Ci sono momenti della storia in cui Dio chiede ai cristiani di stare semplicemente sul Calvario, senza fuggire, ma anche senza ribellarsi. La Madre addolorata e il Discepolo prediletto furono quasi gli unici ad accompagnare il Maestro fino al supplizio e a condividerlo, ciascuno a modo suo. Non lo abbandonarono per paura, come gli altri Apostoli, ma nemmeno ebbero la folle idea di risolvere il problema con mezzi umani, magari organizzando una rivolta. Non si scagliarono con parole cariche di odio né contro i Romani né contro il Sinedrio, ma riconobbero con fede lacerante il piano divino di salvezza. In questo la Corredentrice aiutò sicuramente l’adolescente Giovanni, soprannominato dal Signore figlio del tuono per il temperamento focoso che condivideva con il fratello Giacomo, ad apprendere la misteriosa scienza delle vie celesti e ad abbandonarsi alla volontà superna, pur senza comprenderla appieno. Qualcuno oserebbe accusarli di colpevole indolenza o, peggio, di codarda acquiescenza al male?
Da qualche tempo, all’interno della resistenza cattolica, si odono da più parti voci scomposte che, a suon di feroci critiche spinte fino agli insulti, si attaccano reciprocamente in nome di una pretesa coerenza che, di fatto, dilania il piccolo gregge fedele, piuttosto che compattarlo. Chi si sforza di mantenersi al sicuro nella torre d’avorio del Cuore Immacolato di Maria non se ne lascia nemmeno sfiorare, ma si dà comunque pensiero per le pecorelle esasperate che, nel loro disorientamento, sono tentate di acconsentire a quelle grida e di lasciarsi andare allo spirito di ribellione. Tale premura non è certo dettata dal desiderio di ottenere o conservare un posticino sicuro nei quadri ecclesiastici, ma dall’intento di curare il bene reale delle anime, che in questa gran confusione potrebbero scambiare facilmente l’astio per zelo, la superbia per intransigenza, l’impazienza per ardore…
Naturalmente – lo ribadisco ancora una volta – non vi sto invitando a demordere dall’impegno attivo, bensì a collocarlo in un’adeguata visione soprannaturale che lo renda soprannaturalmente fecondo. Il Signore ha stabilito che tutto il Suo mistico Corpo sperimenti la Passione del Capo per giungere a perfezione. Questa verità può spaventarci sul piano umano, ma, dopo l’iniziale senso di sgomento, va assimilata dalle anime ben disposte perché con il sostegno della grazia, scevre da ogni cedimento al fatalismo, possano sostenere la prova e aiutare altri a farlo. Se questo non è un modo fruttuoso di collaborare con la Provvidenza, lo è forse l’agitarci sbraitando come se da noi soli dipendesse qualcosa? Chi cerca le scorciatoie, oltre a rischiare di separarsi dalla Chiesa, è sospetto di non avere abbastanza fede nell’onnipotente signoria di Cristo.
Sotto la Croce, Maria santissima ha cooperato in modo essenziale alla redenzione del genere umano offrendo al Padre il frutto del suo seno e offrendosi con Lui in un unico olocausto d’amore. La comunione nella suprema intenzione salvifica e la fusione delle Sue sofferenze con quelle del Figlio non avrebbero potuto essere più piene e perfette, non soltanto per lo strettissimo legame materno sul piano naturale, ma soprattutto per l’insuperabile corrispondenza spirituale su quello soprannaturale: è l’arctissima coniunctio affermata dal venerabile Pio XII (cf. Enciclica Mystici Corporis, alla fine) sulla scia del beato Pio IX (cf. Bolla Ineffabilis Deus). Che cosa potremmo fare di più efficace per la Chiesa che lasciarci insegnare da Lei, come l’apostolo Giovanni, ad associare le nostre fatiche e afflizioni alla Passione del Verbo incarnato per la sua purificazione e il suo vero rinnovamento nella santità? Ma questo non è neanche pensabile senza una profonda e provata umiltà, ben lontana da quell’indocile rabbia che si risolve in sfiducia e frustrazione.
Il 22 agosto, nel calendario tradizionale, si celebra la solennità del Cuore Immacolato di Maria, il cui vangelo presenta proprio la scena del Calvario a cui ci riferiamo. Un anno fa, nella basilica di San Pietro, Gli abbiamo consacrato la Santa Sede ricorrendo all’autorità di Colei a cui ci siamo noi stessi consacrati. Non presumiamo certo che i nostri atti valgano qualcosa di per sé, ma confidiamo nell’amore con cui la nostra Madre celeste li raccoglie e utilizza – specie qualora sia stata Lei a ispirarli – conferendo ad essi un’efficacia che non proviene da noi, ma dal tesoro di grazie di cui dispone in quanto Regina. Da allora, per curiosa “coincidenza”, si è verificata una serie di eventi che hanno fatto scricchiolare la tremenda dittatura colà instauratasi. La strategia rivoluzionaria dei novatori non si è arrestata, ma si è dovuta scontrare con ostacoli imprevisti; nonostante la loro netta mentalità marxista abbia suggerito varie forme di aggiramento o intimidazione, in diversi casi lo scacco è stato inevitabile e ha prodotto una situazione di stallo.
Farei ben volentieri a meno di ricordare certe vicende che sono causa di grave scandalo, ma vorrei soltanto individuare alcuni degli scricchiolii più forti, nella speranza che si tratti di indizi che la preghiera e l’offerta dei cattolici fedeli non sono vane. La baldanza con cui il dittatore argentino e la sua cricca pensavano di poter imporre le aberrazioni dell’Amoris laetitia si è infranta contro la resistenza di interi episcopati (come quello polacco, che per questo è stato sottoposto a ignobili pressioni), mentre gli sgangherati documenti di applicazione di certe conferenze episcopali regionali sembrano caduti nel nulla. Quei vescovi tedeschi ormai non più cattolici, poi, che volevano a tutti i costi concedere la comunione ai protestanti hanno sbattuto il naso contro il muro dell’irremovibile opposizione di sette colleghi, grazie alla quale quel grave abuso, già ampiamente praticato a livello locale, non è diventato prassi obbligatoria a livello nazionale.
Dopo un’ostinata quanto irrazionale difesa a oltranza di un vescovo reo di aver coperto un prete pedofilo, di fronte alle proteste sempre più accese il buon Bergoglio si è visto costretto a cambiare strategia e ad esigere le dimissioni in blocco dell’episcopato cileno; la conseguenza a cascata è stata la sospensione in massa di decine di preti immorali che quei vescovi, fino a quel momento, avevan tranquillamente lasciato campare. All’arcivescovo emerito di Washington, inoltre, è stata ritirata la dignità cardinalizia a motivo dei suoi trascorsi abusi, ma non prima che scoppiasse la bomba mediatica. Per quanto riguarda, invece, lo scandalo del Preseminario San Pio X, sembra proprio che siano riusciti a tener nascosta al pontefice la verità dei fatti, nonostante abiti nel palazzo dirimpetto, insabbiando tutto sotto la dicitura di mere calunnie. Ma ecco che rispunta l’accusatore principale, che pretende un salato risarcimento. Lo si potrebbe ben querelare, visto che i soli episodi accertati, fra quelli da lui riferiti, si riferiscono a maggiorenni consenzienti, ma una causa farebbe saltar fuori dagli armadi ben altri scheletri… Un bel dilemma!
La credibilità e la popolarità del “riformatore”, ad ogni modo, sono ai minimi storici, così come la sua presa su vescovi e cardinali, che in buona parte lo detestano, pur temendolo; ma non esiste una forma di controllo totalitario che prima o poi non salti o non debba scendere a compromessi. Il clero cattolico, poi, è da secoli aduso a una resistenza passiva che, se può frenare le buone e autentiche riforme, è capace di vanificare anche quelle cattive. La Chiesa è un’istituzione che nella sua storia millenaria ne ha viste e subite di tutti i colori; ha assistito al sorgere e declinare di innumerevoli regimi che l’hanno fatta soffrire, ma non l’hanno mai schiacciata. Quello che ancora non avevamo veduto, a dire il vero, è un regime interno complice dei mondialisti e di una riedita tratta degli schiavi. Ma non hanno ancora capito che la gente non vuol più sentire la loro patetica (e interessata) propaganda immigrazionista? Vogliono proprio darsi il colpo di grazia con il testardo appoggio a un partito moribondo che ci ha venduti e con l’accanita contestazione di un governo eletto da quel popolo che servono a parole?… Che il Signore abbia deciso di punirli per mezzo della loro stessa stoltezza? Sia lodata la Sua imperscrutabile sapienza!
Deus amentat quos perdere vult (Dio fa perdere il senno a coloro che vuol rovinare).
32 commenti:
Oggi secondo il calendario preconciliare, si celebra il Cuore Immacolato di Maria. Che il suo trionfo avvenga presto!
Caro don Elia,il suo articolo è pieno di considerazioni spiritualmente valide, che diventano un supporto pastorale indispensabile in un periodo così tremendo, essere aiutati a "leggere la storia" al di là di come siamo - volenti o nolenti - abituati è un prezioso servizio.Detto questo però le chiedo: non ha mai pensato che la rabbia, o la nausea, che molti esprimono abbiano come motivazione una violenza subita, in proprio o da un famigliare ? E che ogni volta che emerge questo scandalo,e diventa sempre più evidente la ferma decisione, da parte del papa gaiamente regnante e dei suoi accoliti di negarne l' origine,si riaprono le ferite mai guarite da un processo in cui c'entri anche la giustizia,come i bubboni dei lebbrosi ? Ci pensi perché si può anche perdonare, con l' intervento della Grazia e molte,tante preghiere, ma dimenticare no, soprattutto quando l' ingiustizia continua, e promuove altri danni su persone di cui si sa già quanto potrà arrivare a distruggere la vita.
“Il Dio dei cattolici è Gesù Cristo, anche se il signore argentino afferma che Dio non è cattolico. E Gesù Cristo è il Verbo Incarnato per la nostra redenzione, quindi per la nostra salvezza. Non ci si salva senza di Lui, fuori di Lui, o tanto meno, contro di Lui. Eppure, per la neochiesa progressista, questa è un’idea sbagliata. Essa afferma che tutte le chiese sono buone, che tutte le religioni portano a Dio: logico, se Dio non è cattolico… Ahimè, per un cattolico, Dio è cattolico, invece: come diceva Jean Guitton: Mi dispiace per gli altri, ma Dio è cattolico. Chi non crede a ciò non è cattolico. Il signore argentino non lo crede e lo dice a voce alta, quindi non è cattolico, ma un eretico convinto di eresia”.
(http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/teologia-per-un-nuovo-umanesimo/6649-ideologia-del-progresso-e-fede )
Matteo 6 9-13
Padre nostro Che sei nei cieli: sia Santificato il Tuo Nome
Il Tuo Regno venga: la Tua volontà sia fatta in terra come in cielo
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
E rimettici i nostri debiti come noi ancora rimettiamo ai nostri debitori
E non indurci in tentazione ma liberaci dal Maligno perché Tuo è il Regno e la potenza e la gloria in sempiterno Amen
Per La Samaritana
Non mi pare ci venga chiesto di dimenticare... ma piuttisto di non cedere alla ribellione scomposta che non esclude la sana indignazione foriera di preghiera discernimento e azione consapevole in base alla propria situazione.
Dalla forma data alla società, a seconda che sia in accordo o meno con le Leggi divine, dipende il bene o il male delle anime. PIO XII
Sono certa, certissima che è il Signore a riordinare le tessere del puzzle quando arriva il momento. Ed è vero che ci adiriamo, bisticciamo, alziamo i toni, taciamo indignati. Per scendere nel nostro particolare, ha senso questo nostro commentare quotidiano? Ha senso tenere un blog? Meglio coltivare la telepatia? E' il blog che ci porta alla telepatia? E' l'essere concentrati su un tema specifico che ci porta a connetterci telepaticamente anche senza blog? Questo nostro incrocio di pensieri giova anche ad altri connessi e/o non connessi attraverso il blog e/o via telepatica? In tutto questo viavai di pensieri, sentimenti qual'è il ruolo del mondo celeste, degli Angeli custodi, di Maria Santissima, di NSGC, dei Santi nella comunione dei santi? Sono contenti di questo nostro commentare? Non so. Speriamo, ci affidiamo e basta. Per questo è importante purificare ogni giorno le nostre intenzioni di commentatori graditi a NSGC, se possibile.
Con Maria e Giovanni sotto la Croce. E non con Lutero e Melantone come ci insegna la "Santa Sede".
Resta solo da capire quanto varrà quel francobollo.
Il Signore si è incarnato,è morto e resuscitato ed è asceso in Cielo.Verrà di nuovo l’ultimo giorno per giudicare i vivi e i morti.La Sua opera nel mondo continua in noi e attraverso di noi.Maria e Giovanni sul Calvario non inveiscono e non organizzano ribellioni.Sanno che la Croce è necessaria.Per Essa Cristo è venuto al mondo.Tirare in ballo il Loro silenzio per giustificare la propria ignavia è una ripugnante bestemmia.Questo non è il momento del silenzio.E’ il momento della testimonianza.Attiva.Tutti gli Apostoli,tranne Giovanni (che aveva il compito di completare la Rivelazione),testimoniarono la loro Fede con il martirio,altro che silenzi.Paolo non risparmiò la testa aspettando rispettosamente uno un po’ meglio di Nerone.Mi girano i cosidetti quando sento certe argomentazioni.
La dittatura perfetta è quella che controlla anche il dissenso.Quinte colonne consapevoli o inconsapevoli utili idioti o solo vigliacchi ,finché sarà questo il livello degli oppositori,Bergoglio e i suoi mandanti possono dormire sogni beati.E continuare la loro opera di distruzione.
Il Signore ci sta vomitando per la nostra tiepidezza (come dice il “silenzioso” Giovanni).
S
Milano, 21 agosto 2018
Festa del sacrificio
"Alla manifestazione, secondo quanto riportato da Abdel Quadel, è intervenuto anche Don Giampiero Alberti, il sacerdote cattolico che si occupa delle relazioni con gli islamici nell'ambito del servizio di ecumenismo e il dialogo della diocesi di Milano. Il prete ha portato ai fedeli i saluti della chiesa ambrosiana".
http://www.milanotoday.it/attualita/festa-musulmani-arena-civica-2018.html
Il vangelo odierno racconta la parabola degli operai dell'ultima ora.
I mormoratori non trovano soddisfazione, né Dio fa torto ad alcuno nell'essere buono.
La Beata Vergine Maria Regina è Regina come creatura di Dio, nell'ordine della natura umana. Ma è anche la prima creatura, superiore agli angeli che sono esseri spirituali creati, nell'ordine della grazia. Perciò Lei è la prima tra le creature, come Madre di Dio.
E' la creatura con l'unione più profonda con la Santissima Trinità.
Di qui la sua regalità celeste (di angeli e santi) e la sua regalità sociale (sulla terra tutti dovrebbero essere rivolti a lei): ognuno di noi dovrebbe essere suo servitore. Che cosa vuole la Madonna? Primo: fare tutto quel che dice Gesù. Secondo: penitenza, sacrificio e preghiera, perché -purtroppo, ma è così- l'inferno c'è, non è vuoto e ci si può andare.
Ecco: chi crede è servitore di Colei che è la piena di grazia, Regina delle creature e Madre di Dio, in posizione unica presso la Trinità e perciò mediatrice di tutte le grazie.
Anche l'ultima ora va bene per entrare in questo devoto servizio. Chi lo faceva già prima non sia invidioso degli ultimi arrivati. E adoriamo tutti insieme, adoriamo Gesù, certi che c'è lì -davanti al Tabernacolo del Santissimo Sacramento- anche la Vergine. Con lei, davanti al Signore saremo degni di averla come Regina, da figli e da operai della vigna, senza stare troppo a distinguere da quante ore, ma pronti a cominciare anche in extremis.
Dio non fa torto a nessuno nell'essere buono ed è misericordiosamente giusto. La Beata Vergine è la Regina di quel regno che non è di questo mondo...
Anzi, come vuole Dio, Ella schiaccia il capo al principe di questo mondo.
Caro don Elia, leggendo il suo articolo, ho avuto la strana sensazione di un invito alla tiepidezza. Prego il Signore che ci doni presto persone sante capaci di infiammare i nostri cuori a testimoniare la Verità, come Caterina da Siena, dottore della Chiesa:
"Avete taciuto abbastanza. E’ ora di finirla di stare zitti! Gridate con centomila lingue. Io vedo che a forza di silenzio il mondo è marcito.”
“Non accontentatevi delle piccole cose. Dio le vuole grandi. Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutta Italia.”
Concordo con il commento dell’anonimo S delle 16:45.
Non propongo di dimenticare o di tacere, ma di agire e parlare in modo soprannaturale. Sugli abusi torno nel prossimo articolo.
Grazie a tutti perché ci siete, in modo particolare a mic e a don Elia, a volte il dolore risorge così bruciante che sembra accentrare tutto. Il blog serve anche a questo: quando ci si sente sprofondare il Signore attraverso le azioni e le parole dei suoi figli fa sentire la Sua presenza.Sia lodato Gesù Cristo.
22 agosto, Festa del Cuore Immacolato di Maria Santissima
"E siccome il cuore della divina Madre è un cuore umano, il cuore umano più perfetto, con quello di Gesù, ne conserva pure le qualità proprie, le commozioni, la compassione. È sensibile agli omaggi che gli offrono i suoi figli, si lascia piegare dalle preghiere e dalle lacrime; si commuove alla vista della sventura; non resiste ad una prova di affetto; è attratto dalla semplicità e dell'umiltà"
(Padre Giovanni Schryvers C.SS.R., "La Madre mia", 1910)
"Gesù viveva e regnava a tal punto in Maria da essere a tutti gli effetti lo spirito del suo spirito, l'anima della sua anima e il Cuore del suo Cuore. Così, il Cuore di Maria è Gesù; così, riverire e venerare il Cuore di Maria è riverire e adorare quello di Gesù in quanto spirito, anima, vita e Cuore della sua santissima Madre"
(San Giovanni Eudes, "Opera omnia", tomo II)
"Maria, stella del mare, guida in porto tutti i suoi servi fedeli, indica loro le vie che conducono alla vita eterna, li allontana dai passi pericolosi, li conduce per mano nei sentieri della giustizia, li sorregge se vicini a cadere, li rialza se caduti, li riprende qual madre caritatevole nelle loro mancanze e talvolta li castiga amorevolmente"
(San Luigi Maria Grignion de Montfort, "Trattato della vera devozione", n. 209)
"Cuore Immacolato di Maria, pregate per noi adesso e nell'ora della nostra morte. Amen"
(Giaculatoria dello "Scapolare verde", che trae origine dalle visioni nel 1840 di Suor Giustina Bisqueyburu , figlia della Carità di San Vincenzo de' Paoli, nel Convento della Rue du Bac a Parigi dove dieci anni prima la Madonna era apparsa a Santa Caterina Labouré)
AVE COR SANCTISSIMUM (XVII secolo)
Ode ai due Sacri Cuori di Gesù e di Maria, talmente uniti da formarne uno solo, il "Cor Jesu et Mariae" - San Giovanni Eudes
"Ave, Cuore santissimo,
Ave, Cuore molto benigno,
Ave, Cuore molto umile,
Ave, Cuore purissimo,
Ave, Cuore molto devoto,
Ave, Cuore molto sapiente,
Ave, Cuore molto paziente,
Ave, Cuore molto obbediente,
Ave, Cuore molto prudente,
Ave, Cuore fedelissimo,
Ave, Cuore felicissimo,
Ave, Cuore misericordiosissimo,
Ave, Cuore amabilissimo ed amantissimo di Gesù e di Maria,
Noi Ti adoriamo,
Noi Ti lodiamo,
Noi Ti glorifichiamo,
Noi Ti rendiamo grazie.
Noi Ti amiamo con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra anima e con tutte le nostre forze.
Noi Ti offriamo, doniamo, consacriamo e immoliamo il nostro stesso cuore: prendilo, possiedilo interamente, purificalo, illuminalo e santificalo, affinché Tu vi viva e vi regni ora è sempre, nei secoli dei secoli.
Così sia"
"...si attaccano reciprocamente in nome di una pretesa coerenza che, di fatto, dilania il piccolo gregge fedele, piuttosto che compattarlo.” (don Elia)
Non è la prima volta che leggo simili affermazioni di don Elia.
Ma a questo proposito è proprio il caso di citare il famoso adagio “medico cura te stesso”, perché appena può egli non perde occasione per attaccare la Fraternità S.PioX, cosa che sta facendo ormai da mesi o anni (ad un certo momento arrivò perfino ad affermare di avere il dente avvelenato contro la medesima). L’ultima volta che l’ho riscontrato è stato il 18 luglio 2018 sul suo blog rispondendo ad una lettrice che gli chiedeva ragguagli sulla FSSPX.
Ella gli chiedeva:
"Don Elia, la prego ci illumini sulla Fraternità san Pio X. Sta succedendo che in tanti, di casa cattolica, si stanno affidando ai lefebvriani sia per la Santa Messa che per la ricezione dei sacramenti (Prima Comunione soprattutto). E' lecito?”
E lui rispondeva contortamente:
"E' lecito (in quanto ciò è stato autorizzato), ma rimane una situazione anomala. In linea di principio non si possono ricevere i Sacramenti da sacerdoti in situazione irregolare.
Al di là della liceità, in ogni caso, sento il dovere di mettere in guardia i fedeli da una predicazione e un insegnamento che, pur di giustificare una situazione irregolare che si protrae da decenni, tendono a deformare la dottrina a proprio uso e consumo.”
La lettrice incalzava:
"Don Elia, mi perdoni, ma perché secondo lei 'tendono a deformare la dottrina a proprio uso e consumo’?
E lui giù ancora mazzate a gogo arbitrarie:
"Appunto per giustificare una prolungata situazione irregolare da cui non vogliono uscire, in attesa che tutta la Chiesa torni ad essere come loro. Forse un po' più di realismo non guasterebbe…
Il principale corto-circuito teologico che mi par di ravvisare nella loro posizione consiste nel riconoscere (a differenza dei sedevacantisti) tutti i papi postconciliari, pur rifiutandosi di sottomettersi coerentemente alla loro giurisdizione in quanto legittima.”
Ora, sia ben chiaro, non è affatto mio scopo qui avviare un dibattito sui problemi giurisdizionali della Fraternità. Sarebbe completamente fuori tema. Ho fatto queste citazioni solo per esemplificare come don Elia, per usare un altro proverbio, "predica bene ma razzola male”.
E visto che qui egli invita con fare profetico a stare con Maria e Giovanni sotto la croce, domandiamoci se fare sparate da una anomala postazione informatica nascosta sia compatibile col significato della sua predica.
La FSSPX, che egli critica sempre con tutta questa acredine, ha sempre fatto tutto alla luce del sole; non è certo questo il caso di “don Elia". Non dovrebbe dunque porsi qualche domandina prima di scagliare simili accuse gratuite?
Notasi che la Fraternità dal canto suo è sempre molto mite e non mi risulta che gli abbia mai reso pariglia.
Chi dunque lavora di più per l’unità?
Chi dice unitevi unitevi facendo esattamente il contrario o chi lo fa davvero nel silenzio della pratica quotidiana?
Maria Regina, una festa “nuova” ma dalle radici antiche
Il 22 agosto la Chiesa ricorda la Beata Maria Vergine Regina. Ad istituire questa festa fu nel 1954 Pio XII, che espresse così ciò che già le Sacre Scritture, la liturgia, l’arte e il sentire del popolo cristiano fin dai primi secoli avevano indicato
La festa della Beata Maria Vergine Regina affonda le sue radici nei primi secoli della storia cristiana. Il primo a chiamarla così fu Sant’Efrem nel IV secolo. Lo seguirono altri padri della Chiesa riconoscendole la dignità regale in quanto Madre del Re dell’Universo. Nel Concilio di Efeso del V secolo fu riconosciuto, contro le tesi di Nestorio, che Maria era la Theotókos, la madre di Dio. Da qui si fece anche spazio la prassi dell’incoronazione della Madonna. La devozione a Maria Regina dovrà però attendere il XX secolo per vedersi concretizzata in una vera e propria festa.
La festa di Maria Regina
Sarà Pio XII con l’Enciclica Ad Coeli Reginam, del 1954, a istituire per la prima volta la festa di Maria Regina dell’Universo fissandola il 31 maggio. “Non una nuova verità proposta al popolo cristiano”- spiegherà - perché “il fondamento e le ragioni della dignità regale di Maria, abbondantemente espresse in ogni età, si trovano già nei documenti antichi della chiesa e nei libri della sacra liturgia”. Papa Pacelli ne mise in rilievo i riferimenti: dalla Sacra Scrittura ai padri della Chiesa, dalla liturgia all’arte. Poi, dopo la riforma liturgica, venne spostata da Paolo VI al 22 agosto, otto giorni dopo la festa dell’Assunzione, a sottolineare la prossimità con la sua glorificazione corporea. E – da notare – era stato lo stesso Pio XII, nel 1950, a proclamare il dogma dell’Assunzione al Cielo di Maria.
Le tradizioni dell’incoronazione di Maria
L’incoronazione della Vergine Maria era un gesto molto sentito a livello popolare. Ad essere ritenuto il "primo inventore nell'incoronare solennemente le immagini della Madonna" è il cappuccino fra Girolamo Paulucci de Calboli da Forlì, vissuto a cavallo fra i ‘500 e il ‘600. Una tradizione che risentiva del clima post-tridentino e aveva un aspetto anche penitenziale in quanto la corona era spesso creata da oro e pietre preziose di cui i fedeli si spogliavano in segno di rinuncia alla vanità. Una tradizione importante che venne raccolta dai cappuccini e, poi, in particolare da Alessandro Sforza Pallavicino, conte di Borgonovo, che dispose un lascito al Capitolo di San Pietro in Vaticano per incoronare le più celebri immagini della Madonna. Queste, dunque, sono sole alcune tracce di una devozione molto sentita.
Il movimento che portò alla festa
E’ però agli albori del ‘900 che si fa sempre più strada il movimento che vuole la proclamazione di Maria Regina dell’Universo, a partire da tre congressi mariani di inizio secolo. A dare ulteriore impulso Pio XI che, a chiusura dell’Anno Santo del 1925, proclamò la festa d Cristo Re. Fu poi una donna, Maria Desideri, che negli anni’30 iniziò a Roma il movimento Pro regalitatae Mariae per raccogliere petizioni da tutto da tutto il mondo in favore di questa festa. Ed è proprio tutto questo percorso che porta alla decisione di Pio XII di istituire la festa liturgica. Un mese dopo, sempre nel 1954, Papa Pacelli pronuncerà un forte discorso in onore di Maria Regina prima di procedere ad una toccante preghiera e all’Incoronazione della Venerata Immagine di Maria “Salus populi Romani”. Sicuramente Pio XII ricordava l’aiuto ricevuto dalla Vergine che – invocata durante la Seconda Guerra mondiale - aveva risparmiato Roma da uno scontro finale fra tedeschi e alleati. Non a caso Pio XII fece del 1953 un anno mariano nel quale inaugurò quella tradizione di omaggio dei Papi a Maria, l’8 dicembre, che tutt’oggi è profondamente sentito.
Avvicinarci a Lei, renderci simili a Lei, permettere che Ella prenda possesso del nostro cuore e di tutto il nostro essere, che Ella viva ed operi innoi e per mezzo nostro, che Ella stessa ami Dio con il nostro cuore, che noi apparteniamo a Lei senza alcuna restrizione: ecco il nostro ideale.
Irradiare nell'ambiente, conquistare le anime a Lei,in modo tale che di fronte a Lei si aprano anche i cuori dei nostri vicini, affinché Ella estenda il proprio dominionei cuori di tutti coloro che vivono in qualunque angolo
della terra, senza riguardo alle diversità di razza, di nazionalità, di lingua, e altresì nei cuori di tutti coloroche vivranno in qualunque momento storico, sino alla fine del mondo: Ecco il nostro ideale. SK 1212
San Massimiliano Maria Kolbe
Marius,
Premesso che non si può mettere sullo stesso piano la vicenda personale di don Elia (e la sua scelta al momento obbligata di anonimato) con quella pubblica della FSSPX, certe sferzate potrebbero essere evitate anche perché, nonostante siano state reiterate non trovano per ora punti di incontro.
E perché non partire dalla considerazione che la perfezione che giustamente è nei nostri pensieri e desideri va pazientemente cercata e perseguita in noi e negli altri con la preghiera e l'impegno, ma non pretesa?
Reverendo,lei mette il dito nella piaga ma non la cura nel mio caso. Io ho fatto questa sua riflessione su Maria santissima e san Giovanni che stanno sotto la Croce. Devo dire che ritengo che san Giovanni pur fedele ancora non credeva alla risurrezione, in quanto lo dice egli stesso nel Vangelo, "vide e credette", mentre Maria era corredentrice e sapeva di esserlo, sapeva di dover bere quel calice fin dal concepimento di quel Figlio, x il bene dell'umanità, che lì accoglie come figli. Però la massa del popolo, tra cui sono io, sta gridando "a morte". Ora Gesù si è messo nelle nostre mani ma io posso anche non gridare "a morte", perché non mi va. Al processo alzo la mano, inutile senz'altro, x dire "è innocente". Non posso farne a meno. Io sono sotto la Croce del Corpo mistico ma non posso che additare i colpevoli e dire "Costui è figlio di Dio, voi siete i suoi traditori". Mi predicano un vangelo diverso, non posso tacere, e lo fanno i miei sacerdoti locali, il mio vescovo, colui che dovrebbe essere ponte tra Cielo e terra mi fa ponte con l'inferno (Fatima). Io non posso tacere, mi farei connivente della morte del Corpo. Però rifletto anche che ormai siamo al Sepolcro, io azzardo oltre e dico persino che siamo al Sepolcro vuoto. Ed allora è giusto gridare sui tetti "è risorto, non è qui". Le porte degli inferi non hanno prevalso sul Corpo che è vivo ma non è qui, non è nel vaticano: avvisate tutti, quelli hanno predicato un vangelo e sono anatema in base a san Paolo, sono anticristi in base a san Giovanni. No, non hanno prevalso, dico, perché siamo alla Risurrezione e lo grido forte a tutti: salvate le vostre anime, uscite da Babilonia, la gloria di Dio ha abbandonato il tempio (Ez., Dn.) ma Dio non abbandona i suoi figli, mai.
Ho letto l'ultimo commento di Mic e sono andata a leggermi il commento di Marius. Purtroppo , come scrive don Elia, mi ritrovo nella descrizione della gente che non sa più che pesci pigliare, ma devo anche dire che ho fatto il giro a 360°, partendo dai modernisti,ai difenzori di BXVI, ai lefevbriani,ai ricossiani,ai sedevacantisti, ai sedeplenisti del papa attuale nascosto,ritenendo l'una cum Belial sacrilego. Devo dire con dispiacere che non ho trovato soluzioni valide. Condivido al 100% quanto scrive, citato da Marius, don Elia, posizioni settarie onde lasciare sul trono chi non ci deve stare. Inoltre il farisaismo di alcuni mi ha fatto rimpiangere la misericordia dei modernisti purchè non annacquata in misericordina. E' giunta l'ora direi di chiarire le cose nei vertici, altra soluzione non esiste. Non ho problemi se si vuole a firmarmi.
@ Mic
"...anche perché, nonostante siano state reiterate non trovano per ora punti di incontro."
non trovano punti di incontro?
Con chi sono necessari punti di incontro?
Per l'anonimo delle 11,32
Attenzione, Dio non abbandona il Suo tempio (la Chiesa gerarchica); nella gerarchia non possiamo fare di ogni erba un fascio. Ci sono dei traditori e bisogna certamente additarli come tali (cosa che sto cercando di fare, nel mio piccolo, da quasi quattro anni); tuttavia la nostra parola e la nostra azione non devono essere determinate da reazioni carnali, ma da moventi soprannaturali. Abbiamo dunque il compito prioritario (a cominciare da me) di purificarci interiormente per eliminare le scorie, onde essere mossi non dalle nostre sofferenze umane, ma dall'amore di Dio.
Il soprannaturale appassiona troppo poco persino i credenti meno secolarizzati e genuini.
Purtroppo gli anni di confusione dottrinale stanno lasciando i loro strascichi anche in chi la confusione la vede tutta e la denuncia, ma poi si intestardisce nelle modalità umane di prevalere o di combattere.
Chi auspica azioni mondane di resistenza al potere sgradito sfrutta comunque il vangelo come un manifesto vanificando il contestare di farne prassi politico-sociale o pastoral-ecclesiale. Che sia di Cefa, di Apollo, di Giovanni o di Paolo rischia di cambiare poco.
Il cristiano trova in Maria un diverso modo di ottenere il massimo: la pienezza di grazia frutto dell'umiltà e del silenzio; e la regalità su Cielo e terra, anche sugli angeli che per natura sarebbero a lei superiori, ma che per grazia accettano l'onore che le spetta da Dio.
Se sappiamo solo parlare soprattutto di questo tempo, dei nostri spazi, delle nostre gesta, dei nostri meriti (veri o presunti) e dei nostri sforzi, forse non abbiamo ancora capito che la vita dell'anima è eterna, che Dio è eterno, che la grazia è increata.
Nell'ordine della creazione, che il peccato ha consegnato alla signoria del principe di questo mondo, le creature devono innanzitutto riconoscere che il Solo che ci può salvare è Cristo. Fare la "cosa giusta" è imitare Maria, riconoscendola regina e servendo Cristo Re.
La Chiesa che rende culto, adora e celebra i sacramenti è una realtà umana e soprannaturale, che ha ricevuto da Gesù il compito di attendere alla cura delle anime degli uomini. La chiesa che rende culto all'uomo, nei suoi vari partiti, prendendo partito e incapace di soprannaturale, preferisce al combattimento spirituale, uno scontro bellico tra uomini.
La battaglia del cristiano è spirituale (Efesini, 6): “La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti”.
Le tristi vicende ecclesiali ci consegnano testimonianze molto "carnali", anche contestando quelle di coloro che hanno destato e stanno destando maggior scandalo. Il primo vero combattimento, tutto spirituale, è nel purificare la nostra anima, detestando il peccato e affidandoci totalmente a Gesù, nell'umiltà e povertà di spirito di chi teme il Signore. Con questo desiderio di purificazione chiediamo -da creature- la grazia (increata) di vedere Dio creatore (puro spirito), nella beatitudine dei puri di cuore. Grazie Don Elia!
Grazie Sig.Tralcio .
Da una lunghissima asfissiante (della durata di mezz'ora) omelìa che doveva parlare della Madonna Assunta in cielo in anima e corpo e invece continuava a saltare di palo in frasca mi e' rimasto un interrogativo : "Io , chi mi credo di essere ? Non saro' mai una fiaccola ardente se non arrivero' ad amare il mio prossimo come Lei , se non faccio in modo di raggiungere con tutte le mie forze l'umilta' "dimora della carità" , come Lei " .
Cristo, dalla nascita fino alla morte in Croce, è impregnato di umiltà, perché pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se' stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se' stesso facendosi obbediente fino alla morte e morte di croce . L’umiltà, dimora della carità .
Sant’Agostino afferma: “Se mi chiedete che cosa vi è di più essenziale nella religione e nella disciplina di Gesù Cristo, vi risponderò: La prima cosa è l’umiltà, la seconda, l’umiltà, e la terza, l’umiltà” .
La vita cristiana consiste nell’identificazione con Cristo: soltanto nella misura in cui ci uniamo a Lui, siamo introdotti nella comunione con il Dio vivente, sorgente di ogni carità, e ci rendiamo capaci di amare le altre persone con il suo stesso amore .
Se l'anima mia a volte e' piena di inquietudine vuol dire che sono incentrato su me stesso . Non riesco a sottomettermi , ad accettare la completa dipendenza da Lui con completa liberta' . Devo ricorrere all'orazione alla Madonna affinché me l’insegni e mi dia forza.
L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore; perché ha guardato l’umiltà della sua serva
Se san Paolo avesse ragionato come il prudente "don Elia" non avrebbe mai
rimproverato apertamente e pubblicamente il Beato Pietro per il grave errore
nel quale era caduto nei confronti del Giudaismo, mantenendone
i riti; grave, perché avrebbe portato,
senza volerlo, alla fine del Cristianesimo, ancor prima di nascere, per
così dire, provocandone il rapido riassorbimento nel Giudaismo.
Chi critica la FSSPX non sa evidentemente separare l'aspetto oggettivo
da quello soggettivo della questione. Che ci possano essere sacerdoti
di quella Fraternità che mostrano atteggiamenti errati di tipo "rigoristico",
che fanno allontanare la gente, nulla toglie al fatto che quella
Fraternità è l'unica ad aver conservato l'insegnamento, la pastorale e la liturgia,
il Seminario della Chiesa di sempre, non alterata dai rivolgimenti provocati dal Concilio.
Senza mons. Lefebvre e la sua battaglia, senza la Fraternità, oggi la Messa
di Rito Antico sarebbe scomparsa da tempo. La sua estinzione era appunto
nei piani di Paolo VI, Bugnini etc. Dio, però, non lo ha permesso.
Bisognerebbe attenersi all'essenziale, anche nelle cose della fede.
Attenzione a non far rimare "umiltà" con "viltà".
La Madonna non fu crocifissa (fisicamente).
Domanda: in croce non c'è stata o c'è stata stando là, ai piedi del Figlio crocifisso?
Per me -dogma o no- stando lì, da mamma, è la Corredentrice.
Chi scambia l'umiltà con la viltà, può confondere la sua muta presenza con l'indifferenza.
Che la smania di pugnare faccia rima con provocare?
Quanti italiani sono ancora cattolici? Dai segni dei tempi, che sono evidenti, credo che i pochi italiani che si dichiarano ancora cattolici, tutti compresi, di ogni ordine, grado, tinta e genere sessuale, faranno la fine dei quattro capponi che si azzuffano mentre c'è chi si prepara a macellarli.
@ Mic
in attesa di capire quali siano i punti di incontro da te auspicati, aggiungo che evidentemente neppure io metto sullo stesso piano la vicenda personale semiclandestina di "don Elia" e la vicenda storica pubblica di Mons. Lefebvre.
Ho fatto questo rilievo solo per mostrare il controsenso di chi, da una posizione protetta dall'anonimato, lancia strali, o meglio colpi di scure, a chi ha sempre agito e tuttora agisce a viso aperto.
In ossequio almeno al buon senso, chi per motivi suoi vuol agire dietro le quinte, pur non trovandosi magari umanamente in sintonia come minimo dovrebbe dimostrare rispetto nei confronti di chi ci mette la faccia per la medesima sua causa nonché gratitudine (come ben mette in rilievo anonimo 24 agosto 2018 09:59) verso chi pagando di persona garantì e continua a garantire il salvataggio della Fede e della Liturgia tradizionali, di cui egli oggi usufruisce gratis. Affermazioni temerarie e oltraggiose come quelle da me riportate il 23 agosto 2018 00:32 (che non sono casi isolati) vanno in direzione platealmente opposta. E quel suo denunciare le divisioni proprio mentre egli stesso non fa che alimentarle stride parecchio.
"E perché non partire dalla considerazione che la perfezione che giustamente è nei nostri pensieri e desideri va pazientemente cercata e perseguita in noi e negli altri con la preghiera e l'impegno, ma non pretesa?"
Questa tua osservazione calza proprio a pennello per don Elia, l'autore del post proposto in lettura: se vi è qualcosa che, detto oggi fuori dalla mischia delle turbolente trascorse vicende storiche, idealmente poteva essere migliore, ben venga chi prega per questo e si impegna per dare testimonianza di buon esempio.
D'altra parte io, in qualità di commentatore, non faccio altro che mettere in risalto quanto dal mio osservatorio riesco a rilevare, come tutti sempre fanno. O forse nella linea editoriale del blog è sottinteso che quanto viene pubblicato deve essere soltanto osannato? Non mi pare.
in attesa di capire quali siano i punti di incontro da te auspicati
Intendevo e intendo semplicemente tra due persone che si conoscono e cercano di comunicare. Assodato che c'è un intoppo apparentemente insormontabile, forse è meglio aspettare un momento di incontro diretto.
La mia unica preoccupazione riguardo al blog è che quando certe discussioni si fanno insistenti e sul personale, si distoglie l'attenzione dal punto focale del tema proposto senza peraltro arrivare da nessuna parte.
Cara Mic, grazie per il tuo chiarimento.
Qui comunque non si tratta affatto di cose personali, ma chiaramente pubbliche, acuite dal fatto che don Elia sembra avere un grande seguito, e di conseguenza, dato il suo forte ascendente, le sue prese di posizioni influenzano di certo molte menti. Bisogna pure che lui sappia (visto che ogni tanto qui interviene, quindi legge) che certe cose non sono unanimemente approvate anche se sul suo blog cantano tutti in coro.
A me non sembra di avere insistito: ho fatto un unico intervento su un argomento mai toccato prima, e ora qui sto soltanto colloquiando con te. Non mi pare che la mia segnalazione abbia generato chissà quali reazioni monopolizzanti a catena, anzi ho piuttosto la sensazione di essere una voce solitaria nel deserto, ma quel che dovevo dire l’ho detto e per quanto mi riguarda quanto basta.
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