Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 28 giugno 2021

Una parabola triste e desolata

Ma di cosa stiamo parlando? Abbiamo un intero indice...
Immagine emblematica e pensieri in libertà.
Conclusione dell'Angelus di ieri:
"Sorella, fratello, sei qui, lascia che Gesù guardi e guarisca il tuo cuore. Anch’io devo fare questo: lasciare che Gesù guardi il mio cuore e lo guarisca. E se hai già provato il suo sguardo tenero su di te, imitalo, e fai come Lui. Guardati attorno: vedrai che tante persone che ti vivono accanto si sentono ferite e sole, hanno bisogno di sentirsi amate: fai il passo. Gesù ti chiede uno sguardo che non si fermi all’esteriorità, ma vada al cuore; uno sguardo non giudicante – finiamo di giudicare gli altri – Gesù ci chiede uno sguardo non giudicante, ma accogliente. Apriamo il nostro cuore per accogliere gli altri. Perché solo l’amore risana la vita, solo l’amore risana la vita. La Madonna, Consolatrice degli afflitti, ci aiuti a portare una carezza ai feriti nel cuore che incontriamo sul nostro cammino. E non giudicare, non giudicare la realtà personale, sociale, degli altri. Dio ama tutti! Non giudicare, lasciate vivere gli altri e cercate di avvicinarvi con amore".
Questa conclusione dell'Angelus in relazione alla nota Vaticana sulla legge Zan [qui - qui - qui articoli con osservazioni precedenti], può far pensare che dapprima egli abbia gettato la pietra usando i collaboratori poi nasconda la mano e la butti in caciara per fare apparire cattivi gli altri per poi arrivare lui col... vivi e lascia vivere. 
Ora possiamo ancora criticare certi atteggiamenti; sempreché non si arrivi allo psicoreato preventivo semmai approvassero quella legge!

Nelle discussione in pagine precedenti si osservava come Parolin già si tirasse indietro rispetto alla nota (sulla quale per ora tralascio approfondimenti sulle implicazioni giuridico/politiche): dichiarando "non c'è nessun intenzione di bloccare la legge..." [qui]. Con Paglia che rincara la dose:
Roma, 24 giu. (askanews) – “Quella nota non andava scritta” perché “il ddl Zan non c’entra niente con il concordato, ma comunque il ddl rimane un brutto disegno di legge, scritto male”. Lo ha detto monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia della vita, in un’intervista a La Stampa dove riconosce divergenze all’interno della Chiesa, perché “è un tema complicato e si discute”.
“Il ddl Zan non riguarda la chiesa, ma la società italiana tutta, e la cultura contro l’omosessualità è larga – ha aggiunto – ma viva papa Francesco perché il suo messaggio va oltre il pensiero di molti italiani. È un processo importante e non mi fermerei al catechismo. Secondo il catechismo l’omosessualità è sintomo di disordine sessuale, ma Paglia sottolinea che “pochi mesi fa il catechismo è stato cambiato sulla pena di morte” e che “la Chiesa è un corpo vivo e va avanti”.
Ciò conferma l'ipotesi di chi, basandosi su dichiarazioni di Valli, interpreta la nota vaticana al Governo italiano come un colpo di mano di Ruini o meglio di quella parte della Curia rimasta ancora sana, che può trovare in lui un occasionale punto di forza. Un'azione che il papa avrebbe dovuto approvare anche se quasi sicuramente non viene da lui. Adesso la parte omofila dell'alta Gerarchia pare si stia mobilitando per delegittimarla dall'interno, ammesso che il governo che ha fatto strame della Costituzione non faccia strame anche del Concordato sulla base del quale, invece, si dovrebbe se non altro provvedere alla costituzione di una Commissione consultiva.
Resta il fatto che la nota vaticana mostra comunque che nella Gerarchia c'è ancora un elemento sano. Lo abbiamo percepito subito, pur nella nostra ignoranza del linguaggio diplomatico. Per questo potrebbe essere una leva preziosissima che può sollevarci sopra tanta melma ormai giunta al nostro collo e riposizionarci in luogo ameno e salubre. Occorre solo un uomo che sappia orientarla a dovere. A questo uomo solo Dio, Uno e Trino, può mettere la leva tra le mani e guidarlo nei precisi movimenti necessari per trasbordare le moltitudini oltre la palude mefitica.

Tornando al contenuto dell'Angelus, ho letto un commento azzeccato che sottolinea come a prima vista non si noterebbe il nesso col ddl Zan; che però invece è stato sopra evidenziato, anche pensando alla lettura che ne fanno abitualmente i media. Nondimeno esso appare tanto stucchevole quanto superficiale. La retorica del “lasciar vivere” per di più anche sulle situazioni “sociali” (non solo personali!) è quanto di più antiumano (nemmeno anticristiano! Proprio antiumano!!! Perché significa abdicare tutti alla capacità di giudizio che è intrinseca al semplice pensare) possa esistere. Una riduzione del “non giudicate” cristico che ha del letteralista di stampo protestantico-evangelicale più ottuso possibile. Una riduzione della vita del fedele cristiano ad un sale insipido, buono per tutti i posti e tutte le stagioni, che ha del vomitevole. Una parabola triste e mesta. La dimostrazione vivente che ad inseguire le mode e i riflettori ci si brucia presto. È ormai irrilevante come tutta la Chiesa nella nostra società.

4 commenti:

Anonimo ha detto...


Queste dichiarazioni del Papa, ripetitive, ripetute, superficiali e retoriche, della retorica dei cattivi sentimenti di chi vuol approvare tutto, lasciar correre tutto sul piano della morale, sono solo pappa del cuore; un'offesa alla vera morale cristiana.
E un pessimo servizio alle anime dei peccatori, lasciati ad indurire nei loro peccati, che invece gridano vendetta di fronte a Dio.

Anonimo ha detto...

Tutto ciò mi ricorda la tecnica del poliziotto buono/poliziotto cattivo (per errore ho postato questo stesso commento a piè di un altro articolo, chiedo scusa)

Anonimo ha detto...

Ti fan la legge Zan per incarcerare chi dice che la famiglia è una, e poi vanno in TV a coccolare chi predica l'inferiorità della donna (musulmani e affini)
Idioti.

Anonimo ha detto...

«LA TRADIZIONE DELLA CHIESA HA ANNOVERATO TRA LE OPERE DI MISERICORDIA SPIRITUALE QUELLA DI "AMMONIRE I PECCATORI". È IMPORTANTE RECUPERARE QUESTA DIMENSIONE DELLA CARITÀ CRISTIANA. NON BISOGNA TACERE DI FRONTE AL MALE!»

"Il «prestare attenzione» al fratello comprende altresì la premura per il suo bene spirituale. E qui desidero richiamare un aspetto della vita cristiana che mi pare caduto in oblio: la correzione fraterna in vista della salvezza eterna. Oggi, in generale, si è assai sensibili al discorso della cura e della carità per il bene fisico e materiale degli altri, ma si tace quasi del tutto sulla responsabilità spirituale verso i fratelli. Non così nella Chiesa dei primi tempi e nelle comunità veramente mature nella fede, in cui ci si prende a cuore non solo la salute corporale del fratello, ma anche quella della sua anima per il suo destino ultimo. Nella Sacra Scrittura leggiamo: «Rimprovera il saggio ed egli ti sarà grato. Da' consigli al saggio e diventerà ancora più saggio; istruisci il giusto ed egli aumenterà il sapere» (Pr 9,8s). Cristo stesso comanda di riprendere il fratello che sta commettendo un peccato (cfr. Mt 18,15). Il verbo usato per definire la correzione fraterna - elenchein - è il medesimo che indica la missione profetica di denuncia propria dei cristiani verso una generazione che indulge al male (cfr. Ef 5,11). La tradizione della Chiesa ha annoverato tra le opere di misericordia spirituale quella di «ammonire i peccatori». È importante recuperare questa dimensione della carità cristiana. Non bisogna tacere di fronte al male. Penso qui all’atteggiamento di quei cristiani che, per rispetto umano o per semplice comodità, si adeguano alla mentalità comune, piuttosto che mettere in guardia i propri fratelli dai modi di pensare e di agire che contraddicono la verità e non seguono la via del bene. Il rimprovero cristiano, però, non è mai animato da spirito di condanna o recriminazione; è mosso sempre dall’amore e dalla misericordia e sgorga da vera sollecitudine per il bene del fratello. L’apostolo Paolo afferma: «Se uno viene sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con spirito di dolcezza. E tu vigila su te stesso, per non essere tentato anche tu» (Gal 6,1). Nel nostro mondo impregnato di individualismo, è necessario riscoprire l’importanza della correzione fraterna, per camminare insieme verso la santità. Persino «il giusto cade sette volte» (Pr 24,16), dice la Scrittura, e noi tutti siamo deboli e manchevoli (cfr. 1 Gv 1,8). È un grande servizio quindi aiutare e lasciarsi aiutare a leggere con verità se stessi, per migliorare la propria vita e camminare più rettamente nella via del Signore. C’è sempre bisogno di uno sguardo che ama e corregge, che conosce e riconosce, che discerne e perdona (cfr Lc 22,61), come ha fatto e fa Dio con ciascuno di noi".

(Dal Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la Quaresima 2012, «Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone» (Eb 10,24))

https://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/messages/lent/documents/hf_ben-xvi_mes_20111103_lent-2012.html