Leggo un articolo pubblicato su Vigiliae Alexandrinae [qui], con il quale Andrea Sandri mi chiama direttamente in causa in relazione alle mie brevi considerazioni espresse qui. Ecco di seguito la mia risposta.
Se non mi avessi chiamata in causa direttamente avrei evitato di rispondere perché mi sembra che si stia innescando una polemica infinita che aggiunge elementi estranei al tema originale del dibattito. E distrae e fa perdere tempo rispetto a questioni più importanti, quali la sorte del Summorum Pontificum et alia di non poco conto, che sommariamente troverai indicate di seguito.
Ma veniamo al tuo scritto.
- Inizialmente mi approvi perché avrei notato l'emergere in Viganò di elementi del neotradizionalismo", un fenomeno che "si allontana essenzialmente dal movimento di fedeltà alla Tradizione cattolica".
Ebbene, ho criticato certe "accentuazioni" dell'Arcivescovo Viganò sui temi politici e il linguaggio che a volte usa nei confronti del papa regnante. Questi elementi "accentuati" nel discorso di Viganò dimostrano l'emergere di un "neotradizionalismo", da bandire? Non saprei. Apprendo da te l'esistenza del "neotradizionalismo", supposto figlio degenere (se ho capito bene) del vero tradizionalismo cattolico. In ogni caso, a ben vedere, quale sia il "vero" tradizionalismo non è questione che mi riguardi, dal momento che non mi considero affatto "tradizionalista". Mi considero umilmente una, per quanto possibile, cattolica fedele alla Tradizione della Chiesa, ossia al suo insegnamento perenne, basato sulla tradizione e il magistero. Mi sbaglierò ma, a mio avviso, il "tradizionalismo" che ribolle e si agita nella blogosfera è altra cosa e dentro ci si può trovare un po' di tutto.
Il che, mi pare chiaro, mi tira automaticamente fuori dalle polemiche, da qualunque sponda provengano, che non mi riguardano.
- Poi mi critichi perché non mi sarei accorta che Viganò in realtà "non rifugge dalle tribune di qualunque genere", tant'è vero che avrebbe inondato di messaggi il sito della "Federazione dei Triarii" e ha partecipato dal remoto al Festival di Filosofia del 30 maggio 2021, in memoria di Antonio Livi;
Mi rimproveri perché ho detto che ho la sensazione che «l’Arcivescovo Viganò rifugga dalle tribune di qualunque genere» e volutamente ignori che con quella espressione intendevo riferirmi specificamente alle repliche agli attacchi di De Mattei, posto che avrebbe dovuto bastare la sua Nota.
E dunque sottolinei che partecipa a diverse tribune a cominciare da quelle di questi Triarii... Se è per questo, sue interviste sono apparse più volte su noti siti cattolici americani, tra i quali LifeSiteNews, molto conosciuto. Non le ho intese come un partecipare a "tribune", dal punto di vista del loro significato. Diciamo a onor del vero che ci sono giornalisti di tutto l'orbe cattolico che lo vanno a cercare, che sono interessati alla sua opinione, gradita a tantissimi fedeli. In ogni caso il mio sarebbe un peccatuccio di poco conto, direi. Se mons. Viganò negli ultimi tempi è stato pubblicato più volte sul sito dei Triarii, io che posso farci? Ero obbligata a saperlo? E devo pensare che sposi in pieno le posizioni, variegate, di tutti quelli con cui è in contatto? E dovrebbe calibrare i suoi contatti in base a chi appartiene al cosiddetto tradizionalismo doc? Che poi l'abbiano invitato a dare un contribuito dal remoto ad un convegno in memoria di Livi non mi sembra una cosa scandalosa. Se poi a questo convegno hanno invitato a partecipare anche alcune personalità controverse dal punto di vista ideologico, mons. Viganò cosa c'entra?
- Mi critichi inoltre perché avrei sbagliato a dire che c'è un tentativo di "normalizzarlo" da parte del resto del mondo della Tradizione, quando, il tentativo in atto è di don Curzio, che appartiene al "neo-tradizionalismo".
E qui dici che Viganò, così come ha smentito De Mattei, "avrebbe potuto con altrettanta solerzia e molto opportunamente smentire don Curzio che lo descrive come “il capo” di una “associazione” denominata “Resistenza antimodernista e antimondialista”.
Su questo sono stata disattenta perché non avevo ascoltato tutto l'intervento di don Curzio, dal momento che mi è bastato capire che si trattava di un attacco ad personam in senso inverso e come tale per me già più dannoso che utile alla causa e, da parte mia, non ignorando la resistenza che peraltro è anche la mia posizione, non vedevo alcun fronte organizzato intorno all'Arcivescovo. Se poi la situazione possa evolversi, mi fermo all'eventualità, senza aver contezza di sufficienti dettagli.
Quanto alle espressioni da te sottolineate, non credo che mons. Viganò o chiunque altro debba smentire chiunque per il mondo si intesti cose che lo riguardano, a meno che non l'abbia precedentemente investito di qualche responsabilità.
Forse temi che Viganò si metta a capo di una "gerarchia parallela"? Ma, ammesso e non concesso, per fare una gerarchia parallela è necessario avere altri prelati che aderiscono, e quello che abbiamo visto sinora - a partire dai Dubia - è semmai l'eccesso di individualismo, o comunque una quasi totale assenza di spirito di aggregazione, per cui mancano iniziative comuni, mentre diversi sono i casi di pubblica approvazione per alcune questioni in ordine sparso (penso al Card. Burke e a Mons. Schneider nei confronti di mons. Viganò). Resta fermo il fatto che nella Chiesa la comunione opera al di là delle azioni, comuni o meno, che umanamente riesce possibile imbastire. In ogni caso il punctum dolens è e resta la renitenza diffusa alla critica esplicita al concilio quo maius cogitari nequit...; il che non equivale a rinnegarlo, ma a correggerne le 'variazioni' ampiamente individuate e argomentate.
Su queste questioni di dettaglio non mi sono soffermata prima e non mi ci soffermo ulteriormente ora.
Ma ribadisco la stranezza del fatto che la pesante contestazione in atto gli sia mossa per le sue posizioni sulla dittatura sanitaria che si abbatte sul mondo, oltre che sulla gravissima crisi della Chiesa e sulle sue cause, eludendo una discussione più approfondita sul concilio. E qui la mia visuale coincide con la sua anche sul fronte geopolitico, pur se personalmente rifuggo dai complottismi e da ogni tipo di enfatizzazione. Ed è proprio a partire da qui che, da un lato, assistiamo all'attacco pesante con chiaro intento di delegittimarlo di De Mattei, dall'altro al constatato tentativo di "normalizzarlo"...
Piuttosto avevo appreso dalle nostre precedenti discussioni che per quanto ti riguarda la "normalizzazione" consisterebbe nel vederlo, ad esempio, inserito in una comunità Ecclesia Dei; il che - te lo avevo già detto - mi pare un progetto utopistico e velleitario.
Tra la FSSPX e le Ecclesia Dei c'è anche di mezzo il macigno del Concilio. Pura teoria che nel 1988 a mons. Lefebvre fosse stato accordato di criticare in modo "prudente" il Concilio. Una delle solite formule che nascondono il nulla. E sono lo scoglio in cui si incagliano tutti i tentativi di confronto tra Tradizione e Santa Sede...
Non ti seguo fino in fondo e può darsi che le nostre visuali non coincidano sul fronte geopolitico, anche se, come te, personalmente rifuggo dai complottismi e da ogni tipo di enfatizzazione. Ed è in questo senso che mi sono permessa di parlare di maggiore prudenza e sobrietà di eloquio, mentre tuttavia penso che l'Arcivescovo stia dalla parte giusta... In ogni caso ci sono alcuni dati sommariamente liquidati come complottisti che trovano riscontro in tante realtà e corrispondenti narrazioni da parte di fonti accreditate. E in questo, vaccini compresi, non mi trovo dalla parte di De Mattei.
Ora apprendo che altra mia colpa è non essermi accorta che il "tentativo di normalizzarlo" viene da esponenti del "neotradizionalismo" e non del (vero) tradizionalismo, mentre io mi riferivo essenzialmente alla tua visuale sopra indicata. E, sul punto, rimando a quanto ho detto sopra su "tradizionalismo" e "neotradizionalismo".
- Infine concludi con la tua idea di come Viganò dovrebbe agire come autentico vescovo della Chiesa. Dovrebbe smettere di definire Bergoglio "una marionetta" nelle mani del "burattinaio" e smetterla di parlare dal remoto come ad una "diocesi universale".
Non capisco perché debba destare preoccupazioni in assoluto la frase «chi presiede la Chiesa è marionetta nelle mani del burattinaio»: come se non abbondassero i pontefici del passato che erano nelle mani del potere politico. Credi forse che i papi siano andati ad Avignone perché c'era del buon vino?
Questa tua notazione finale, critica nei confronti di mons. Viganò, se mi permetti, non mi sembra del tutto chiara. Chiaro è l'invito a mons. Viganò a non rivolgere epiteti poco rispettosi al papa. E su questo non possiamo che essere d'accordo. Bisogna sempre rivolgersi con il dovuto rispetto a chi occupa il Sacro Soglio anche se si trattasse di un Alessandro Borgia o, appunto, di un Bergoglio, che propala apertamente eresie, autorizza la comunione ai divorziati risposati, incoraggia i confratelli gay-friendly, celebra culti pagani dentro S. Pietro a pochi metri dalla tomba del Primo Papa, promuove una religione universale di tipo deistico (vedi l'incontro di Abu Dhabi, stigmatizzato - come tutto il resto - da mons. Schneider, che ha parlato apertamente di eresia, non meno che dai cardinali Burke e Brandmüller).
Inviti mons. Viganò ad essere fedele a Pietro. Perché, non lo è? Propala forse errori nella fede, incoraggia forse l'ecumenismo eterodosso voluto dal Concilio, l'omofilia, i culti andini o fa forse l'elogio delle eresie di Lutero?
Cosa si deve intendere con l'esser fedeli a Pietro: il semplice mantenimento del rispetto formale nei suoi confronti? Nessuno lo nega, questo rispetto, e Viganò avrà commesso qualche peccato in questo senso, comunque veniale. Ma non confondiamo il rispetto formale con la fedeltà al dogma della fede, nella quale consiste la vera fedeltà a Pietro.
Infine la Ortung (lo spazio su cui insiste l'ordinamento costituito dalle norme) della Chiesa sarebbe il radicamento della Chiesa nel luogo che è rappresentato dal Papa, appunto da Pietro, la Pietra. Ubi Petrus, ibi Ecclesia. Ma questo luogo, per la Chiesa, non può essere solo materiale o rappresentato da rapporti di forza: è in primis un luogo teologico e consiste nel Deposito della Fede, che il papa ha il dovere supremo di custodire. Il deposito sarebbe allora "l'ordinamento", i dogmi e il loro sistema (Ordnung). Ma la Ortung, ossia l'attività concreta di Pietro sul luogo storico del primato petrino, roccia posta nel centro ideale di Roma ma avente circonferenza in tutto il mondo, non può contraddire alla Ordnung ossia al Deposito, come sta facendo questo papa (e come hanno fatto i precedenti, anche se non allo stesso modo scandaloso, tranne Paolo VI con la riforma liturgica).
Se contraddice, allora è lecito criticarlo in nome della vera dottrina, da parte di un prelato, proprio per questo costretto a rivolgersi alla cattolicità tutta, come se fosse essa stessa la sua diocesi.
Maria Guarini
54 commenti:
Il Sandri, se non ricordo male, fa parte della galassia FSSPX legata a mons. Fellay, cioè quella parte che afferma che oggi mons. Lefebvre farebbe l'accordo con Bergoglio (questo già basterebbe per capire di cosa stiamo parlando, ma continuiamo), perché non ci sarebbe più lo stato di necessità come ai tempi di Giovanni Paolo II. Un ragionamento del genere è evidentemente un ragionamento "neotradizionalista", per dirla con un termine che si sono inventati loro (inventano nuovi termini continuamente proprio come i modernisti), ed è un modo per risultare nello stesso tempo: tradizionalisti o "fedeli alla tradizione" che suona meglio, non scismatici, equilibrati e non complottisti. Ma nella verità il loro parlare è ormai legato a pomeliche costanti su come gli altri agiscono, passano il tempo a spiare i passi di coloro dai quali si sentono oscurati. È vero anche che oscurarli non è poi così difficile, si sono ridotti da soli all'insignificanza, e credo che dopo queste inutili polemiche che mettono su ogni giorno, li vedremo prima o poi sparire nei loro equilibratissimi salotti del nulla.
Tommaso Maria
Se qualcuno trova troppo , troppo poco di pertinente, di elegante in quello che dice Mons. Viganò prenda il telefono, la mail, un piccione e lo dica, lo scriva privatamente a lui. E così per tutti gli altri rapporti, tradizionalisti e/o modernisti e/o intrecciati che siano.
Una caratteristica preziosa di Mons.Viganò è la libertà dei Figli di Dio ora stringente critico, ora apocalittico, ora ironico, ora umile credente e... tanto altro ancora. Mons. Viganò non è un libro stampato con nullaosta, vivaddio!
Eppoi chi cerca la disamina del CVII legga "Iota Unum" di Romano Amerio, "Il Reno si getta nel Tevere, Storia interna del Vaticano II" di Ralph M.Wiltgen, "Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta" di Roberto de Mattei e a seguire un elenco senza fine...
È un momento topico quando il Nemico attacca direttamente: è segno che è in difficoltà e si toglie la maschera, fatto doppiamente positivo. Possiamo quindi aggiungere alla lista nera degli appartenenti alla Sinagoga di Satana molte persone precedentemente (in realtà per chi dormiva) date per buone. Dopo De Mattei, ecco Andrea Sandri.
L’unica cosa che mi sorprende è che il Principe di questo mondo dovrebbe stare tranquillo, sembra che abbia (momentaneamente) vinto su tutti i fronti. Perché è così nervoso e manda avanti i suoi a ragliare? Chiediamocelo.
Ringrazio il Signore per aver suscitato m.Vigano'
Gianni Costanzo
Il fatto è che io non amo lanciare anatemi, non credo serva a nessuno...
Penso che il grande disorientamento sia determinato dal fatto che siamo pecore senza pastore e ognuno si propone con la sua sintesi del momento in base ai suoi doni e con i suoi limiti.
Quando conosco le persone con cui dialogo dò per scontato che non siano in malafede...
Ringrazio la dr.ssa Maria Guarini per la esauriente, intellettualmente onestissima e chiara risposta a Vigiliae.
Alessandro Mirabelli
Faccio un'ipotesi di natura politica.
In questo momento la destra in Italia va bene nei sondaggi. Il dd Zan potrebbe non avere i numeri. Forse qualche corrente piuttosto moderata in seno al Vaticano sta cercando una sponda nel centrodestra. Il prezzo da pagare potrebbe essere il ridimensionamento di mons. Viganò?
Ogni fedele per le proprie capacità e posizione ha il dovere di richiamare un superiore in materia di fede e morale , quanto più un Arcivescovo in tempo di abbondanza massiva di cani muti, come li denuncia la stessa Bibbia fin dall'antico Testamento.
# Antonio
Non farei liste di proscrizione con chi appartiene e chi non appartiene alla "sinagoga di Satana", dove Sinagoga sta ovviamente per congrega, assemblea, schiera etc.
Come dice giustamente Mic qui non si tratta di scagliare anatemi (già sono in troppi a farlo, a quanto appare) ma di chiarire bene le proprie posizioni, anche nel tentativo di mantenere al dibattito (sempre più incandescente) un tono razionale e obbiettivo (che non significa moderato a priori, cioè alla ricerca di un compromesso a tutti i costi).
Z.
Chiedo scusa se parto da me (un emerito nessuno), ma almeno so quel che scrivo.
Non appartengo ad alcuna galassia (tradizionalista, neotradizionalista o conciliarista, incluse le varianti contraddistinte da vari prefissi neo, pseudo, post, anti, vetero etc.
Ne ho abbastanza delle etichette già affibbiate a me nel mio percorso ecclesiale.
Non c’è situazione in cui non vi sia chi te ne mette una addosso. E l’ho fatto anch’io.
Ciò detto: ho moltissima stima e gratitudine per le prese di posizione di Mons. Viganò.
Ovviamente anche lui può sbagliare o eccedere: parliamo di un uomo, inutile illudersi.
Però che noia questi detentori dello standard aureo che possono pesare la purezza altrui!
Evangelicamente un po’ come i filtratori del moscerino capaci di bersi il cammello.
Mons. Viganò ha commesso degli errori? Sì. E altri potrà commetterne. E allora?
Ciò che dice vale di meno perché trova ascolto anche presso chi noi non vorremmo?
Se (capitò persino a Gesù coi capi religiosi del suo tempo) perde la pazienza, il senso delle sue parole viene svalutato dalla lesa maestà di chi la detiene a disdoro del ruolo?
Smette di aver senso tutto quello che dice, come lo dice, a chi e perché? Non è così.
Se un uomo, un pover’uomo con tutti i suoi limiti, dice cose che fanno pensare allo spirito di un grande profeta, significa forse che se ne arroghi il titolo? O che vada santificato?
Ma un po’ di misura e carità (certi puristi, garanti dell'altrui purezza) mai?
Siamo assediati da un disegno a livello globale basato su frottole colossali e un potere di manipolazione immenso, mai visto, e il problema è un grido isolato sopra le righe?
E chi si adonta prima? Mentre il nemico tace, a colpire è il fuoco amico o sedicente tale.
Anch'io ringrazio Dio che ci abbia dato un Mons. Viganò di questi tempi.
E concordo con chi ha inteso che se la contraerea intensifica il fuoco di sbarramento è perché la minaccia fa davvero paura, tanto è vicina e concreta. Buon segno.
@mic
Tanto rifuggo anch'io l'inutile o la bassa polemica, che mai commento con puro intento encomiastico, ma in questo caso devo dire che lei sta esprimendo la posizione che mi pare più condivisibile e ragionevolmente moderata.
Al contrario trovo strumentale, in senso volgarmente denigratorio, nonché addirittura ridicolo, giungere a parlare di "neotradizionalismo" e ciò mi conferma l'impressione di forte dissonanza che rilevo in campo "tradizionalista-dematteiano" rispetto ad una considerazione limpida e realistica dell'ora presente.
Forse perché sente che il suo tempo sta per scadere, e allira si inbestialisce e perde lucidità e controllo di sé, accecato dall' idio come è sin dal principio. Ma non disperiamo, quanto più lui e i suoi si accaniscono contro dei poveri "serbi inutili", tanto più è sicuro che la sua sconfitta si avvicina, a passi da gigante. Il piccolo resto può dormire sonni tranquilli, il Dio che vede e provvede lo sottrarrà alle grinfie di Satana e dei suoi servitori terreni...
Mah,non se ne puo' piu' di polemiche ,come Napoleone ognuno pensa di mettersi in testa la corona della purita':"E' questo il vero cattolicesimo quello predicato dal Messìa e nessun altro all'infuori del mio/nostro ".
Signore, mostra a ognuno minuto per minuto la situazione del contatore del proprio cuore!Non e' gia' abbastanza sofferente la Chiesa Cattolica?Per le lacrime di Nostra Signora prendetevi una pausa,tacete!Sig.Sandri,il tempo impiegato a scrivere a dx e a manca vi e' gia' stato conteggiato da S.Michele Arcangelo...
Ferrara: "S. Chiara Vergine" eretta 'parrocchia personale' per il rito tradizionale (e per i matrimoni della FSSPX). La terza in Italia.
http://blog.messainlatino.it/2021/07/ferrara-s-chiara-vergine-eretta.html
Avete ragione ma io ho due limiti: sono zelota e andreottiano (a pensar male si fa peccato ma…).
Standing ovation cara mic. Su tutto. Su come si può diventare complottisti, comunque ed a prescindere da una inclinazione personale, ne parlerò più diffusamente appena il lavoro me ne lascerà il tempo. A volte "complottisti" non si nasce, ed io non lo nacqui...
Anche mons. Sanguineti, vescovo di Pavia ha disapprovato energicamente il ddl Zan. Sarebbe necessario che altri vescovi "si alzassero in piedi, come auspicò san Giovanni Paolo II, e non tacessero perchè come ebbe a scrivere San Paolo VI nell'Humanae Vitae n. 29 "Non sminuire in nulla la salutare dottrina di Cristo, è eminente forma di carità verso le anime". San Paolo VI usa l'espressione "SALUTARE DOTTRINA DI CRISTO" eppure tale espressione qualcuno la vorrebbe eliminare dal lessico cattolico. Anche Gesù nel vangelo usa spesso il ternime DOTTRINA e anche San Paolo e San Giovanni. Non mi sembra che Gesù, San Paolo e San Giovanni fossero dei lapidatori.
Gv 7,16 Gesù rispose loro: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato.
Gv 7,17 Chi vuol fare la sua volontà, riconoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso.
At 17,19 Lo presero allora con sé, lo condussero all'Areòpago e dissero: «Possiamo sapere qual è questa nuova dottrina che tu annunci?
2Cor 11,6 E se anche sono un profano nell'arte del parlare, non lo sono però nella dottrina, come abbiamo dimostrato in tutto e per tutto davanti a voi.
1Tm 1,10 i fornicatori, i sodomiti, i mercanti di uomini, i bugiardi, gli spergiuri e per ogni altra cosa contraria alla sana dottrina,
1Tm 4,6 Proponendo queste cose ai fratelli, sarai un buon ministro di Cristo Gesù, nutrito dalle parole della fede e della buona dottrina che hai seguito.
1Tm 6,1 Quelli che si trovano sotto il giogo della schiavitù, stimino i loro padroni degni di ogni rispetto, perché non vengano bestemmiati il nome di Dio e la dottrina.
1Tm 6,3 Se qualcuno insegna diversamente e non segue le sane parole del Signore nostro Gesù Cristo e la dottrina conforme alla vera religiosità,
2Tm 4,3 Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, pur di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo i propri capricci,
Tt 1,9 fedele alla Parola, degna di fede, che gli è stata insegnata, perché sia in grado di esortare con la sua sana dottrina e di confutare i suoi oppositori.
Tt 2,1 Tu però insegna quello che è conforme alla sana dottrina.
Tt 2,7 offrendo te stesso come esempio di opere buone: integrità nella dottrina, dignità,
Tt 2,10 non rubino, ma dimostrino fedeltà assoluta, per fare onore in tutto alla dottrina di Dio, nostro salvatore.
Eb 5,13 Ora, chi si nutre ancora di latte non ha l'esperienza della dottrina della giustizia, perché è ancora un bambino.
Eb 6,2 la dottrina dei battesimi, l'imposizione delle mani, la risurrezione dei morti e il giudizio eterno.
2Gv 1,9 Chi va oltre e non rimane nella dottrina del Cristo, non possiede Dio. Chi invece rimane nella dottrina, possiede il Padre e il Figlio.
Ap 2,14 Ma ho da rimproverarti alcune cose: presso di te hai seguaci della dottrina di Balaam, il quale insegnava a Balak a provocare la caduta dei figli d'Israele, spingendoli a mangiare carni immolate agli idoli e ad abbandonarsi alla prostituzione.
Il Pensiero cattolico
Sinceramente non ho finito di leggere tutto l'articolo della (sempre ottima) dott.ssa Guarini, ma di mio aggiungo solo una cosa, che mi auguro di non dover più essere costretto a scrivere, da nessuna parte: posso dire, da semplice fedele, di avere le p... piene di queste polemiche in seno al c.d. "tradizionalismo" - dico "cosiddetto" giacché, come pure l'articolo in questione dimostra, i contorni del medesimo si stanno facendo talmente sfumati da togliere senso e significato all'etichetta medesima - dove ogni sedicente "tradizionalista" si proclama a capo della "vera" Chiesa, del "piccolo resto" ecc. e si azzarda a insultare e scomunicare chiunque, spesso e volentieri senza averne non dico la "auctoritas", l'investitura, ma nemmeno le competenze (teologiche, filosofiche, canonistiche ecc.)? Adesso, poi, ho saputo che da certi ambientini "tradizionalisti" (sempre fra virgolette) sta nascendo un'ennesima teoria del complotto su Viganò, che avrebbe una specie di scrittore ombra o, addirittura, un alter ego che si spaccia per lui - fermo restando che monsignore dice cose giuste, se non giustissime, ma non esattamente nuove: il termine "Controchiesa", ad es., è noto per lo meno dai tempi di Pierre Virion (metà anni 60 circa)! Sarà il caso che ci diamo tutti una calmata e usciamo da quest'atteggiamento psicotico indotta dai social? Con rispetto parlando, eh, ed escludendo naturalmente i presenti.
Cit. Emme Erre Gi
Il Papa emerito Benedetto XVI ha pregato e sta pregando per la guarigione di Papa Francesco, ricoverato al Gemelli di Roma dopo l'intervento chirurgico, durato circa tre ore, cui è stato sottoposto per una stenosi diverticolare del sigma. Lo apprende News Mediaset da monsignor Georg Ganswein, segretario particolare di Benedetto XVI.
https://numero6.org/influencers/riflessioni/monsignor-vigano-i-complottisti-hanno-ragione-sul-grande-reset/?fbclid=IwAR1B6RfuPQR_MVFm8uoM-G-fJoZrAZHTeZkZrb_b8adUDaR2D9mZHUfoeMs#
Monsignor Viganò : i complottisti hanno ragione sul grande reset. Si commuove verso la fine quando parla di Dio e poi dice che è dovere di ognuno di denunciare e gridare dai tetti questa operazione satanica in tutti i suoi aspetti,religioso, politico, sociale , sanitario, morale, spirituale, lavorativo....
Così scrive Rosario Del Vecchio su Fb (ne riparlo domani. Intanto ve lo propongo):
caro Sandri, fai sapere ai tuoi contatti neotradizionalisti che loro non hanno né ragione né torto a livello di teologia cattolica e tradizionale. Il loro problema è storico, politico e filosofico. Questo è quanto. Il loro evidente errore nel trattare con Pietro ne è la conseguenza e non la causa. Siccome hanno una cattiva teologia hanno una cattiva politica. Ma siccome hanno una cattiva politica litigano con la teologia. Ma siccome l'errore teologico è datato da lungo tempo non si nota alla luce del sole - una interpretazione errata della Tradizione cattolica in Italia e a Roma con Pietro, così come l'ha custodita e trasmessa mons. Lefebvre nel mondo e soprattutto in Francia - quello che tutti notano è la polemica attuale. In realtà la polemica attuale è di carattere politico. Ed è qui che casca l'asino. Proprio chi vorrebbe difendere la Roma cattolica in realtà difende l'anti-roma. Sono secoli che il nemico attacca Roma. Lo sanno addirittura anche gli eroi e i profeti della lotta al complotto global-massonico del Grande Reset e della Chiesa Profonda e dello Stato Profondo! Un tantino di ideologia politica è così difficile da vedere da parte della tifoseria neotradizionalista?
"Cattolici fedeli alla Tradizione della Chiesa" e "tradizionalisti" (food for thought, maybe)
A.
Dalla drammatica udienza concessa nel 1976 a Castelgandolfo da Paolo VI a mons. Marcel Lefebvre, l' 11 di settembre, dopo che il 6 maggio precedente la FSSPX era stata (illegalmente) soppressa dall'Ordinario, mons. Mamie, e dopo che mons. Lefebvre aveva invece continuato a tenerla aperta, rifiutandosi di scioglierla :
Paolo VI : "La posizione da lei presa è quella di un antipapa."
Mons. Lefebvre : "Io non sono il capo dei tradizionalisti. Io sono un vescovo che, straziato dal dolore per ciò che accade, ha cercato di formare dei sacerdoti come faceva prima del Concilio. Mi comporto esattamente come prima del Concilio. Perciò non riesco a capire come sia possibile che all'improvviso mi si condanni per il fatto di formare dei sacerdoti nell'obbedienza alla sana tradizione della santa Chiesa."
[il testo risulta dal resoconto ufficiale redatto dal protonario apostolico mons. Leonardo Sapienza, presente all'udienza in quanto addetto al protocollo, ora in un libro dello stesso: Leonardo Sapienza, La barca di Paolo, citato in un articolo su quell'udienza apparso su 'La Tradizione Cattolica' XXIX, 2 (107), 2018, a p. 35].
B.
Gli esempi di "tradizionalismo" possono essere diversi. Uno è, a mio avviso, proprio quello del calendario liturgico degli Ortodossi, ricalcato su quello giuliano pur sapendolo astronomicamente inesatto, per fedeltà alla primitiva tradizione. Una fedeltà in questo caso mal riposta.
Secondo Augusto Del Noce, la cultura "tradizionalista" era una "cultura del rimpianto" (per un'epoca che non sarebbe più ritornata, peraltro idealizzata alquanto, aggiungo io). "La critica principale che Del Noce rivolgeva ai contro-rivoluzionari o 'reazionari' di ieri e di oggi, era quella di assolutizzare un modello storico, di divinizzare il passato, storicizzando così una verità assoluta." Questa critica viene respinta da Roberto De Mattei, dal quale ho tratto queste citazioni. SEcondo De Mattei, Del Noce non avrebbe capito il pensiero controrivoluzionario e non avrebbe capito la "fecondità storica" della cultura tradizionalista, che nascerebbe "dalla perenne verità a cui si ispira."
Osservo: verità perenni sono i dogmi insegnati dalla Chiesa, l'etica cristiana, l'indissolubilità del matrimonio monogamico, non il bacio della papale pantofola o il cardinal nepote o la falsa Donazione di Costantino o l'estensione dello Stato della Chiesa del tempo che fu o la servitù della gleba, tanto apprezzata dal dr. Plinio, nel quadretto zuccheroso che fa del Medio Evo. Per i "tradizionalisti" (alcuni dei quali forse ancora fermi al geocentrismo) nulla si doveva e si deve toccare, allo stesso modo degli Ortodossi, con il loro calendario liturgico. Tradizione cattolica sì, tradizionalismo no.
[Vedi, per la citazione: R. De Mattei, La critica alla Rivoluzione nel pensiero di Augusto Del Noce, Le Lettere, 2019, pp. 7-10. Una raccolta di articoli e conferenze, seguita da 5 lettere elogiative di DN al giovane DM, quand'era suo assistente; raccolta nella quale viene messo in discussione Del Noce, in quanto pensatore autenticamente cattolico - non sarebbe autentico perché critico del tradizionalismo, in senso lato].
PP
Chi fa parte di una certa ideologia politica è ovvio che faccia finta non vederla: dato che la vedono anche i muri, non c’è altra spiegazione. Di nuovo, il mio “andreottismo” in realtà è una tautologia.
La Chiesa Ortodossa Russa dice che non vaccinarsi è peccato.
https://www.rt.com/russia/528425-orthodox-church-anti-vaxx-sin/
La Chiesa ortodossa russa l'11 giugno si opponeva all'obbligo vaccini per cui non penso che sia tutto cambiato in un mese. Il patriarca di Mosca non è la chiesa tutta tanto più che mi pare abbiano arrestato qualcuno che si opponeva. Putin comunque non obbliga al vaccino.
https://www.maurizioblondet.it/perche-la-cina-deve-farsi-piu-testate-atomiche/
https://www.maurizioblondet.it/vendette-per-soleimani/
Posto questi due titoli solo perche' mi offrono l'occasione per dire che non se ne puo' piu' di questi guardiani che non vedono l'ora di portare il loro"ordine"in giro per il mondo,che non vedono l'ora di menar le mani,se poi tanta gente piangera'a loro non fa ne caldo ne' freddo.Tutta questa superbia e bile e livore e orgoglioche fete sopra le nostre teste!
Un articolo equilibrato
Enrico Roccagiachini (da camparidemaistre.blogspot.com)
Un vivace dibattito, talora addirittura violento, sta agitando le acque del mondo tradizionale italiano e internazionale. Non voglio entrare nel merito specifico, ma ritengo utile proporre qualche riflessione suggeritami dalla disputa in corso, e dire ciò che penso di uno dei temi in discussione: i complotti e il complottismo.
Quello che definisco complottista è il tipico ragionamento che prova troppo. Del tipo: poiché la situazione A giova al malvagio B, allora è evidente che la situazione A è stata premeditatamente realizzata dal malvagio B ai suoi loschi fini. Quell’”allora è evidente” – che è ben più forte di “è possibile” o “è probabile” – rende superflua la dimostrazione dell’assunto (by the way n. 1: impedisce di scoprire quei complotti che esistessero davvero), sposta il discorso dal piano razionale al piano istintivo, soddisfa l’esigenza psicologica di trovare istantaneamente una spiegazione semplice, appagante e immediatamente accessibile di fatti complessi, e distrugge la capacità di analisi critica della realtà.
In questa prospettiva, il complotto cessa di essere spiegazione di un evento storico particolare basata su prove (un qualche complotto particolare e specifico può certamente esistere, ma – by the way n. 2 – il complottista trasforma il “cui prodest” da argomentazione ancillare subordinata alle prove fattuali, in prova regina che sopperisce alla carenza di quelle fattuali), e diventa interpretazione onnicomprensiva ed esaustiva della realtà, chiave di lettura di tutto, postulato indiscutibile della comprensione di ogni e qualsivoglia evento. Per questo il complottismo è pernicioso non tanto nei contenuti, ma nel metodo; per questo è spontaneamente utilizzato da chi intende basare una qualche forma di leadership sull’affidamento cieco dei seguaci piuttosto che sulla condivisione di un un discorso razionale (by the way n. 3: tutti i grandi progetti totalitari hanno un ugualmente grande complotto da denunciare, da quello della reazione in agguato a quello demo-pluto-giudaico-massonico).
Come ridirò, il problema attuale del mondo tradizionale è che una quota sempre maggiore di fedeli – indotta, spesso incolpevolmente, dalle eccezionali circostanze presenti – è sensibile al complottismo come metodo, e finisce per affidarsi fideisticamente al leader che, in un certo momento, lo interpreta nei termini più suggestivi o autorevoli; in attesa di un nuovo complottista che riesca meglio del precedente ad interpretare il disagio emotivo – e disagio, purtroppo, è un eufemismo – di quella crescente parte dell’opinione pubblica che è sostanzialmente incapace di reggere lo stress prodotto dalla situazione corrente (mi riferisco sia agli ultimi otto anni della vita della Chiesa, sia agli ultimi quindici mesi di emergenza sanitaria). Il che spiega perché, ordinariamente, il complottista di ieri si opponga e combatta il complottista di oggi, che probabilmente diverrà nemico giurato del complottista di domani: lo vediamo anche nell’attualità.
Sul piano dei contenuti, il complottista può unire all’interpretazione condivisibile, fondata e provata di un qualche fenomeno particolare, l’inquadramento generale anche di quel fatto, pur già autonomamente provato, nella cornice ideologica del complotto permanente; anzi, deve farlo, perché per lui nessun fatto può ritenersi davvero spiegato se non come manifestazione del complotto universale. Ne nasce un circolo vizioso che sfocia inesorabilmente in un atteggiamento settario tale per cui – in sintesi – chi non condivide la teoria del complotto è parte egli stesso del complotto, o al soldo di chi lo ordisce; mentre chi denuncia il complotto viene percepito come il profeta cui affidarsi per uscirne.
....segue
In questa situazione surreale – perché è tale – la teoria del complotto finisce per essere non una tesi da esaminare criticamente, e dalla quale si può lecitamente dissentire fino a negarla, ma un dogma cui aderire per salvarsi. Sul piano pratico, il complottismo, col suo inevitabile e inesorabile portato di settarismo spesso estremo, rende di fatto totalmente passivi nei confronti di chi – complotto o meno – approfitta maliziosamente della situazione. Si pensa che l’adesione al dogma del (presunto) complotto sia il modo necessario e sufficiente per combatterlo; mentre troppo spesso è semplicemente l’alibi per sfuggire al vero sforzo della lotta, sostituita dalla perenne affabulazione sulle oscure trame dei malvagi (i complottisti parlano e scrivono ininterrottamente, non foss’altro per ricondurre al complotto ogni e qualunque evento dell’attualità).
Il complottismo, dunque realizza un’ipotesi quasi perfetta di eterogenesi dei fini. Esso è – oggi – il grave, gravissimo pericolo che incombe sul mondo tradizionale: grave sul piano dei principi, gravissimo perché sta seducendo troppi di noi. Ed è l’unico pericolo che potrebbe essere frutto di un vero complotto: ma diabolico, non umano, e destinato non a resettare la società, ma a perdere le nostre anime.
https://lanuovabq.it/it/il-crocifisso-torna-alla-sbarra-sara-una-sentenza-storica
Esiste il complotto, esiste il complottista che fa parte del complotto o conscio o inconscio( noi stessi abbiamo vissuto il complotto senza vederlo in molti modi, un esempio personale: il cvII nei suoi errori ignorati) e poi ci sono quelli che avendo verificato dei fatti denunciano e vengono trattati per pazzi o denigrati, sono stati etichettati come complottisti onde emarginarli ma sono gli unici che non lo sono. Mons. Viganó rientra in questi e pure Gesù Cristo.
Da quello che capisco il malessere delle persone nasce dal fatto che a loro non si dice la verità, ma qualcosa di verosimile o una mezza verità o qualcosa di completamente diverso, con la pretesa che le persone deVOno credere quello che è stato loro detto, VERO.
Questa è crudeltà mentale, perché le persone interiormente capiscono, ma vengono forzate a credere di non aver capito, di non avere gli strumenti per capire, di essere idiote, ritardate, tarate.
Ora io fermamente credo che le persone devono essere messe al corrente della verità sempre, semplicemente, onestamente. I discorsi complicati denunciano solo la presenza di retro pensieri, parole,opere ed omissioni di chi parla.
Menzogna, ipocrisia insieme a tutti i vizi capitali generano crudeltà mentale, dissonanze cognitive, paure, confusione, senso di impotenza e dipendenza, dubbio, sfiducia, incredulità...
La menzogna genera tutto il malessere di cui stiamo parlando in ambito religioso, culturale, politico, giuridico, economico. Per questo oggi, come non mai prima è Necessario il Sì sì, No no come terapia sociale per uscire dall'incantesimo che ci hanno gettato addosso e che ci siamo lasciati gettare addosso pur di fare i politicamente corretti finanche col Demonio.
Fiumi di parole per negare la verità.
Quanto infastidisce la verità!
I cristiani dovrebbero essere i primi ad amare la verità, ed invece...
Anche l'episodio del microfono staccato al Card. Alfredo Ottaviani, durante un suo discorso nell'aula conciliare è un falso? pur di negare la verità, direte che in quel momento è venuta a mancare la corrente?
La Chiesa ortodossa russa l'11 giugno si opponeva all'obbligo vaccini per cui non penso che sia tutto cambiato in un mese.
E invece sì:
https://www.radiospada.org/2021/07/il-patriarcato-di-mosca-non-vaccinarsi-contro-il-covid-e-peccato/
Putin comunque non obbliga al vaccino.
Ha cambiato linea pure lui (ma era nell'aria).
Potrebbero essere costretti a prendere un congedo non retribuito i lavoratori in Russia che rifiutano di vaccinarsi contro il Covid-19 malgrado l'obbligo per alcune categorie. Lo ha annunciato il ministro russo del Lavoro, Anton Kotyakov, mentre nel Paese aumentano i contagi e la campagna di vaccinazione procede a rilento.
"Se le autorità sanitarie di una regione rendono obbligatoria la vaccinazione per alcune categorie di lavoratori, un dipendente non vaccinato potrebbe essere sospeso", ha affermato il ministro, citato dai media locali. Secondo Kotyakov, la sospensione dal lavoro durerà fino a quando sarà in vigore il decreto per la vaccinazione obbligatoria. Nella capitale Mosca questa misura riguarda i lavoratori del settore dei servizi. Anche a San Pietroburgo, una delle sedi degli Europei di calcio, sono state adottate regole simili.
(AdnKronos)
Putin continua a dire di non essere favorevole al vaccino obbligatorio, ma nei fatti si sta muovendo in modo simile alla linea italiana, dove se non c'è ancora un obbligo de iure c'è tutto un sistema di pesanti ricatti morali. D'altronde la Chiesa Ortodossa non fa altro che seguire le indicazioni del potere statale, come al solito.
Vorrei in questa occasione e una volta per tutte lodare la ferma pazienza, la competenza non ostentata, l'imperturbabile compostezza, l'acume e la tenacia, ma soprattutto la dedizione instancabile alla verità di Maria Guarini. La prego, dottoressa, di non oscurare questo piccolo encomio di uno che passa: ho infatti la presunzione di potermi fare interprete di molti altri lettori silenti.
John Smith, lei davvero mi confonde!
Le sono grata per questo riscontro che comunque appartiene anche a chi con me da tempo cerca di tenere il fronte.
Umanamente ce n'è bisogno. E incoraggia a non mollare nonostante le molteplici difficoltà...
Ma lei li conosce, i "neotradizionalisti" cui si fa cenno? Non credo proprio: se li conoscesse non direbbe quello che ha detto...
,,," Abbiamo anzitutto visto accentuarsi vecchi conflitti e spaccature tra cosiddetti tradizionalisti e progressisti, poi altre nuove, ma persino più forti all’interno dei tradizionalisti e abbiamo l’impressione che assisteremo presto anche a spaccature tra i progressisti.
Certo ciò avviene grazie all'orgoglio umano, poiché in materia di fede troppi si sentono “profeti”, ma ho l’impressione che queste più recenti spaccature, che non sono direttamente e chiaramente legate a motivi dottrinali, possano esser anche abilmente indotte, “provocate”.
In materia di fede basta poco per riuscirci.
E’ comprensibile questa ipotesi perché in gioco c’è il controllo del comportamento umano, influenzato da valutazioni morali. Per riuscire a controllarlo si deve riuscire a controllare o confondere la fede.
La storia insegna che ciò avviene soprattutto con “eresie”, ma anche attraverso conflitti, rivalità e divisioni all’interno dei fedeli, grazie a confusione dottrinale.
Per creare confusione dottrinale basta un magistero eccessivamente “interpretabile”, unitamente a provocazioni morali rivoluzionarie, utopistiche e evoluzionistiche, in materia di dogmi, di dottrina.
Queste provocazioni son destinate ad accendere immediatamente reazioni conflittuali all’interno di una religione rivelata, con una Verità assoluta e dogmatica. Conflitti all’interno di una religione creano condizioni favorevoli per evidenziarne gli eccessi pericolosi per la società e la necessità di relativizzarle sempre più. Ma quale è il vero obiettivo di questi sforzi ?" ... Gotti Tedeschi
Da mezzo secolo circa è condivisa la convinzione che per riuscire a governare questo mondo globale sia necessario avere una religione globale e saper evitare conflitti fra religioni. Ciò soprattutto relativizzando quella cattolica, perché dogmatica, ma soprattutto perché strutturata con una Autorità centrale unica ed universale. Oggi, dopo la crisi economica e pandemica, lo scenario è un po’ cambiato e si direbbe che per raggiungere questo obiettivo si “facilitino” conflitti all’interno della religione cattolica, non tanto, o solo, per ragioni dottrinali, quanto per ragioni legate alla spiegazione della crisi e della pandemia Covid
L'essere nella costituzione divina della Chiesa, nella sua "Ortung e Ordnung" (Hans Barion), non può essere sospeso da alcuno stato di necessità, perché sarebbe come sospendere la Chiesa di Cristo. Ciò che ecclesiastici come Monsignor Lefebvre, Monsignor François Ducaud-Bourget e Monsignor Antônio de Castro Mayer, compresero perfettamente, è oggi considerato dai neotradizionalisti una superstizione modernista. Hanno mutato la "necessità" nella costituzione permanente di una chiesa del tutto umana. Costruiscono sulla sabbia.
Certamente la Chiesa ha il sistema immunitario assai debilitato, tanto che alcune parti di essa sono oramai in cancrena. Anche parti di essa che apparivano sane (tradizionalisti) in parte soffrono deficienze a livello immunitario.
E pensare che fino a pochi anni fa il sistema immunitario funzionava bene e tutti nella Chiesa riconoscevano gli attacchi del nemico e dei suoi alleati (massoneria, protestanti, ebrei in primis). Poi col Concilio si è deciso di non più condannare nessuno e di stringere amicizia con chiunque. A quel punto le difese sono crollate. Quel che vediamo attualmente in ambito tradizionalista è proprio questa deficienza immunitaria che non permette più ad alcuni di scorgere gli attacchi del nemico, anzi la malattia è oramai diventata di una gravità tale da essere addirittura diventata una malattia autoimmune e attacca addirittura le parti ancora sane del proprio corpo colpendolo con insulti vari di cui oramai il termine complottista è il più gettonato. È proprio lì il problema, se addirittura la nostra cara Mic deve prendere distanze dai complottisti, perché vanno troppo oltre... Ma guardate che i cosidetti complottisti per la maggior parte non fanno altro che riportare le parole e gli auspici delle élites eugenetiche mondiali che hanno pure le disponibilità finanziare di fare quel che dicono e pensano!
"si facilitino conflitti all'interno della religione cattolica.."
Si ipotizza sempre un'origine esterna, subdola alle crisi interne della Chiesa e della società in generale?
Tesi, peraltro non nuova: l'azione dissolutrice dall'esterno ha successo quando dall'interno sono già all'opera gli elementi disgregatori, in gran parte endogeni.
E difatti, la Chiesa ha cominciato a dividersi al suo interno con il Vaticano II e le sue riforme, chiaramente in opposizione alla vera tradizione della Chiesa, come si è visto poi nello stravolgimento della liturgia (e di molto altro) e nel conseguente liquefarsi della fede. La vittoria dei Novatori al Concilio, grazie all'appoggio dei papi di allora, non fu definitiva, come era sembrato per tanto tempo. Non bisogna guardare ai numeri ma alla qualità. L'opposizione alle riforme in nome della tradizione e del magistero di sempre (Mons. Lefebvre, CAstro Mayer, qualcun altro), limitatissima quanto ai numeri, é tuttavia riuscita a tener duro, a mantenere l'insegnamento tomista tradizionale e il rito romano antico (c.d. "tridentino"). Nonostante l'emarginazione, il piccolissimo gruppetto è riuscito a far riammettere di nuovo la Messa di rito antico, grazie a Benedetto XVI, cosa della quale Dio gli renderà certamente merito. In modo ancora imperfetto, lo sappiamo, e tuttavia significativo, tant'è vero che la "Messa tradizionale" viene sentita oggi come una presenza intolleralbile da parte dei Novatori ancora in maggioranza, che la vorrebbero ora ricacciare nell'oblìo, a quanto si dice.
Possiamo quindi dire che il conflitto apertosi nella Chiesa a causa della svolta eterodossa impressa al Vat II, sia entrato in una nuova fase, dagli esiti ancora incerti ma sicuramente più favorevole a chi sta lottando per ristabilire la vera dottrina e pastorale cattolica.
In questo quadro, va considerata anche l'azione dei centri di potere che dall'esterno cercano di mantenere la Chiesa nella situazione di conflitto o più semplicemente nella situazione di incredibile sudditanza nella quale la Gerarchia si è ridotta nei confronti dei valori del mondo profano, peraltro mai come oggi ridottisi a pseudovalori, espressione di una decadenza (morale e intellettuale) che appare inarrestabile.
La battaglia culturale per la rinascita della Chiesa va quindi condotta in primis contro l'errata teologia e filosofia alla base dell'involuzione eterodossa della Chiesa stessa, della sua Gerarchia; una teologia e filosofia ispiratesi ad un pensiero moderno e contemporaneo già votato all'irrazionale e in piena decadenza o involuzione.
T.
Fabricator fragmentorum.
Quando vede una cosa unita la vuole dividere,vuole ostacolare il Disegno di Dio dall'inizio alla fine.
"la Chiesa riconosceva gli attacchi del nemico e dei suoi alleati (massoneria, protestanti, ebrei in primis).."
Sapeva riconoscere anche gli attacchi del nemico i n t e r n o vale a dire dei teologi via di testa, eterodossi, che propalavano eresie e contestavano l'autorità legittima. Li individuava e li condannava. Sino al tempo di Pio XII. IL modernismo, schiacciato da san Pio X, era in netta ripresa sin dagli anni Venti-Trenta, serpeggiava in modo semiclandestino all'interno della Chiesa. L'atteggiamento modernista comportava anche un certo lassismo nei costumi, sia pure prudente, per così dire. Il Vaticano II avrebbe dovuto stroncarlo definitivamente sul piano dottrinale, e in aggiunta condannare nel dovuto modo gli indirizzi di pensiero prevalenti nel mondo profano, a cominciare dal marxismo, sempre più votati al materialismo e all'immanentismo.
Invece, grazie al tradimento del "buon papa Giovanni", complice dei Novatori, il Concilio ha fatto esattamente l'opposto, aprendo ovviamente nella Chiesa una crisi inaudita.
Da allora, nella prassi pastorale della Chiesa, non si sa più riconoscere il "nemico interno", diventato anch'esso "amico", allo stesso modo del nemico esterno. Amico e quindi invisibile. Ma diventato anzi "visibile" come "nemico" insediato ora al governo della Chiesa stessa, con i papa postconciliari, nella misura in cui hanno t u t t i (nessuno escluso) concorso in vario modo all'autodistruzione teologica e pastorale inaugurata dal VAticano II.
IL "complottismo", nella sue varie forme, appare schema concettuale inadatto a cogliere l'essenza della crisi. Inoltre, propende per interpretazioni dei fenomeni correnti talmente unilateriali e azzardate da autosqualificarsi.
T.
Dermine, Ragioniamo sul demonio - OPmeetings 2020
https://www.youtube.com/watch?v=ahWaUT9b8sE
Domenicani - ESD multimedia
Intervento di padre François-Marie Dermine OP sul tema "Ragioniamo sul demonio. Tra superstizione, mito e realtà"
OPmeetings 2020 - Bologna, Convento San Domenico, sabato 12 settembre 2020.
Guarda il libro: https://www.edizionistudiodomenicano....
Guarda i libri di padre François-Marie Dermine: https://www.edizionistudiodomenicano....
A detta del Superiore Generale dell’Ordine dei frati minori, «La chiamata alla conversione che Paolo annuncia ai credenti… si ha solo quando ..... ci svegliamo alla necessità di aprire la nostra vita alla diversità di esperienze presenti all’interno della comunità credente, all’interno delle nostre fraternità locali nell’Ordine, e di permettere a questa diversità di arricchire la nostra vita umana e spirituale», e questo perché, prosegue l'alto prelato ..... "Anche noi viviamo molte sfide, conseguenze della grande diversità presente nella vita dell’Ordine: ideologica, spirituale, clericale, laica, etero/gay, culturale, razziale, di casta, eccetera" .....
Quindi, come notano anche altri blogger, "la chiamata alla conversione si ha solo quando facciamo nostra la Parola di Dio ?… no, in realtà si risponde alla chiamata quando si «apre la vita alla diversità», e ovviamente la prima e più importante diversità da accogliere è quella etero-gay, e ti pareva che potesse essere diversamente?
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV4018_Valli_Capitolo_Frati_minori.html
Per rimettere in sesto la chiesa occorrerebbe un Papa...con le virtù dei Santi più Santi senza nessuna delle loro debolezze, capace di far silenzio e di giudicare questo sì, questo no. Stop chiacchiere mielose, buonismi, romanticismi, svenevolezze. Stop!
Sì Sì.......No No. Basta ipocrisia, finzione, ambiguità, falsità. Basta. L'ambiente per le anime è malsano, invivibile. L'anima non può vivere nella menzogna.
A Fabrizio: Putin dice no ad obbligo vaccini, 30 giugno.
https://www.askanews.it/video/2021/06/30/covid-aumentano-casi-in-russia-putin-no-a-vaccino-obbligatorio-20210630_video_12544416/
A ore 9,52:nemica la massoneria oggi come ieri , ma che ebrei e protestanti siano nemici non lo ritengo un buon ragionamento cristiano, senza dubbio non sono nella vera Religione (ma neppure i cattolici oggi) ma ci sono fra loro persone in buona fede ed altri no, non si generalizzi comparando con massoneria.
A T: lei di fatto è considerato per le sue affermazioni su papa Giovanni, per fare un esempio, un complottista da altri pure in questo blog, quindi vede da solo come la sua asserzione che i complottisti si squalificano porta a squalificare lei stesso. I complottisti di norma oggi sono coloro che denunciano una verità che pare inverosimile o la si vuole ritenere tale per non sconvolgere i nostri schemi mentali, ovvero non sono altro che coloro che denunciano un complotto. I disinformatori invece sono i veri complottisti e si trovano in massa nei media approvati dal regime.
Un ultimo punto: Dio ha permesso questa situazione nella Chiesa per i Suoi motivi di bene superiore, a questo punto lancio una provocazione quale "tradizionalismo e modernismo a volte sono 2 facce della stessa medaglia". Non sono sullo stesso piano ma se io voglio giocare ad annientare una struttura ho bisogno di dividere la stessa per lavorare meglio. Se Dio ha permesso questo significa che nessuna delle due ha agito rettamente.
Andrea Sandri (Vigiliae Alessandrinae) entra in un discorso più complesso e specialistico che per me presenta diversi punti oscuri e, nel suo riferirsi al cosiddetto "neo-tradizionalismo", mi pare faccia di ogni erba un fascio, senza peraltro raccogliere nessuna delle nostre osservazioni su mons. Viganò sul quale si è innescata la diatriba dal fronte dei sostenitori di De Mattei.
Ma - venendo al sodo - chiediamoci se è più fuori dalla costituzione divina della Chiesa esprimere certe critiche motivandole o usare un certo linguaggio (mi sembra si riferisca anche a questo) oppure ordinare quattro vescovi contro la volontà del Papa. E ovviamente non è una critica a mons. Lefebvre. Quello 'stato di necessità' che esisteva allora oggi non è cessato, semmai si è aggravato per non dire incancrenito. E, allo stesso modo in cui mons. Lefebvre non si dissociava dal papa e dalla Roma perenne, altrettanto vale per chi critica Simone quando non si comporta da Pietro o esercita il suo ministero con atti e parole tanto anomali e di 'rottura', quanto inediti e riconoscibili nelle loro radici ideologiche... E lo fa con cognizione di causa, non con opinioni, ma in base all'insegnamento costante della Chiesa...
In realtà direi che il maggior difetto che riconosco a Sandri è rimanere molto vago su certe accuse.
Non la faccio più lunga e non vado oltre. Proseguo nel mio buen retiro che cercherò di preservare quanto basta e spero che una discussione dalle troppe code, che rivelano altrettanti retropensieri, possa aver fine. Anche perché con una particolare ala di cosiddetti neo-tradizionalisti ai quali sono principalmente e reiteratamente rivolti i suoi strali, noi non abbiamo niente a che vedere.
Per questo, Sandri, ti chiedo di fare ogni volta riferimenti diretti e non vaghe allusioni, anche se tra quello che non perdoni a mons. Viganò (inserendo nella congerie anche noi che registriamo i suoi interventi condividendone la posizione) ci sono quegli specifici contatti, peraltro non sufficienti per attribuire a lui (o a noi che non ci identifichiamo in alcuna consorteria) la costituzione di una neo-chiesa che semmai mi sembra più riconoscibile altrove...
Molti elementi li ho raccolti dal confronto sui social, al quale peraltro mi sottraggo perché è troppo dispersivo e assorbente; ma la parentesi aperta mi è stata utile per mettere al loro posto non poche tessere di un mosaico complesso.
Ne ho ricavato l'impressione che la denuncia dell'errore - così dilagante, soprattutto come minaccia per la salus animarum delle nuove generazioni - equivalga a infangare la Chiesa o a volersi autocostituire in chiesa parallela.
Praticamente il nostro impegno viene riduttivamente qualificato come frutto di un punto di vista mondano della nostra vita in Cristo che implicherebbe una visione politicizzata della Chiesa in cui i suoi membri sono divisi in campi opposti, mentre ciò che ci accomuna è la stessa fede, gli stessi sacramenti e lo stesso governo. E dunque creeremmo opposizione tra dottrina e pastorale, mentre dovremmo inquadrare ogni cosa "sub specie aeternitatis". Alla fine dovrebbe prevalere la stessa pazienza e mitezza dei primi martiri, sostenuta non dalle proprie forze ma dal potere che Cristo dà tutti i suoi seguaci perché Lo testimonino in tutto il mondo e in ogni tempo....
Sono consapevole che ogni nostro pensiero e azione non ha senso se non scaturisce da preghiera e grazia nella fedeltà nella concretezza del vivere quotidiano a partire da noi stessi. Ma, per il fatto che denuncio l'errore che mi ripugna, il mio impegno di decenni è frutto solo di mancanza di pazienza e di mitezza e carente di vita in Cristo? Se avessi un padre spirituale che me lo confermasse chiuderei immediatamente questo blog o lo trasformerei in un'oasi di intrattenimento culturale... Ma neppure, mi ritirerei come un monaco nel mio eremo cittadino...
equivalga a infangare la Chiesa o a volersi autocostituire in chiesa parallela.
In generale è giusto ed opportuno che vengano evidenziati questi rischi, perché si diventa protestanti anche per "eccesso di ortodossia" (permettetemi l'espressione chiaramente iperbolica: ovviamente l'ortodossia non è mai eccessiva, ma può essere che nella foga di perseguirla si ecceda nell'opposto dell'errore che si critica). Si può cadere nell'errore anche se la foga perde di vista la carità, e in tanti altri modi.
Però, vista l'oggettività dello stato di emergenza in cui ci troviamo, non ci possiamo esimere da certi passaggi impervi. Non credo che piacciano a nessuno di noi, e che preferiremmo vivere in un'epoca più tranquilla. Allora l'evidenziazione del rischio generale va bene, poi però se si interviene in polemiche specifiche (come quella di questi giorni) è necessario essere più precisi. Sennò si cade nel chiacchiericcio infruttuoso e ci si trascinano anche gli altri.
mic ha scritto: "Ma, per il fatto che denuncio l'errore che mi ripugna, il mio impegno di decenni è frutto solo di mancanza di pazienza e di mitezza e carente di vita in Cristo?"
Oggettivamente (anche se molti altri soggettivamente non la intenderanno così) la sua è una domanda del tutto retorica, perché ormai avvengono quotidianamente delle cose per descrivere lo scandalo assoluto provocato dalle quali mancano persino le parole. Faccio solo due esempi.
Sul piano dottrinale basta approfondire un poco la lettura di Amoris Laetitia e il succedersi degli accadimenti che ne hanno contornato la pubblicazione (vedasi lettera del papa rivolta al presidente della conferenza episcopale argentina e fatta da lui pubblicare negli Acta Apostolicae Sedis), per trovarsi di fronte a eventi che (non dico ai tempi di Pio XII, ma nemmeno l'altro ieri sotto Benedetto XVI) non sarebbero stati neanche lontanamente ipotizzabili: non solo per il risultato finale (permesso di dare la Santa Eucarestia ai divorziati risposati), ma forse ancor più (e si tratta di un ulteriore paradosso!) per l'estrema e assoluta ambiguità (nei testi scritti e negli atti) con cui tale risultato si è infine ottenuto, su un piano che rimane contraddittoriamente a metà tra l'ufficialità dottrinale e l'ufficiosità "pastorale". A questo ci ha evidentemente portato l'assuefazione alle ambiguità presenti nei documenti del VII e in tutto il depositum che ne è derivato.
Sul piano pratico ("pastoralissimo", lo definirei) la lettera del papa rivolta al P. Martin è inconcepibile come frutto di un atto interpretabile pro bono sotto un qualunque aspetto (anche quello della buona fede). Io non ci riesco, la mia intelligenza non ci riesce: ne sarò rimasto così profondamente privo?
Veramente non comprendo come si possa, se dotati di autentica onestà intellettuale, non rilevare, appunto, lo scandalo assoluto (ossia, del tutto e irrimediabilmente inaccettabile) di cose di questo tipo. Semplicemente, un papa non può farle, non si può tollerare che le faccia, rimanendo in silenzio (nella migliore delle ipotesi) per falso e puramente formalistico rispetto. È vero, bisogna essere in grado di distinguere tra autorità e autorevolezza, concedendo il giusto rispetto formale alla prima anche in mancanza della seconda, ma questo non può divenire un alibi per non denunciare lo scandalo incredibile di continui scandali di tale inaudita gravità.
Chi critica con tanta insistenza Mons. Viganò, dovrebbe innanzitutto essere in grado di spiegare a se stesso (e poi anche a noi) perché non è in grado di rilevare altrettanto assoluto scandalo.
Se non vi spiace bypasso tutta la questione.
Sono in campo forze che non vogliono arricchirsi, già sono ricchissimissime; non vogliono il potere, già lo hanno, attraverso il danaro che possiedono possono corrompere non solo uomini, ma interi parlamenti e sono in grado di iniziare e concludere guerre con il risultato che hanno pianificato; il cambiamento di costumi che richiedono attraverso lo spettacolo ed il sistema massmediatico, non riguarda loro che le proprie famiglie se le tengono ben strette nei secoli, ma riguarda la disarticolazione dell'uomo ed in particolare dell'uomo occidentale.
Perché tutto questo impiego di forze per disarticolare l'uomo occidentale? Perché le radici dell'uomo occidentale sono cristiane. Perché è il Cristianesimo che si vuol seppellire una volta per tutte. E questa sepoltura la desiderano molti gruppi umani diversi tra loro per credo religioso e/o filosofico. Il resto è contorno.
Su questo è opportuno riflettere. Ecco quindi la NECESSITA' che il Cristianesimo Cattolico, torni quanto prima ad essere Cattolico Cattolico autentico, di sempre, Santo. Quindi o torniamo Cattolici o torniamo ad essere Cattolici senza se e senza ma. Senza aggiornamenti, senza modernismi, senza transumanesimi, senza lasciarci vampirizzare da dialoghi inutili.
Per questa urgente necessità preghiamo, imploriamo la Beata Vergine Maria del Monte Carmelo.
Senza aggiornamenti, senza modernismi, senza transumanesimi, senza lasciarci vampirizzare da dialoghi inutili.
Quoto
È molto facile usare la parola di Gesù "non giudicate" per chiudersi in una sorta di mutismo generale, non potendo più dire nulla perché se dicessimo qualcosa offenderemmo il prossimo. Quindi ci autocondanniamo al silenzio..... il silenzio in nome della carità, in nome del rispetto degli altri. Ma questa non è una carità, è una falsa carità. È una sorta di mutismo che è conveniente, perché di fondo c'è un relativismo di fatto in cui non c'è la verità, quindi tutto quello che uno si sente di dire, si sente di fare, si sente di essere, è vero, è buono. Quindi io che sono un cristiano e che quindi sono tenuto ad amare il mio prossimo, in nome di questo amore, di questo rispetto, accetto qualsiasi cosa il mio prossimo fa. È un modo molto utile per non scontrarsi con le persone, ma non è un modo cristiano.... è una falsa carità.
Ho semplicemente delineato una fattispecie, "il neotradizionalismo", con una precisione superiore rispetto a ciò che si mediamente si legge nelle cronologie delle aberrazioni ecclesiastiche di ogni tipo. E poi ho individuato un caso concreto su cui vale la pena studiare, perché costituisce un pericolo dilagante per il mondo della Tradizione cattolica. Poi è arrivato lo sciagurato articolo di Valli, quasi a confermare tempestivamente quanto delineato nella fattispecie. L'erba e il fascio davvero non rientrano nel mio discorso.
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