Non è in gioco solo la nostra fede, la nostra vita spirituale e la nostra civiltà ma la vita eterna di molte anime. La crisi nella Chiesa è il dato più grave di questo momento storico, da cui discende tutto il resto. Di seguito una centrata riflessione di Leonardo Lugaresi sul recente 'caso Tucho' alla Dottrina della Fede con annessi e connessi.
Papa Francesco e i «metodi immorali»
della Congregazione per la Dottrina della Fede.
Ieri [il 1° luglio scorso -ndr] il papa ha nominato il nuovo prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede nella persona di mons. Victor Manuel Fernandez, finora arcivescovo di La Plata (Argentina), ed ha voluto accompagnare la pubblicazione della nomina con una sua lettera che è stata resa nota contestualmente all’annuncio dell’incarico. Non è una prassi abituale: questa lettera, indirizzata al neoeletto e per conoscenza a tutti noi, è dunque un documento importante, che merita un’attenzione particolare. Si tratta infatti di un atto ufficiale, che il papa ha specificamente voluto compiere per spiegare il senso che ha inteso dare alla scelta di mons. Fernandez ed esplicitare la missione che affida al nuovo prefetto. Nulla di ciò che contiene può dunque essere considerato alla stregua di un obiter dictum e tantomeno come un’espressione “dal sen fuggita” nel corso di una conversazione, come si potrebbe sostenere, ad esempio, per le tante interviste che il papa ha concesso in questi ultimi tempi.
Per questo motivo ritengo doveroso, per un semplice fedele come me, riflettere sull’affermazione che si trova quasi in apertura della lettera, al secondo capoverso: «El Dicasterio que presidirás en otras épocas llegó a utilizar métodos inmorales». Se traduco bene: «Il Dicastero che presiederai in altre epoche è arrivato ad usare metodi immorali». Mi sembra una frase grave e sconcertante. L’accusa di immoralità, lanciata da un papa ad un organo supremo della Santa Sede, a mia conoscenza non ha precedenti.
Diventa perciò assolutamente necessario anzitutto chiarire a chi e a che cosa si riferisce papa Francesco. Il che cosa è forse, almeno in parte, spiegato nella frase immediatamente successiva: «Fueron tiempos donde más que promover el saber teológico se perseguían posibles errores doctrinales». Cioè, sempre se capisco bene: «Erano tempi in cui, più che promuovere la conoscenza teologica, si perseguivano possibili errori dottrinali». Questa affermazione mi pare molto problematica: non è facile comprendere perché mai il compito di difendere l’ortodossia della dottrina della Chiesa, da sempre affidato alla Congregazione per la Dottrina della Fede, debba dare adito ad accuse di immoralità, e ci si potrebbe anche chiedere se una visione in cui la promozione della conoscenza teologica spetta in prima battuta a un organo del governo centrale della chiesa piuttosto che alla libera ricerca dei teologi non sia, in definitiva, ben più verticistica di quella in cui all’autorità gerarchica è riservata piuttosto una funzione di “sorveglianza” (“episcopale” appunto) nei riguardi di tale lavoro, al fine di mettere in guardia i fedeli contro errori dottrinali, che non sono solo astrattamente “possibili” ma di fatto si sono verificati molte volte nella storia della chiesa. Ma lasciamo stare: da semplice laico non mi considero certo all’altezza di poter affrontare argomenti così delicati e complessi.
Più urgente per me è capire di chi sta parlando il papa quando parla di «metodi immorali». Se ci si lascia distrarre dalla espressione temporale «en otras épocas», così vaga da significare tutto e nulla, si potrebbe pensare che è impossibile rispondere a tale domanda. L’accusa perciò resterebbe grave e sconcertante, ma finirebbe per avere la rilevanza di una “denuncia contro ignoti”. Si può temere, purtroppo, che quel finto complemento di tempo sia stato inserito a bella posta, per dire e non dire. Che sia un’astuzia, in altre parole. Il messaggio sarebbe più o meno questo: “Alla Congregazione per la Dottrina della Fede usavano metodi immorali”. “Ma quando? E chi è stato?”. “Un tempo. E non si sa chi”.
Però la terza frase di quel terribile paragrafo mi sembra che chiarisca a sufficienza il pensiero del papa. Egli scrive infatti al nuovo prefetto: «Lo que espero de vos es sin duda algo muy diferente». Che in italiano si traduce: «Quello che mi aspetto da voi è sicuramente qualcosa di molto diverso». Ora, non è chi non veda che una frase del genere ha senso soltanto in relazione ad un passato recente. Di conseguenza, le “altre epoche” in cui secondo il papa la CDF faceva cose immorali non sono quelle di un remoto passato, di una fase storica della Chiesa ormai finita da un pezzo, e così lontana dal nostro mondo e dalla nostra mentalità per cui i termini delle questioni si ponevano allora in modo del tutto diverso da come si fa oggi, eccetera eccetera … (ammesso e non concesso che anche in questo caso l’accusa di immoralità sia giustificata). No, il papa sta evidentemente parlando della “chiesa di ieri”, non di quella di cinque secoli fa. Per dirla tutta: non della “Sacra Congregazione della romana e universale inquisizione” di Paolo III e nemmeno della “Sacra Congregazione del Sant’Uffizio” di san Pio X, ma della “Congregazione per la Dottrina della Fede” di san Paolo VI, di san Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Ancor più brutalmente: non sta parlando dei tempi del cardinal Carafa (XVI secolo), ma del cardinale Ratzinger. Se le cose stanno così, a rendere ancor più “problematica” per un cattolico l’accusa di immoralità rivolta alla CDF sta il fatto che essa ha sempre agito in obbedienza e comunque con l’assenso dei pontefici regnanti: san Paolo VI, san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Di conseguenza diventerebbe impossibile sottrarre quei santi pontefici al rimprovero di essere stati come minimo conniventi con i «metodi immorali» della CDF. Solo io resto senza parole di fronte a una prospettiva del genere?
Tutto ciò è per me, come semplice fedele cattolico, fonte di un enorme imbarazzo, per non dire di scandalo, ma francamente non mi pare che l’affermazione del papa possa essere intesa in altro modo. La comunicazione ha le sue regole e neanche un papa può ignorarle. Provo a spiegarmi ancora meglio con un esempio. Poniamo che il rettore di una scuola, presentando ai docenti e agli alunni un nuovo insegnante che ha appena nominato, dica: «Un tempo in questa scuola si usavano metodi violenti. Da lei mi aspetto sicuramente qualcosa di molto diverso». Chi mai potrebbe pensare che quel rettore si riferisca, che ne so, ai tempi degli antichi Romani e al plagosus Orbilius di oraziana memoria? Tutti capirebbero che intende alludere al predecessore o ai predecessori immediati del nuovo docente. Altrimenti la sua frase sarebbe priva di senso, quanto lo sarebbe oggi dichiarare di aspettarsi che il nuovo prefetto del dicastero vaticano non scriva con la penna d’oca, non faccia il viaggio dall’Argentina a Roma su un veliero e non si rechi al lavoro in carrozza.
Leonardo Lugaresi -
Fonte
23 commenti:
É difficile pensare che, salvo forze superiori, l'Arcivescovo Victor Manuel Fernandez non sarà presto chiamato a far parte delle truppe bergogliane che parteciperanno alla guerra per la Chiesa nel prossimo Conclave.
Cit. Andrea Sandri
A mio giudizio Bergoglio, con questo ennesimo sfregio e con la lettera personale al neo nominato prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, resa nota contestualmente all'annuncio dell'incarico, ha inteso continuare a prendersi gioco di tutti. "Solo un pazzo può parlare di una primavera della Chiesa e di una nuova Pentecoste" (card. Gerhard Ludwig Müller).
Se solo i cattolici fossero cattolici... questi figuri sarebbero da tempo al posto che a loro compete.
Tutti gli atti e le idee di Bergoglio sono anticristici... dov'è per lui l'Assistenza dello Spirito Santo... possibile che la rifiuta sempre? I casi sono due o realmente non è il vero Papa che sarebbe stato sempre Benedetto XVI oppure se lo è siamo di fronte ad un pontificato eretico che smentisce tutti quelli precedenti... in ogni caso i cardinali devono agire... grande è la loro responsabilità di fronte a Dio. Non pecchino di ignavia e di tiepidezza perché il Signore "vomita" ignavi e tiepidi... ma costoro credono però ancora alla Sacra Scrittura? Siamo di fronte ad una situazione senza precedenti... neanche nell'eresia ariana si era giunti ad un tradimento così profondo nei confronti di Cristo da parte dei Pastori... E' la passione della Chiesa dove tutto il collegio apostolico fuggi' e rimase il '"piccolo resto" con Maria ed il piccolo Giovanni.
Svegliatevi cardinali e tutta la cosiddetta Intellighenzia cattolica!
Soprattutto in questi dieci anni, te guarda cosa non e' uscito da sotto il tappeto...cosa covava sotto il tappeto...Mi sembra di vedere mia madre alle pulizie di primavera, prima della benedizione della casa, quando ribaltava tutte le cose.
San Antonio Maria Zaccaria. 5 Luglio
https://gloria.tv/post/KKqeTveHBi1S3vqghycZzzBoG
San Antonio Maria Zaccaria intercedi per loro, e ottienigli che alla sera della vita siano carichi di meriti. Così sìa!
La differenza nelle pulizie autentiche sta nel rimuovere la polvere sotto il tappeto (che si accumula ad ogni stagione e non manca chi ce la nasconde); ma il ribaltamento è quello dell'errore e non della verità.
Come mettere una volpe a guardia di un pollaio.
Castellaz Giovanni
La nomina di mons. Víctor Manuel Fernández, arcivescovo di La Plata, alla testa della congregazione per la Dottrina della Fede è uno degli atti più inquietanti del pontificato di papa Francesco, non solo per la scelta del discutibile personaggio, ma anche per la inusuale lettera che ha accompagnato la sua nomina. A mons. Fernández, noto per le sue posizioni spesso divergenti dal Magistero della Chiesa, soprattutto in campo morale, Francesco ha infatti scritto il 1° luglio 2023: «Il Dicastero che lei presiederà in altri tempi è arrivato a usare metodi immorali. Erano tempi in cui, anziché promuovere la conoscenza teologica, si perseguivano possibili errori dottrinali. Quello che mi aspetto da lei è certamente qualcosa di molto diverso».
A quali tempi il Papa si riferisce e quali sono i metodi immorali usati dalla congregazione che, da quando ha assunto l’attuale denominazione, nel 1965, è stata guidata, tra gli altri, dal cardinale Josef Ratzinger (1981-2005) e dal cardinale Gerhard Ludwig Müller (2012-2017)?
https://www.corrispondenzaromana.it/la-nomina-del-nuovo-prefetto-della-congregazione-per-la-dottrina-della-fede/
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Sembra di capire che la Chiesa deve tollerare al suo interno, in maniera dialettica, diverse opinioni teologiche, purché non siano troppo «rigide», ovvero troppo coerenti con l’ortodossia, e non ci si accontenti «di una teologia da tavolino», di «una logica fredda e dura che cerca di dominare tutto». Le verità di fede cattolica non devono essere presentate in maniera assertiva, universale e rigorosamente conforme al Magistero precedente. Nessun documento anteriore al pontificato di Francesco, nemmeno del Concilio Vaticano II, è citato nelle undici note che corredano lo sconcertante documento.
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Il figlio di pachamana e' uno scandalo vivente!
Pino Rago
«Il Dicastero che presiederai in altre epoche è arrivato ad usare metodi immorali»
Credo che il Papa confonde la CDF con la sua metodologia sinodale, perché l'approvazione della comunione ai divorziati risposati e l'accoglienza del lobby lgbt, ad esempi, sono stati più un desiderio personale del Papa che propriamente di quello sinodo. Chiedere ad uno del suo team immorale de essere morale è appena marketing contro la vecchia ed a favore della nuova CDF.
Forse, l'acustica di immortalità se deva per il responsum che condanna l'omosessualità e qualcuno vicino al Papa ha detto che gli ha lasciato troppo triste. Quante volte non accade di lui fare marketing avendo conto di posicionamento della CDF o altri? In privato non ha concordato con la critica di Mons. Schneider sulla "Frattellanza"? E l'interviste ad Scalfari? L'esclusione del cardinale Burke della seconda fase del sino sulla famiglia, aveva quale finalità? Le dimissioni dei professori che sono stati contro l'Amoris Laetitiae (un documento eretico ed immorale) è stato giustamente? Dove se trova il metodo morale di Betgoglio?
" Date retta a me – vecchio incredulo che se ne intende! – il capolavoro della propaganda anticristiana è l'essere riusciti a creare nei cristiani e nei cattolici soprattutto una cattiva coscienza, l'avere instillato l'imbarazzo e la vergogna per la loro storia, a convincerli di essere i responsabili di tutti o quasi i mali del mondo… io agnostico ma storico che cerca di essere oggettivo, vi dico che dovete reagire in nome della verità; spesso infatti non è vero, e se talvolta del vero c'è, è anche vero che in un bilancio di venti secoli di cristianesimo, le luci prevalgono di gran lunga sulle ombre; perché non chiedere a vostra volta il conto a chi lo presenta a voi? Sono forse stati migliori i risultati di ciò che è venuto dopo? Da quali pulpiti ascoltate, contriti, certe prediche? Se fosse vera quella vergognosa menzogna dei secoli bui perché ispirati dalla fede del Vangelo, perché allora tutto ciò che ci resta di quei tempi è di così fascinosa bellezza e sapienza? Anche nella storia vale la legge di causa ed effetto."
Léo Moulin
# Uno scandalo è anche continuare a dire che un papa che professa eresie manifeste (comunione ai divorziati risposati conviventi, deismo professato nell'incontro di Abu Dhabi, messa sotto accusa di tutto l'insegnamento della morale e dottrina cristiana nei secoli, rifiuto di ribadire la condanna dell'omosessualità etc) non possa esser formalmente giudicato come eretico, per esempio da un consistoro di cardinali.
Prima del Codice di diritto canonico del 1917 valeva il principio, risultante da un paio di dichiarazioni di papi del passato, che il papa non poteva esser giudicato da alcuno "a meno che non deviasse dalla fede". Il che appare perfettamente logico e conforme al buon senso oltre che al sensus fidei.
L'unico organo che può giudicare un papa eretico appare essere il collegio cardinalizio, visto che tale collegio sceglie colui che poi accetterà di essere papa, per diritto divino. Lo sceglie sul presupposto che l'eletto "confermi i fratelli nella fede". Se invece l'eletto fa di tutto per demolire il deposito della fede, allora il collegio che l'ha eletto è perfettamente legittimato a ritirargli la fiducia. Senza arrivare alla deposizione vera e propria, il collegio o una sua rappresentanza potrebbe censurare il papa per la sua eterodossia, invitandolo a ritrattarsi. Questo sarebbe già un fatto enorme, specialmente di questi tempi.
Continuando il papa nei suoi errori, il collegio dei porporati o una sua rappresentanza denuncerebbe allora il papa come eretico a tutti i fedeli, pur senza dichiararlo formalmente deposto, e inviterebbe i fedeli a regolarsi in conseguenza, innanzitutto cominciando a premere sul papa affinché abiurasse le sue dottrine sballate e cambiasse politica.
Anche senza affrontare direttamente il problema della deposizione dell'eretico (che andrebbe comunque affrontato), qualcosa tuttavia si può cercare di fare, mettendo in moto le meningi, invece di continuare ad aspettare passivamente che "passi la nottata", la quale, invece, sembra doversi prolungare all'infinito, fors'anche per colpa del silenzio e delle critiche troppo blande di chi dovrebbe invece imprimere una forte accelerazione all'opposizione contro le male intenzioni di Bergoglio.
"L'unico organo che può giudicare un papa eretico appare essere il collegio cardinalizio, visto che tale collegio sceglie colui che poi accetterà di essere papa, per diritto divino".
Penso che sarebbe interessante riflettere su una realizzazione concreta di questo giudizio. A partire dal Concilio, i concetti di ortodossia, eresia ed eterodossia sono stati abbandonati dalla Chiesa. Nemmeno i testi del Concilio hanno un'autorità o un'interpretazione definitiva. A dir poco, indiscriminatamente e con piena libertà, un'ermeneutica della rottura gode nella Chiesa di piena libertà. Interpretare un Concilio contro ciò che la Chiesa ha insegnato ea suo danno, in passato, sarebbe la massima eresia, ma ora è solo un'ermeneutica della rottura. Capiscono il problema?
Come reagirebbe il potere temporale a un concistoro, dove il Papa che fa quello che lui vuole, sarà deposto?
Bergoglio stesso chiederebbe aiuto il suo aiuto e non affermerebbe che il Concistoro viola la libertà religiosa? Tyrrel, quando fu scomunicato da San Pio X, scrisse due articoli per il NY Times, appellandosi proprio alla libertà religiosa. In ogni caso, Bergoglio non rimarrebbe certo passivo di fronte a qualsiasi tentativo di fare giustizia, e di togliergli il potere che non merita di avere. Credo che in questo contesto si rivelerebbe per la bestia che è veramente e le cose diventerebbero più chiare.
Più chiare certamente ma anche estremamente più complicate da gestire.Questa Chiesa finirebbe in frantumi,in men che non si dica.Di tutto abbiamo bisogno meno che di due Papi.Bisogna aver fiducia nella divina Provvidenza ,gli uomini in questa situazione possono fare ben poco.E' triste doverlo ammettere ma è così.
# "La Chiesa finirebbe in frantumi"?
Ma è già in frantumi, non ve ne siete accorti?
Anzi, peggio che in frantumi: in via di estinzione per la crisi delle vocazioni. Non solo: di sparizione nella melma nella quale l'affonda l'assalto delle femministe, delle lesbiche, dei preti sodomiti e/o libertini e di tutto il rimanente. Continuando con questo papa si arriverà al sacerdozio femminile, sul tipo di quello dei protestanti, per la via intermedia del diaconato femminile. Torme di invasate premono mentre le vocazioni vere si estinguono. E perché dovrebbe il Signore chiamare uomini validi a servire in una Chiesa del genere, che è diventata un abominio?
Cosa c'entrano poi i due papi? Il problema urgente è quello di liberarsi di Bergoglio. Non si tratta di una questione solo personale.
Il fatto è che dal Vaticano II, in misura diversa, tutti i papi succedutisi sono stati infedeli al Deposito. Questo non si può tollerare. Vanno messi dei paletti ben precisi. Ci sono questioni di principio che non possono più essere eluse. Siamo già in grave ritardo.
Continuare ad affidarsi alla Provvidenza, a restare cioè passivi nemmeno è accettabile. E non credo sia gradito a Dio.
Ora, il primo principio da ribadire è quello che un papa non solo può ma d e v e esser sottoposto a giudizio se agisce come eretico manifesto. Il principio del "a meno che non devii dalla fede" deve esser ristabilito. Lo si deve considerare come un principio generale dell'ordinamento canonico, anche se non scritto; un principio che non può essere eluso. Chi può affermare che questo principio sia contro la fede? È anzi perfettamente in armonia con il sensus fidei.
IL problema è come attuarlo. Come attuarlo? C'è la spada di Damocle dell'errore conciliarista. Ma verrebbe evitato se i cardinali, unici competenti in materia, procedessero in primis ad una pubblica censura morale contro il papa eretico. In ogni caso un consistoro o parte di essso che censurasse il papa o addirittura lo dichiarasse deposto per eresia non si stabilirebbe come organo di governo della Chiesa al posto del Papa.
Cacciato l'eretico, il suo decano aprirebbe la vacanza della sede (come se il papa fosse morto) e si scioglierebbe, riconvocandosi come Conclave.
La situazione è di assoluta emergenza nella Chiesa, richiede di svecchiare certe categorie e ragionamenti.
Bergoglio non lo ferma nessuno, è lanciato a testa bassa nel suo programma di annientamento completo della Chiesa di sempre, quella che lui chiama "rigida, che costruisce muri etc".
# Quando il papa è morto, chi governa la Chiesa? Utilizziamo l'analogia
L'ordinaria amministrazione deve pur continuare. La governano formalmente i cardinali titolari dei vari dicasteri, che si occupano sia delle questioni dottrinali e pastorali che di quelle temporali. La Chiesa visibile è infatti anche uno Stato, dal punto di vista istituzionale.
Utilizziamo allora il concetto dell'analogia. L'analogia è questa:
un papa dichiarato eretico è come se fosse morto. Si intende: dichiarato eretico e per tal motivo, non avendo abiurato le sue eresie con fatti concreti, deposto dalla cattedra da coloro che lo avevano scelto per occuparla. Deposto l'eretico, si apre immediatamente la procedura per l'elezione di un nuovo papa, i cardinali continuano a governare la Chiesa nella fase di interregno, come quando il papa muore di morte naturale.
Perciò: non v'è qui caduta nel conciliarismo che consiste nel sostituire il Concilio al papa nella condotta ordinaria della Chiesa.
L'analogia di cui sopra si giustifica con lo stato di necessità, il quale si dà la sua normativa, valida purché non contraddica a principi fondamentali.
C'è una gerarchia tra i principi. Tra i due: il papa non può essere giudicato da nessuno -- può esserlo quando devia dalla fede, quale deve prevalere? Il secondo, è ovvio.
Ma in realtà si tratta sempre dello stesso principio, formulato in modo completo, ossia con l'eccezione della liceità del giudizio del papa eretico, dal momento che la purezza dottrinale è requisito fondamentale per l'esercizio del sacerdozio di Cristo (vedi san Paolo, passim).
~ "Gli uomini in questa situazione possono fare ben poco.."
Ben poco, sì, quando una situazione marcisce come nel nostro caso la situazione della Chiesa cattolica.
Ma come si è arrivati a questa situazione? Soprattutto a causa del silenzio di troppi che avevano il dovere di parlare e invece hanno tenuto il becco chiuso. Ermeticamente.
E continuano a tenerlo.
Credete voi che tutti costoro si salveranno, nel Giorno del Giudizio?
Gli amanti del silenzio,intendo...
Anche nelle ultime critiche, quelle del cardinale Mueller alla nomina del Tucho alla Congregazione per la Dottrina della fede, non si va a fondo cioè alla persona del papa che ha avuto la temerarietà di nominare costui, per di più dandogli delle pubbliche direttive che suonano a condanna della dottrina cattolica come difesa in passato dalla suddetta Congregazione!
Il cardinale Mueller non dovrebbe forse chiedere al papa di giustificare una simile, inaudita impostazione?
Invece, silenzio - Bergoglio non viene mai chiamato in causa quando invece lui è la causa di tutti questi sconquassi attuali.
Sempre un male inteso senso della disciplina e del rispetto.
O la paura di farsi male?
https://rorate-caeli.blogspot.com/2023/07/my-friends-do-not-be-gaslighted-into.html
Questa tragedia mondiale in atto realmente fa piangere, non tanto per gli atti delinquenziali in atto, quanto perché questi atti infami dimostrano in modo chiaro, incontrovertibile la durezza delle cervici chiuse, serrate ad ogni filo di luce che certamente le ha colpite più volte nella loro vita, nei loro anni, nelle loro stagioni, nei loro giorni, nelle loro ore. Questo è straziante.
Nella Chiesa, che non è una qualsiasi istituzione umana, conta più il naturale o il soprannaturale?
A braccio direi il soprannaturale, invisibile al mondo.
Ma attualmente chi è nella Chiesa ragiona soprattutto come il mondo, perciò anche dentro la Chiesa non si vede altro di quel che vedono quelli che ne stanno fuori.
Curiosamente tra quanti stanno fuori, non credendo alla missione della Chiesa né alla sua realtà soprannaturale, ce ne sono di seriamente preoccupati per come vanno le cose “dentro”, mentre altri non vedevano l’ora che le cose visibili stessero proprio come sono adesso.
Invece dentro, rarissimi quelli che portano la croce coerentemente alla missione precipua ricevuta dal Signore, c’è chi denuncia l’andazzo e chi esegue zelante l’agenda secolarizzante e desacralizzante cara al mondo.
Una vocazione ecclesiale è una chiamata di Dio ad amare la sposa, servendo nella vigna: ma Dio non chiama certo a predicare il verbo del nemico seminando zizzania, essendo noto che la bontà della pianta si vede dai frutti.
Che cosa raggiungerà un sinodaleggiare mondano, aperto al mondo e nutrito di quelle voglie, fin troppo visibili sotto le fumisterie di chi armeggia attorno agli ordini del giorno e alle relazioni finali? Persino un matrimonio tra vecchi amici, finalmente senza remore?
Ma ritorno alla domanda iniziale: se conta il soprannaturale, il ministerium conta meno del munus. Oggi il facente funzioni di ministerium siamo sicuri che il munus ce l’abbia? Cioè che vi sia una legittimità di stato “verticale” oltre a quella vantata orizzontalmente?
Se il Papa non c’è più (diciamo dal 31/12/2023, indipendentemente dal giudizio sull’uomo e sugli ultimi decenni della realtà ecclesiale), perché tanta importanza a degli atti umani che non possono assolutamente scalfire la realtà soprannaturale della Chiesa?
Soprattutto perché non amare, come non mai, ciò che della Chiesa è invisibile al mondo? Così tanto da costringere il mondo a vedere con quanto amore possiamo amarla noi?
Questa è la sola fedeltà che conta ed è soprattutto un’ubbidienza, che resta un’importantissima virtù. Servì anche a Nostro Signore, nel Getsemani. Non mancò mai a Maria Santissima, da Nazaret al Golgotha.
Per il resto la chiesa orizzontale è più o meno un baraccone politico e non c’è bisogno di aggiungere molto al discredito che generalmente suscita oggi.
Chi nel mondo, tra falsi profeti, re, prostituzioni, affari, commerci e bestie varie, sta cavalcando quella parodia del vero bene, stupirà nel vedersi azzerato non appena il vero re, l’Agnello immolato ritto in piedi davanti al Trono, il verace, l’alfa e l’omega, ristabilirà ogni cosa.
Il katechon è stato rimosso. Quindi ci siamo.
Stiamo lì, sotto la croce. Poi, passato il sabato...
Non dipende da noi, salvo il saperlo e l'attenderlo.
Amen. Alleluja.
"In quanto archetipi, il maschile e il femminile sono i due poli opposti e indispensabili della vita. Indispensabili perché complementari. Se uno dei poli scomparisse, tutto si guasterebbe, si rovinerebbe. Il solo maschile genererebbe un mondo di brutalità e di morte. Il solo femminile è il nostro mondo: i padri sono scomparsi, i bambini sono diventati piccoli mostri capricciosi, fiacchi e tirannici. I criminali non sono dei colpevoli, ma vittime della società o malati che dobbiamo coccolare. Gli psicologi si moltiplicano mentre dei mostri psicopatici sfottono le loro vittime e ridono in faccia ai giudici."
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