Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 16 gennaio 2024

Può la nostalgia avere a che fare con il latino?

Qui l'indice degli articoli sul Latino, Lingua classica, sacra e vincolo di unità tra popoli e culture.
Può la nostalgia avere a che fare con il latino?

Il pericolo del mito nostalgico.

La bellezza fascinosa del mito presenta dei rischi. È bello pensare al Latino come lingua carica di significati ieratici che nobilitano e rendono vero il contenuto, pronto a sfidare il tempo come la lingua che lo esprime. In effetti il latino non classico, nella sua versione evangelica, è un latino semplice, molto vicino al sermo cotidianus… il latino invece dei padri della chiesa, che ha subito l’influsso dei greci e ha innalzato il discorso per gli argomenti trattati, si presenta più complesso ed esprime la problematicità di argomenti…. argomenti affrontati anche dalla cultura razionalistica gnostica. È un latino più “alto” rispetto a quello dei vangeli, ma l’impostazione del periodo non ha niente a che fare con la classicità. Il latino medievale è per lo più teologico dialettico, una lingua che accomuna la comunità intellettuale dei chierici di allora…. anche questo latino nella struttura e nell’impostazione del periodo non è di tipo classico… la struttura della frase è comunque vicino al sermo vulgaris, difatti è un latino più comprensibile… i testi medievali si capiscono molto più facilmente rispetto ai testi classici. 

Ma dovevamo parlare di nostalgia, ritorniamo al mito nostalgico, per certi versi il latino, grazie alla sua storia, ha tutto il diritto di essere mitizzato e ammirato… però… c’è sempre un però… se il latino e la sua esaltazione e mitizzazione risponde a bisogni di parte e moderni... se nasconde interessi ideologici attuali e allora è meglio demitizzarlo. Insomma la nostalgia di un potere perduto, di una civiltà perduta, di una verità perduta, di una società perduta, fa sì che si faccia un uso improprio del latino, trasformandolo in strumento di reazione e di reiezione del contemporaneo e del moderno. Bisogna riconoscere la grandezza storica di questa lingua e anche ammirarne la grande razionalità sintattico-grammaticale della stessa, ma trasformarla in mezzo di reazione e di potere, secondo me, va evitato. Si rischia di finire come il latinorum di Don Abbondio, che serviva soltanto per imbrogliare il povero Renzo.

Il latino è patrimonio dell'Europa cristiana e laica, non va dimenticato e io sono fiducioso che non si dimenticherà… Quello su cui non sono d’accordo è il fatto di voler tirar dalla giacchetta il Latino, per motivi che con il Latino non c’entrano… tirarlo nelle polemiche politiche…. non condivido né il tentativo, da parte di persone ignoranti, di trascurarlo, dimenticarlo, metterlo da parte… è il tentativo di persone che tifano stupidamente per la modernità, senza sapere che quella modernità deve molto a ciò che il latino ha veicolato nei secoli. E né condivido coloro che l’esaltano e lo utilizzano in chiave antimoderna, rendendolo così un simbolo di reazione e di chiusura…ma il latino tutto è tranne che chiusura. (Francesco Poerio)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

"trasformandolo in strumento di reazione e di reiezione del contemporaneo e del moderno."

se il moderno ed il contemporaneo dovessero rivelarsi (almeno a livello "spirituale") come negativi essi vanno rifiutati. Se il Latino è per così dire la voce di un'epoca più sana, non vedo perchè non si debba utilizzarlo in chiave antimoderna.
Il voler stare in mezzo è, spesso, un atteggiamento tipicamente "moderno-conservatore".

Roberto

Anonimo ha detto...


Il latino potrà recuperare terreno solo quando la Chiesa sarà tornata al latino come unica lngua liturgica, dopo aver gettato alle ortiche
le "riforme litugiche" imposte da Paolo VI, con l'uso del volgare.
Il ritorno alla S. Messa Ordo Vetus quale unica vera messa cattolica avrà un grosso impatto culturale, in generale.
intanto bisogna mantenere per quanto possibile un contatto con il latino, nelle sue varie fase storiche, cominciando da quello dei classici, compresi quelli cristiani.
Il latino dei Vangeli ha un fascino particolare: è una lingua di origine popolare, nella quale già si sente alitare per esempio la posteriore intelaiatura dell'italiano, e tuttavia è una lingua che penetra e commuove come poche altre.
C'è poi il suo carattere venerando: lingua nella quale hanno parlato i primi cristiani indigeni nel mondo romano, nella sua parte occidentale. Possiamo anche pensare che p.e. san Pietro, risiedendo a Roma nel quartiere popolare della Suburra (oggi vicino alla Stazione Termini), qualche parola di latino l'abbia anche saputa ed usata, nei contatti quotidiani.
E san Paolo? Nel periodo in cui fu costretto al domicilio coatto (prima fase della sua prigionia) a Roma, durante il quale deve aver convertito diversi elementi locali venuti in contatto con lui (la CONVERSIONE a Cristo era l'unica preoccupazione!) in che lingua avrà parlato, sempre in greco?
Certo, il linguaggio resta sempre uno strumento. Tuttavia, qualcosa vorrà pur dire il fatto che la Messa del Novus Ordo, adottando il volgare, ha dovuto cambiare il rito, introducendovi elementi spuri e cambiando in pratica il significato della Messa stessa!
G.

Anonimo ha detto...

Nella mia esperienza, sono più problemi psicologici. A volte gravi, anche in giovanissimi.

Murmex ha detto...

Ma certo che il moderno e il contemporaneo sono negativi, cosa possiamo vederci di positivo? Quindi ben venga la chiusura e la reazione

Anonimo ha detto...


"Ama e fa ciò che vuoi" oppure "Ama e fa ciò che puoi"?

Forse la seconda traduzione è migliore.

Anonimo ha detto...

La MESSA in LATINO non esiste: mi spiace per i vari bene-vacantisti, rad-trad, followers of Lefevbre, sede-vacantisti e sede-privazionisti. Quella che loro chiamano 'Messa in Latino' e' la messa Tridentina che segue il messale promulgato da Pio V nel 1570. Non e' neanche mai stata l'unico rito accettato nella Chiesa Cattolica pre-concilio (c'erano anche i Riti Orientali, per esempio) Poi, se uno mi dice che a livello estetico questo rito e' superiore alla Messa di Paolo VI (la cui lingua originale e' il Latino, comunque) posso capire : gesti e simboli hanno un valore che opera anche a livello inconscio, infatti, non solo a livello 'materiale'. Lex orandi e Lex Credendi possono coincidere. Poi, io preferisco una Liturgia Copta o Ortodossa, a quel punto, ma capisco l'amarezza di chi si sente perseguitato, ok?

Latinista ha detto...

APOLOGIA del LATINO MODERNO
Allegramente e superficialmente si sottovaluta l’importanza del latino moderno e medievale… la scienza del medioevo, la filosofia e la teologia di tutta Europa nel medioevo è in latino non classico, il latino non classico permea la cultura, non solo dei paesi di lingua latina, ma anche quelle germaniche e anglossassoni, gli inglesi se vogliono leggere direttamente le opere di Newton devono conoscere il latino moderno… la modernità per chi non lo sapesse inizia dal cinquecento in poi..Keplero, Spinoza Leibniz scrivono in latino moderno… Il latino moderno riguarda tutta l’Europa, è lingua di comunicazione e di dialogo fra gli intellettuali per secoli… Il latino medievale ha avuto un grande influsso, tutto o quasi tutto era scritto in latino “non classico” , la quantità di opere scritte in Latino non classico è enorme ed ha, ripeto, permeato anche quelle nazioni che non erano state toccate dal latino classico. L’unica lingua latina che può avere qualche remota possibilità di entrare nella comunicazione, nel mondo odierno, è il latino non classico.