Viene in mente Orazio: "Est modus in rebus, sunt certi denique fines quos ultra citraque nequit consistere rectum." (C'è una giusta misura nelle cose, ci sono chiari confini oltre i quali non può sussistere la ragione.)
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L'imperatore pagano che adorava (a modo suo) le divinità di tutti, Cristo compreso, preferì che lì ci fosse una chiesa e non una taverna.
Da molti anni invece i tavernieri, sotto forma di modernisti e di Comunità di Sant'Egidio, hanno occupato il tempio dove si dovrebbe adorare Dio per farne un’osteria, strumentalmente "per i poveretti della città".
Vecchia storia che prese piede già da tempi non sospetti per alcuni barboni di Roma ad iniziativa della Sant'Egidio. Oggi è diventato uno spot fin troppo diffuso in cui tutti si sentono più buoni ma hanno perso totalmente il senso del sacro. E le profanazioni di diffondono a macchia d'olio...
Vecchia storia che prese piede già da tempi non sospetti per alcuni barboni di Roma ad iniziativa della Sant'Egidio. Oggi è diventato uno spot fin troppo diffuso in cui tutti si sentono più buoni ma hanno perso totalmente il senso del sacro. E le profanazioni di diffondono a macchia d'olio...
Da oltre 2000 anni la Chiesa si è sempre occupata dell’assistenza ai poveri; non è certo invenzione della Sant'Egidio o di Bergoglio e dei suoi fin troppo numerosi emuli. Tuttavia iniziative benefiche del genere possono e devono essere realizzate senza troppa ostentazione in qualunque altro luogo pubblico o privato come in certi saloni enormi di conventi o enti o istituti religiosi spesso in disuso, o in sale civiche. Mai nelle chiese consacrate.
Il che vale anche per i concerti o altri eventi ai quali sempre più chiese vengono aperte. Ma chi ha perso il senso del sacro sta provocando l'allargamento a macchia d'olio delle profanazioni.
Il che vale anche per i concerti o altri eventi ai quali sempre più chiese vengono aperte. Ma chi ha perso il senso del sacro sta provocando l'allargamento a macchia d'olio delle profanazioni.