Gli ultimi tempi si sono caratterizzati per una serie impressionante di attacchi alla famiglia e alla vita umana a livello legislativo e prima ancora culturale. All’interno del mondo cattolico si sono levate voci che hanno denunciato questa situazione, e una delle più autorevoli è stata sicuramente quella del card. Carlo Caffarra (1938-2017), che ha difeso in modo appassionato la verità sull’uomo alla luce della fede e della retta ragione. Egli è stato, infatti, nel 1981 fondatore e primo preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli studi su Matrimonio e Famiglia, che doveva aiutare i cristiani a riscoprire la centralità della famiglia nella Chiesa e nella società.
Bene ha fatto l’editore Cantagalli a pubblicare gli scritti più recenti del cardinale, dal 2009 al 2017, che sono stati raccolti in volume da mons. Livio Melina, suo collaboratore e successore alla carica di preside dell’Istituto, e da don Alberto Frigerio. Nonostante siano testi composti in circostanze diverse (alcuni mai pronunciati a causa della morte), sono accomunati dal fatto di riguardare l’etica, la famiglia e la vita, temi che la Dottrina sociale della Chiesa annovera fra i principi non negoziabili, a causa della loro straordinaria rilevanza. Infatti la questione oggi più che mai decisiva e urgente è quella dell’humanum, ossia di cosa caratterizzi la persona umana. Quello che preoccupava il cardinale, e che si avverte con forza scorrendo le pagine del volume, è la crisi della verità circa l’uomo, dal momento che le visioni distorte della famiglia derivano da un’antropologia inadeguata e quindi falsa. Come scrive Melina nell’introduzione: “Il destino dell’uomo si gioca per lui soprattutto sulla questione della verità” (p. 12).
In questi scritti parla contemporaneamente il teologo e il pastore, la competenza dello studioso è unita, infatti, al grande desiderio del vescovo di trasmettere al suo popolo la bella proposta del Vangelo della famiglia. Come scrive nella prefazione l’attuale vescovo di Bologna, mons. Matteo Zuppi, “le due dimensioni in realtà si sono sovrapposte e in molte occasioni abbiamo visto come la sua formazione intellettuale lasciava spazio a quella del pastore che con tanta concretezza e efficacia sapeva con semplicità toccare il cuore dei suoi ascoltatori” (p. 10).
Il libro si articola in due parti, di cui daremo conto in estrema sintesi, senza pretesa di completezza, ma solo per dare al lettore un’idea della ricchezza e profondità degli interventi del cardinale. Nella prima, intitolata Fondamenti, i curatori hanno raccolto gli interventi, di taglio filosofico e teoreticamente più impegnativi, relativi alla fondazione dell’agire morale. Qui l’autore, dando prova della sua profonda conoscenza dell’etica, mette a confronto le diverse impostazioni morali che si sono succedute nel corso del pensiero occidentale, riassumibili in etica della prima e della terza persona. Mentre la prima pone al centro la persona che agisce e il suo bene (e ha in san Tommaso d’Aquino uno dei rappresentanti più insigni), la seconda, divenuta la matrice prevalente a partire dall’età moderna, assume una concezione utilitaristica della ragione, mettendo fra parentesi o dichiarando impossibile la definizione di una verità universalmente condivisibile circa il bene. Il passaggio dalla prima alla seconda prospettiva ha avuto come conseguenza che “la modernità ha perso le ragioni ultime per acconsentire ai suoi stessi principi e valori” rendendo “l’assetto democratico della nostra società sempre più fragile” (p. 58). Il cardinale passa a denunciare con preoccupazione la grave crisi in cui versa l’etica contemporanea, che è sotto gli occhi di tutti e i cui sintomi sono: l’assenza di limiti all’uso della tecnica (una sorta di imperativo tecnologico), un mercato concepito in modo sempre più capitalistico, l’enfasi assunta dai diritti soggettivi, l’emergenza educativa e, infine, la deriva emozionalistica degli affetti.
Insistente è l’appello dell’Autore a non ridurre la ragione pratica dell’uomo alla sola razionalità tecnica. Non si tratta di disistima nei confronti della prima, dal momento che entrambe hanno come scopo il bene della persona. Il fatto è che una tecnica non subordinata all’etica, o in altri termini una scienza senza sapienza, rischia di diventare pericolosa per l’uomo stesso e per il cosmo. Il problema è che l’attuale paradigma individualistico e utilitaristico ha invertito tale rapporto, comportando “il sequestro della ragione etica da parte della ragione tecnica (p. 92).
Occorre superare urgentemente la crisi della verità sull’uomo, riguadagnando un nuovo umanesimo, che trovi la sua chiave in una concezione relazionale di uomo in tutte le accezioni, a cominciare dal rapporto con il Padre. La verità dell’uomo non sta nell’essere un individuo, ma nell’essere una persona, ossia un soggetto in relazione, e questo è stato storicamente reso possibile dal Vangelo, che ha prodotto la categoria di persona, che è insieme metafisica, etica e giuridica (p. 119).
Nella seconda parte Matrimonio e famiglia, sono i temi legati all’amore umano secondo la visione cristiana a costituire il cuore delle riflessioni del cardinale. Il matrimonio corrisponde alla natura sociale della persona, ben espressa dal passo della Genesi: “non è bene che l’uomo sia solo” (Gn 2, 18). Una concezione antropologica adeguata è quella che vede la persona come soggetto costitutivamente relazionale (lo stesso dimorfismo sessuale è una testimonianza a riguardo), chiamata a realizzarsi nella communio personarum della coniugalità, da cui nasce la famiglia. Quest’ultima non soltanto è il luogo dove avviene la procreazione, ossia la generazione e l’accoglienza della vita umana, ma è anche il luogo generativo fondamentale della differenza sessuale (p. 230).
In questa sezione vengono anche delineate e affrontate le urgenti sfide pastorali suscitate dalle teorie contemporanee, che considerano matrimonio e famiglia delle costruzioni puramente convenzionali, smontabili e rimontabili secondo modalità nuove (basti pensare alla cosiddetta teoria del gender, affrontata in alcuni testi). Ci troviamo davanti, usando le parole dell’autore, non soltanto alla privatizzazione del matrimonio, ma alla sua decostruzione. Questa è la sfida principale lanciata dal mondo occidentale alla Chiesa cattolica. A questo riguardo nel libro è contenuta la testimonianza del cardinale circa la lettera ricevuta da suor Lucia di Fatima, che gli preannunciava che lo scontro decisivo tra satana e il regno di Cristo sarebbe stato sul matrimonio e sulla famiglia.
Ciononostante in nessun momento egli cede alla rassegnazione o allo scoramento. Il cristiano deve realisticamente riconoscere la lotta in corso e prendervi parte annunciando il Vangelo della vita e della famiglia (“il più urgente dovere della Chiesa oggi è di annunciare il Vangelo del matrimonio sine glossa, sine glossa, sine glossa” [sic] p. 262). La rinuncia alla lotta è la scelta sbagliata, sia che prenda la forma del ritiro nel privato (quella che il cardinale chiama la “scelta delle catacombe”) sia che assuma la forma dell’accomodamento con la modernità (“scelta del progressismo”). La strada da seguire è quella della testimonianza, che significa tanto annunciare la verità sull’uomo sapendo che si basa su “evidenze originarie” accessibili anche alla retta ragione, quanto mostrare al mondo la bellezza, e quindi la desiderabilità, di una vita coniugale e famigliare vissuta in modo conforme al Vangelo della vita.
In conclusione, i testi contenuti nel volume sono gioielli di chiarezza e profondità, da leggere e meditare. In essi il card. Caffarra ha profuso la sua esperienza e sapienza. Uomini di Chiesa così sono una benedizione perché guidano a contemplare la bellezza del disegno di Dio, creatore e redentore, sull’uomo. Di questo sguardo il card. Caffarra è stato un maestro e un testimone, dando la sensazione a chi si accosta alle sue pagine di essere davanti ad un padre della Chiesa del nostro tempo.
Alessandro Cortese - Fonte
Carlo Caffarra – a cura di L. Melina e A. Frigerio, Scritti su Etica, Famiglia e Vita del cardinale Caffarra, Cantagalli, Siena 2018, 316 pagine
11 commenti:
"...Come scrive nella prefazione l’attuale vescovo di Bologna, mons. Matteo Zuppi,..."
Per me rimane un mistero il motivo per cui per presentare una bravissima persona si cerchi l'accreditamento di un altra che non lo è.
Deve essere un male comune perché serpeggia anche in questo blog; la spiegazione che qui mi sono data è che la redazione voglia portare il lettore al pieno e consapevole discernimento attraverso il disgusto. Certa non ne sono però.
Irina, la redazione prende i testi che vengono segnalati così come sono. E non mancano, come rilevi, strane commistioni.
È il nostro tempo bellezza!
Effettivamente il problema è che, se noi abbiamo gli anticorpi, non tutti li hanno. Ma l'importante è continuare a fare i dovuti distinguo. Non risolve, ma argina. E cos'altro possiamo fare?
Avanti, Savoia!
Rod Dreher riprende il blog di un sacerdote inglese che accusa la Chiesa Cattolica del Regno Unito di essersi arresa alle pressioni governative per obbligare i genitori cattolici all’indottrinamento dei propri figli ad una sessualità disinibita e all’ideologia gay nelle scuole inglesi, anche cattoliche.
Dice il Rev. Jules Gomes:
“Le autorità cattoliche (la Conferenza Episcopale Cattolica ) in Inghilterra (e Galles) hanno appoggiato entusiasticamente le nuove leggi del governo sull’“Educazione alle Relazioni e alla Sessualità” (RSE) che annullano i diritti dei genitori, normalizzano il matrimonio tra persone dello stesso sesso e il transgenderismo per bambini di appena quattro anni.
https://www.theamericanconservative.com/dreher/english-catholic-church-surrenders/
Ispirazione per un sabato di maggio 🌹
O Maria, nostra cara Madre, nostra amabile Maestra, nostra potente e gloriosa Sovrana, Tu che sei la mistica Sposa dello Spirito Santo e la tesoriera dei suoi sette sacri doni, ottienici la grazia di essere liberati dalla vanità dello spirito del mondo, dall'impurità dello spirito della carne, dalla superbia dello spirito del demonio, affinché da Te trasformati in perfette immagini del Signore e Fratello nostro, Figlio tuo Gesù Cristo, non pensiamo, non parliamo e non operiamo se non guidati dallo Spirito Santo, del quale ti preghiamo renderci degni templi come Tu lo sei nei secoli dei secoli.
Tu, Sede della Sapienza, Madre dell'Eterno Consiglio, Reggia di Luce, ottienici in questo santo mese di maggio a Te dedicato, la grazia di conoscere perfettamente noi stessi e di guardare - se possibile - alle nostre anime con gli occhi di Dio stesso, al fine di aver piena contezza di ogni nostra colpa, di provarne vivo dolore e perfetta contrizione, così che l'Issopo vivente, l'Agnello di Dio immolato per le nostre iniquità, possa aspergerci del Sangue e dell'Acqua del suo Cuore trafitto, rendendoci più bianchi della neve.
Servus Mariae
Hoc tenete, ovile Christi esse catholicam Ecclesiam. Quicumque vult intrare ad ovile, per ostium intret, Christum verum praedicet. Non solum Christum verum praedicet, sed Christi gloriam quaerat, non suam: nam multi quaerendo gloriam suam, oves Christi sparserunt potius quam congregaverunt. Humilis est enim ianua Christus Dominus: qui intrat per hanc ianuam, oportet humiliet se, ut sano capite possit intrare. Qui autem se non humiliat, sed extollit, per maceriam vult ascendere: qui autem per maceriam ascendit, ideo exaltatur ut cadat.
(Tenete per certo che l'ovile di Cristo è la Chiesa cattolica. Chiunque vuole entrare nell'ovile, entri per la porta e riconosca colui che è il vero Cristo. E non solo riconosca colui che è il vero Cristo, ma cerchi la gloria di Cristo, non la propria; molti, infatti, cercano la propria gloria, e invece di raccogliere le pecore di Cristo, le hanno disperse. Cristo nostro Signore è una porta bassa: è necessario che chi entra per questa porta si abbassi, se vuole entrare con la testa sana. Chi invece di abbassarsi si innalza, vuole entrare per il muro; e chi sale attraverso il muro, sale per precipitare giù.). Ad Maiorem Dei gloriam!
“Solo un cieco può negare che nella Chiesa ci sia grande confusione”
cardinale Caffarra
Bergoglio continua il tiro incrociato della sua campagna elettorale...
L'Economia secondo Bergoglio
Ora, anche... economista e imprenditore! Ha pure, la spudoratezza di fare riferimento a San Francesco d'Assisi! Il suo programma di Economia, prescinde dalla nazionalità e dal credo religioso!
Tutt'insieme appassionatamente!
"Il disegno di Dio" è la fratellanza universale! Peccato che non tutti condividano il "disegno" del suo Dio!
https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2019-05-11/il-papa-convoca-giovani-economisti-e-imprenditori-ad-assisi-un-patto-cambiare-economia-125015.shtml
Per me rimane un mistero il motivo per cui per presentare una bravissima persona si cerchi l'accreditamento di un altra che non lo è.
Dev'essere il solito "non essere divisivi". Ovvero cercare di mettere insieme tutto e il contrario di tutto. Va anche detto che un'introduzione non assonante con un testo non vale niente e non ha alcun effetto.
Ma la vera giustizia è solo in quello Stato, se pure si può chiamare così, fondato e retto da Cristo, giacché è innegabile che esso sia cosa del popolo [e non di una fazione o di un tiranno]. Se poi questo termine, che nel mondo pagano, riceve una diversa accezione, dovesse sembrare piuttosto lontano dall’uso del nostro linguaggio, certamente si può dire che la vera giustizia è in quella città della quale la Sacra Scrittura proclama: Di te si dicono cose stupende, città di Dio.
- Sant’Agostino, De civitate Dei, II,21
Microsoft lancia il correttore "gender". Se su word si scrive qualche parola considerata "offensiva", il correttore suggerirà la traduzione automatica. Una volta c'erano Hitler e Stalin a ordinare come si doveva parlare. Oggi c'è il politicamente corretto
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