Analisi interessante. La riprendo per i punti condivisibili; ma anche per registrare ciò che non è condivisibile e che penso sia una delle ragioni di quanto accade e di cui dobbiamo prenderne atto. Si tratta della divisione purtroppo esistente nel mondo tradizionale, che si manifesta con molti fraintendimenti, segnatamente delle comunità Ecclesia Dei (ma non solo) nei confronti della FSSPX, che in molte occasioni abbiamo confutato. Qui una per tutte, da cui si può risalire ai precedenti. Qui l'indice dei precedenti e collegati su Traditionis custodes.
L’incomprensione è ciò che domina leggendo il motu proprio Traditionis Custodes e la lettera di accompagnamento ai vescovi. Non si comprendono né la giustificazione né la necessità di un tale testo, tanto più che il Papa ha legiferato sulla base di un argomento incompleto e di informazioni false.
- L’argomento incompleto. Affermare che il motu proprio Ecclesia Dei di Giovanni Paolo II fosse motivato solo da “una ragione ecclesiale di ricomposizione dell’unità della Chiesa” non è esatto. Certo, questa era una ragione importante, ma ce n’è stata un’altra omessa da Francesco: “tutti i pastori e gli altri fedeli devono anche avere una nuova consapevolezza non solo della legittimità, ma anche della ricchezza che rappresenta per la Chiesa la diversità dei carismi e delle tradizioni di spiritualità e apostolato. Questa diversità costituisce anche la bellezza dell’unità nella varietà: tale è la sinfonia che, sotto l’azione dello Spirito Santo, la Chiesa terrena fa salire al cielo” (Ecclesia Dei, 5a).
- Informazioni false. Papa Francesco sostiene che la generosità di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI è stata usata dai tradizionalisti per opporsi alla Messa di Paolo VI e al Concilio Vaticano II mettendo in pericolo l’unità della Chiesa. Scrive: “Una possibilità offerta da san Giovanni Paolo II e con magnanimità ancora maggiore da Benedetto XVI al fine di ricomporre l’unità del corpo ecclesiale nel rispetto delle varie sensibilità liturgiche è stata usata per aumentare le distanze, indurire le differenze, costruire contrapposizioni che feriscono la Chiesa e ne frenano il cammino, esponendola al rischio di divisioni. [...] Ma non di meno mi rattrista un uso strumentale del Missale Romanum del 1962, sempre di più caratterizzato da un rifiuto crescente non solo della riforma liturgica, ma del Concilio Vaticano II, con l’affermazione infondata e insostenibile che abbia tradito la Tradizione e la ‘vera Chiesa’. […] è sempre più evidente nelle parole e negli atteggiamenti di molti la stretta relazione tra la scelta delle celebrazioni secondo i libri liturgici precedenti al Concilio Vaticano II e il rifiuto della Chiesa e delle sue istituzioni in nome di quella che essi giudicano la ‘vera Chiesa’. Si tratta di un comportamento che contraddice la comunione, alimentando quella spinta alla divisione”.
Lo stesso vocabolario usato da Francesco è quello della Fraternità Sacerdotale San Pio X: la “vera Chiesa”! Nessun tradizionalista fedele a Roma dice così! Pertanto, la sua osservazione è vera se ci limitiamo alla Fraternità Sacerdotale San Pio X. Ma è falsa se applicata all’ambiente “Ecclesia Dei” nella sua ampia maggioranza. Che ci siano dei casi che corrispondono a quanto dice il Papa è vero, ma sono alquanto minoritari: perché applicare una punizione collettiva per la colpa di pochi, non sarebbe bastato reprimere costoro?
Evidentemente, non conosciamo il medesimo mondo tradizionalista del Papa o dei suoi consiglieri, perché semplicemente ciò non corrisponde alla realtà; lo vedono come un mondo omogeneo, che altro non è che quello della Fraternità Sacerdotale San Pio X! Chi consiglia e illumina il Papa su questi argomenti?
Sulla base d’informazioni distorte sulla situazione reale, si fa credere che il Papa risponda a una richiesta che è solo quella di una piccola minoranza, la quale è sempre stata ferocemente ostile alla forma extraordinaria. - L’obiettivo del Papa... e le sue prevedibili drammatiche conseguenze. “È per difendere l’unità del Corpo di Cristo che mi vedo costretto a revocare la facoltà concessa dai miei Predecessori. L’uso distorto che ne è stato fatto è contrario ai motivi che li hanno indotti a concedere la libertà di celebrare la Messa con il Missale Romanum del 1962”. Volendo difendere l’unità, questo motu proprio porterà incomprensione, disordine, drammi e infine susciterà divisioni invece di ridurle: raggiungerà il contrario del suo obiettivo! Con un colpo di penna, spazza via 35 anni di sforzi di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI per placare la situazione e portare a una pace certamente imperfetta, ma reale. Anche la sintesi della Conferenza Episcopale Francese, sebbene poco benevola nei confronti del mondo tradizionalista, ha riconosciuto che Summorum Pontificum aveva portato globalmente a una “situazione pacifica”, che la nostra indagine ha ampiamente confermato (cfr. il dossier sui “tradizionalisti”, in La Nef, n. 338, luglio-agosto 2021). Risveglierà la guerra liturgica, aggraverà la resistenza dei tradizionalisti e, soprattutto, condurrà a molti abbandoni in favore della Fraternità Sacerdotale San Pio X (che deve gioire di questo motu proprio, che alimenterà le sue forze e confermerà ciò che non hanno smesso di ripetere dal 1988, vale a dire che non possiamo fidarci di Roma, confortandoli nel rifiuto di qualsiasi riconciliazione). Proprio ciò che Giovanni Paolo II e Benedetto XVI avevano saputo evitare mediante la loro attenzione nei confronti del mondo tradizionalista. Ciò rischia di essere una grande confusione.Aggiungiamo un’osservazione importante dal punto di vista storico e psicologico: Paolo VI era pronto a fare concessioni sulla Messa se Mons. Lefebvre non avesse respinto il Vaticano II – fu la famosa dichiarazione del 21 novembre 1974 contro la “Roma modernista” del Concilio che pose difficoltà –; ma Giovanni Paolo II e Benedetto XVI avevano capito che la pacificazione liturgica era la condizione necessaria affinché i tradizionalisti più titubanti sul Vaticano II si aprissero al Concilio e lo assimilassero [un conto è il realismo di partire del concilio in maniera critica sulle sue variazioni - indispensabile per riconoscere le ragioni della crisi e trovare le soluzioni - da cui peraltro gli istituti Ecclesia Dei si tengono ben lontani; un altro conto è assimilarlo! -ndr]. Stringendo il cappio sulla Messa, Francesco otterrà il risultato opposto a quello legittimamente perseguito.
- Due pesi e due misure? Il tono del motu proprio e della lettera è di una tale durezza e severità contro i tradizionalisti che non si può fare a meno di pensare che ci siano due pesi e due misure: mentre Francesco insiste così spesso sulla misericordia, la clemenza, il perdono... mentre è così paziente con la Chiesa di Germania che è sull’orlo dello scisma, lui, il Padre comune, non mostra l’ombra di un segno di amore o di comprensione per coloro che sono comunque una piccola parte del suo gregge! Attraverso questi due testi, i tradizionalisti appaiono dannosi, essendo appena tollerati nelle “riserve indiane” per il tempo necessario a rientrare nei ranghi, con l’obiettivo dichiarato di farli sparire (senza mai chiedersi se potessero dare un contributo alla Chiesa, in termini di giovinezza, dinamismo, vocazioni...). Ci sono così tanti cattolici praticanti e convinti in Occidente che è necessario limitarne drasticamente alcuni di loro? La storia recente ha dimostrato che disprezzare i tradizionalisti in questo modo, perseguitandoli, non aiuta a farli evolvere; al contrario, si fomenta la resistenza dei più duri, che diventano più rigidi, il che è contrario all’obiettivo di promuovere l’unità [questo è da vedere. La resistenza è dei più fedeli, non dei più rigidi! -ndr]. Rendiamo omaggio alla Conferenza Episcopale Francese per il comunicato del 17 luglio, che mostra stima per i “tradizionalisti”: “Essi [i vescovi] desiderano manifestare ai fedeli che celebrano abitualmente secondo il messale di san Giovanni XXIII e ai loro pastori, la loro attenzione, la stima che hanno per lo zelo spirituale di questi fedeli e la loro determinazione a portare avanti insieme la missione, nella comunione della Chiesa e secondo le norme in vigore”.
- Il disprezzo per la grande opera di Benedetto XVI! Questi due testi del Papa annullano senza sfumature l’opera di riconciliazione di Giovanni Paolo II e in particolare di Benedetto XVI, partendo da un’analisi dei fatti che è falsa, e si spinge fino a cancellare il contributo essenziale del Papa emerito, che aveva distinto le due forme ordinaria ed extraordinaria del medesimo rito romano. Così facendo, il Papa sopprime al tempo stesso ogni esistenza giuridica all’antica forma extraordinaria – come se non esistesse più –, facendo così precipitare la Chiesa in un’infinita disputa liturgica sullo statuto giuridico della Messa di San Pio V. [Sul discorso delle 'due forme' vedi]. Si torna al regime di tolleranza secondo modalità più severe di quelle del 1988, quello della “parentesi misericordiosa”... che non è più misericordiosa! Si tratta di un passo indietro di oltre trent’anni per mezzo di un solo gesto di governo.
- Quale strategia di Roma si può leggere in filigrana? I due testi di Francesco dimostrano molto chiaramente che il Papa vuole sradicare il mondo tradizionalista nella Chiesa, per fare scomparire la Messa di San Pio V: si fa di tutto per impedire che questo movimento cresca – divieto di ogni nuovo gruppo e percorso a ostacoli per il sacerdote diocesano che volesse celebrare con l’antico ordo –, essendo questo motu proprio in vigore per il tempo in cui i fedeli della forma extraordinaria si adeguino al nuovo messale. Tutto è fatto affinché a lungo termine la Messa tradizionale sia celebrata solo dalla Fraternità Sacerdotale San Pio X e i suoi satelliti. Sembra quindi che la strategia del Papa sia quella di spingere i recalcitranti verso la Fraternità Sacerdotale San Pio X, affinché tutto l’ambiente tradizionalista vi si ritrovi: saranno così perfettamente controllati e isolati in una riserva indiana separata da Roma e dalle diocesi, ma con la quale si mantiene un legame minimo per evitare uno scisma formale. Questo spiega perché il Papa non cerca più la riconciliazione con la Fraternità Sacerdotale San Pio X, ma mostra una grande generosità nei suoi confronti, riconoscendo la piena validità dei matrimoni e delle confessioni e incoraggiando a riceverli nelle chiese durante i pellegrinaggi, ecc. Tutto ciò ha una sua coerenza... all’esatto opposto di tutti gli sforzi passati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI... per l’unità della Chiesa.
- Esclusivismo liturgico? Questo motu proprio non è forse un’occasione, per gli istituti che si rifiutano di celebrare la forma ordinaria – che, precisiamolo, sono una minoranza all’interno della galassia “Ecclesia Dei” –, di mettere in discussione molto seriamente i presupposti liturgici, teologici ed ecclesiali di tale rifiuto? Dal 1988, i Papi esortano a non rifiutare il principio stesso della celebrazione del novus ordo – è vero che le posizioni della Commissione Ecclesia Dei sono state più ondivaghe sull’argomento, non contribuendo a chiarirlo –, il che nulla toglie al carisma proprio di questi istituti per la Messa antica. Benedetto XVI è stato molto esplicito nella sua lettera ai vescovi del 2007 e, a questo proposito, occorre ammettere che le linee non si sono quasi mosse da allora. Obbedendo al Papa su questo punto nevralgico, questi istituti non dimostrerebbero, con il loro stesso esempio, che Francesco sbaglia nella sua analisi?
- Conclusione. Tutto ciò è triste perché è ingiusto, quindi è legittimo lamentarsi, argomentare, chiedere instancabilmente una riforma di questo motu proprio o un’applicazione il più flessibile possibile di questo testo, nel rispetto dell’autorità e della funzione del Papa. I vescovi avranno un ruolo essenziale da svolgere, tutto dipenderà da come applicheranno questo motu proprio – le prime reazioni osservate sono incoraggianti, un grande grazie a questi vescovi preoccupati per il loro gregge. Spetta anche a loro riportare a Roma un’informazione più accurata su chi siano realmente i tradizionalisti. La storia recente ha dimostrato che costoro non sono abituati a lasciar perdere senza reagire: speriamo che la maggior parte non cada in una “resistenza” che si traduce nella rivolta e nella disobbedienza aperta: l’esempio da non seguire è quello di Mons. Lefebvre e della Fraternità Sacerdotale San Pio X; vediamo dove questo porta... È difficile soffrire per la Chiesa, ma questo non potrà che dare i suoi frutti... - Fonte
36 commenti:
IL VICARIATO DI ROMA E IL VATICANO NON CONSENTONO AI FRATI FRANCESCANI DELL IMMACOLATA DI VENIRE NELLA LORO PARROCCHIA ORIGINARIA SANTA MARIA DI NAZARETH, BOCCEA,ROMA
Il Vicariato di Roma e il Vaticano non consentono ai Frati Francescani dell'Immacolata di venire nella loro parrocchia originaria Santa Maria di Nazareth, Casalotti, Boccea, Roma. Il seminario e gli altri locali sono legalmente in possesso del Comitato dell'Immacolata di p. Stefano Mannelli f.i. Ormai è passato circa un anno e i locali sono sfitti.
Nella parrocchia cè preti Joselito Christo, buoni sacerdoti, brave persone, ma interpretano il Concilio Vaticano II con una premessa falsa, creano la prevista rottura con la Tradizione (Sillabo degli Errori di Papa Pio IX, EENS ecc) e quindi sono ammessi offrire la Messa in Italiano.
Se interpretassero il Concilio Vaticano II senza la premessa razionale, e affermassero la Tradizione (Credo di Atanasio ecc.) che non sarebbe contraddetta dal Concilio Vaticano II (interpretato con la premessa razionale), non sarebbero autorizzati a celebrare la Santa Messa nella diocesi.
p.Settimo Mannelli f.i era l'ex parroco della parrocchia e rettore del seminario qui, prima che papa Francesco chiudesse il seminario e vietasse la messa in Latino nel 2013.
P. Giovanni Manneli f.i con molti altri sacerdoti, associati al seminario. Qui offrivano la Messa in italiano e latino.
p. Settimo e p. Giovanni non può tornare in parrocchia e offrire la Santa Messa. Papa Francesco non li permette mentre il Comitato dell'Immacolata ha chiesto all'altro gruppo di Francescani dell'Immacolata di trasferirsi in un altro luogo. Qui c'è disunione ed è pubblico.
Il problema è ancora il Concilio Vaticano II e non la Messa in Latino. La Messa in Latino viene offerta a Roma in altre chiese, dopo la Traditionis Custode, senza cambiamenti.
Se i frati Fancescani dell'Immacolata hanno offerto la Messa in Latino o in Italiano presso la parrocchia Santa Maria di Nazareth, Boccea, devono usare una premessa falsa (sono fisicamente visibili non cattolici invisibili che si salvano fuori della Chiesa) per interpretare il Concilio Vaticano II. Si crea così una prevista rottura con la Tradizione Cattolica che viene approvata dalla Sinistra e quindi anche dal Vaticano. La loro catechesi ed evangelizzazione dovrà fondarsi su questo errore.
Attualmente ci sono poliziotti ad ogni Messa in lingua Italiana nella parrocchia. Sono lì per imporre l'ideologia di Sinistra. Quindi i sacerdoti Joselitos Christo devono interpretare il Concilio Vaticano II con una menzogna.Lo stesso ci si aspetterebbe dai Frati Francescani dell'Immacolata.
Il Comitato dell'Immacolata ha generosamente permesso che il nuovo edificio della chiesa rimanesse aperto e la vita parrocchiale continuasse normalmente. Questo è apprezzato dalla gente qui. C'era un accordo con l'ex vescovo della diocesi. - Lionel Andrades
(Da blog eucharistandmission)
Come possono i sacerdoti celebrare la messa in italiano?
p.Settimo Mannelli f.i e p. Paolo Siano f.i dei Frati Francescani dell'Immacolata, associati al seminario che Papa Francesco ha soppresso a Boccea, Roma, nel 2013 potrebbero avere il permesso di celebrare la Santa Messa in Latino ma dovrebbero interpretare il Concilio Vaticano II, i Credo, i Catechismi e extra ecclesiam nulla salus con una falsa premessa per creare una falsa rottura con la Tradizione Cattolica. Con la falsa premessa si rende obsoleto il Sillabo degli Errori di Papa Pio IX.
La Traditionis Custode è stata emanata con il Concilio Vaticano II interpretato con una premessa falsa da Papa Francesco. La sua accettazione è stata posta come condizione per dare il permesso di offrire la Messa in Latino e gli altri riti.
L'interpretazione ingannevole del Concilio Vaticano II con la falsa premessa non può essere Cattolica o Magisteriale. Anche i papi si confessano.
Ma i Frati Francescani dell'Immacolata, come la FSSP, devono interpretare il Concilio Vaticano II con una menzogna come fanno il cardinale Braz de Avez e p. Sabino Ardito sdb.
p.Settimo Mannelli f.i e p. Paulo Siano f.i sono supportati dal Comitato dell'Immacolata che ha data permesso alla chiesa parrocchiale, Santa Maria di Nazareth di rimanere aperta e funzionare normalmente.
Ma la chiesa funziona con i preti Joselitos Christo, i catechisti e i laici in genere, interpretando il Concilio Vaticano II con la premessa falsa invece dell'opzione razionale. Quindi rifiutano il Primo Comandamento, buttano via il Credo di Atanasio, fanno il Sillabo di Errori obsoleti e interpretando i Catechismi passati (e presenti) con un'irrazionalità.Tutto questo non è Cattolico.Questi sono peccati mortali di fede.Non stanno affermando insegnamenti de fide della Chiesa che è obbligatorio per tutti i cattolici.
Il Comitato dell'Immacolata deve sovrintendere a tutta questa eresia, sacrilegio e scisma nella chiesa parrocchiale. Ora è pubblica.
Il Primo Comandamento dice: "Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altri dei all'infuori di me." I sacerdoti Joselitos Christo, come Papa Francesco e i parrocchiani, dicono che c'è salvezza nelle altre religioni e tra le persone che seguono divinità straniere .
Il Credo di Atanasio dice che tutti hanno bisogno della fede Cattolica per la salvezza. Questo non è proclamato dai sacerdoti e dai catechisti, nelle loro catechesi per bambini e adulti.
I sacerdoti per essere politicamente corretti elogiano Teilhard de Chardin, che con la sua pseudo scienza e teologia fantastica ha sostenuto la reincarnazione.
In queste condizioni i buoni sacerdoti Joselitos Christo, possono offrire la Santa Messa in Italiano e le persone possono ricevere l'Eucaristia durante la Messa. L'Eucaristia deve essere data ai non Cristiani e alle donne Cattoliche che vivono con i non Cristiani. Questi sono non cristiani che non hanno rinunciato alla loro antica religione. Come possono i sacerdoti celebrare la messa in italiano?
Quindi attualmente nella parrocchia ci sono due interpretazioni del Credo Niceno e degli Apostoli. Uno con la falsa premessa e l'altro senza. Ci sono due interpretazioni del Concilio Vaticano II. Quindi ci sono due diverse Professioni di Fede, una con la falsa premessa e l'altra senza. Ci sarebbero due interpretazioni dei Quattro Marchi della Chiesa (uno, santo, cattolico e apostolico). Quindi il Giuramento d'Ufficio del Vescovo e il Giuramento Contro il Modernismo non avrebbero senso oggi. La messa è consentita solo a coloro che creano un'ermeneutica di rottura con la Tradizione utilizzando una falsa premessa per interpretare il Concilio Vaticano II e altri documenti magisteriali.
Analoga inversione di prospettiva appare palesemente anche nell’infelice riferimento all’abrogazione, da parte di san Pio V, di tutti i riti che non potessero vantare un’antichità superiore ai duecento anni. Qui sta avvenendo esattamente il contrario: si pretende di abolire il rito più antico e venerando a favore di un patchwork cucito su commissione alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso. Tale rovesciamento della mente pare sintomo di uno ancor più profondo, quello dell’anima stessa, la quale non è più naturalmente orientata dal basso verso l’alto, ma dall’alto verso il basso.
Come sostenere una tesi cercando il supporto in un Papa che fece diametralmente l'opposto per dichiararsi "custodi della tradizione". Salto mortale triplo con avvitamento.
Alberto Lacchini
Mgr Dominique Rey :
« Je ne compte donc pas laisser tomber les fidèles attachés à la liturgie tridentine, qui ont une grande force missionnaire, et je trouverai donc des solutions pour que ces catholiques puissent être parfaitement unis à la vie ecclésiale sans être forcés de renoncer à une liturgie si féconde en saints et en vocations à travers les siècles, et jusqu’à aujourd’hui. »
Bellissima giornata, ieri a Messa (parlo della Messa tradizionale, ovviamente).
Siamo arrivati più tardi del solito, speravamo di trovare il piccolo parcheggio davanti alla chiesa con qualche posto libero, dicevamo: è luglio, molti sono già in vacanza.
Arriviamo e non c'è nessun posto libero, dobbiamo arrangiarci in qualche modo.
Entriamo in chiesa, una scena scioccante in senso positivo. Siamo a luglio, ma la chiesa è quasi piena!
Arriviamo al primo banco, il nostro solito posto, che ci permette di sentire meglio la Santa Messa. Davanti a noi (il primo banco ha davanti ancora una fila di posti da sedere, senza inginocchiatoio) papà e mamma con quattro figli piccoli, e un altro papà con una bambina piccola in braccia. Poi se ne vanno, probabilmente in fondo alla chiesa, forse pensano che i bambini, ovviamente abbastanza irrequieti, disturbino.
Questa è una conferma di ciò che già sappiamo: la Santa Messa tradizionale attira famiglie con bambini e giovani, osservando le persone che vanno a fare la Comunione, ho visto sì e no tre persone con i capelli grigi.
Mi giro, e vedo che quasi tutti i posti a sedere sono occupati, e poi c'è una fila di persone (probabilmente con i bambini) in fondo alla chiesa.
Ci saranno state dalle 250 alle 300 persone, tenendo conto che nelle domeniche normali prima dell'estate ce n'erano circa 200.
E molti sono andati in ferie (non ho infatto visto diversi volti noti).
E' evidente che con la pubblicità fatta in quest'ultima settimana, e anche grazie a un'intervista di un noto portale cattolico al responsabile dell'associazione che aiuta il sacerdote nell'organizzazione della Messa, che ha parlato in modo molto equilibrato, non certo il cliché del 'tradizionalista fuori della Chiesa', molte nuove persone si sono avvicinate alla Messa tradizionale celebrate con l'autorizzazione dell'arcivescovo.
Nell'omelia il sacerdote ribadisce una cosa molto importante: non cadere nella tentazione di amare questa Messa e di lasciare la Chiesa, le due cose non sono compatibili.
Non posso che sottoscrivere tutto questo!
In Germania l'unico che si è pronunciato per ora è il card. Marx che inaspettatamente ha detto che nella sua diocesi non cambierà nulla.
"Condurrà a molti abbandoni in favore della Fraternità Sacerdotale San Pio X (che deve gioire di questo motu proprio, che alimenterà le sue forze e confermerà ciò che non hanno smesso di ripetere dal 1988, vale a dire che non possiamo fidarci di Roma"
In realtà la FSSPX, in relazione all'ultimo Motu Proprio, ha espresso parole niente affatto gioiose:
"La Messa tradizionale appartiene alla parte più intima del bene comune della Chiesa. Reprimerla, gettarla nei ghetti e pianificarne infine la scomparsa, non può avere alcuna legittimità [...].
Resta il fatto che questo motu proprio, che prima o poi finirà nell'oblio della storia della Chiesa, non è di per sé una buona notizia: segna un arresto nella riappropriazione della sua Tradizione da parte della Chiesa, e ritarderà la fine della crisi che dura ormai da più di sessant'anni". (https://fsspx.news/it/news-events/news/dal-summorum-pontificum-al-traditionis-custodes-o-dalla-riserva-allo-zoo-67524)
Non mi pare che l'obiettivo della FSSPX sia la costruzione di una nuova Chiesa, ma la custodia della Messa e della dottrina tradizionale, fintanto che Roma non si sarà ravveduta. Ecco perché la FSSPX salutò con soddisfazione l'approvazione del Summorum Pontificum.
Accanto a spunti interessanti, diverse cose di questo articolo non mi convincono. Non mi risulta ad esempio che la FSSPX affermi di essere "la vera Chiesa", e nemmeno che "Paolo VI era pronto a fare concessioni sulla Messa se Mons. Lefebvre non avesse respinto il Vaticano II"; tra l'altro, è riduttivo - anzi, falso - affermare che Lefebvre abbia respinto il Vaticano II.
Già che siamo in argomento, mi permetto di chiedere un consiglio pratico, in quanto fedele pronto al salto dal novus al vetus ordo: vorrei sapere se per seguire la messa della FSSPX sia idoneo il libriccino denominato "Messale ordinario tradizionale" (ed. Fede e Cultura), che so essere spesso utilizzato nelle messe sorte dopo l'approvazione del Summorum Pontificum. O altrimenti, quale strumento mi si consiglierebbe per seguire la Messa? Grazie
Ma che ne dite di questo?
https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/28098801/papa-ratzinger-tre-obiezioni-usa-teoria-piano-b-rispondiamo-punto-per-punto.html
Leggo molte disquisizioni inutili e fuorvianti, nelle quali si cerca, come al solito, di conciliare l'inconciliabile.
Tutta questa falsità dispiace in sommo grado a Gesù Cristo Nostro Signore. Bisogna scegliere sotto quale stendardo militare: o quello di Cristo Re o quello di Satana. Non esiste una via mediana.
Gli Esercizi Spirituali di S. Ignazio potrebbero esserci di grande aiuto.
Anonimo 13:15
Grazie per i chiarimenti. È sempre meglio aggiornarci nei commenti, mentre io mi sono limitata a richiamare i link.
Quanto al "Messale ordinario tradizionale" (ed. Fede e Cultura),
ho presente un'edizione che ha il proprio solo delle Domeniche. E comunque può andare.
Io uso il Messale della Marietti che copre anche il quotidiano dell'anno liturgico.
I tradizionalisti sono divisi? Certo, è tipico di ogni movimento spontaneo di reazione alle ingiustizie. Non c'è da preoccuparsi di tali divisioni.
Da un lato c'è l'opera di mons. Lefebvre, uno dei primi tradizionalisti e quello al quale tutti dobbiamo tutto. Se nel 2021 ancora il rito antico è un tema rovente è solo grazie a lui e, soprattutto, a ciò che fece nel giugno del 1988. Senza quelle pur dolorose consacrazioni episcopali il rito antico sarebbe stato destinato all'estinzione. Perché se non ci sono vescovi che ordinano sacerdoti, non può esserci neppure la messa. Proprio dopo quelle consacrazioni alcuni si staccarono da Lefebvre per fondare istituti tradizionalisti ma non dissidenti. Ed essi criticarono un pochino la perdurante resistenza della FSSPX. Il resto della storia la sapete, con tali istituti detti ecclesia dei in attesa di salire sul carretto che li porterà misericordiosamente alla ghigliottina.
Dopo il 2007 nacquero pure molti gruppi legati sovente al clero secolare. Ed anch'essi, sovente, in posizioni critiche verso la FSSPX a volte accusata pure di essere scismatica. Anche tali gruppi sono in attesa di estinguersi perché l'intenzione del professor Grillo è quella di distruggere il rito antico, radendolo al suolo.
Papa Francesco, quello delle Pachamame, ha solo messo una firma. Siamo dunque un microcosmo vario e variegato, sovente l'un contro l'altro armati. Ma essendo uno ed unico il fine, siamo più forti che se fossimo un unico esercito. Perché la nostra forza non è in noi. Ma in ciò che difendiamo: una liturgia come minimo quindici volte secolare che tutti ci invidiano. Una liturgia celebrata da tutti i papi da san Gregorio magno fino a Paolo VI. Pensare pertanto di annientarla oppure anche solo di adombrarla è come pensare di spengere il sole. O di oscurarlo: da folli. Nostro Signore che ha fatto dono alla Chiesa del rito romano antico non permetterà che esso venga distrutto da una banda di modernisti scalmanati, arroganti e presuntuosi che pretendono di dettar legge e di imporre pure agli altri le loro invenzioni liturgiche. Sono talmente bravi che per costruirsi il novus ordo han dovuto chiedere l'aiuto degli eretici. Salvo eventi imprevedibili dunque la messa antica ritornerà in appalto della FSSPX in regime di monopolio. Ma non preoccupatevi: i modernisti non sono immortali. Il rito antico invece si.
Hasta siempre la victoria!
Cit. Lo spigolatore romano
Carissimi,
Purtroppo, non ho molto tempo, ma me sembra un dovere fare alcune osservazioni:
Anche l’argomento di Christophe Geffroy è incompleto. Prima di dire perchè anche il suo argomento è incompleto, voglio dire che questa ragione presentata da lui come importante, non se trova nel Motu Proprio Ecclesia Dei. Almeno nella versione italiana, la ragione importante ripotarta da lui non se trova in nessuna parte del documento. Inoltre a questo ciò che se trova al punto 5a è questo:
“L'esito a cui è approdato il movimento promosso da Mons. Lefebvre può e deve essere motivo per tutti i fedeli cattolici, di una sincera riflessione circa la propria fedeltà alla Tradizione della Chiesa autenticamente interpretata dal Magistero ecclesiastico, ordinario e straordinario, specialmente nei Concili ecumenici da Nicea al Vaticano II. Da questa riflessione, tutti devono trarre un rinnovato ed efficace convincimento della necessità di migliorare ancora tale fedeltà, rifiutando interpretazioni erronee ed applicationi arbitrarie ed abusive, in materia dottrinale, liturgica e disciplinare”. Motu Proprio Ecclesia Dei, Giovanni Paolo II
Giovanni Paolo II ha parlato così in questo punto, perchè al 4 ha parlato della questione dottrinale, come se può leggere:
4. La radice di questo atto scismatico è individuabile in una incompleta e contraddittoria nozione di Traditione. Incompleta, perché non tiene sufficientemente conto del carattere vivo della Tradizione, «che - come ha insegnato chiaramente il Concilio Vaticano II - trae origine dagli Apostoli, progredisce nella Chiesa sotto l'assistenza dello Spirito Santo: infatti la comprensione, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, cresce sia con la riflessione e lo studio dei credenti, i quali le meditano in cuor loro, sia con la profonda intelligenza che essi provano delle cose spirituali, sia con la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ricevuto un carisma certo di verità»(5)
Ma è soprattutto contraddittoria una nozione di Tradizione che si oppone al Magistero universale della Chiesa, di cui è detentore il Vescovo di Roma e il Corpo dei Vescovi. Non si può rimanere fedeli alla Tradizione rompendo il legame ecclesiale con colui al quale Cristo stesso, nella persona dell'apostolo Pietro, ha affidato il ministero dell'unità nella sua Chiesa(6). Motu Proprio Ecclesia Dei, Giovanni Paolo II
Quindi, anche se la ragione presentata dall’autore, esistisse nel Motu Proprio Ecclesia Dei, il suo proprio argomento sarebbe incompleto, perchè non considera la questione dottrinale che è la più importante e per la quale non abbiamo risposta a 39 anni. Se la ragione che presenta, come del Motu proprio, fosse vera, il Summorum Pontificum sarebbe promulgato dopo l’Ecclesia Dei (non 39 anni dopo). L’unità liturgica senza l’unità dottrinale è un disastro. Quando San Pio V ha restaurato il messale apostolico, per ordine del Tridentino, il Messale è stato sottoposto ad un esame dottrinale ed è stato dichiarato senza errore. San Pio V voleva l’unita del tutto e non di alcune di sue parte...
Ora, come se vuole avere una unità liturgica senza una unità dottrinale? Il vero punto è che se veramente se vuole l’unità della Chiesa, come ha affermato Bergoglio nel Motu proprio, il certo sarebbe risolvere la questione dottrinale. Però, ciò che fa è prendere le conseguenze della mancanza di soluzione della questione dottrinale per proibire il Rito Romano. Ricordo ancora che l’ultima volta che la questione dottrinale verso la FSSPX è comparsa è stata nel Motu Proprio Ecclesiae Unitatem, dove Benedetto XVI ha affermato:
“4. Nello stesso spirito e con il medesimo impegno di favorire il superamento di ogni frattura e divisione nella Chiesa e di guarire una ferita sentita in modo sempre più doloroso nel tessuto ecclesiale, ho voluto rimettere la scomunica ai quattro Vescovi ordinati illecitamente da Mons. Lefebvre. Con tale decisione, ho inteso togliere un impedimento che poteva pregiudicare l’apertura di una porta al dialogo e invitare così i Vescovi e la "Fraternità San Pio X" a ritrovare il cammino verso la piena comunione con la Chiesa. Come ho spiegato nella Lettera ai Vescovi cattolici del 10 marzo scorso, la remissione della scomunica è stata un provvedimento nell'ambito della disciplina ecclesiastica per liberare le persone dal peso di coscienza rappresentato dalla censura ecclesiastica più grave. Ma le questioni dottrinali, ovviamente, rimangono e, finché non saranno chiarite, la Fraternità non ha uno statuto canonico nella Chiesa e i suoi ministri non possono esercitare in modo legittimo alcun ministero.
5. Proprio perché i problemi che devono ora essere trattati con la Fraternità sono di natura essenzialmente dottrinale, ho deciso - a ventuno anni dal Motu Proprio Ecclesia Dei, e conformemente a quanto mi ero riservato di fare[4] - di ripensare la struttura della Commissione Ecclesia Dei, collegandola in modo stretto con la Congregazione per la Dottrina della Fede”.
Dal punto di vista dottrinale dal 1988 al 2009 non abbiamo niente, come non abbiamo niente dal 2009 fino ad oggi in relazione alla FSSPX. Il punto solevato da Giovanni Paolo II nel Motu Proprio Ecclesia Dei mai è stato aprofondito da parte da Roma. L’unica trattativa che abbiamo di questo punto è stata quella di D. Michel Gleize di che ha scritto Giovanni Servodio nel lontano 2012:
Esercizio di esegesi della Tradizione: da Giovanni Paolo II a Mons. Bernard Fellay
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV256_Esegesi_della_Tradizione.html
Anche in ciò che dice rispetto alla propria liturgia la questione non è stata tratta dal punto di vista dottrinale-giuridico. La vera questione è stata posta da Mons. Klaus Gamber:
Un Papa c’e potere per proibire un rito di origine apostolica e al suo posto mettere un rito fabbricato?
El pueblo unido (piccolo resto) jamas sera vencido, alla faccia di tutti i modernisti (satanisti) di ieri, di oggi e di domani, che Non Praevalebunt. Deus vullt!
anonimo ore 13,15 messale
il messale edito da Marietti e' in vendita presso la Fraternita' stessa.Se intendi acquistarlo
vai sul sito uff.le della Fsspx e telefoni o invii una mail,fino a poco tempo addietro il costo era euro 42,50,ora non lo so se e' confermato.
Giampiero
Io l'ho pagato 50:00 euro.
Sono certo che qualcuno, nel recente passato, quando ho scritto di ritenere che la differenza tra la Messa tradizionale e quella attuale è tra il giorno e la notte, e che se potessi andrei solo alla Messa tradizionale, deve avere pensato che sono un fanatico, uno fuori dalla Chiesa.
Ognuno può pensare ciò che vuole, ma chi pensa così non ha per nulla compreso ciò che voglio dire, e soprattutto non ha compreso che preferire in ogni caso la Messa tradizionale non significa che non disprezzi la Messa attuale (se celebrata bene, cosa che oggettivamente avviene sempre più raramente).
Ad esempio oggi, festa di Sant'Anna (aggiungiamoci anche san Gioacchino, per il calendario odierno) andrò sicuramente a Messa e ci andrò a una Messa attuale poiché non c'è altro.
Il preferire in ogni modo la Messa tradizionale non è un esecrabile atteggiamento da appartati, un esempio di fanatismo, ma è l'espressione della realtà dei fatti.
Del resto, in un'intervista lo stesso cardinal Robert Sarah ha detto di sapere che molti giovani hanno una preferenza assoluta per la Messa usus antiquior, e non l'ha certo detto in un tono di esecrazione. Ecco ciò che ha detto, che traduco dallo spagnolo:
«Molti giovani mi hanno affidato la loro assoluta preferenza per la via straordinaria, più educativa e più insistente sul primato e sulla centralità di Dio, sul silenzio e sul significato della trascendenza sacra e divina».
Poi arriva l'affondo del cardinal Sarah:
«Ma, soprattutto ... come non stupirsi e scandalizzarsi profondamente che quella che ieri era la norma oggi sia proibita? Non è forse vero che vietare o sospendere la forma straordinaria può essere solo ispirato dal demonio che desidera la nostra asfissia e morte spirituale?».
Dopo ueste ultime parole non è necessario aggiungere altro.
Postille
1. Paolo VI era pronto a fare concessioni sulla Messa NO? Mai sentito.
Caso mai era vero il contrario: nelle convulse trattative per impedirgli di
effettuare le Consacrazioni dei 4 vescovi, uno degli inviati da Roma, mons.
Dhanis, gli disse: "Monsignore, se oggi stesso accettate di celebrare
assieme a me questa messa [la Nuova Messa], tutto si aggiusta con Roma!
Ma l'arcivescovo rispose laconicamente: -Ho già celebrato la Messa.
(Bernard Tissier de Mallerais, Marcel Lefebvre. Une vie, Clovis, 2002, p. 513)
Regnava GP II, ma l'atteggiamento di Paolo VI circa la Messa Nuova era forse
diverso? Che cosa avrebbe concesso?
2. Mons. Lefebvre "il primo dei tradizionalisti". Attenzione: ha sempre detto
di non essere e di non voler esser considerato il "capo dei tradizionalisti".
Si considerava un semplice vescovo di Santa Romana Chiesa, un sacerdote di Cristo
che continuava a fare quello che aveva sempre fatto sotto i Papi preconciliari,
trovandosi per ciò stesso inopinatamente messo al bando dalla "Chiesa conciliare", come
la chiamò il card. Benelli. Né mi sembra abbia mai detto essere la Fraternità "l'unica
vera Chiesa". Non è comunque questa la posizione ufficiale della FSSPX.
3. Alle Congregazioni Ecclesia Dei, si vorrebbe chiedere. Avete pur dovuto dichiarare formalmente la legittimità delle riforme liturgiche promosse dal Concilio e quindi la legittimità del nuovo rito della Messa. E allora perché volete celebrare l'antico?
Se il Nuovo va bene e non presenta problemi, che differenza c'è? Uno non vale l'altro?
In realtà, l'aver voluto "riconciliarsi" con questa Gerarchia, vi costringe (senza averlo voluto) ad una sostanziale ipocrisia. Sapete bene, infatti, che la Messa NO non è buona e che non sono buoni i criteri delle riforme volute dal Concilio. Sul quale, del resto, mantenete un silenzio tombale, come non ci fosse mai stato.
Il decreto crudele e ingiusto di Bergoglio è la vostra Nemesi, dea notturna e vendicatrice, che colpisce senza lasciar scampo, facendo pagare il fio per le colpe commesse.
Ps
https://liturgicalnotes.blogspot.com/2021/07/s-pius-v-and-traditionis-custodes.html
" "vietare o sospendere la forma straordinaria può essere solo ispirato dal demonio" : Dopo queste ultime parole non è necessario aggiungere altro." : penso che il card. Sarah, che ormai ha rotto gli argini qualcosa avrebbe potuto anche aggiungere: confessare. come ha fatto Viganò, di essere stato ingannato per decenni dalle gerarchie conciliari neomoderniste e di essersi ricreduto sul CV II, sui papi conciliari e post (santi? ma quali santi! come disse adirato papa Roncalli nella sua prima intervista ad un giornalista ateo, Montanelli, quando, essendo il discorso caduto su papa Sarto, S. PIo X, Montanelli esclamò "ha. il papa santo"), sul magistero liquido e anticattolico di Bergoglio, decretandone l'illegittima elezione e sostanzialmente scomunicandolo. Ecco, questo mi aspetterei che avessero il coraggio di fare, lui, Schneider, e chiunque la pensi come loro, ma so che non lo faranno mai e poi mai; ci penserà Qualcun altro (anzi, Lei, la Regina delle Vittorie) a dare lo sfratto a Bergoglio ed a tutta la sua ciurma di apostati e traditori del Suo Divin Figlio. Viva Maria !
OT. "L’Église protestante de France bénit le mariage de deux femmes pasteurs lesbiennes"
https://www.egaliteetreconciliation.fr/L-Eglise-protestante-de-France-benit-le-mariage-de-deux-femmes-pasteurs-lesbiennes-64948.html
La putréfaction s'accélère…
TITOLO:
"ottima analisi su argomento incompleto, informazioni false. Ma attenzione alle bordate alla FSSPX
Ottima analisi... ma attenzione alle bordate alla FSSPX???
Ma se tutto l'articolo, conclusione compresa ("l’esempio da non seguire è quello di Mons. Lefebvre e della Fraternità Sacerdotale San Pio X"), è imbastito proprio sulle bordate alla FSSPX, allora sarebbe ottimo comunque???
Mah...
Non conoscevo monsignor Rob Mutsaerts, ma quello che ha scritto oggi sul suo blog è potentissimo, soprattutto pensando che proviene da una Vescovo.
"Il fatto che Francesco qui usi il suo potere senza alcuna consultazione indica che sta perdendo autorità. Ciò era già evidente in precedenza, quando la Conferenza episcopale tedesca non aveva tenuto conto delle raccomandazioni del Papa in merito al processo sinodale. Lo stesso è avvenuto negli Stati Uniti quando papa Francesco ha invitato la Conferenza episcopale a non preparare un documento sulla dignità per accedere alla Comunione. Il papa deve aver pensato che sarebbe stato meglio [in questo caso] non dare più un consiglio, ma piuttosto un mandato di esecuzione, ora che si tratta della Messa tradizionale!
Il linguaggio usato assomiglia molto a una dichiarazione di guerra."
In fin dei conti l'Olanda è stata fra le prime nazioni a immergersi nel "cattolicesimo adulto" e ora raccoglie le macerie. Credo non sia un caso che proprio da lì provengano voci come questa e quella del cardinale Eijk.
Qui la traduzione di Rorate Caeli
https://rorate-caeli.blogspot.com/2021/07/liturgy-is-not-toy-of-popes-it-is.html?m=1
Anonimo, mi pare ovvio che "ottima analisi" sia riferito ad argomento incompleto e informazioni false, riguardanti specificamente il motu proprio. Il resto mi pare chiaramente stigmatizzato...
https://accionliturgica.blogspot.com/2021/07/articulo-en-tablet-en-defensa-de-la.html
Catholicus, non facciamo confusione: un vescovo, anche se cardinale, non ha il potere di scomunicare il papa, per quanto cattivo papa possa essere.
Ma perché solo Bergoglio, la cui ambizione,come ha detto, è solo quella Dell'attuazione del Vat II? E gli altri che gli hanno preparato la strada?
Ed è vero che questi prelati,salvo miracolo, non si pronunceranno: sono , forse inconsapevolmente , modernisti conservatori . Cioè: benissimo la Messa , ma disgiunta dalla dottrina .Infatti chi riveste quei ruoli accetta il Vat II e i suoi errori. Ha ragione Gedersn la cui posizione generale non condivido: la questione dottrinale è inseparabile da quella liturgica . Se no si finisce nell'estetismo, nella preferenza individuale dei giovani che si appagano del silenzio , del senso del sacro ecc. Ecco lo stile modernista: non la Verità, il culto accetto a Dio, ma ciò che appaga un bisogno. Legittimo allora anche il bisogno opposto: la partecipazione sguaiata( per noi, non per loro) il protagonismo, l'adeguamento alle mode e al gergo attuali .
Quando ho iniziato a frequentare la S.Messa tridentina nella Cappella di Torino della fsspx ho "copiato" dall'amica che mi aveva invitata ad andare con lei alla Santa Messa che cercavo inutilmente da due anni. È il "Messale romano quotidiano" a cura dell'Apostolato Liturgico di Genova ed. Martinetti.Anche se di primo acchito mi è sembrata una spesa piuttosto "forte" ne ho apprezzato in breve i vantaggi, visto che lo uso sovente anche per la meditazione quotidiana.
@Unknown : non solo Bergoglio, ovviamente, ho già ricordato più volte che Pio XII profetizzò di essere l' ultimo papa cattolico. Papal imposters, così li definiscono gli ultimi sei' i fatimiti americani ,( rev. Paul Kramer, ecc)
Mi dispiace Mic, abbi pazienza, ma anche a me quel titolo ha fatto lo stesso effetto che ad Anonimo delle 22:44...
Posso capirvi. E' che io scrivo in fretta e penso che ciò che ho in mente risulti chiaro anche quando sono sintetica. Pensavo che bastassero, come antidoto alle effettivamente serie e prolungate bordate alla FSSPX - che ho anche richiamato proprio per registrane la deplorevole diffusione nella galassia tradizionale - le argomentate ed estese trattazioni di cui ai link di riferimento indicati, che avrei potuto esplicitare in un articolo apposito.
Il problema è che non ho tempo ed energia per comporre più di un articolo al giorno elaborando tutti gli elementi a mia disposizione. Vorrei e sarebbe più efficace; ma è per questo che spesso mi servo di quel che trovo per condividerlo, con le osservazioni dell'incipit..
Non per giustificarmi, ma per spiegare...
In ogni caso vi ringrazio delle osservazioni che servono sempre ad aggiustare il tiro...
Cerca ciò che dice l’articolo sulla FSSPX... L’autore dimentica che senza la santa opera di Mons. Lefebvre non esistirebbe nessuno Motu Proprio e nemmeno le comunità Ecclesia Dei. In un primo momento, questo duro atteggiamento contro la FSSPX è un vano tentativo di commuovere il Papa, di mostrargli vicinanza e distanza dalla Fraternità, in modo che possa cambiare idea. Se davvero questo fosse il desiderio del Papa, lo otterrebbe affrontando la questione gradualmente, non nel modo sommario che ha fatto. Le messe tridentine riempiono le chiese e riempiono di vocazioni i seminari. Che col tempo ci renderebbe una maggioranza nella Chiesa. Quindi, il fine remoto del Motu Proprio, mi sembra, è impedire che un giorno, quando si raggiungere la maggioranza, tutto ciò che hanno fatto contro la Chiesa con il Concilio Vaticano II venga distrutto.
In una situazione normale, il problema è trattato gradualmente ossia prima se avverte, se esorta, se ammonisce... per dopo prendere la decisione più forti. Quello che Francesco ha fatto con questo documento è stato un giudizio, dove ha ascoltato solo una parte e non ha nemmeno dato all'altra il diritto alla difesa. Nemmeno la Santa Inquisizione si è comportata così. Se ricordo bene, all'eretico erano date tre opportunità di abiurare della sua eresia. È come se Innocenzo III avesse convocato la crociata contro i catari senza prima non avere fatto nessuno sforzo per risolvere la questione con mezzi pacifi.
Si parla di accoglienza, dialogo, Chiesa sinodale, Chiesa senza muri, costruire ponti, misericordia, ma questo non vale affatto per la Messa e per i fedeli tradizionalisti. E soprattutto, nell'ultimo sinodo, il Papa stesso ha voluto e incoraggiato la fabbricazione di un rito amazzonico. Senza contare che tutti gli altri sinodi da lui convocati si sono occupati delle questioni più bizzarre possibili. La questione liturgica, non meriterebbe un sinodo?
Infine, la questione dell'unità della Chiesa si fonda soprattutto sull'unità dottrinale (come ho detto...). Per questo padre Sisto Cartechini insegna nel suo libro "Dall'opinione al dogma":
“...la liturgia riflette la fede della Chiesa, è prova di molti dommi e perciò di molte verità teologicamente certe. Non c’è dubbio che nel modo con cui la Chiesa prega e loda il Signore, esprime ciò che crede e come lo crede e in base a quali concetti essa onora pubblicamente Dio. E benché non ripugni che talvolta la Chiesa, in cose di poca importanza, tolleri in orazioni antiche qualche espressione non del tutto esatta, non può tuttavia permettere che in suo nome si usino nella liturgia modi di dire contrari a ciò ch’essa ritiene e crede”.
Molti di voi, come io, non credono che i problemi del Concilio siano le due ermeneutiche di chi ha parlato Benedetto XVI... Però, se si ammetono questa esistenza questo se riflette nella liturgia. In questo modo sul Rito moderno ci sono una liturgia della continuità e altra della rottura. In questo senso se si vuole veramente conservare l’unità della Chiesa, non se può tollerare due ermeneutiche di uno solo Concilio.Così non basta dire ai vescovi nella lettera che accompagna il Motu Proprio:
”Al contempo Vi chiedo di vigilare perché ogni liturgia sia celebrata con decoro e fedeltà ai libri liturgici promulgati dopo il Concilio Vaticano II, senza eccentricità che degenerano facilmente in abusi”.
Se deve risolvere anche la mancanza di unità della propria liturgia instaurata..
Un complemento:
L'unità religiosa è analoga all'unità politica. L'Europa ha ancora i resti della cattolicità. Allora ci dica Bergoglio quale sarà il beneficio dell'unità della Chiesa nel portare migliaia di immigrati nei territori occupati dal corpo di Cristo.
"vietare o sospendere la forma straordinaria può essere solo ispirato dal demonio"
Nel caso dei FFI, in una udienza, Francesco ha affermato ai Frati che il diavolo glio odiavano per l'amore all'Immacolata e che per questo lo perseguivano e dopo ha ammesso la responsabilità per la persecuzione nei loro confronti:
Involontaria ammissione di El Papa a quelli che perseguita.
https://www.maurizioblondet.it/involontaria-ammissione-di-el-papa-a-quelli-che-perseguita/
Dove?
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