Il Rosario, un'arma molto potente
di Julio Loredo
Iniziatosi in Polonia, con la partecipazione della TFP, il Rosario degli Uomini si è ormai diffuso in tutto il mondo.
Il Rosario degli Uomini è una preghiera che esaudisce la richiesta della Madonna a Fatima. È un Santo Rosario recitato ogni primo sabato da uomini sulla piazza pubblica, in riparazione al Cuore Immacolato di Maria, in particolare per i peccati commessi contro Nostro Signore nella sfera pubblica. Decine di migliaia di uomini in centinaia di città di quattro continenti partecipano a questi Rosari. Dall’Inghilterra all’Argentina, dall’Irlanda al Perù, dall’Ucraina agli Stati Uniti, sempre più Paesi aderiscono all’iniziativa.
Il suo nome lo dice tutto: si tratta di uomini che, in ginocchio, pregano il Santo Rosario sulle piazze, supplicando la Madonna di far cessare la tremenda crisi morale, culturale, sociale e politica che attanaglia il mondo moderno. Si prega in riparazione per i peccati con cui è offeso il Cuore Immacolato di Maria, e per la conversione dei peccatori, non solo degli individui ma anche delle società. In altre parole, si prega per la Contro-Rivoluzione. Il Rosario degli Uomini ha un carattere chiaramente tradizionale.
Questi Rosari si caratterizzano per la predicazione del Regno di Cristo e per l’appello alla conversione, con arringhe in piazza senza ambiguità né tiepidezze, con la convinzione e la forza dei figli di Dio. È ora che i cattolici si riapproprino degli spazi pubblici. In questo senso, hanno anche un evidente carattere sociale e di sfida al mondo contemporaneo.
Il carattere militante è palese. Il fatto di essere recitato da soli uomini vuole recuperare il senso originale del Rosario: essere un’arma da combattimento contro il male morale e contro le eresie. Infatti, da quando la Madonna ha dato il Santo Rosario a San Domenico, nel 1208, affinché egli potesse lottare contro i catari albigesi nel sud della Francia, la Coroncina è stata sempre al centro degli sforzi che hanno visto i cattolici scontrarsi col Male.
Nel 1571, papa S. Pio V convocò la Cristianità a pregare il Rosario per sconfiggere la flotta musulmana a Lepanto. La data della vittoria cattolica, il 7 ottobre, fu poi dichiarata Festa del Santissimo Rosario.
Ovunque ci sia una lotta contro i nemici della Chiesa, il Rosario ne è al centro. La Chiesa non ha mai nascosto il carattere militante del Rosario. Non c’è niente di sbagliato nell’adattare questo carattere alla guerra morale e culturale che i cattolici devono combattere oggi. Non a caso il Beato Papa Pio IX disse: “Datemi un esercito che dica il Rosario e conquisterò il mondo!”.
Il Rosario degli Uomini, però, comincia a dare fastidio...
In diversi organi di stampa sono apparsi attacchi a questa pratica. Accusano i cattolici di manipolare il
Rosario per trasformarlo in un’“arma” contro-rivoluzionaria. In realtà, come abbiamo visto, si tratta davvero di un’“arma”, tutta spirituale e perciò temuta.
Accusano pure i partecipanti a questi Rosari di abusare di un simbolo religioso presentandosi in pubblico. In altre parole, lo tollererebbero forse nelle chiese, ma non sulle piazze. Lo tollererebbero forse come mezzo per ottenere grazie e favori personali, ma non per combattere la Rivoluzione. Dimenticano che Dio va adorato non solo in interiore homine, ma anche socialmente.
In questo mese di maggio, dedicato al Santo Rosario, dobbiamo ricordare le parole di San Luigi Maria Grignon di Montfort. Descrivendo gli Apostoli che combatteranno contro la Rivoluzione, il grande santo scrive: “Saranno fuoco ardente, servi, schiavi e figli di Maria. (…) Saranno frecce acute nella mano potente di Maria per trafiggere i suoi nemici. (…) Saranno nubi tonanti e vaganti al minimo soffio dello Spirito Santo. (…) In ogni luogo saranno il buon profumo di Gesù Cristo per i poveri e i piccoli, mentre saranno odore di morte per i grandi, i ricchi e i superbi mondani. (...) Avranno in bocca la spada a due tagli della parola di Dio, e porteranno (…) il crocifisso nella mano destra, la corona del Rosario nella sinistra. (…) Con la spada a due tagli della parola di Dio trafiggeranno, per la vita o per la morte, tutti coloro ai quali saranno inviati da parte dell’Altissimo”. -
Fonte
7 commenti:
Preghiera per ottenere l’impossibile
Oh, Santa Rita, tu che stai in Paradiso al cospetto di un Dio che ha creato ogni realtà dal nulla e che sostiene in vita ogni cosa creata, tu sai che a Lui niente è impossibile perché tutto Egli può.
Tu che in quel Dio hai creduto e sperato, amandolo e servendolo nelle tue prove terrene, intercedi per noi che siamo afflitti e schiacciati da pesi e sofferenze, per noi che dobbiamo far i quotidiani conti con le miserie, le infedeltà e i dolori.
Ti chiediamo l’impossibile sapendo che è tale solo per noi, ma non per Dio e non per te che puoi ottenere dal Signore tutto ciò che cordialmente desideriamo.
Ti preghiamo facci la grazia di... (chiedere la grazia) affinché sia glorificato Iddio, aumentata la nostra fede e santificata l’esistenza nostra. Vorremmo ciò che chiediamo ma ancora di più vogliamo che questo miracolo ci renda per sempre riconoscenti e quindi perseveranti nella vita spirituale.
Santa Rita, tu che sei la Santa delle grazie impossibili, per pietà, va’ con Maria Ss. dal buon Gesù e ottieni per noi quanto con questa preghiera osiamo sperare.
Amen!
Roberto Bonaventura
☑ Veni, Sancte Spíritus,
Et emítte cǽlitus
Lucis tuæ rádium.
Veni, pater páuperum ;
Veni, dator múnerum ;
Veni, lumen córdium.
Consolátor óptime,
Dulcis hospes ánimæ,
Dulce refrigérium.
In labóre réquies,
In æstu tempéries,
In fletu solácium.
O lux beatíssima,
Reple cordis íntima
Tuórum fidélium.
Sine tuo númine
Nihil est in hómine,
Nihil est innóxium.
Lava quod est sórdidum,
Riga quod est áridum,
Sana quod est sáucium.
Flecte quod est rígidum,
Fove quod est frígidum,
Rege quod est dévium.
Da tuis fidélibus,
In te confidéntibus,
Sacrum septenárium.
Da virtútis méritum,
Da salútis éxitum,
Da perénne gáudium.
Amen. Allelúia.
Sequenza della Pentecoste.
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SUPPLICA A SANTA RITA DA CASCIA DEL 22 MAGGIO
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
O eccelsa Taumaturga del mondo cattolico, o gloriosa S. Rita da Cascia, come sale bel la a te, dal nostro cuore, la preghiera in questo giorno, dedicato dalla Chiesa, alla tua solennità.
In quest’ora solenne in cui, mille e mille cuori, a te si rivolgono fidenti e pieni di santa speranza nella tua celeste protezione, anch’io unisco la mia umile preghiera perché dal Cuore Sacratissimo di Gesù, per i meriti della sua Madre Immacolata, mi ottenga le grazie di cui ho bisogno.
O gran Santa della Chiesa di Dio, non sarà possibile che la mia fiducia, nel tuo patrocinio, resti delusa! Non sei tu che i popoli chiamano la Santa degli impossibili, l’Avvocata dei casi disperati? Ed io appunto mi trovo in tante infelici condizioni per le mie colpe! Tu non vorrai allontanare da me il tuo sguardo: non sarà per me chiuso il tuo cuore; che anzi sono certo che sperimenterò la tua potente intercessione.
Capisco, che ne sono indegno per i miei peccati; ebbene si rifulgerà la tua celeste carità, il tuo grande amore, ottienimi la salvezza dell’anima mia.
È questa la grazia che principalmente domando a Dio, per la tua intercessione in questo giorno sacro al tuo Natale in Paradiso; e con questa le altre grazie necessarie al mio stato.
O buona Santa Rita, appaga i miei voti, ascolta i miei gemiti, asciuga le mie lacrime, ed anche io proclamerò al mondo, che chi vuol grazia e la domanda a Dio, per mezzo di Santa Rita da Cascia, sicuramente sarà esaudito.
In questo giorno di gloria, in cui maggiore e più viva si ridesta la comune fiducia nel tuo patrocinio, ti prego di ottenere da Dio la benedizione, che imploro su me, sui presenti, sulla Chiesa tutta, in particolare sui tuoi Religiosi Confratelli e Consorelle, che formano l’eletta figliolanza del grande Sant’Agostino, sui benefattori del tuo Monastero di Cascia, sui promotori del tuo culto, sugli infermi, sui poveri, sui derelitti, sui peccatori, ed anche sulle Anime sante del Purgatorio.
O Santa Rita, Sposa amabilissima di Gesù Crocifisso, dal quale avesti in dono una delle spine della sua sacratissima corona, in questo giorno del tuo trionfo, aiutami e la tua protezione non mi venga mai meno nella vita e nel punto della mia morte. Amen.
Tre Padre nostro, Ave e Gloria.
D) Segnasti o Signore, la Tua serva Rita.
R) Col suggello della tua carità e della tua passione.
Orazione
O Dio, che Ti degnasti elargire a Santa Rita tanta grazia da amare i nemici, e da portare in cuore e in fronte i segni della Tua carità e passione, per l’intercessione ed i meriti di lei, Ti preghiamo concedici di perdonare i nostri nemici, e di meditare i dolori della Tua passione così che noi otteniamo il premio promesso ai miti e piangenti. Amen.
La volontà e la legge di Dio è superiore a quella degli uomini.
Il diritto e la legge umana devono essere conformi alla legge divina.
L'autorità non promana dal popolo, ma da Dio, e il Decalogo e il Vangelo sono i riferimenti assoluti di ogni legge morale e civile.
Così fu un tempo e così dovrà tornare ad essere.
https://www.thecatholicthing.org/2024/05/21/closed-up-inside-a-dogmatic-box/
Ora, non c’è dubbio che ci sono conservatori che si suicidano nel voler tenere chiusa la loro cara scatola dogmatica. Essere conservatori nel vero senso del termine, tuttavia, significa PRESERVARE E PROMUOVERE CIÒ CHE È VERO E BUONO E CHE DEVE ESSERE PRESERVATO E PROMOSSO. Pertanto, i cattolici americani, vescovi, clero e laici, che vogliono disperatamente preservare l’insegnamento e la tradizione ecclesiale tradizionale in materia di legge morale, non sono suicidi, ma sono la vera speranza per il futuro.
Dalla loro scatola dogmatica aperta, essi fanno emergere DOTTRINE VIVIFICANTI E SALVIFICHE: che Dio, nel suo amore per noi, ha mandato suo Figlio nel mondo affinché il mondo non vivesse più nelle tenebre del peccato. Inoltre, coloro che credono in Gesù risorto come Salvatore e Signore vivono nella luce della sua grazia salvifica.
Occorre ricordare ai gentili lettori che un'abominevole percentuale di chierici (e di leader religiosi come l'eretico Kiko Argüello) disprezza il rosario fingendo di apprezzarlo.
Il disprezzo si manifesta in una o più di queste forme (elenco tutt'altro che esaustivo, sono i primi esempi che mi vengono in mente).
- stravolgere il metodo di recitarlo (ricordo ad esempio nei primi anni 2000 quando fu di moda la "clausola cristologica" per spezzare le Ave Maria; ma anche i parroci un po' troppo zelanti che esigono show e canzonette)
- indicarlo sempre, con reazione pavloviana, come devozione privata (sottinteso: "a noi non interessa; ma se nel chiuso della vostra cameretta ci tenete, arrangiatevi pure; potrete persino vantarvi di averlo recitato ma state sicuri che da noi non avrete supporto"; gli stessi soggetti a volte si vantano persino di averlo detto - ma sono poco credibili)
- banalizzarlo a "roba da vecchiette", anche indirettamente ("eh ma i pastorelli di Fatima, era un'altra epoca")
- assumere una faccia disgustata (altra reazione pavloviana) qualora si nomini accidentalmente il rosario recitato in latino.
Mi diverto spesso a punzecchiare i vaticansecondisti ricordando loro non dico padre Pio ("il rosario? la mia arma") ma almeno Giovanni Paolo II diceva «il rosario? è la mia preghiera preferita» (ma non è la loro, che si professano giovanpaolosecondisti d'assalto).
Sarebbe molto più onesto rispondere "il rosario è un'ottima cosa ma personalmente non ho il tempo e la costanza di recitarlo", che fare tutta la scenetta gesuitica per suggerire ambiguamente di averlo già detto.
Ma uno deve pure giustificarsi con l’universo mondo su quanto prega, come prega e perché? Ma un mazzo di fatti propri è così difficile da regalarsi?
Ricordo, da ultimo, che il rosario non è obbligatorio. Per i laici, le uniche pratiche obbligatorie sono la messa domenicale, la comunione Pasquale e la confessione almeno una volta l’anno.
Tutto il resto, per quanto devoto ed utile, è un di più.
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