Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 24 settembre 2016

Con viva preoccupazione: Noi accusiamo Papa Francesco

Riprendiamo nella nostra traduzione il Libellus di accusa formulato nei confronti del papa in una Dichiarazione congiunta di due testate cattoliche U.S.A. [qui]: The RemnantCatholic Family News.
Qui la parte II e la Parte III.

“L’evento cruciale che ci ha indotti a fare questo passo è stata la rivelazione della Sua lettera ‘confidenziale’ ai vescovi di Buenos Aires, che li autorizza – unicamente in base al Suo punto di vista individuale espresso nell’Amoris Laetitia – ad ammettere determinati pubblici adùlteri che si sono uniti in ‘seconde nozze’ ai sacramenti della Confessione e della Santa Comunione, senza che essi abbiano alcun serio proposito di riformare le loro vite, ponendo fine alle loro relazioni sessuali adultere”.

Di Michael Matt, Christopher Ferrara e John Vennari
Dichiarazione congiunta da parte di The Remnant e di Catholic Family News
(Pubblicata in tre parti: quella che segue è la prima parte.)

19 settembre 2016
Festività di San Gennaro nel mese della Madonna Addolorata
Santità,

Il seguente discorso, ispirato dalla nostra viva preoccupazione di semplici membri del laicato, potrebbe essere definito un’accusa contro il Suo pontificato, che è stato una calamità per la Chiesa e la delizia dei poteri di questo mondo. L’evento cruciale che ci ha indotti a fare questo passo è stata la rivelazione della Sua lettera ‘confidenziale’ ai vescovi di Buenos Aires [vedi qui, nel blog], che li autorizza – unicamente in base al Suo punto di vista individuale espresso nell’Amoris Laetitia – ad ammettere determinati pubblici adùlteri che si sono uniti in ‘seconde nozze’ ai sacramenti della Confessione e della Santa Comunione, senza che essi abbiano alcun serio proposito di riformare le loro vite, ponendo fine alle loro relazioni sessuali adultere.

Lei si è spinto fino al punto di sfidare nientemeno che le parole di Nostro Signore – che condannano il divorzio e il “risposarsi” in quanto adulterio per se e senza eccezioni –; l’ammonizione di San Paolo sui castighi divini per la ricezione indegna del Santo Sacramento; l’insegnamento dei Suoi due predecessori immediati, che è in linea con la dottrina bimillenaria e con la disciplina eucaristica della Chiesa, la quale è radicata nella rivelazione divina; il Codice di Diritto Canonico e tutta la Tradizione.

In questo modo Lei ha già provocato una frattura all’interno della disciplina universale della Chiesa: infatti, alcuni vescovi continuano a mantenerla nonostante l’Amoris Laetitia, mentre altri – ivi compresi quelli di Buenos Aires – annunciano un cambiamento basato meramente sull’autorità della Sua scandalosa “esortazione apostolica”. Nella storia della Chiesa non era mai successo niente di simile.

Eppure, i membri conservatori della gerarchia seguono quasi senza eccezioni una politica di silenzio, mentre i progressisti esultano pubblicamente per il trionfo che a Lei devono. Quasi nessun membro della gerarchia si schiera contro la Sua impudente profanazione della sana dottrina e della sana pratica, anche se molti di loro mormorano in privato contro i Suoi abusi. Così, come era successo durante la crisi ariana, tocca ai laici difendere la Fede di fronte a una defezione quasi universale dal proprio dovere da parte delle gerarchie.

Ovviamente noi siamo ben poca cosa, eppure come membri battezzati laici del Corpo Mistico siamo dotati del diritto conferito da Dio e del corrispondente dovere prescritto dalle norme ecclesiastiche (cfr. CIC can. 212) di affrontare con Lei e coi nostri confratelli cattolici l’argomento della crisi acuta che il Suo governo della Chiesa ha provocato all’interno di uno stato già cronico di crisi ecclesiastica che perdura dal Concilio Vaticano Secondo.

Dato che i colloqui privati si sono dimostrati del tutto inutili – come facciamo notare più in basso –, abbiamo pubblicato questo documento per liberarci dal fardello che grava sulla nostra coscienza di fronte al grave danno che Lei ha inflitto, e che minaccia di infliggere, alle anime e al bene della Chiesa, e per esortare i nostri confratelli cattolici a schierarsi in opposizione di principio al Suo continuo abuso dell’officio papale, in particolare per quanto riguarda l’insegnamento infallibile della Chiesa contro l’adulterio e contro la profanazione della Santa Eucarestia.

La decisione di pubblicare questo documento è stata accompagnata dall’insegnamento del Dottore Angelico in materia di giustizia naturale all’interno della Chiesa:

“Va tuttavia notato che, nel caso in cui possa essere pregiudicata la fede, un soggetto può ammonire il suo prelato anche pubblicamente. Per questo Paolo, che era soggetto a Pietro, lo ha rimproverato pubblicamente per via del pericolo immediato di uno scandalo che avrebbe potuto pregiudicare la fede, e, come afferma la glossa di Agostino a Galati 2, 11: ‘Pietro diede un esempio ai superiori di tutti i tempi, vale a dire che se dovesse mai succedere loro di allontanarsi dalla retta via, essi non dovranno disdegnare di essere rimproverati da quanti sono loro soggetti’” [Summa Theologiae, II-II, Q. 33, Art. 4].

Nell’intraprendere questa azione siamo stati guidati anche dall’insegnamento di San Roberto Bellarmino, Dottore della Chiesa, sulla resistenza lecita a un Romano Pontefice sviato:

“Pertanto, com’è lecito resistere al Pontefice che aggredisce il corpo, così pure è lecito resistere a quello che aggredisce le anime o perturba l’ordine civile, o, soprattutto, a quello che tenta di distruggere la Chiesa. Dico che è lecito resistergli non facendo quello che ordina ed impedendo la esecuzione della sua volontà...” [De Controversiis sul Romano Pontefice, Libro 2, Cap. 29].

Cattolici di tutto il mondo – e non solamente i cosiddetti “tradizionalisti” – sono convinti del fatto che la situazione che Bellarmino ha descritto in via ipotetica sia oggi una realtà. Questo è quanto ci ha indotto a redigere questo documento.

Che Dio sia giudice della rettitudine delle nostre intenzioni.

Michael J. Matt
Direttore di The Remnant

Christopher A. Ferrara
Editorialista di The Remnant e di Catholic Family News

John Vennari
Direttore di Catholic Family News

LIBELLO DI ACCUSA

Per grazia di Dio e in conformità con le norme della Chiesa, presentiamo la nostra rimostranza contro Francesco, Romano Pontefice, a causa dei danni da lui arrecati alla Fede, alle anime dei fedeli e al bene comune della Santa Chiesa Cattolica.

Che razza di umiltà è questa?

La sera in cui Lei fu eletto, parlando dalla balconata della Basilica di San Pietro, Lei dichiarò: “il compito del conclave è quello di dare un vescovo a Roma”. Anche se le folle che si trovavano di fronte a Lei erano costituite da persone provenienti da tutte le parti del mondo, membri della Chiesa universale, Lei ha espresso la Sua gratitudine solamente “per l’accoglienza ricevuta dalla comunità diocesana di Roma”, e ha inoltre manifestato la speranza che “questo viaggio della Chiesa che cominciamo oggi” fosse “fruttuoso per l’evangelizzazione di questa bella città”. Lei chiese ai fedeli che si trovavano in Piazza San Pietro di pregare, non per il Papa, ma “per i loro vescovi”, e disse che il giorno successivo sarebbe andato “a pregare la Madonna, affinché protegga Roma”.

Le Sue strane affermazioni in quell’occasione storica cominciarono con la banale esclamazione: “Fratelli e sorelle, buonasera” e terminarono con un’intenzione altrettanto banale: “Buonanotte e dormite bene!”. In nessun momento, durante il Suo primo discorso, Lei si è mai riferito a se stesso definendosi Papa, né ha fatto alcun riferimento alla dignità dell’officio a cui era stato eletto: quello di Vicario di Cristo, il cui divino mandato è quello di educare, governare e santificare la Chiesa universale e guidare la sua missione di fare discepoli in tutte le nazioni.

Quasi sin dal primo momento della Sua elezione è cominciata una sorta di interminabile campagna di pubbliche relazioni il cui tema di fondo era la Sua singolare umiltà rispetto agli altri Papi, un semplice “Vescovo di Roma”, in contrapposizione con le presunte pretese monarchiche dei Suoi predecessori e dei loro elaborati paramenti e delle loro scarpe rosse, che Lei ha disdegnato. Lei ha manifestato molto presto la Sua volontà di decentrare radicalmente l’autorità papale in favore di una “Chiesa sinodale” che prendesse esempio dalla visione della Chiesa ortodossa del “significato della collegialità episcopale e dalla sua esperienza della sinodalità”. I mass media esultanti hanno immediatamente salutato con entusiasmo “la rivoluzione di Francesco”.

Eppure questa ostentazione di umiltà è stata accompagnata da un abuso del potere legato all’officio papale che non ha precedenti nella storia della Chiesa. Negli ultimi tre anni e mezzo Lei ha promosso incessantemente le Sue opinioni e i Suoi desideri privati senza il benché minimo riguardo nei confronti degli insegnamenti dei Suoi predecessori, della bimillenaria tradizione della Chiesa e senza preoccuparsi affatto degli immensi scandali che Lei ha provocato. In numerosissime occasioni Lei ha turbato e confuso i fedeli e deliziato i nemici della Chiesa pronunciando affermazioni contraddittorie o addirittura eterodosse, accumulando insulto su insulto contro i cattolici osservanti, che Lei deride costantemente definendoli farisei dell’ultima ora e “rigoristi”. Il Suo comportamento personale si è poi spesso abbassato ad atti di buffoneria miranti a compiacere le folle.

Lei ha costantemente ignorato le ammonizioni salutari del Suo predecessore immediato, che si è dimesso dal papato in circostanze misteriose otto anni dopo aver chiesto ai vescovi riuniti di fronte a lui, all’inizio del suo pontificato: “Pregate per me, affinché io non fugga per paura dei lupi”. Per citare la prima omelia in qualità di Papa del Suo predecessore:

Il Papa non è un monarca assoluto i cui pensieri e i cui desideri sono legge. Al contrario: il ministero pontificale è una garanzia di obbedienza a Cristo e alla Sua Parola. Il Papa non deve proclamare le proprie idee, bensì attenersi ed educare la Chiesa sempre all’obbedienza alla Parola di Dio, contro ogni tentativo di adattarla o di annacquarla e contro ogni forma di opportunismo”.

Un’intromissione selettiva negli affari della politica, ma sempre in modo politicamente corretto

Durante il Suo mandato come “Vescovo di Roma” Lei ha mostrato un riguardo molto scarso alle limitazioni all’autorità e alle competenze papali. Lei si è immischiato in argomenti di politica come per esempio l’immigrazione, il codice penale, l’ambiente, il riallacciamento di relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e Cuba (ignorando le suppliche dei cattolici che si trovano sotto la dittatura di Castro) e persino opponendosi al movimento indipendentista scozzese. Eppure Lei si è rifiutato di opporsi a governi secolari che sfidano la legge divina e la legge naturale adottando misure come la legalizzazione delle “unioni omosessuali”, un tema di legge divina e naturale sul quale un Papa può e deve intervenire.

In realtà, le Sue varie condanne dei mali sociali – prendendo di mira bersagli politicamente inoffensivi – sono tradite ripetutamente dalle Sue azioni, che compromettono la testimonianza della Chiesa contro i multiformi errori della modernità:
  • Contrariamente all’insegnamento perenne della Chiesa basato sulla Rivelazione, Lei ha chiesto l’abolizione totale, in tutto il mondo, della pena di morte, indipendentemente dalla gravità del crimine, e persino l’abolizione dell’ergastolo; eppure Lei non ha mai chiesto l’abolizione dell’aborto, che la Chiesa ha sempre condannato in quanto sterminio di massa di vite innocenti.
  • Lei ha dichiarato che i fedeli peccano gravemente se non riciclano i loro rifiuti e non limitano il consumo innecessario di energia, eppure non esita a spendere milioni di dollari in volgari riunioni di massa che si concentrano sulla Sua persona in varie nazioni del mondo, in cui si reca con un vasto entourage su jet privati che immettono nell’atmosfera vaste quantità di emissioni di anidride carbonica.
  • Lei chiede che l’Europa apra le frontiere ai “rifugiati” musulmani in Europa, che sono in maggioranza uomini in età militare, mentre vive tranquillo dietro le mura dello Stato della Città del Vaticano, che preclude rigidamente l’accesso a chi non vi è residente – mura peraltro erette da Leone IV per prevenire un secondo sacco islamico di Roma.
  • Lei parla incessantemente dei poveri e delle “periferie” della società ma si allea con la ricca e corrotta gerarchia tedesca e con le celebrità e i potentati del globalismo pro-abortista, pro-contraccezione e pro-omosessuale.
  • Lei deride il corporativismo avido che cerca solo il profitto e “l’economia che uccide” ma concede udienze private ai più ricchi tecnocrati e ai dirigenti delle corporazioni – da cui riceve sostanziose donazioni – permettendo persino alla Porsche di prendere in affitto la Cappella Sistina per un “grandioso concerto... preparato esclusivamente per partecipanti” che hanno pagato circa 6.000 dollari a testa per un tour romano: si è trattato della prima volta che un Papa ha permesso che questo spazio sacro venisse utilizzato per un evento corporativo.
  • Lei chiede la fine della “disuguaglianza” e abbraccia dittatori comunisti e socialisti che vivono nel lusso mentre le masse soffrono sotto il loro giogo.
  • Lei condanna un candidato alla presidenza degli Stati Uniti definendolo “non cristiano” solamente perché vuole prevenire l’immigrazione illegale, ma non dice nulla contro i dittatori atei che Lei abbraccia e che hanno commesso stermini di massa, che hanno perseguitato la Chiesa e che hanno imprigionato cristiani all’interno dei loro regimi polizieschi.
Promovendo le Sue opinioni personali sulla politica in generale e sulle politiche pubbliche in particolare, spacciandole per dottrina cattolica, Lei non ha esitato ad abusare persino della dignità di un’enciclica papale per utilizzarla difendendo teorie scientifiche discutibili e persino dimostrabilmente fraudolente sui “cambiamenti climatici”, sul “ciclo del carbonio”, sull’“inquinamento provocato dall’anidride carbonica” e sull’“acidificazione degli oceani”. Nello stesso documento Lei chiede ai fedeli di reagire a una presunta “crisi ecologica” supportando programmi ambientalisti secolari come gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, che Lei ha elogiato anche se rivendicano l’“accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva”, ossia alla contraccezione e all’aborto.

Un’indifferenza rampante

Pur non essendo affatto un pioniere nell’ambito delle distruttive innovazioni post-conciliari relative all’“ecumenismo” e al “dialogo interreligioso”, Lei ha promosso fino a un grado mai visto, nemmeno durante i peggiori anni della crisi post-conciliare, un’indifferenza nei confronti delle specificità delle religioni che praticamente spazza via la missione della Chiesa come arca della salvezza.

Per quanto riguarda i protestanti, Lei dichiara che sono tutti membri della stessa “Chiesa di Cristo” cui appartengono i cattolici, indipendentemente da quello in cui credono, e che quella delle differenze dottrinali tra cattolici e protestanti è una questione piuttosto banale che può essere risolta tramite un accordo tra i teologi.

Basandosi su questa Sua opinione, Lei ha scoraggiato attivamente le conversioni di protestanti, compresa quella del “Vescovo” Tony Palmer, il quale apparteneva a una setta scismatica anglicana che si propone di ordinare al sacerdozio delle donne.
Come ha raccontato Palmer, quando egli Le ha menzionato il “tornare a casa all’interno della Chiesa cattolica”, Lei le ha dato questa terrificante risposta: “Nessuno torna a casa. Voi venite verso di noi e noi veniamo a voi: alla fine ci incontreremo a metà strada”. Ma a metà che cosa? Palmer morì poco dopo in un incidente di motocicletta. Dietro la Sua insistenza, tuttavia, l’uomo la cui conversione Lei ha materialmente impedito è stato sepolto come un vescovo cattolico: si tratta di un’autentico affronto, contrario all’insegnamento infallibile del Suo predecessore, secondo il quale “le ordinazioni celebrate secondo il rito anglicano sono state e sono assolutamente nulle e completamente non valide” [Leone XIII, Apostolicae curae (1896), DZ 3315].

Per quanto riguarda le religioni in generale, Lei ha adottato come programma virtuale lo stesso errore condannato da Papa Pio XI appena 34 anni prima del Vaticano II: “quella falsa opinione che considera tutte le religioni essere più o meno buone e degne di elogio, dato che manifesterebbero ed esprimerebbero tutte in diversi modi quel senso religioso che è innato in tutti noi e tramite il quale noi saremmo condotti a Dio e al riconoscimento obbediente delle Sue leggi”. Lei ha ignorato completamente l’ammonizione secondo la quale “chiunque difenda quanti sostengono queste teorie e cerchi di metterle in pratica sta abbandonando del tutto la religione divinamente rivelata”. A questo proposito, Lei ha insinuato che persino gli atei possono salvarsi semplicemente facendo il bene, mietendo così gli elogi estasiati dei media.

Sembra che dal Suo punto di vista le tesi eretiche di Rahner sul “cristiano anonimo” che comprenderebbe virtualmente l’intera umanità implicando la salvezza universale abbiano alla fine rimpiazzato l’insegnamento di Nostro Signore, Che afferma il contrario: “Chi crede ed è battezzato sarà salvato, chi non crede sarà condannato” (Mc 16, 16).
(Seguiranno la II e III Parte)
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

67 commenti:

Luisa ha detto...

Ringrazio Maria per la traduzione italiana di questo testo disponibile finora in inglese e francese.

I continui gesti mediatici di questo papa che sa così bene usare-sfruttare il potere di coloro che fanno e disfano l`informazione, dal 13 marzo 2013 diventati una cassa di risonanza tutta al suo servizio, riempiono lo spazio occultando la realtà della sua azione, dei modi con cui la gestisce e dei suoi effetti sulla nostra fede, realtà che una popolazione cattolica oramai anafalbeta in materia di fede è incapace di vedere.

I sedicenti custodi della fede si son trasformati in "cloni" di Jorge Bergoglio, chi ci aveva abituato ad altro ora tace, anche chi ha osato dire qualche parola ora tace, che cosa temono? Di essere accusati di "bergogliofobia"?
Con parole come islamofobia, xenofobia, lgbtealiifobia, ecc. ecc. si mettono a tacere le coscienze, è possibile che anche chi ci ha mostrato di essere fedele custode della retta fede si lasci ammutolire e tetanizzare, si autocensuri, ceda a minacce e subdoli richiami e-o rimproveri se non bastonate?

Il silenzio di chi dovrebbe proteggerci e guidarci è deprimente e scoraggiante, non c`è da stupirsi dunque se sono i laici a prendere la parola, a dover anche usare toni forti e parole chiare, fanno e dicono quel che altri dovrebbero dire e fare.

irina ha detto...

Andiamo avanti con fiducia e in pace.
L'errore va giudicato e condannato.
L'errante aiutato a riconoscere il suo errore e a ripararlo. Nostro Signore lo aiuti per il bene di tutta la Chiesa e per il suo personale e sincero ravvedimento.

Nicola P. ha detto...

il mondo ex cattolico è saturo di sacerdoti mediocri e pavidi che han cresciuto una generazione di ex cattolici annacquati....per fortuna qualcuno resiste!

irina ha detto...

Riflettendo su l'errante: se accettando di occupare il posto, che ha occupato, vi era un'intenzione diversa da quella di confermare i fratelli nella Fede, l'errore si fa più grave perchè premeditato e verosimilmente con altri e per conto di altri. Affidiamoci alla Santa Madre di Gesù Cristo che infonda in noi sapienza e fortezza ed affidiamo lui a Nostro Signore Gesù Cristo che lo sostenga nel riconoscere umilmente l'errore nel quale è caduto e le conseguenze discese.

Sonia ha detto...


Ringrazio il Signore di avermi dato modo di leggere questo testo, lo ritengo ben fatto e soprattutto completo per quanto riguarda una valutazione chiara e veritiera del pontificato di Bergoglio... Egli ha combinato così tanti guai all' interno della Chiesa Cattolica che talvolta rischiamo di dimenticarcene qualcuno... Abbiamo un bagaglio in più utile alla nostra coscienza di figli di Cristo, consapevoli che la situazione è talmente grave che soltanto Lui può intervenire...

Catholicus ha detto...

A completamento del mio precedente post (che spero di veder qui pubblicato, ringraziando per l'ospitalità) mi preme aggiungere, in proposito,che fu proprio Monsignor Léfèbve ad affermare in privato, ai suoi più vicini collaboratori, che molti degli uomini di Chiesa non avevano la fede. Concordo pienamente con Monsignore, infatti non ci può essere altra spiegazione a certe eresie e blasfemie, così come alla "delenda Cartago" operata dai modernisti nei confronti dell'architettura sacra negli ultimi 50 anni.

Anonimo ha detto...

Mi associo ai ringraziamenti per l'eccezionale lavoro che Maria compie per il bene della Chiesa.
I laici hanno diritto di parola, il guaio è che oggi vi sono obbligati dal mutismo complice dei pastori. Forse non avevano del tutto torto quelli che "incalzavano" i vari Burke, Schneider ecc. ritenendo insufficienti i loro,per altri versi apprezzabili, interventi.
Ora tacciono anche loro. Non ci resta che pregare e sperare.
Antonio (Napoli)

Anonimo ha detto...

Irina,
mi sa che si stia in po esagerando, negli ultimi anni, nella insistenza sulla distinzione tra errore ed errante.
Cito un autore che stimo: A. Gnocchi

"...Mi limito a guardare la realtà e giudicare quella, senza cadere nel solito mantra farlocco secondo cui bisogna separare il fatto da chi lo compie, dimenticando che senza chi lo compie il fatto non esisterebbe."
Sinceramente condivido.
Antonio (Napoli)

mic ha detto...

Forse non avevano del tutto torto quelli che "incalzavano" i vari Burke, Schneider ecc. ritenendo insufficienti i loro,per altri versi apprezzabili, interventi.

Il card. Burke e mons. Schneider non hanno bisogno di essere "incalzati", hanno già assunto le loro posizioni e sono dei veri e propri evangelizzatori itineranti per ogni dove. E sono certa che continueranno a non tacere. Lo affermo a ragion veduta anche se non dico di più. Non dobbiamo perdere la fiducia nei nostri pastori di riferimento.

Beata Lei ha detto...

Beata Lei,
carissima Mic, che ha o pensa di avere ancora dei pastori di riferimento presenti nella compagine ecclesiale ufficiale. Io non non è vedo più nessuno, da 35 anni alemo.

mic ha detto...

Mi spiace per lei. La Chiesa non è (e non sarà mai) un deserto, anche se è molto provata.

Tra poco, ringraziando il Signore, sarò al Convegno di Albano

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2016/09/24-25-settembre-convegno-ad-albano.html

Anonimo ha detto...

Avrei preferito che s’evitasse di scendere sul terreno delle critiche personali: sia perché è poco opportuno, sia perché, anche quando l’accusa è giusta, la cosa è meno grave, sia infine perché non sempre sono d’accordo: per esempio, a me Donald Trump non piace né punto né poco (come mi risulta che non piaccia affatto a moltissimi cattolici anche conservatori o tradizionalisti degli Stati Uniti).

Meglio, secondo me, tenersi sul piano della discussione dottrinale oggettiva.

Non dobbiamo dar l’impressione che le critiche vengano da una (pur rispettabile) destra politica, o che muovano da preoccupazioni essenzialmente politiche.

Tra parentesi, complimenti all’ottimo traduttore, chiunque sia: la lingua italiana ringrazia.

Maso

Luisa ha detto...


Qui la seconda parte della presa di posizione di Remnant e Catholic Family News:

http://remnantnewspaper.com/web/index.php?option=com_k2&view=item&id=2768:remnant-cfn-we-accuse-pope-francis-in-french

Luisa ha detto...

Fresca, fresca, la parola di Bergoglio:

" «Stabilire un dialogo sincero e relazioni fraterne tra tutti, in particolare tra quanti confessano un Dio unico e misericordioso, è una urgente priorità che i responsabili, sia politici sia religiosi, devono cercare di favorire e che ciascuno è chiamato ad attuare intorno a sé».

Salvo che, e questo Bergoglio non può ignorarlo, il dio misericordioso dell`islam incita alla violenza, che nel Corano è detto che l’insieme dell’umanità deve essere sottomessa all’islam anche con la violenza, fino all`uccisione se necessario, che se si vuole applicare il Corano nella sua integralità, è difficile negare che l`islam è instrinsecamente violento.
Misericordioso il dio dei musulmani?
Forse...ma non sempre, non con tutti.

Rr ha detto...

Maso,
non credo proprio che gli autori del documento ora tradotto siano mossi da intenti politici. Credo veramente siano mossi solo dal dolore di veder la Dottrina cattolica e l'Istituto del Papato, fondato da Nostr Signore, trattati come se fossero una pessima telenovela sudamericana.
E siccome c'è chi questa pessima telenovela la scrive e la interpreta (o la fa scrivere dai vari Tuchi, ma poi la interpreta personalmente), è bene che finalmente qualcuno lo chiami a rispondere dei suoi att. Del resto: si dichiara VdR, capo religios, adombravche il Papa d'ora in poi possa essere considerato come un presidente d'azienda...bene, ad uno cosi si può chiedere conto. Al Vicario di Cristo, certo che no, ma lui lo è sul serio ? Non sembrerebbe.
E per favore, non buttiamola in politica, che qui non c'entra proprio nulla. E di sicuro non c'entra Trump, che non credo piaccia agli estensori del documento.

Luisa ha detto...

Ancora un laico che si esprime sui pericoli legati all`AL, compreso il rischio di uno scisma, e che ritiene urgente che il papa ritiri certi passaggi :

http://www.leforumcatholique.org/message.php?num=812745contrari alla dottrina cattolica.

E intanto Bergoglio continua sulla strada che sta tracciando, imperterrito, incurante e forse anche divertito delle critiche, degli appelli e degli "j`accuse..."

Rr ha detto...

Ma è veramente convinto che il "nostro" Dio, la SS Trinita' , la cui Seconda Persona si e' incarnata è morta ed e' resuscitata per "la nostra salvezza", sia lo stesso dei Mussulmani e degli Ebrei?
Mma ci è o ci fa ? Perché se ci è, altro che "in disequilibrio", se ci fa, altro che Anticristo !

Alessandro Mirabelli ha detto...

Era ora che Bergoglio fosse messo in mora. Gli ultimi tre anni e mezzo sono da delirio

Roberto Donati ha detto...

Marco Tosatti ci dice, se non capisco male, che Bergoglio è affetto da "disequilibrio" mentale.

irina ha detto...

@Anonimo (Antonio)Napoli 12:48

E' vero che l'errore, se non ci fosse l'errante, non sussisterebbe.
E' altresì vero che, una volta compiuto, l'errore è fatto in sè concluso.
Le conseguenze sono legate all'errore stesso, come aggravanti del fatto compiuto, di cui l'errante è chiamato a rispondere.
La vita dell'errante procede, caricata delle sue colpe e delle conseguenze delle sue colpe. La speranza di ravvedimento e di riparazione è tuttavia presente; se non in lui immediatamente, in chi sa che finchè c'è vita c'è speranza di salvezza ed accompagna il condannato fino all'esecuzione della pena capitale quando questa viene comminata.
Vogliamo noi, fare diversamente?
Personalmente dico, no. E ripeto il mantra e distinguo.

Silente ha detto...

Pubblicazione interessante, veritiera, doverosa, salutare, meritoria, forse addirittura eroica, dati i tempi. Ma che, allo stato attuale dei fatti, non servirà a niente, se non come apprezzabilissima testimonianza a futura memoria di chi ha resistito all'abiezione attuale. Verrà totalmente ignorata dai media, dai dicasteri vaticani. Il regnate pontefice (?), ammesso che ne venga a conoscenza, sghignazzerà con quel suo odioso riso a trentadue denti. La crisi della Chiesa non è solo meramente "storica", è soprattutto metafisica. E non vedo, almeno a breve termine, vie d'uscita storiche o meramente istituzionali, siano esse "disciplinari" o di altro genere. Chi spera ancora nel "Sacro Collegio" s'illude. Io spero nel Buon Dio. E, in subordine, ma molto in subordine, nella capacità di una parte importante del mondo cattolico (con in testa la FSSPX, i vari dispersi gruppi tradizionalisti e conservatori) di coordinarsi e attivarsi anche con manifestazioni eclatanti. Magari con il supporto dei pochi presuli rimasti ancora sani. Ma, se posso dirlo, non sono affatto ottimista: questa ipotesi è totalmente irrealistica. Non vedo, almeno oggi, le condizioni per questo genere di "rivolta legittimista": non esistono le condizioni organizzative, culturali, ecclesiali. Probabilmente, dovremo bere fino in fondo l'amaro calice dell'apostasia.

P.S. non c'entra niente, ma m'incuriosisce l'intervento di tale Maso (ehm...), il quale, totalmente fuori contesto, stentoreamente dichiara: "a me Donald Trump non piace né punto né poco (come mi risulta che non piaccia affatto a moltissimi cattolici anche conservatori o tradizionalisti degli Stati Uniti).". Ora, premesso che le informazioni, di natura diretta, che mi vengono dagli USA da amici colà mi dicono il contrario (Trump piace moltissimo alla piccola e media borghesia bianca cattolica di origine irlandese e italiana, ai cattolici trad, alle associazioni conservatrici, anche cattoliche), premesso che persino la "old conservative" rivista di destra National Review ha rivisto le sue opinioni anti-Trump, premesso che i conservatori e i tradizionalisti cattolici americani sicuramente, e non c'è dubbio alcuno voteranno Trump contro l'estremista di sinistra, abortista, pro-gender, pro-gay Clinton, forse codesto maso preferiva la candidatura di Ted Cruz o Marco Rubio, entrambi non cattolici, estremisticamente filo-Israele, ferocemente russofobici e anti-Putin e ultra-liberisti. Meglio Trump. Poi, il fatto che tutte le élite nascoste e palesi, le lobby, le grandi corporation, la grande finanza, la grande stampa, le grandi televisioni, le grandi logge, tutti i mostruosi, occulti o manifesti "poteri forti" negli USA e fuori siano ostili a Trump, beh, questo ci deve far riflettere. Se fossi negli USA, non avrei dubbi, come cattolico e conservative (se non far-right): voterei Trump. Che Iddio gli dia la vittoria. La storia potrebbe cambiare.

Anonimo ha detto...

Allah il misericordioso è uno dei 99 appellativi con cui viene definito nel Corano e che ogni buon mussulmano conosce, particolarmente questo, perché viene invocato in punto di morte. Bisogna leggere attentamente il libro, che ci sono cose interessanti da sapere sull'Islam,bisogna conoscere bene il nemico prima di combatterlo, sennò serve poco controbattere ciò che si ignora.
"Il vero problema nella chiesa oggi è che i Cristiani sono così tolleranti, che sono diventati amorali, o perlomeno così tolleranti nei confronti del peccato, che non hanno niente da dire ai peccatori". Detta da un sociologo ameringlish agnostico, è una bella definizione, non ricordo il nome, ma l'ho tenuta. Buona domenica a tutti. Anonymous.

Anonimo ha detto...

finalmente qualcuno che dice la verità!





Anonimo ha detto...

Sottoscrivo Silente nelle due parti del commento. In effetti in termini strettamente umani l'enorme sproporzione di forze tra i Poteri che hanno espresso Bergoglio e chi resta fedele alla Chiesa di sempre è senza alcun rimedio. Inoltre chi non si riconosce nella Nuova Chiesa al momento è ben lontano dal trovare l'indispensabile coordinamento che mi auguro sia in atto almeno nelle catacombe.
Per quanto riguarda Trump basta vedere come è quotidianamente mostrificato secondo le modalità mediatiche standard del regime globale per regolarsi. Naturalmente Bergoglio e la sua Chiesa anche in questo caso sono perfettamente conformi ai Poteri di cui sopra e sono zelantemente schierati contro Trump e a favore della abortista e guerrafondaia signora Killary.
Miles

Anonimo ha detto...

Così scriveva quel gran maestro di ateismo quale fu il tedesco Feuerbach: “Ma non sarà attraverso una persecuzione che lo si ucciderà [il cristianesimo], perché la persecuzione alimenta e rafforza. Sarà attraverso l’irreversibile trasformazione interna del cristianesimo in ateismo umanista, con l’aiuto degli stessi cristiani, guidati da un concetto di carità che nulla avrà a che fare con il Vangelo”. Alla luce di quello che accade oggi, simili parole risultano profetiche e la relativa tattica vincente. HABENS SATANAM SUGGERENTEM.

Anonimo ha detto...

Così scriveva quel gran maestro di ateismo quale fu il tedesco Feuerbach: “Ma non sarà attraverso una persecuzione che lo si ucciderà [il cristianesimo], perché la persecuzione alimenta e rafforza. Sarà attraverso l’irreversibile trasformazione interna del cristianesimo in ateismo umanista, con l’aiuto degli stessi cristiani, guidati da un concetto di carità che nulla avrà a che fare con il Vangelo”. Alla luce di quello che accade oggi, simili parole risultano profetiche e la relativa tattica vincente. HABENS SATANAM SUGGERENTEM.

irina ha detto...

@ allo stato attuale dei fatti

Non si può mai dire! Passò alla storia come l'indulto di Agatha Christie, il permesso di celebrare la Messa Tridentina in Inghilterra e nel Galles nel 1971. Infatti la scrittrice si trovava tra i firmatari della richiesta inviata al Pontefice per poter continuare a celebrare la Messa di sempre. I firmatari erano tutti esponenti di rilievo del mondo culturale inglese, ma fu il suo nome che sembra essere stato quello che più impressionò.
Quindi speriamo che tra tutte le lettere, le suppliche, i libelli in arrivo a Santa Marta ce ne sia qualcuno con la firma giusta.

Rr ha detto...

Irina,
purtroppo da quei tempi ad oggi sono trascorsi decenni terrificanti, nel senso di caduta della morale, caduta dell' intelligenza e capacità di pensare, caduta sovioeconomica...
E Paolo VI non era comunque Bergoglio ( la brutta copia della brutta copia di GXXIII e di PVI stesso).

Luisa ha detto...


Allah il misericordioso è uno dei 99 appellativi con cui viene definito nel Corano.
Bisogna leggere attentamente il libro, che ci sono cose interessanti da sapere sull'Islam,bisogna conoscere bene il nemico prima di combatterlo, sennò serve poco controbattere ciò che si ignora."


Ebbene anonymous, ho il corano qui accanto, so dunque perfettamemte con quali e quanti nomi è definito Allah, e se è vero che tantissimi, molto probabilmente la stragrande maggioranza degli utili idioti, dei candidi afflitti da angelismo cronico che ripetono il mantra dell`"islam solo pace e amore" non ha mai aperto un corano, è altrettanto vero che chi ha responsabilità nella chiesa, a partire da chi la dirige, SA che il dio dei musulmani è lungi dall`essere un modello di misericordia, e vi risparmio il richiamo dei versetti che lo confermano.
Bisogna già avere il coraggio di NOMINARE il NEMICO, di rinviare i musulmani alle loro responsabilità, di prendere il tempo di acquistare e leggere il corano, ma non solo, bisogna ripassare la storia dei 14 secoli durante i quali l`Europa ha lottato contro l`islam conquistatore.
E vero bisogna conoscere il nemico, uno dei drammi attuali è che in quest`Europa suicidaria , in questa chiesa in perdizione, sono molti a conoscere i rischi legati all`invasione che stiamo subendo da parte di un islam sempre più militante,arrogante e conquistatore, SANNO e CONOSCONO il nemico ma non lo combattono si stanno consegnando nelle loro mani ignari del disprezzo che i musulmani hanno per i deboli.

Luisa ha detto...

Un link ad un blog che non apro da mesi, interessanti i commenti:

http://www.andreatornielli.it/?p=8401

irina ha detto...

Rr,

Sì, hai ragione. Ma non siamo soli, c'è anche Lui imprevedibile, mai ripetitivo.
Troverà qualcosa di originale, piccolo, semplice come sempre. Noi dobbiamo fare del nostro meglio, seriamente; dobbiamo mettercela tutta. Tutti. E farci coraggio nei momenti bui in cui ogni sforzo sembra inutile,commenti compresi. E invece no. Anche un commento, Lui lo legge. E legge anche nei nostri cuori.
Buona Domenica, a tutti ed a te Rr, tribù compresa.

Rr ha detto...

Piccola notazione culturale: " Allah il misericordioso" mi sembra abbia lo stesso valore metafisico di " Atene dagli occhi glauchi" o "Achille pie' veloce". ed " Ettore domatore di cavalli".
Ma naturalmente un perito chimcio queste cose non le può notare.

Rr ha detto...

Ho letto le tre parti, non avrei potuto dire meglio, modestamente :)). Fa piacere pensare di non essere soli.
Attacco pesante e frontale. Sarà ovviamente lasciato cadere in pubblico, ma in privato partiranno minacce e ritorsioni.
Meno male che in USA c'è il First Amendment sulla libertà di pensiero e parola, anche se spesso stampa, universita' e lobbies varie se ne fanno un baffo.
E vedremo se dopo Lund qualche porporato parlerà "apertis verbis".
O forse, alla fine, faranno più le casse vuote ( v. Flop del Giubileo) che teologi, eticisti e canonisti.

Gederson Falcometa Zagnoli Pinheiro de Faria ha detto...

Cerca la distinzione tra errore e errante, dice Irina:

"L'errore va giudicato e condannato.
L'errante aiutato a riconoscere il suo errore e a ripararlo. Nostro Signore lo aiuti per il bene di tutta la Chiesa e per il suo personale e sincero ravvedimento".

La cosa sempre è stato così, ha detto bene Irina. Però, se se pensa che la grazia è dovuta alla natura, come se fa la considerazione sulla relazione tra errore e l'errante?

Facendo questa considerazione tra errore e l'errante per la dottrina del soprannaturale di De Lubac, veramente non se può confondere in nessun modo l'errore e l'errante. Secondo se può leggere del testo del cardinale Siri "Il rapporto tra ordine naturale e ordine soprannaturale nella nouvelle théologie, per il Cardinale Siri" (http://pascendidominicigregis.blogspot.com.br/2012/08/il-rapporto-tra-ordine-naturale-e.html) sembra, se non sbaglio, che De Lubac diffende che l'uomo realizza sua natura indipendente di ogni errore. Quindi, non ci sono errante nemmeno nell'inferno, per questo, penso, Adrienne Von Spyer ha avuto la visione che nell'inferno ci sono solo errore, non ci sono degli errante, non ci sono persone.

Se la grazia è dovuta alla natura, la misericordia assume un valore assoluto. Un valore che elimina la giustizia, perchè quale il valore di un aiuto esterno all'errante se nel suo interno lui già dispone della grazia di Dio? Consapevolmente o no la maggioranza della gerarchia crede in questa dottrina, forse, per questo non ci sono delle reazioni più vigore tra i membro del clero.

In questo giorno è stata realizzata l'incontro della pace di Assisi. Quando se pensa negli incontri che ha riunito membri di vari religioni in Assisi e se pensa in questo incontro alla luce della nova dottrina del soprannaturale che cosa possiamo pensare? La grazia essendo dovuta alla natura di ogni uomini li presente se può ancora pensare in errore e errante? In questo incontro se vede veramente che la nuova religione se basa nel pensiero della nuova teologia di che Cristo rivela l'uomo all'uomo o sia che ogni uomo è un "dio". Non è più la religione del Dio che se è fatto uomo che sta davanti a noi, ma la religione degli uomini che se hanno divinità.

Gederson Falcometa Zagnoli Pinheiro de Faria ha detto...

La "Dichiarazione congiunta da parte di The Remnant e di Catholic Family News" è lodevole, ma la citazione della prima omilia di Benedetto XVI non riconosce la continuità sostanziale tra Benetto e Francesco. Infatti ha detto Benedetto XVI:

“Il Papa non è un monarca assoluto i cui pensieri e i cui desideri sono legge. Al contrario: il ministero pontificale è una garanzia di obbedienza a Cristo e alla Sua Parola. Il Papa non deve proclamare le proprie idee, bensì attenersi ed educare la Chiesa sempre all’obbedienza alla Parola di Dio, contro ogni tentativo di adattarla o di annacquarla e contro ogni forma di opportunismo”.

Sono belle parole, ma la prima domanda che viene in mente doppo questo branno della sua prima omilia è: che è parola di Dio per Benedetto XVI?

La tradizione per lui non è parola di Dio, come se può leggere della sua definizione nell'Udienza generale di 26 aprile 2006:

"Concludendo e riassumendo, possiamo dunque dire che la Tradizione non è trasmissione di cose o di parole, una collezione di cose morte. La Tradizione è il fiume vivo che ci collega alle origini, il fiume vivo nel quale sempre le origini sono presenti. Il grande fiume che ci conduce al porto dell’eternità. Ed essendo così, in questo fiume vivo si realizza sempre di nuovo la parola del Signore, che abbiamo sentito all’inizio dalle labbra del lettore: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20)". https://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/audiences/2006/documents/hf_ben-xvi_aud_20060426.html

Quindi, rimane la domanda: che è parola di Dio per Benedetto XVI?

La seconda domanda è: se il Papa non è un monarca assoluto i cui pensieri e i cui desideri sono legge, un Papa può rinunciare attraverso una distinzione tra ministerio attivo e passivo del Papato criando il papato emerito?

Per fine, se la tradizione è questo che ha detto Benedetto XVI, se può dire che Francesco pensa diverso?




Gederson Falcometa Zagnoli Pinheiro de Faria ha detto...

A completare il primo commento:

Uno dei punti più importante per capire la situazione è fare l'applicazione dei principi di Giovanni XXIII e del Concilio al terzo segreto di Fatima. Se non dobbiamo mai confondere l'errore con l'errante, come ha insegnato Giovanni XXIII, la Madonna ha sbagliato, perchè in Fatima ha parlato espressamente degli errore della Russia: la Madonna ha fatto confusione tra errori e l'errante? Il più curioso è che per remediare l'errore della Russia, la Madonna non ha chiesto "una condanna severa degli errore", ha chiesto appena la Consacrazione della Russia che mai è stata fatta. La Chiesa attraverso il Concilio ha preferito applicare il rimedio della misericordia, e gli errore della Russia che dovevano essere contenuti sono stati rafforzati...

Luisa ha detto...

Scive Gederson:
"La tradizione per lui non è parola di Dio, come se può leggere della sua definizione nell'Udienza generale di 26 aprile 2006:"

"Concludendo e riassumendo, possiamo dunque dire che la Tradizione non è trasmissione di cose o di parole, una collezione di cose morte.
La Tradizione è il fiume vivo che ci collega alle origini, il fiume vivo nel quale sempre le origini sono presenti. Il grande fiume che ci conduce al porto dell’eternità. Ed essendo così, in questo fiume vivo si realizza sempre di nuovo la parola del Signore, che abbiamo sentito all’inizio dalle labbra del lettore:
“Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20)"


Avrebbe potuto anche riportare queste dette nella stessa occasione:

"In altre parole, la Tradizione è la continuità organica della Chiesa, Tempio santo di Dio Padre, eretto sul fondamento degli Apostoli e tenuto insieme dalla pietra angolare, Cristo, mediante l’azione vivificante dello Spirito: “Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito” (Ef 2,19-22).
"Grazie alla Tradizione, garantita dal ministero degli Apostoli e dei loro successori, l’acqua della vita scaturita dal costato di Cristo e il suo sangue salutare raggiungono le donne e gli uomini di tutti i tempi. Così,
la Tradizione è la presenza permanente del Salvatore che viene a incontrarci, redimerci e santificarci nello Spirito mediante il ministero della sua Chiesa, a gloria del Padre.


Non riesco a capire, senza dubbio un mio limite, che cosa non ha capito Gederson in quelle parole di Benedetto XVI? Che cosa non è chiaro?
Quelle parole sulla Tradizione sono non solo belle e forti ma percutanti, del resto lo hanno capito i suoi nemici che son stati assai irritati e hanno reagito.
Mi sia permesso di dire, sperando di non troppo offuscare chi non condivide il mio pensiero e i miei sentimenti, e sopratutto sperando di non rilanciare una delle solite sterili discussioni, che ogni qualvolta rileggo un testo di Benedetto XVI realizzo il vuoto non solo spirituale ma intellettuale che ha lasciato dietro di sè.

Luisa ha detto...

Anche in Italia c`è chi non sta zitto e sente come non solo un diritto e una responsabilità ma un dovere di reagire alle divagazioni eretiche suscitate da un testo papale, l`AL:

AMORIS LAETITIA SURVIVAL KIT
di Don Alfredo M. Morselli

http://blog.messainlatino.it/2016/09/amoris-laetitia-survival-kit.html

Se anche don Morselli ha detto...

Se anche don Morselli si è stancato di coprire le "vergogne del padre", vuol dire che si è toccato proprio il fondo.

irina ha detto...

@Gerderson

l'errore e l'errante:da quello che so, sempre dopo l'errore e le sue conseguenze si è seguita anche la vita dell'errante nella speranza che subentrasse un ravvedimento, un ripensamento, un pentimento e con questo iniziasse un percorso di vita nuovo.Questo per quello che noi uomini possiamo fare. Può esserci questo percorso nuovo, come non esserci. Può iniziare a volte solo davanti alla pena capitale. Non si faranno a lui mancare tutti i conforti, di cui il sacerdote è ministro,per compiere, nelle migliori disposizioni di Fede, Speranza e Carità, l'ultimo passo in questa vita.
Questo è il nostro ambito.
Confermo il mio distinguo.

irina ha detto...

Ieri sera, casualmente, ho rivisto il video sulla morte,incidente aereo, di J.jr.Kennedy, di sua moglie e di sua cognata.
Quello che mi ha colpita, ieri sera, è stato il puntare il dito sul fatto che i candidati alla presidenza vengono scelti, ultimamente, perchè ricattabili e quindi manovrabili a piacere per tutto il tempo della presidenza. Non dunque per le loro virtù, ma per le loro mancanze.

mic ha detto...

in Fatima ha parlato espressamente degli errore della Russia: la Madonna ha fatto confusione tra errori e l'errante? Il più curioso è che per remediare l'errore della Russia, la Madonna non ha chiesto "una condanna severa degli errore", ha chiesto appena la Consacrazione della Russia che mai è stata fatta
Gederson, evitiamo di fare di Fatima, che evidentemente si riferisce ad una situazione particolare, un nuovo Vangelo.
Il problema iniziato con Giovanni XXIII è stato quello di non condannare più l'errore. Ovvio che in questo modo anche l'errante ha perso l'opportunità della correzione che lo aiuta a rivedersi. Ma i pastori secondo il cuore del Signore sanno ancora discernere.

tralcio ha detto...

C'è un essenziale, intimissimo al cristianesimo, che rischia di sfumare nei mille sospiri che -ognuno per la propria esperienza di amarezza- fanno singhiozzare il Corpo Mistico.

L'essenziale, sperimentabile giornalmente, è la realtà del Santissimo Sacramento.

Il Signore è lì: sta facendo ancora quel che ha già fatto (allora in modo cruento) sul Calvario, sacrificio di se stesso al Padre, sacerdote, vittima e altare! Sta redimendo l'umanità dal peccato. Chiede comunione di vittime che si offrano in sacrificio di espiazione.

L'Eucaristia è il cuore di Cristo e, con l'Incarnazione, la forma umana del Cuore di Dio!
L'amore di Dio è agape: donazione. Non è eros (potenza, conquista, piacere) o filia (sapienza, interesse). Infatti la croce-dolore è debolezza e stoltezza per forti e sapienti!

La passione di Gesù non è durata solo dal Getsemani alla morte di croce.
L'agonia di Gesù non è durata solo le tre ore dalla crocifissione al grido dell'ora nona.
Questa passione e questa agonia dureranno fino alla fine dei tempi, sono tuttora in corso!
E' questo è tanto più vero, quanto più evidente è il dilagare del peccato, non solo per la debolezza dei singoli nei confronti della tentazione, ma per la debolezza della stessa predicazione magisteriale, scesa a compromessi non con l'errante, ma proprio con l'errore!

Il cuore di ogni uomo è la prima linea della battaglia di liberazione di un uomo che va redento dal male! Il Sacramento è l'azione di Cristo, potenza trasformante che ribalta i rapporti di forza tra gli schiavi e il principe di questo mondo, per chi crede al vangelo.

E' questo l'orrore. E' ingratitudine a Cristo. E' lasciarLo solo. E' disprezzo. E' incredulità circa il segno della Croce, verso la realtà del SS.mo Sacramento, verso il Sacro Cuore stesso di Cristo! L'indifferenza con cui in larga maggioranza trascuriamo di sostare adoranti presso un tabernacolo o, qualora presenti, ci aggiriamo nei pressi di un tabernacolo è di gran lunga più scandalosa di ogni altra nostra indifferenza verso la pietà.

Si crede di partecipare alla Santa Messa facendone teatro, celebrando il nostro essere lì.
Si è indifferenti al Sacro Cuore di Gesù proprio durante la Santa Messa.
Siamo lontani dalla Volontà del Padre proprio mentre ci illudiamo di compierla!
Ci riempiamo la bocca di parole sulla Parola, disprezzando la presenza di chi l'ha detta!
Facciamo "festa" in senso materiale, proprio mentre spiritualmente siamo morti!
Accostiamo un "simbolo", spesso in modo sacrilego, invece di avere il santo timor di Dio di chi da malato, umilmente, chiede guarigione!
Pretendiamo di prendere parte già alla resurrezione di Cristo (segno portentoso della Sua Signoria sul nostro destino mortale), senza morire a noi stessi e al peccato.
Confondiamo il dovere di essere comunione al sacrificio di Cristo (e all'istituzione dell'Eucaristia che lo prefigurò e lo precedette di poche ore) con la comunella tra noi.

Dimentichiamo che (Giovanni cap. 6) Gesù esplicitamente dice che chi mangia del suo corpo e beve del suo sangue, Egli lo risusciterà nell'ultimo giorno: il mistero del risorto ci riguarda al futuro (come caparra), perchè il presente ci chiede intanto la comunione al Suo sacrificio, dato che per un cristiano il "vivere in me" (di Gesù) è nel segno della croce.

C'è un essenziale persosi nelle nebbie del protestantesimo, poi della libera interpretazione, in fondo anche di mille interessi mondani e nel disprezzo o nell'insignificanza di una Presenza Reale.
...

tralcio ha detto...

...

S'è perso nella psiche di persone che riconoscono maggior credibilità a Freud o all'esistenzialismo che non a un'esperienza mistica.
Siamo smarriti nella confusione (quando non della malafede) di una filantropia di stampo massonico, su basi gnosticheggianti proprio quando si vanta intrisa di religione.
L'errore e l'errante si arenano sui fondali bassi di chi è troppo attaccato alla terra.
Per costoro non soltanto il Cielo è lontano, ma il mare aperto serve solo al moralismo dell'attenzione ai barconi di chi vaga tra le onde. E' lo "sbarco" ciò che interessa. Ci interessa la onlus che ci avvolge nei pannicelli caldi e poi nell'accoglienza che ci trasferisce in qualche periferia a sbarcare il lunario, mentre ci celebriamo "buoni"...
E' lì l'affare. Andar per mare è solo un dettaglio. Il natante vale meno dell'affare, e può essere sacrificato, ampiamente ripagato dal risultato conseguito.

Altro che la "barca di Pietro".
Per un verso siamo quasi all'inchino della nave da crociera, San Schettino patrono del can can a tribordo.
Per un altro verso praticamente scafisti...

irina ha detto...

Il nostro compito è avere una visione d'insieme grande, articolata come il panorama che abbiamo davanti, dove cielo e terra si incontrano. Nel fare dobbiamo concentrarci sul particolare che abbiamo sotto il naso. Quindi non dimenticare la grande visione cattolica e non trascurare il particolare nel quale mettiamo tutta la nostra scienza ed abilità.

Gederson Falcometa Zagnoli Pinheiro de Faria ha detto...

"Gederson, evitiamo di fare di Fatima, che evidentemente si riferisce ad una situazione particolare, un nuovo Vangelo".

Mic, non se tratta di fare di Fatima un nuovo Vangelo, ma di vedere la relazione tra Fatima e ciò che è accaduto nella Chiesa doppo 1960, perchè la Madonna ha detto che doppo questo anno le cose sarebbero più chiare. Quindi, la situazione particolare che se referisce Fatima evidentemente tratta di ciò che accade nella Chiesa doppo 1960. La contraddizione tra il desiderio espresso dalla Madonna e che le cosa ha fatto Giovanni XXIII, è evidente. Il grande particolare del messaggio di Fatima si riduce a una questione finora senza risposta:

La Chiesa ha sempre affrontato gli errori e le eresie, e gli ha superato, in nessuno di questi scontri la Madonna apparve a chiedere e promettere qualcosa alla Chiesa, perchè al affrontare gli errori della Russia e superargli, è stata necessaria una apparizione della Madonna in Fatima per chiedere una semplice consacrazione?

Gederson Falcometa Zagnoli Pinheiro de Faria ha detto...

Irina,

Sono d'accordo con la tua distinzione, è giusta. Se l'errante non è identificato con il suo errore, lei non esiste più nella questione di diritto ma continua e continuerà ad esistere di fatto, è la libertà totale per l'errore e il fine dell'autorità. Un esempio pratico di questo problema ci sono tantissime, ma due più evidente sono quelli della liturgia e del supposto problema ermeneutico del Concilio. Nel caso del supposto problema dell'ermeneutica della continuità e della rottura, questo discorso comincia con Paolo VI e ando à Benedetto XVI. Però, chi l'autorità Vaticana ha detto di fare l'ermeneutica della rottura? Chi è stato correto? Se non sappiamo chi sono gli erranti, come l'altre persone hanno di evitare i mali e rimanere nel bene? Come i semplice cattolici possono ancora avere la sinderese?

Questo è il problema di fondo della AL, e non è solo di responsabilità di Papa Francesco, questo solo fa l'applicazione alla dottrina cattolica del sacramento del matrimonio. Se l'erranti mai deve essere confuso con l'errore, non solo i divorziati rispostati devono avere accesso alla comunione, ma tutti gli erranti (anche i luterani). È qualcosa assurdamente anti-cattolica e anti-cristiana...

Gederson Falcometa Zagnoli Pinheiro de Faria ha detto...

A completare la questione della tradizione:

La definizione di tradizione di Benedetto XVI nell'Udienza sembra più essere un discorso sulla sucessione apostolica che sulla tradizione, perchè questa, e non la tradizione, è precisamente la comunione nel tempo è la sucessione apostolica, la tradizione è la comunione di questa sucessione con la tradizione come fonte di rivelazione. Parlando di Ratzinger i suoi problemi cominciano già con il concetto di rivelazione, come se può leggere della sua "Prefazione al secondo volume dei miei scritti", dove parla della sua tese di dottorato:


"Per quanto riguarda il contenuto [della sua tese di dottoraro], ho dovuto affrontare la seconda importante questione di cui si occupa la teologia fondamentale, ovvero il tema della Rivelazione. A quel tempo, in particolare a motivo della celebre opera di Oscar Cullmann "Christus und die Zeit [Cristo e il tempo]" (Zürich, 1946), il tema della storia della salvezza, specialmente il suo rapporto con la metafisica, era diventato il punto focale dell'interesse teologico. Se la Rivelazione nella teologia neoscolastica era stata intesa essenzialmente come trasmissione divina di misteri, che restano inaccessibili all'intelletto umano, oggi la Rivelazione viene considerata una manifestazione di sé da parte di Dio in un'azione storica e la storia della salvezza viene vista come elemento centrale della Rivelazione. Mio compito era quello di cercare di scoprire come Bonaventura avesse inteso la Rivelazione e se per lui esistesse qualcosa di simile a un'idea di "storia della salvezza"".

Qui se capisce che cosa Benedetto XVI quando dice che "la Tradizione non è trasmissione di cose o di parole, una collezione di cose morte" vuole confutare il concetto di rivelazione della neoscolastica. Il concetto di rivelazione di Ratzinger è lo stesso del protestante Oscar Cullman che aveva una "teologia della storia della salvezza" secondo il Padre Batista Mondin nel suo libro "Storia della teologia", volume 4: Oscar Cullman: teologia della storia della salvezza (https://books.google.com.br/books?id=uxyWJd32HB4C&pg=PA415&lpg=PA415&dq=Oscar+Cullmann+Storia+della+salvezza&source=bl&ots=87obqjKqQM&sig=gWclBS4i2k4OZwQ8u-dOOhXW81Y&hl=pt-BR&sa=X&ved=0ahUKEwjKhKvn_arPAhWHx5AKHeVQC-AQ6AEIJzAB#v=onepage&q=Oscar%20Cullmann%20Storia%20della%20salvezza&f=false). Per questo quando parliamo di protestizzazione della Chiesa, non possiamo dimenticare che Ratzinger ha introdotto nel seno della Chiesa, un concetto teologico protestante di rivelazione...

Signore Gesu'Cristo , Figlio di Dio , abbi pieta' di me che sono peccatore ! ha detto...

Zitto Tu (che in 2000 anni non hai combinato granche' ) , Parlo io !

https://cronicasdepapafrancisco.wordpress.com/2016/09/21/cristo-ci-ha-lasciato-la-sua-pace-non-lo-spirito-di-assisi/

E' mio compito pregare per il Papa , per i Sacerdoti , per la Santa Madre Chiesa Cattolica Apostolica Romana , per la conversione mia e dei poveri peccatori .
Si dice : "Non si muove foglia che Dio non voglia ".
Dio sa .
Quale Dio ?
Il Dio di Gesu' Cristo , tanto per essere chiari !

irina ha detto...

@ Gederson

Ho finito poco fa di leggere un'ampia sintesi dell'intervento di Padre Lanzetta al convegno sul Vaticano II del 2010, riportato qui sulla destra. Ho scritto un commento che ho cancellato ma,dopo la mia risposta a lei, riscriverò.

Facciamo finta che lei ed io scriviamo una decina di pagine su un argomento xy. Lei con il suo bagaglio culturale, io con il mio. Cerchiamo di stare in argomento, qualche inciso qui, qualche inciso là. Poi lo spediamo a Maria e partiamo. Maria leggendolo si accorge che c'è qualcosa di troppo o troppo poco. Che fa? Corregge, ci avvisa, noi la ringraziamo, lo rispedisce a noi nella versione corretta, noi la firmiamo, lo manda anche a tutti gli altri che l'hanno firmato per rifirmarlo. Così l'errore è stato corretto. Questo per dire che se si vogliono diradare le nebbie, si diradano. Se le nebbie si vogliono mantenere, si mantengono.

Ogni volta che leggo qualche testo su CVII, è vero che imparo sempre di più ma, mi riconfermo in alcuni pensieri che nulla fin qui ha scalfito. Tutti gli spiriti del tempo sono entrati al galoppo nella assise conciliare. Iniziando all'interno una giostra di parole che si sono messe e di traverso in molti documenti e sono sfilate a passo di parata nei mezzi di comunicazione di massa. Nei documenti infine una stessa frase chiariva la frase precedente ed oscurava, a futura memoria la seguente; mentre sui mezzi di comunicazione di massa i cavalli venivano frenati repentinamente o lanciati alla carica con le spade sguainate.
Molti sono pronti per un terzo Concilio che ci porti al passo con i tempi.Visto che il secondo non è stato nè digerito, nè assimilato nel suo vero spirito, lo lascerei
decantare in silenzio, senza parlarne più. Aspettiamo che la natura faccia il suo corso. In santa pace occupiamoci della realtà, della sana dottrina, delle vite dei santi, delle scuole, della filosofia , della storia,della liturgia, della carità seria e di tutto quello che abbiamo trascurato per andare dietro al vento.Lasciando ognuno al suo posto in silenzio.

Gederson Falcometa Zagnoli Pinheiro de Faria ha detto...

Cara Irina,

Lei ha una buona posizione e sono d'accordo con te. Quello che hai detto nel tuo commento è ciò che San Vincenzo de Lérins già spiegato nel suo libro Commonitorium, come si può leggere (non trovato in italiano):

CHAPTER II.
A General Rule for distinguishing the Truth of the Catholic Faith from the Falsehood of Heretical Pravity.
[4.] I have often then inquired earnestly and attentively of very many men eminent for sanctity and learning, how and by what sure and so to speak universal rule I may be able to distinguish the truth of Catholic faith from the falsehood of heretical pravity; and I have always, and in almost every instance, received an answer to this effect: That whether I or any one else should wish to detect the frauds and avoid the snares of heretics as they rise, and to continue sound and complete in the Catholic faith, we must, the Lord helping, fortify our own belief in two ways; first, by the authority of the Divine Law, and then, by the Tradition of the Catholic Church.
[5.] But here some one perhaps will ask, Since the canon of Scripture is complete, and sufficient of itself for everything, and more than sufficient, what need is there to join with it the authority of the Church’s interpretation? For this reason,—because, owing to the depth of Holy Scripture, all do not accept it in one and the same sense, but one understands its words in one way, another in another; so that it seems to be capable of as many interpretations as there are interpreters. For Novatian expounds it one way, Sabellius another, Donatus another, Arius, Eunomius, Macedonius, another, Photinus, Apollinaris, Priscillian, another, Iovinian, Pelagius, Celestius, another, lastly, Nestorius another. Therefore, it is very necessary, on account of so great intricacies of such various error, that the rule for the right understanding of the prophets and apostles should be framed in accordance with the standard of Ecclesiastical and Catholic interpretation.
[6.] Moreover, in the Catholic Church itself, all possible care must be taken, that we hold that faith which has been believed everywhere, always, by all. For that is truly and in the strictest sense “Catholic,” which, as the name itself and the reason of the thing declare, comprehends all universally. This rule we shall observe if we follow universality, antiquity, consent. We shall follow universality if we confess that one faith to be true, which the whole Church throughout the world confesses; antiquity, if we in no wise depart from those interpretations which it is manifest were notoriously held by our holy ancestors and fathers; consent, in like manner, if in antiquity itself we adhere to the consentient definitions and determinations of all, or at the least of almost all priests and doctors".


Così come è il compito di Maria sarebbe quello di fare la nostra correzione, nel tuo esempio, è il compito dell'autorità della Chiesa Cattolica fare la correzione degli erranti in materia di fede e di morale. Però, questo compito con il Concilio Vaticano II se è cambiato. Adesso sembra che il compito dell'autorità è diffendere supposti diritti degli erranti in materia di fede e di morale (questo è stato chiaro nell'ultimo sinodo). In questo punto se vede che la mentalità degli diritti umani ha invaso la Chiesa. Un tempo fa un'amico mio ha perso un'amica assassinata, la comissione dei diritti umani invece di visitare la famiglia della vitima ha visita quello che ha comesso il crimine per diffendere i sui diritti. Qui in Brasile per i diffensori degli diritti umani, i poliziotti sono peggiori che i criminalli, è uno problema analogo al che vive la Chiesa nel pontificato di Francesco.

Gederson Falcometa Zagnoli Pinheiro de Faria ha detto...

Nelle parole di S. Vincenzo è chiaro che se non avesse l'autorità della Chiesa, la S. scrittura sarebbe intesa appena in modo soggetivo come lo è nel protestantesimo a 500 anni. Questo problema di intesa soggetiva è il vero problema del Concilio Vaticano II: qualcuno capisce il Concilio come vuole, come se l'autorità della Chiesa non esistisse più. Non esiste continuità tra la tradizione cattolica e il Concilio Vaticano II. Nemmeno in un'ermeneutica della riforma nella continuità che è una falsità.

Questo è apparso nell'ultimo sinodo dove è stato chiaro che il concetto di pastorale tra i partecipanti del Sinodo non è stato lo stesso. Qualcuno capisce pastorale secondo "il suo bagaglio culturale" e le sue inclinazioni. Però, rimane il mistero sul ciò che significa pastorale. Oggi sembra che il suo signicato riguardi la praxis della Chiesa ma in passato sembrava essere l'applicazione della teoria alla praxis in modo che prima del Concilio non è mai esistito un Concilio pastorale, una volta che l'applicazione della teoria alla praxis se richiede prima la teoria (teoria che se può anche chiamare dottrina). In passato ci sono stati dei Concili che ci sono espressi in uno grado minore di autorità per questo non se può dire che sono stati Concili pastorale una volta che i Concili hanno la finalità di promulgare delle dottrine per i pastori facere pastorale.

Secondo me il Concilio Vaticano III già è in atto: il pontificato di Francesco è l'aggiornamento dell'aggiornamento, è la superazione del contesto conciliare...

Gederson Falcometa Zagnoli Pinheiro de Faria ha detto...

«Il Falso Profeta avrà una religione senza croce. Una religione senza un mondo a venire. Una religione per distruggere le religioni. Ci sarà una chiesa contraffatta. La Chiesa di Cristo [la Chiesa cattolica] sarà una. E il falso profeta ne creerà un’altra. La falsa chiesa sarà mondana, ecumenica e globale. Sarà una federazione di chiese. E le religioni formeranno un certo tipo di associazione globale. Un parlamento mondiale delle chiese. Sarà svuotato di ogni contenuto divino e sarà il corpo mistico dell’Anticristo. Il corpo mistico sulla terra oggi avrà la sua Giuda Iscariota e sarà il falso profeta. Satana lo assumerà tra i nostri vescovi.

L’Anticristo non si chiamerà così; altrimenti avrebbe seguaci. Egli non indossarà calze rosse, nè vomitarà zolfo, né portarà un tridente né una coda come Mefistofele nel Faust. Questo per aiutare il Diavolo a convincere gli uomini che egli non esiste. Quando l’uomo lo nego, più diventa potente. Dio ha definito Sé stesso come “Io sono colui che sono”, e il Diavolo come “Io sono colui che non sono"". Mons. Fulton Sheen, Flynn T & L. Il Tuono di giustizia. Maxkol Communications, Sterling, VA, 1993 p. 20 - https://oracolocooperatoresveritatis.wordpress.com/2015/09/09/il-falso-profeta-e-lanticristo/

Dentro della distinzione tra errore e gli errante, e nel pontificato di uno Papa che ha detto "Chi sono io per giudicare?", è interessante leggere queste parole di Mons. Fulton Sheen:

"Da nessuna parte nella Sacra Scrittura troviamo descritto il Diavolo come un buffone… Piuttosto è descritto come un angelo caduto dal cielo, come “il principe di questo mondo”, il cui scopo è convincerci che non c’è la vita eterna . La sua logica è semplice: se non c’è il paradiso non c’è inferno; se non c’è l’inferno, allora non c’è peccato; se non c’è peccato, allora non c’è nessun giudice, e se non c’è giudizio, allora il male è bene e il bene è il male. . Ma come farà a convincerci alla sua religione?"

Per concludere la semplice e chiara logica di Mons. Fulton Sheen, se può concludere che resterà a questa religione appena la predicazione della misericordia che diventerà un discorso appena umanitario...

irina ha detto...

Catholic Herald, "Liberal Catholicism's unexpected crisic"

Anonimo ha detto...

Condivido in toto il pensiero di Gederson, se uno si documenta il disegno attuato è superevidente, il falso profeta non è uno solo ma una serie di...dal CVII, è una sostituzione effettuata in alto al posto del profeta, e chi è il profeta che conferma la verità e condanna l'errore se non il Vicario di Cristo, l'unico ad averne l'Autorità da Dio stesso, a barriera al praevalebunt? Ora il pastorale ha sostituito la vera dottrina, la stessa rivelazione, a questo punto si deve prendere atto che è altro da vicario di Cristo. Il pastorale è connesso alla Rivelazione, NON PUO' essere altro. Aprire gli occhi è la prima fase , il primo scalino per ri-trovare la VERITA', cerchiamo la verità soltanto, al di là e oltre i paraocchi (che sono numerosi e studiati a tavolino, tanto da avere poi divisioni anch e nella resistenza cattolica, tradizionalisti mp, fraternità, tesi di un papato dimezzato, sedevacantismo totale , opinioni varie alla DN o DF.....questo NON è Cattolicesimo ovvero universalità della stessa fede.

irina ha detto...

@Gederson
Grazie, per aver portato queste citazioni.Lei ha perfettamente ragione nel dire che la Chiesa è venuta meno al suo compito di custode.Non sceglie più quello che è nutriente, e non rigetta quello che è velenoso, per i suoi figli. La correzione reciproca, noi stessi, la pratichiamo continuamente quando siamo in grado di farlo, avendo individuato l'errore e conoscendo il vero.La domanda allora da farsi è, com'è successo, come succede, che anche chi ha la capacità di individuare l'errore non ha la possibilità o la capacità di fermarlo alla fonte subito? Sappiamo che nel CVII ci furono Padri che gli errori li segnalarono. Furono però tacitati. Furono tacitati da tutti gli altri. Com'è potuto succedere? In un suo scritto, non so dire quale, J.Ratzinger parla dello spirito di gruppo, dal quale bisogna guardarsi, quando si lavora con altri, per non dimenticare la Verità. Credo che questo sia stato uno dei tanti spiriti altri che ha lavorato intensamente durante il CVII. Ed è lo stesso spirito dei cortei studenteschi. Sono quei momenti di ebbrezza in cui ci si discioglie nel gruppo, che diventa un tuo corpo più grande con una sola testa e un solo cuore. Credo che il clima sia stato creato da i soliti pochi che arrivarono al Concilio con l'intenzione di torcerlo verso il pensiero del mondo, sempre più eccitante ed eccitato del piano pensiero che parla delle virtù che l'uomo deve coltivare in se stesso.Ora non vedo altra possibilità, oltre alla preghiera sempre più robusta e costante, che un'azione quotidiana piccolissima di ognuno, (tra coloro che non sono assopiti nello spirito di gruppo generale)volta ad un semplice e sintetico apostolato quotidiano.Così da rimettere in circolazione il clima, l'atmosfera, la mentalità cattolica di sempre.E' questa un'azione da soldati semplici, consacrati o laici che siano. Niente trombe, niente lacrimogeni, niente intimidazioni: una parola. Qui e là. Con costanza ferrea e amore di fuoco.
Buon lavoro, Gederson.

irina ha detto...

Piccola scaletta,fin qui, degli spiriti citati da più fonti, che si presume essere stati presenti durante i lavori del CVII:

1)spirito del tempo;
2)spirito di gruppo;
2.a)spiritus rector;
3)spirito di contraddizione.

P.S.Forse entrati col fumo, senza essere stati invitati.

mic ha detto...

Sì, cara Irina,
a ben vedere la scaletta potrebbe allungarsi di molto.
Al primo posto metterei lo spirito gnostico che porta con sé quelli del panteismo e dell'immanentismo da cui nasce lo spirito dell'uomo autodivinizzato e non assunto dal Signore per partecipazione....

Luisa ha detto...

Ieri sera in prima serata sul canale pubblico più guardato in Francia è passato un programma sul Vaticano e i suoi scandali, non sono mancati i soliti clichés, immagini del CVII, del durissimo discorso-requistoria di Frings ( scritto dall`allora giovane teologo Ratzinger) e dei terribili conservatori che volevano soffocare il vento di libertà che soffiava, al punto che furono ...obbligati di chiudere i microfoni al card. Ottaviani che voleva replicare alle accuse , libertà che per la povera chiesa ha coinciso con maggio `68 causa della crisi del sacerdozio e della fede(...), scandali finanziari con immagini di Giovanni Paolo II che per raccogliere soldi per le cause che gli stavano a cuore ha lasciato le mani libere a Marcinkus, non poteva mancare la piaga della pedofilia e il plauso finale al salvatore Jorge Bergoglio e alle sue bastonate alla Curia, al suo governo parallelo per neutralizzare e raggirare la Curia, Bergoglio così amato dal popolo, dalla base ( una base che qualche secondo prima è stata descritta come lontana dall`insegnamento della Chiesa e dalla pratica, dunque Bergoglio è adorato da sedicenti cattolici che nei fatti non lo sono più da tempo).
Stranamente ( o no) hanno risparmiato Benedetto CVI che "per il bene" della chiesa si è fatto da parte.

Certo è che se "diventare" di nuovo fieri di essere cattolici è seguire le orme di Jorge Bergoglio, è appartenere alla "chiesa di Francesco" e non alla Chiesa di Cristo, è assumere con fierezza di essere quei lontani, lontani dalla fede, dalla Chiesa, dal suo insegnamento, se "essere cattolici" è rinnegare la Dottrina della Chiesa come "dépassée", c`è qualcosa che non quadra, ma siccome quel che oggi conta nella chiesa è l`uomo con le sue voglie, è raccogliere il plauso del mondo, c`è una certa corenza, una coerenza malefica ma corenza.

Anonimo ha detto...

Dice Gesù che chi non entra dala porta o è un ladro (si appropria di ciò che non è suo) o è un brigante (quindi vuole fare danno). Ora chi non usa della Porta (Gesù Cristo) con l'infallibilità o è un ladro o è un brigante.

irina ha detto...

@mic,
ho iniziato quel commento tra il serio e il faceto, cercando di attenermi a quegli spiriti da tutti conosciuti e di cui potevo indicare chi l'aveva citato o pensato.
Anche io poi, tra me e me,sono andata a ruota libera. Quando mi sono fermata, diventando improvvisamente seria. Certamente aver radunato a Roma tanti alti prelati e averli tutti a disposizione è stato aver offerto un'occasione imperdibile al nemico. Col senno di poi sarebbe stato prudente tenerseli tutti in Vaticano, benedirli almeno tre volte al giorno.In clausura. In particolare i giovani teologi pieni di soverchia autostima intellettuale. Si è pensato a tante vuotaggini e non si è avuta la giusta cura di quei maestri, abbandonati a tanti spiriti che si moltiplicavano in modo esponenziale nei tanti incontri cospiratori.Questa modalità di raccolta e di disinteresse per la santa tranquillità e la santa concentrazione dei pastori, l'abbiamo vista anche nei recenti sinodi.Avrebbero dovuto essere trattati con grande cura ed attenzione, in forza del fatto che sono esseri umani che appartengono soltanto a Dio, Uno e Trino, e devono occuparsi dell'uomo per portarlo a camminare con Dio in terra verso il cielo.Per concludere, nessuno ha dimostrato, allora ed ora, di preoccuparsi della loro spiritualità, in momenti che proprio a questa spiritualità veniva richiesto lume per comprendere, proporre, decidere santamente.

Gederson Falcometa Zagnoli Pinheiro de Faria ha detto...

Cara Irina,

Grazie per i tuoi commenti, come ho detto la tua posizione in questa crise è buona. La questione della distinzione tra errore e gli erranti per me è fondamentale. Il Verbo se ha fatto carne per liberare gli erranti degli errori, è venuto per salvare le nostre anime della condannazione eterna. Però, se mai se può confondere gli errore con gli erranti, quale il senso dell'Incarnazione del Verbo? Dio non sapeva questo? Come può condannare gli erranti all'inferno?

Questa distinzione ha un sapore di luteranesimo, di sola fides. Lutero in quanto ha diffeso che la natura umana sta irrimediabilmente corrota dal peccato originale nega l'efficacia della grazia e afferma che l'uomo riceve la giustificazione solo per la fede. Così l'uomo luterano rimane nell'errore e pensa che per il suo atto di fiducia in Dio Lei non lo considererà più un'errante ma un giusto. È certo che questo possiede delle conseguenze sociali o sia il protestante considera l'altro protestante dello stesso modo che pensa che Dio lo considera. Nonostante i peccati e gli errori il protestante considererà l'errante giusto solo per lui fare un'atto di fede in Dio, anche se l'opere sono totalmente l'opposto di ciò che professa la sua fede. Doppo alcuni tempi di questa dottrina protestanti, l'identificazione dell'errore e nell'errante lasciarà di esistere. Però, quando i cattolici non avevano dimenticato questa identificazione, Bossuet argomentava efficacemente contro il protestantesimo nel suo libro Les variations: tu changes; donc tu es l'erreur.

Per finire, il Concilio mette in atto un altro concetto di religione. Il grande problema che questo ha voluto risolvere era una Chiesa spenta del mondo moderno. Così in quanto il Concilio vuole aggiornare la Chiesa a questo mondo, vuole allo stesso tempo religare la Chiesa, al mondo. In fondo se tratta veramente un'altra concezione di religione e lo stesso spirito è diventato più forte con Papa Francesco.

Un caro saluto dal Brasile

Gederson ha detto...

Un po di Henri De Lubac:

Henri De Lubac (20 febbraio 1896 - 4 settembre 1991) è uno dei più insigni teologi cattolici del Novecento, oltre che uno dei principali ispiratori del Concilio Vaticano II; egli godette delle simpatie di Giovanni Paolo II, che lo volle cardinale, ma fu poi oggetto di ostilità da parte di Pio XII e dei teologi di ispirazione neotomista. Con Jean Daniélou (1905-1974), De Lubac diresse l’importante collana intitolata “Sources chrétiennes”. Compì studio vari e approfonditi, che spaziavano dalla tradizione cristiana patristica e medievale alle filosofie non cristiane e contemporanee. Al cuore della sua riflessione sta l’attenzione per la tradizione, specialmente quella patristica: da essa egli trae i motivi ispiratori del proprio pensiero, che sono la centralità del sovrannaturale, la Chiesa come mistero di unità, la Bibbia come vivente ricchezza di significati simbolici. A partire dalla sua prima opera, Cattolicismo (1937), De Lubac mette in luce la propria abilità nel far affiorare nuove dimensioni e nuovi scorci dei problemi filosofici e religiosi. Egli rifiuta, soprattutto nel saggio del 1946 sul tema della grazia (intitolato Soprannaturale), la “dottrina dei due piani” invalsa col Concilio di Trento, la quale sosteneva il carattere estrinseco dell’ambito della grazia rispetto a quello della natura. Secondo tale dottrina, la natura avrebbe un proprio ordinamento e un suo fine specifico e autonomo. Facendo valere una posizione fortemente unitaria, De Lubac recupera la prospettiva di Tommaso d’Aquino, secondo la quale è possibile parlare di naturale desiderio nell’uomo della visione beatifica. Superando con risolutezza ogni concezione dicotomica dell’essere umano e, insieme, ponendo l’accento sull’autonomia assoluta della realtà naturale, collocata non più su un piano inferiore rispetto a quello sovrannaturale, De Lubac fa valere una posizione unitaria e di forte sapore tomistico. Con la pubblicazione dell’opera Il dramma dell’umanesimo ateo, del 1944, De Lubac si confronta con la problematica dell’ateismo filosofico nelle sue molteplici declinazioni: di esso, il pensatore francese accoglie alcune tesi, ma rigetta totalmente la convinzione secondo la quale l’affermazione di Dio implicherebbe necessariamente la negazione dell’uomo. In rottura con questa tesi, De Lubac guarda a Kierkegaard e a Dostoevskij per capovolgere le posizioni dell’ateismo filosofico, sostenendo a più riprese che è la negazione di Dio a produrre la negazione dell’uomo. Come prove lampanti del suo asserto, De Lubac può portare tutte le tragedie che hanno costellato il Novecento e che sono state compiute ogni qual volta l’uomo ha preteso di negare Dio e fare da sé. In opposizione con l’ateismo, è possibile secondo De Lubac mettere in luce come umanesimo e cristianesimo, lungi dall’elidersi mutuamente, siano coessenziali. http://www.filosofico.net/delubac.htm

Un po in più:
Desiderio e grazia. Levinas e De Lubac

1. Il significato filosofico del desiderio secondo Levinas
2. Il dibattito sul desiderio naturale del soprannaturale e il dualismo moderno
3. La gratuità della grazia
4. Conclusione
http://mondodomani.org/dialegesthai/ws01.htm#par2





irina ha detto...

@Gederson

La distinzione tra errore ed errante è come una porta che noi lasciamo aperta. Ci sono ricadute dell'errante e le mettiamo sotto la dicitura, ignoranza; le ricadute si fanno frequenti e parliamo di ignoranza invincibile; la ricaduta si fa stile di vita e parlo di orribile forza (C.S.Lewis).Intano la porta da aperta è diventata socchiusa, poi appena accostata. Infine è il cuore stesso che naturalmente la chiude, anche se preghi e speri, per la salvezza dell'errante, che un miracolo apra la sua dura cervice almeno sul letto di morte.

Gederson Falcometa Zagnoli Pinheiro de Faria ha detto...

Cara Irina,

Hai raggione. Forse il contrario della nuova dottrina sul errore e gli erranti sia anche vero e nessuno possa più essere identificato con la verità. Per questo vediamo tantissime cattoliche che di cattolico hanno appena il nome (come il Cammino Neocatecumenale che non è católico ma sono chiamati di cattolici). In senso contrario, forse, i FFI sono stati condannati per avere una identificazione troppo forte con la dottrina cattolica. In questo me sembra avere una forma evidente di nichilismo dove il Vangelo se torna più il Hamlet di Shakespeare che il vero e proprio Vangelo di Gesù Cristo. Il vero problema è essere contro ogni forma di essere o non essere, rimanere tra uno e altro come Hamlet...

irina ha detto...

@ Gederson

Chi insegna ha il dovere di insegnare il Vero.
A Medjugorje c'è una comunità di recupero di tossicodipendenti.La condizione per l'ingresso è che ognuno vada di propria volontà.
Appena entrato il tossicodipendente viene affiancato da un altro tossicodipendente guarito, nella funzione di angelo custode. Questo angelo custode umano affianca il tossicodipendente appena entrato 24 ore su 24. Le regole, gli orari,la preghiera, il lavoro, il riposo,sono uguali per tutti e devono da tutti essere rispettati e svolti.
Naturalmente quello appena entrato non è in grado di sottoporsi a nessun tipo di disciplina;l'angelo custode umano, senza alcun commento o rimprovero, compie in silenzio anche il dovere di quello appena entrato, piccolo o grande che questo sia.
Arriva un momento, col passare del tempo, che la regola della preghiera, del lavoro, l'accompagnamento tacito fraterno, sia dell'angelo custode umano sia degli altri,sortiscono l'effetto desiderato e il nuovo entrato spontaneamente svolge il suo lavoro con piacere e dedizione. Quando questa posizione è consolidata e provata, il nuovo venuto può diventare l'angelo custode umano di un altro "rottame" che, con le ultime forze rimaste sane, bussa per entrare e per guarire.
Quindi chi ha sbagliato può guarire, se vuole, e se è accompagnato seriamente con un rapporto uno ad uno, entro una comunità rigorosa nell'adempimento delle regole.
Allora non si tratta di essere amletici nel giudicare il male, il giudizio deve essere netto:sì o no. Bisogna altresì essere pronti ad accogliere con rigore, pieno di dedizione, per aiutare a guarire, chi vuol guarire. Ciò si avvicina ad un amore forte, rispettoso delle cadute dell'altro e della sua ritrovata libertà di essere umano. L'errante va accolto, se lo chiede di sua volontà, va accompagnato con serietà e competenza fino a che è in grado di fare da solo il bene spontaneamente.La volontà d cambiare vita va espressa chiaramente. L'accoglienza deve essere seria e forte, quanto e più per colui che ha fatto del male, è stato mendace con gli altri e debole con se stesso.
Per allargare un poco il tema, voglio sottolineare che nessuna comunità può e deve sobbarcarsi un lavoro di recupero e/o di integrazione superiore alle sue forze religiose, morali, culturali, economiche. Recupero ed integrazione costano moralmente e culturalmente. Il rischio, se questa forza non c'è, è che siano coloro che accolgono a perdere se stessi, la propria identità dal punto di vista religioso, morale, culturale,e la propria autonomia economica.

Marisa ha detto...

Sulla contestazione verso la neo-chiesa e sui modi da usare:

"(...........) Dunque c'è una gamma di toni che va dal guanto di velluto al pugno di ferro. E San Francesco di Sales, nella Filotea, dopo aver dedicato qualche pagina sul giudizio temerario e sulla maldicenza, ammonendo a tenersene alla larga, scrive anche:
<> "

(dal blog chiesa e post concilio - del ?)