Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 31 maggio 2019

Venerdì 31 maggio. La Preghiera di Riparazione

Ricordiamo che oggi, venerdì, è il giorno dedicato alla Preghiera di Riparazione secondo le modalità, complete delle Litanie del Sacro Cuore, che trovate qui.
Rimaniamo fedeli al nostro impegno nella preghiera di riparazione e continuiamo a pregare perché sia sventata l'introduzione della cosiddetta Messa ecumenica, che vanifica il Santo Sacrificio. Per non parlare dei cambiamenti di paradigma che usano il funambolismo linguistico per condurre verso rivoluzionari orizzonti inesplorati fuori dalla Via maestra.
Preghiamo anche per come viene contristato il Signore nel nostro Paese e nel degrado ingravescente che lo attanaglia e per tutti i problemi in attesa di soluzione in un agone politico esasperato e attraversato da molte dinamiche contrapposte.
Invochiamo Cristo Signore che ci ha ammonito che “senza di Lui non possiamo far nulla” (Gv 15, 5) e chiediamo l'intercessione della Vergine, Madre Sua e nostra, perché voglia stornare tutti i pericoli, i mali e le insidie in tutti gli ambiti del vivere civile e religioso dove Lui possa tornare a regnare. Preghiamo anche perché il Signore voglia presto darci Santi Pastori che possano guidare i fedeli in questa epoca di smarrimento, di confusione e di empietà e sostenga coloro che si espongono con parresìa.

Riflessione settimanale:
Dal «Commento alla prima lettera di Giovanni»
di Sant'Agostino, vescovo
(I, 2)
Sposalizio tra il Verbo e la carne

2. Noi abbiamo veduto e siamo testimoni (1 Gv. 1, 2). Forse alcuni di voi, fratelli, ignari di greco, non sanno quale significato ha in greco il termine "testimoni", termine comunissimo entrato nel vocabolario religioso. Il greco chiama "martiri" quelli che noi latini diciamo "testimoni". E chi mai non sentì parlare di martirio? Su quali labbra di cristiano non risuona ogni giorno il nome dei martiri? Potesse quel nome stabilirsi anche nel nostro cuore, tanto da farci imitare le sofferenze dei martiri e non mettere invece sotto i piedi i loro esempi. Per questo Giovanni ci ha detto: "Noi abbiamo veduto e siamo testimoni": noi abbiamo veduto e siamo martiri. Essi, dando testimonianza sia di quanto videro come di quanto udirono da coloro che erano stati testimoni oculari, sopportarono tutte le sofferenze del martirio, perché quella testimonianza spiacque agli uomini contro i quali era diretta. I martiri sono i testimoni di Dio. Dio volle avere come suoi testimoni gli uomini, affinché a loro volta gli uomini avessero come loro testimone Dio stesso.
"Abbiamo veduto - dice Giovanni - e siamo testimoni". Dove videro? Nella sua manifestazione. Che significa nella sua manifestazione? Nel sole, cioè in questa luce visibile. Ma colui che fece il sole, come poté essere visto nel sole, se non perché egli "ha posto nel sole la sua tenda e, quale sposo che esce dal talamo, balzò innanzi, come un gigante, verso la sua meta" (Sal. 18, 6)? Chi fece il sole e prima del sole, prima della stella del mattino, prima degli astri tutti, prima di tutti gli angeli. Egli è il vero creatore, poiché: " Tutto per mezzo di lui fu fatto e senza di lui niente fu fatto" (Gv. 1, 3); ma perché anche con quegli occhi della carne che vedono il sole egli potesse essere visto, pose la sua dimora nel sole stesso, manifestò cioè la sua carne nel chiarore di questa luce terrena. L'utero della Vergine fu la sua stanza nuziale, poiché è là che si sono uniti lo Sposo e la sposa, il Verbo e la carne. Poiché sta scritto: " E saranno i due una sola carne" (Gen. 2, 24); ed anche il Signore dice nel Vangelo: "Dunque non sono due, ma una sola carne" (Mt. 19, 6). Molto opportunamente Isaia ricorda che quei due sono un solo essere; parlando in persona di Cristo dice: "Egli pose sul mio capo una mitra come al suo sposo e mi arricchì di un ornamento come la sua sposa" (Is. 61, 10). Qui, come si vede, è uno solo che parla e si dichiara insieme sposo e sposa, poiché non sono due, ma una sola carne. E ciò avviene perché "il Verbo si è fatto carne ed abitò tra noi". La Chiesa si unisce a quella carne, e si ha così il Cristo totale, capo e membra.

2 commenti:

fabrizio giudici ha detto...

Da riparare anche questo:

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/verona-rubate-reliquie-francesco-e-giacinta-i-pastorelli-1704093.html

Si noti che c'è perplessità sul fatto che il furto sia avvenuto per guadagnarci qualcosa...

Bell'articolo sull'Ascensione.. ha detto...

Predicando il 1 ° giugno 444 San Papa Leone I "il Grande" disse,

"Davvero è stata una grande ed indescrivibile fonte di gioia quando, agli occhi delle moltitudini celesti, la natura del nostro genere umano è ascesa sulla dignità di tutte le creature celesti, per passare gli ordini angelici e per elevarsi oltre le altezze degli arcangeli . Nella sua ascensione non si fermò a nessun'altra altezza finché questa stessa natura non fu ricevuta nella sede dell'eterno Padre, per essere associata sul trono della gloria di quell'Unità alla cui natura era unita nel Figlio. "

Deus, cuius Filus hodie in caelos,
Apostolis astantibus, ascendit,
concede nobis, quaesumus,
ut secundum eius promissionem
et ille nobiscum semper in terris
et nos cum eo in caelo vivere mereamur.

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