Memor esto congregationis tuae, quam possedisti ab initio […] et animas pauperum tuorum ne obliviscaris in finem (Ricordati della tua comunità, che hai acquistato fin dall’inizio […] e non dimenticare le anime dei tuoi poveri sino alla fine; Sal 73, 2.19).
Andrea di Buonaiuto. Chiesa militante e trionfante |
Fuori metafora, la grande opera di dirottamento è stata avviata con un concilio che sarebbe dovuto durare un paio di mesi e si protrasse invece per più di tre anni. Con un brutale colpo di mano, fin dal secondo giorno, i dirottatori ne presero il controllo, così da poter gettare via il lavoro preparatorio e imprimere all’assise il corso voluto, quello di una surrettizia rivoluzione. Le fonti precedenti furono selezionate o censurate in funzione delle tesi innovative che si intendeva affermare ai fini di una completa revisione di tutto l’insegnamento, il culto e il vissuto della Chiesa. Negli anni seguenti lo sbarramento fu reso sempre più solido: il passato fu completamente rimosso o rievocato solo in modo caricaturale; con la distruzione di intere biblioteche e l’eliminazione di ogni rimando bibliografico, diventò impossibile risalire a testi e documenti a cui non si voleva che le nuove generazioni avessero accesso. Ciò che non si poteva occultare fu neutralizzato per mezzo di interpretazioni storicistiche che lo facessero apparire così legato a una cultura sorpassata da essere ormai improponibile. Neppure i Santi dovevano sfuggire a quest’immane ecatombe.
Il prodotto di tale colossale mistificazione, del tutto affine (e perciò, come ciò fa dedurre, di analoga matrice) alla rivoluzione culturale di maoista memoria, parve inizialmente ben riuscito ai promotori, visto l’entusiastico plauso del mondo e il gradimento di masse assuefatte al solleticamento di una pseudocultura consumistica allettante per il suo carattere perennemente cangiante, dove ogni novità invecchia nel giro di pochi anni ed è sospinta da quella successiva. Passata la prima infatuazione, tuttavia, la gente – come la chiamano – cominciò inspiegabilmente a tediarsi, visto che gli indefessi operai della rivoluzione, a parte qualche intervento di facciata (come nuove ritualità e traduzioni), si erano attestati su una comoda e immutabile routine pastorale, dimostrandosi irremovibili a rimettere in questione fosse pure i dettagli del nuovo sistema. Le uniche variabili riguardavano le modalità organizzative, che effettivamente cambiavano di parrocchia in parrocchia, rendendo ai fedeli la vita non proprio facile e serena… Iniziò così il regno dell’arbitrio clericale.
Ma, come tutti sanno, lo spettacolo deve continuare. Ciò che non funziona più viene semplicemente imbellettato di parole suadenti ed espressioni ammiccanti, evocatrici di un mondo beato in cui tutti si vogliono bene, ovvero di quell’utopia sessantottina che ha ridotto la società in rovina e intossicato già tre generazioni. Niente leggi, niente castighi; solo tanto, tanto amore per uomini e animali, ma soprattutto per le “categorie protette”. L’orizzonte è appiattito su un’impossibile felicità terrena e la soprannaturalità radicalmente esclusa; la grazia, seppur materialmente presente grazie a Sacramenti ancora validi, resta per lo più inattiva a causa di una mentalità volontaristica che la ignora. Bizzarra coppia, quella formata da immanentismo e velleitarismo: tutto deve andar bene qui e ora, soltanto perché così han deciso loro. Com’è facile indovinare, chi non sta a questo insulso gioco, oppure osa addirittura smascherarlo, diventa bersaglio di un odio implacabile: è assolutamente proibito vedere le cose come stanno o, ancor peggio, denunciarle.
Se c’è un progresso, dietro le quinte di questa miserabile commedia, è quello deleterio ed esecrabile dell’inversione dei valori. Dalla dissacrazione del culto, dei luoghi sacri e del ministero gerarchico alla “consacrazione” della sodomia, del concubinaggio e dell’infecondità, passando per il rigetto di ogni forma di ascesi, abnegazione e sacrificio, ogni cosa è letteralmente capovolta in nome della nuova “religione” e della nuova “morale”, che hanno collocato al posto di Dio prima l’uomo, poi la natura; manca solo che, per ragioni ecumeniche, si accolgano nelle chiese i satanisti, manifestando così apertamente a chi ci si è realmente – seppur inconsapevolmente, il più delle volte – votati. La cosiddetta comunione, con le sue esigenze assolutistiche, è la clava con cui si impone al clero una sudditanza incondizionata: chi pecca contro tale attitudine da gregari, che nulla ha in comune con il frutto soprannaturale della comune obbedienza a Cristo e docilità allo Spirito Santo, si rende reo di una colpa imperdonabile ed è perseguito con inesorabile severità, mentre tutta la comprensione e la benevolenza è riservata a chi nuota in peccati che gridan vendetta al cospetto di Dio.
La realtà della vita ecclesiale – ahimè – è ben diversa da quella rappresentata sul palcoscenico. La divisione impera ovunque, nel clero e tra i fedeli, incessantemente ravvivata dal primato che ognuno accorda al proprio giudizio soggettivo e appena mascherata dalla finzione mantenuta nei continui raduni pastorali. Le idee han preso il sopravvento sul reale, le opinioni sulla verità, i sogni puerili sullo sforzo di santificarsi… e il risultato son tanti nidi di serpi, avviluppate ognuna sul suo piccolo ego e occupate a mordersi a vicenda. L’ambiente dei movimenti, propostisi come rimedio offerto alla crisi, non sfugge alla regola: un’unità meramente di facciata è di solito garantita da una sorta di lavaggio del cervello o da un’indotta abdicazione all’uso del raziocinio, necessario passaggio verso la conoscenza della verità oggettiva e l’adesione ad essa. È un atteggiamento di fondo tipicamente protestante a fornire di solito un comodo passe-partout: è Dio (o lo Spirito) che fa tutto, mentre l’azione umana va esclusa a priori in quanto fattore di disturbo; in tal modo, al contrario, si esclude la grazia e a far tutto, alla fine, è l’uomo.
Se la Provvidenza ci ha concesso di scoprire una piccola oasi di autentica vita cristiana e di inserirci in essa, dobbiamo ringraziarla senza sosta. Badiamo però con ogni cura a preservarci dal virus della divisione, che non risparmia nemmeno questi luoghi benedetti, provocando infruttuose discussioni senza fine che distolgono dall’impegno più urgente: quello di farci santi, per la salvezza nostra e di tanti altri. Mi permetto pertanto di indicare qui, rapidamente, tre indispensabili vaccini spirituali: il principio di realtà, la sottomissione alla verità e il primato dell’ascesi. Il reale precede qualunque nostro discorso o ragionamento; è ad esso, quindi, che dobbiamo costantemente sforzarci di aderire, piuttosto che pretendere di farlo combaciare con le nostre velleità. Il vero sovrasta ogni acquisizione individuale; è ad esso che deve incessantemente conformarsi il pensiero di chi voglia possederlo in modo sempre più pieno, anziché deformarlo perché corrisponda alle sue opinioni. Il bene non può essere compiuto se non è rettamente conosciuto, ma non può esser rettamente conosciuto se non da chi si sforza di correggere e ordinare la propria esistenza concreta. Che la Madre della Chiesa, assunta in cielo e regnante con il Figlio, ci conceda di progredire costantemente in queste tre direzioni.
10 commenti:
"...tre indispensabili vaccini spirituali: il principio di realtà, la sottomissione alla verità e il primato dell’ascesi ..."
il principio di realtà
la sottomissione alla verità
il primato dell’ascesi
Aspettiamo uno schema sull'ascesi. Grazie, sempre.
SI PUO' VIVERE SENZA VERITA'?
Perché non si può vivere in un mondo "senza verità"? La filosofia è importante per la nostra società: perchè la perdita "dell'orizzonte di speranza" è legata alla perdita "dell’orizzonte metafisico" da parte dei filosofi.
https://gloria.tv/post/2H2BxjkoAX8Y1RTpFzRLuwGDn
Grazie per questi spunti!
1-Il reale precede qualunque nostro discorso o ragionamento; è ad esso, quindi, che dobbiamo costantemente sforzarci di aderire.
Come tentare di riuscirci restando al nostro posto (di creature)?
Adeguandoci al reale invece che dubitarne. L'oggettivo è inossidabile alle pretese soggettive. La totalitas (Dio) precede e determina le parti e non sono i frammenti a fare il tutto, ma il tutto ad ordinare i frammenti, anche quelli con il dono della libertà di pensarsi e di volere.
2-Il vero sovrasta ogni acquisizione individuale; è ad esso che deve incessantemente conformarsi il pensiero di chi voglia possederlo in modo sempre più pieno.
Come è possibile "possedere il vero" in pienezza di grazia?
Solo con l'umiltà che si fa recipiente per contenerlo nella creatura. La verità la si può possedere solo nella castità, nella purezza di un cuore che vede Dio: chi arraffasse la verità o credesse di possedere la conoscenza rischierebbe presto di cadere nell'idolatria.
3-Il bene non può essere compiuto se non è rettamente conosciuto, ma non può esser rettamente conosciuto se non da chi si sforza di correggere e ordinare la propria esistenza concreta.
Come si può fare il bene stando comunque sotto un potere legale del male in questo mondo?
Con uno sforzo di orientamento e di ordine che viene dal reale e dal vero, perché si ama ciò che si conosce e si serve ciò che si ama. Essere umili ancelle del Signore prevede una direzione dello sguardo che non è fissa sul mondo e sull'immanente, ma su Dio e il trascendente. Questa spiritualità non è affatto disincarnata e disattenta alle vicende umane, ma non fa delle vicende il centro, ne' pretende di costruire dal basso la salvezza che ci viene dal Cielo e ci chiama alla beatitudine in un regno che non è di questo mondo.
Ci vuole tanto discernimento per non essere antropocentrici, ragionando secondo il mondo e cercando di avere ragione "secondo me". Il discernimento è un dono da invocare e passa dai doni dello Spirito e dai frutti dello Spirito in noi. In loro assenza, resterebbe solo un po' di superbia, l'orgoglio, qualche velleità e non poche catastrofi, in buona fede.
Gesù chiede di essere miti e umili di cuore per seguire Lui, portando la croce. Solo nel segno della croce si può pregare la Santissima Trinità e fare comunione con Lui presente nei sacramenti, facendoci rinascere dall'alto, facendo la volontà di Dio come la piena di grazia che teneva insieme nel cuore la realtà, la verità e una grande, grandissima ascesi.
Il sig. Vincenzo Paglia, detto arcivescovo, nominato da Bergoglio Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ribadisce di essere a favore della legge 194 sull'aborto. Cos'altro devono fare per far capire che la chiesa bergogliana è in piena apostasia?
La Vergine sembra ripetere con pressante angoscia il grido ad una Chiesa sorda: "non hanno più vino". Mancano i pastori che siano consumati dalla sconvolgente concretezza dell'Amor di Dio, pronti ad irraggiare il tesoro della Grazia mediante il loro ministero di "mediatores Dei" all'umanità assetata di Dio.
http://lapulzella.blogspot.com/search/label/CRISI%20NELLA%20CHIESA
Difronte ad un'umanità che reclama a buon diritto di avere Pastori intrepidi che spezzino per lei il Pane della vita eterna, NON SI PUO' rispondere occupandosi dell'ecologismo, dell'immigrazione di massa di intere popolazioni pagane mentre i propri figli - quelli generati nel fonte battesimale - vivono e muoiono come le bestie senza mai avere chi parli loro di Dio. Gesù è venuto ad annunciare la Vita eterna ed a spalancarne le porte, non a fare slogan viziati da un socialismo marciscente!
"Largisci o Signore libertà sicura alla tua Chiesa, concedi a tutti i popoli la tranquillità dell'ordine: fa' che da un capo all'altro della terra risuoni quest'unica voce: Sia lode a quel Cuore divino, da cui venne la nostra salute; a Lui si canti gloria e onore nei secoli dei secoli. Amen".
Sommo Pontefice Leone XIII.
Dal «Commento sul libro di Giobbe» di san Gregorio Magno, papa
"Gli uomini santi, pur se torchiati dalle prove, sanno sopportare chi li percuote e, nello stesso tempo, tener fronte a chi li vuole trascinare nell'errore. [...]
All'interno raddrizzano le distorsioni della sana dottrina con l'insegnamento illuminato, all'esterno sanno sostenere virilmente ogni persecuzione. [...]
[Il santo] enumera le guerre che subisce dall'esterno, dicendo: «Pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli».
Silvio Brachetta
Che dono Signore poter essere per ben due volte nella Tua casa ! Ho potuto partecipare alla S.Messa di sempre , ricevere una Santa Confessione di sempre , una Santa Comunione di sempre , gustare la omelìa che interpretava la Tua Parola , i gesti misurati del Sacerdote , i bellissimi paramenti liturgici , l'assenza di fretta nella preghiera .Il ricordo (chissa' quando potro' tornarvi!)mi fa piangere di gioia e mi accompagnera' per tutto il tempo che Tu vorrai e mi avvolgera'e mi coprira'quando Ti visitero' nel Tabernacolo della mia parrocchia . Sia fatta la Tua Volonta' !
Dal libro del profeta Ezechiele 34,1-11
Così dice il Signore Dio: Eccomi contro i pastori: a loro chiederò conto del mio gregge e non li lascerò più pascolare il mio gregge, così non pasceranno più se stessi, ma strapperò loro di bocca le mie pecore e non saranno più il loro pasto. Perché così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna».
Parola di Dio.
Si parla dei nostri tempi .
Non che anche noi pecore non abbiamo colpe..tutti scolarizzati ma piu' ignoranti per quel che riguarda l'avvenire eterno di Dio...tutti scolarizzati ma oltremodo orgogliosi del proprio niente...tutti scolarizzati ma incapaci del piu' piccolo sacrificio quale potrebbe essere rinunciare alla TV -ad uno spettacolo- ad una lettura ad una curiosita'....tutti scolarizzati ...ma che rincorrono questo e quello anziche' limitarsi ad un unico pellegrinaggio : il Tabernacolo dove Tu stai ,Vivo e Vero..,
Avete solitudinis
claustrique mites incolae
qui pertulistis impios
caetus furentis tartari.
Gemmas et auri pondera,
et dignitatum culmina,
calcastis et foedissima,
quae mundus offert gaudia.
Vobis olus cibaria
fuere vel legumina
potumque lympha praebuit
humusque dura lectulum.
Vixistis inter aspides
saevisque cum draconibus
portenta nec teterrima
vos terruere daemonum.
Rebus procul mortalibus
mens avolabat fervida
divumque juncta coetui
haerebat inter sidera.
Summo parenti caelitum,
magnaeque proli virginis,
sancto simul paraclito,
sit summa laus et gloria.
Amen.
https://www.facebook.com/don.tullio.rotondo.pagina/posts/bellissimo-testo-e-traduzione-italiana-avete-solitudinis-claustrique-mites-incol/834852533234433/
Salve, o miti abitanti della solitudine e del chiostro,
voi che avete sconfitto lo spirito del male.
Voi avete calpestato i gioielli e gli ori splendenti,
le più alte carriere e le gioie che offre il mondo.
Per voi c’è solo cibo di erbe e legumi, l’acqua lustrale
vi calma la sete, e la dura terra è il vostro giaciglio.
Viveste tra serpenti e con terribili draghi
né vi terrorizzarono i portenti orrendi dei demoni.
La vostra mente lontana da cose terrene si eleva
ardente e si unisce nei cieli alle schiere celesti.
Sia resa grande gloria e lode al Sommo Padre celeste,
al Figlio eccelso della Vergine
unitamente allo Spirito Paraclito. Amen.
DISCORSO 46
I PASTORI
DA EZECHIELE 34, 1-16
8. Mai dunque succeda che veniamo a dirvi: Vivete come vi pare! State tranquilli! Dio non condannerà nessuno: basta che conserviate la fede cristiana. Egli vi ha redenti, ha sparso per voi il sangue: quindi non vi dannerà. Che se vi viene la voglia d'andarvi a deliziare con gli spettacoli, andateci pure! Alla fin fine che male c'è? E queste feste che si celebrano nell'intera città, con grande tripudio di gente che banchetta e - come essa crede - si esilara, mentre in realtà si rovina, alle mense pubbliche... andateci pure, celebratele tranquilli: tanto la misericordia di Dio è senza limiti e tutto lascerà correre! Coronatevi di rose prima che marciscano 23! E anche dentro la casa del vostro Dio, quando ve ne venisse la voglia, banchettate pure! rimpinzatevi di cibi e bevande insieme con i vostri amici. Queste creature infatti ci sono state date proprio affinché ne godiate. O che Dio le avrebbe mai date agli empi e ai pagani, negandole poi a voi? Se vi facessimo di questi discorsi, forse raduneremmo attorno a noi folle più numerose; e, se pur ci fossero alcuni che s'accorgessero come nel nostro parlare diciamo delle cose inesatte, ci inimicheremmo questi pochi, ma guadagneremmo il favore della stragrande maggioranza. Tuttavia, comportandoci in questa maniera, vi annunzieremmo non le parole di Dio o di Cristo, ma le nostre parole; e saremmo pastori che pascono se stessi, non le pecore.
https://www.augustinus.it/italiano/discorsi/discorso_057_testo.htm
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