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Leone XIII - Atto di Consacrazione del genere umano a Cristo Re - Inno Te saeculorum principem
CRISTO UNIVERSORUM REX
Dall'Enciclica di Papa Pio XI
Quas primas, dell'11.12.1925
«Avendo questo Anno santo concorso non in uno ma in più modi ad illustrare il regno di Cristo, ci sembra che faremo cosa quanto mai consentanea al nostro ufficio Apostolico, se, assecondando le preghiere di moltissimi Cardinali, Vescovi e fedeli fatte a Noi sia da soli che collettivamente, chiuderemo questo stesso Anno coll’introdurre nella sacra liturgia una festa speciale di Gesù Cristo Re. Da gran tempo si è usato comunemente di chiamare Cristo con l'appellativo di Re per il sommo grado di eccellenza, che ha in modo sovraeminente fra tutte le cose create. In tal modo infatti, si dice ch'egli regna nelle «menti degli uomini» non solo per l'altezza del suo pensiero e per la vastità della sua scienza, ma anche perché egli è Verità, ed è necessario che gli uomini attingano e ricevano con obbedienza da lui la verità; similmente «nelle volontà degli uomini», sia perché in lui alla santità della volontà divina risponde la perfetta integrità e sottomissione della volontà umana, sia perché colle sue ispirazioni influisce sulla libera volontà nostra, in modo da infiammarci verso le più nobili cose. Infine Cristo è riconosciuto « Re dei cuori» per quella «sua carità che sorpassa ogni comprensione umana» e per le attrattive della sua mansuetudine e benignità: nessuno infatti degli uomini fu mai tanto amato e lo sarà in seguito al pari di Gesù Cristo. .....
Pertanto colla nostra apostolica autorità istituiamo la festa di Nostro Signor Gesù Cristo Re, stabilendo che sia celebrata in tutte le parti della terra l'ultima Domenica dì Ottobre, cioè la Domenica precedente la festa di Tutti i Santi. Similmente ordiniamo che in questo medesimo giorno, ogni anno, si rinnovi la consacrazione di tutto il genere umano al Cuore Santissimo di Gesù».
Cristo Re e Ponte Milvio:
quasi un secolo fa Papa Pio XI, contro la "peste del laicismo", istituiva, all'ultima Domenica di ottobre, la festa di Cristo Re, a ribadirne la regalità anche sociale e temporale; Papa Paolo VI spostò la festa alla Domenica prima dell'Avvento, a ribadirne la regalità solo spirituale. Non è inesatto, ma è incompleto, e ha lasciato sguarniti i fedeli ed eroso la pedagogia del suo predecessore, che voleva istruire i fedeli ad opporsi alla laicità e ai totalitarismi, fossero essi quelli comunisti, fascisti o liberali (ad oggi, gli unici sopravvissuti).
Quest'anno la festa di Cristo Re coincide con l'anniversario della Battaglia di Ponte Milvio (28 ottobre 312), con cui Costantino sconfisse Massenzio, e da cui partì una spinta decisiva alla cristianizzazione dell'Impero Romano; la notte prima della battaglia, a Costantino apparve una Croce e la famosa scritta in cielo "In hoc signo vinces - Con questo segno vincerai". La vittoria di Ponte Milvio fu una delle grandi vittorie della Croce, la Quale divenne poi simbolo del nuovo Impero cristianizzato.
Una delle grandi critiche che, nell'ordine, protestanti, illuministi, ateisti, liberali, hanno rivolto e rivolgono alla Chiesa, è quella inerente alla "Chiesa costantiniana", secondo cui la Chiesa delle origini si sarebbe snaturata dall'incontro con l'Imperatore Costantino; si tratta ovviamente di fandonie (e naturalmente sono, nell'ordine, loro quelli che hanno capito tutto e quelli nel giusto), ma è un cavallo di battaglia ricorrente, e purtroppo è stato fatto proprio anche da clero e fedeli, che anziché rigettare tali teorie, le hanno abbracciate. E allora, viva, oltre che Cristo Re, la Chiesa costantiniana!
Viva la Chiesa che ha fatto propri la sapienza greca e il diritto romano, che ha cristianizzato l'Impero Romano, che ha evangelizzato i barbari dell'Europa prima e dell'America poi, che ha costruito civiltà e culture, che ha plasmato ambienti e costumi dei popoli, che ha lasciato capolavori artistici e architettonici visibili ancora oggi. La "Chiesa spirituale/libera/aggiornata", al contrario, non lascia niente, non crea cultura, non porta popoli e persone alla salvezza, non resiste alle mode e alle ideologie mondane e anzi si fa da esse dettare l'agenda, e non riesce nemmeno ad aiutare i poveri, usati come pretesto per giustificarne il pauperismo e l'arrendevolezza... (Roberto De Albentiis)
Leone XIII - Atto di Consacrazione
del genere umano a Cristo Re