Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 30 settembre 2012

La Tradizione unico fondamento di Autorità

Come ogni mese riporto l' Editoriale di Radicati nella fede. Riporto anche i'immagine da loro scelta: quella dell'arme pontificia con la Tiara.

Oh se tutti i preti che hanno scoperto la profondità e la bellezza e la verità della grande Tradizione della Chiesa, avessero con decisione abbracciato la celebrazione della Messa di sempre, ora le cose non starebbero così! Certo, perché se è vero che tutti i fedeli hanno il dovere di vigilare sulla propria vita cristiana, questa vigilanza è gravissimo dovere di ogni sacerdote. Un dovere non solo per sé, ma anche per il popolo santo di Dio.

 Invece assistiamo ancora a notizie date come sensazionali, che sensazionali non sono: una Messa tradizionale qua, una là... qui una al mese... di là il Vescovo ha benevolmente concesso... qui un Cardinale ha celebrato, l'altro ha assistito...

  ...tutto questo ci piace poco, lo diciamo in tutta sincerità.

 Chi scrive così sui bollettini o sui siti internet, manifestando gioiosa meraviglia per queste celebrazioni sporadiche, senza volerlo dà sostegno a chi ritiene “straordinario” il rito tradizionale della Messa.

 Ma può essere definito “straordinario” ciò che è stato vincolante e obbligatorio per quattordici secoli se non di più? Straordinario può esserlo per ragioni politiche e sociologiche: visto che l'assoluta maggioranza delle Messe è secondo il rito di Paolo VI, straordinaria è la Messa tradizionale, in quanto minoritaria, per ora.

 Ci sembra però illogico, infondato, definirlo “straordinario” il rito tradizionale, se con questo termine si vuol dire che è concesso straordinariamente.

 Purtroppo i preti l'hanno inteso così, e così l'hanno inteso i fedeli da loro consigliati.

 La Messa tradizionale non è “concessa”, è di diritto nella Chiesa, perché porta in sé l'Autorità dei secoli della Cristianità. La Messa cattolica, come è stata celebrata per secoli, è lei che giudica le novità dei nuovi riti, ma lei non può essere giudicata da nessuno. Questo i preti lo dovrebbero avere chiaro, per il concetto stesso di Tradizione e di deposito della fede.

 È la novità che va messa sotto giudizio dalla Tradizione, anche liturgica, plurisecolare della Chiesa.

 Se invece è la novità che mette sotto accusa e giudizio la Tradizione, come avviene oggi quando si chiede timidamente una Messa antica qua e là, assicurando di non essere contro la nuova Messa, e quando con magnanimità si concede qua e là il rito antico, allora siamo di fronte ad una svolta ideologica nella Chiesa cattolica, che fonda l'Autorità su se stessa e non sulla Tradizione.

 Non vogliamo mettere confusione in nessuno, vogliamo semplicemente dire che l'Autorità nella Chiesa è di natura diversa da quella del mondo moderno. L'autorità per i cristiani si fonda sulla Verità, quella data da Dio nella Rivelazione e trasmessa dalla Tradizione, per questo l'Autorità diventa custode della Tradizione, e il custode supremo della Tradizione, del Depositum Fidei, è il Papa.

 Nel mondo moderno invece è l'autorità che fa la verità, basandosi su maggioranze e convenienze, o oscuri disegni di potere... è così perché non crede alla verità, per cui non riconosce la verità, ma decide di farla e di... cambiarla se occorre.

 Se si introducesse nella Chiesa un modo simile di esercitare l'autorità sarebbe la fine... ma la fine dell'autorità in tantissimi campi l'abbiamo già vista.

 Per questo avremmo desiderato vedere tanti sacerdoti celebrare ordinariamente la Messa di sempre, per amore della Chiesa e della sua Autorità. Sì, perché l'unico aiuto e amore possibile all'Autorità nella Chiesa è tornare alla Tradizione con sincerità.

14 commenti:

by Tripudio ha detto...

Desiderano vedere tanti sacerdoti celebrare ordinariamente la Messa di sempre: ebbene, i sacerdoti ci sarebbero, ma...

hpoirot ha detto...

Oh se tutti i preti che hanno scoperto la profondità e la bellezza e la verità della grande Tradizione della Chiesa, avessero con decisione abbracciato la celebrazione della Messa di sempre, ora le cose non starebbero così!

Parole sante!!

Ambrosius ha detto...

Complimenti allo staff di Radicati nella fede.

Il dibattito sul concetto di tradizione, nelle cose che coinvolgono il Concilio, è il dibattito più importante e deve continuare.

Areki ha detto...

Concordo totalmente sul contenuto dell'editoriale di Radicati nella fede. Esprime con grande chiarezza l'importanza della Tradizione che ci trasmette la Verità immutabile e spiega che l'autorità del Magistero è a servizio della Verità e non può cambiarla.
E' sempre più chiaro che l'errore ha radici nel Concilio stesso e negli elementi di novità che ha introdotto.....

Anonimo ha detto...

l'errore ha radici nel Concilio stesso e negli elementi di novità che ha introdotto.....

bene, grazie Areki; sono centinaia di volte che giungiamo negli anni recenti a questa amara realistica constatazione di causa; ora è chiaro che quegli elementi di novità, rivelatisi poi perniciosi per le loro ricadute sulla Fede e sulla trasmissione della retta Dottrina,. furono introdotti da teologi "novatori" pronti alla sovversione dell'ordine precedente, con il consenso, attivo o tacito dei papi, iniziando da G23mo; ma allora, bisogna spiegare perchè quando si tocca questo tasto dolente delle precise responsabilità degli alti pastori della Chiesa, insorgono vari sigg. "altolà" pronti ad accusare di sedevacantismo colui/coloro che, a fini di ricerca e di presa di coscienza di sè e della realtà, semplicemente punta il dito sull'origine storica, in quanto causa efficiente o agente, di tutte le mutazioni deplorevoli che la Chiesa ha subìto ?
non lo vedete che ci troviamo come di fronte ad un tessuto tutto logoro e smagliato, e stiamo risalendo, con documenti e riferimenti forniti dai più preparati, al fatidico PUNTO iniziale da cui partirono quelle rovinose smagliature e slabbramenti (si può dire?) della trama che una volta era invece compatta ed uniforme (e protettiva su chi ne era avvolto e rivestito) ?
e sarebbe un delitto quello di volgere un preciso e lucido sguardo storico ai fatti, risalendo alle loro (con)cause, e indicando le responsabilità umane del degrado dottrinale e liturgico, che hanno nomi ben precisi ?
se è vietato SAPERE, allora è inutile porsi domande, rinunciamo a voler ricostruire eventi in concatenazione causa-effetto, attuando l'esercizio di raziocinio e giudizio che caratterizza l'essere umano fin dalle origini.....lasciamo perdere, restiamo muti e inerti, mentre il fiume del panta-rei ci porta dove esso vorrà !
osserviamo gli eventi a bocca chiusa, e registriamoli asetticamente, come fossimo robot.....e buonanotte.
A che pro dialogare e ragionare ? a che pro chiedersi "COME siamo arrivati fin qui" ? o le domande che stanno in testa a questo blog perdono valore e bisogna censurare anche quelle.

hd

Anonimo ha detto...

e sarebbe un delitto quello di volgere un preciso e lucido sguardo storico ai fatti, risalendo alle loro (con)cause, e indicando le responsabilità umane del degrado dottrinale e liturgico, che hanno nomi ben precisi ?

Qui non su punta il dito sulle persone e non si prendono a cannonate coloro che hanno responsabilità (dall'alto di quale pulpito?).

Qui si mostrano le distorsioni, le ambiguità, le idee deviate e devianti.
E' su quelle che si ragiona, si richiamano le radici perenni, senza aggredire le persone che non la vedono allo stesso modo.
La Verità non ha bisogno di essere difesa né tanto meno sbattuta in faccia a chi si suppone non l'abbia: va solo mostrata, perché chi è in grado di riconoscerla la possa accogliere!

se è vietato SAPERE, allora è inutile porsi domande, rinunciamo a voler ricostruire eventi in concatenazione causa-effetto, attuando l'esercizio di raziocinio e giudizio che caratterizza l'essere umano fin dalle origini.....lasciamo perdere, restiamo muti e inerti, mentre il fiume del panta-rei ci porta dove esso vorrà !

Non mi pare che sia vietato sapere. Il problema è che la situazione di crisi epocale rischia indurci ad assumere un ruolo che non è il nostro. Noi vediamo le storture, approfondiamo, affermiamo le verità cattoliche di sempre; ma i giudizi tranchant non ci appartengono, a maggior ragione quando riguardano i Papi...

Questo non significa lasciarci trascinare. Nessuno può portarci dove non vogliamo; ma c'è modo e modo di porci nei confronti della Realtà e di chi ha responsabilità diverse dalle nostre.

Anonimo ha detto...

osserviamo gli eventi a bocca chiusa, e registriamoli asetticamente, come fossimo robot.....e buonanotte.


Non vedo nulla di asettico in questo blog. Tutto al più una difficile ricerca di equilibrio.

Areki ha detto...

A mio modesto parere penso che sia giusto riconoscere le responsabilità storiche e politiche dei Papi: Giovanni XXIII e Paolo VI. Questo non significa fare un giudizio sulle loro coscienze o sulla loro buona fede, ma sul loro operato penso sia lecito così come si giudicano certi papi del rinascimento o delle epoche storiche passate.
Il fatto che uno sia Papa non vuol dire che sia un intoccabile e abbia ragione anche quando starnutisce.
Il problema va inquadrato comunque in modo più ampio ed è quello che fa l'editoriale di Radicati nella Fede allorquando stabilisce bene gli ambiti e i limiti del magistero e dell'autorità suprema della Chiesa.
Solo a Dio si deve l'obbedienza totale ed indiscussa.
La Chiesa deve aiutarmi ad obbedire a Dio e non a fare simposi su "Dio questo sconosciuto" nel cortile dei gentili...
don Bernardo

viandante ha detto...

Apprezzo gli interventi di Areki e di mic.

Vorrei però aggiungere che se da un lato vi sono le cause dirette e sensibili (decreti conciliari e decisioni postconciliari)che hanno portato allo sfacelo attuale (é oramai un dato di fatto), dall'altro vi sono sicuramente anche cause e motivazioni più remote e forse ancor più profonde.

Non vorrei essere frainteso, oltretutto su di un blog tradizionalista, ma il trionfalismo ecclesistico e le magnificenze della Chiesa preconciliare erano sempre lo specchio di una vita spiritualmente intensa e cristianamente vissuta o già lì in molti si annidava la superbia e l'orgoglio?
Non so , ma credo che se Dio ha permesso tutto questo abbia avuto i suoi motivi e i suoi disegni.

Gettare dunque la Tradizione? No, ma reimpossessarsene con spirito di umiltà di fronte al mistero. E con profonda gratitudine a Dio.

don Camillo ha detto...

Dal basso le riforme nella Chiesa Cattolica, non hanno molto successo! Lo sfascio è stato permesso dall'alto, dai vertici della Chiesa: dal Papa, la restaurazione, avverrà, (sì, perchè avverrà! come VERO è il Signore!) solo nello stesso modo.

Alla chiusura del Concilio, all'indomani della Messa in italiano, (del 1965, per intenderci) il Cardinale Micara, (R.I.P.) cercò in tutti i modi di preservare la Città di Roma dalle innovazioni moderniste. Diceva che Roma aveva una propria vocazione "universale" (già!!) pertanto pretese che nella sola diocesi del Papa (almeno quella!), la liturgia fosse e rimanesse cattolica cioè universale in latino. Pensate che bella idea sarebbe stata! Nessuno sforzo... ogniuno continuava a fare quello che sempre aveva fatto con in più tutti i parroci di Roma favorevoli.

Bugnini & Co., capirono che l'unico modo per dare una spallata all'eroica resistenza romana (e di conseguenza a tutto il mondo) fosse la scesa in campo del Papa in persona. Lui stesso doveva celebrare in italiano, ma non a San Pietro, ma in una comunissima parrocchia romana, questo esempio avrebbe disperso i nostalgici e favorito i novatori. ECCO!

(http://www.vatican.va/holy_father/paul_vi/homilies/1965/documents/hf_p-vi_hom_19650307_it.html)

Il Cardinale Micara morirà 4 giorni dopo questa Messa!

Che possiamo fare noi? OFFRIRE le nostre pene e le nostre sofferenze, uniti tra noi e uniti a tutti coloro che nel passato hanno cercato di difendere la Chiesa, così come fece il Card. Micara, la vera comunione dei Santi!

Cerchiamo di fare del nostro meglio, ogniuno faccia quello che può, secondo la Grazia e la possibilità che ci è stata donata avendo sempre in mente che la Chiesa non la salviamo noi!

Areki ha detto...

Condivido pienamente le osservazioni di Viandante: la crisi era in incubazione da molto, molto tempo......

Ringrazio don Camillo per la testimonianza sul Card. Micara e per le sue considerazioni che confermano le mie convinzioni......

Anonimo ha detto...

sempre più lontai dalla chiesa cattolica. Coraggio coraggio.

Perplesso ha detto...

Non è per caso la chiesa cosiddetta cattolica ad essere sempre più lontana dalla Tradizione?

hpoirot ha detto...

a costo di ripetermi vi (ri)propongo un passo dell'editoriale di giugno 2012 dell'abbé Simoulin.

"Non va dimenticato che nei primi anni del conflitto tra Roma e Ecône, Paolo VI non esigeva da Lefebvre altro che questi accetti il 'suo' rito: "Dica la nuova messa UNA SOLA VOLTA e tutto andrà a posto" E' questo rifiuto netto di Mgr Lefebvre che é all'orgine di tutta la questione Ecône. E' sulla questione della Messa che si cristallizzerà la rottura da una parte come dall'altra.

Chissà come mai S.E. mons Lefebvre non si é detto "e vabbé dai la dico una volte sola ...MA BENE"

Stai a vedere che non esiste nessun modo di dirla ...bene ??