Ora vengo a Te, o unica Vergine Madre di Dio; mi prostro dinanzi a Te, o unica che abbia operato l’Incarnazione del mio Dio; mi umilio al Tuo cospetto, o unica che sia diventata Madre del mio Signore. Supplico Te, o unica ad esserti fatta Ancella del Figlio Tuo, di ottenere che siano cancellate le azioni del mio peccato, di comandare che io sia purificato dall’iniquità del mio operare, di farmi amare la gloria della Tua verginità, di rivelarmi l’immensità della dolcezza di Tuo Figlio, di darmi di esprimere e difendere l’autenticità della fede nel Figlio Tuo. Concedimi anche di aderire a Dio e a Te, di servire il Figlio Tuo e Te, di sottomettermi al Tuo Signore e a Te: a Lui come al mio Creatore, a Te come alla Genitrice del mio Creatore; a Lui come al Signore delle potenze, a Te come all’Ancella del Signore di tutte le cose; a Lui come a Dio, a Te come alla Madre di Dio; a Lui come al mio Redentore, a Te come a colei che ha operato la mia redenzione.
Infatti ciò che ha operato nella mia redenzione, lo ha formato dalla verità della Tua persona. Per farsi mio redentore, è stato Tuo figlio. Per farsi prezzo del mio riscatto, si è incarnato dalla Tua carne. Il corpo nel quale ha guarito le mie ferite, lo ha prodotto dalla Tua carne tale da poter essere ferito. Per eliminare la mia morte, ha tratto un corpo mortale dal corpo della Tua mortalità. Per cancellare i miei peccati, il corpo che ha ricevuto da Te lo ha preso senza peccato. La mia natura, che per me, in Sé precursore, ha collocato nel suo regno, nella gloria del trono paterno, al di sopra degli angeli, l’ha assunta, abbassatosi, dalla verità del Tuo corpo. Per questo io sono Tuo servo, perché Tuo Figlio è il mio Signore. Per questo Tu sei la mia Signora, perché Tu sei l’Ancella del mio Signore. Per questo io sono servo dell’Ancella del mio Signore, perché Tu, mia Signora, sei diventata Madre del Tuo Signore. Per questo io mi son fatto Tuo servo, perché Tu sei diventata la Madre del mio Creatore.
Ti prego, Ti prego, Santa Vergine: che io abbia Gesù da quello Spirito per opera del quale Tu hai generato Gesù. La mia anima accolga Gesù mediante quello Spirito grazie al quale la Tua carne ha concepito Gesù medesimo. Mi sia possibile conoscere Gesù in virtù di quello Spirito dal quale Ti venne il conoscere, possedere e partorire Gesù. Che, pur nella mia bassezza, io possa parlare in modo eccelso di Gesù in quello Spirito in cui professi di essere l’Ancella del Signore, desiderando che Ti sia fatto secondo la parola dell’angelo. Che io possa amare Gesù in quello Spirito nel quale Tu lo adori come Signore, lo guardi come Figlio. Che io possa temere questo Gesù in modo tanto vero quanto è vero che Egli stesso, pur essendo Dio, era sottomesso ai suoi genitori (cf. Lc 2, 51; sant’Ildefonso di Toledo, De virginitate perpetua Sanctae Mariae, 12).
Chi ha ricevuto l’eccelso privilegio di conoscere il Cuore Immacolato di Maria, giardino di delizie dell’Altissimo, aspiri a dimorare in Esso per operarvi ogni cosa. Quale merito avremmo mai potuto accampare per ottenere un simile favore, in un’epoca in cui quel Cuore è tanto negletto e trascurato proprio da chi dovrebbe diffonderne la necessaria devozione? Nessuno: è per pura benevolenza divina che siamo stati oggetto di questa elezione a seguire la via indicata dal Cielo per attraversare incolumi la peggiore crisi che la Chiesa abbia mai conosciuto, nonché il supremo pervertimento della società civile. È stata Lei a sceglierci, senza che noi Le offrissimo particolari motivi per farlo, anzi nonostante tutti i nostri peccati e le nostre indifferenze. È stata Lei a suscitare un uomo che Le affidasse le sorti del nostro Paese, malgrado il suo stato ancora imperfetto dinanzi a Dio. È Lei che sta raccogliendo il Suo esercito di piccoli apostoli per questi tempi finali. Potremmo forse astenerci dal dare una risposta piena e incondizionata al Suo appello?
A questo fine, però, è indispensabile una perfetta unione a Gesù, la quale presuppone a sua volta una totale purificazione dell’anima e della vita. Non è affatto un traguardo impossibile o riservato a pochi, bensì un obiettivo che la devozione al Cuore Immacolato rende molto più facile raggiungere. Compiere ogni cosa in Esso è una via agevole e sicura per ripulire il proprio cuore dai sentimenti estranei a Dio, che con Esso sono incompatibili, per rendersi attenti alla voce del Signore e alle mozioni dello Spirito Santo, per correggere vizi radicati e passioni disordinate, per agire in modo conforme al Santo Vangelo, per esercitare le virtù teologali e cardinali… in una parola, per crescere nella santità. San Luigi Maria Grignion de Montfort [qui - qui], nostro patrono, lo aveva ben compreso; proprio per questo insegnò la consacrazione a Maria quale mezzo infallibile per rinnovare e vivere appieno le promesse battesimali. È dagli scritti di sant’Ildefonso († 667) che assorbì lo spirito della schiavitù mariana, imparando così a porsi a completo servizio della Madre celeste.
Meditiamo a fondo, allora, la mirabile preghiera che il Vescovo di Toledo pone a conclusione del trattatello da lui composto per difendere la verginità perpetua della Madre di Dio. Non ci sembrino eccessive le sue affermazioni: ben lungi dall’essere una donna comune, la Vergine è davvero una creatura assolutamente unica, non solo per ciò che l’onnipotenza divina ha operato in Lei, ma anche per ciò che Ella stessa ha compiuto in piena libertà e consapevolezza. Indubbiamente l’Incarnazione e la Redenzione non potevano esser realizzate se non dalla Trinità santissima; la Madonna, tuttavia, è l’unico essere creato che abbia prestato la propria opera perché quel disegno sublime si potesse adempiere. Dio ha voluto che l’intero mistero della salvezza dipendesse dal Suo consenso e dalla Sua materna cooperazione; in tal modo ha stabilito con Lei un legame strettissimo e indissolubile, una parentela sublime che L’ha elevata al di sopra di tutte le gerarchie angeliche, seconda soltanto a Suo Figlio, quale Regina del cielo e della terra.
È giusto e doveroso, dunque, che La onoriamo quanto più ne siamo capaci, anche perché tutti gli onori a Lei rivolti ridondano su Colui che da Lei ha assunto quella natura umana per cui mezzo ci ha salvati soffrendo e morendo per noi. I nostri elogi, in realtà, quand’anche assommassero quelli che tutti i Santi Le hanno indirizzato nel corso della storia cristiana, rimarrebbero sempre insufficienti; ma non per questo dobbiamo trattenerci dal lodarla, purché ci sforziamo di far corrispondere le azioni alle parole. È soprattutto con la vita che dobbiamo renderle gloria, accantonando ciò che La rattrista e praticando le Sue virtù. Così, a poco a poco, ci conformeremo dolcemente a Cristo, nostro amato Salvatore; servendo Lei, serviremo Lui in modo sempre più perfetto. Solo così la nostra difesa della fede risulterà credibile e convincente, toccherà i cuori più induriti attirandoli soavemente alla verità, schiuderà con delicatezza gli occhi bendati dalla menzogna, farà brillare quella luce gentile che ogni uomo inconsapevolmente cerca, comunicherà quell’amore che non è dato trovare nel mondo, poiché scaturisce dal cuore del Dio uno e trino.
Facciamo nostra l’ardente invocazione finale di sant’Ildefonso al fine di ottenere dalla Mediatrice di tutte le grazie, la quale è un tutt’uno con l’unico Mediatore, l’attiva presenza in noi dello Spirito Santo perché ci renda capaci di accogliere Gesù nel cuore in modo rinnovato, così che possiamo conoscerlo sempre più intimamente, possederlo sempre più pienamente, formarlo nel nostro essere sempre più compiutamente, amarlo sempre più perfettamente, farlo conoscere e amare da sempre più persone… L’amantissima Tesoriera del cielo, avendo concorso in modo essenziale ad acquisire tutti i beni della salvezza, ne dispone come vuole in qualità di sovrana onnipotente cui persino il Figlio di Dio obbedisce, come già Le obbedì sulla terra. La nostra mente non può che smarrirsi nella contemplazione di tale mistero di insondabile e immeritata misericordia che trabocca oltre ogni immaginazione: non bastava che il Dio-uomo, soffrendo per i peccatori un’acerbissima Passione, si facesse sorgente inesauribile di grazia e di perdono? No: è stato pure fabbricato il canale che li riversasse su di noi, così noncuranti del nostro destino eterno e insensibili all’infinito Amore. Gareggiamo allora nel compiacere la nostra Regina e corriamo a Lei per qualsiasi necessità con incondizionata fiducia.
3 commenti:
«Ave maris stella,
Dei Mater alma
atque semper virgo
felix coeli porta.
Sumens illud ave
Gabrielis ore
funda nos in pace
mutans Evae nomen.
Solve vincla reis,
profer lumen caecis,
mala nostra pelle,
bona cuncta posce.
Monstra te esse matrem,
sumat per te preces
qui pro nobis natus
tulit esse tuus.
Virgo singularis
inter omnes mitis,
nos culpis solutos
mites fac et castos.
Vitam praesta puram,
iter para tutum
ut videntes Jesum
semper collaetemur.
Deo Patri sit gloria
summo Christo decus,
et Spiritui Sancto
tribus honor unus.
Amen.»
1° GIUGNO: PRIMO SABATO DEL MESE, COMUNIONE RIPARATRICE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
«O mia Signora, Santissima Madre di Dio e piena di grazia, oceano inesauribile delle divine grazie, distributrice di tutti i beni, Signora di tutte le cose dopo l'Augustissima Trinità, altro Consolatore dopo lo Spirito Santo, e Mediatrice di tutte le grazie presso lo stesso Mediatore, guarda alla mia fede e al mio desiderio divinamente ispirato. Non disprezzare la mia indegnità, e la bruttura delle mie azioni non interrompa la tua misericordia, o Madre di Dio; niente mi è miglior trofeo che il tuo aiuto. Tu infatti cancellasti ogni lacrima dalla faccia della terra; Tu colmasti le creature di ogni genere di benefici: alle celesti portasti la letizia, alle terrene la salvezza. Per Te abbiamo la certissima tessera della nostra risurrezione; per Te speriamo di conseguire il regno celeste; da Te proviene ogni gloria, onore e santità che dallo stesso primo Adamo fino alla consumazione dei secoli, fu concessa e si concederà agli Apostoli, ai Profeti, ai giusti e agli umili di cuore; perciò in Te, o piena di grazia, gode ogni creatura.
Noi che siamo così poveri dei doni divini, mentre per Te, o Maria, conosciamo le ricchezze della benignità a noi offerta, diciamo fidenti: La terra è piena della misericordia del Signore. Rigettati da Dio per la moltitudine dei nostri peccati, per Te lo ricerchiamo, lo ritroviamo, e siamo salvi. Prestaci dunque, o Madre di Dio, il potente tuo aiuto per ottenere la salute, e ottienici quello del Tuo Figlio, unico Mediatore necessario presso Dio. Infinita è infatti la Tua magnificenza, inesauribile la Tua bontà nel soccorrere i bisognosi, sconfinato il numero dei Tuoi benefici. Nessuno consegue la salute se non per Te, o Santissima; nessuno è liberato dai mali, se non per Te, o Immacolatissima; nessuno, se non per Te, o Castissima, ottiene grazie; nessuno se non per Te, o onoratissima, ottiene misericordia. Perciò, chi non Ti predicherà beata? Te, che dallo stesso Figlio e Dio Tuo, fosti arricchita di tanti doni, dirò gloriosa e beata, e ti loderò con tutte le generazioni.
Intendi, o uomo, il consiglio di Dio, conosci il consiglio della sapienza, il consiglio della pietà. Volendo ristorare la terra con celeste rugiada, Iddio profuse tutta l'acqua delle nubi: volendo redimere il genere umano, radunò tutto il prezzo in Maria. Perché questo? Forse perché Eva fosse scusata per mezzo della sua figlia, e l'accusa dell'uomo contro la donna fosse in seguito mitigata. Perché Adamo non dicesse più oltre: la donna che mi hai dato mi porse del frutto proibito, ma dicesse piuttosto: la donna che mi hai dato mi cibò di un frutto benedetto. Piissimo consiglio che ne nasconde però un altro, e questo non è ancor tutto. Più profonda dunque volle che fosse la nostra devozione verso Maria Colui che pose in Lei la pienezza di ogni bene, affinché, se troviamo in noi un po' di speranza, di grazia o di salute, riconosciamo che ci viene da Lei. Veneriamo dunque Maria con tutto il cuore e con tutti gli affetti nostri; perché questa è la volontà di Dio, il quale volle che tutto avessimo per Maria. Questa, dico, è la volontà di Dio, ma per noi».
(Officiatura della Festa di Maria Mediatrice di tutte le grazie, fissata su richiesta del Card. Mercier Primate del Belgio al 31 maggio da Papa Benedetto XV nel 1921, spostata al 31 agosto a seguito dell'istituzione della Festa di Maria Regina ad opera del ven. Papa Pio XII nel 1954)
Il meraviglioso testo citato da Servus Mariae è tratto da un sermone di san Bernardo di Chiaravalle (In Nativitate B.Mariae, 6).
Grazie di averlo citato.
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