Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 19 luglio 2021

Dal Summorum pontificum al Traditionis custodes, o dalla riserva allo zoo

In questi giorni è un tema caldissimo. E viene da sé che registriamo i commenti più significativi. Non poteva mancare quello della FSSPX ripreso di seguito.
Papa Francesco ha pubblicato ieri un motu proprio, che dal titolo potrebbe far sperare: Traditionis custodes, "Custodi della Tradizione". Sapendo che è rivolto ai vescovi, si potrebbe sognare: la Tradizione sta recuperando i suoi diritti all'interno della Chiesa?

Tutt'altro. Questo nuovo motu proprio realizza un'eliminazione. Illustra l'insicurezza dell'attuale magistero e indica la data di scadenza del Summorum pontificum di Benedetto XVI, che non avrà nemmeno compiuto quindici anni.
Tutto, o quasi tutto, ciò che conteneva Summorum pontificum è disperso, abbandonato o distrutto. L'obiettivo è chiaramente stabilito anche nella lettera che accompagna questa liquidazione.

Il Papa enumera due principi "su come procedere nelle diocesi": "provvedere da una parte al bene di quanti si sono radicati nella forma celebrativa precedente e hanno bisogno di tempo per ritornare al Rito Romano promulgato dai santi Paolo VI e Giovanni Paolo II".

E dall'altra: "interrompere dall’altra l’erezione di nuove parrocchie personali, legate più al desiderio e alla volontà di singoli presbiteri che al reale bisogno del «santo Popolo fedele di Dio»".

Un'estinzione programmata
Mentre Francesco è il difensore delle specie animali o vegetali in via di estinzione, decide e promulga l'estinzione di coloro che sono legati al rito immemorabile della Santa Messa. Questa specie non ha più il diritto di vivere: deve scomparire. E tutti i mezzi saranno usati per raggiungere questo risultato.

E in primo luogo, una severa riduzione della libertà. Finora gli spazi riservati al rito antico avevano una certa ampiezza di movimento, un po' come delle riserve naturali. Oggi siamo passati allo stato di zoo: gabbie, strettamente limitate e delimitate. Il loro numero è rigorosamente monitorato e, una volta stabilite, sarà vietato fornirne altre.

I guardiani - o dovremmo dire i carcerieri? - non sono altri che gli stessi vescovi.

Tutto ciò è specificato nell'articolo 3, comma 2: "Il Vescovo (…) indichi, uno o più luoghi dove i fedeli aderenti a questi gruppi possano radunarsi per la celebrazione eucaristica (non però nelle chiese parrocchiali e senza erigere nuove parrocchie personali)".

Il regolamento interno di queste carceri è rigidamente controllato (articolo 3, comma 3): "Il Vescovo (…) stabilisca nel luogo indicato i giorni in cui sono consentite le celebrazioni eucaristiche con l’uso del Messale Romano promulgato da san Giovanni XXIII nel 1962".

Tale controllo si estende ai minimi dettagli (ibidem): "In queste celebrazioni le letture sianoproclamate in lingua vernacola, usando le traduzioni della sacra Scrittura per l’uso liturgico, approvate dalle rispettive Conferenze Episcopali". Non si useranno altre traduzioni, ad esempio di un lezionario del passato.

Si ritiene auspicabile l'eutanasia per gli esemplari ritenuti non idonei alle cure palliative (articolo 3, comma 5): "Il Vescovo (…) proceda, nelle parrocchie personali canonicamente erette a beneficio di questi fedeli, a una congrua verifica in ordine alla effettiva utilità per la crescita spirituale, e valuti se mantenerle o meno".

La riserva viene inoltre del tutto rimossa, poiché scompare la commissione Ecclesia Dei (articolo 6): "Gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, a suo tempo eretti dalla Pontificia Commissione Ecclesia Dei passano sotto la competenza della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica".

Vietato ai migranti
Mentre il Papa continua a trattare con tutti i tipi di migranti, le carceri che ha istituito hanno confini recintati che non possono essere attraversati dall'esterno.

Per essere sicuro di non vedere allestite nuove riserve, il Papa vieta ogni estensione del carcere (articolo 3, comma 6): "Il vescovo (...) avrà cura di non autorizzare la costituzione di nuovi gruppi".

Questa misura è anche simile alla sterilizzazione: questi selvaggi del passato devono scomparire, è loro vietato riprodursi e perpetuare la loro specie.

Tale sterilizzazione riguarda anche i sacerdoti che saranno ordinati in futuro (articolo 4): "I presbiteri ordinati dopo la pubblicazione del presente Motu proprio, che intendono celebrare con il Missale Romanum del 1962, devono inoltrare formale richiesta al Vescovo diocesano il quale prima di concedere l’autorizzazione consulterà la Sede Apostolica".

Quanto ai sacerdoti che già beneficiano di un'autorizzazione, dovranno ora rinnovare il loro lasciapassare "celebrativo", che è assimilabile ad un visto provvisorio (articolo 5): "I presbiteri i quali già celebrano secondo il Missale Romanum del 1962, richiederanno al Vescovo diocesano l’autorizzazione per continuare ad avvalersi della facoltà".

Quindi, se si tratta di reprimere, ridurre o anche distruggere gruppi, i vescovi hanno carta bianca, ma se occorre autorizzare, il Papa non si fida di loro: occorre passare per Roma.

Mentre decine di sacerdoti, spesso sostenuti dai loro vescovi, scherniscono la Congregazione per la Dottrina della Fede "benedicendo" le coppie omosessuali, senza alcuna reazione romana, se non una velata approvazione di Francesco attraverso il suo messaggio a padre Martin, i futuri sacerdoti saranno strettamente sorvegliati se desiderano celebrare la Messa di San Pio V.

Ovviamente è più facile nascondere la propria mancanza di autorità terrorizzando i fedeli che non resisteranno, che ridurre lo scisma tedesco. Sembra che non ci fosse niente di più urgente che colpire questa parte del gregge...

Vaccinazione contro il lefevrismo
La grande paura della contaminazione del virus lefevriano è esorcizzata dal vaccino Vat. II - del Laboratorio Moderno - obbligatorio (articolo 3, comma 1): "Il Vescovo (…) accerti che tali gruppi non escludano la validità e la legittimità della riforma liturgica, dei dettati del Concilio Vaticano II e del Magistero dei Sommi Pontefici".

E tutto ciò che potrebbe essere fonte di potenziale contagio viene spietatamente eliminato (art. 8): "Le norme, istruzioni, concessioni e consuetudini precedenti, che risultino non conformi con quanto disposto dal presente Motu Proprio, sono abrogate".

Trascinato dal suo entusiasmo, il Papa arriva quasi a dire che la Messa antica sia il virus da cui proteggersi. Così, all'articolo 1 si afferma: " I libri liturgici promulgati dai santi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, in conformità ai decreti del Concilio Vaticano II, sono l’unica espressione della lex orandi del Rito Romano".

Se il Novus ordo è l'unica espressione della lex orandi, come qualificare la Messa tridentina? È in uno stato di imponderabilità liturgica o canonica? Non ha lo stesso diritto al posto ancora occupato dal rito domenicano, ambrosiano o lionese nella Chiesa latina?

Questo sembra emergere da quanto afferma il Papa nella lettera che accompagna il motu proprio. Senza apparenti sospetti del paralogismo che commette, scrive: "Mi conforta in questa decisione il fatto che, dopo il Concilio di Trento, anche san Pio V abrogò tutti i riti che non potessero vantare una comprovata antichità, stabilendo per tutta la Chiesa latina un unico Missale Romanum. Per quattro secoli questo Missale Romanum promulgato da san Pio V è stato così la principale espressione della lex orandi del Rito Romano, svolgendo una funzione di unificazione nella Chiesa."

La conclusione logica che segue da questo confronto è che questo rito deve essere mantenuto. Tanto più che la bolla Quo primum di san Pio V lo protegge da ogni attacco.

Ciò è stato confermato anche dalla commissione cardinalizia riunita da Giovanni Paolo II, che ha affermato quasi all'unanimità (8 su 9) che un vescovo non può impedire a un sacerdote di celebrarla, dopo aver osservato all'unanimità che non era mai stata vietata.

E ciò che papa Benedetto XVI ha accettato e fatto proprio nel Summorum pontificum.

Ma per Francesco gli antichi riti mantenuti da san Pio V, compresa la cosiddetta Messa tridentina, non hanno alcun valore unificante, a quanto pare. Il nuovo rito e solo quello, con i suoi cinquant'anni di esistenza, le sue infinite varianti e i suoi innumerevoli abusi, è capace di dare unità liturgica alla Chiesa. Il controsenso è lampante.

Tornando alla sua idea di eliminazione della specie, il Papa scrive ai vescovi: "Spetta soprattutto a Voi operare perché si torni a una forma celebrativa unitaria, verificando caso per caso la realtà dei gruppi che celebrano con questo Missale Romanum".

Una legge nettamente contraria al bene comune
L'impressione generale che emerge da questi documenti - motu proprio e lettera di accompagnamento del Papa - è di settarismo unito a un palese abuso di potere.

La Messa tradizionale appartiene alla parte più intima del bene comune della Chiesa. Reprimerla, gettarla nei ghetti e pianificarne infine la scomparsa, non può avere alcuna legittimità. Questa legge non è una legge della Chiesa perché, come dice san Tommaso, non esiste una legge valida contro il bene comune.

C'è anche, nei dettagli, un'evidente sfumatura del risentimento manifestato da alcuni esaltati della riforma liturgica contro la messa tradizionale. Il fallimento di questa riforma è sottolineato, come in chiaroscuro, dal successo della Tradizione e della Messa tridentina.

Ecco perché non possono sopportarla. Senza dubbio, immaginano che la sua totale scomparsa farà tornare i fedeli nelle chiese svuotate del sacro. Tragico errore. Il magnifico sviluppo di questa celebrazione degna di Dio sottolinea solo la loro indigenza: non è la Messa tridentina la causa della desertificazione prodotta dal nuovo rito.

Resta il fatto che questo motu proprio, che prima o poi finirà nell'oblio della storia della Chiesa, non è di per sé una buona notizia: segna un arresto nella riappropriazione della sua Tradizione da parte della Chiesa, e ritarderà la fine della crisi che dura ormai da più di sessant'anni.

Quanto alla Fraternità San Pio X, vi trova un nuovo motivo di fedeltà al suo fondatore, Mons. Marcel Lefebvre, e di ammirazione per la sua lungimiranza, la sua prudenza e la sua fede.

Mentre la Messa tradizionale è in via di estinzione e le promesse fatte alle società Ecclesia Dei sono così mal mantenute, essa trova nella libertà lasciatale dal Vescovo di Ferro, la possibilità di continuare a lottare per la fede e per il regno di Cristo Re. - Fonte 

34 commenti:

Anonimo ha detto...

Il miglior modo per far perdere potere al potente è non seguire i suoi ordini. Non si potrebbe celebrare il rito ignorando le carte bollate di tizio o Caio? Alla fine, l'importante sono Cristo, i fedeli ed il rito che li unisce, non lo sceriffo di Nottingham e le sue bolle reali.

Anonimo ha detto...

E' chiaro, evidente il parallelismo con la conduzione del virus o meglio con i dettami che vengono da Davos e da tutti gli altri loro incontri volti alla liquefazione di ogni identità, di ogni verità, al fine dell'attuazione della loro 'pensata' globalista.

Alle persone, che non sono massa, va insegnato a riconoscere le contraddizioni di questi quattro gaglioffi proferite ad ogni loro aprir di bocca.

J.M.Bergoglio è un importante agente del globalismo, a cui scientemente è stata affidata la Santa Sede per la polverizzazione del Cattolicesimo, come d'altronde ai suoi predecessori, più o meno consapevoli che siano stati, comunque tutti sufficientemente consapevoli per capire.

La Messa di sempre è la tessera, cuore della Dottrina Cattolica, che va espiantata per sostituirla con un cuore di alta tecnologia aggiornabile durante la notte.

Vigiliae Alexandrinae ha detto...

Le lacrime di coccodrillo di Don Davide Pagliarani che nulla ha fatto per l'attuazione del SP.

Anonimo ha detto...

Ieri, alla fine della Santa Messa (a proposito, la Santa Messa usus antiquior di Zagabria grazie a Dio rimane) ho conosciuto un italiano, che vive in Francia.
Mi ha detto praticamente che i sacerdoti della Fraternità di san Pietro l'espulsione da Digione da parte del vescovo locale se la sono cercata, poiché non aiutavano in diocesi. Ci sono parroci, diceva, che hanno decine di parrocchie e loro (quelli della Fraternità) dicono: noi celebriamo solo la Messa in latino. Questo non è sentire cum Ecclesia, è colpa loro se il Papa ha emesso l'ultimo Motu Proprio. Queste le sue parole.
Davanti a queste affermazioni sono rimasto allibito.
Rispetto ovviamente la posizione di tutti, ma fare queste affermazioni significa non avere capito che cos'è la Messa oggi chiamata tradizionale, e che cos'è la Messa attuale.
Cari amici tradizionalisti, deve venire a dirvelo un medjugoriano come me che tra le due c'è la differenza tra il giorno e la notte? Anzi, dire questo è un eufemismo da Guinness dei primati, sono praticamente l'una il contrario dell'altra. Bisogna fare finta di nulla per quaesto FALSO e IPOCRITA 'sentire cum Ecclesia'?
Ve l'immaginate i sacerdoti della Fraternità dare la Comunione sulla mano, tanto per dirne una? Sono davvero trasecolato...
La realtà è diversa: il vescovo ha solamente cercato un pretesto, e poco prima della pubblicazione del Motu Proprio, del quale era perfettamente a conoscenza, ha fatto cadere la scure, tanto per fare capire cosa pensa della Messa cosiddetta tradizionale.
La realtà è che in considerazione della fase storica in cui viviamo, è necessario che vi sia chi accetta i compromessi, così come è necessario che vi sia chi NON LI ACCETTA.
Nella realtà attuale, non si scappa: i sacerdoti che operano nelle parrocchie, e che lodevolmente, e spesso a proprio rischio e pericolo, offrono ai fedeli la possibilità della Messa usus antiquior devono evidentemente fare i parroci e celebrare anche la Messa attuale - non c'è dubbio in questo.
Ma ci deve essere anche chi non scende a compromessi, e la Fraternità di San Pietro e le altre comunità religiose legate alla Tradizione e riconosciute dalla Chiesa - nonché la lodevole e benemerita azione della Fraternità san Pio X - rammentano qual è la realtà dei fatti, e cioè che tra le due tipologie di Messe c'è una contraddizione insanabile, pur essendo anche la Messa attuale pienamente valida (ça va sans dire).
Ricordiamoci bene: come ho scritto già in questi giorni, molto presto, anzi prestissimo, non ci sarà più possibilità di compromesso, non si potrà più stare con un piede in due scarpe, presto troveranno il modo di abolire il Sacrificio nel Novus Ordo (penso che questo sia il vero significato delle parole in sogno di mia madre, ed è una cosa che si sa ormai da quarant'anni, e presto avverrà), perché questo è stato il loro progetto fin dall'inizio, e di Santa Messa ne resterà una sola. Quella oggi chiamata tradizionale, ovviamente.
Raccomando a voi sacerdoti di buona volontà, vegliate e non fatevi ingannare.
Guido Villa su Fb

Anonimo ha detto...

Ambiti in cui sussiste l'infallibilità del Papa e dove non sussiste, quando siamo tenuti a obbedire, e se proprio vogliamo dove abbiamo il dovere di non obbedire.

Quando il Vicario di Cristo si prese un granchio

L'infallibilità non solo dev'essere dichiarata ma anche conforme alla tradizione poiché se il Papa dovesse pronunciare qualche cosa di contrario alla dottrina occorre dissentire e magari provare a correggere.
È questo il caso di Papa Giovanni XXII, Papa molto controverso vissuto nel XIV secolo.
Il fu Santo Padre si autoconvinse che le anime raggiungono la propria destinazione solo dopo il Giudizio Universale e che prima sono in una fase di stasi. Propose questa idea in ben tre omelie ma subito ci si accorse che ciò cozzava con la Vera Fede e l'insegnamento dei Padri.
Infatti solo poco tempo prima, san Tommaso d'Aquino, che lo stesso Giovanni XXII aveva canonizzato, aveva confutato quell'errore antico già condannato che affermava appunto le realtà di inferno e Paradiso come successive al Giudizio Universale.
Risultato?
Molti si opposero al Papa, alcuni addirittura patirono fisicamente. Il Papa cercò di imporre la dottrina erronea, quasi violando la prerogativa stessa della Santa Sede, ma per le minacce del cancelliere di Francia, che giunse a minacciargli il rogo, la Fede fu salvata e l'insegnamento erroneo bloccato.
In punto di morte, Papa Giovanni non solo disse di non aver impugnato il Magistero e di averla considerata una teoria privata (dunque priva di infallibilità, inapplicabile all'eresia) ma addirittura la ritrattò, salvandosi l'anima. San Roberto Bellarmino affermò che il Papa fu in procinto di dichiarare un dogma falso ma non poté per via della morte (e ciò di fatto salva l'infallibilità Papale che per intervento divino sappiamo che rimane intatta)
Dirà di lui il beato cardinal Schuster, arcivescovo di Milano
"offrì alla Chiesa intera lo spettacolo umiliante dei principi, del clero e delle università che rimettono il Pontefice sulla retta via della tradizione teologica cattolica, mettendolo nella dura necessità di disdirsi" .

Anonimo ha detto...

Sì, è così. Il nocciolo della questione è proprio quello ben messo in luce nel suo commento. Da sempre.

mic ha detto...

Mi viene in mente che l'accusa formulata nei confronti dei Francescani dell'Immacolata, che pure erano biritualisti, era di criptolefevrismo

Anonimo ha detto...

@ Vigiliæ Alexandrinæ 19 luglio 2021 08:28

Lacrime di coccodrillo?
Qui non si vede traccia alcuna di lacrime di una colpa che non esiste.

Il coccodrillo mangia la sua vittima e poi, secondo la vulgata, piange.
Se qui c'è un coccodrillo e c'è una vittima questi sono
1) chi ha maciullato il Summorum
2) chi del Summorum ha fatto la sua ragion d'essere.

A chi formava i gruppi stabili l'ED chiedeva di firmare per l'accettazione del CVII. Scopo del Summorum era di dividere la Lex Orandi dalla Lex Credendi, nonché di equiparare la Messa Tradizionale e la Messa bugniniana sotto il sofisma ratzingeriano delle due forme del medesimo rito romano.

Siamo seri, Vigiliæ!
don Pagliarani avrebbe dovuto sostenere e difendere una tale bislacca concezione???

Chi conosce la Fraternità sa che la Messa di sempre era celebrabile anche prima del Summorum... e di conseguenza continuerà ad esserlo (per chi ha il coraggio e la resistenza senza tentennamenti e compromessi, come ebbe mons. Lefebvre).

Ora la storia si ripete:
ieri PVI proibì la Messa di S.Pio V;
oggi lo sta facendo Francesco.
Stiamo a vedere che succederà...

Anonimo ha detto...

Infatti solo poco tempo prima, san Tommaso d'Aquino, che lo stesso Giovanni XXII aveva canonizzato, aveva confutato quell'errore antico già condannato che affermava appunto le realtà di inferno e Paradiso come successive al Giudizio Universale...

Sia Giovanni XXII che san Tommaso D'Aquino non hanno saputo comprendere l'argomento in quanto mancava loro il fattore "tempo". Il passato, presente e futuro in Cielo non sono uguali al passato presente e futuro come li viviamo noi sulla terra oggi.
Dalla Sacra Scrittura apprendiamo che Gesù sulla croce disse al buon ladrone: "Oggi sarai com me in Paradiso", e quindi il buon ladrone non avrebbe duvuto aspettare il Giudizio Universale. Poi apprendiamo che Gesù affermò che nel Giorno del Giudizio Universale i suoi angeli avrebbero diviso i buoni dai cattivi, e questo ovviamente non riguardava il buon ladrone. ma tutti gli altri fedeli .
Esiste quindi un giudizio immediato che consente di andare in Paradiso per alcuni fedeli come i santi e le sante, senza aspettare il Giudizio Finale e per molti altri cristiani esiste un Purgatorio che inizia subito appena deceduti che per alcuni inizia già in vita .
In ultimo aggiungiamo sante Messe, preghiere e opere di bene e sofferenze per amore del prossimo ed in favore delle anime del Purgatorio che possono essere liberate dal Purgatorio ed quindi aiutate per accedere al Paradiso.
Resta l'Inferno che esiste già e che merita un discorso a parte. Per comprendere meglio è necessario ricordare che " Tutto quello che Dio ha creato rimarrà per l'Eternità". E se non c'è pentimento c'è sofferenza eterna. Il male e la morte che ne deriva saranno per sempre "ingabbiati nel fuoco eterno" Mai più il male potrà ingannare l'uomo di nuovo, ed appunto per questo è necessario che l'inferno esista per sempre.

Unknown ha detto...

Si trattava appunto di opinione teologica di dottore privato . Un vero Papa NON PUO insegnare eresie alla Chiesa universale . Questo è semplice Catechismo. Un VERO Papa è la regola prossima della Fede , noi Chiesa discente ( preti compresi) abbiamo solo da obbedire . Anche questo è Catechismo. Pericolose le disquisizioni sull' obbedienza, ribadita nei secoli da innumerevoli documenti magisteriali. Possibile che non lo capiate?


Antonio ha detto...

Da non teologo mi viene da rispondere di sì: senza andare a vedere cavilli, codicilli, dogmi e controdogmi, bolle e controbolle, mi sembra che la (palese, chiara) volontà di Dio è superiore a quella di chi dice di rappresentarlo. Se si affermasse il contrario direi che la mia avventura all’interno della Chiesa cosiddetta cattolica sarebbe finita.

Anonimo ha detto...


L'accusa a Don Davide Pagliarani di piangere ora "lacrime di coccodrillo" sul motu
proprio bergogliano appare incomprensibile.

Che significa dire che la FSSPX non ha fatto nulla per attuare il SP?
La FSSPX ha ringraziato Benedetto XVI e ha continuato per la sua strada.
Non poteva certo accettare la prospettiva biritualista e storicistica che
informa il Summorum Pontificum. E difatti, che senso ha considerare
la Messa Ordo Vetus, il cui canone, secondo i Papi, risale addirittura a
S. Pietro, come un "rito straordinario", capace di arricchire e migliorare il
c.d. "rito ordinario" ossia una Messa in vernacolo, riformata come sappiamo,
assieme a tutto il resto della liturgia e altro? Il "rito straordinario" è
caso mai quello del Novus Ordo, nato da 52 anni solamente, costruito appunto
a tavolino, sentiti anche gli esperti protestanti. Una cosa inaudita, per
chi abbia un minimo di senso liturgico o comunque non abbia smarrito il sensus fidei!
Solo l'animo tenebroso di Paolo VI poteva compiere un'impresa del genere.
Non esistono due forme dell'unico rito romano, come recita la vulgata ratzingeriana.
L'unica forma legittima è quella dell'Ordo Vetus.
La Messa NO è valida perché le formule consacratorie non sono state mutate in modo tale da renderle nulle? Ma è vero o no che nelle c.d. "Messe Nere" la consacrazione, fatta da un sacerdote degenere, deve esser valida - altrimenti, dove sarebbe il ricercato e bramato sacrilegio?
Intelligenti pauca. Del resto, si deve pur ammettere che la Messa NO ha mutato il significato del "misterium fidei", tolto dalla formula di Consacrazione del vino, e posto subito dopo essa, cosa che ha contribuito a far spostare il significato della Messa dal Sacrificio alla Resurrezione, avvicinando così la Messa al Banchetto di lode o gioioso dei Protestanti, celebrato dalla collettività.
Il Papa non ha comunque il potere di estinguere (vedi art. 1 del motu proprio) anche solo implicitamente un Rito bimillenario, che risale alla Tradizione Apostolica (vedi Suarez e Cajetano, riportati da mons. K. Gamber, da me citato in precedenti post). Un Papa del genere dovrebbe considerarsi "scismatico", secondo quegli illustri teologi: si sarebbe infatti posto fuori della Chiesa ipso facto. Lo "scisma" sarebbe cominciato comunque con Paolo VI. (Quest'accusa di "scisma" fa riflettere: una Chiesa cattolica che dal Vat II in poi sta andando a rotoli, con una falsa Messa imposta, non sarà per caso "scismatica" rispetto a se stessa? Estraneatasi da sé, alienatasi a se stessa - un concetto che sarebbe piaciuto agli hegeliani, ma legittimo in questo caso, al di fuori dello schema dialettico). Ben ha detto mons. Schneider, individuando subito "l'abuso di potere" commesso ora da Bergoglio.
La lista degli errori, in fide e non, e degli abusi di questo Papa si allunga sempre di più.
Nonostante tutto, dobbiamo sempre pregare ogni giorno, nelle devozioni quotidiane, per il Papa, perché gli cada il velo che gli oscura la vista e ritorni, anche di colpo, alla vera fede, ad esser veramente un Romano Pontefice. Senza per questo desistere dal denunciarne gli errori, nostro dovere di Milites Christi.
PP

Anonimo ha detto...

Teniamo a mente anche il procedere della politica, si apre una finestrella come sopra pensiero, poi la si allarga di un pochino... finché diventa un arco di trionfo per loro, sotto il quale loro passano a cavallo, incoronati e noi con i ceppi ai piedi, senza che nessuno abbia abrogato formalmente la Costituzione, ma che molti hanno calpestato.

Questo iter attuativo delle infamità è lo stesso per la ue, per la nato e per la chiesa CVIIista. Questi vanno fermati subito al tempo delle 'fessure'.Adesso ci attendono giorni e giorni di lamento corale, poi esaurita ogni vitalità fisica ed intellettuale, sfiancati, col silenzio, si acconsentirà.

Fate come vi pare! Qui deve sorgere un corale NO di piazza, di popolo, di persona, di cuore in faccia al nemico. Mai più il nemico faccia un passo avanti! Il resto chiacchiere di impotenti, non credenti.

Anonimo ha detto...


"Andranno in Paradiso subito alcuni fedeli come santi e sante..."

Mi sembra che ci vadano subito (opinione teologica consolidata, se sbaglio correggetemi) anche coloro che vengono uccisi per la fede.
In modo manifesto. Sarebbe, la morte come testimoni ("martiri") di Cristo e per averlo testimoniato contro il mondo persecutore, sarebbe questa morte un vero e proprio Battesimo di Sangue, che cancella subito tutti i peccati.
La prospettiva del Battesimo di Sangue, per chi ne avrà la forza con l'aiuto dello Spirito Santo, si avvicina sempre di più, da come stanno andando le cose nelle nostre corrottissime società.
È una prospettiva che spaventa notevolmente. Inutile negarlo. Ma dobbiamo pensare a ciò che guadagnamo subito dopo e per l'eternità. E all'iuto che, nel momento decisivo, sicuramente avremo dallo Spirito Santo.
Come al tempo della fase iniziale della Rivoluzione Francese, i peggiori persecutori saranno i preti degeneri, i "falsi fratelli", i lupi travestiti da agnelli ecumenici e immigrazionisti, omosessualisti e femministi...
Z.

Fuori tema ma non troppo : ha detto...

Don Marco Begato (S.Don Bosco)
Start AP
https://www.youtube.com/watch?v=dKJL2onE94E

Si diffonde la causa anti-razzista, capitanata dalle schiere dei BLM. Ma quello dei BLM è un movimento molto particolare, che non esaurisce in sé tutte le possibili espressioni dell'integrazione razziale. Al contrario, si caratterizza per essere rivoluzionario, violento, anarchico e pansessualista. Tutte cose che un cristiano non può condividere

Anonimo ha detto...

Nell'Ama i prossimo tuo come te stesso è compreso tutto per chi intende.

Per chi non vuole intendere, possono essere fondati miliardi di movimenti, scritte miliardi di milioni di leggi, mancherà sempre quell'aspetto dissolutore che è l'unico che a loro interessa imporre.

Anonimo ha detto...


"Questa legge non è una legge della Chiesa"… affirme le texte de la FSSPX.

Sans aucun doute ! Mais comment s'en étonner ?

Combien de temps faudra-t-il encore à la FSSPX pour reconnaître que le catholicisme — dont elle se réclame à juste titre et qu'elle est maintenant seule, ou presque, à incarner — est historiquement mort à Vatican II, et que ce qui se perpétue encore aujourd'hui sous ce nom, dans "l'Eglise conciliaire", n'est qu'une imposture, le vrai nom de ce faux "catholicisme" étant en fait l'humanitarisme onusien ?

Nous sommes en présence, depuis 60 ans, d'une authentique escroquerie.

C'est parce que le vrai catholicisme est mort à Vatican II, que sa vraie liturgie aussi est morte, et qu'elle a été substituée, officiellement, par l'infâme machin protestantoide inventé de toutes pièces par Montini-Bugnini et que Bergoglio veut maintenant imposer de manière définitive.

J'insiste : les démolisseurs de l'Église, pour mener à bien leur entreprise de subversion, se sont revêtus des apparences du catholicisme, mais leurs actes ne sont pas, ne peuvent pas êtres des actes catholiques. On ne peut donc, dans ces conditions, s'étonner que "Questa legge non è una legge della Chiesa"…

Anonimo ha detto...

Andrea Sandri

Dispiace per la FSSPX, ma oggi il fronte della battaglia per la Messa è tenuto, nolens volens, principalmente dalla FSSP. C’è solo da pregare affinché ne abbiano la forza e la FSSPX trovi il modo di collaborare e di uscire dal limbo in cui è stata relegata.

mic ha detto...

C’è solo da pregare affinché ne abbiano la forza e la FSSPX trovi il modo di collaborare e di uscire dal limbo in cui è stata relegata.

Mentre sussiste il rischio, più concreto di quanto non appaia, che venga relegata ulteriormente...

Anonimo ha detto...

"On ne peut donc, dans ces conditions, s'étonner que "Questa legge non è una legge della Chiesa"…"

Evidentemente non si tratta di un "étonnement", di uno stupirsi, ma di una semplice constatazione.
Che la FSSPX si stupisca di ciò è una pura invenzione del commentatore francofono.

Anonimo ha detto...

Poi alla fine che si fa? Se ti tolgono le poche chiese in cui si può celebrare, chi non vuole andare alle messe delle varie fraternità per motivi personali o per mancanza di possibilità perché sono poche e lontanissime e non tutti possono accollarsi viaggi di centinaia di km. si finisce per restare a casa a pregare alla meno peggio come dice quel blogger su altro sito, cosa è peggio, stare senza messa o andare a quella NO, che a volte è anche ben celebrata e non ha troppe storture e/o abusi liturgici?

Josh ha detto...

Pronto per Astana....

Anonimo ha detto...

Egregio Andrea Sandri:
1- Se non ci fosse stato l’Arcivescovo Marcel Lefebvre e la sua FFSPX, ora la Tradizione cattolica e quello che ne consegue sarebbe stato uno sbiadito ricordo degli ultra 70enni. L’essere sottratti a qualsiasi tirannica giurisdizione è stato l’elemento che la provvidenza ha voluto donargli, quasi a preservare la fede cattolica come dei semi di piante non più esistenti.
2- Le comunità “Ecclesi Dei” da dove sorgono?, non credo da un cilindro.
3- Allo stato attuale la FFSP e gli altri istituti similari cosa possono fare?
Obbedire: nel giro di 5 anni i loro sacerdoti saranno diluiti assorbiti nella “normalizzazione” delle diocesi, resi insignificanti, a breve partiranno i visitatori apostolici per neutralizzare ulteriori apporti di vocazione e seminari, le Parrocchie Personali, già rare, saranno soppresse (vedasi Digione).
Resistere: formando un fronte compatto, portando con se i numerosi fedeli che ruotano da anni intoro a loro, creando una “FFSP” alla 3^ potenza, nella sua stessa posizione canonica. Questo potrebbe far paura e porre in seria crisi Bergoglio. Non penso che questo avverrà, ormai l’imborghesimento e la mollezza la fanno da padrone e poi c’è la fobia dell’obbedienza (si arriva ad apostatare in nome dell’obbedienza si accetta qualsiasi aberrazione, oramai siamo all’idolatria dell’obbedienza).
Ricordiamoci poi che queste comunità “ab origine” sono scese a compromesso con “CVII e rivoluzione liturgica”, non sono più in grado di poter rivendicare niente.
Il recente “Motu Proprio” ha un solo fine cancellare definitivamente tutto quello che è precedente al CVII: i fedeli con sarcasmo amaro dovranno essere accompagnati a rientrare (rieducati guariti) nel culto protestantizzato (Novus Ordo), non deve sorgere nessuna comunità né laicale e né clericale, l’esistente deve essere inesorabilmente disattivato, neutralizzato per sempre. Alessandro da Roma.

Anonimo ha detto...

TRADITIONIS CUSTODES" Il Pomo della Discordia - Omelia di Don Davide Pagliarani
https://www.youtube.com/watch?v=iuSxocg9Wt4

Anonimo ha detto...

Per carità! Guai ad andare alle "messe" novus ordo!
Invochiamo la Divina Provvidenza affinché le metta a disposizione e non troppo lontano la S. Messa anche tutti i giorni!


Anonimo ha detto...


A. Sandri critica la FSSPX forse perché non vuole fare un fronte comune con le
Comunità Ecclesia Dei per realizzare una efficace difesa della Messa di rito antico?
Un fronte comune del genere sarebbe un'iniziativa di tipo velleitario.
Tra l'altro le Comunità Ecclesia Dei considerano i "lefebvriani" degli scismatici, fino
a prova contraria.
Un fronte comune come quello forse auspicato da Sandri sarebbe solo un papocchio perché basato sul compromesso. Cioè una falsa alleanza tra "Cristo e Belihar" possiamo dire ovvero
tra chi si è piegato a riconoscere il Vat II e le sue "riforme" liturgiche e chi invece non si è piegato affatto. Tra chi ha piegato la schiena e chi no.
Sarebbe un'alleanza innaturale, di tipo "democristiano", per così dire.




Unknown ha detto...

È vero , il fronte comune può esistere solo se si condivide la stessa Fede , quella cattolica integra . Chi accetta il nefasto Vat II è purtroppo già fuori oggettivamente (salva la buona fede, sempre da presumere ma effettivamente sorprendente). Anche la FSPX non è esente da grave contraddizione.Che fare? Mettersi in contatto con veri Sacerdoti intransigenti , fedeli al Deposito fino all'ultimo iota , chiedendo loro di celebrare nelle nostre case . Cercate e troverete

Anonimo ha detto...

"C’è solo da pregare affinché ne abbiano la forza e la FSSPX trovi il modo di collaborare e di uscire dal limbo in cui è stata relegata." (Andrea Sandri)

Andrea Sandri considera la FSSPX alla stregua di una comunità ED con cui collaborare, le quali si reggevano sul compromesso ed i cedimenti e che ora si lamentano di essere ripagati ingenerosamente.
La Provvidenza ha preservato la FSSPX fuori dalla giurisdizione e quindi dai commissariamenti. Così rimane l'unica àncora.
Così è, Andrea Sandri!



Anonimo ha detto...

Tutta questa costruzione modernista/ CVIIista è destinata a crollare perché menzognera, parimenti la globalizzazione. Come e quando questo accadrà non so. Sicuramente dipenderà anche dagli uomini che sempre cooperano alla salvezza o alla perdizione propria, del loro prossimo e della umanità in senso lato. Vista la grande spaccatura che sta avvenendo tra gli esseri umani in ogni campo del vivere religioso, familiare, culturale, politico, giuridico, economico, ci attendono grandi prove e grandi dolori. Malgrado siano molti quelli che cercano di vivere onestamente, che pregano anche per i peccatori, sembra che questo non basti ancora. Menzogna e verità si intrecciano in ogni cuore e anche quello che sembra nascere bene può tramutarsi nel male peggiore. E' bene che i nostri sforzi ci siano e siano rinnovati di giorno in giorno in quella trasmutazione del dovere nella nostra opera d'arte offerta a Dio, Uno e Trino, dimenticando noi stessi nel ben fatto. Oggi ancora una volta mi è parso di capire un pochino meglio queste parole, Virgo potens, Virgo clemens, Virgo fidelis, come se fossero reali possibilità concrete non solo del corpo, ma anche dell'anima e dello spirito umano che desidera imitare la Madre Santissima ed il Figlio Suo Gesù Cristo. Nella preghiera, nello studio, nel lavoro manuale ogni anima può sperimentare la realtà, la verità di queste invocazioni che sono una sola invocazione con tre attributi intimamente connessi, in scala ed insieme di pari grado, chiediamo alla Vergine Madre e al Signore Gesù Cristo di farci comprendere e sperimentare questa realtà spirituale nelle nostre battaglie e prove quotidiane.

Anonimo ha detto...

Comunque tutto questo sta accadendo da quando i cattolici che si dicono "fedeli alla Tradizione" oggi hanno smesso di chiamarsi "intransigenti" ( come ai tempi di Pio IX) e hanno cominciato a chiamarsi "tradizionalisti". Voi dite: "siamo passati da riserva a zoo". Ora faccio una considerazione generale e non personale perchè non conosco l'intimo dei cuori: è molto triste che anche tra i migliori non vi sia più il "coraggio della Verità", ma solo un ritirarsi in un gruppo di "sponsor" di un "gusto". non è vero, non è così. non si tratta di gusti. ma di Verità eterne.
Ed è venuta l'Ora gravissima, prevista da un secolo di numerose apparizioni mariane, Ora carica di gravezze e amaritudini, Ora precorritrice della Seconda Venuta di Cristo, di difendere tale Verità con il sangue e in faccia al mondo e alla "Chiesa di umana creazione" (dalle visioni della Beata Emmerich). Ma sembra che nemmeno tra i "fedeli alla Tradizione" c'è tale consapevolezza dell' Imminenza dell'Attimo.. si avvicina una Grande Devastazione.
è un vero peccato che tanti "tradizionalisti" siano rimasti refrattari alla Mistica e alle Rivelazioni mariane, e che i "modernisti" nella Chiesa siano rimasti senza entrambe! Oh che bella Chiesa sarebbe, una Chiesa un Sacerdozio dove entrambe siano accolte e amate!

mic ha detto...

Un amico su Facebook:

Mons. Lefebvre "complottista"

"È spaventoso, non possiamo immaginare verso cosa stiamo andando in questo momento, verso una socializzazione che apparentemente per noi non sembra così dura come quella del comunismo, ma che, alla fine, sarà semplicemente un’immagine del comunismo, ma realizzata con mezzi scientifici invece che con la forza, come fecero i comunisti, sarà la stessa cosa.

Allora si elimineranno dalla società tutti quelli che non vogliono sottomettersi a quest’ordine socialista. Li si eliminerà. Ci sarà sempre un modo per eliminarli. Adesso si eliminano i bambini che danno fastidio, presto si elimineranno i vecchi e dopo non sarà difficile fare un’iniezione o fare qualcosa a qualcuno che è malato, che è un fastidio; saranno eliminati. Saranno fatti sparire dalla società con il pretesto che sono imbarazzanti. Non riescono ad avere gli standard che sono previsti. Stiamo davvero andando verso una società terribile, che pretende di essere libera e che non avrà più alcuna libertà, nessuna libertà."
Mons. Lefebvre

Anonimo ha detto...

Bergoglio ultimo colpevole
Che i modernisti odiassero la S. Messa antica era cosa nota e che un giorno sarebbe stata tolta non c'era dubbio.
Prima però di lanciare accuse a Bergoglio come unico colpevole (mentre invece è solo l'ultimo colpevole) è necessario avere la comprensione della natura del Motu Proprio "Summorum Pontificum" di Benedetto XVI del 2007. Esso ha permesso (anche a me) di conoscere la S. Messa antica, ha fatto nascere congregazioni e gruppi di rito antico e ha permesso di conoscere la tradizione cattolica a tantissima gente che la ignorava. Questo "bene" però fu permesso e tollerato dai modernisti in vista di una strategia a lungo termine ben più profonda (e facilmente intuibile): il Summorum Pontificum è stato un' esca per la FSSPX che di fatto era (ed ancora è) l'unica vera resistenza alla setta postconciliare. Per 14 anni con il Summorum i modernisti hanno voluto far credere (a tutti, ma soprattutto ai lefebvriani) che è possibile vivere la tradizione anche nella chiesa conciliare, e che lo stato di "scisma" della FSSPX non aveva motivo di esistere. Ora il Summorum Pontificum è stato azzerato, e il motivo più plausibile è perché esso ha esaurito la sua funzione, cioè non serve più come esca, dato che il pesce ha abboccato e la FSSPX comunicherà presto la sua nuova posizione canonica. I capi della Fraternità Sacerdotale fondata da Mons. Lefebvre infatti hanno con il tempo maturato la convinzione che "da dentro" lavoreranno meglio e potranno ricondurre la chiesa conciliare alla tradizione, e che loro (per una particolare assistenza del Cielo) non faranno la fine dell'Ecclesia Dei, purtroppo non è poi così difficile prevedere la disfatta di una tale imprudentissima operazione. Sarei felicissimo di sbagliarmi, venire a sapere che l'esca non serve più perché tanto il pesce non ha intenzione di abboccare, ma credo non sia così e credo che stiamo andando verso nuovi equilibri, nuove divisioni, ed è bene prepararci a nuove lotte, finché non torni il giorno e la luce della Fede non torni a brillare lì dove deve.
Tommaso Maria Irlanda su Fb

Anonimo ha detto...

Tommaso Maria Irlanda su Fb
parla... parla... ed è come se dicesse "so già tutto io, non c'è bisogno che io dimostri quello che sostengo, dovete semplicemente credermi sulla parola."

E perché mai noi dovremmo credergli?
Se conosce la verità, invece di sparlare, la dimostri: che problema c'è?

Anonimo ha detto...

Ecco qua cosa dicono i diretti interessati:

https://www.aldomariavalli.it/2021/07/23/lettera-di-don-davide-pagliarani-sul-motu-proprio-traditionis-custodes/amp/