Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 11 ottobre 2024

Buona festa della Divina Maternità della Madonna!

Riprendo e traduco da uno scritto di Peter Kwasniewski, ricevuto via mail.
Buona festa della Divina Maternità della Madonna!

Immagine a lato: San Cirillo d'Alessandria al Concilio di Efeso (mosaico nella chiesa di Nostra Signora di Fourvières a Lione) 

L'11 ottobre è un esempio perfetto del problema fondamentale della Chiesa cattolica nel XX secolo.

Nel 1931, Papa Pio XI istituì la festa della Divina Maternità della Beata Vergine Maria l'11 ottobre, per commemorare il 1500° anniversario del Concilio di Efeso, che le aveva conferito il glorioso titolo di Theotokos o Madre di Dio. Questa festa fu posta all'11 ottobre. Non è quindi una festa antica (come non lo era nemmeno quella di Cristo Re, istituito dallo stesso Pio XI), ma si inserisce in quel lento e amorevole processo di amplificazione attraverso il quale la liturgia tradizionale si è arricchita nel corso di venti secoli di sfaccettature di devozione sempre nuove.

Arriva Papa Giovanni XXIII e decide di aprire il Concilio Vaticano II l'11 ottobre, proprio perché era la festa della Divina Maternità della Madonna.

Facciamo un salto in avanti fino a dopo il Concilio: il Consilium di Bugnini decide di abolire la festa e di confonderla con il 1° gennaio, che nel Messa Romano antico era l'Ottava di Natale e la Circoncisione di Cristo, ma che ora sarebbe stata chiamata "la Solennità di Maria Madre di Dio". Un bell'impegno di forbici e colla...

E poi arriva Papa Francesco, che canonizza Giovanni XXIII e dichiara che l'11 ottobre sarà la festa di Giovanni.

Ehi, presto! [in italiano nel testo -ndT], l'11 ottobre è passato dall'onorare il mistero più profondo della Vergine Maria, il suo essere la Theotokos, all'onorare l'architetto del Vaticano II elevato dalla progenie mutante del Concilio Jorge Bergoglio. Come ha detto Ratzinger in un contesto diverso, ora celebriamo noi stessi e i nostri successi piuttosto che le più potenti opere di Dio.

E ora, con il "Sinodo sulla sinodalità", abbiamo raggiunto il culmine dell'autocelebrazione. I nostri leader si fissano l'ombelico in gruppo, ripetono mantra e scrivono sciocchezze e aria fritta. Sarebbe comico se le anime immortali non si perdessero nella follia e nell'inanità in tutto il mondo. Nel frattempo, il papa si diverte mentre Roma si agita.

Questo è quel avevo in mente quando sostenevo che la Chiesa moderna è caratterizzata da una “nuova scala di valori” nietzschiana. A differenza del suo predecessore Pio XI, che si preoccupava abbastanza della formulazione dogmatica di Efeso da istituire una festa in commemorazione della sua definizione principale, Papa Francesco una volta disse, in un’omelia che ricorda dolorosamente gli slogan antiteologici degli anni ’60 e ’70: “Amo Dio o le formulazioni dogmatiche?” Come se queste potessero mai essere veramente osteggiate.

Il lato positivo di questa nube altrimenti oscura è che, nonostante tutto ciò che è accaduto, nonostante tutta l'empietà nei luoghi alti, l'11 ottobre, fino ad oggi, continua a celebrarsi la festa della Divina Maternità, in tutte le comunità e parrocchie che si avvalgono del Missale Romanum tradizionale. La festa non è perita; è stata semplicemente eclissata, e tornerà in splendore per illuminare la Chiesa dopo che questa notte di autocelebrazione sarà trascorsa.

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