Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 17 aprile 2021

Il futuro della riforma liturgica cattolica et alia... Il 'non plus ultra' ampiamente superato

Nella nostra traduzione da Religion News Service esamino di seguito, con l'aggiunta di alcune chiose, le recenti dichiarazioni di Padre Thomas J. Reese, gesuita americano, che non è un pinco pallino qualsiasi. È l'ex direttore di "America", la rivista americana dei gesuiti. Le sue affermazioni sono ineludibili, visto che fa parte del think-tank dell'attuale pontificato. Dunque hanno un peso non comune e non vanno ignorate né sottovalutate. 
Come d'abitudine inserisco nelle chiose, per i relativi approfondimenti, i link di riferimento senza i quali avrei dovuto sviluppare un trattato non immediatamente divulgativo. 
Il 'nec plus ultra' [qui] è ampiamente e drammaticamente superato. Vi dico tra parentesi che in quei link c'è molto del mio lavoro di anni, peraltro rimasto piuttosto dietro le quinte. E chissà se sarebbe stato più utile qualora qualche pastore, nonostante le reiterate conferme de visu, ne avesse raccolti più efficacemente, in virtù della sua autorevolezza, i richiami all'andare alle radici della crisi, facendo unica sponda (finora purtroppo non realizzata neppure tra noi laici più coinvolti) con tutti i confratelli rimasti davvero fedeli. Unico, isolato, appare mons. Viganò... Ma è l'insieme che rende più forti ed incisivi. E la sorte dell'Eucaristia è un fronte estremo, ineludibile!

Padre Thomas J. Reese parte con una premessa molto concisa ma gravida di significati: 
«A parte il sesso, niente è più dibattuto dai cattolici della liturgia. Ognuno ha opinioni forti basate su anni di esperienza personale» 
Di primo impatto, rimarchevole l'accento sulle opinioni e sull'esperienza personale (soggettivismo estremo). Che fine ha fatto la Tradizione, fonte - insieme alla Scrittura - della Rivelazione, su cui si basa tutto l'impianto della  nostra Fede? 
Padre Reese esordisce poi con l'affermare:
Negli anni '60 e '70, Papa Paolo VI ha attuato riforme liturgiche rivoluzionarie fondate sul Concilio Vaticano II, ma dopo la sua morte nel 1978, il Vaticano ha posto fine ai cambiamenti. È giunto ora il momento per una seconda fase.
In un precedente articolo, ho raccomandato alla Congregazione  romana per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti di aggiornare il processo ritenuto più opportuno sulle questioni liturgiche. Ho sostenuto una maggiore trasparenza e consultazione in linea con il principio di collegialità promosso dal Vaticano II e con il principio di sinodalità promosso da Papa Francesco.
Scopo di una procedura trasparente e collegiale è sviluppare una buona liturgia che sia supportata da un consenso all'interno della comunità.
In questo articolo, offro le mie idee sul miglioramento della liturgia come tentativo di avviare il dialogo, invitando gli studiosi di liturgia e altri a considerare le mie proposte (in modo trasparente e collegiale).
Affermazioni del genere suscitano una marea di riserve. Innanzitutto la riforma di Paolo VI è già stata così dirompente (vedi qui sia pure per sommi capi) che pensare ad una seconda fase fa venire i brividi.... Inoltre il gesuita, con linguaggio bergogliesco, parla di processo riferito alla questioni liturgiche come se la Liturgia dovesse essere sottoposta ad una costante evoluzione e addirittura in base a criteri di sinodalità, invece che ad uno sviluppo organico fondato sulla fede vissuta e non sulle mode del tempo.
Diciamo che il Papa, primo tra i vescovi e come ognuno di essi, è custode, padre e pastore. E come tale deve difendere ciò che anch’egli ha ricevuto. La liturgia, come la storia della Chiesa, è una. Essa nel tempo certamente si sviluppa, ma in maniera organica. Un seme di grano non può diventare un albero di mele. Un sacrificio non può diventare una cena. La storia della Chiesa conosce un solo sviluppo, non può esserne ignorata una parte che non piace, mettendola tra parentesi. (Ci ho scritto un libro: vedi)
Quanto alla sinodalità e alla collegialità potete trovare ampie riflessioni sviluppate in precedenti articoli [qui - qui - qui].

I successivi capitoli dello scritto di padre Reese, di cui inserisco la traduzione seguita dalle mie chiose, sono dedicati rispettivamente a :
  1. Inculturazione
    Il rito romano si è sviluppato in Italia e nell'Europa occidentale secoli fa. San Giovanni Paolo II ha scritto in maniera egregia sull'importanza di inculturare il cristianesimo, fondandolo in culture al di là della sua base europea. La domanda senza risposta è come realizzare oggi l'inculturazione nella liturgia in termini concreti.
    Ogni conferenza episcopale deve essere incoraggiata a riunire studiosi, poeti, musicisti, artisti e pastori per sviluppare liturgie per le loro culture specifiche. Quando la liturgia non è in contatto con la cultura locale, diventa noiosa e muore. Queste nuove liturgie devono essere testate prima dell'adozione.
Si prefigura una inculturazione, nuovo mito post-conciliare, che si allontani dalla sua base europea: di fatto il Sinodo Amazzonico ne è nuovo culmine e fonte [qui].  Ennesimo rinnegamento non solo dell'Occidente, ma della sua civiltà greco-romana fecondata dal cristianesimo.
Inoltre torna il concetto antropocentrico della liturgia fabbricata a tavolino contro quello cristocentrico della Liturgia consegnata e custodita e semmai, ripeto, soggetta a sviluppo organico frutto di fede consolidata e non di mode e di culture transeunti, nonché il rischio di frammentazione affidato alle localizzazioni su base culturale, sviluppato (vedi supra) nel discorso sulla sinodalità
Infine, una Liturgia affidata al gradimento piuttosto che trasmessa attraverso celebrazioni esemplari e un'adeguata catechesi. La salsa modernista del prevalere del sentimento sulla conoscenza [qui].
  1. ministero
    Le Conferenze episcopali dovrebbero discutere se sono necessari nuovi ministeri liturgici e chi può essere chiamato a celebrare la liturgia. Si può separare l'azione liturgica dal lavoro di amministrazione? Tutti i leader liturgici devono essere celibi, uomini e impiegati a tempo pieno? Può un diacono o un laico amministrare l'Unzione degli infermi o ascoltare le confessioni? In un'epoca in cui va scemando il numero dei sacerdoti, è necessario affrontare tali domande.
Siamo addirittura all'allargamento della Ministeria Queedam... Abolito il servizio all'altare non ci sono più limiti alla creatività (ne parlo qui, in un contesto più ampio perfettamente in tema con questa specifica problematica). Che fine fa il sacerdozio ordinato?
Il discorso si allarga al celibato ecclesiastico e ai cosiddetti viri probati, tra gli argomenti-principe del già citato famigerato Sinodo per l'Amazzonia [qui]
  1. Ecumenismo
    Oltre al rinnovamento liturgico, il Vaticano II ha sottolineato il miglioramento dei rapporti con le altre chiese cristiane. Un modo per farlo è avvicinare le reciproche cerimonie liturgiche. L'Eucaristia è un segno dell'unità esistente tra le chiese o può anche essere un mezzo per promuovere l'unità? Il primo esclude l'intercomunione; il secondo no.
    La chiesa potrebbe anche consentire ai coniugi di cattolici di condividere la Comunione se condividono la fede nell'Eucaristia. Nel 2015, una luterana ha chiesto a Francesco cosa avrebbe dovuto fare nel momento della Comunione quando si sarebbe unita al marito cattolico alla Messa. Il papa ha risposto con simpatia, ma ha indicato la sua riluttanza a cambiare la politica della chiesa. Ha concluso dicendo: "Parla con il Signore e poi vai avanti". Molti hanno pensato che questo significasse che la donna doveva seguire la sua coscienza.
    Teologicamente, se una coppia è unita nel sacramento del matrimonio, come non permettere che si unisca all'Eucaristia? Dal punto di vista pastorale, la pratica di escludere il genitore non cattolico dalla Comunione dà ai bambini l'impressione che la chiesa pensi che il loro genitore sia una persona cattiva.
Qui siamo in pieno falso ecumenismo [vedi]. Si parla di chiese cristiane, quando la Chiesa è una - che già possiede la verità, la custodisce e non va a cercarla in nessun enfatizzato dialogo - mentre quelle scaturite dalla Riforma non sono Chiese ma Confessioni cristiane. 
L'unità non possiamo essere noi a realizzarla, tanto meno modificando l'Eucaristia. L'unità è azione del Signore e, quindi, o è nella Verità, cioè nel Signore, o non è, e allora parliamo di una illusione velleitaria!
L'intercomunione - così come la comunione ai divorziati e risposati consentita nelle pieghe dell'Amoris laetitia [qui] - è il cavallo di battaglia della Chiesa in Germania in odore di scisma [qui - qui - qui]. Ma in Vaticano non sono mancate anomale aperture [qui - qui - qui]
Inoltre come al solito, si cerca nella prassi la scusa e il modo per aggirare la dottrina, ignorandone la sostanza veritativa, col tirar fuori un esempio di comodo. 
  1. Traduzioni
    Quando era a capo della Congregazione per la dottrina della fede, Joseph Ratzinger, ora Papa emerito Benedetto XVI, ha insistito affinché i testi liturgici venissero tradotti parola per parola dal latino. Traduttori esperti e studiosi liturgici non erano d'accordo e considerano la traduzione inglese risultante tristemente inadeguata. C'è stata un'altra traduzione migliore nel 1998, approvata dalle conferenze episcopali di lingua inglese ma respinta da Roma.
    È più importante che il significato del testo sia comunicato chiaramente che la traduzione sia letterale. Non c'è motivo per cui la gerarchia non possa consentire ai sacerdoti di utilizzare la traduzione del 1998 come alternativa, consentendo al sacerdote di decidere quale traduzione funziona meglio nella sua parrocchia. Questa opzione sarebbe limitata alle preghiere del sacerdote durante la messa, poiché si creerebbe troppa confusione cambiando le risposte del popolo senza una preparazione approfondita.
Qui siamo in un altro campo minato, sempre col denominatore comune del soggettivismo che distrugge alla radice sia l'unità che l'universalità de La Catholica, che dunque tale non è più neppure per definizione.... Il discorso sulle traduzioni e su dove ci hanno portato è ampiamente sviluppato qui - qui e compendiato qui.

Quindi il nostro gesuita scende in campo con affermazioni false e ingannevoli:
  1. Messa pre-Vaticano II
    Dopo le riforme paoline della liturgia, si presumeva che la Messa “tridentina” o latina sarebbe sparita. Ai vescovi è stata data l'autorità di sopprimerla nelle loro diocesi, ma alcune persone si sono aggrappate alla vecchia liturgia fino allo scisma.
    Benedetto ha tolto l'autorità ai vescovi e ordinato che ogni sacerdote possa celebrare la messa tridentina senza restrizioni.
    È ora di restituire ai vescovi l'autorità sulla liturgia tridentina nelle loro diocesi. La chiesa deve essere chiara sul fatto che vuole che la liturgia non riformata scompaia e lo consentirà solo per gentilezza pastorale verso le persone anziane che non comprendono la necessità del cambiamento. Ai bambini e ai giovani non dovrebbe essere consentito di assistere a tali messe.
  1. Il riferimento alle persone aggrappate alla vecchia liturgia fino allo scisma è alla FSSPX, per nulla scismatica (vedi ).
  2. Reese prosegue: Benedetto tolse l'autorità dei vescovi e ordinò che ogni sacerdote potesse celebrare la messa tridentina ogni volta che voleva.
    Al contrario, Papa Benedetto XVI svincolò dalla previa approvazione dei vescovi le Messe private di singoli sacerdoti, alle quali, dispose (nel decreto attuativo del Summorum, Universae Ecclesiae [qui]) «possono essere ammessi – osservate le norme del diritto – anche i fedeli che lo chiedessero di loro spontanea volontà» e quelle di ordini e società religiose, che possono essere celebrate con il rito antico senza richiedere alcun permesso, disponendo che se il vescovo «non può (l'originale latino riporta "vult", cioè vuole) provvedere» «la cosa venga riferita alla Commissione Pontificia “Ecclesia Dei”». (vedi)
    Cade quindi la logica perversa dell'affermazione seguente sull'ora di restituire ai vescovi l'autorità sulla liturgia tridentina nelle loro diocesi. Inoltre lascia trasecolare il fatto che  ai bambini e ai giovani non dovrebbe essere consentito di assistere a tali messe. Insomma, le Sante Messe cosiddette tradizionali sarebbero uno spettacolo da vietare ai minori... Come se nel motu proprio Summorum Pontificum Benedetto XVI non avesse mai dichiarato: «Perciò è lecito celebrare il Sacrificio della Messa secondo l’edizione tipica del Messale Romano promulgato dal B. Giovanni XXIII nel 1962 e mai abrogato, come forma straordinaria della Liturgia della Chiesa».
Ogni altro commento è superfluo. E non è tutto. 
  1. Preghiere eucaristiche
    La preghiera eucaristica riceve purtroppo poca attenzione dai fedeli o da molti sacerdoti che la recitano. Troppi si concentrano esclusivamente sulla consacrazione del pane e del vino ignorando il significato della preghiera. Attualmente ci sono 13 preghiere eucaristiche approvate, anche se la maggior parte dei sacerdoti usa la preghiera eucaristica II più breve.
    L'Eucaristia si è sviluppata dall'esperienza dell'Ultima Cena, che era un pasto pasquale. Di conseguenza, le preghiere eucaristiche sono state modellate sulla Pasqua ebraica o sulle preghiere del sabato (Berakah) pronunciate dal padre di famiglia durante il pasto. Iniziano ricordando, ringraziando e lodando Dio per le sue azioni a favore del suo popolo. Per gli ebrei, questo inizia con la creazione e include le opere di Dio raccontate nell'Antico Testamento.
    Come il pasto pasquale, l'Eucaristia è un pasto sacrificale attraverso il quale la famiglia è unita a Dio e gli uni agli altri. È anche un'opportunità per ricordare e rinnovare l'alleanza con Dio. Rendiamo grazie a Dio per le sue azioni nel corso della storia, specialmente per la vita, la morte, la risurrezione e la promessa di ritorno di Gesù. Attraverso l'Eucaristia rinnoviamo la nostra alleanza con il Padre per mezzo di Cristo.
    Più importante della trasformazione del pane e del vino nel corpo e nel sangue di Cristo è la trasformazione della comunità nel corpo di Cristo in modo che possiamo vivere l'alleanza che abbiamo tramite Cristo. Non adoriamo Gesù, in questo senso; con Gesù adoriamo il Padre e chiediamo di essere trasformati dalla potenza dello spirito nel corpo di Cristo.
    La chiesa ha bisogno di più e migliori preghiere eucaristiche basate sulla nostra rinnovata comprensione dell'Eucaristia.
    Sarebbe anche bello avere preghiere eucaristiche che usino un linguaggio più biblico. Quando la lettura del Vangelo è di Luca, il sacerdote potrebbe usare una preghiera eucaristica che evoca il linguaggio e la teologia di Luca. Un “prefazio” unico per ogni domenica che riprende i temi delle letture della Scrittura potrebbe anche legare più strettamente la Liturgia della Parola e la Liturgia eucaristica.
    Altre preghiere eucaristiche potrebbero sviluppare altri temi: la preoccupazione della chiesa per i poveri o per la giustizia, la pace, la guarigione e l'ambiente. Tutte queste nuove preghiere richiederebbero un beta test prima dell'adozione.
Le Preghiere eucaristiche, nel Messale Novus Ordo sono state aggiunte all'impareggiabile Canone Romano, ormai poco usato all'infuori delle occasioni in cui vi sono introdotte varianti particolari, col pretesto di un presunto ritorno alle origini che non è difficile inquadrare nell'insano archeologismo liturgico già condannato da Pio XII nella Mediator Dei
  1. Insistere sul fatto che «la Chiesa ha bisogno di più e migliori preghiere eucaristiche basate sulla nostra rinnovata comprensione dell'Eucaristia», non fa altro che confermare quanto stigmatizzato dai cardinali Ottaviani e Bacci nel “Breve esame criticodel Novus Ordo Missae [qui] nei seguenti termini: «abbiamo sorvolato sui nuovi canoni, di cui il secondo ha immediatamente scandalizzato i fedeli per la sua brevità. Di esso si è potuto scrivere, tra molte altre cose, che può essere celebrato in piena tranquillità di coscienza da un prete che non creda più né alla transustanziazione né alla natura sacrificale della Messa, e che quindi si presterebbe benissimo anche alla celebrazione da parte di un ministro protestante». La stessa conferma viene dall'enfasi sulla Liturgia della Parola e sulla centralità dell'Assemblea rispetto al Signore. Il commento a certe espressioni richiederebbe un articolo a parte...
  2. Sull'affermazione che le preghiere eucaristiche sono state modellate sulla Pasqua ebraica o sulle preghiere del sabato (Berakah) rimando qui per gli approfondimenti e giungo alla conclusione.
    Notiamo che se durante la Santa Messa - che non riattualizza la Cena ma il Sacrificio della Croce - l’offerta del Corpo e del Sangue di Gesù e la loro mistica immolazione, avvengono insieme al momento della Consacrazione, è tuttavia necessario che il Sacerdote e i fedeli uniscano l’offerta di se stessi all’unica offerta gradita a Dio, quella di Gesù.
    Perciò, nel rito della Messa, esistono momenti precedenti e successivi alla consacrazione nei quali si esprime l’offerta di Gesù al Padre e quella dei cristiani con lui. L’Offertorio è sacrificale: quello che viene offerto è il Corpo e Sangue di Gesù, non il Pane e il Vino; è un’anticipazione per dare modo a tutti di unirsi all’Offerta di Gesù, è una preparazione che anticipa un crescendo. L’Offertorio, nella sua primitiva accezione, aveva ben presente il Sacrificio come prolessi, cioè come anticipazione del Sacrificio a venire. Il pane e il vino, come oblate, sono intimamente legati al Sacrificio. L’offertorio fa parte integrante dell’Actio del Canone, nel cuore della Santa Messa. È innegabile, tuttavia, che la “forma” ordinaria di fatto ha cambiato i connotati alle oblate ed estromesso il loro aspetto sacrificale.
  3. Circa le preghiere eucaristiche incentrate, invece che sul grande mistero celebrato, sulla «preoccupazione della chiesa per i poveri, o per la giustizia, la pace, la guarigione e l'ambiente», considerato da chi vengono queste idee, possiamo dire con assoluta certezza che questo è il "programma di governo" del partito al potere nella Chiesa, e da chi ne è al vertice.
  1. Bacio di pace
    In origine, il bacio della pace è avvenuto a conclusione della Liturgia della Parola, dove simboleggiava l'accordo della comunità a impegnarsi in ciò che aveva ascoltato nelle Scritture. Con una spiegazione adeguata, sarebbe una buona idea fornire questa antica pratica come alternativa opzionale al suo posto attuale prima della Comunione.
Questo appare un elemento secondario, inquadrabile tra le innovazioni creative tendenti a favorire una malintesa partecipazione attiva (vedi qui) ma che di fatto hanno contribuito a banalizzare e a desacralizzare i nuovo rito. 
  1. Fermentum (Particola)
    Dopo la preghiera del Signore, il sacerdote spezza un frammento dell'ostia e lo lascia cadere nel calice. Anticamente i vescovi invece inviavano questa particola, chiamata “fermentum”, alle parrocchie delle loro diocesi, che i rispettivi pastori mettevano nei calici come simbolo di comunione.
    La pratica potrebbe essere ripresa durante la Settimana Santa, quando il vescovo potrebbe inviare il fermento della Messa Crismale, nella Settimana Santa, affinché i pastori lo lascino cadere nei loro calici il Giovedì Santo o la Domenica di Pasqua. In occasioni speciali (forse congressi eucaristici), il papa potrebbe condividere il fermentum con i vescovi di tutto il mondo, che lo metterebbero nei loro calici.
    E man mano che le relazioni ecumeniche migliorano, il papa potrebbe condividere il fermento con il patriarca ecumenico o altri vescovi cristiani. I papi hanno già condiviso anelli episcopali e pastorale con vescovi non cattolici; condividere il fermentum sarebbe un passo logico successivo.
    Dubito che vedrò molte di queste riforme nella mia vita, ma dobbiamo iniziare a parlare del futuro della riforma liturgica. La conversazione rivelerà cosa pensiamo di Cristo, della chiesa e del nostro posto nel mondo.
Su questo dettaglio non mi soffermo, dopo l'intensa analisi che precede. Lo inserisco per completezza di informazione. 

Conclusione
Si tratta di un serio attacco alla Santa Messa e all'Eucaristia, vera fonte e culmine della nostra fede, che ci trova in posizione di assoluto svantaggio, posto che la maggior parte dei fedeli non conosce il Rito antico ed ha accettato supinamente l'imposizione dell'obbligo della Comunione sulle mani e tutte le restrizioni imposte col pretesto della pandemia [vedi], insieme alla deformazione del Padre Nostro, del Gloria  et alia [qui], e viene via via sempre più distolta dalla realtà soprannaturale che la Catholica trasmette, per poi assestare il colpo finale dal quale non siamo più molto lontani....
Il potere non aspetterà per condizionare subdolamente le menti inermi dei poveri parrocchiani della domenica, non dovremo certo attendere di vedere un segnale ufficiale pubblicato, di cambiamento nefando della celebrazione, perché esso è già in atto! Avevamo già posto attenzione a ciò che sta avvenendo in attuazione delle novità sinodali e in più con le variazioni dei Nuovi Messali e davvero sembrava arrivato il momento della verità. Già in quel momento, ma poi anche in seguito all'atteggiamento dei vescovi inopinatamente succubi a Cesare per le restrizioni Covid, sembrava non più dilazionabile una resistenza ATTIVA e pubblica. Ma che fare se tutti (o quasi) i sacerdoti si sono adeguati?
E dunque ancora una volta mi ero chiesta se chi ne ha autorità si sarebbe limitato ad intervenire con interviste, libri, conferenze e proclami invece che con un'azione, tanto anomala perché inedita, quanto ormai ineludibile.... 
Siamo invece ancora qui; ma ben consapevoli che l'Eucaristia è la riattualizzazione incruenta del Santo Sacrificio del Calvario, è la sommità dell'Amore di Dio che si è fatto uomo e si è consegnato alla morte di Croce per darci la salvezza prima di risorgere per la nostra rigenerazione e ascendere al cielo per sedersi alla destra del Padre.
Dobbiamo seguire la Sua strada, che comprende il Calvario, mentre adempiamo al nostro compito di sentinelle non mute che l'allarme lo lanciano, anche se sembra voce che grida nel deserto. Solo l'Amore e la fedeltà, e non gli anatemi contro questo e contro quello, ci salveranno.
Noi che ci siamo affidati alla scuola di Maria, nostra tenera Madre, dovremmo essere quegli "apostoli degli ultimi tempi" di cui parla Luigi Grignion de Monfort [qui - qui]. Ci diamo quindi il tempo di pregare, pregare, pregare. E di crescere nell'Amore, quello vero, quello di Gesù. Prepariamoci e affidiamoci finché siamo in tempo. Nessuna preghiera resta inascoltata, anche se non sempre ci è dato vedere se quando e come potremo vederne gli effetti. (Maria Guarini)

41 commenti:

Anonimo ha detto...

Il vaccino Sputnik ha già vinto. Nel mondo.
Maurizio Blondet 16 Aprile 2021
https://www.maurizioblondet.it/il-vaccino-sputnik-ha-gia-vinto/

La fiducia nei vaccini russi e cinesi raggiunge livelli inaspettati in tutto il mondo

nota il generale Dominique Delawarde, ex capo dell’intelligence elettronica dello Stato Maggiore francese.

Il vaccino russo Sputnik, il secondo vaccino più utilizzato al mondo: è già utilizzato in 60 paesi che rappresentano più di 3 miliardi di abitanti. Ecco l’elenco esaustivo al 14 aprile 2021 nella tabella sottostante. Poiché l’approvazione dello Sputnik V è in fase di esame in altri paesi, questo elenco si evolverà...

Notare la differenza ha detto...

Proteggi, o Signore, il Vicario in terra del Tuo Figlio, i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi, i fedeli. Fa’ che tutti, sacerdoti e laici, adolescenti, adulti e vecchi, formino, in stretta unione di pensieri e di affetti, quasi una salda roccia, contro la quale s’infranga il furore dei Tuoi nemici. - Pio XII, Preghiera per il Giubileo del 1950

Anonimo ha detto...

Ho dato solo una scorsa ai primi paragrafi, tuttavia quanto segue sono le mie considerazioni di fondo: Dobbiamo accettare il fatto che nella Chiesa sono entrati personaggi che avrebbero dovuto percorrer altre strade; le loro argomentazioni sono sempre pretestuose o perché mai divennero interiormente sacerdoti cattolici o perché fin dall'inizio sono entrati con piani sovversivi di demolizione, in sintesi o avevano una fede debole o avevano un'altra fede.
Le contraddizioni di questi signori sono lampanti, più tardi spero di poter scendere più nel particolare.

Iohannes Dionysius ha detto...

"Vietato ai giovani e ai bambini", non devono conoscere altro che quello che vogliono loro, non devono poter fare confronti. Ecco il cuore del neo-oscurantismo clericale.

Anonimo ha detto...


"La Messa non riformata [l'Ordo Vetus] deve sparire.."

Deve sparire invece la Messa riformata, come la chiamano, l'ibrido mostriciattolo impostoci da Paolo VI, uno dei peggiori Papi della storia della Chiesa.
Non si possono servire due padroni, la vera Messa cattolica (l'Ordo Vetus) e il Novus Ordo, nato dalla "fornicazione teologica" con i Protestanti eretici, che ha spostato il significato fondamentale della Messa dal Sacrificio propiziatorio alla Risurrezione del Signore, gioiosamente celebrata dall'intera Assemblea (sinassi euc.) presieduta dal sacerdote!

Bisogna tornare alla Messa cattolica di sempre quale unica Messa e abolire il non cattolico Novus Ordo.
Ma questo non sarà possibile finché si considererà valido il VAticano II cioè finché si considererà valida la riforma liturgica da esso suggerita, già contenente i germi della crisi liturgica (basti pensare al principio di creatività e di sperimentazione liturgica previsti dalla costituzione Sacrosanctum Concilium sulla rif. lit.).
E se non si vorrà tornare finalmente alla vera Messa, come unica riconosciuta dalla Chiesa, ci penserà il Signore a farvici ritornare, alla sua maniera, con i Castighi, già in corso peraltro, che si aggraveranno sempre più, sino alla persecuzione più feroce, che desolerà la Chiesa e le Nazioni in modo mai visto.
Grazie a Mic per quest'articolo così ben commentato ed edito con così tanti richiami alle fonti (un lavoro complesso, che non tutti forse sanno apprezzare).
PP

Anonimo ha detto...


Il vaccino russo. Anche'esso assai veloce...

Questo vaccino non è stato realizzato anch'esso in fretta?
Anzi, prima ancora di quelli occidentali, chiamiamoli così.
Quali sono i criteri usati per fabbricarlo?
Come sta la faccenda in Russia con l'uso di linee cellulari
provenienti da aborti volontari? Cosa sappiamo? SE il
vaccino è "pulito", tanto meglio. Ma cosa ne sappiamo?

La Russia comunista è stato il primo paese a concedere
l'aborto di Stato alle donne. Un "diritto" che non è
stato abrogato, nonostante il regime russo attuale cerchi
di combattere la piaga dell'aborto.
Ma finché l'aborto non torna ad essere un reato, la lotta
contro di esso sarà destinata al fallimento.
Eliminare il "diritto di abortire" significherebbe ripudiare
la componente libertino-femminista del marxismo, presente
sin dalle origini, e questo l'attuale dirigenza moscovita
non intende evidentemente fare, restando sempre essa al fondo
marxista, sia pure di un marxismo neo-marxista per così
dire, che convive in modo ibrido con il patriottismo, il
capitalismo, la religione tradizionale in un equilibrio
difficile da valutare.
Una sorta di NEP [Nuova POlitica economica, aperta al
capitalismo, voluta da Lenin dopo i disastri dell'applicazione
integrale del verbo marxista all'economia, ripudiata dopo la
sua morte, nel 1924] ma una NEP molto più avanzata, che vuole tuttavia
conservare gli aspetti positivi della costruzione del comunismo
in Russia. Così, passata la fase delle ulteriore denunce dello stalinismo
(che hanno coinvolto anche Lenin)
rinnovatesi dopo l'apertura degli Archivi ex-sovietici in seguito
al collasso dell'URSS, ora Stalin viene riabilitato come costruttore
del nuovo Stato, vincitore della guerra contro la Germania etc.
La mummia di Lenin è sempre al suo posto.
DA un lato, la dirigenza russa fa bene a voler chiudere con la
condanna del passato, non si può recriminare all'infinito e
con il rischio di dissolvere la coscienza nazionale, sottoponendola
a un processo continuo per il passato che non deve passare
mai (come è successo in Germania,
in Italia) - Dall'altro, permangono le incognite e le ombre,
legate al mantenersi di un impianto ideologico-morale che
resta marxista, inserito ora in un rinnovato patriottismo
russo euro-asiatico, da sempre ostile all'Occidente, erede
della tradizione slavofila, presente anche nel carattere
autoritario forse eccessivo del regime, che sta cercando
di far di PUtin un presidente a vita (è appunto la tradizione
autocratica russa, non cambierà mai).
Ostilità destinata ad aumentare grazie agli errori che gli
Americani stanno facendo, a cominciare dalla questione ucraina.
Pol.

bernardino guerrini ha detto...

Io posso solo rispondere con un concetto ben chiaro, come chiari sono i conciliari modernisti ed in special modo tutti quelli dell'ordine dei Gesuiti.. fece bene quel Papa in quel secolo a sciogliere quell'ordine?? io rispondo siiii.. perchè quel Papa aveva una vista lungimirante.. aveva capito chi erano i gesuiti già da quell'epoca e credo li stava studiando da molti decenni cosa erano davvero rispetto alla Vera Chiesa Cattolica.. oggi o il popolo da solo decide di nuovo per la cacciata prima di tutto e lo scioglimento di questo ordine e non lo riconosce più come ordine della Chiesa e spazza via tutto il concilio vat.II (insomma lo scisma completo... quello che fanno i tedeschi ma al contrario .. noi vi cacciamo dalla Chiesa Cattolica e non voi cacciate i Cattolici dalla Vera Una e santa di cui non ne fate già più parte da decenni... oppure questi finiscono di distruggerla - anche se la Chiesa è di Cristo - ma loro portano allo sfascio la Dottrina e fanno diventare pagani ed atei tutti quelli che senza conoscenza buona poi li seguono.. ed oggi sono milioni e milioni di persone che non sanno nulla e li seguono ad occhi chiusi..) c'è bisogno di una grande cacciata come fece Gesù nel Tempio.. Gesù prese delle funi e lanciò i tavoli.. fuori i non credenti e tutti quelli che erano li per altri interessi invece della preghiera al Padre.. o si prendono decisioni drastiche di rottura e cacciata plateale o aspettiamo qualche decennio e la Chiesa Cattolica non esisterà più.. o aspettiamo che il Signore prende le decisioni.. c'è una vecchia regola o proverbio che dice ""aiutati che Dio ti aiuta"" spero che Dio voglia che siamo noi a far pulizia nella Chiesa .. ormai i veri fedeli devono prendere in mano le redini insieme ai buoni Sacerdoti e decidere.. - se dopo il concilio di Nicea non ci fosse stato Atanasio, oggi avremmo la Chiesa Cattolica?? qualcuno deve decidere.. questi vanno avanti come carri armati .. ricordate piazza Thien-a-Men, non si mai saputo il numero delle vittime.. e questi potrebbero fare la stessa cosa con i fedeli cattolici veri.. farli vittime diverse ma vittime..

Anonimo ha detto...

Di fatto i vescovi spesso si comportano come autocrati sovietici: non danno la Chiesa per la Santa Messa Vetus Ordo fregandosene altamente dei fedeli. Sono proprio quelli che sembrano più buoni. Per loro va bene tutto tranne la Santa Messa di sempre...

gaimy ha detto...

il punto 2 è chiaramente eretico, in quanto confonde il sacerdozio universale dei fedeli con il sacerdozio ministeriale, trasformando i poteri e i ruoli di quest'ultimo in qualche 'servizio' proveniente dal basso
è stridente il contrasto tra il punto 3 e il punto 5: secondo costui non si devono escludere i luterani sposati ai cattolici dalla Comunione perchè ciò potrebbe causare sofferenza, mentre se ne frega altamente di ciò che potrebbero provare i fedeli esclusi dalla liturgia tradizionale.

il punto 6 merita secondo me un commento più approfondito:
- ha sostanzialmente ragione che buona parte dei fedeli e dei sacerdoti ignorano e danno poca attenzione alla preghiera eucaristica nel suo complesso, concentrandosi solo sulla 'Consacrazione' (Racconto dell'Istituzione). il problema è che moltiplicarle a dismisura probabilmente non aiuterà certo a diminuire l'importanza che il popolo da a questa parte, anzi, rischia di diminuirla in quanto la variabilità non è sempre indice di importanza
- quella dei temi biblici mancanti è un pretesto, in quanto essi sono già presenti in abbondanza non solo nel Canone (che ha una teologia molto fina sulla relazione tra la Vecchia e la Nuova Alleanza), ma anche nelle Preghiere Eucaristiche III e IV (quest'ultima ha un post-sanctus scritto proprio con questo fine). questo pretesto è solo un modo per voler dire 'facciamo quello che vogliamo'
- il tema precedente stona con quello dei voler introdurre temi 'moderni'. vogliamo fare delle preghiere eucaristiche che siano un pout-purri?
- la frase più problematica a mio avviso è questa:

Più importante della trasformazione del pane e del vino nel corpo e nel sangue di Cristo è la trasformazione della comunità nel corpo di Cristo in modo che possiamo vivere l'alleanza che abbiamo tramite Cristo. Non adoriamo Gesù, in questo senso; con Gesù adoriamo il Padre e chiediamo di essere trasformati dalla potenza dello spirito nel corpo di Cristo.

è vero che il fine della celebrazione eucaristica è la nostra santificazione, ovvero la trasformazione nostra nel Corpo di Cristo che è la Chiesa, ma perchè ciò avvenga è necessaria che ci siano il Corpo e il Sangue di Cristo, di cui noi possiamo nutrirci e santificarci tramite di essi. quindi la trasformazione dei Doni e la nostra trasformazione sono estramamente correlate, e la prima è conditio sine qua non.
si vede bene nell'epiclesi dell'anafora di Basilio

avendo presentato gli antìtipi del santo Corpo e Sangue del tuo Cristo, ti preghiamo e ti supplichiamo, Santo dei Santi, perché, per il beneplacito della tua bontà, venga il tuo Spirito santissimo su di noi e su questi doni presentati, e li benedica e li santifichi, e manifesti questo pane come il prezioso Corpo del Signore e Dio e salvatore nostro Gesù Cristo, e questo Calice come il prezioso Sangue del Signore e Dio e salvatore nostro Gesù Cristo, che fu versato per la vita del mondo; e noi tutti, che partecipiamo di un unico Pane e di un unico Calice, rendi una sola cosa gli uni per gli altri nella comunione dell’unico Spirito santo; e fa’ che nessuno di noi partecipi del santo Corpo e Sangue del tuo Cristo per il giudizio o per la condanna, ma perché troviamo misericordia e grazia con tutti i Santi, che da sempre ti furono graditi

gsimy ha detto...

(continua)

ma anche il Canone chiede le stesse cose in modo diverso: tutta la parte dal Te igitur fino al Supplices te rogamus compreso non è altro che una lunghissima preghiera di offerta e richiesta al Padre di accettare i Doni, e accettando li santifichi, affinchè essi, graditi a Lui, santificati e trasformati nel Corpo e nel Sangue di Cristo, possano essere per il nostro giovamento spirituale e la vita eterna, più tanti altri benefici derivanti da questi che dettaglia e chiede con fede.
straparlare dell'importanza delle preghiere eucaristiche (cosa giusta e doverosa) senza notare questo piccolissimo dettaglia sottolineato con forza in esse è da ciechi

- ha anche ragione sul fatto che l'Eucarestia è rinnovazione dell'Alleanza con Dio (concetto sempre espresso dalle preghiere eucaristiche) attraverso la commemorazione dei suoi benefici e la richiesta di mostrarli ancora, ma ignora il fatto che le Alleanza bibliche si sanciscono e si rinnovano con lo spargimento di Sangue che ci santifica 'Senza spargimento di Sangue non vi è remissione' (Ebrei 9,22). quindi insieme alla preghiera che fa memoriale sono necessari il Corpo immolato e il Sangue versato. anche questo un dettaglio che il gesuitardo dimentica



queste proposte sono idee per 'esperimenti di laboratorio', degni di uno che vede la liturgia non come qualcosa in cui immergersi e lasciarsi plasmare, ma su cui sperimentare e vedere cosa succede. lo si vede anche quando parla di 'beta test'

PS. per piacere sostituisci il 'prefazione' del punto 6 con 'prefazio', corretta traduzione dell'inglese 'preface'

Ad Superna semper intenti ha detto...

Mi sembra CHIARO che una "nuova Chiesa" ha bisogno di una "nuova liturgia" che non assomigli per nulla a quella precedente. Il Messale di Paolo VI era concepito solo come una fase del cambiamento per calmare gli animi inquieti facendo loro capire che, dopo tutto, non c'è molta differenza con l'antico. Ora, morte quelle generazioni, si passa all'attacco, grazie anche ad un papa che non solo è indifferente ma è pure favorevole ai cambiamenti progressisti.
Lutero in un primo momento lasciò il culto simile a quello precedente alla sua riforma. Poi lo cambiò: una "nuova Chiesa" ha bisogno di una "nuova liturgia"!
Pensare che il Vaticano possa essere in qualche modo riconducibile alla tradizione è come pensare che Lutero, nella sua fase avanzata, potesse tornare cattolico!
La tradizione romana continuerà a vivere laddove è praticata, non certo in Vaticano, oramai totalmente invaso dalla setta modernista!

mic ha detto...

Per Gsimy. Grazie della riflessione. Intanto questa osservazione:
concentrandosi solo sulla 'Consacrazione' (Racconto dell'Istituzione)

La Consacrazione non è il Racconto dell'Istituzione. E' Actio divina del Signore
Ricordo l'accentuazione di Sant'Ambrogio sulle "parole efficaci" (sermo operatorius) di Gesù della formula consacratoria: si tratta di parole che operano direttamente ciò che significano perché pronunciate da Lui, presente nella persona del Sacerdote. Lui, che è il Verbo, la Seconda Persona della Santissima Trinità, incarnatasi nell'uomo Gesù di Nazareth, nel quale è contemporaneamente presente il Padre il Figlio e lo Spirito Santo. Ogni Sua Parola immediatamente pone in essere la realtà che significa...
Del resto l'ebraico Dabar= Verbum= Parola significa contemporaneamente parola e fatto..

Anonimo ha detto...

“La maggioranza dei vescovi tedeschi si rifiuta di ascoltare e di allontanarsi dal loro viaggio potenzialmente disastroso verso lo scisma. Di fronte a questa ostinazione, il tempo per un’azione più forte e più chiara da parte della Santa Sede è ora, prima che il Cammino Sinodale si imponga sulla fede cattolica che è stata affidata ai vescovi tedeschi e presenti a Papa Francesco un ultimatum per cambiare irrevocabilmente l’insegnamento della Chiesa.”

Il gesuita Alberto Spataro ha detto...

Le reazioni scomposte di certi tradizionalisti rivelano tre pericolose tendenze: la prima è una sostanziale passionalità con la quale si affrontano tematiche molto complesse che richiedono un approccio pacato e qualificato, la seconda consiste nell’avversione generalizzata alla pubblica autorità in isfregio del dettato paolino in merito, la terza - più in profondità - arriva a considerare aprioristicamente qualsiasi cosa non abbia il “crisma del tradizionalismo o del fascismo lato sensu” come intrinsecamente e irrimediabilmente malvagio, arrivando a lambire il dualismo gnostico delle grandi eresie.
Insomma, passionalità, disprezzo dell’ordine e manicheismo come i peggiori rivoluzionarî... si nasce medievali e si muore sessantottini

mic ha detto...

La supposta superiorità morale, trasudante disprezzo, dei gesuitanti fondata sulle etichette e non sugli argomenti....

Anonimo ha detto...


Se ha fatto bene il Papa a cancellare a suo tempo l'Ordine dei Gesuiti?

Un commentatore sostiene di sì. Mi permetto di dissentire. NON ha fatto bene per niente, quel Papa. Era un debole che agì ricattato dalle Potenze cattoliche, tutte legate alle varie dinastie borboniche (Francia, Regno di Napoli, Parma, Spagna) che ce l'avevano a morte con i Gesuiti e volevano che fossero soppressi.
I gesuiti di allora erano ben diversi da quelli di oggi, irriconoscibili, marci d'eresie. Difendevano a spada tratta i diritti della Santa Sede contro il gallicanesimo e il giurisdizionalismo dei re francesi e contro il giurisdizionalismo delle altre monarchie, tutte cattoliche.
Facevano bene a difendere i diritti della Chiesa nel temporale e nello spirituale contro le inframmettenze dei poteri laici. Anche se bisogna osservare che alcune delle pretese dei poteri laici (cattolici e rispettosi della fede e della Chiesa come istituzione) non erano del tutto infondate. Le esigenze dello Stato moderno sempre più espanso richiedevano un ridimensionamento di certi privilegi del clero, p.e. in campo fiscale e nel campo della proprietà immobiliare (il clero non pagava tasse e possedeva enormi proprietà).
Comunque, a parte quest'aspetto, i Gesuiti del tempo furono oggetto di una campagna di calunnie e maldicenze condotta in modo disonesto. Re di Spagna era Carlo III di Borbone, il primo re del Regno di Napoli toltosi formalmente dalla tutela-sudditanza nei confronti della Spagna e poi re di Spagna. Egli era contro la Massoneria ma anche anticlericale in una certa misura. Soppresse i gesuiti in tutto l'impero spagnolo. Ciò comportò la fine del c.d. Stato cristiano-sociale gesuita del Paraguay, che tanto bene aveva fatto per gli indigeni locali, sottraendoli alle angherie e allo sfruttamento dei fazenderos, brasiliani soprattutto.
Bisogna dare a ciascuno il suo e non fare di ogni erba un fascio.
PP

Anonimo ha detto...

si nasce medievali e si muore sessantottini..

Dov'erano tutti costoro prima del 2013.

Unknown ha detto...

L' ho notato anche io, l' importante è sempre etichettare l' avversario come fascista ( che noia....)

Anonimo ha detto...

Le menzogne, la malizia e la perfidia del "cardinale rosso" Carlo Maria Martini, magistralmente esposte dal professor Francesco Lamendola:
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/la-contro-chiesa/10066-il-dialogo-fraudolento
https://gloria.tv/post/fES2UYyTjxGB4jjfuZobVsGds

Anonimo ha detto...


Il gesuita Alberto Spataro ha detto...

Mai è accaduto che un coacervo di così apodittiche trombonate sia stato proclamato in uno spazio così ristretto


Complimenti all'autore


(faccio bene tenermi distante)


Nemo

Anonimo ha detto...

"... NON ha fatto bene per niente, quel Papa..."

A memoria, Pio XII invitò i gesuiti a tornare a Sant'Ignazio altrimenti sarebbe stato meglio per loro dedicarsi ad altro.

"... nel campo della proprietà immobiliare..."

Casualmente una persona parlando dei lasciti immobiliari ricevuti dal suo ordine, lamentava il fatto che gli anziani venivano trascurati, abbandonati, spesso si cercava di forzare la loro volontà o i naturali eredi non rispettavano la volontà del coniuge precedentemente defunto, così sentendo avvicinarsi l'ultima ora lasciavano tutto alla Chiesa nella certezza che avrebbe saputo trarre del bene per i bisognosi. Ora qui due sono le mancanze: I) la chiesa non sa gestire quello che riceve ed al meglio accumula vanamente; II) i laici che abbandonano i propri vecchi o vampiresca/mente si avvicinano loro nel tempo della estrema unzione, sono oltre che ingrati, miopi. Così il patrimonio di più generazioni è finito nelle mani della Chiesa, che allontanandosi da Dio, Uno e Trino, anch'essa non riesce a ben amministrare quello che riceve. Infondo per i laici e per la chiesa è lo stesso peccato di ingratitudine e di miopia. La chiesa non deve essere povera, ma operosamente ricca e straricca se Dio vuole metterla in condizioni di aiutare i bisognosi, se poi la chiesa si lascerà spogliare dal vizio e dalle clientele diventerà cenciaiola e serva di chi capita capita.

tralcio ha detto...

La liturgia è un contenitore di azioni/simboli/messaggi/relazioni di uomini per gli uomini oppure è "azione di Cristo tutto intero"(CCC n. 1136) in cui l'uomo "per poter camminare nella direzione giusta ha bisogno di essere orientato verso il traguardo finale" (Sacramentum caritatis n.30) che è Cristo stesso?

Dato che la risposta giusta per un cattolico è la seconda, chi si dilettasse nel giochicchiare attorno alla prima opzione sarebbe fuori strada e fuori luogo.

Perché oggi c'è la possibilità che una larga fetta di cattolici, anche consacrati, forse la maggioranza, possa propendere ai giochicchiare dove si dovrebbe solo adorare?

Per il semplice fatto che hanno smesso di credere al Verbo realmente presente, corporalmente e spiritualmente. Anche quando ripetono di celebrare il Verbo (la Parola) non pensano a Gesù-Verbo-Parola-Carne-Cuore (Eucaristico), ma piuttosto a un pensiero che viene pensato compiendo atti che sono ministeri/servizi con dietro una teologia e una pastorale.

Ma Gesù, realmente presente, è In Sé sintesi ineffabile del suo essere, lì, in quell'azione liturgica, Verbo-Parola-Carne-Cuore che dice e fa tutto ciò che è la Santa Messa. Non per nulla San Padre Pio sosteneva che "sarebbe più facile che la Terra si reggesse senza Sole, anziché senza la Santa Messa". Non è un ragionamento su Dio o una mozione degli animi per consolarci tra noi o spronarci a un certo modo di fare, sociale ed ecclesiale.

Quello che manca è un rapporto vivo dell'anima con il Vivente!
La tristissima neo-chiesa espressa da questo modo di vivere l'azione liturgica (che è divina, ossia di Dio!) frappone il proprio pensiero scettico, secolarizzato, disorientato e orizzontale, rivolto al mondo ed appiattito sull'uomo, alla possibilità che l'anima celebri le proprie nozze con Dio!

Ci si potrebbe scandalizzare per questo ed altro, ma fermiamoci prima a chiedere perdono al Signore se la Sua Messa viene adulterata espiando per tutti, prima che il mondo e tutta l'umanità ne subiscano le conseguenze, proprio mentre il Signore rinnova il sacrificio della croce, che profuse sangue per la nostra redenzione.

Anonimo ha detto...


Pio XII invitò i gesuiti etc

Al tempo di Pio XII i gesuiti, ma non solo loro, erano già in crisi di identità, per così dire.
Io mi riferivo ai gesuiti d'antan.

"Dell'antigesuitismo settecentesco, le cui origini risalgono peraltro assai indietro nel secolo precedente [vedi Le Provinciali di Pascal], sogliono indicarsi molte ragioni: la Compagnia di Gesù, milizia fedelissima del Papato, aveva assunto più d'ogni altro ordine la difesa dei diritti della Chiesa e dell'autorità della S. Sede, e condotto una lotta ad oltranza contro il giansenismo, ed in genere contro le correnti riformatrici o innovatrici nel campo della organizzazione ecclesiastica e della vita religiosa; la Compagnia svolgeva dovunque una intensa, accorta, vigile attività, nella pubblica predicazione come nel segreto del confessionale, e soprattutto con l'insegnamento nelle sue scuole, ed era quindi in grado di esercitare una larga influenza, anche schiettamente politica, nelle classi più elevate della società, nelle corti, nelle famiglie stesse dei sovrani regnanti; la Compagnia aveva una organizzazione estesa in ogni parte dell'Europa e del mondo, e di particolare efficienza, grazie ai noti principi di rigida disciplina che imponeva ai suoi membri, ed aveva anche raggiunto una invidiabile prosperità economica, accumulando in vari modi ingenti ricchezze, tanto da suscitare gelosie anche in ambienti ecclesiastici e presso altri ordini religiosi, e da apparire ai governi una potenza di carattere internazionale, e una virtuale minaccia per il potere assoluto [eravamo nel periodo dell'assolutismo monarchico].

"Lo Jemolo ha tuttavia notato come non sia facile scorgere nell'ambiente spirituale del Settecento una soddisfacente spiegazione di questo stato d'animo generale, della avversione che accomunò credenti ed atei, moralisti e libertini, conservatori e rivoluzionari [dopo la condanna delle dottrine gianseniste, 1713, della quale i Ges. furono grandi artefici]. Per vero, troppo esiguo era il numero dei teologi e rigoristi animati da una schietta opposizione di principii alla dottrina e alla morale gesuitica, rispetto all'indifferentismo etico-religioso dominante nella società; le accuse di ingerenze politiche e di macchiavellismo - formulate già da Pascal- erano spesso generiche, indeterminate, e disconoscevano la fondamentale ispirazione religiosa di tutta l'azione dell'ordine. L'univesalismo della CdG non era idverso da quello di altre congregazioni, né poteva temersi che mirasse a far cadere frontiere o distruggere troni; la stessa polemica contro i troppi preti e frati oziosi, ignoranti, viziosi, mal poteva appuntarsi contro i gesuiti, per la maggior parte operosi, colti, morigerati; talchè "quando si guarda da ogni aspetto l'antigesuitismo, ci si chiede se non si sia di fronte ad una delle maggiori montature di avversioni collettive che la storia ricordi."" (GUIDO ASTUTI, La formazione dello Stato moderno in Italia, Lez. di storia del dir. italiano, I, Giappichelli, TO, 1967, pp. 328-329) [1]
PP

Anonimo ha detto...


I Gesuiti del Settecento, ingiustamente soppressi [2]

Continua l'Astuti: "Il movimento suscitò preoccupazioni presso la S. Sede: papa Lambertini, Benedetto XIV, vietò alla Compagnia, con la bolla Immensa pastorum (1741), ogni partecipazione alle attività mercantili, e in specie al commercio degli schiavi, e prudentemente meditava una riforma delle sue regole, che la morte gli impedì di attuare. Poco appresso cominciò la serie dei provvedimenti contro i gesuiti da parte dei governi cattolici: l'esempio fu dato dal Portogallo, dove il marchese Carvalho de Pombal [massone, nell'opinione comune], dopo un clamoroso processo, espulse i gesuiti dal regno, chiudendone i conventi e confiscandone i beni (1759); e successivamente essi venivano allontanati dalla Francia (1764), dalla Spagna (1767), e in Italia dal Regno di Napoli nello stesso anno, e dal Ducato di Parma nel 1768. Di più i sovrani si rivolsero anche a Roma, chiedendo la soppressione della Compagnia. A questi passi in un primo tempo papa Clemente XIII reagì con energia, ammonendo il re di Francia che la tempesta contro i gesuiti era di tal natura da minacciare insieme trono e altare [parole profetiche, 24 anni prima della Riv Fr], e con solenne atto del 1765 confermò l'ordine contrario ad ogni riforma dei suoi statuti ("sint ut sunt, aut non sint"). Ma quando le corti borboniche si accordarono per una comune e più energica azione (1768), papa Clemente XIV dovette cedere alle pressioni, e, sotto le suggestioni dell'ambasciatore di Francia cardinale di Bernis, con il breve Dominus ac Redemptor noster, 1773, sciolse la CdG.
Così i Gesuiti, scacciati dai maggiori paesi cattolici - ad eccezione dei domini della Casa d'Austria, che non partecipò alle misure di espulsione - e abbandonati anche dalla S. Sede, vissero un fortunoso periodo di diaspora [furono deportati, incarcerati, diversi di loro morirono], peraltro parziale, finchè l'ordine non poté essere ricostituito da Pio VII dopo la caduta dell'impero napoleonico. Fra l'altro ebbero la singolare ventura di trovare ospitalità negli Stati di Federico il Grande e Caterina II, l'uno protestante l'altra scismatica, ma ben disposti, per accorto calcolo politico, ad acquistare per i loro sudditi cattolici un clero non dipendente da Roma, e poterono così continuare a svolgere in altri paesi la loro opera in difesa della Chiesa e della fede, eserciando una notevole influenza, soprattutto in Polonia." (ASTUTI, op. cit., pp. 329-330).

Postilla : si distinsero massoni come Pombal nella persecuzione dei gesuiti, ma essa fu organizzata e voluta dai Borboni, da tutte le loro dinastie regnanti. Il "complotto", alla luce del sole, fu opera dei monarchi cattolici, gli austriaci esclusi.
Il Papa sbagliò a cedere. Quando, non prevista dai più, arrivò la tempesta rivoluzionaria, il Papato si trovò senza la sua migliore milizia, al tempo determinata e pugnace, che avrebbe certamente permesso alla Chiesa di resistere assai meglio di quanto non fece.
Oggi, purtroppo, i gesuiti sono diventati il "ferro di lancia" delle schiere dell'Anticristo, più ancora gli altri ordini. L'impressionante decadenza intellettuale dei gesuiti appare anche dalle dichiarazioni estemporanee che ogni tanto rilascia il Generale del fu glorioso ordine.
Tutto si è rovesciato. Noi quattro gatti cattolici laici che vogliono restare fedeli al Deposito della Fede teniamo tuttavia duro in prima linea, finché Dio ce lo consentirà.
PP

Anonimo ha detto...

Vorrei integrare gli opportunissimi interventi di PP, ricordando la restaurazione del tomismo nell'Ottocento, ad opera di gesuiti come Taparelli-d'Azeglio, Liberatore, Cornoldi, e i fratelli Sordi, grazie ai quali in Leone XIII maturo' la decisione di porre il pensiero dell'Aquinate come base dottrinaria di tutti i seminari cattolici.

Anonimo ha detto...

Grazie,Professore! Forse a causa della presente situazione, mi riesce difficile non pensare che qualcosa di storto dovette pur esserci fin dalla loro fondazione, fatti salvi i veri amici del Signore che la Compagnia ebbe.

Anonimo ha detto...

L'allarme è sempre meritorio.
Però servirebbe che alle spalle della sentinella qualcheduno rispondesse...
La sentinella fa tutto quello che può; ed è un bene.
Anche togliere scuse all'inazione di altri è un bene.
Ma non è il bene che vorremmo.
Guido Ferro Canale

Anonimo ha detto...

Ho riguardato su Wikipedia la 'ratio studiorum ' dei Gesuiti, quello che colpisce è la competizione nella quale venivano e vengono esercitati gli allievi delle classi superiori.

Ignazio di Loyola più giovane di Martin Lutero di otto anni, rinascimentali entrambi, in un mondo che cambia nella modernità.

Delle scuole dei Benedettini, due nomi San Tommaso e Gomez Davila. Queste scuole sono ormai poche.

Forse si può ipotizzare che due tipi di sapere cattolici furono a confronto, ebbe il sopravvento il moderno.Ma quel distacco dal mondo, che qualsiasi studio richiede per conoscere a fondo il Creatore, il creato e la Sua creatura con la sua storia, viene dall'Ora et Labora benedettino: San Tommaso gigante oltre il tempo e Gomez Davila giudice della modernità.

Anonimo ha detto...

Tornando alla liturgia, il NO alla fine si dimostra un canovaccio ottimo per l'applicazione di una liturgia "liquida", adattabile e rimaneggiabile dal celebrante di turno, che può condirla a piacere con elementi acattolici.
Ogni parrocchia ha una "sua" Messa, che di cattolico non ha più nulla. I frutti di queste Messe sono proprio questi fedeli Cattolici, che senza accorgersene ora si ritrovano protestanti..

Silvio Brachetta ha detto...

"Ripensare il sacerdozio, questo l’obiettivo del Simposio teologico internazionale progettato dalla Congregazione dei Vescovi e presentato alla stampa dal cardinale Marc Ouellet nel segno dello stare al passo coi tempi e della sinodalità. Nessuno ha parlato della “santità” del sacerdote, la quale, in fondo, è l’unica cosa che conta e che sta alla base anche della soluzione dei cosiddetti problemi concreti".
Stefano Fontana
https://www.lanuovabq.it/it/nuovi-preti-sinodali-moderni-tutto-ma-non-santi

Per Mic e le sentinelle ha detto...

Ora, figlio d’uomo, io ho stabilito te come sentinella per la casa d’Israele;
quando dunque udrai qualche parola della mia bocca, avvertili da parte mia.
Quando avrò detto all’empio: “Empio, per certo tu morirai!”
e tu non avrai parlato per avvertire l’empio che si allontani dalla sua via,
quell’empio morirà per la sua iniquità,
ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano.
Ma, se tu avverti l’empio che si allontani dalla sua via, e quello non se ne allontana,
egli morirà per la sua iniquità,
ma tu avrai salvato te stesso.

(Ezechiele 33:7-9)

Presiedere /Celebrare ha detto...

Missionarie della Divina Rivelazione
12 Aprile ore 16:00​ S A N T A M E S S A per il 74° Anniversario dell’apparizione della Vergine della Rivelazione alle Tre Fontane, Roma.
Presieduta da Sua Eccellenza Mons. Dominique Mathieu
https://www.youtube.com/watch?v=PGUo_Ue5TzU


radicatinellafede
Santa Messa II Domenica dopo Pasqua in rito tradizionale a Vocogno in Val Vigezzo (VB).Domenica 18 Aprile 2021 ore 10.30.
https://www.youtube.com/watch?v=UEVlLZbynFk

Ogni volta mi sovviene l'immagine del Papa Giovanni Paolo II nell'atto di donare una Corona del Rosario . Sorridendo al beneficiario la porgeva e la ritraeva , la porgeva e la ritraeva chiedendo :"La userai ? Ti impegnerai a recitare il S.Rosario ? Onorerai Nostra Signora?"altrimenti non te la dono .
A maggior ragione come ci preoccupiamo di onorare il Nostro Dio .
Non e' il contesto , ne' la lingua , ne'l'interno /esterno , che intendo sottolineare ma l'onore che si DEVE dare a Colui che ha riaperto all'umanita' le porte del Cielo .
Signore , Farmaco di Immortalita' , infiamma i Tuoi pastori di un amore così ardente da riverberare tutt'attorno fino a fiaccare il cuore e le bocche e le gambe degli astanti . Amen

Anonimo ha detto...

P.S. Naturalmente la riflessione e' principalmente per me : "Come Ti Onoro mio Dio "?

bernardino guerrini ha detto...

Comunque vorrei chiedere a PP (Paolo Pasqualucci, e credo sa quanto io l'ammiri) che in fondo risponde indirettamente a me.. se almeno oggi quest'ordine si può chiamare ancora Gesuiti, Compagnia di Gesù, e se rappresenta ancora le idee di Ignazio da Loyola?? (e qui ritorna in ballo Pio XII, che credo abbia avuto la vista lungimirante) e se non è proprio quest'ordine che sta facendo il flagello ormai nel mondo e soprattutto nell'America Latina oltre che in tutta la Chiesa ancora Cattolica... anche se il massimo del flagello lo ha fatto il concilio vat.II e magari una grossa fetta che l'ha preceduto da decenni (le famose vipere sotto i sassi).. vero come è vero che ormai c'è poco da salvare in questa falsa chiesa.. ma ormai l'arianesimo sarebbe solo zucchero rispetto a questo..

Anonimo ha detto...


Continuare a sostenere oggi che coloro i quali continuano ad attendere alla Messa dell'Ordo Vetus sono "persone che si sono aggrappate alla vecchia liturgia sino allo scisma", ovvero che la FSSPX, che per l'appunto a quella liturgia (cattolica di sempre) si è "aggrappata", è scismatica; e che quindi sarebbero a loro volta "scismatici" tutti quei fedeli che "si aggrappano" a quella medesima liturgia come unica valida perché l'unica sicuramente cattolica, l'unica sicuramente conforme alla Tradizione e al Deposito della Fede -- fare affermazioni di questo tipo significa essere ignoranti, nel senso di non voler conoscere come si sono svolti effettivamente le vicende della FSSPX nei suoi contrasti con l'attuale Vaticano , oppure in malafede.
Il Giorno del Giudizio, ma, a Dio piacendo, fors'anche prima, vedremo chi è che si è effettivamente posto fuori della Chiesa.
PP

Anonimo ha detto...

Queste dichiarazioni di questo uomo vestito da sacerdote, dicono tutto sulla deriva che si sta prendendo, questa è superbia allo stato puro,il padre della superbia è uno solo. Prego che si converta lui e chi è come lui. Non praevalebunt

Anonimo ha detto...

"questa è superbia allo stato puro": a ben vedere, sono tutti accecati dalla superbia e dal delirio di onnipotenza, questi prelati bergogliani, sull'esempio del loro capo protempore e del loro vero padre-padrone, il diavolo, che se li è conquistati tutti contando sulla loro ambizione, sul loro egoismo, sulla loro cecità spirituale e sulla loro superbia, ovviamente. Come disse a Gesù nel deserto, Satana, "queste cose sono mie, mi appartengono, le dò a chi voglio io, e te le darò se mi adorerai"; Nostro Signore gli rispose a tono, questi sciagurati, invece, hanno abboccato all'amo e si sono venduti e dannati l'anima per un pugno di mosche, per qualche anno di potere, di successo, di ricchezza, di goduria (pervertiti schifosi...), mal glie ne incoglierà, però, raccoglieranno quello che hanno seminato, e saranno cavoli amari, molto amari per loro. Deus non irrodetur! a Dio non la si fa, non lo si imbroglia.

Viator ha detto...

https://fidesetcaritasblog.wordpress.com/2021/04/15/un-feligres-de-fssp-responde-al-p-reese/

Anonimo ha detto...


# Sig. Guerrini

Ringrazio lei e altri per i cortesi apprezzamenti. Indubbiamente i Gesuiti di oggi, salve le eccezioni individuali, operano in antitesi all'insegnamento di S. Ignazio. Il glorioso ordine non è nemmeno l'ombra di se stesso. Ma gli altri ordini stanno forse migliori? Schillebeeckx e Congar non erano domenicani?
Tutti gli Ordini sono stati travolti dalla crisi provocata dal Concilio, quasi tutti gli ordini hanno fornito rappresentanti di spicco alle eresie nel rinascente modernismo, i Gesuiti più di altri. Adesso abbiamo un papa gesuita che, purtroppo, sembra confermare l'antico detto secondo il quale "un gesuita non avrebbe mai dovuto essere papa". Non so se fosse un dictum di S. Ignazio o un modo di dire affermatosi nel tempo.
Perché i gesuiti più di altri? Forse perché erano i più colti, i meglio informati del pensiero moderno? Perché san Pio X aveva affidato a loro il Pontificio Istituto Biblico, per guidare la riscossa contro il modernismo imitatore dell'esegesi razionalista dei protestanti? Proprio i gesuiti del Biblico cominciarono a tradire, sedotti dalle metodologie che venivano da Oltre Reno. L'ha spiegato bene a suo tempo mons. Francesco Spadafora in una serie di articoli su 'sisinono', riuniti poi in volume. Mons. Spadafora, avendo attaccato ripetutamente in particolare Karl Rahner per i suoi gravi errori, ebbe contro tutti i gesuiti e al tempo del Concilio anche molti vescovi.

Che dire delle accuse rivolte ai Gesuiti in passato? Le accuse di casuismo nella morale non so quanto siano fondate, non sono un esperto in materia. Un qualche fondamento l'avranno avuto ma Pascal ha probabilmente ecceduto nella sua polemica.
Io ho fatto nel recente passato gli Esercizi Spirituali di S. Ignazio, ridotti a una settimana, presso la FSSPX. Non li avevo mai fatti prima in vita mia. Per quanto mi risulta, non ho trovato traccia di casuismo o lassismo checchesia nella mirabile struttura di quegli esercizi.
In qualche operazione commerciale volta a mantenere il loro patrimonio, che impegnavano nelle opere di bene, i gesuiti saranno anche stati spregiudicati. Succede. Ma pensiamo alle loro numerose scuole, al famoso Stato dei Gesuiti del Paraguay, che fece un gran bene agli indigeni, sottraendoli alle razzie e allo sfruttamento dei proprietari delle grandi fattorie che, dal Brasile, angariavano quelle popolazioni. I Gesuiti le fecero cristiane, le incivilirono, eliminando le usanze del loro crudele paganesimo. Salvarono anche le lingue amerindie della zona scrivendone loro la grammatica.
Insomma non erano certo "peccati" tali da giustificare la soppressione dell'ordine.

Forse oggi l'ordine meriterebbe di esser soppresso, visto che insegna il contrario di quello che dovrebbe insegnare? Ma allora bisognerebbe sopprimere tutti gli ordini, sono tutti passati (salvo le eccezioni, che restano individuali) dalla parte dell'Avversario.
Bisognerebbe sì fare piazza pulita, eliminando anche quella cosa assurda e nociva che sono diventate le Conferenze Episcopali, da sopprimere, obbligando i vescovi a fare di nuovo i vescovi, in prima persona.
Ma qui entriamo in un altro campo, quello di un ripulisti generale della Chiesa attuale, da rifondare in toto, ripulisti sempre più necessario (le "strutture" create dal VAt II sono già marce) ma sul quale noi fedeli nulla possiamo, ovviamente, salvo far sentire la nostra libera opinione, scevra di interessi personali com'è.
PP

Anonimo ha detto...


REFUSO.
Un errore di stampa nel mio precedente intervento. INvece di : "ma gli altri ordini stanno forse migliori", leggi " ma gli altri ordini stanno forse meglio"?
Vedi riga 2 dall'alto. Si scrive sempre in fretta, per di più su uno schermo che infastidisce la vista, senza badare troppo allo stile e alle volte capita di cambiare malamente una frase o un'espressione precedente.
Grazie.
PP

bernardino guerrini ha detto...

Grazie Paolo, siamo sulla stessa linea d'onda, infatti noi a volte parliamo in generale invece bisogna fare i distinguo.. un conto gli ordini in quanto tali e un conto i singoli.. tra i singoli, ce ne sono molti che anche non parlando sono davvero Sacerdoti veri della Vera Chiesa.. ma guai a far sentire la propria voce, sarebbe la fine.. ed ecco che tra i Sacerdoti ne troviamo anche molto Veri, bravi ed anche impregnati di Santità interna.. basta guardare ai Sacerdoti della FSSPX - al Card. Burke, a Mons. Schneider e moltissimi altri che non posso elencare per lunghezza.. dobbiamo guardare a quei Sacerdoti li.. e noi possiamo combattere a fianco di questi - purtroppo il concilio è stato il vero cancro che ci ha portato all'oggi.. certo nei tempi passati non tutti sono stati limpidi.. ma l'eccezione conferma la regola.. i Gesuiti sono stati un alto e basso, ma certo gli altri non sono stati da meno.. speriamo che la nostra lotta per il Signore smuova le acque e Dio abbia pietà di noi..