Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 13 gennaio 2016

Raymond Leo card. Burke: “Al Sinodo era come se Giovanni Paolo II non fosse mai esistito” et alia

Attraverso una lunga intervista a The Wanderer Sua Eminenza Raymond Leo Burke, Cardinale Patronus del Sovrano Militare Ordine di Malta, ha approfondito vari argomenti sulla situazione della Chiesa.

Sul rapporto finale del recente Sinodo sulla famiglia Burke dice che 
«è un documento complesso ed è scritto in un modo in cui non è sempre facile comprendere il contenuto esatto di ciò che viene affermato. Ad esempio, tre paragrafi (nn. 84-86) sono poco chiari […] per questo ho scritto un breve commento su quei paragrafi per chiarire ciò che la Chiesa insegna realmente».
«Siamo consapevoli che i tempi cambiano, e ci troviamo di fronte nuovi sviluppi, ma ci rendiamo anche conto che la sostanza delle cose rimane la stessa. C’è una verità contro cui dobbiamo misurare i cambiamenti che incontriamo nel tempo. Questo non è chiaro nel documento finale del Sinodo», dice il Card. Burke che ammette che ci sono buoni frutti del Sinodo, «come la sua enfasi sulla preparazione al matrimonio». Documenti come Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II e Humanae vitae di di Paolo VI «devono essere accuratamente studiati nelle parrocchie». La cultura, dice Burke, «è completamente opposta all’insegnamento contenuto in questi due documenti» e «molti fedeli non sono ben catechizzati». La casa, dice il cardinale, è «il luogo primario dell’evangelizzazione sul matrimonio e la famiglia. Dobbiamo aiutare coloro che si sforzano di vivere la verità del loro impegno matrimonio, per perseverare e diventare più forti». I Padri sinodali, nel citare parte del punto 84 della Familiaris Consortio, non hanno incluso una frase importante: “La Chiesa ribadisce la sua pratica, che si basa su Sacra Scrittura, di non ammettere alla comunione eucaristica i divorziati risposati”. Burke sottolinea che questo «paragrafo della relazione finale su questo argomento è ingannevole in modo molto serio. Dà la falsa impressione di presentare l’insegnamento di Familiaris consortio ma non lo fa in pieno» e questa citazione incompleta è stata «utilizzata da individui come padre Spadaro e gli altri per dire che la Chiesa ha cambiato il suo insegnamento a questo proposito, ma, di fatto, non è vero». «Io credo – continua Burke – che tutto l’insegnamento di Familiaris consortio avrebbe dovuto essere inserito nel documento finale del Sinodo ma ho notato che durante la mia esperienza del 2014 al Sinodo era come se il Papa Giovanni Paolo II non fosse mai esistito».
A proposito dell'”inviolabilità della coscienza” che a sproposito viene richiamata riguardo a tematiche sensibili eticamente, Burke spiega che la coscienza è, 
«la voce di Dio che parla al nostro cuore fin dal primo momento della creazione su ciò che è giusto e sbagliato, ciò che è bene e il male, ciò che è in accordo con il suo piano per il mondo e ciò che non lo è». Ma «deve essere formata secondo la verità. La coscienza non è una sorta di facoltà soggettiva dove la vostra coscienza vi dice una cosa e la mia coscienza mi dice il contrario. È qualcosa che ci unisce perché le nostre coscienze, se sono conformi alla verità, stanno andando a dirci la stessa cosa». Citando il Beato John Henry Newman il card. Burke ricorda che «il Signore istruisce la nostra coscienza attraverso la fede e la ragione e attraverso i Suoi rappresentanti visibili sulla terra (i papi e i vescovi in comunione con lui, cioè, il Magistero). Quindi non è una cosa personale affatto. Dobbiamo agire secondo la nostra coscienza, ma può essere una guida infallibile per noi solo se è costituita sia dalla ragione stessa che dalle verità della nostra fede, che sono sempre in accordo tra loro».
Circa il contesto in cui viviamo la verità, spiega il card. Burke che 
«dobbiamo seguire Cristo per fare la volontà del Padre in ogni ambito della vita. Non si può giudicare verità morali sulla base del contesto – questo è quello che viene definito classicamente come proporzionalismo o consequenzialismo. Questo modo di pensare, dice, per esempio che, anche se è sempre sbagliato abortire, se si è in una situazione in cui si è sotto una grande pressione, potrebbe essere ammissibile in quella particolare circostanza. Questo è semplicemente falso. Siamo chiamati a vivere la nostra fede cattolica eroicamente. Anche la persona più debole riceve la grazia di Cristo, per vivere la verità nella carità […] la moralità obiettivo dell’azione non è in alcun modo modificata dal contesto vissuto. È la verità oggettiva che chiama il “contesto vissuto” ad una trasformazione radicale».
Il decentramento di governo della Chiesa viene giudicato dal cardinale come «un pericolo reale». Decentralizzazione è un termine 
«non appropriato per conversazioni sulla Chiesa. Ciò che è necessario è quello di tornare al Vangelo e alla Chiesa come Cristo l’ha costituita. Fin dall’inizio del suo ministero pubblico, chiamò i Dodici, Egli li preparò ad esercitare il suo governo pastorale della Chiesa in ogni tempo e in ogni luogo. Per adempiere a questa responsabilità, Cristo ha costituito Pietro come capo del collegio apostolico, come il principio di unità fra tutti i vescovi e tra tutti i fedeli. […] Questo è il dono divino concesso; questo è ciò che è Legge Divina nella Chiesa: è il ministero apostolico del Romano Pontefice e dei Vescovi in comunione con lui. Essi hanno la responsabilità di governo. La Conferenza dei Vescovi è un costrutto artificiale per aiutare a coordinare l’attività pastorale e per promuovere la comunione tra i vescovi. Nostro Signore non ha mai insegnato nulla al riguardo, né vi è nulla nella tradizione della Chiesa che darebbe alle Conferenze Episcopali l’autorità di prendere decisioni circa le pratiche pastorali che comporterebbero un cambiamento nell’insegnamento della Chiesa. Ricordiamo che ogni pratica pastorale è legato ad una verità dottrinale. Padre Antonio Spadaro dice in un suo articolo che una pratica pastorale in Germania potrebbe essere radicalmente diverso da una pratica pastorale in Guinea. Come può essere, se ci si riferisce alla stessa dottrina e la stessa verità di Cristo? Trovo tutta questa nozione molto preoccupante. I vescovi diocesani sono gli insegnanti della fede nelle loro diocesi. Tuttavia, i vescovi – e ancora di più il Romano Pontefice – sono tenuti al più alto livello di obbedienza a Cristo e alla tradizione vivente con la quale Cristo viene a noi nella Sua Chiesa. Non possiamo fare la Chiesa in ogni epoca e secondo le idee locali. Dalla mia esperienza per quanto riguarda le Conferenze Episcopali, posso dire che esse possono essere molto utili, ma possono anche avere un effetto molto dannoso, nel senso che il singolo vescovo non prende più sul serio, come dovrebbe, la propria responsabilità di insegnare la Fede e di governare in conformità a tale insegnamento».
Per esempio, 
«la pratica pastorale per coloro che vivono in unioni matrimoniali irregolari non può essere a discrezione della Conferenza episcopale o del singolo vescovo diocesano, altrimenti we would end up with another Protestant denomination (noi dovremmo cercare un altro nome protestante per la Chiesa). Siamo una Chiesa in tutto il mondo: una, santa, cattolica e apostolica. Questi quattro segni devono essere fortemente sottolineati nei tempi in cui viviamo».
Circa i recenti motu proprio sulla dichiarazione di nullità del processo matrimoniale, il cardinale ricorda che 
«la maggior parte delle richieste di nullità matrimoniale sono molto complesse […] Un certo numero di vescovi, molto onestamente e non per colpa loro, mi hanno detto: “Io non sono pronto a giudicare i casi di nullità del matrimonio”. […] Penso che tutta questa questione della riforma del processo di nullità matrimoniale ha bisogno di una gravissima revisione, soprattutto per quanto riguarda alcune delle questioni più critiche […] abbiamo una situazione in cui una richiesta di nullità del matrimonio può essere giudicata affermativamente da un uomo solo, senza alcun controllo obbligatorio sul suo giudizio. Non è giusto; non è un processo serio per giudicare una toccante questione a fondamento della vita, della società e della Chiesa!».
Infine, il cardinal Burke riflette su misericordia e falsa compassione. 
«La misericordia di Dio è una risposta al pentimento e un fermo proposito di correzione. Il figliol prodigo è tornato a suo padre dopo essersi pentito per quello che aveva fatto. Ha detto a suo padre che non era più degno di essere suo figlio e ha chiesto di essere accettato indietro come uno schiavo. Capiva ciò che aveva fatto ed era pentito. La misericordia del padre era una risposta a questo. Vide che suo figlio aveva avuto una conversione del cuore.
Così, anche se le persone vivono in situazioni gravemente peccaminose e vengono alla Chiesa, li abbracciamo con amore. Abbiamo sempre amore per il peccatore, ma dobbiamo vedere che la persona riconosca il peccato e sta cercando di superarlo, che si è pentito e vuole riparare al danno che il peccato ha causato. In caso contrario, la misericordia viene sminuita ed è senza senso. Ho paura che la gente dica “misericordia, pietà, misericordia” senza capirlo. Sì, Dio è il Dio della misericordia. Ma la misericordia è un concetto molto importante, ha a che fare con il nostro rapporto con Dio e il nostro riconoscimento della infinita bontà di Dio, del nostro peccato, e del nostro bisogno di confessione e il pentimento. [Gesù…] è molto compassionevole, ma lui è sempre molto chiaro con i peccatori. Ha detto […] di non peccare più».
[Fonte]

14 commenti:

Da Fb ha detto...


«Ieri è venuto a trovarmi un amico cattolico belga che mi ha parlato del cattolicesimo di quel paese, storia finita naturalmente. Ma mi spiegava che per il clero, i teologi, i vescovi, i più almeno, se c’è fra tutte una cosa che è fuori discussione è che Maria non era per niente immacolata, assolutamente nessuno crede e nessuno insegna che ha partorito restando vergine, e guai a dire il contrario, si rischia oltre il ridicolo anche di venire espulsi dai seminari, se si è seminaristi. Ecco la solita costante: la prima a dover cadere per i progressisti e gli eretici è Maria, la prima porta da sfondare è il suo parto verginale e, chiaramente, la sua immacolata concezione anche se quest’ultimo dettaglio non importa a nessuno, irrilevante – non è un caso che molti preti si rifiutino di battezzare per mondare dal “Peccato Originale”: è assurdo, dicono, che su un bambino innocente ricadano colpe che non può avere. Ma è mettendo in discussione Maria, prima che la resurrezione, che “tutto cade”. E’ Maria prima di Cristo che tutto regge». (don Luciano)

Luisa ha detto...

In relazione segnalo l`articolo di Stefano Fontana:

"Il “pastoralismo”, malattia infantile del catto-pietismo"

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il-pastoralismo-malattia-infantile-del-catto-pietismo-14939.htm

Gederson Falcometa ha detto...

Osservando ciò che è accaduto nella Chiesa, nei anni scorsi, me sembra che se può dire che quell'Alleanza Europea che ha fatto nascere il Coetus Internationalis Patrum, per fargli opposizione, è ancora viva (in quanto il Coetus ê finito con il Concilio). Almeno i due ultimi grande avvenimenti nella Chiesa sono stati preceduti di riunioni dei progressisti: in San Gallo prima della rinuncia di Benedetto XVI e della elezione di Bergoglio, nella gregoriana alle porte chiuse prima del sinodo. Queste riunioni mi ricorda quello che ha fatto l'Alleanza Europea nel Concilio e me fa domandare:

Sarà che questa Alleanza aveva un piano solo per il Concilio? Non aveva un piano per il post-concilio?

L'Alleanza che ha riffiutato gli schemi preparatori poteva avere preparato un'ermeneutica del Concilio per il post Concilio, come poteva avere un piano per sopravivere dopo il Concilio. Certo è che il partito dell'Alleanza Europea (indipendente di questa, il progressismo è un partito: l'abbitudine di fare delle riunioni prima dei grande avvenimenti denota questo) sembra continuare vivo, attuante e organizzato all'interno della Chiesa:

In Conferenze episcopale, come la tedesca e francesa;
In riunioni discrete ma non segrete, come in quella della Conferenza Tedesca che ha deciso riffiutare la Humanae Vitae di Paolo VI, in quelle di San Gallo e della Gregoriana.

In quanto i progressisti continuano troppi organizati, come l'Alleanza Europea, i cattolici tradizionale non sono organizzati al livelo di gli fargli una opposizione più forte. Nella realtà l'opposizione che vediamo ê più personale e fatta nell'ultima ora. Come se è potuto vedere nel Sinodo dalla parte dei progressisti e del Papa ha avuto un tentativo di mettere in pratica un piano che è stato bloccato, senza tenere che fare molto, per 13 cardinali. Se l'autorità che ama la Chiesa se organizza, come fa gli progressisti, lei potrà fare molto in più per bloccare il loro partito e vincere questa guerra all'interno della Chiesa.

Annarè ha detto...

Pare comunque che il cardinal Burke sia convinto che Paolo VI e Giovanni Paolo II non centrino nulla con il disastro a cui si è arrivati nel Sinodo. Se voleva cercare nella storia chi ha veramente difeso il matrimonio doveva spingersi un po' più in dietro a mio parere. Purtroppo quando si cade nel relativismo, ad esempio con la falsa ideea che le religioni siano tutte buone, poi si passa a dire che anche tutti i tipi di unioni tra persone siano sacramento, o comunque buone. I dubbi sull'Indissolubilità del matrimonio nascono dai dubbi sull'unica via di salvezza che è Gesù unito nell'unica Chiesa da Lui voluta. Il problema è sempre uno, che pervade ormai ogni ambito della Fede, è il relativismo, il modernismo, la concezione che ogni idea sia buona.

Anonimo ha detto...


---La frase in inglese - L'organizzazione dell'Opposizione

"....altrimenti "we would end up with another Protestant denomination" (noi dovremmo cercare un altro nome protestante per la Chiesa)."
Credo si possa tradurre anche cosi' : "altrimenti finiremmo col diventare [nient'altro che] un'altra setta protestante".

---Giustissime osservazioni di F. Falcometa. Temo pero' che i difensori del dogma non riusciranno mai ad organizzarsi in modo efficace, per contrastare i neomodernisti di fatto appoggiati dalla suprema autorita'. Non ci riusciranno perche' ancora troppo legati ad un
ossequio (anche solo formale) nei confronti della figura del Papa che, nella fase attuale, si rivela del tutto pernicioso e controproducente. Tremano all'idea di esser dichiarati pubblicamente e falsamente "nemici del Papa" (di cun Papa i cui pubblicizzati amici sono Scalfari, Pannella, Bonino, rabbini ed eretici vari etc.). Non si tratta di ingiuriare il Papa o di mancargli di rispetto, ovviamente. Si tratta di spingere ben piu' a fondo (come meritano) le critiche alla sua disastrosa "politica", coinvolgendo finalmente anche il Concilio, al quale Bergoglio si richiama continuamente. Anche lui, quindi, non avrebbe capito il vero spirito del Concilio, ne altererebbe il vero significato, che sarebbe quello di una perfetta conformita' alla Tradizione?
Bergoglio sta tentando di trasformare il primato petrino in un governo collegiale-comunitario della Chiesa, "decentrato" e nello stesso tempo ad esecutivo "forte", per cosi' dire. Quest'impostazione trova le sue premesse nel nuovo e spurio concetto di collegialita' introdotto dal Concilio (LG, 20-24) A. R.

Catholicus ha detto...

"E’ Maria prima di Cristo che tutto regge». (don Luciano)" : Dio la benedica per le sue parole, caro don Luviano. Sono anch'io convinto che satana, e tutti i suoi corifei (anche se mascherati da seminaristi, preti, vescovi, ecc.) cerchi prima di tutto di distruggere l'immagine della Madonna, dell'Immacolata, nel cuore e nella mente dei fedeli. Ma contro di Lei tutti i demoni si rompono le corna, e così succederà anche a questi eretici (non chiamiamoli cattolici nè preti, per carità). Gesù nobn la fa passare liscia a chi offende Sua Madre, se ne accorgeranno al momento del loro "redde rationem", se non si pentono prima; poi, ovviamente, ci sarà il Triondo fel Cuore Immacolato di Maria SS.ma, e degli attuali eretici non rimarrà nemmeno il ricordo. Viava Maria ! Ad Jesum per Mariam. Laudetur Jesus Cristus.

Marco P. ha detto...

D'accordo con Annarè, l'insegnamento tradizionale che indica come fine primario del coniugio quello della prole al quale sono subordinati e per il quale sono funzionali gli altri (i quali sono il sostegno reciproco tra i coniugi ed rimedio alla loro concupiscenza) si trova chiaramente in Pio XI (Casti Connubi) che ne è un meraviglioso compendio, valido per tutti i tempi, compresi i nostri.
Altrettanto chiaramente invece non si trova nei documenti citati nell'intervista che risentono invece del vento di novità (nova, non novae in questo caso) che guida la gerarchia in modo ormai preponderante e che da questa poi si diffonde anche verso il basso, nella Chiesa discente.

viandante ha detto...

@ Gederson Falcometa

Interessanti le sue osservazioni, che condivido in gran parte.
Invece sull'organizzarsi credo che seppure questo aspetto sia importante, non debba essere considerato essenziale: l'organizzazione dei movimenti dottrinalmente ortodossi è anzitutto cosa di Dio! E qui la Provvidenza è imbattibile.
Certo noi dobbiamo metterle a disposizione i cuori, le menti e le mani, ma non siamo noi uomini a "dare gli odini". Per fortuna. Aspettiamo con serenità e lasciamoci magari anche sorprendere.

Anonimo ha detto...

Scusate se cambio argomento.

Tanti segnali (vergognosa la partecipazione di Benigni alla presentazione del libro del Papa; ma soprattutto mons. Galantino che dice sì alle unioni civili) ci confermano che questi uomini di chiesa vogliono demolire quanto resta della Chiesa.

La Chiesa è tuttavia di Cristo e resisterà anche all'opera di questi corruttori muti perfino davanti all'islamizzazione dell'Europa.

p.s. se andate ad Oxford (dico Oxford non Marsiglia) sarete più volte importunati da volenterosi fedeli di Maometto che vi fermeranno affinchè aderiate alla loro idiozia.

Se avrete modo di andare ad Hyde Park (parco reale londinese) la domenica, troverete alcuni simpatici divulgatori (anglicani e protestanti) della Bibbia: dopo qualche minuto che gli stessi avranno iniziato a parlare noterete che accanto a questi si accrocchieranno gruppi di islamici i quali resteranno per tutta la durata del discorso ad insultare gli speaker.

Nel 2030 il primo Stato europeo a diventare a maggioranza islamica sarà il Belgio poi seguiranno gli altri.

Anonimo ha detto...


L'islamizzazione dell'Europa si potra' interrompere solo se scoppia la crisi nella Chiesa cattolica, se la parte ancora sana del clero si decide finalmente a dire in pubblico quello che si limita a dire in privato da 50 anni. Crisi della Chiesa: divisione pubblica e aperta tra difensori del dogma e neomodernisti, in seguito a pubblici e motivati attacchi alla disastrosa politica "ecumenica" perseguita dal Papa (dal Papato postconciliare bisognerebbe dire). Non bisogna aver paura della minaccia di scismi o dell'avvento degli stessi: alla peggio, sempre meglio separati dietro un (nuovo) Papa veramente cattolico che tutti uniti nella attuale corsa verso l'abisso. Se si continua cosi', non si salvera' nessuno, ne' in questo mondo ne' in quell'altro.
Per resistere all'islamizzazione sempre piu' aggressiva, non bastano le (eventuali) misure difensive, anche militari. Occorre rifondare la societa' dal punto di vista morale, rimettere il valore della famiglia secondo natura al centro e quindi riportare le donne a fare le donne, cioe' le madri di famiglia prima di ogni altra cosa, abbattendo la ginecocrazia imperante, principale causa della denatalita'. A. R.

mic ha detto...

Purtroppo nel Sinodo (così come nella parte modernistica, preponderante, della Chiesa odierna) non è assente solo il pensiero di Giovanni Paolo II, ma l'intera tradizione...

Gederson Falcometa ha detto...

Cari A.R. e Viandante,

Quando se vede questa situazione se capisce perché S. Pio X ha creato il Sodalitium Pianum. In ciò che riguarda alla organizzazione è stato un primo pensiero davanti il riconoscimento del nemico. Chi doveva fare qualcosa sarebbe il Papa in persona ma il trattamento che doveva essere datto a loro è datto ai FFI. Sappiamo che non fara niente, quindi, che cosa fare? Denunciare sarebbe un primo e importante passo, perché esiste infatti un partito. Inoltre agli esempi citati, dove sono i preti ribeli dell'austria? Hanno finito la ribelione con il pontificato di Benedetto XVI?

Per me "il partito" è il grande responsabile per questi 50 anni di crise. Se si fosse riassumere il suo ruolo in questi 50 anni nella Chiesa in una frase, questa sarebbe:

"Il Reno continua si gettando nel tevere".

Luisa ha detto...

Qui quando la CRI attacca il vescovo di Lanciano-Ortona: e il convegno sul problema del “gender” e della famiglia, organizzato dalla sua diocesi:

http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=17&id_n=38246#.VpTNv0Em-iU.twitter

La Croce rossa italiana allineata politicamente e ideologicamente, vuole impedire anche la libertà d`espressione?

Anonimo ha detto...

http://remnantnewspaper.com/web/index.php/articles/item/2265-why-traditionalists-are-not-afraid-of-sedevacantism