Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 16 settembre 2016

Il battaglione di donne curde provoca il terrore dello Stato Islamico

I conigli scappano, le donne curde combattono
Dalla seconda metà del XX secolo, ci sono stati casi di donne combattenti. Ma i loro compiti erano soprattutto logistici amministrativi o medici. Ma nel Kurdistan iracheno, le donne sono state mobilitate sotto i Peshmerga (che significa: coloro che vanno incontro alla morte). Nel 2006, dopo la morte di Saddam Hussein, in Iraq è stato formato un battaglione di donne soldato. La milizia delle donne curde è stata reclutata nel 2013 per combattere contro i jihadisti dello Stato islamico e le organizzazioni terroristiche come Al Qaeda e Al Nusra; quest'ultimo inizialmente supportato dalla Francia. Esse combattono principalmente nella regione nord dell'Iraq. Sidid Layla, 22 anni, spiega:
« Stavo guardando ciò che stava accadendo in televisione e ascoltavo le testimonianze di donne cristiane o Yazide violentate o vendute come schiave. Non ho esitato a prepararmi a difendermi nel caso in cui i jihadisti fossero entrati nella mia città ... Sono pronta ad andare avanti e battermi (...). Il mio posto è a fianco degli uomini. Combattere e combattere. E se muoio, morirò da martire e il mio nome sarà ricordato e onorato dalla mia gente ».
Queste donne si sono sbarazzate delle regole introdotte dallo Stato Islamico, come l'uso del niqab, il matrimonio forzato o la mutilazione genitale obbligatoria, per condividere la lotta degli uomini.

E fino ad oggi, diverse centinaia di combattenti Peshmerga, tra cui il battaglione delle donne, sono in prima linea a cinque chilometri da Mosul, l'ultima città in Iraq in possesso dello Stato Islamico. Essi hanno assediato questa città da cui sono separati solo dal deserto. Le donne dormono per terra su materassi di fango e paglia. Esse hanno a disposizione degli hangar per godersi il tempo libero.

Queste donne-soldato non sono partite con pressapochismo. Hanno imparato a combattere all'Accademia Militare di Sulaimaniya, la seconda città del Kurdistan. Sono state addestrate a difendersi, a gestire armi e tattiche militari generiche. Sono quindi pronte a combattere e non temono la morte.

Ciò che provoca la loro forza e il loro impatto sui terroristi dello Stato Islamico, è sorprendente. Innescano il panico tra i jihadisti: di fronte a loro, essi fuggono. Non appena le vedono, sono letteralmente terrorizzati. Temono di essere uccisi da una donna. Esiste tra loro una credenza che essere ucciso da una donna priverebbe il paradiso di Allah che suppone a loro disposizione 72 vergini ogni giorno.

Secondo l'Istituto spagnolo di studi strategici (IEEE) Bianco Palacián de Inza con sede a Granada, «il Corano non dice nulla al riguardo; tuttavia, è vero che questo libro stabilisce la superiorità dell'uomo sulla donna, in modo da generare la convinzione che essere ucciso da una donna debba essere considerato disonorevole ».
Jean-Pierre Dickes - Media-press.info
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

19 commenti:

Anonimo ha detto...

Sarebbe interessante capire da chi nonostamte si professi cattolico ritiene le religioni essere singolari espressioni ciascuna conducente al medesimo unico dio (minuscolo) massime se teologo o prelato o sacerdote o religioso/a come giustifica il paradiso di carattete carnale degli islamici e l'esclusione che colpisce chi è ucciso da mano femminile da tale luogo
...

Penso siano molto più stolti questi che certamente per non contraddire la loro ideologia troverebbero giustificazioni a questa visione totalmente anticristica, piuttosto che gli islamici che vi credono. Infatti sono peggio gli apostati degli infedeli.

Luisa ha detto...

Anche lo "stato islamico" ha le sue donne combattenti, ha creato la milizia Al-Khansa dove possono arruolarsi le più fanatiche, una milizia incaricata di far rispettare la sharia, i costumi islamici, sono di una crudeltà senza limiti:

http://www.lexpress.fr/actualite/societe/hasna-hayat-emilie-souad-ces-femmes-djihadistes-de-plus-en-plus-actives_1739029.html

http://lesobservateurs.ch/2015/12/31/effroyable-barbarie-des-femmes-djihadistes-de-la-brigade-al-khansaa/

Anonimo ha detto...


@ ma che tipo di combattimento fanno? Non lo si spiega

L'articolo resta sul generico nel senso che non fa capire quale sia l'impiego operativo di queste donne. Si capisce solo che fanno fuggire l'esercito terrorista piu' per una questione superstiziosa che per altro. La "milizia" femminile dello Isis sembra una sorta di forza di polizia particolarmente efferata.
Tornando alle donne combattenti. Ipotizzo che siano impiegate soprattutto come tiratrici scelte ("cecchine"), un compito nel quale eccellono le donne, avendo in genere (cosi' risulta) una mira ottima, anche migliore di quella degli uomini. Ci furono casi di cecchinaggio di soldatesse con ottimi risultati durante la II g.m. e in quella del Vietnam. Il cecchinaggio e' molto praticato in questa sporca guerra che non finisce mai contro l'Isis, svolgendosi essa quasi tutta in centri abitati, contesi palmo e palmo. Sono tante Stalingrado in formato ridotto o in miniatura, per questo non finisce mai.
Per restare in tema. Si sta parlando di istituire di nuovo la leva obbligatoria in Europa. Sembra che in Norvegia gia' ci sia, anche per le donne. Ma con la denatalita' galoppante, quale leva avremo mai? Si profila questo sviluppo: i maschi sono di meno delle donne e continuano a decrescere di numero, alla fine gli eserciti europei a leva obbligatoria saranno composti in prevalenza notevole da donne e (tra l'altro) nella componente maschile ci saranno sicuramente i musulmani (che anzi gia' ci sono in parecchi eserciti professionisti occidentali). Bello, no?
Una leva ben fatta, seria dovrebbe: - escludere le donne; la guerra manovrata, anche quella moderna, meccanizzata, non e' per loro; - escludere i musulmani, maschi o femmine che siano. (Continuando con la denatalita' degli europei, alla fine scompariranno anche le donne, i loro eventuale eserciti di leva sarebbero formati da figli di immigrati, in gran parte musulmani). (Nell'esercito turco le donne non ci sono. In quello israeliano ci sono, per necessita', ma non nelle formazioni operative, di prima linea). La debolezza attuale degli eserciti convenzionali della Nato nei confronti del ristrutturato e ammodernato esercito russo viene data per scontata. Non dimentichiamo tuttavia l'esercito turco, forte anche di una notevole tradizione, che sarebbe sicuramente in grado, un domani, di avanzare in profondita' nei Balcani o in Siria, per una campagna di tipo convenzionale. A. P.
[PS. Le donne curde fanno bene a combattere l'islam terrorista e omicida. Si tratta di una situazione d'eccezione. Ma le donne non devono fare la guerra, devono fare figli, essere in primo luogo madri, in un matrimonio regolare (monogamico, cristiano, possibilmente): se si perde questo concetto basilare, tutto crolla, e lo stiamo vedendo].

mic ha detto...

In condizioni normali concordo che la donna non è fatta per la guerra. Ma qui siamo di fronte a demoni scatenati e loro corrono rischi atroci oltre a quello della vita.
E sono vere combattenti. Mi risulta da altre fonti che sono in molte ad esser cadute sotto il fuoco nemico.

Quello del deterrente psicologico è un elemento in più...

irina ha detto...

Ci siamo infilati in un imbuto. Ma gli illuminati dove sono? Con gli iniziati a farsi una pista di coca. Ecco il mondo a loro immagine e somiglianza. Bravi.Un mondo dinamico con le quote rosa in prima fila! Sarà pure che le notizie ci tengono informati ma ogni notizia mi conferma del peccato originale e delle sue conseguenze; del quale peccato, a dire il vero, non ho mai dubitato.
Sono quasi certa che inferno,purgatorio e paradiso coesistono qui, anche sulla terra, in una forma visibile ai nostri sensi. I mass-media si occupano dell'inferno diffondendolo al peggio con tutti gli strumenti che il potere mette a loro disposizione per schiavizzare l'uomo. L'uomo qualunque, scappato dal potere diabolico,in purgatorio è ben contento di portare la sua e altrui croce cooperando con NSGC. Nel Paradiso l'uomo passeggia con il Signore ed insieme commentano la pochezza di tanti che avrebbero la salvezza a portata di mano e non vogliono vederla pur di essere conformi all'inferno.

Anonimo ha detto...

Bene Irina, non si potrebbe descrivere meglio la situazione attuale della società occidentale, quindi anche di quella italiana. Mi sa però che "L'uomo qualunque, scappato dal potere diabolico" non sia molto diffuso al momento, dato che i pochi che manifestano buon senso e discernimento tra il bene ed il male vengono subito additati al pubblico disprezzo (rigidi, fondamentalisti, divisivi) anche e sopratutto dai prelati ex cattolici (Omissis in primis) e, se religiosi, vengono puniti severamente e messi a tacere dove nessuno li possa contattare. Non è persecuzione diabolica questa ? lo steso Omissis se ne è assunto la piena responsabilità dinanzi ai Francescani dell'Immacolata.

Anonimo ha detto...

Questo battaglione è uno spot perfetto per la realtà orwelliana e politicamente corretta in cui siamo stati precipitati. Per completare la brigata ci vorrebbero anche un battaglione di gai ottomani e naturalmente quello dei migranti; comandante: Gen. Brig. Bergoglio.
Chissà poi se queste signore sono consapevoli di combattere gli amichetti dei loro stessi creatori.
Miles

mammamia ha detto...

Superficialmente si può provare simpatia per queste amazzoni, in realtà sono anch'esse un prodotto della modernità e della sovversione. La donna cattolica, invece, che ha come maestra e modello il capolavoro di Dio, è in grado di salvare la sua famiglia e la sua patria senza bisogno di imbracciare un fucile, semplicemente facendo ciò per il quale è stata creata: far nascere e allevare veri cristiani. A che grande onore sono chiamate le nostre donne, quante lo sanno?
Ormai quasi nessuna.

mic ha detto...

Si è già detto che il ruolo della donna non è quello di fare la guerra; ma si è anche detto (e non ce n'è neppure bisogno) che stiamo vivendo una crisi epocale di portata apocalittica. Situazione che di certo non si sarebbe determinata si fosse custodita una fede retta e il ruolo della donna, insieme a tante altre cose, non avesse subito variazioni antropologiche devastanti.
Intanto, alle amazzoni curde, non resta che abbracciare il fucile se non vogliono essere stuprate e, peggio ancora se di peggio si può parlare, schiavizzate in modi inenarrabili.
Certo la preghiera di molti può suscitare grazie impensabili al momento. Ma, nel frattempo, oltre a difendere e custodire la fede e pregare, c'è a chi tocca imbracciare le armi.

Anonimo ha detto...

Ma al posto di questa roba ad uso mediatico si potrebbe riavere indietro Santa Giovanna d'Arco? Anche solo per qualche giorno. E magari anche per una visitina a Roma.
Miles

Anonimo ha detto...

Anonimo delle 9.47 al contrario di quanto da te affermato in Turchia ci sono donne soldato e questo sin dalla guerra d'indipendenza.
Antonino

https://en.m.wikipedia.org/wiki/Women_in_the_military_by_country

Amicus Plato ha detto...

Ci scriverò un commento su fb e vedrò di trarne un articolo per una rivista .

mic ha detto...

Approfitto per spiegare ad Amicus Plato che non ho pubblicato una sua precisazione sulla infibulazione per evitare di focalizzare su un elemento secondario ciò che invece è l'argomento principale.
So bene che ha origini culturali; ma resta il fatto che è radicata e inesorabilmente applicata nei contesti più teocratici e che io sappia islamici. Quindi cui prodest entrare in questi dettagli?

Amicus Plato ha detto...

Mi onorerò di inviare l'articolo in anteprima. Credo e spero (almeno me lo auguro) che l'esposizione sarà abbastanza esaustiva, da dissipare dubbi, per quanto avevo già accennato, penso, al senso del tutto. Se non sono stato chiaro, chiedo venia.

Amicus Plato ha detto...

E' importante notare che, la maggior parte di noi, io prima e più di ogni altro, siamo portati a NON leggere i testi su internet, con la stessa attenzione con la quale leggiamo (almeno è il mio caso) pagine di libri. Ne consegue che ciò che è chiarissimo per chi scrive, potrebbe sembrarlo meno per chi legge e, magari, non ha tempo per andare a rivederselo. L'elaborazione di un testo destinato al cartaceo, da un lato impone una certa cura in più nella terminologia, citazioni di fonti, etc., dall'altro sta a disposizione del lettore per essere consultata, in caso di dubbi.

mic ha detto...

Grazie, Amicus Plato, leggerò con interesse ciò che vorrà inviarci.

Silente ha detto...

No, non solo le donne curde. Negli anni '30, in Libano, i cristiani si armarono e fondarono, rifacendosi all'esperienza fascista spagnola della Falange, la Falange libanese, destinata a difendere i cristiani libanesi dalle violenze musulmane. Il comando venne affidato alla famiglia Gemayel. Negli anni settanta, la Falange protesse, con le armi, i cristiani libanesi dai sunniti, dai palestinesi, dagli ebrei. Se oggi esistono ancora cattolici maroniti in Libano, è grazie alla Falange.
E moltissime furono le donne combattenti. Sulle colline che sovrastano Beirut, furono le combattenti cattoliche a fermare le orde musulmane che volevano distruggere i villaggi cristiani. Il settimanale "Il Borghese" pubblicò una bellissima fotografia di una ragazza del "Kataeb" (il nome libanese della Falange) con un'immagine della Madonna sul calcio del Kalashnikov, che presidiava un incrocio di Beirut. Immagine splendida.

Anonimo ha detto...

http://www.imolaoggi.it/2016/09/18/siria-usa-aiutano-isis/

Josh ha detto...

http://www.occhidellaguerra.it/il-raid-usa-non-e-stato-un-errore/

testimonianza del vescovo di Aleppo per i cattolici di rito latino, monsignor George Abou Khazen, all'agenzia Fides;
la stessa opinione con riscontri puntuali che vede gli Stati Uniti tra i sostenitori dei terroristi, era stata condivisa anche dal vescovo caldeo di Aleppo, monsignor Antoine Audo;
Khazen, in una conversazione con AsiaNews si spinge ancora più in là, affermando che l’attacco americano “sembrava una copertura aerea per i jihadisti, tanto che questi – prosegue il vescovo – “hanno contrattaccato” sfruttando i bombardamenti Usa “come se ci fosse un accordo, un’intesa”