Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 16 maggio 2018

Avrò cura di te. Custodire la vita per costruire il futuro - Padre Serafino Lanzetta

Come si è ridotto a vivere e a morire l’uomo del nostro tempo? Non ha più diritto a nascere e non ha più nemmeno la libertà di vivere?
La menzogna e l'autodeterminazione sono diventati i pilastri di questa civiltà che, chiudendosi a Dio e alle verità prime, si incammina sulla via dell'autodistruzione. Abbandonato Dio, l’uomo è in balia del grande Tentatore, che si contorna di depravazione, corruzione e dissolutezza, lasciando e annientando le sue vittime nel caos e nella disperazione. Dove «si andrà se continua a predominare il soddisfacimento di sé, la ricerca di sé e del proprio appagamento, checché ne deriva agli altri e soprattutto ai più indifesi come i bambini?», una cultura simile genera una «guerra tra il soddisfacimento senza futuro e la voglia di vivere per soddisfarmi ancora. Una divisione interna alla persona è alla radice d’ogni altra oppressione» (pp. 21-22), parole forti, audaci, e sapienti che incontriamo scorrendo l'opera di Padre Serafino Lanzetta in onore del valore della vita, dal titolo Avrò cura di te. Custodire la vita per costruire il futuro

La deriva è l'aver cacciato Dio dalla nostra società. Chiudersi a Dio comporta chiudersi alle verità prime della vita ai suoi beni fondanti. La vita senza i beni che la fondano non c'è, è un'apparenza, un arbitrio. Oggi l'Europa, il mondo, vive in questo arbitrio. Quale diritto sarà veramente garantito all'uomo quando viene calpestato quello primissimo di esserci in questo mondo?  In nome di cosa siamo persone libere?
La vita non è un diritto, è un dono perché la vita non è un diritto è un dono. Un figlio 'fabbricato' perché il genitore lo voleva a tutti i costi, in un clima vitale di questo tipo come si misurerà con la libertà , cosa sarà per lui scegliere nella libertà, avrà un concetto di gratuità di dono? Se questa verità si allarga, il primato della libertà finisce con l'essere calpestato dal primato dell'autodeterminazione. A questo dobbiamo ribellarci con la santa battaglia che ci sottrae dalla condizione di squallore in cui siamo precipitati.

11 commenti:

irina ha detto...

Sono nata in un periodo in cui i figli si avevano o non si avevano, cioè alcune persone sposate, benché desiderassero ardentemente un bambino, questo bambino non fu loro donato mai. Dagli esempi che ho visto intorno a me, questo dolore è stato grandissimo per tutti coloro la cui attesa fu delusa. Tante alternative si aprivano a chi si trovò in questa situazione, non ultima quella di cambiare marito o moglie. Alcuni caddero in questa tentazione, si unirono ad altre persone, ebbero figli ma, felici non furono più. Altri invece, pur straziati, accettarono insieme la loro sorte; questa accettazione illuminò altre alternative che insieme percorsero. L'appoggio che questi diedero alle famiglie con figli dei loro fratelli e sorelle, di amici, di sconosciuti, cooperando alla costruzione e conduzione di asili e scuole per le madri che dovevano lavorare, istituendo borse di studio per aiutare seminaristi o chi, capace, era nell'indigenza. Altri invece cercarono di tradurre un loro sogno nella realtà, con grandi sacrifici, con grande irrisione da parte di chi non capiva, finchè riuscirono e tutti noi ancora ne beneficiamo. Furono vite tutte molto austere, che arricchirono gli altri e loro stessi, certamente non sul piano del vitello d'oro. Non conobbero nè l'happy hour, nè orgette, viaggetti e cenette, nessuno, proprio nessuno di loro conobbe la vita degna, intesa come oggi tale la si intende, pur disponendo di mezzi. Ma quelle vite furono e sono e saranno sempre degne oltre misura, davanti a Dio e agli uomini veri.

tralcio ha detto...

L'ISTAT certifica oggi alcuni dati molto tristi.

Italiani più vecchi e soli. La popolazione totale diminuisce per il terzo anno consecutivo di quasi 100mila persone rispetto al precedente: al 1° gennaio 2018 si stima che la popolazione ammonti a 60,5 milioni, con 5,6 milioni di stranieri (8,4%). Così il rapporto Istat secondo cui l'Italia è il secondo paese più vecchio del mondo: 168,7 anziani ogni 100 giovani. Il Paese appare anche più fragile rispetto all'Ue: il 17,2% si sente privo o quasi di sostegno sociale. Gli anziani che vivono soli passano oltre 10 ore senza interazioni con altri. In questo contesto i 5,6 milioni di stranieri sono la parte giovane, cioè l'Italia è in via di "superamento" culturale. Niente accade per caso.

Ascensore sociale bloccato. La dote familiare in termini di beni economici ma anche di titoli di studio e attività dei genitori è ''determinante'' per avere successo nello studio e nel lavoro: solo il 18,5% di chi parte dal basso si laurea e il 14,8% ha un lavoro qualificato.

"Il Mezzogiorno rimane l'unica ripartizione geografica con un saldo occupazionale negativo rispetto al 2008 (-310 mila, -4,8%)". Quindi il Sud non ha ancora recuperato i livelli pre-crisi. E ancora, al Mezzogiorno la quota di giovani 15-29enni che non studiano e non lavorano, conosciuti con l'acronimo inglese di Neet, è più che doppia rispetto a quella dell'Italia settentrionale.

In un decennio la mappa del lavoro è cambiata e il lavoro manuale segna una decisa contrazione: tra il 2008 e il 2017 sono scesi di un milione gli occupati classificati come "operai e artigiani" mentre si contano oltre 860 mila unità in più per le "professioni esecutive nel commercio e nei servizi", in cui rientrano gli impiegati con bassa qualifica che potrebbero essere ribattezzati come i 'nuovi collettivi bianchi'.

Risultano "in negativo" l'aumento delle disuguaglianze e della povertà assoluta, che, come rivelato già in audizione sul Def, nel 2017 secondo le stime preliminari interesserebbe l'8,3% dei residenti (circa 5 milioni) contro il 7,9% nel 2016.

Il debito pubblico nazionale, dopo 15 esercizi con saldo primario positivo negli ultimi 17 anni, è salito alla cifra record di 2300 miliardi di Euro. Ovvero: malgrado i sacrifici, il debito aumenta.

Meglio tacere su altri indicatori religiosi: matrimoni celebrati in chiesa o frequenza alla messa. Meglio tacere sulle leggi votate nel frattempo con l'avallo di cattolici adulti impegnati nelle istituzioni e "grandi italiani" lodati dai vescovi...

In questo disastro pare che questi ultimi abbiano parole da spendere solo per l'omofobia e l'accoglienza ai migranti. E dire che dovrebbero essere attenti ai "segni dei tempi"... Invece il tempo per loro sembra essersi fermato. Al sessantotto che celebreremo.

Anonimo ha detto...

LA CRISI DI FEDE E LE FALSE SOLUZIONI OFFERTE

Non è un mistero - e lo dico con grande sofferenza - che il nostro mondo moderno viva di fatto un allontanamento pratico da Dio. Non dobbiamo pensare a questo solo in termini intellettuali, perché questo allontanamento è un vissuto. È la vita quotidiana di milioni di persone nella sua concretezza ad essere marcata dal vuoto originato dall'assenza di Dio. Ma, se manca Dio, l'uomo deve disperatamente cercare qualcosa che gli faccia una promessa di assoluto, e deve purtroppo constatare nel contempo che niente di ciò che è semplicemente umano può riempire completamente il suo cuore. Il problema è che ci ostiniamo a cercare esattamente in soluzioni puramente umane le risposte al nostro destino. Di fronte ai grandi innegabili problemi, invece che alzare il cuore e le mani a Dio, ci ostiniamo a cercare nei mezzi umani le nostre soluzioni.

A volte ho l’impressione che questa secolarizzazione sia entrata anche nella Chiesa e consiste esattamente nel ridurre la fede alla nostra misura umana. Invece che ad aprire l'uomo alla iniziativa di Dio, che è inaspettata, dirompente, liberante, si pensa che l’uomo di oggi possa credere meglio se gli proponiamo una fede che non si fonda tanto sulla rivelazione di Cristo e la tradizione della Chiesa, ma sulle esigenze dell’uomo moderno, sulle sue possibilità e sulla sua mentalità.

Card. Robert Sarah, 25/5/17 / 13 maggio

tralcio ha detto...

L'aquila ci vede bene. Vola più in alto di qualunque altro pennuto e dall'alto scorge persino i pesci che sono nel mare. Caso unico può guardare il sole senza accecarsi. Essa stringe con forza, nelle sue zampe, i piccoli appena partoriti e li conduce in alto, fino al sole, insegnando loro a fissarlo senza lasciarsi abbagliare.

Simboleggia la protezione di Dio che, come l'aquila, si prende cura del suo popolo conducendolo in salvo, portandolo in alto sulle sue ali (Es 19,4; Dt 32,11).
Simbolo di salvezza: "furono date alla donna le due ali della grande aquila, perché volasse nel deserto verso il proprio rifugio, dove viene nutrita per un tempo, due tempi e la metà di un tempo, lontano dal serpente" (Apocalisse 12).

Al cristiano è chiesto di essere come l'aquila, che guarda il cielo e verso il cielo si protende guardando il Sole senza chiudere gli occhi, che invece sgrana scrutando flebili barlumi nelle tenebre della terra... Non ci è chiesto di ancorarci a terra, con i piedi inchiodati al suolo, come oche da paté, all'ingrasso per gli appetiti del mondo.

Rimpiangevate la censura? Eccola su un piatto d'argento . ha detto...

“+ + + Il Comune di Roma ha ordinato la censura della campagna contro l’aborto di CitizenGO + + +

È in atto un attacco senza precedenti alla Libertà di opinione ed espressione di chi vuole difendere la Vita sin dal concepimento.

http://www.marcotosatti.com/2018/05/16/roma-vergogna-la-raggi-censura-il-manifesto-di-citizengo-su-aborto-e-femminicidio-verita-da-non-dire/

Anonimo ha detto...

Solo Dio sa cosa gli e' stato fatto
http://www.aldomariavalli.it/2018/05/15/sulla-morte-di-alfie-evans-una-congiura-del-silenzio/

Silvano ha detto...

I capi del programma eutanasico nazista, che eliminava i bambini tedeschi malati, affermano “il diritto di cancellare dalla coscienza tedesca ed europea il comandamento ‘Non uccidere’, l’ingiunzione del decalogo, comune a ebrei e cristiani. L’ eutanasia era un elemento chiave della riconquista del ‘diritto ad uccidere’ contro duemila anni di civiltà giudeo-cristiana” (Edouard Husson, Heydrich e la soluzione finale. La decisione del genocidio, Einaudi, Torino, 2010, pp. 6, 48-49)

irina ha detto...

"...affermano “il diritto di cancellare dalla coscienza tedesca ed europea il comandamento ‘Non uccidere’, l’ingiunzione del decalogo, comune a ebrei e cristiani..."

Quello che stupisce non è la pazzia di gesti efferati, è il non percepire il male; è lo sforzo di trovarne motivazioni razionali, intelligenti; è il ripetersi periodico della barbarie.Questo stupisce, anzi fa inorridire. Tuttavia il ripetersi di un fenomeno negativo, nella vita interiore, significa che non lo si è mai realmente estirpato, si è sempre lasciato uno spiraglio di segreta complicità con il male. Le due guerre mondiali sono state devastanti dal punto di vista morale. Dalla fine della seconda guerra mondiale si può dire che la guerra non è mai più finita, si è solo frantumata in tante guerre locali ancora in corso. Quale pensiero può uscire dall'umanità con quasi un secolo di guerre ininterrotte? Non certo un pensiero di vita ma, unicamente pensieri di morte. Ogni problema si risolve uccidendo coloro che ne sono i portatori, non solo dal punto di vista fisico ma, anche spirituale e sociale.La vita è accettata solo se non porta con sè tante seccature.Se ne porta anche un po' la si sopprime. Questo cominciando dalla natura vegetale ed animale, per finire a quella umana. Quindi se capita un bambino non previsto lo si fa fuori, se è malato a maggior ragione lo si ammazza, i malati mentali, naturalmente si eliminano, come i vecchi bavosi e tremolanti, ma anche gli adolescenti non conformi a qualche protocollo, si trova il modo di applicare il lor 'migliore interesse'. In questa società rimane un unico valore condiviso, non negoziabile 'il dio quattrino'. Per esso si vive e si muore. Molto bene, coloro che rimangono possono vivere una vita degna di essere vissuta. Siccome costoro un pensierino straccio sul dopo vita non lo fanno, poichè per loro l'importante è togliere la vita a chi li infastidisce, di quello che accade dopo, silenzio di tomba. Ma anche la tomba non sta in silenzio. Di là la vita continua e quello che è stato pensato, detto, fatto ed omesso di qua, di là ha conseguenze, serie. Quindi gli omicidi troveranno di là i frutti di quello che hanno seminato di qua. Di qua possono pure far finta di non aver sentito mai il comando, non ammazzare, di là è impossibile mentire perchè si sarà davanti alla Verità che, anche tacendo, come calamita chiama a sè ogni verità palese o nascosta.

irina ha detto...

Letto: http://www.aldomariavalli.it/2018/05/15/sulla-morte-di-alfie-evans-una-congiura-del-silenzio/

All'interno dell'ospedale almeno alcune persone sanno, non solo di Alfie ma, di molto altro, andare a vedere ed ascoltare o leggere il video della LNBQ, Dossier Alfie.
Sono certa che, prima o poi, qualcuno che sa parlerà. Molti sanno. Preghiamo per una crisi di coscienza. Anche un investigatore esperto, credo, non può fare niente per sfondare questo muro di gomma. Speriamo che Maria Santissima, sostenga ed aiuti la verità ad uscire alla luce del sole.

Anonimo ha detto...

Perche' consentire la sepoltura di Alfie dopo tanti giorni dall'avvenuto decesso ?
E' costume di quei luoghi oppure c'era un altro ( chiaro ) intento che non formulo ?

All'alba ha reso l'anima a Dio . ha detto...

Alle ore 1.15 del primissimo mattino di oggi 18 Maggio dell'anno del Signore 2018, nel corso dell'88esimo anno di vita, 65mo di Sacerdozio, 20mo di cardinalato, si è spenta la pregiatissima esistenza dell'Eminentissimo Principe il Signor Cardinale Dario Castrillón Hoyos .

http://blog.messainlatino.it/2018/05/ser-il-cardinale-dario-castrillon-hoyos.html

Rèquiem aetèrnam,
dona ei, Domine,
et lux perpètua lùceat ei .
Requiéscat in pace.
Amen.

Grazie per averci custoditi .