Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 2 aprile 2021

Venerdì Santo 2021 - Via Crucis in San Pietro. I testi lasciano sgomenti. E la Passione?

Vedi anche sul Venerdì Santo qui e sul Triduo Sacro qui.
Dulce lignum dulces clavos dulce pondus sustinet

“Dolce legno, dolci chiodi che sostenete il dolce peso”, questa tenera espressione, in riferimento all’albero della Croce, ricorre più volte nel magnifico inno liturgico Pange lingua gloriosi di san Venanzio Fortunato che, nella solenne Azione Liturgica del Venerdì Santo, è intercalato dall’antifona Crux fidelis.1
La tenerezza del testo che risale al 570, così come della melodia gregoriana per il suo canto, non nasconde ma anzi esalta la teologia del Venerdì Santo e la esprime con solennità poetica e sonora.

Si tratta di una tenera delicatezza che non scade mai, tuttavia, in un mellifluo sentimentalismo pietista o in pauperismo teologico dozzinale. Anzi, fa emergere con la solennità del ritmo latino del testo e dispiega tutta la comprensione teologica del Santo e cruento Sacrificio di Cristo sulla Croce.

Hoc opus nostrae saluti orto depoposcerat, multiformi perditoris ars ut artem facere et medelam ferret inde, hostis unde laeserat”: il piano della nostra salvezza aveva richiesto questo passaggio, per vanificare con astuzia, l’astuzia del multiforme corruttore [Satana] e per portare un rimedio proprio di là da dove il nemico aveva colpito.

E ancora: “En acetum, fel, arundo, sputa, clavi, lancea; mite corpus perforatur; sanguis, unda profluit, terra pontus astra mundus quo lavantur flumine” – Ecco aceto, fiele, canna, sputi, chiodo, lancia; il corpo mansueto è perforato e ne scaturiscono sangue ed acqua; la cui corrente lava la terra, il mare, le stelle, il mondo!

E, infine: “Sola digna tu fuisti ferre pretium saeculi atque portum praeparare nauta mundo naufrago, quem sacer cruor perunxit fusus agni corpore” – Tu sola fosti degna di portare il riscatto della stirpe [umana] e di preparare un porto all’umanità, [ridotta come un] navigante naufrago, che il sangue sacro, effuso dal corpo dell’Agnello, ha unto.

Oltre un secolo prima di san Venanzio Fortunato, in un’omelia del Venerdì Santo databile al 420, sant’Agostino aveva indicato non come celebrare degnamente il Venerdì Santo ma anche il contenuto teologico della celebrazione: “Con solennità si legge, con solennità si celebra la passione di colui col cui sangue i nostri peccati sono stati cancellati, perché con la devota ricorrenza annuale se ne rinnovi il ricordo con più gioia e anche per la maggiore affluenza di gente la nostra fede sia più chiaramente illuminata.” (Sermo 218, De Passione Domini in Parasceve)

E sempre in un altro discorso sulla Passione aggiungeva: “La passione del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo è fiducia della gloria e dottrina di pazienza. Che cosa infatti non si riprometteranno dalla grazia di Dio i cuori dei fedeli, quando per essi il Figlio unigenito di Dio, coeterno col Padre non si è contentato di nascere uomo dall’uomo, ma ha voluto addirittura morire dalle mani degli uomini, che lui stesso aveva creati? È gran cosa quel che il Signore ci promette per il futuro; ma molto più grande è quel che celebriamo come già fatto per noi” (Sermo 218/C, De Passione Domini).

Gregorio Nazianzeno, chiamato anche Gregorio il Teologo, già ai sui tempi scriveva: “Adesso occorre che noi consideriamo il problema e il dogma, spesso passato sotto silenzio, ma che per questo motivo io voglio indagare con maggiore impegno: questo prezioso e glorioso sangue divino, sparso per noi: per quale ragione e per qual fine è stato pagato un tale prezzo?” (Sermo 45, 22).

Leggendo i testi della Via Crucis, che la suprema Autorità della Chiesa Cattolica presiederà in mondovisione in questo Venerdì Santo, c’è da trasecolare smarriti e da chiedersi chi e cosa possa aver ispirato un tale delirio.

Si dirà è stata scritta da dei bambini! Appunto!

Ma, allora, questi deliziosi pargoli da quale catechismo sono stati istruiti? Che razza di Vangelo è stato loro letto e insegnato? Quali educatori della Fede e alla Fede Cattolica li hanno preparati, formati e accompagnati per scrivere un testo tanto importante quanto rilevante, dato che avrà risonanza Urbi et Orbi?

Dal Catechismo della Chiesa Cattolica possiamo direttamente apprendere alcuni contenuti essenziali del Mistero di Passione, Morte e Resurrezione del Signore Gesù Cristo. Innalzi tutto, che questo mistero e non i poveri (come dice qualcun altro!) sono “al dentro della Buona Novella che gli Apostoli, e la Chiesa dopo di loro, devono annunciare al mondo” e che in tale mistero “il disegno salvifico di Dio sì è compiuto” (n. 517).

Che proprio consegnando il suo Figlio per i nostri peccati, poi, “Dio manifesta che il suo disegno su di noi è di amore benevolo che precede ogni merito da parte nostra” (n. 604).

Che, ancora, l’amore fino alla fine “conferisce valore di redenzione e di riparazione, di espiazione e di soddisfazione al sacrificio di Cristo” (n. 616).

Che, infine, proprio la sua Passione e Morte in Croce rendono il Cristo Signore della vita eterna. Infatti questo Mistero conferisce a Lui e a Lui solo “Il pieno diritto di giudicare definitivamente le opere e i cuori degli uomini appartiene a lui in quanto Redentore del mondo. Egli ha acquisito » questo diritto con la sua croce. Anche il Padre « ha rimesso ogni giudizio al Figlio » Ora, il Figlio non è venuto per giudicare, ma per salvare e per donare la vita che è in lui. È per il rifiuto della grazia nella vita presente che ognuno si giudica già da se stesso, riceve secondo le sue opere e può anche condannarsi per l’eternità rifiutando lo Spirito d’amore” (n. 679).

Di tutto questo non vi è traccia nelle politicamente corrette stazioni della Via Crucis di questo Santo Venerdì dell’anno di grazia 2021.

Anzi, alcuni accostamenti – nella preghiera introduttiva per limitarci a questo -, alla Croce di Cristo lasciano sgomenti: “Caro Gesù, Tu sai che anche noi bambini abbiamo delle croci, che non sono né più leggere né più pesanti di quelle dei grandi, ma sono delle vere e proprie croci ...Solo Tu sai quanto è difficile non riuscire a trattenermi e risvegliarmi ogni mattina tutto bagnato” (sic!).

Certo, nessuno potrebbe pretendere di presentare a dei bambini – ammesso che tutto sia frutto del loro sacco! – The Passion di Mel Gibson o far leggere loro il testo completo della Expositio Passionis Domini di San Tommaso Moro come introduzione necessaria e indispensabile per meditare la Passione di Cristo, ma neppure passare dalla diuresi notturna al Calvario appare un modello catechetico adeguato.

Da troppo tempo, in realtà, la Chiesa Cattolica ha occultato e dissimulato questo inscindibile e Grande Sacramento dell’universale Salvezza che è la Passione, la Morte e la Resurrezione, dimenticando che senza di esso e senza la sua piena comprensione anche la Chiesa non serve più a nulla!

Scrive Hans Urs von Balthasar: “La Chiesa non è stata fondata per se stessa [...] Non la Chiesa, ma il mondo è stato globalmente riconciliato con il Padre attraverso la morte e la resurrezione di Cristo. E, tuttavia, la riconciliazione avvenuta ha bisogno del ministero ecclesiale al servizio di questa riconciliazione […] Il ministero di riconciliazione della Chiesa non è però soltanto una supplica ma un impegno totale dell’esistenza” (Theologie per dei Tage, in Misterium Salutis, III/2, 1969, tr. italiana: Teologia dei tre giorni, Brescia, 1990, p. 234).

E Joseph Ratzinger, in un testo del 1971, rimarcando la necessita di concepire la Chiesa come la Chiesa di Cristo, cioè totalmente e imprescindibilmente dipendente dal suo Mistero di Redenzione, scriveva: “Al posto della Sua Chiesa [di Cristo, ndr] è subentrata la nostra e con essa le molte chiese: ognuno ha la propria. Le chiese sono diventate nostre imprese, di cui siamo orgogliosi o ci vergogniamo, tante piccole proprietà private che stanno una accanto all’altra, chiese soltanto nostre, che noi stessi costruiamo, che sono opera e proprietà nostra, e che noi vogliamo trasformare o conservare come tali. Dietro alla “nostra Chiesa” o anche alla “vostra Chiesa” è scomparsa la “Sua Chiesa”. Ma solo quest’ultima interessa e se non esiste più anche la “nostra” Chiesa deve abdicare. Se fosse soltanto nostra, la Chiesa sarebbe solo un inutile gioco da bambini” (Perché sono ancora nella Chiesa, in: Hans Urs Von Balthasar e Joseph Ratzinger, 2 Plädoyers. Warum ich noch ein Christ bin. Warum ich noch in der Kirche bin, München, 1971, p. 89).

Quando la Sua Chiesa – quell’unica di Cristo – scompare, e qualcuno gioca a creare la Sua Chiesa – quella tanto declamata “chiesa di Francesco” – tutto diventa un gioco di e per bambini, come la Via Crucis di quest’anno già in sé e per sé tanto tribolato.
Gian Pietro Caliari
____________________________
1. Crux fidelis, inter omnes arbor una nobilis, nulla talem silva profert flore, fronde, germine, dulce lignum dulce clavo dulce pondus sustinens

31 commenti:

Anonimo ha detto...

VENERDÌ SANTO

Giorno della morte in croce di Nostro Signore Gesù Cristo.
La Chiesa con la meditazione della passione di Cristo e con l'adorazione della Croce commemora la sua origine dal fianco del Signore, che sulla croce intercede per la salvezza di tutto il mondo. In questo giorno non si celebra l'Eucaristia. Il sacerdote e i ministri si recano all'altare in silenzio, senza canto né musica, fatta la riverenza all'altare, si prostrano in terra; questa prostrazione, come rito proprio di questo giorno, assume il significato di umiliazione dell'uomo terreno e partecipazione alla sofferenza di Cristo.
La Croce è al centro di questo giorno e della celebrazione: la Croce, infatti, è narrata nella liturgia della Parola, mostrata e celebrata nell'adorazione del Legno e ricevuta, quale mistero di salvezza, nella Comunione eucaristica. La celebrazione della passione di Cristo fa emergere proprio questa ricchezza del simbolo della Croce: morte e vita, infamia e gloria.
Tre aspetti, tra gli altri, possono essere oggetto di particolare cura:
la Liturgia della Parola di questo giorno ci fa capire come il Venerdì santo non è un giorno di lutto, ma di amorosa contemplazione dell'amore del Dio Padre, per purificare e rinnovare nel suo sangue l'alleanza sponsale. Nella prima lettura ascoltiamo il IV canto del servo del Signore, disprezzato e reietto dagli uomini. Ma è più di tutto nel racconto della Passione del Signore secondo il Vangelo di Giovanni che emerge la glorificazione di Cristo, la sua esaltazione sulla croce, il compimento dell'Ora in cui la nuova alleanza viene sancita in modo definitivo da Dio nel sangue del vero Agnello pasquale.
la Preghiera Universale in forma tradizionale «per il significato che essa ha di espressione della potenza universale della passione del Cristo, appeso sulla croce per la salvezza di tutto il mondo». La salvezza per l'uomo credente, tribolato ed oppresso, è proprio il frutto che pende dall'albero della croce.
l'Adorazione della Croce da svolgersi «con lo splendore di dignità che conviene a tale mistero della nostra salvezza». In questa articolata sequenza rituale la Croce è al centro dell'attenzione: non è semplicemente un'immagine da guardare, ma in quanto portata, velata e svelata, contemplata e baciata, entra in contatto con i corpi e i vissuti dei fedeli. Un'esecuzione veloce e maldestra di questo momento impedirebbe quel coinvolgimento totale della persona che si qualifica come autentica professione di fede, espressa nella pluralità dei linguaggi.
Mario Proietti

Libera mente ha detto...

Ex ore infantium et lactentium perfecisti laudem...

Inoltre, le citazioni del Pange lingua contengono errori. Venanzio Fortunato non scriveva in latino maccheronico.

Anonimo ha detto...

"Chi e cosa possa aver ispitato un tale delirio?": domanda retorica, come se non sapessimo chi siede abusivamente sul soglio petrino, chi sta servendo quell' uomo, facendo terra bruciata di prelati cattolici attorno a sé, terrorizzando cardinali, vecovi e preti ( tuttu che se la fanno sotto), promuovendo la peggior feccia presente nel clero ex cattolico...suvvia, non facciamo finta di non sapere queste cose. Cristo Giudice farà giustizia di tutto ciò, stiamone certi: Christus Vincit !!!

mic ha detto...

Per Libera mente
Ex ore infantium et lactentium perfecisti laudem...

La lode, non la dissacrazione.

Il testo citato del Pange lingua di Venanzio Fortunato è preso dal Breviario Romano e non dalla versione del VI secolo...

bernardino guerrini ha detto...

tra poche ore è la S.Pasqua, il passaggio dalla morte alla vita, e la nostra speranza stà nella Resurrezione del Signore che possa far risorgere la nostra vita nella Sua Grazia. dobbiamo solo chiedere a Gesù quella grazia santificante per mezzo di quella che ieri è stata la Giornata in cui il Signore stesso nell'Ultima Cena ha fatto la più grande grazia di lasciarci l tre grandi cose più importanti per noi e per la Santa Chiesa Cattolica.. Gesù ha istituito contemporaneamente l'Eucarestia, il Santo Sacrificio della Messa Cattolica ed il Sacerdozio puro e Santo.. infatti il Giovedi Santo è il giorno di tre grandi cose che Gesù ci ha lasciato... e per mezzo delle quali ci da la possibilità di salvarci per sempre.. poi sappiamo benissimo che la Chiesa attraversa la Passione del Suo Capo come Lui l'ha passata in questo giorno.. più noi pecchiamo più la Chiesa soffre ed è Gesù che di nuovo soffre.. oggi vediamo una sofferenza più grande perchè lo vediamo sbeffeggiato dalla Sua stessa Gerarchia, e noi dobbiamo raddoppiare le preghiera affinchè Lui ci liberi prima possibile da questa passione...

Unknown ha detto...

La Croce per un bambino oggi è avere i genitori divorziati, avere il padre che sta con un'altra donna con la quale ha altri figli, la madre che sta con un altro uomo col quale ha altri figli.
La Croce sta nel non avere più un padre e una madre, ma un genitore uno e un genitore due, uomini con uomini, donne con donne, trans con trans e chi più ne ha più ne metta.
La Croce oggi per un bimbo è avere per madre un utero in affitto e per padre una siringa.
La Croce oggi per un bimbo è essere non più figlio di Dio e custodia della famiglia, ma proprietà dello Stato che per un "miglior interesse" può porre fine alla sua esistenza terrena.
La Croce oggi per un bimbo è una scuola obbligatoria che ti impone per obbligo un sistema di protezione dall'ossigeno e che ti fa inspirare per sette ore al giorno anidride carbonica, il tutto per difenderti da un virus che non può nuocerti e che nel peggiore dei casi è facilmente curabile con farmaci da banco.
La Croce oggi per un bambino è dover stare tutto il giorno davanti a uno schermo prodotto da Bill Gates al posto che socializzare con i suoi amici.
Queste e tante altre sono le pesanti Croci che i piccoli oggi devono portare, altro che la pipì a letto.

mic ha detto...

Il tabernacolo dell’Amore

C’è una descrizione del Venerdì Santo che ci incute tremenda paura e, nello stesso tempo, immensa gioia.

L’evento spaventoso ce lo descrive Luca: “Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo”.

Più violenta è la descrizione che ne fa Matteo. L’evento, a rileggerlo ancora oggi, ci spaventa e, tralasciando le indagini scientifiche o astronomiche dobbiamo affermare che l’evento della morte ebbe una risonanza storico-divina.

Proviamo, anzitutto, immensa gioia perché possiamo dire, con grande ammirazione e profonda fede, che quel momento segnò l’inizio della nuova epoca, della nuova storia umana. Gesù con la sua morte ci ha redenti e ci ha offerti al Padre come il trofeo della sua vittoria.

Non possiamo, però, non rammaricarci e rattristarci, ancora oggi, quando ci rendiamo conto della indifferenza, dell’apa­tia, della diffidenza che questo evento lascia nel cuore e nella mente degli uomini.

A volte rimane solo come un ricordo teatrale e non diventa un fatto storico che entra nella storia dell’esistenza umana. Eppure da quel momento la storia umana è storia divino-umana ed ogni uomo è come Lui.

Non vorrei io per primo essere abulico, apatico, indifferente di fronte a questo mistero. Se mi avvicino a Lui e lo bacio è per dire solamente: Ti amo, Mio Signore e Dio. Tornando, poi, a baciare il segno della salvezza, prego:

“Io ti saluto o Croce santa che portasti il Redentor, gloria, lode ognor ti canta ogni lingua ed ogni cuor”. Tu, o Signore, mi hai redento e salvato perché sei Amore infinito ed immenso.

Cammino quaresimale tratto da “Sulle tue orme Gesù di Nazareth“ di don Nicola Giordano – Edizioni Viverein

Anonimo ha detto...

Et circa horam nonam clamavit Iesus voce magna, dicens: Eli, Eli, lamma sabachtani? hoc est: Deus meus, Deus meus, ut quid dereliquisti me?

- Mt XXVII, 46

Unknown ha detto...

P.S. La Croce oggi per un bimbo è essere fatto a pezzi per essere iniettato nelle braccia dei battezzati.

Anonimo ha detto...

Pange, lingua, gloriósi láuream certáminis, et super Crucis trophaeo dic triúmphum nóbilem: quáliter Redémptor orbis immolátus vícerit.

Canta, o lingua, la corona del glorioso combattimento. E sul trofeo della Croce canta la vittoria celebre che il Redentore del mondo riportò immolandosi

Oggi anniversario dies natalis di Giovanni Paolo II ha detto...

Di fronte all'oscurità del peccato ed all'impossibilità per l'uomo di liberarsi da solo, appare in tutto il suo splendore l'opera salvifica di Cristo: "Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue, al fine di manifestare la sua giustizia" (Rm 3, 25). Cristo è l'Agnello che ha preso su di sé il peccato del mondo (cfr Gv 1, 29). Egli ha condiviso l'umana esistenza “fino alla morte e alla morte di croce" (Fil 2, 8), per riscattare l'uomo dalla schiavitù del male e reintegrarlo nella sua originaria dignità di figlio di Dio.

(Messaggio di San Giovanni Paolo II, 21 settembre 1999)

Anonimo ha detto...

TI ADORO O CROCE SANTA

Ti adoro, o Croce Santa, che fosti ornata del Corpo Sacratissimo del mio Signore, coperta e tinta del suo Preziosissimo Sangue.
Ti adoro, mio Dio, posto in croce per me.Ti adoro, o Croce Santa, per amore di Colui che è il mio Signore. Amen.

(Recitata 33 volte il Venerdì Santo, libera 33 Anime del Purgatorio, Recitata 50 volte ogni venerdì, ne libera 5. Venne confermata dai Papi Adriano VI, Gregorio XIII e Paolo VI)

Anonimo ha detto...

La passione, anzi il dolore ce lo causano la lettura di queste esternazioni, non saprei se chiamarle eresie. ma vanno poco lontano, dopo lo sconcerto della notizia di ieri dell'atto gesuiticamente gesuitico di sua Misericordiosità che lascia Re a fare quello che spetta a lui e va fraternamente a concelebrare con Becciu......preghiamo pure che ci sia evitata l'enuresi notturna, infantile e senile, e aspettiamo sotto la croce.

Anonimo ha detto...


Becciu è stato assolto da un tribunale di sua Maestà Britannica.
Non ha commesso reati nell'acquisto di un immobile di Londra,
pratica al centro delle accuse che lo riguardavano.

Anonimo ha detto...

Però, non vi sta bene niente.....
Maltratta Becciu e perché lo maltratta, va a fare un gesto di fraternità con Becciu e perché va da Becciu......
L'enuresi può avere umiliato più di un bambino, non snobbiamo i piccoli.

Anonimo ha detto...

stasera bergoglio strumentalizzando i bambini ha trasformato la Via crucis nell'occasione di ribadire la dottrina ateo-umanista posta a fondamento del proprio magistero. Bergoglio mette al centro l'essere umano con i suoi bisogni meramente materiali, quindi ha messo in bocca ai bambini l'aiuto verso i poveri, l'amore verso gli abbandonati, il servizio a favore degli altri, tutte cose buone ma non nascono dalla fede sincera nel Vangelo, piuttosto nascono dal pensiero materialista marxista. In tal modo ha iniziato la scatechizzazione cancellando dai loro cuori la fede nel mistero grande del Verbo fatto carne. i valori della solidarietà avrebbe potuto trasmetterli loro anche il presidente dello stato, molto abile nella dialettica e nella retorica

Ambrosius ha detto...

La principale Croce per un bambino e quella di nascere in una Chiesa che non ha più la fede.

Anonimo ha detto...

La Croce per un bambino oggi è avere i genitori divorziati, avere il padre che sta con un'altra donna con la quale ha altri figli, la madre che sta con un altro uomo col quale ha altri figli.
La Croce sta nel non avere più un padre e una madre, ma un genitore uno e un genitore due, uomini con uomini, donne con donne, trans con trans e chi più ne ha più ne metta.
La Croce oggi per un bimbo è avere per madre un utero in affitto e per padre una siringa.
La Croce oggi per un bimbo è essere non più figlio di Dio e custodia della famiglia, ma proprietà dello Stato che per un "miglior interesse" può porre fine alla sua esistenza terrena.
La Croce oggi per un bimbo è una scuola obbligatoria che ti impone per obbligo un sistema di protezione dall'ossigeno e che ti fa inspirare per sette ore al giorno anidride carbonica, il tutto per difenderti da un virus che non può nuocerti e che nel peggiore dei casi è facilmente curabile con farmaci da banco.
La Croce oggi per un bambino è dover stare tutto il giorno davanti a uno schermo prodotto da Bill Gates al posto che socializzare con i suoi amici.
Queste e tante altre sono le pesanti Croci che i piccoli oggi devono portare, altro che la pipì a letto.

2 aprile 2021 12:10

Quello che hai scritto lo dovrebbero affiggere su ogni portone di chiesa.

Anonimo ha detto...

@ 3 aprile 2021 05:40

Parole sante!

Anonimo ha detto...

Bravo Falcometa, lei ha fatto centro, ha colto nel segno. Wuesti satanisri politici e chierici hanno per prime vittime proprio i bambini, le future generazioni. I preti li ingannano, ne abusano sessualmente, chiudono loro le porte del Cielo, i satanisti politici li pervertiscono già dall' asilo, con la scusa dell' inclusione, della non discriminazione (gender Lgbt, lesbo...). Le multinazionali farmaceutiche, poi, li fanni abortire e vivisezionare ancora vivi: maledetti tuuti quanti, non ci sarà punizione sufficiente per tutti costoro!

Aloisius ha detto...

Becciu è stato assolto?
Bene, ci fa sincero piacere che sia stata accertata l'innocenza un uomo di Chiesa per reati infamanti per lui per la Chiesa intera.

Ma perché il Papa non ha celebrato la Messa del Giovedì Santo in pubblico (sebbene con restrizioni) e l'ha invece celebrata in privato con Becciu?

E dicevano pure che non la celebrava perché si era sentito male...

La Coena Domini non è una festa privata di compleanno che il Papa puo' celebrare con chi preferisce.

Persino il politicamente correttissimo Huffington Post, organo di propaganda capital/socialista/sinistroide, ha lamentato un certo "cerchiobottismo" di Bergoglio, criticando colui che è il nuovo riferimento ideologico di questa ibrida ideologia progressista anticristica che governa il mondo:

https://www.google.com/amp/s/m.huffingtonpost.it/amp/entry/la-messa-del-papa-con-becciu-e-il-capitello-di-vezelay_it_6066c7aec5b6c55118b1f72e/

Si mette in evidenza il simbolo bergogliano di questa iniziativa: la falsa misericordia del falso perdono di Giuda l'iscariota.

Un quadro di Gesù, dietro la scrivania del Papa, che scende dalla Croce e abbraccia il cadavere di Giuda.
Fa il paio con l'opera del buon Pastore che lo porta sulle spalle, anch'essa da lui conservata in modellino e tanto cara (come il Cristo crocifisso sulla falce e martello).

Che fare?
Ancora non ci ho fatto il callo e mi fa male, ma devo stare attento a non cadere nei peccati conseguenti.

Il Papa dà spesso insegnamenti inaffidabili perché contrari, in modo scandaloso, all'insegnamento della Chiesa.

Leggere e informarmi ma senza ascoltare, né il Papa - salvo quelle cose cattoliche che ogni tanto dice - né i suoi seguaci "gesuiti" (che tali non sono più).
Prendere atto, e basta.

Poi rifugiarmi nella stanza dei tesori spirituali di Santa Romana Chiesa, pregare di più e affidarmi e affidarli al Signore.
Pregare per loro e per la Chiesa, che il Signore invii buoni e fedeli operai e pastori nella sua messe.

Di certo, non crederò MAI nella menzogna di Giuda perdonato e salvato, anche se propagandata dal Papa.

Se così fosse potrei, a maggior ragione, lasciarmi andare ai vizi capitali per tutta la vita, non andare più a Messa, suicidarmi se soffrirò per malattia grave ed essere salvato: se ha salvato Giuda l'iscariota salverà anche me.

Aloisius



Anonimo ha detto...

Non si deve aspettare troppo per sapere, specie gli anziani. Comunque è bene precisare che Dio non gode nel condannare.
Giuda ha avuto un movimento nell'anima simile al pentimento. E' tornato sui suoi passi per restituire il denaro. Lo avevano accalappiato ingannandolo sulla sorte di Gesù e non l'hanno certo consolato o sostenuto quando è tornato pentito. Non sappiamo come è andata a finire la sua disperazione, ma non è escluso che abbia beneficiato dell'offerta di Maria sotto la Croce e di Gesù stesso che ha reiterato l'offerta per il mondo allo squarcio del cuore, come ha detto la mistica Faustina.

Anonimo ha detto...

Sinceramente di J.M.B. non mi importa più niente, mi dispiace per lui che si sta dando la zappa sui piedi, mi dispiace per quelli che ancora non vedono e non odono,ma che la mia fede debba dipendere da lui, no. Che Gesù possa aver perdonato anche Giuda, non mi turba, né mi scandalizza. In tempi non sospetti ne colsi qualche accenno in casa, il tono era quello di persone che si interrogavano, non era un confronto duro tra parti avverse, no. Non ricordo né come i grandi fossero entrati nell'argomento, nè il suo sviluppo. Fu una buona impressione, i grandi parlavano poco davanti ai bambini e l'episodio mi rimase impresso. La vicenda di Gesù Cristo è talmente fuori dalla mia portata che va bene come Lui ha detto e ha agito. Insomma non sono situazioni che intaccano la mia fede, non la intacca quel fessacchiotto di J.M.B e non la intaccherebbe il perdono di Giuda se da ipotetico fosse diventato effettivo. Ho talmente tanti vecchi difetti, mancanze da migliorare che sinceramente a me...meno di zero. J.M.B lo evito, le sue malefatte le vengo a conoscere qui, di lui ignoro tutto. Del Signore non finisco mai di sapere, di conoscere, mi basterebbe anche solo il contenuto dei Vangeli, la buona teologia vorrei, ma non posso, le vite dei Santi le ho spizzicate,dei libri che nel tempo ho letto qualcosa certamente ho assimilato, ma difficilmente so dire chi ha detto cosa. Tu capisci che con questo quadro più le mie intemperanze,i miei interiori vaffa a questo e a quello, ho veramente pochissimo da scandalizzarmi sui perdoni avvenuti o non avvenuti. Spero solo che il Signore mi perdoni e che rimetta sulla retta via questo nostro disgraziatissimo tempo.

Anonimo ha detto...


Che Giuda sia andato all'Inferno non è del tutto sicuro.

Si è pentito del suo tradimento, su questo il Testo Sacro è chiarissimo.
Però poi si è lasciato sopraffare dalla disperazione e si è impiccato.
Ne la "Passione" di Mel Gibson la scena del suicidio di Giuda è di una
straordinaria, terribile efficacia.
Se la disperazione di Giuda ha configurato il peccato contro lo Spirito SAnto
del quale parla Nostro Signore, che non ci sarà perdonato, allora Giuda non si è salvato.
Se invece non lo ha configurato agli occhi di Dio, allora è possibile che si sia salvato.
Non lo sappiamo. In ogni caso non spetta a noi stabilire dove è andata l'anima di Giuda.
E nemmeno a Papa Francesco, se è vero che ha detto che Giuda è stato "perdonato e salvato".
Lui, come fa a saperlo?
Il Giudizio spetta al Signore non a noi. A noi spetta il giudizio sul peccato.
E dobbiamo, credo, sperare che lo sciagurato Giuda si sia salvato, nonostante tutto;
che il suo pentimento, che dai Testi sembra sincero, sia stato considerato sufficiente da parte del Cristo Giudice.
Noi, infatti, non dobbiamo augurare l'Inferno a nessuno, pur dovendo condannare sempre con la massima chiarezza e decisione il peccato, quale che sia, in quanto tale.
Siamo anche noi peccatori, sino alla fine della nostra vita tra quelli da salvare e non già salvati.
T.

Unknown ha detto...

Ti ringrazio!

Aloisius ha detto...

Io non ho giudicato nessuno, io devo scegliere la via da seguire.
Lo so che sono peccatore, caro T. e cari Anonimi h. 16 e h. 20.
Proprio perché mi sento peccatore sto attento a chi seguire.

E Giuda non lo seguo, anche se voi e il Papa mi venite a dire 'forse che si, forse che no'.
Io non giudico, scelgo la via da seguire.

È OVVIO che è il Signore a giudicare.

Ma è altrettanto ovvio che quello che ha insegnato, e la sua posizione su Giuda, è molto chiara.


Nel Vangelo è scritto chiaro e tondo che Giuda scelse satana e che ha perso la fede.

Il suo pentimento fu un rimorso puramente terreno, quello di aver mandato a morte un UOMO innocente, non di aver tradito il figlio di Dio.
Altrimenti non si sarebbe impiccato, ma avrebbe chiesto perdono al Signore ai piedi della Croce e sarebbe andato, pentito, dalla Madre e dagli apostoli.

Basta considerate che Gesù perdona coloro che lo hanno condannato a morte perché 'non sanno quello che fanno'

Ma di Giuda, invece, dice
"Sarebbe stato meglio che non fosse mai nato"

Vi sembra un 'non giudizio'?
O una forma dubitativa?
O un'assoluzione?

A me per niente.

La disperazione della salvezza è uno dei peccati contro lo Spirito Santo che non può essere perdonato.
Lo ha detto Gesù e lo insegna la Chiesa, non certo io.

Che vuol dire?
Che alla fine può essere perdonato e quindi lo posso commettere?

Pensate che Giuda è stato salvato e che, quindi, possiamo suicidarci e disperare della salvezza perché tanto 'non sappiamo'?

Fate pure.

Io non seguo questo insegnamento protestante, proprio perché mi sento un peccatore.

Se mi sentissi "già salvato", come scrive T. mi sentirei libero di fare quello che voglio.

Anche tradire il Signore con una vita di peccati e suicidarmi disperando della salvezza.

Tanto se ha perdonato Giuda perdonerà anche me, con la sola fede.

Aloisius

Anonimo ha detto...

L'ultimo capitolo della vita di quel povero disgraziato sta tra il suicidio e la morte. Come facciamo a sapere cosa è passato per la sua testa? Non potrebbe essersi incuneata la grazia del Salvatore proprio in quegli istanti? Non lo sappiamo e rispettiamo il mistero. Ma la libertà di fare il bene per paura del castigo non è vera libertà. È infantile: se non ci fosse la mamma svuoterei il barattolo della marmellata..
Chi è maturo condivide le scelte del Padre e non agisce per paura.
"Nell'amore non c'è timore" ci ricorda san Giovanni nella Prima Lettera (Cap.4).

Come ho detto più volte. ha detto...

Quando si reputa qualche commento importante, salvarselo sul proprio computer e diffonderlo (nei limite del possibile) autonomamente.
Si scaricheranno i titolari dei siti da responsabilità e il Signore provvederà a dare al tutto la visibilità giusta.

Anonimo ha detto...


Nessuno ha detto che Giuda è stato perdonato e si è salvato.

Più esattamente, si è detto che la sua dannazione non è del tutto
sicura. Potrebbe anche essersi salvato se la sua disperazione
finale non è stata un peccato contro lo Spirito Santo.
Del resto, dice la Chiesa che chi si suicida va automanticamente
all'Inferno? Qual'è la dottrina precisa in proposito?
Forse che, in ogni caso, chi si suicida ha grossissime probabilità
di andare all'Inferno - ma non che sia automaticamente, ipso facto,
dannato a causa del suo gesto.
O mi sbaglio?
Tornando a Giuda. Che si sia salvato è assai difficile, data la sua
colpa e il suicidio. Che sia però sicuramente all'Inferno nemmeno lo
possiamo dire, a mio avviso.
Il caso di Giuda è comunque particolarmente angoscioso, tira in ballo anche la predestinazione, della quale non si parla mai, al pari di altre verità di fede
essenziali.
Il Signore sapeva delle sue mancanze e che lo avrebbe tradito. Domanda ingenua:
perché non lo ha cacciato per tempo, impedendogli di cadere in quel grave peccato e
di morire in modo da (molto probabilmente) dannarsi? Risposta possibile: per rispetto
della nostra libertà individuale, del nostro libero arbitrio. Se invece si dice che
era necessario l'officio di un traditore affinché il Figlio dell'Uomo fosse consegnato ai carnefici, allora Giuda appare un predestinato. Ma alla dannazione, il che è contro il dogma,poiché dalla Lettera ai Romani risulta che esiste la predestinazione alla gloria ma non alla dannazione (S. Paolo tronca la discussione quando si giunge a questo punto).

Se si approfondisce, vengono fuori gravi questioni.
Che direbbe un teologo, ben addentro a queste questioni?
Per ciò che mi riguarda, preferisco lasciare lo sventurato Giuda appeso al filo sottilissimo di una (im)possibile salvezza, che comunque non contrasterebbe (credo) con il dogma, dal momento che non siamo noi ma il Cristo Giudice a stabilire se ce stato o no il peccato contro lo Spirito Santo, da parte del suicida la cui anima si presenta immediatamente a Lui, appena uscita dal corpo dell'infelice.
T.

Aloisius ha detto...

Anonimo h. 19.22 mi scrive:
"...Ma la libertà di fare il bene per paura del castigo non è vera libertà. È infantile: se non ci fosse la mamma svuoterei il barattolo della marmellata..
Chi è maturo condivide le scelte del Padre e non agisce per paura"

Innanzitutto il timore di Dio è uno dei doni dello Spirito Santo, proprio perché ci fa piccoli, ci ridimensiona, ci infonde quel rispetto del giudizio insondabile del Padre a cui fa lei fa riferimento.

Quindi non è segno di infantilismo, come dice lei, ma un sano timore di colui che ha il potere di di vita e morte dell'anima in base a pensieri che non sono i nostri.

E' lei che si fa il problema del giudizio di Dio su Giuda, non io.
Io sono infantile, come dice giustamente lei, e opero a un livello più basso.

Mi fermo a quello che ha detto Gesù su Giuda per orientarmi, perché, da peccatore quale sono, potrei tradire anch'io il Signore e perdere la fede, come Giuda.

Quindi cerco esempi da seguire e
Giuda l'iscariota non è il mio modello positivo, ma è il mio modello negativo.
E ciò anche se il Signore, contrariamente a quanto scritto nel Vangelo, dovesse poi averlo salvato.

Non mi interessa la sorte di Giuda e non voglio aadagiarni sulla comoda e consolante idea che anche Giuda sia in Paradiso e che l'inferno sia vuoto.

Riguardo, invece, alla voglia di svuotare il barattolo di marmellata, è quella che la Chiesa definisce inclinazione al peccato, che purtroppo abbiamo tutti noi peccatori.

Tranne i cattolici adulti come lei, naturalmente.

Aloisius

Anonimo ha detto...


"E anche se il Signore dovesse averlo salvato, contrariamente a quanto scritto nel Vangelo"

Dove è scritto nel Vangelo che Giuda non si è salvato?

Il passo è in Marco 14, 21 : "Poiché il Figlio dell'Uomo se ne va, proprio come è scritto di Lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'Uomo è tradito. Era meglio per lui che non fosse mai nato."

Questo passo è sufficiente a far ritenere dannato Giuda? Credo che l'opinione teologica e comune prevalente sia in questo senso, l'affermazione del Signore è molto forte, suona come una condanna preventiva. Tuttavia, possiamo dire che non lasci nessun margine alla possibilità di salvezza, anche sottilissimo?
Dire questo, è ben diverso dal dire che Giuda si è salvato e l'Inferno è vuoto.
Ma chi lo dice? Nessuno degli intervenuti, mi pare.
Apparentemente la frase del Signore non lascia scampo a Giuda.
Il suo pentimento appare tuttavia autentico: restituisce il prezzo del tradimento, si rende conto solo ora dell'enormità di quello che ha fatto ("ho peccato tradendo il sangue innocente"). Ma il suicidio dà l'impressione del peccato contro lo Spirito Santo.
E quindi esiste un pentimento inutile, se pecca contro lo Spirito Santo, spingendoci al
suicidio.
Noi, ignoranti di teologia, vorremmo sapere : 1. se tutti i suicidi vanno per la Chiesa automatiamente all'Inferno, a causa dell'atto in sé. 2. se esiste una opinione teologica ufficiale o comunque ufficiosa della Chiesa sulla fine di Giuda, se insomma la Chiesa dice che Giuda suicidandosi si è dannato e basta oppure che molto probabilmente non si è salvato. Qualcosa come "molto probabilmente", un avverbio del genere.
T