Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 6 gennaio 2020

Il lato oscuro, barbaro e diabolico, del culto della Madre Terra ce lo nascondono sempre

Per tenere desta la necessità di stare in guardia - mentre in generale non sembrano riconosciuti gli effetti preternaturali dell'inaudito scempio - riprendo di seguito, riunificandoli, i commenti di Paolo Pasqualucci in una delle recenti discussioni sull'idolatria scaturita dal Sinodo per l'Amazzonia [ampia documentazione qui], che ci sconvolgerà finché non avverrà la riparazione più adeguata: l'esorcismo evocato dal card. Burke [vedi]... E ricordo, per chi ha interesse ad approfondire, il ponderoso saggio [qui]

Il lato oscuro, barbaro e diabolico, del culto della Madre Terra
ce lo nascondono sempre 
La credenza nella Terra Madre è tipica di popoli ad uno stadio ancora molto primitivo. Visione panteistica e animistica della natura, si vedeva il "divino" in ogni aspetto della natura. Al punto da non saper distinguere tra paternità e maternità.
"Di primaria importanza è l'idea che i figli non sono generati dal padre, ma che, a uno stadio più o meno avanzato del loro sviluppo, vengono a collocarsi nel ventre materno in seguito al contatto della donna con un oggetto o un animale dell'ambiente cosmico circostante"(M. Eliade, Trattato di storia delle religioni, tr. it., Bollati-Boringhieri, Torino, rist. 2007, p. 219).
Terra Madre - Dea della vegetazione e dei raccolti - rigenerazione simile al processo naturale vegetale mediante restituzione alla terra : "L'inumazione dei bambini morti è un rituale spiegabile con questa stessa credenza nella Terra-Madre. Gli adulti erano bruciati, i bambini invece sepolti, perché tornassero nel seno materno e potessero più tardi rinascere. Terra clauditur infans [Giovenale, XV, 140 - Eliade].[...] Fra gli Andamanesi i bambini sono sepolti sotto il focolare della capanna. Va ricordato anche il seppellimento 'in posizione embrionale', frequente presso molti popoli, su cui torneremo esaminando la mitologia della morte. Vien data al cadavere una forma embrionale affinché la Terra-Madre possa metterlo al mondo per la seconda volta. In certi luoghi si fa alla dea tellurica l'offerta di bambini seppelliti vivi; così in Groenlandia, se il padre è gravemente ammalato, si seppellisce il bambino; in Svezia furono sepolti vivi due bambini durante un'epidemia di peste; presso i Maya si facevano questi sacrifici quando imperversava la siccità"(op. cit., pp. 226-7).

Accanto alle offerte animali o vegetali alla Madre Terra spuntavano sempre fuori offerte nella forma di sacrifici umani, comunque intesi. Culti e Riti, dunque, diabolici.

Il culto mirava sempre "a garantire la rigenerazione delle forze della natura". Il primitivo non viveva affatto un rapporto armonioso e felice con la natura, come cercano di farci credere oggi. Era terrorizzato dai fenomeni naturali e dall'idea che la natura cessasse di produrre i suoi beni per lui...
"L'uomo primitivo vive nel timore incessante di veder esaurite le forze utili che lo circondano. La paura che il sole si spenga definitivamente nel solstizio invernale, che la luna non sorga più, che la vegetazione scompaia etc., ecco il suo tormento per migliaia d'anni. Di fronte a qualsiasi manifestazione della "potenza", la medesima inquietudine lo stringe: questa potenza è precaria, rischia di esaurirsi. Il timore è particolarmente angoscioso nei riguardi delle manifestazioni periodiche della "potenza", come la vegetazione che, nel suo ritmo, ha momenti di apparente estinzione. E l'angoscia è più acuta quando il dissolversi della "forza" sembra dovuto all'intervento dell'uomo: il raccolto delle primizie, la mietitura etc. In questo caso si offrono i sacrifici chiamati "primizie"..."(Eliade, op. cit., p. 317).
I sacrifici umani, legati a tutti questi culti, si spiegano in gran parte tenendo presente questa mentalità, primitiva e incolta, appunto, incapace di un rapporto razionale con la natura, che sentiva sempre il bisogno di placare gli dèi con i sacrifici più sanguinosi. In questi culti agrari e della fertilità, connessi sempre all'adorazione della Madre Terra, c'era poi anche i risvolto erotico di massa per così dire, lo scatenarsi della sensualità collettiva nelle orge connesse a questi culti, durante le quali l'accoppiarsi di maschi e femmine come le bestie "sulla terra in primavera, p.e. in Cina, dipendeva dalla convinzione che il loro gesto contribuisse alla rigenerazione cosmica, favorendo la germinazione universale, attirando la pioggia e aprendo i campi alle opere produttive" (Eliade, op. cit., p. 325, vedi anche i paragr. 136 Sessualità e fecondità agraria; 137. Funzione rituale dell'orgia; 138 Orgia e reintegrazione).

Dei sacrifici umani presenti anche nei culti agrari, oltre che in altri, ci è rimasto una precisa documentazione per ciò che riguarda, tra gli altri, gli Aztechi. È bene documentarsi su queste cose, per quanto tristi e sgradevolissime, per potersi difendere in qualche modo dalla menzogna dominante.
In Vaticano la sacerdotessa di turno [!!] chiamava la Terra Madre "Hicha Gueia". Deve essere un equivalente dell'ormai famoso "Pacha-mama", termine che viene dalle antiche lingue andine, inca. Gli amerindi parlavano molte lingue assai diverse tra loro. Non ci viene spiegato a quale ceppo appartenga il termine Hicha Gueia. Ma poco importa. Torniamo ad Eliade. Si potrà condividere o meno la sua impostazione, il suo Trattato è comunque considerato un'opera classica, fondamentale.
"Abbiamo prove di sacrifici umani a favore dei raccolti presso parecchie società, p.e. presso alcune tribù dell'America centrale e settentrionale, in alcune regioni dell'Africa, in certe isole del Pacifico e presso numerose popolazioni dravidiche dell'India. Ci contenteremo di riferire solo qualche esempio ma con parecchi particolari.

Sahagún ci ha lasciato una descrizione precisa dei riti del granturco presso gli Aztechi del Messico. Appena la pianta spuntava, andavano nei campi a 'cercare il dio del granturco', cioè un germoglio che portavano a casa e a cui presentavano offerte alimentari, precisamente come se fosse stato una divinità. A sera, la pianta era portata nel tempio della dea degli alimenti, Chicomé-coatl, dove si riuniva un certo numero di ragazze, recante ciascuna un fascio di sette pannocchie tolte dal raccolto precedente, avvolte in carta rossa e spruzzate di caucciù. Il nome dato a quel fascio, chicomolotl ("la settima pannocchia"), designava anche la dea del granturco. Le ragazze erano di tre età diverse: piccole, adolescenti e grandi, certamente allo scopo di personificare simbolicamente i periodi di crescita del granturco; avevano braccia e gambe coperte di piume rosse, colore della divinità del granturco. Questa cerimonia,semplice omaggio alla dea e benedizione magica del raccolto appena spuntato, non comportava sacrifici. Soltanto tre mesi dopo, quando il raccolto era maturo, una ragazza, che rappresentava la dea del granturco maturo, Xilonen, era decapitata; questo sacrificio inaugurava l'uso alimentare, profano, del granturco nuovo; ciò fa supporre che la sua funzione fosse piuttosto un sacrificio di primizie.

Sessanta giorni dopo, quando finiva il raccolto, si faceva un secondo sacrificio; una donna, rappresentante la dea Toci, "Nostra Madre" (dea del granturco raccolto e utilizzato) veniva decapitata e immediatamente dopo scuoiata.[Parentesi del curatore: se non erro, sulle rovine di un tempio a questa dea distrutto dagli spagnoli, apparve Nostra Signora di Guadalupe] Un sacerdote si avvolgeva nella pelle; un pezzo tolto dalla coscia era portato al Tempio di Cinteotl, dio del granturco, ove un altro figurante se ne faceva una maschera. Per una settimana costui era trattato come una puerpera; probabilmente il senso del rito era che Toci, una volta uccisa, rinasceva nel figlio, il granturco secco, nei chicchi che si sarebbero mangiati tutto l'inverno."

Termino l'esposizione di Eliade, continuando di seguito:
"Seguiva tutta una serie di cerimonie: i guerrieri sfilavano (Toci, come varie divinità orientali della fecondità, era anche dea della guerra e della morte). Venivano eseguite danze, e alla fine il re, seguito dal popolo intero, gettava addosso al figurante di Toci tutto quello che gli capitava sottomano, e subito si ritirava. Parrebbe che Toci, alla fine, diventasse un capro espiatorio e assumesse su di sé, quando era espulsa, tutti i peccati della comunità, perché il figurante portava la pelle fino a un castello della frontiera, dove la appendeva con le braccia aperte. Nello stesso luogo era portata la maschera di Cinteotl [fatta, vedi sopra, da una coscia della poveretta sacrificata!]. Presso altri popoli americani, ad esempio i Pawnee, il corpo della ragazza sacrificata era smembrato e i diversi pezzi sepolti nei campi [per ottenere dalla Madre Terra un buon raccolto]. La stessa usanza di fare a pezzi il cadavere e spargerlo sui solchi si trova presso certe tribù dell'Africa."(M. Eliade, op. cit., pp. 314-316.
Si tratta del par. 131 : "Sacrifici umani degli Aztechi e dei Khond". I Khond erano una tribù dravidica dell'India.  Anche i loro "sacrifici umani agricoli erano offerti alla dea della Terra e la vittima veniva comprata o era nata da persone che erano state vittime del medesimo sacrificio". Per anni veniva trattata bene e poi sacrificata per il bene di tutta la comunità, dopo esser stata negli ultimi giorni in pratica adorata. Il fatto avveniva nell'ambito di feste caratterizzate anche da "orgie indescrivibili". La vittima veniva drogata con l'oppio prima di essere uccisa in modo rituale, sempre crudele. Il cadavere veniva ripartito in tanti pezzetti che venivano inviati a tutti i villaggi della tribù, per esser cerimonialmente seppelliti nei campi, sempre per ottenere un buon raccolto. Tali sacrifici furono proibiti dai dominatori britannici, sì che la tribù li eseguì da allora su animali, capri o bufali.) 

31 commenti:

Anonimo ha detto...

https://www.chiesaromana.info/index.php/2020/01/06/prete-al-trionfale-scomunica-fedele-leale-al-papa/

Anonimo ha detto...

Oggi è la festa dei cercatori di Dio, di chi sa lasciare tutto alle spalle e, seguendo la stella, cammina verso il Mistero! Buona festa dell'Epifania!

Anonimo ha detto...

«Tutto va bene, a giudizio de’ prudenti di questo secolo. A giudizio d’altri, ancor più prudenti, è necessario che i cattolici non abbiano l’audacia di parlare; conviene osservare un perfetto silenzio per non fomentare inquietudini e rumori disgustosi, e tutto quello che può recar turbamento non è che imprudenza e sconsideratezza. Tale specie di prudenza è l’arma più terribile di coloro che minano la Chiesa; essi la minano sordamente, e chi denunzia la loro insidia, chi rivela il tradimento, sono (fatti passare per – ndr) i turbolenti, sono (fatti passare per – ndr) i perturbatori della società».

(beato Antonio Rosmini, Delle cinque piaghe della Santa Chiesa - Trattato dedicato al clero cattolico, 1848, p. 261)

Altro che pachamama! ha detto...

Scrive Chesterton:
I Tre Magi giunsero a Betlemme portando oro, incenso e mirra.
Se avessero portato con sé solo la Verità, la Purezza e l’Amore non ci sarebbero state né un’arte né una civiltà cristiane.
Una delle grandezze e delle bellezze del Cristianesimo sta nell’importanza che esso dà al segno.
Non c’è astrazione né mera intellettualizzazione a cui esso si riduce.
Il Cristianesimo esige che il Mistero sia palesato attraverso ciò che si può vedere, toccare e contemplare.
Per questo Nostro Signore ha voluto la materia nei Sacramenti.
Per questo Nostro Signore vuole che lo si adori anche attraverso la bellezza dei segni.
Per questo il Cristianesimo, dove ha generato civiltà, ha anche prodotto la Bellezza.
Per questo la massima idealizzazione dell’umanità è nell’Immacolata: la Tota Pulchra.

Anonimo ha detto...

Andrea Carradori:
Tre prodigi celebriamo in questo giorno santo:
oggi la stella ha guidato i magi al presepio,
oggi l'acqua è cambiata in vino alle nozze,
oggi Cristo è battezzato da Giovanni nel Giordano per la nostra salvezza, alleluia.

Anonimo ha detto...

I magi aprono il loro cuore ed offrono ciò che contiene.

L’oro, ricchezza visibile, rappresenta ciò che uno ha; l’incenso, invisibile come Dio, rappresenta ciò che uno desidera; la mirra, unguento che cura le ferite e preserva dalla corruzione, rappresenta ciò che uno è.

La regalità, la divinità, la mortalità propria della creatura, tutto ciò che l’uomo ha, ma soprattutto ciò che desidera e ciò che gli manca, è il suo tesoro. Apre a Dio i suoi averi, i suoi desideri, le sue penurie. E Dio entra nel suo tesoro. Qui è il «dove» il Figlio è generato dal Padre. La carne del nostro cuore è per Lui madre. Dando ciò che sono, i magi ricevono Colui che è, e diventano essi stessi simili a Lui.

Dio nasce nell’uomo, e l’uomo in Dio. Qui si compie il cammino.
(p. S. Fausti)

Anonimo ha detto...

La befana col bollino rosso
Ma si potrà nominare la Befana invano, almeno per oggi, o si rischia di urtare la suscettibilità di qualcuno, che so, le femministe, l’Anpi, la Boldrina, il Collettivo Sardine? Si potrà parlare di un personaggio che certamente non ispira Bella Ciao?
(Marcello Veneziani)

Anonimo ha detto...

Sempre Veneziani:
Si potranno poi citare, almeno oggi, i Re Magi o si devono prima dimettere dal regno e sottoporsi al voto? E se insistono a rivendicare la loro regalità dovremo subito seppellirli coi Savoia a Vicoforte? Si potrà dire che i suddetti tre regnanti vanno al presepe seguendo la stella cometa o devono per forza scaricare l’app col navigatore e lasciare le corone ai metal detector e proseguire a piedi perché la grotta è nella ztl? E non rischiano di essere fermati ai controlli doganali, uno per contrabbando di valuta (l’oro), l’altro per detenzione stupefacenti (incensi) e passa solo il terzo perché nessuno sa cosa sia la mirra? Ma soprattutto la loro presenza offende i migranti perché sono facoltosi e non bisognosi, portano doni e non chiedono aiuti, arrivano con mezzi autonomi e non con barconi di fortuna e accorrono per adorare il nostro Dio e non per imporne uno loro? E il Papa cosa dice, che dobbiamo trasformare i Re Magi in Poveri Migranti, di religione islamica magari, accolti nel presepe non da spaesati angeli ma da Organizzazioni non governative? E il presepe, già il presepe, si potrà smantellare domani con l’idea di usarlo l’anno prossimo o si dovrà farlo esplodere gridando Allah Akbar e l’anno prossimo sostituirlo con una struttura polivalente, un po’ moschea, un po’ museo dell’olocausto, un po’ centro ricreativo per non credenti? Si potrà salvare solo l’albero per ragioni ambientaliste?

E Gesù Bambino, negrizziato a Palermo, dovrà prima passare dall’anagrafe, Erode permettendo, per registrarlo come Perù Bambino e per escludere ogni paternità surrogata, anche divina, e ogni intrusione dello Spirito Santo? E la Madonna dovrà denunciare San Giuseppe perché lei è minorenne e lui maneggia seghe e bastoni e dunque è un potenziale violento? Tra i pastori adoranti avremmo dovuto prevedere anche una quota gay e trans, più una percentuale di neri e di clandestini? Nel presepe era obbligatorio un insediamento rom? E tra i Re Magi almeno uno d’ora in poi dovrà essere disabile? E come la mettiamo con tutte quelle pecore, quelle mucche e quegli agnelli che gremiscono il presepe, di cui è prevedibile la brutta fine, non teniamo conto dei vegani e degli animalisti? Il prossimo presepe si dovrà fare solo con i cereali? Apprensioni legittime soprattutto perché, come è noto, l’Epifania ogni festa porta via e da domani si torna alla realtà, che pressappoco è questa qua.

Anonimo ha detto...

Ce n'è qualcuno che sappia dirmi il significato della parola “ Non avrai altro Dio all’infuori di me”?

Anonimo ha detto...

L'EPIFANIA È POLITICAMENTE SCORRETTA (CONTRO SINCRETISMO E MULTICULTURALISMO)

Non si consideri innocuo il presepe. Melchiorre, Gaspare e Baldassarre aggiungono alla certificazione della natura divina di Gesù anche una smentita delle religioni diverse dal cristianesimo e l’affermazione della sua verità esclusiva
(C. Langone)

Anonimo ha detto...

Grazie a danonimo 8,56 per la sua citazione di Rosmini…..comunque di reali inglesi ne abbiamo a iosa ad ogni apertura di tv…. solo il Reale è abolito ed il vicario del Reale.

Anonimo ha detto...

Mentre si rende culto a chicchessia e il solo criticarlo è politicamente scorretto, l'infierire sui segni cristiani è diventato invece una moda che non merita alcuna esecrazione.

https://lanuovabq.it/it/attacchi-ai-presepi-una-sfida-alla-nostra-fede

Rispetto a ciò che devono sopportare i nostri fratelli e le nostre sorelle soprattutto in Cina, Corea, Pakistan, Nigeria e Medio Oriente, ma anche in Australia, in Cile o in Francia, è poca cosa... ma dice di un clima diffuso.

I Magi sono un segno portentoso: vengono da lontano ad adorare il nato re, scoprendo indifferenza proprio la dov'è nato. I sacerdoti, gli scribi e i farisei in teoria sanno tutto di lui, le Sacre scritture le leggono e le conoscono, in cielo guardano e le stelle le vedono, ma senza capire quello che la fede dei Magi afferma con sconvolgente certezza, conducendoli all'adorazione malgrado il bambino non appaia come un re, ma viva in una povera dimora. I Magi non sono "migranti per disperazione", ma condotti da fede viva!

La poca fede è quella che misurano constatando che chi in teoria dovrebbe essere già in festa e adorante, non lo sta facendo ed anzi è infastidito da questa attestazione di fede.
San Giuliano Eymard, l'innamorato dell'eucaristia, l'ha messo bene in risalto.
Chi davanti a un bambino non vede che un bambino, lo può avvicinare temendolo come un concorrente al proprio potere (Erode, come tutti gli odierni padreterni, laicisti e falsamente religiosi, che vogliono eliminare Cristo, vero Dio e vero uomo dal panorama); o lo può avvicinare con curiosità, avvertito da misteriosi messaggeri (i pastori). Chi invece vede oltre, quel bambino lo adora, anche se vive in una stalla. Gesù presente è Dio!

Oggi noi abbiamo Gesù presente nell'Eucaristia. Chi ci vede solo un pezzo di pane, un simbolo, non lo adora. O è indifferente, o è infastidito da chi invece lo adora Dio Presente! Il Catechismo dice altro, i sacerdoti e gli scribi e i farisei del cristianesimo religiosamente corretto sanno tutto, ma ormai non lo vivono più.

Mentre da lontano chi adora porta tesori a Gesù, chi non lo adora porta via da Gesù il tesoro della fede che non ha e che vorrebbe togliere anche a chi l'ha (Lc 11,52).

Pietro (NON del Cammino) ha detto...

San Paolo è chiarissimo: il culto agli idoli è un culto ai demoni.
Non nego che anche le religioni idrolatriche possono essere un tentativo inconscio dell'uomo di cercare Dio "come a tentoni", ma partendo da principi menzogneri, si inserisce facilmente il demonio.
Le religioni idolatriche sono un po' frutto di una "sinergia" tra i bisogni religiosi dell'uomo lontano dalla verità e il demonio che approfitta di questa situazione.
Gli idolatri spesso sono in buona fede, ma i cristiani che danno culto agli idoli cadono nell'APOSTASIA.
Non si può servire Dio e il demonio nello stesso tempo!
Il culto alla Pachamama è come un atto di consacrazione di tanti ecclesiastici al demonio.

mic ha detto...

Il culto alla Pachamama è come un atto di consacrazione di tanti ecclesiastici al demonio.

Andrebbe detto e ripetuto senza mezzi termini. Perché purtroppo così è!

mic ha detto...

Pensate però alle conseguenze per la Chiesa (quella visibile ma anche per il corpo mistico decimato) e per il mondo...

Silente ha detto...

Ottimo saggio, impreziosito dalle citazioni di Eliade. Un ulteriore, documentato contributo allo svelamento di quanto di demonico, oscuro, tellurico ci sia nel culto, che la chiesa bergogliana ci vuole imporre al culto, di idoli (quindi demoni) malvagi che non sono solo incaici. Il culto di Pachamama è un'evocazione satanica e chi se ne è reso responsabile un giorno ne risponderà.
Silente

Marisa ha detto...

OT

LA SETTA DEI GESUITI

https://www.arcsanmichele.com/index.php/vita-della-chiesa/59-movimenti/12721-la-setta-dei-gesuiti

tralcio ha detto...

San Paolo (1Cor 10,14) intima di fuggire l'idolatria. Corinto era una città fortemente legata al paganesimo e la fuga proposta dall'idolatria consiste nell'abbandono delle false immagini di Dio e delle credenze ad esse collegate. Dio nessuno lo hai mai visto: il figlio unigenito, che è Dio, Lui ce l'ha rivelato (Gv 1,18): finché si fa confusione con gli idoli vani, non c'è possibilità di riconoscere in Gesù la sola e vera Via (e Verità e Vita, che non muore) perché l'uomo possa ri-conoscere Dio come Padre.

Siamo tornati ad essere cittadini di Corinto? L'invito alla fuga non smette di essere attuale, dato che la neutralizzazione in atto del cristianesimo (un cristianesimo senza il Fondatore, vero Dio e vero uomo) spinge l'umanità a smarrire il suo unico fine, la gioia piena (Gv 15, 9-11), possibile rimanendo nel suo amore e che salva l'anima immortale per introdurla eternamente nella beatitudine del Regno che non è di questo mondo, dando profondamente significato all'esilio in questo mondo in ogni esperienza, compresa la croce.

O c'è Dio al primo posto o ci finisce l'io oppure finisco per metterci qualche idolo, ovvero delle apparenze. Il nostro tempo è un bosco di idolatrie ingannevoli e nefaste.
Ogni culto idolatrico ha il potere di spostare l'attenzione dal vero bene. Paradossalmente gli idoli tipici della modernità (la ragione e la libertà) hanno il potere di crearsi degli idoli in grado di far sragionare e di rendere schiavi gli uomini e tutto il loro progresso!

Il Falsario (e Omicida) gode nel vedere l'umanità perdersi dietro gli idoli, sapendo magistralmente suggestionare le anime poco attente all'impostore e protette dall'impostura.

Dio vuole che l'uomo si salvi. Ha inviato il Suo Verbo, che ha preso carne, per pagare il tributo necessario alla giustizia, espiando il peccato come ribellione: la croce e il sangue di Cristo quale mezzo e prezzo della salvezza, altare della divina misericordia.

La giustizia di Dio è perché ognuno abbia il suo. Non è però una giustizia commutativa (in cui cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia, o cambiando l'ordine dei fattori il prodotto non cambia), perché Dio non deve nulla a nessuno e ciò che riceve dalle creature sarebbe per Lui insignificante (figuriamoci poi se è l'uomo a farsi "dio", pretendendo diritti da Dio). La misericordia è il fondamento della giustizia di Dio, che è tale perché riversa amore sulla creatura. La misericordia di Dio è già quella che ha creato tutto dal nulla, dandogli perfezione (vide che era cosa buona) e la libertà alle creature spirituali: in parte utilizzata per ribellarsi all'Amore e necessitante redenzione.

Nel rivolgersi alla creazione saltando questo passaggio per poi utilizzare la misericordia per abolire il peccato, c'è un odio più o meno consapevole verso Cristo che sarebbe finito in croce quasi per caso... Evidentemente l'idolatria ha un forte potere di suggestione e la ragione fa una brutta fine, proprio mentre gli idolatri ossequiano i lumi e gli illuminati.

Anonimo ha detto...


Vedere l'oscena statuetta lignea dell'idolo dentro la chiesa di S. Pietro, a pochi passi dalla tomba del Beato Pietro, con il papa e gli altri dignitari che recitano qualche caricatura di preghiera di fronte ad essa; e poi portata in processione dentro la Basilica, sulle spalle dei suoi adoratori pagani; vedere questo abominio, riempie di sgomento e di dolore ma anche di
f u r o r e .
Speriamo che l'ora della divina Giustizia sia sempre più vicina, che essa si abbatta implacabile su coloro che hanno fatto della Casa del Signore un luogo di fornicazione con gli idoli.
T.

Anonimo ha detto...

A tralcio, infatti la Misericordia spesso,in caso di impenitenza, diviene anche castighi, come in un ultimo angosciato richiamo.La Giustizia è stata pagata dalla stessa Sapienza Giustizia misericordiosa, ma l'accoglienza è quella di 2000 anni or sono, non c'è posto.

Anonimo ha detto...

https://www.marcotosatti.com/2019/11/09/casa-di-loreto-una-lettera-aperta-al-card-robert-sarah/
LE PACHAMAME VANNO BENE MA INVECE FANNO GUERRA AGLI ANGELI SPIRITUALI CHE HANNO TRASLATO LA SANTA CASA A DIVERSE RIPRESE, richiesta di chiarimento al cardinal Sarah

Anonimo ha detto...

In montagna, in campagna, al mare dove si trascorre una gran parte della giornata all'aperto è facile trovare tracce di paganesimo intrecciate al Cristianesimo non solo nel nome dei luoghi, nella presenza di piccole edicole dedicate al NSGC, a Maria Santissima o ad altre imprecisate figure maschili e/o femminili con in mano qualche piccolo strumento di lavoro o qualche tipo di erba ma, segni di paganesimo si trovano anche nella vita degli esseri umani, bambini concepiti sul finire dell'ebrianti feste, banchetti e danze, del raccolto. Quando il Cattolicesimo era tale ogni aspetto della vita, del lavoro dell'uomo veniva ri/evangelizzato ad ogni generazione. Sarebbe interessante un servizio fotografico sulle edicole, le croci, le piccole chiesa sparse su tutto il territorio nazionale, montagne, colline, pianure, coste, sponde dei fiumi.
Queste testimonianze di fede dicono della continua lotta contro il paganesimo che alligna in maniera più forte quando la vita umana all'aria aperta è lasciata allo stato brado. La natura ha aspetti terribili ed amabili, va temuta, governata, curata, imbrigliata perché le potenze presenti in essa sono sì benefiche ma, anche malefiche. Chi non ha una visione Cristiana Cattolica alta della natura, flora o fauna che sia e quindi la ritiene creatura di Dio, Uno e Trino, e come Sua creatura con essa si rapporta, facilmente, se questa fede non c'è, si cade nella parte malefica della natura; vi si cade attraverso il paganesimo, infatti attraverso di esso si intravede e si entra in contatto con le potenze non redente e difficilmente redimibili nascoste nella natura. Le due principali vie tangibili della natura non redenta che si manifestano nel paganesimo sono proprio la flora e la fauna, nella loro valenza non redenta appunto di vegetale e bestiale; bestiale ed vegetale non solo si adorano nel paganesimo ma, finiscono con l'incarnarsi nell'essere umano stesso che ne imita i caratteri elementari non redenti che più lo impressionano.

Anonimo ha detto...

Mentre il lato ridicolo lo esibiscono senza vergogna.

Crisostomo ha detto...

Per la messa dell'epifania Bergoglio ha "stranamente" fatto una omelia ortodossa. Ma si sentiva benissimo che non era farina del suo sacco anche perché esortava all'adorazione e a piegare il ginocchio davanti al Signore. Proprio lui che davanti all'Eucarestia non si inginocchia MAI!

Anonimo ha detto...

Precisa il Gaetano: L’assioma Ubi Petrus, ibi Ecclesia vale «fintanto che il Papa si comporta da Papa e capo della Chiesa; in caso contrario né la Chiesa è in lui, né lui è nella Chiesa».

Anonimo ha detto...

Se leggiamo S. Alfonso dei Liguori sull'interpretazione della legge, nella sua Theologia Moralis, troviamo i principi per capire meglio la rinuncia di Benedetto.

Viator ha detto...

Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna e non periranno mai e nessuno le rapirà dalla mia mano.
(Giovanni 10, 27-28)

Anonimo ha detto...

Il Cardinale Müller, alla domanda sul Sinodo dell’Amazzonia e della Pachamama, così risponde: “Noi crediamo nell’unico Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Adoriamo solo lui, mentre abbiamo orrore degli dèi dei pagani e dei loro simboli, perché privano gli uomini ‘della libertà della gloria dei figli di Dio’ (Rm 8,21)”.

mic ha detto...

perché privano gli uomini ‘della libertà della gloria dei figli di Dio’ (Rm 8,21)”.

Una citazione fuori dal contesto come questa non è giudicabile. Ma non si può non rilevare che non dice ciò che è prioritario: "non rende a Dio la gloria e l'adorazione dovuta a Lui solo" (il primo comandamento). Ma sono certa che lo avrà detto. Del resto basta andare a pescare nrgli articoli già pubblicati con sue interviste e dichiarazioni.

Anonimo ha detto...

https://www.radiospada.org/2020/01/muller-fa-distinguo-ma-intenzione-generale-dichiarazione-abu-dhabi-deve-essere-apprezzata/
Qui sono polemici con il card.Muller. In effetti che avere la libertà di religione sia un diritto naturale, no. Piuttosto una libertà interna di aderire all'errore permessa da Dio ma non voluta, mai voluta. Diritto "naturale" derivato dal peccato originale e post, quindi, non coercizione deve esserci in quanto su questa terra siamo liberi di rifiutare Dio, ed il governo, ad imitazione di Dio, lo deve permettere purchè non leda il diritto altrui ma neppure può promuoverla nè esimersi come governo dal cercare la verità se non la conosce, dal tutelarla se la conosce e di tutelare solo la vera Religione e non le parziali verità.

Anonimo ha detto...

Laici non credenti significa contraddizione quotidiana vissuta; consacrati non credenti significa menzogna quotidiana vissuta con Dio, con te stesso, con gli altri, una vita buttata.