Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 11 dicembre 2018

Dio per mezzo del quale noi trionfiamo del nemico, a te rivolgo la mia preghiera!

Petrarca: Cosi suggerisce il Profeta pagano del Cristo, il principe dei Filosofi: “I molti dichiarano sapiente Esiodo che diceva che "la via del vizio è facile" e può essere percorsa senza sudore perché è molto breve, ma della "virtù" egli dice che: gli dèi immortali le hanno posto innanzi il sudore, la sua strada è un sentiero lungo e ripido, aspro in principio; ma giunto tu alla sommità è facile allora e prima era difficile…. In verità, la causa di tutte le colpe di ogni uomo in ogni occasione nasce dallo smodato amor di se stesso. Infatti chi ama è cieco verso l'oggetto del suo amore e così giudica male del giusto, del buono e del bello, sempre crede di dover  preferire a ciò che è vero ciò che lo interessa individualmente ”. (Platone, Leggi, 718. 732.)
Sant'Agostino:Deus a quo averti, cadere  in quem converti, resurgere in quo manere, consistere est. Deus a quo exire emori, in quem redire reviviscere,  in quo habitare vivere est. Deus quem nemo amittit, nisi deceptus  quem nemo quaerit, nisi admonitus  quem nemo invenit, nisi purgatus. Deus quem relinquere, hoc est quod perire quem attendere, hoc est quod amare quem videre, hoc est quod habere. Deus Cui nos fides excitat spes erigit charitas jungit. Deus per quem vincimus inimicum, te deprecor ». (“Io Ti invoco, o Dio Verità, dal quale allontanarsi è cadere, al quale ritornare è risorgere, nel quale rimanere è costruirsi solidamente. Uscire da te è morire, ritornare in te è rivivere, abitare in te è vivere. Nessuno ti perde se non viene ingannato, nessuno ti cerca se non è chiamato, nessuno ti trova se non è purificato. Abbandonarti è perdersi, cercarti è amare, vederti è possederti. Verso di te là fede ci spinge, la speranza ci guida, la carità a te ci unisce. Dio per mezzo del quale noi trionfiamo del nemico, a te rivolgo la mia preghiera!”) (Sant'Agostino, Soliloquia I, 3°)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Salmo. Di Asaf

Quanto è buono Dio con gli uomini retti,
Dio coni puri di cuore!
Ma io per poco non inciampavo,
quasi vacillavano i miei passi,
perché ho invidiato i prepotenti,
vedendo il successo dei malvagi.
Fino alla morte infatti non hanno sofferenze
e ben pasciuto è il loro ventre.
Non si trovano mai nell'affanno dei mortali
e non sono colpiti come gli altri uomini.
Dell'orgoglio si fanno una collana
e indossano come abito la violenza.
I loro occhi sporgono dal grasso,
dal loro cuore escono follie.
Scherniscono e parlano con malizia,
parlano dall'alto con prepotenza.
Aprono la loro bocca fino al cielo
e la loro lingua percorre la terra.
Perciò il loro popolo li segue
e beve la loro acqua in abbondanza.
E dicono: «Dio, come può saperlo?
L'Altissimo, come può conoscerlo?».
Ecco, così sono i malvagi:
sempre al sicuro, ammassano ricchezze.
Invano dunque ho conservato puro il mio cuore,
e ho lavato nell'innocenza le mie mani!
Perché sono colpito tutto il giorno
e fin dal mattino sono castigato?
Se avessi detto: «Parlerò come loro»,
avrei tradito la generazione dei tuoi figli.
Riflettevo per comprendere questo
ma fu una fatica ai miei occhi,
finché non entrai nel santuario di Dio
e compresi quale sarà la loro fine.
Ecco, li poni in luoghi scivolosi,
li fai cadere in rovina.
Sono distrutti in un istante!
Sono finiti, consumati dai terrori!
Come un sogno al risveglio, Signore,
così, quando sorgi, fai svanire la loro immagine.
Quando era amareggiato il mio cuore
e i miei reni trafitti dal dolore,
io ero insensato e non capivo,
stavo davanti a te come una bestia.
Ma io sono sempre con te:
tu mi hai preso per la mano destra.
Mi guiderai secondo i tuoi disegni
e poi mi accoglierai nella gloria.
Chi avrò per me nel cielo?
Con te non desidero nulla sulla terra.
Vengono meno la mia carne e il mio cuore;
ma Dio è roccia del mio cuore,
mia parte per sempre.
Ecco, si perderà chi da te si allontana;
tu distruggi chiunque ti è infedele.
Per me, il mio bene è stare vicino a Dio;
nel Signore Dio ho posto il mio rifugio,
per narrare tutte le tue opere.

http://www.perfettaletizia.it/bibbia/salmi/Salmo72.htm

Anonimo ha detto...

12 dicembre.

Il prodigio della tilma guadalupana, l'immagine della Beata Vergine Maria non prodotta da mano d'uomo e ancora oggi inspiegabile prodottasi sul mantello che Juan Diego (oggi santo) aveva usato per avvolgere un mazzo di rose miracolosamente raccolte a dicembre e da dare al vescovo per convincerlo della veridicità delle apparizioni nei giorni precedenti.

Numerosi i fenomeni inspiegabili che riguardano questa reliquia mariana, tenendo presente che la parola guadalupe rimanda a colei che schiaccia il capo al serpente e che si tratta della donna coronata di stelle di Apocalisse:

-assenza completa di segni pittura
-i colori visibili sono come staccati, di pochi decimi di millimetro, dalla tilma
-la fibra di cui è composta ha resistito per cinque secoli
-ha resistito anche ad un attentato con acido (si è riformata l'area rovinata!)
-la temperatura della tilma mantiene una temperatura costante di 36.6°C, come una persona viva
-un medico ha rilevato in corrispondenza del ventre 115 battiti al minuto, come un feto.
-le stelle visibili sul manto corrispondono in estremo dettaglio al cielo di Città del Messico all'epoca dell'apparizione
-negli occhi della Vergine è possibile distinguere fenomeni tipici di un occhio vivo!
-con ingrandimenti permessi dal microscopio elettronico si vedono particolari impossibili da realizzare a mano, quasi che avesse fissato quel che "vide" comparendo!

Una Chiesa meno secolarizzata avrebbe seri motivi per affidarsi con fede al soprannaturale, invece di azzerarsi nella gestione materialistica cara al mondo e priva di sacro. Una gerarchia meno incredula potrebbe anche interrogarsi se non sia il caso di essere preoccupata di una così aperta sfida alla Signoria di Dio e alla regalità di Maria.