Nella nostra traduzione da
LifeSiteNews la notizia che il vescovo del Kansas, in una lettera pastorale, chiede il 'rinnovamento' della musica sacra e incoraggia il canto gregoriano.
Ottima iniziativa, ma non del tutto consapevole che i novatori postconciliari hanno fatto a brandelli una splendida preziosa veste d'alta sartoria, creata su misura e con arte sublime per un evento unico vissuto da una
Domina di rango eccelso:
la Messa dei secoli, con richiami e suggestioni riferite all'anno e tempi liturgici impossibili da ritrovare nello scempio che ne è stato fatto nel
Novus Ordo, dove ne sono stati ripresi e adattati alla meglio, per la festa di una donzelletta campagnola (paragone inevitabile), solo dei brandelli. Così ne scrivevo
qui, nella prefazione al libro di Mattia Rossi
Le cetre e i salici. Riflessioni sull’eclissi del canto gregoriano nella Chiesa postconciliare: "Mattia Rossi non manca di mettere in risalto come, sostanzialmente, non vi sia musica che possa definirsi sacra in sé, perché nel culto cristiano, non è sacra la musica, “ma la viva voce dei battezzati che cantano in Cristo e uniti a lui”. La
lex orandi espressa nella musica è costituita da quei brani per la celebrazione Liturgica che, attraverso gli espedienti retorici veicolati dalla notazione
neumatica, si propongono di tramutare in esegesi sonora la Scrittura, attraverso valori ritmici convenienti ad una musica la cui essenza è far cantare le parole secondo le inflessioni molto libere della declamazione.
Tutto questo Mattia Rossi lo espone con sapiente maestrìa sia nell’excursus storico, che evidenzia luci ed ombre, che nelle interessanti e coinvolgenti dimostrazioni di fondamentali espressioni riferite al ciclico riproporsi dell’anno liturgico, con esempi affascinanti di un singolare itinerario, ch’è immersione e assorbimento – mostrato attraverso le sapienti sottolineature dei brani più significativi del ricco repertorio, delle loro peculiari caratteristiche e recondite ricchezze che introducono nei misteri che celebrano.
Ma l’aspetto più rimarchevole del suo lavoro è l’interrogarsi sul significato intrinseco della musica sacra e del canto gregoriano in particolare e di cosa ne fa il “canto della Chiesa” e svelarne le scaturigini e le ragioni per cui esso è realmente incarnazione sonora della Parola di Dio, suono dell’Invisibile, epifania sonora del Verbo”. E dunque “è Dio che parla a noi attraverso un canto plasmato dallo spirito”. L’Autore ci introduce dunque nelle più recondite e finissime ricchezze meditative, ai più coinvolgenti approfondimenti e alla vera intelligenza dell’autentico significato che consente di fissare “nei canoni musicali ed estetici gregoriani l’archetipo di musica liturgica”. Egli, però, non può non evidenziare la realtà della temperie ecclesiale odierna e l’iconoclastia che non ha risparmiato neppure la musica sacra e lo stesso gregoriano. E tutta questa feconda profondità che ci riempie di stupore, viene paragonata all’esilio babilonese «Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre» (Sl 136)".
Potete trovarne splendidi esempi consultando l'
Indice degli articoli pubblicati sulla Musica sacra. Richiamo attenzione sulla nota 1, a proposito della
Sacrosanctum Concilium. (M.G.)
Vescovo del Kansas chiede il 'rinnovamento' della musica sacra
e incoraggia il canto gregoriano con una lettera pastorale
"Dovremmo restare fedeli alla nostra tradizione e dare un posto d'onore agli strumenti musicali preferiti della Chiesa, che sono la voce umana e l'organo, e ai repertori musicali del canto gregoriano e della polifonia sacra", ha scritto mons. Carl Kemme.
WICHITA, Kansas – Un vescovo del Kansas ha recentemente pubblicato una lettera pastorale sottolineando l’importanza della musica sacra nella liturgia e incoraggiando l’uso del canto gregoriano, della polifonia e dell’organo nella Santa Messa piuttosto che nella musica secolare.
Il 13 settembre, il vescovo Carl Kemme della diocesi di Wichita ha pubblicato una lettera pastorale intitolata “Sulla musica sacra: cantiamo con il Signore”, in cui sottolineava il desiderio di “restaurare la musica sacra nella liturgia” e l’importanza della musica nel valorizzare la Messa.
Kemme ha aggiunto che lo scopo della lettera era “condividere la mia visione per la musica sacra nella diocesi di Wichita”, che ha descritto come “meno mia” e quella che “considera essere la visione della Chiesa per la musica sacra, ” e promuovere “la partecipazione pienamente consapevole ed effettiva al Santo Sacrificio della Messa”.