismo" fu coniato da Trotzly. E quindi un parto del marxismo piu spinto, il trozkismo appunto, la rivoluzione permanente, che porta solo distruzione e macerie. Tutto dev'essere criticato, ribaltato, rivoluzionato, distrutto, anche concetti scientifici e del buon senso presenti da secoli.
Stalin fece fuori Trozky e le sue idee vennero bandite in URSS, ma trovarono terreno fertile in Europa ed in USA, tra (((immigrati))) provenienti dall'ex impero zarista. Alcuni trozkisti furono padri dei neocon, e molto trozkismo c'e ancora nel marxismo culturale che affligge buona parte dell' "intwlloghenzia" USA.
La cosa divertente è che piu si studia la genetica del singolo soggetto e di popolazione, e più si scoprono differenze, anche notevoli, in varii parametri biologici e psicologici.
Ma siamo tutti uguali, nuovo dogma di fedePC e sinistro.

Josh ha detto...

sintomatico su Avvenire cosa si deve pensare e chi lo decide, e lo impone pure con armi spuntate, mefitiche e irrealistiche:

-per un verso, si getta fango su Salvini che ha osato criticare papafrancesco e chi accoglie gli imam in chiesa

http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/giu-le-mani-dai-papi.aspx

_poco sotto, non poteva mancare il Bauman che ovviamente cita anche Eco e papafrancesco, ancora sul dialogo. Ma è proprio sul "dialogo" e i "ponti" e su come debbano concretizzarsi che la retorica cava via la maschera e si scopre il solito hegelismo puro

http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/Parliamoci-vera-rivoluzione-culturale-.aspx

notare all'ultimo passaggio, Hegel è lì: si sostiene: no dire più giusto e sbagliato, si si , no no, (queste, su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, l'antitesi bene e male, sarebbero solo "chiacchiere partigiane")
ma la proposta new wave è ancora tesi antitesi e sintesi, quindi la sintesi tra culture e religioni, sintesi tra bene e male:

"Alla fine il dialogo cos’è? Insegnare a imparare. L’opposto delle conversazioni ordinarie che dividono le persone: quelle nel giusto e quelle nell’errore.

Entrare in dialogo significa superare la soglia dello specchio, insegnare a imparare ad arricchirsi della diversità dell’altro. A differenza dei seminari accademici, dei dibattiti pubblici o delle chiacchiere partigiane, nel dialogo non ci sono perdenti, ma solo vincitori.

Si tratta di una rivoluzione culturale rispetto al mondo in cui si invecchia e si muore prima ancora di crescere. È la vera rivoluzione culturale rispetto a quanto siamo abituati a fare ed è ciò che permette di ripensare la nostra epoca. L’acquisizione di questa cultura non permette ricette o facili scappatoie, esige e passa attraverso l’educazione che richiede investimenti a lungo termine. Noi dobbiamo concentraci sugli obiettivi a lungo termine. E questo è il pensiero di papa Francesco, il dialogo non è un caffè istantaneo, non dà effetti immediati, perché è pazienza, perseveranza, profondità. Al percorso che lui indica aggiungerei una sola parola: così sia, amen."

Con l'annullamento del Cristo nelle culture altrui attraverso il minimo comune denominatore dei melting pot forzati, il "dialogo", il costruire i "ponti", la rovina è servita. Certo, con parole mellifluee liquide, questo sì.