Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 31 dicembre 2015

Te Deum Laudamus, hodie et semper

Anche alla fine di questo anno, il nostro Te Deum manifesta la Lode alle tre Persone della Santissima Trinità, nonché le invocazioni e i ringraziamenti verso Dio Onnipotente.

“Te Deum laudamus:
te Dominum confitemur.
Te aeternum patrem,
omnis terra veneratur.

Tibi omnes angeli,
tibi caeli et universae potestates:
tibi cherubim et seraphim,
incessabili voce proclamant:

"Sanctus, Sanctus, Sanctus
Dominus Deus Sabaoth.
Pleni sunt caeli et terra
majestatis gloriae tuae."

Te gloriosus Apostolorum chorus,
te prophetarum laudabilis numerus,
te martyrum candidatus laudat exercitus.

Te per orbem terrarum
sancta confitetur Ecclesia,
Patrem immensae maiestatis;
venerandum tuum verum et unicum Filium;
Sanctum quoque Paraclitum Spiritum.

Tu rex gloriae, Christe.
Tu Patris sempiternus es Filius.
Tu, ad liberandum suscepturus hominem,
non horruisti Virginis uterum.
Tu, devicto mortis aculeo,
aperuisti credentibus regna caelorum.
Tu ad dexteram Dei sedes,
in gloria Patris.
Iudex crederis esse venturus.

Te ergo quaesumus, tuis famulis subveni,
quos pretioso sanguine redemisti.
Aeterna fac
cum sanctis tuis in gloria numerari.

Salvum fac populum tuum, Domine,
et benedic hereditati tuae.
Et rege eos,
et extolle illos usque in aeternum.

Per singulos dies benedicimus te;
et laudamus nomen tuum in saeculum,
et in saeculum saeculi.

Dignare, Domine, die isto
sine peccato nos custodire.
Miserere nostri, Domine,
miserere nostri.

Fiat misericordia tua, Domine, super nos,
quem ad modum speravimus in te.
In te, Domine, speravi:
non confundar in aeternum.”

Roma. Sante Messe Antiquior a Sant'Anna al Laterano

La Messa del Primo sabato di gennaio sarà spostata al 9 successivo, visto che ci saranno le Sante Messe Venerdì 1° e Domenica 3 gennaio - ore 17

Vi ricordo che già da alcuni mesi è ripresa la Santa Messa Antiquior del
primo Sabato del Mese - ore 17:00
dedicata alla Vergine, che viene ad aggiungersi a quella di
ogni Domenica - ore 17:00
Sant'Anna al Laterano
Via Merulana, 177 - Roma

Paolo Pasqualucci. È stata legittima la soppressione della FSSPX nel 1975? Non lo è stata. Replica al prof. Guido Ferro Canale.

Paolo Pasqualucci. È stata legittima la soppressione della FSSPX nel 1975? Non lo è stata. Replica al prof. Guido Ferro Canale.


SOMMARIO. 1. La tesi del prof. Guido Ferro Canale. - 2. L’argomentazione del prof. Ferro Canale in sintesi. Suo volontarismo. - 3. L’approvazione in forma specifica. - 4. Perché Paolo VI voleva sopprimere la FSSPX? 4.1 L’abuso di potere di mons. Mamie. 4.2 La Lettera della Commissione dei tre cardinali non dimostra l’esistenza di un’autorizzazione in forma specifica. 4.3 Le Adnotationes della Segnatura nell’interpretazione di Ferro Canale: loro sostanziale irrilevanza. - 5. Ulteriore critica dell’interpretazione volontaristica dell’Auctoritas pontificia.

mercoledì 30 dicembre 2015

Ripareggiamo la verità sulla Devozione alla Vergine Maria

Il predicatore della Casa Pontificia sottolinea un elemento della dottrina mariana visto attraverso la lente del pregiudizio e non esita a spacciare per devozionismo la devozione che nasce dalla Fede.
Egli misconosce la realtà sublime di cui sta parlando. C'è di che scoraggiarsi e non poco, visti anche il contesto e le ricadute sui fedeli. Nulla, nel sensus fidei cattolico fa pensare, nei confronti della Vergine a un devozionismo che può sfociare in superstizione, da cui la Chiesa ha sempre insegnato a rifuggire. Appartiene invece a noi cattolici un discorso spiritualmente elevato, che forse non è più 'pane quotidiano' nella temperie attuale in cui prevale l'appello all'esperienza, nel senso riduttivo dell'ateoreticità psicologista piuttosto che il riferimento alla 'filosofia dell'essere' di stampo perenne, che potete ritrovare nel testo proposto come antidoto nei paragrafi che seguono l'ineludibile segnalazione del ricorrente mantra centrato sul falso ecumenismo [vedi], teso a compiacere gli eretici con l'intento ormai non più celato di omogeneizzarci ad essi (il 2017 si avvicina). 
Predica neo-protestante di un cortigiano di Santa Marta

Leggiamo su Radio Vaticana - La terza e ultima predica di Avvento proposta in mattinata da padre Raniero Cantalamessa, alla Curia Romana, è dedicata a Maria, ”Madre di Dio e dei credenti”. Nelle parole del predicatore della Casa pontificia, la dottrina mariana espressa dal Concilio Vaticano II e la sua portata ecumenica nei confronti dei fratelli protestanti, ma anche l’insegnamento che, come “Madre e figlia di misericordia”, Maria può dare a ciascuno in questo Anno giubilare. Stralcio:

La vera preghiera e il tempo perso

Santa Teresa d'Avila scrisse della sua interiorità. Un passo recita che lei si trovò a un bivio. Nella preghiera era giunta a dover prendere una decisione: o smettere di pregare oppure farsi Santa! Comprese che la vita cristiana è radicale: o tutta per Dio o tutta del diavolo. Il maestro divino l'aveva d'altronde ammaestrata: "Chi non è con Me è contro di Me e chi non raccoglie con Me disperde". Senza vie di mezzo. Senza esitazioni. "Chi ama suo padre o su madre più di Me, non è degno di Me" e "Chi mette prima mano all'aratro e poi si volge indietro non è adatto al regno dei cieli". 

Santa Teresa aveva capito ciò che tanti altri hanno poi capito dopo di lei: per Gesù Cristo vale davvero la pena spendere tutta - ma proprio tutta - la propria vita, senza lasciare nulla ad altri! Divenne una Santa di prim'ordine e una delle prime donne dottore della chiesa! La vera preghiera porta sempre a questo bivio. 

Quei cristiani “più buoni di Gesù” che lo ostacolano. Di Andreas Hofer

C’era da aspettarselo. In tempi come i nostri, carichi di strisciante antipolitica, sono tornati di moda facili slogan tesi a contrapporre l’impegno politico – o prepolitico – alla testimonianza personale. Opporsi alle leggi ingiuste non soltanto è inutile, si dice: è anche antievangelico. Bisogna prima curarsi della salute dell’anima. Solo così, testimoniando la bellezza della fede, potremo persuadere gli increduli. La battaglia culturale, quando non è dannosa, è inutile. Anzi, l’idea stessa che si debba battagliare è una contraffazione del genuino spirito cristiano.

Peccato solo che così facendo si cada direttamente nella negazione di una qualsiasi presenza politica, o anche solo genericamente civile o culturale. Questo almeno in democrazia, dove una certa dose di conflitto è inevitabile. Solo negli stati totalitari la discordia delle volontà – e di conseguenza il disordine – deve essere repressa. Anzi, più che repressa. Deve assolutamente scomparire.

Pensare che un cristiano in politica non possa né debba entrare in conflitto con qualcuno equivale ad escludere dalla democrazia la possibilità di una presenza politica di e da cristiani. Stralciare anche la sola eventualità di una polemica vuol dire abbracciare una posizione tipicamente antipolitica.

martedì 29 dicembre 2015

Sulla musica sacra. Un saggio di Cornelio Fabro e un discorso di papa Benedetto

Ringrazio il prof Enzo Fagiolo per questo testo che ci ripropone il tema dell'attuale situazione della musica sacra come risultato della guerra contro una tradizione millenaria che aveva costruito il mirabile edificio del gregoriano e poi delle laudi e della polifonia, per proclamare la parola di Dio al popolo con l’efficacia del canto. Potete leggere qui e qui due suoi precedenti articoli.

Un saggio di Cornelio Fabro e
un discorso di papa Benedetto sulla musica sacra
L’emarginazione della musica sacra, in particolare liturgica, dal CVII in poi, ha lasciato un vuoto nella pratica religiosa del mondo cattolico e continua a suscitare dure critiche non solo da parte di musicisti di Chiesa fedeli alla tradizione, ma anche da parte di tanti fedeli privati di un mezzo efficace per recepire la parola di Dio, iniziato con la Chiesa nascente.
C. Fabro, grande filosofo e teologo ( 1911-1995), sacerdote della Congregazione delle Sacre Stimmate, del quale si sta ristampando l’opera omnia, molto critico della ‘svolta antropologica’, seguita al CVII, fu uno dei più autorevoli collaboratori della rivista di musicologia sacra ‘Cappella Sistina’, fondata dal venerato M°. card. Bartolucci, per la quale scrisse un magistrale saggio sul n.11 del 1966, quando stava maturando la riforma liturgica post-conciliare. Ottimo organista, il M° F. Vignanelli, titolare della cattedra di organo presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra, gli propose di diventare suo assistente. La sua autorevole voce, come quella di molti altri, critica della distruttiva riforma liturgica, fu proditoriamente oscurata. Dall’ampio saggio di C. Fabro sono qui trascritti i passi più pertinenti alla musica sacra ed, in particolare, liturgica:

lunedì 28 dicembre 2015

Sul fenomeno dei 'migranti'. La parresìa di un cardinale polacco e un esempio di follia occidentale

“Nelle operazioni di soccorso bisognerebbe badare prima di tutto a donne e bambini e invece noto che i rifugiati sono in netta maggioranza uomini. Mi domando il perché e chi si mescola tra di loro. Se sono profughi di guerra, c’è da chiedersi per quale ragione non pensino a donne e bambini. Non hanno famiglia? E perché non proteggere anche e doverosamente i cristiani perseguitati nelle terre islamiche? E poi un’altra cosa mi lascia perplesso ... perché i paesi islamici che sono loro vicini non li aiutano e non li accettano? Perché non trovano ospitalità in quei paesi arabi che sono vicini a loro per cultura, religione, mentalità? Per quale motivo non migrano da quelle parti? La mia idea è che gli aiuti vadano fatti sul posto. Indubbiamente l’accoglienza è un valore cristiano e noi da cristiani dobbiamo aiutare nel nome del Vangelo della misericordia. Ciò nonostante, quest’accoglienza trova un limite nella ragionevolezza, nella misura e soprattutto nel fare in modo che non entrino malintenzionati. Non è pensabile fare passare tutti, e poi occorre sempre coniugare il valore della sacrosanta accoglienza col rispetto da parte di chi entra della cultura, della tradizione e della legge del popolo che ospita. Da questo punto di vista concordo col presidente polacco Duda. Un continuo incoraggiamento a venire in Europa senza piani chiari non aiuta né loro né noi” (by cardinal Zenon Grocholewski)
* * *
A contrario: esempio di follia occidentale.
Chiesa cattolica di Brema trasformata in ostello per migranti
La croce è ancora appesa al solito posto e le vetrate decorate sono rimaste dov’erano. Ma per il resto la chiesa cattolica di Sankt Benedikt nel quartiere di Woltmershausen non sembra più un luogo sacro. Non ci sono più le panche, manca il tabernacolo e la scena della Natività. Al loro posto: pannelli di legno compensato, pareti bianche e targhette che segnano il numero delle stanze, da uno a undici. Da qualche giorno, la chiesa dell’unità pastorale di Sankt Franziskus è diventata un centro profughi per 40 giovani uomini provenienti dalla Siria.

Danilo Quinto. Tutti complici di Satana?

«E l’eutanasia per quando?, m’è stato chiesto in un recente dibattito sull’aborto. Deluderò i nemici in agguato e amici impazienti, ma io sono contro. Nessuno ha il diritto di compiere la scelta della morte dell’altro finché in chi soffre e fa soffrire ci sia un barlume o la speranza di un barlume, di volontà o di coscienza».
Non ci si crederà, ma è Marco Pannella a fare queste dichiarazioni a L’Espresso il 1 febbraio 1975. La battaglia sull’aborto è stata vinta, ci si prepara al referendum sull’aborto e non si vuole maramaldeggiare. Si blandisce e si rassicura. Si vuole ammazzare chi nasce, ma – si dice - non si vorrà mai uccidere chi è già in vita.

Dopo trent’anni, nel 2006, la situazione è matura per organizzare prima il caso Welby, che fa irrompere nel dibattito pubblico il tema dell’eutanasia, al quale segue il caso Englaro. Il lavorio continua, sia da parte dei radicali – una per tutti, Emma Bonino, che il 21 dicembre 2010, nel corso di un’intervista a Le invasioni barbariche dichiara: «Morire in dignità è amare la vita e credo che questa scelta spetti a ciascuno. Ognuno la farà o non la farà in base a quello in cui crede, in base anche a chi ha una religione e chi non ce l’ha. Se vuoi, questo è un filo conduttore: scegliere chi amare, scegliere se diventare madri, scegliere la procreazione assistita, che è un atto d’amore, scegliere la vita e quindi morire in dignità. Monicelli l’ha detto ed è triste un Paese dove bisogna aprire una finestra di un ospedale per morire in dignità» – sia da parte della cosiddetta società civile, che allo loro ideologia si allinea: uno per tutti, lo scienziato libertario, Umberto Veronesi, che su Repubblica del 2 settembre 2012, scrive: «Credo che, dopo averci insegnato molto sul significato della vita, il Cardinal Martini abbia voluto insegnarci molto anche sul significato della morte». Lo stesso Martini, qualche anno prima era intervenuto nel dibattito sull’eutanasia, come descrisse Andrea Tornielli sul Giornale del 22 gennaio 2007, in un articolo dal titolo eloquente: «Il cardinal Martini si schiera con Pannella».

domenica 27 dicembre 2015

È tempo di "Venite, Adoremus"... E invece!

Non ci sono più parole!

Clicca sull'immagine per ingrandire

Lo scempio che vedete appartiene agli aggiornamenti aberranti sempre più diffusi: è nella Commenda, una chiesa del periodo medioevale sede degli antichi ordini cavallereschi impegnati nelle crociate. Si trova nel territorio parrocchiale di S. Stefano, di Piazza Armerina. Uno dei segni dell'Apostasia dalla vera fede che ha colpito non solo quella chiesa locale, ma l'intero Orbe cattolico, purtroppo a partire dai suoi vertici. Lo 'spirito di Assisi' colpisce ancora: sincretismo e relativismo senza più freni.

Non resta che la preghiera, soprattutto per i sacerdoti, e l'offerta di questa passio ecclesiae [qui] nella quale ancora non si vedono spiragli risolutivi, se non nella fiducia, nella speranza, nell'attesa, nella preghiera e nel coerente impegno orante e attivo nel proprio contesto, per quanto è possibile ad ognuno.

Mostra dei presepi organizzata da “Il Patriarchio” nella Cripta della Basilica di S. Antonio al Laterano

Anche quest'anno l’Associazione Culturale “Il Patriarchio” [1], in collaborazione con i Frati Minori della Basilica di S.Antonio al Laterano insieme alla Sezione Romana dell’Associazione “Amici del Presepio”, ha organizzato la Mostra dei Presepi giunta alla 5° edizione.
Nella Mostra sono esposti Presepi di ogni stile e dimensione, diversi provenienti da terre lontane portati dai Padri Missionari. 
Le opere nascono da una fede genuina e rispettosa della tradizione nata da un’intuizione di S.Francesco e vogliono fa rivivere, attraverso la visione e sensibilità  personale,  il mistero della Notte Santa. 
Quest’anno in occasione del Giubileo della Misericordia i presepisti hanno accolto l’esortazione del Santo Padre ed hanno cercato di proporre nelle loro opere il tema del Giubileo.
105 sono le opere esposte nella Navata centrale, lungo le pareti laterali e nel Presbiterio della Cripta: presepi di grandi dimensioni, alcuni in stile napoletano e molti che ricalcano vedute di una “Roma Sparita”; preziosi ed elaborati diorami; piccoli presepi che si fanno ammirare per la loro curiosa semplicità.

Don Elia. Dopo tre giorni lo ritrovarono

Figlio, perché ci hai fatto così? (Lc 2, 48).
Gioia e dolore si intrecciano inestricabili nel Cuore immacolato di Maria. Il Figlio dell’Altissimo, da Lei partorito nella natura umana, viene al mondo in un ricovero di bestie da soma, poiché per Lui non c’è altro posto (cf. Lc 2, 7). Portato al Tempio per esservi circonciso e offerto al Padre, viene profeticamente indicato come oggetto di rifiuto e di opposizione, al punto che l’anima della Madre ne sarà trafitta come il costato di Lui lo sarà dalla lancia del soldato romano (cf. Lc 2, 34-35; Gv 19, 34). Condotto per la prima volta in pellegrinaggio a Gerusalemme per la Pasqua ebraica, vi sparisce per tre giorni, come a significare la durata della sepoltura e ad annunciare il nuovo e definitivo Passaggio (cf. Lc 2, 46; 9, 22). Ritrovato fra i dottori della Legge, dichiara di dover stare in ciò che appartiene a Colui del quale è Figlio (cf. Lc 2, 49).
Sapeva bene chi era il Suo vero padre, il Fanciullo nato per ottenergli innumerevoli figli rinati dall’acqua e dallo Spirito Santo (cf. Gv 3, 5) e diventare così primogenito di una moltitudine di fratelli (cf. Rm 8, 29).

sabato 26 dicembre 2015

La data del Natale non è soltanto un simbolo

Rintracciamo nelle usanze dei nostri avi più antichi l'origine delle 'strenne' natalizie. 
Veduta del Foro. Sullo sfondo L'Arco di Tito che ricorda
la conquista di Gerusalemme e il nuovo corso
della Storia della Salvezza
In tutto il mondo c'è l'abitudine, a Natale, di ricevere e fare doni, le cosiddette strenne. Chi però riallaccerebbe l'origine di esse ai Romani? Eppure è così: in dicembre si celebravano nell'Urbe i famosi Saturnali che, per alcuni giorni, vedevano servi e liberi uniti nel divertimento, padroni e schiavi trattarsi giocondamente da pari a pari; tutti poi si scambiavano doni, le strenne in segno di affetto e protezione. 
Secondo Simmaco, l'usanza di queste risaliva addirittura al re Tito Tazio che soleva cogliere nella selva, dedicata appunto alla dea Strena, rami degli alberi a lei sacri, onde trarne felici presagi e fausti auspici per l'anno nuovo.
Di qui il termine dato ai regali, che se si volesse stare all'etimo del nome di Strena, dea della forza e del valore (donde deriva l'aggettivo strenuus gagliardo, senza paura), andrebbero dati ai più forti. Si danno inconsapevolmente forse, ai più piccini, per spronarli a divenire appunto strenui. (tratto da Maria Anna Causati Vanni, Curiosum Urbis, Ediz. tra 8 & 9, Velletri, 1999, p.142)
È interessante conoscere questo retaggio storico, visto che l'usanza persiste col nuovo significato cristiano che allude al 'dono dei doni' che è e dovrebbe essere solo un aspetto secondario - se pur significativo - della Ricorrenza della Nascita del Dio che si è fatto uomo. 
Quanto alla data del 25 dicembre circolano, com'è noto, versioni anticristiane a sostegno della tesi che i cristiani di Roma avessero fissato il Natale al 25 dicembre allo scopo di incitare i pagani ad abbandonare i Saturnali (che peraltro si celebravano dal 17 al 23 dicembre) a vantaggio della Natività di Cristo oppure che avessero scelto la stessa data per sostituire la festa del Natale a quella romana della nascita del sole invitto, ispirata al culto mitraico. Queste falsità le avevamo già confutate qui
Oggi, tuttavia, dai ritrovamenti di Qumran, sono emersi altri dati che, intrecciati con le fonti bibliche e storiche già note, confermano l'attendibilità storica della data del 25 dicembre come quella della nascita del Signore. E non mancano altri elementi[1].

27 dicembre 2015 e 1 gennaio 2016. Messe Tradizionali in canto a Torino

Associazione Cardinal G. Saldarini
per la liturgia latino-gregoriana “Summorum Pontificum”
(Coetus fidelium stabiliter existens ex art. 5 M.P. Summorum Pontificum
et art. 15. Instr. Universae Ecclesiae)

S. Messa cantata latino-gregoriana (forma straordinaria - messale del 1962)
nella Domenica fra l'ottava della Natività ("Dum medium silentium")

Domenica 27 dicembre - 0re 18:00
Parrocchia di Gesù crocifisso e Madonna delle Lacrime 
via Giaveno 39, Torino
Celebrante: don Stefano Cheula, Parroco

La Croce è sparita dall'orizzonte della Chiesa?

Sembra che i santi abbiamo vissuto vite assolutamente incompatibili con quella dei cristiani di oggi. Dal pulpito oggi non è poi cosi raro sentire frasi come: "A Dio non servono i tuoi sacrifici perché ti ama cosi come sei" oppure: "Dio non vuole che vi sacrifichiate, gli basta che lo amiate". Frasi condivisibili penso da tutti, peccato che non sono del tutto vere. Il messaggio che oggi si fa passare è che la croce non è più necessaria. Questa è la caratteristica fondamentale della riforma della fede avvenuta negli ultimi anni nella Chiesa. Se si predica che tutti si salvano e che l'inferno è vuoto - se non esplicitamente, almeno implicitamente tacendo la verità - a che servono i digiuni, a cosa serve pregare, a cosa serve sopportare mio marito, perdonare quando mi tradisce e non separarmi da lui come fanno tutti ormai, per molto meno? Chiaro che se ragioniamo in questi termini, tutto questo non serve più a niente, infatti quanti cristiani digiunano? Quanti pregano almeno le preghiere del mattino e della sera? Quanti vanno alla Messa domenicale? Quanti rimangono fedeli al loro matrimonio nonostante le apparentemente insuperabili difficoltà cui vanno quotidianamente incontro? Pochi, pochissimi... I cristiani hanno dimenticato il senso del sacrificio, il senso dell'espiazione, il senso della riparazione e di conseguenza hanno disimparato ad amare veramente perché il vero amore presuppone sempre il sacrificio, presuppone sempre il soffrire per l'altro, presuppone in parole povere la croce. Cristo non ci ha amato per scherzo! Non è venuto per insegnarci il valore della fratellanza universale ma primariamente è venuto per pagare al nostro posto i conti con la Divina Giustizia. L'amore di Dio si è manifestato nell'incarnazione del Verbo che si è fatto uomo per permetterci di sfuggire all'inferno eterno. Oggi pochi, davvero troppo pochi, credono ancora questo. Ma è verità di fede! Le nostre chiese, di conseguenza, sono popolate da eretici. Questa parola ha perso di significato, non la si comprende più: essere eretico è una cosa terribile perché ne va della salvezza eterna! L'eretico è colui che coscientemente rifiuta una o più verità divinamente rivelate e perciò si pone al di fuori della comunione con la chiesa. Se questo è vero, allora quotidianamente nelle nostre chiese, molti eretici - non in comunione con la stessa Chiesa e quindi con Dio - si comunicano col Corpo e sangue di Cristo. C'è qualcosa che non va...

venerdì 25 dicembre 2015

Cardinale Burke. Pontificale di Mezzanotte - Roma SS. Trinità dei Pellegrini

Cliccare sulle immagini per ingrandire

Santo Natale Anno Domini 2015

Santo Natale a tutti voi:
quello vero, l'unico vero, cioè quello cattolico, senza minareti, senza terzi occhi sulla fronte, senza danze del ventre, senza tango, senza “cene del Signore” prive del Signore in carne sangue, anima e divinità, senza i miti della Bibbia, senza le miracolistiche metafore evangeliche, senza semina verbi, senza sofismi, senza “si, ma anche” no, senza Madre Terra sul tempio sacro, senza l’uomo al posto di Dio.

Santo Natale a tutti voi. Il Signore si è chinato su di noi, miseri peccatori e si è fatto uomo. È morto per la nostra redenzione e ogni attimo si offre per noi in sacrificio in tutta la terra, illuminandola con miliardi di piccole fiammelle che infondono speranza e grazia e squarciano le tenebre del mondo e rimane con noi in ogni tabernacolo, in cui si è fatto briciola perché noi vivessimo.

Ti ringrazio Signore, perché ci consenti di partecipare, come Chiesa in passione, alla tua passione, e di unire la nostra sofferenza alla tua. Signore Bambino, fa’ che resti sempre una cattolica bambina, che crede ai miracoli, alla resurrezione, e persino al peccato originale (quello di Adamo ed Eva) ed all’inferno/purgatorio/paradiso. Gesù Bambino, fa’ che nel mio presepe non compaiano mai, né al posto tuo, né accanto a te, coloro che ti respingono e ti perseguitano. Fa’ che io smetta di trascurarti e offenderti con i miei peccati. Fa’ che io non ti rinneghi mai. Fa’, Gesù Bambino, che le braccia che allora ti cullavano, possano abbracciarmi e infondermi coraggio. In questa notte buia e fredda, ma con la Tua Luce che irrompe mentre risuona in eterno l'Angelico Coro: Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà (Anna)

giovedì 24 dicembre 2015

Santa Messa cantata nella Natività di N.S. Gesù Cristo a Torino

Associazione Cardinal G. Saldarini
per la liturgia latino-gregoriana “Summorum Pontificum”
(Coetus fidelium stabiliter existens ex art. 5 M.P. Summorum Pontificum
et art. 15. Instr. Universae Ecclesiae)

S. Messa cantata latino-gregoriana (Forma straordinaria - Messale del 1962)
nella Natività di N.S. Gesù Cristo in die "Puer natus"

Venerdì 25 dicembre 2015 - ore 18:00
Cappella 'Mastroianni'
dell'Ospedale S.Giovanni Bosco
Piazza del Donatore del Sangue, 3, Torino (piano 7°)
Celebrante: Mons. Massimo Degregori
Prelato d'Onore di S.Santità, Attaché all'Osservatorio permamente 
della S.Sede presso le Organizzazioni internazionali di Ginevra

L'estranea 'natività' di Udine: come difenderci dalle commistioni che diventano profanazioni?

Ma dove siamo? Sembra un incubo, invece è la cruda realtà... L'islam strumentalizza le nostre cose più sacre per fare 'proselitismo', mentre la Chiesa di Cristo, Unico Salvatore del mondo, ha rinunciato alla sua missione e non reagisce alla crescente arrembanza degli invasori...
Se dovessimo star dietro ad una cronaca ormai incalzante se non asfissiante resteremmo presto sommersi e invischiati. Noterete che è nostro impegno selezionare le notizie, denunciando e commentando ciò che non riusciamo a tacere per la sua rilevanza, ma intercalandolo con contenuti più meditativi e formativi. Del resto è evidente che non siamo dei contestatori ma dei testimoni, prudenti ma non timidi. 

Pur sottraendoci alla consultazione compulsiva delle notizie che si affollano, non possiamo non raccogliere le segnalazioni che arrivano dai lettori e, pur costretti a selezionare anche queste, non riusciamo a tacere sull'ennesima profanazione del Santo Natale - come non definirla provocazione, o quanto meno abile strumentalizzazione? - in questo caso proveniente dal mondo mussulmano.
Stavolta siamo a Udine, dove si diffondono manifesti (vedi immagine a lato) dei quali il vicario generale di quella Arcidiocesi è stato capace di dire: "potrebbe essere una cosa buona" [vedi]. Si evidenzia ancora una volta la drammatica confusione che parte dalle alte gerarchie. E la confusione, se non vogliamo chiamarla apostasia, purtroppo è il messaggio che 'passa' agli ignari fedeli e ai fruitori dei media che riportano le notizie.
Appare sempre più evidente la perdita di terreno della nostra Fede e della componente sana della nostra cultura assediate e minacciate su vari fronti e da forze diverse: 1) il laicismo esasperato; 2) la mondializzazione e il pluralismo sempre più variegato, 3) una nuova aggressiva invadenza dell'Islam cui purtroppo corrisponde l'indifferenza, quando non l'ignorante improvvisazione o l'aperta connivenza di politici e pastori che da difensori del bene comune e da guide si sono trasformati in pedine di un gioco perverso condotto da burattinai che sembrano ormai dominare tutti gli ambiti politico-economici, sociali ed ecclesiali. Oggi assistiamo al fenomeno di una faccia inedita del terrorismo costituito da immigrati di seconda o terza generazione, di varie nazionalità europee, spesso cresciuti in quei ghetti urbani in cui si è già consumato il fallimento dell’utopia multi-culturalista, frutto della resa laicista.

Il Calendario 2016 dei Monaci di Norcia

I Monaci di Norcia hanno predisposto
un Calendario 2016 da parete

clicca sull'immagine per ingrandire
Dopo cinquanta anni è il primo calendario in italiano che permette al grane pubblico di conoscere giorno per giorno attraverso la Sacra Scrittura e la venerazione dei Santi l'antica tradizione della Chiesa Cattolica e non solo... 
Esso propone frasi meditative sui Salmi, fotografie stagionali delle gite dei monaci nella dolce campagna dell'Umbria, simboli per riprendere e rimparare l'osservanza del digiuno e dell'astinenza, e date chiave della storia del monastero. 
Per ordinare [qui] -
e mail communications@osbnorcia.com

Lieti di aver aperto un canale di comunicazione diretto con i Monaci di Norcia, ricordiamo che dei Benedettini di Norcia avevamo già ripreso la Conferenza – dal titolo “Il rapporto tra monachesimo e liturgia” – tenuta a Roma il 7 maggio 2015 da p. Cassian Folsom OSB, Priore del Monastero di Norcia, per aiutare a scoprire i Monaci e per pregustare il clima spirituale che vi si respira [vedi]. Lo ricordavamo in preparazione al Pellegrinaggio nazionale dei Coetus Fidelium del Summorum Pontificum che si è svolto a Norcia (3-5 luglio 2015).
Vi invito a proseguire anche nella lettura della discussione che ne è seguita, con particolare attenzione agli interventi di Josh, come ulteriore interessante e nutriente approfondimento sul monachesimo. 

«A Betlemme niente Natale, non c’è nulla da festeggiare». Ma i cristiani si ribellano

Betlemme, cristiani contro il "divieto di Natale" 

Che proprio a Betlemme, la città dove è nato Gesù, il Natale venga celebrato in tono minore è un triste controsenso. Ma è la realtà. L’autorità palestinese infatti ha chiesto a tutta la Cisgiordania di cancellare le celebrazioni pubbliche del Natale, a causa delle violenze che da ottobre coinvolgono israeliani e palestinesi e che hanno portato alla morte di 147 persone, dopo che a ottobre è stata lanciata l’Intifada Al Aqsa per difendere la Spianata delle Moschee.

«NIENTE DA FESTEGGIARE». Betlemme ha dovuto adeguarsi, anche se non del tutto. I Tanzim, il braccio armato di Fatah, aveva chiesto: niente abete tradizionale sulla Piazza della mangiatoia, niente presepe, niente luci per le strade, niente fuochi d’artificio e niente concerto perché durante l’Intifada «non c’è niente da festeggiare». Grazie alla tenace opposizione di Vera Baboun, sindaco cristiano di Betlemme, città a stragrande maggioranza musulmana, non tutte queste misure saranno rispettate.

mercoledì 23 dicembre 2015

Paolo VI : bisogna rimpicciolire il papa! Antidoto contro il papismo dilagante

Nel pronunciare queste parole, davanti ai nostri occhi attoniti e trepidanti sembra stagliarsi Gesù stesso, imponente di quella grandiosa maestà di cui rifulge il Pantocrator nelle vostre Basiliche, Venerabili Fratelli delle Chiese Orientali, ed anche in quelle occidentali. Noi sembriamo quasi rappresentare la parte del nostro Predecessore Onorio III che adora Cristo, come è raffigurato con splendido mosaico nell’abside della Basilica di San Paolo fuori le Mura. Quel Pontefice, di proporzioni minuscole e con il corpo quasi annichilito prostrato a terra, bacia i piedi di Cristo, che, dominando con la mole gigantesca, ammantato di maestà come un regale maestro, presiede e benedice la moltitudine radunata nella Basilica, che è la Chiesa. ( Paolo VI 29 settembre 1963) - [Fonte]

Brescia. Celebrazioni Natalizie nel Rito Antico a S. Zeno al Foro

San Zeno al Foro - Brescia

Giovedì 24 Dicembre  - Ore 24:00
Messa Solenne di mezzanotte IN NATIVITATE D.N.JESU CHRISTI

Sabato 26 Dicembre Festa di S. Stefano Protomartire
Ore 17,30 S. Rosario e Adorazione - ore 18,00 S. Messa in canto.p

Giovedì 31 Dicembre commemorazione di S. Silvestro Papa
Ore 17,30 S. Rosario - ore 18,00 S. Messa e canto del TE DEUM
(Indulgenza plenaria).

Venerdì 1 Gennaio 2016 
Ore 17,30 S. Rosario e Adorazione-Benedizione.
Ore 18,00 S. Messa in canto.
Canto del VENI CREATOR (Indulgenza Plenaria).

Sabato 2 Gennaio Festa del SS. Nome di Gesù
Ore 17,30 S. Rosario e Adorazione. Ore 18,00 S. Messa.

Mercoledì 6 Gennaio EPIFANIA DI N.S.GESÙ CRISTO
Ore 17,30 S. Rosario e Adorazione. Ore 18,00 S. Messa in canto.

Può essere definita e utilizzata come "Porta Santa" quella di un luogo non consacrato?

Riprendo il pertinente commento di un lettore. Dovremmo fare la stessa osservazione per l'analoga iniziativa riguardante le carceri. (cfr. Quando la cella è una Porta Santa. Le iniziative giubilari nelle carceri italiane). Del resto nelle carceri era stato già profanato quel primo Giovedì Santo 2013... 
Papa Bergoglio ha aperto la "porta santa" all'ostello Caritas. [qui]
Questa "porta santa" non è la porta di una chiesa: luogo sacro della Presenza e della preghiera. Si associa, dunque, la "porta santa" ad un edificio non cultuale, non adibito alla liturgia, non consacrato a Dio ma adibito al servizio del prossimo.
A me sembra che le porte sante nei giubilei appartengano alle Chiese per una scelta non casuale: si entra in un luogo simbolico e consacrato per "elevare" la propria vita spiritualizzandola [ritrovandone la giusta rotta o rafforzarsi nel perseguirla]..
Entrare in un Ostello per quanto attraverso una sedicente "porta santa" ha un significato simbolico rovesciato: si entra con un pretesto religioso per proiettarsi in una dimensione orizzontale e sociologica.
A me pare assai significativo che questo particolare (uno dei mille imposti da Bergoglio), con il quale si continua ad orizzontalizzare il Cattolicesimo, non sia quasi per nulla stato evidenziato, neppure nei siti cosiddetti tradizionalisti.
Bergoglio non è un ingenuo. Usa i simboli della liturgia ma li rovescia e quest'apertura di una "porta santa" in un Ostello ne è l'ulteriore prova!

martedì 22 dicembre 2015

Preghiamo col Santo Rosario ogni primo giorno del mese insieme al Cardinale Burke

Il Cardinale Raymond Leo Burke appoggia una campagna del Rosario, promossa dalla Catholic Action for Faith and Family, che coinvolge un milione di cattolici americani insieme ai fedeli cattolici di tutto il mondo. Consiste nel pregare il Santo Rosario il primo giorno di ogni mese, per tutto l'anno. Le intenzioni specifiche indicate dalla campagna, sotto la guida del cardinale Burke, sono unite a quelle personali di tutti gli oranti: 
perché nella Chiesa brilli chiaramente la Luce della Verità, perché la pace regni nei cuori dei fedeli e per le intenzioni private di coloro che partecipano alla campagna, pregando il Rosario in unione con gli altri partecipanti di tutto il mondo.
Il presidente della Catholic Action for Faith and Family, Thomas McKenna, ha dichiarato: “La campagna è una risposta a tanto male presente nel mondo, che sta sfidando la fede di molte persone e lasciandole scoraggiate. La politica e la retorica degli uomini e delle donne non possono risolvere l’attuale crisi morale dell’America e del mondo. Abbiamo bisogno di assistenza divina. Quale modo migliore per sconfiggere i mali dell’aborto, dell’eutanasia, del matrimonio tra omosessuali, il terrorismo e tanti altri mali nel nostro mondo, che unendosi in un esercito spirituale attraverso i continenti?... Una sorta di Guerrieri del Rosario per assediare il cielo con la preghiera”.

Il Cardinal Burke ha così esortato: 
“La prima tentazione che Satana usa per distruggerci è lo scoraggiamento Questa tentazione è solo un’illusione, perché Cristo, vivo dentro di noi, ci dà sempre il coraggio, anche nei momenti più difficili. Dobbiamo pregare più che mai, soprattutto in presenza del Santissimo Sacramento, e durante tutto il giorno. Siate coraggiosi, miei cari fratelli e sorelle! Fermi e con sicura speranza! Facciamo insieme questa preghiera costante”.
Il primo giorno di ogni mese il cardinal Burke si unirà ai membri della campagna, celebrando una Santa Messa e pregando un rosario per le intenzioni dei partecipanti all’iniziativa. Sono stati invitati ad aderire anche cardinali, vescovi e membri del clero.

Chiesa e post concilio: Scrutiamo alcuni dati della Riforma liturgica post conciliare

Riproponiamo, dagli articoli sommersi del blog, questo nostro articolo del 2010, che è utile rileggere. Scrutiamo alcuni dati della Riforma liturgica post conciliare: il “mysterium fidei” del canone romano.

Sulla Questione liturgica, ricordiamo il testo: Maria Guarini «Il Rito Romano usus antiquior e il Novus Ordo Missae a 50 anni dal Concilio Vaticano II», Solfanelli 2015, Seconda edizione riveduta e aggiornata, pag.136
Presentazione qui

lunedì 21 dicembre 2015

Danilo Quinto. Fratelli Muratori

Non mi stancherò mai di leggere con interesse Massimo Introvigne, che ogni giorno spiega a noi comuni mortali quanto il pensiero, le parole e il comportamento di Bergoglio siano in linea con la dottrina cattolica e con il Depositum Fidei. Lo scorso 17 dicembre, su La Nuova Bussola Quotidiana, il reggente nazionale di Alleanza Cattolica si è occupato di un altro argomento.
Ha spiegato chi era Licio Gelli, che cos'era Propaganda 2, qual è stato il ruolo di Berlusconi e molto altro ancora. Il finale dell’articolo ne riportava l’obiettivo:
«È importante» - sostiene Introvigne - «non attribuire alla sola vicenda P2 il declino – reale, anche se non va mai esagerato – della presenza e dell’influenza massonica in Italia. Il problema è, infatti, mondiale. Negli Stati Uniti i massoni si sono ridotti dai quattro milioni di membri del 1965 al milione e trecentomila di oggi. Il metodo e lo stile massonici incontrano difficoltà ad attirare le giovani generazioni. E quando si parla di lobby e di poteri forti, ce ne sono oggi di più potenti e di più segreti della massoneria. Non era così quando Gelli era all’apice del suo potere e dei suoi complotti. Ma la sua epoca si è chiusa molto prima della sua morte».
Parlare oggi di «declino - reale, anche se non va mai esagerato - della presenza e dell’influenza massonica in Italia», oltre a urtare la sensibilità sociologica - tanto cara a Introvigne (alzi la mano chi, negli ambienti più disparati, non ha avvertito nel corso della sua vita, l’appartenenza sodale di persone con le quali ha avuto a che fare o delle quali ha solo letto quel che scrivevano o ascoltato quel che dicevano) - significa non tener conto dei numeri, che sempre diventano fatti.

Ma Bergoglio ha chiuso fuori Ysrael?

Del nuovo documento della Pontificia Commissione per le Relazioni Religiose con gli Ebrei (10 dicembre 2015): Perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili (Rm 11,29) ho già scritto qui. Di seguito condividiamo l'interessante visuale di Maurizio Blondet [qui]

“Nell’universo ebraico, la Creazione del Mondo ha separato il mondo da Dio, rendendo per ciò stesso il mondo senza Dio: l’Onnipotente nella Sua misericordia ha scelto Yisrael, a cui ha affidato la Torah (…) scesa nel nostro mondo al modo di Sophia nella visione gnostica. (…) Yisrael è la Chiesa dell’Umanità: è la sola presenza di Dio nel mondo materiale, perché Yisrael può comunicare con Dio, mentre i goym sono diversi dal popolo d’Israele dal punto di vista esistenziale, e non hanno alcuna possibilità di adorare il Dio di Yisrael, se non servendo Yisrael.

Yisrael è la Luce delle Nazioni, e le Nazioni son illuminate dalla sua Luce, come un albero illuminato dal sole, restando tuttavia un albero”.

Così spiega Israel Adam Shamir, il convertito all’Ortodossia, in un suo saggio (Dei mondi e degli dèi, che leggo nel volume che ha pubblicato in Francia, dal titolo “La Bataile du Discours”: chiedere a www.israelshamir.net). Ma ancor più desolato è quel che segue: attualmente, spiega Shamir,
“Nell’universo ebraico, ogni comunicazione tra l’Uomo e Dio è troncata. L’idea stessa di un intervento diretto di Dio è rigettata dai Savii ebrei, in una parabola talmudica, con queste parole: ‘Da quando la Torah è stata data ad Israele, tutte le decisioni sono prese da noi sulla Terra. Dopo la distruzione del Tempio, anche Yisrael non può comunicare con Dio’. Quindi, come si vede, l’universo ebraico è un universo senza Dio, e ciò si manifesta in tutti i campi”.

domenica 20 dicembre 2015

don Elia. Benedetto chi crede

Beata colei che ha creduto che quanto a lei detto da parte del Signore avrà compimento (Lc 1, 45).

Sì, beata l’anima che dà credito a ciò che Dio le comunica nella Rivelazione trasmessaci dalla santa Chiesa mediante la Sacra Scrittura e la Tradizione, fedelmente interpretate dal Magistero autentico, che è immutabile e perennemente valido. Beata l’anima che sulla roccia di quelle divine parole edifica la propria casa conformando ad esse le sue scelte e i suoi comportamenti; essa resisterà a tutte le tempeste e i cataclismi che stanno per abbattersi sull’umanità disobbediente (cf. Mt 7, 24-25). Beata l’anima che si rispecchia continuamente nell’Ancella del Signore ripetendo in ogni circostanza, lieta o avversa: «Ecce ancilla Domini: fiat, fiat, fiat mihi secundum verbum tuum!» (Lc 1, 38). Beata l’anima che, libera dalle zavorre dell’orgoglio e degli attaccamenti carnali, resa leggera dall’umiltà, dalla carità e dalla fiducia, mette le ali ai piedi e vola come Lei a portare a chi Lo attende quel Gesù che in essa vive e che da essa irradia il Suo Spirito di gioia e di pace.

sabato 19 dicembre 2015

Consolidamento della sinodalità e del conciliarismo? Il C9 e la "decentralizzazione" della Chiesa

Consolidamento della sinodalità e del conciliarismo?
di Maria Guarini

Introduzione

Vediamo di dare una lettura non frammentaria alle dichiarazioni del Papa riportate e commentate di seguito, in occasione del recente incontro con il Consiglio dei 9 cardinali da lui nominati come consulenti diretti e meglio noto come "Consiglio della corona" [vedi].
Si tratta di un tema, già venuto alla ribalta con l'EG e successivamente ripreso, che già non aveva mancato di suscitare reazioni da parte del Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, il cardinale Müller. Ma esse risultano totalmente ininfluenti. Bergoglio va avanti come uno schiacciasassi, senza ascoltare nessuno, affiancato dai suoi corifei sulla stessa linea rivoluzionaria, in questo caso orientata ad una collegialità senza limiti. Del resto, una volta aperta la fessura [vedi], è quasi scontato che nel tempo questa diventi voragine [vedi]. 
Ecco la conferma che stiamo entrando nel Sinodo 3.0, visto che il 2.0 dello scorso ottobre non è riuscito a sfondare, a causa di una resistenza più consistente del previsto. Del resto avevamo a suo tempo registrato come, su radio Vaticana, l'arcivescovo di Kiev, Shevchuk, lo avesse già esplicitato. Alla domanda: "che cosa dire in merito al discernimento che il singolo Vescovo sarà chiamato ad assumere nei confronti delle situazioni più delicate e difficili?", Shevchuk ha parlato di Dicasteri specializzati per le situazioni più difficili che dovrebbero emettere orientamenti per i confessori! Ecco quindi che il Sinodo 2.0 di ottobre, come per incanto, viene avviato al Sinodo nuovo Dicastero, 3.0 di dicembre. A questo punto, Bergoglio, giocando d'anticipo, ha già trovato la soluzione che gli chiedono i novatori. Con il Sinodo 2.0 accontenta i tradizionalisti e con il 3.0 aprirà ai modernisti. Quanto prefigurato nella riunione del C9 di questi giorni ne è la dimostrazione.

20 dicembre. Quarta Domenica di Avvento Messa Tradizionale a Torino

Associazione Cardinal G. Saldarini
per la liturgia latino-gregoriana “Summorum Pontificum”
(Coetus fidelium stabiliter existens ex art. 5 M.P. Summorum Pontificum
et art. 15. Instr. Universae Ecclesiae)

S. Messa cantata latino-gregoriana (Forma straordinaria - Messale del 1962)
nella Quarta Domenica d'Avvento - "Rorate Coeli desuper"

Domenica 20 dicembre 2015 - ore 18:00
Parrocchia b. Piergiorgio Frassati 
via Pietro Cossa 280/2 Torino
Celebrante: abbé Benjamin Durham FSSP

Programma musicale della celebrazione:
- Proprio gregoriano del giorno parzialmente salmodiato - esecuzione integrale dell'introito e dell'alleluia.
- Kyriale XVII, " Salve", per le domeniche di avvento e quaresima, secc. X-XVII (Kyrie in t. 6).
- Credo III (sec. XVII)
- En Clara Vox (inno per la novena del S. Natale sul tono dell'Inno per i vespri delle domeniche d'avvento Creator Alme siderum)
- Ave Verum (ant. gregoriana)
- Rorate caeli (responsorio gregoriano)
- Alma Redemptoris Mater (ant. gregoriana, t. simplex)
- Il cielo narra la Tua gloria (Corale)

Organista Marco Capello

Le ragioni di una persecuzione. Spiragli nella giustizia civile.

Guardando e ascoltando i contenuti di questi video (p. Serafino M. Lanzetta e p. Paolo M. Siano sul Concilio; p. Siano è noto per i suoi studi sulla Massoneria) credo appaia evidente la ragione della brutale persecuzione dell'Ordine dei Francescani dell'Immacolata che, siamo certi, in molti religiosi tuttora fedeli al carìsma originario, mantiene il fuoco sotto le ceneri in attesa della restaurazione. La prima relazione ha un taglio filosofico-teologico, la seconda storico.
Abbiamo notizia [qui] che si è avuta giustizia se non altro presso l'Autorità civile: la Cassazione ha rigettato il ricorso dei rinnegati sui beni - del resto mai appartenuti né a Manelli né ai frati [vedi qui - qui] - che quindi restano alle associazioni che hanno sempre sostenuto l'Ordine. Anche il tribunale civile di Avellino, presso il quale era stato intentato un altro procedimento, aveva dato piena ragione a padre Manelli e rigettato la richiesta di nuovo sequestro dei beni della sua Congregazione.
Qui il nutrito elenco di articoli sulla dolorosa vicenda.

Avvenire “canonizza” Lutero: cristiano appassionato della parola di Dio, vita profondamente evangelica

Dopo aver letto con sgomento il delirante articolo di Avvenire su Lutero, avevo cominciato a scriverne, quando mi arriva il link al testo che segue pubblicato da RadioSpada che esprime a chiare lettere quanto non avrei saputo dir meglio. E dunque lo riprendo di seguito perché è bene abbia maggiore risonanza anche attraverso queste pagine. Aggiungo che dai Sacri Palazzi sembra siano state diramate direttive per 1) non enfatizzare le differenze con i luterani; 2) astenersi da qualunque citazione delle orride invettive di Lutero nei confronti della Chiesa e del Papa. Evidentemente in vista del 2017. Vedo che Avvenire è andato ancora oltre...
Circa il testo che segue, condivido tutto tranne l'assunto evidentemente sedevacantista, che ho stralciato e che è leggibile nel testo originale.
[Cfr., per approfondire, elenco articoli che rispondono alla domanda: cos'abbiamo da festeggiare con i Luterani nel 2017?] 

Il giorno 11 Dicembre 2015, Chiara Bertoglio – già il cognome è “cacofonico” – pubblica su Avvenire un elogio sperticato dell’eresiarca per eccellenza, Martin Lutero.

E pensare che c’è ancora qualcuno che crede che Avvenire scriva di Cattolicesimo, nel mentre, con i soldi dei Cattolici, “canonizza” finanche Lutero. Nonostante ciò, e questo è certo, con l’aiuto di Dio e della Chiesa, noi non moriremo Luterani.

venerdì 18 dicembre 2015

Come sono presentati Santi e Tradizione dai media: S. Giovanna d'Arco e il caso Kreuzweg

Come sarebbe più allegra una ricca vita di preghiera e contemplazione avulsa da tutto, che non doversi confrontare con la follia quotidiana del mondo, volenti o nolenti. Eppure non è solo questo che è chiesto ai credenti, e anche stavolta è necessario soffermarsi su almeno 2 "episodi", "opere" tendenziose in realtà, di grande risonanza per di più, tese a gettare la consueta luce malvagia e di menzogna sulle cose Sante.

Si tratta di almeno 2 casi. Uno, la "rilettura" della Giovanna d'Arco alla Scala. Ce ne informa Maurizio Blondet; certamente, alcuni non si ritrovano in tutte le sue argomentazioni, ma anche stavolta dice poco di suo, porta solamente in evidenza ciò che è stato affermato nientepopodimeno che sul Corrierone.

"Alla Scala c’è stata la prima con la rappresentazione della Giovanna d’Arco di Verdi. La regia è stata affidata ad un ebreo, Moshe Leiser. Ora, ecco come questo Moshe ha “letto” la storia della Pulzella: …«E’ la storia di una ragazza che vuole uscire dall’anonimato, che vuole una vita di gloria donandosi a Dio, e che di conseguenza non può avere una relazione normale con un uomo – in questo caso, Re Carlo: ciononostante, va a letto con lui e diviene peccatrice. Deve pentirsi, e perciò va sul rogo, morendo alla fine di consunzione. [..]”.

Ed ecco la finissima visione Lesher: “Penso che Giovanna è come tutte le jihadi, sacrificare tutto, uccidere l’enemico, poi trovare il paradiso dopo la morte. Io penso che Giovanna, i jihadisti, o di tutti gli altri che non possono avere l’amore qui sulla terra, è una cosa molto mortifera”: insomma, l’alto senso è: chi è religioso, integralista, è perché non scopa. Fatelo scopare e guarirà."

«Lei si allontana dalla saggezza». Lettera aperta al papa da parte di un appartenente alla Curia

Sandro Magister, nell'articolo "La curia avrà quindici malattie, ma anche lui sta poco bene" [qui], raccoglie le voci di esponenti di Curia che manifestano crescente fastidio nei riguardi di papa Francesco. E riferisce di un ex membro della Curia che trova parole taglienti in una lettera aperta per l'avvento. L'originale è apparso sul settimanale tedesco "Focus" del 29 novembre. L'autore è noto alla direzione della rivista, ma nemmeno lui firma con il nome e il cognome, non solo per "il clima di paura" che dice regni oggi in Vaticano, ma anche per "proteggere dall'ira del papa" i suoi precedenti superiori in curia. Quella che segue è la traduzione integrale della lettera. 

Padre Santo,
nel suo discorso per il Natale del 2014 lei chiamò i suoi collaboratori di curia a fare anzitutto un esame di coscienza. Infatti l'Avvento è un’occasione per riflettere su ciò che Dio ci promette e aspetta da noi. Lei asserì che i suoi collaboratori nel Vaticano devono essere un esempio per tutta la Chiesa, e poi elencò una serie di "malattie" delle quali la curia soffrirebbe.

In quel momento avvertii questo giudizio come piuttosto duro e anche ingiusto, contro molti in Vaticano che io conosco personalmente, mentre lei sembrava parlare come uno che conosce il Vaticano solo da fuori o solo dall’alto. Tuttavia proprio quel suo discorso ha ispirato questa lettera che le scrivo. Seguendo il suo stesso esempio, tralascerò tutte le cose buone che lei fa e dice, ed elencherò soltanto quegli aspetti del suo esercizio del ministero papale che mi sembrano problematici.

Roma o Gerusalemme? Roma è sede di Pietro per diritto divino o ecclesiastico?

Roma o Gerusalemme?
Roma è sede di Pietro per diritto divino o ecclesiastico?

È disputato se Roma sia sede di Pietro per diritto divino o ecclesiastico: vale a dire se Gesù abbia scelto Roma come Sede della sua Chiesa, oppure la scelta l’abbia fatta Pietro. La prima tesi è sostenuta da S. Roberto Bellarmino, che si fonda su S. Marcello I e S. Ambrogio. Monsignor Piolanti scrive così: «Ci si chiede quale legame esista tra la sede di Roma e il primato di governo nella Chiesa. È insostenibile che tale legame sia dovuto ad un semplice fatto storico e dipenda dall’arbitrio della Chiesa, che potrebbe scioglierlo, riconoscendo il primato ad un altro vescovo, anche contro la volontà del Romano Pontefice. (...) Sembra esagerata l’affermazione di Melchior Cano, Gregorio di Valenza e soprattutto di S. Roberto Bellarmino, secondo cui la scelta della sede di Roma sia stata indicata esplicitamente da Cristo. Con minore probabilità (...) si è pensato (Paludano, Soto, Bañez) che S. Pietro abbia scelto Roma come sede definitiva per pura deliberazione personale, onde, con la stessa libertà, il suo successore potrebbe trasferirsi ad altra sede. Comunemente si ritiene che la scelta di Roma non fu senza una speciale provvidenza divina (...) (Franzelin, Palmieri, Billot ...). Pertanto nessuno può mutare tale scelta, neppure il Papa; in qualunque luogo risieda (ad es. ad Avignone) egli è sempre il Vescovo di Roma» (A. PIOLANTI, Primato di S. Pietro e del Romano Pontefice, in “Enciclopedia Cattolica”, Città del Vaticano, 1953, vol. X, coll. 17-18). In breve Pietro, ispirato da Gesù Cristo, scelse Roma come sede del Papato (questa è la tesi più comune).

Venerdì 18 dicembre 2015. Preghiera di Riparazione

Ricordiamo che oggi, venerdì, è il giorno dedicato alla Preghiera di Riparazione. Ecco le consuete preghiere, complete delle Litanie del Sacro Cuore, che [trovate qui].

Su Riscossa Cristiana potrete trovare alcuni avvisi [qui].

Uniti nella preghiera per le festività natalizie, auguriamo a tutti un buon Santo Natale, sereno e ricco della gioia cristiana per la venuta del Redentore.

Come lettura di formazione, riportiamo in calce la parte finale di “Giallo e Rosa”, il racconto che chiude la prima raccolta di “Don Camillo” di Giovannino Guareschi

giovedì 17 dicembre 2015

Un palestinese e un tunisino aggrediscono i militari di presidio a S. Maria Maggiore gridando frasi inneggianti ad Allah

Leggiamo su Il Corriere del 15 dicembre.

Inneggiando al Allah si sono scagliati contro i militari di guardia alla Basilica di Santa Maria Maggiore e poi hanno cercato di disarmarli.
Due extracomunitari, già colpiti da provvedimento di espulsione ma rimasti in Italia clandestinamente, sono stati arrestati dalla polizia a Roma ieri. L’allarme è scattato in serata quando i due, un palestinese e un tunisino rispettivamente di 30 e 40 anni e senza fissa dimora, hanno urlato «Allah è grande» e si sono scagliati contro una pattuglia di militari. Dopo aver inneggiato ad Allah i due hanno insultato i soldati tentando di sottrarre loro i fucili mitragliatori. Non è stato facile per i militari immobilizzarli: i due infatti, nel tentativo di sottrarsi all’arresto, hanno cercato di coinvolgere e far intervenire in loro aiuto, altri stranieri presenti nelle vicinanze della Basilica. Ma gli altri extracomunitari li hanno ignorati. Il tunisino e il palestinese hanno inveito anche contro poliziotti, sia con minacce verbali che fisiche. Un atteggiamento che hanno reiterato anche negli uffici del Commissariato Viminale proferendo frasi contro le forze dell’ordine e l’Europa.

Statua ambigua e verosimilmente blasfema a Madrid... Presso la FSSPX ? (alla quale rivolgo un accorato appello)

Ecco a voi la statua della Madonna situata sulla facciata della costruenda Capilla Santiago Apóstol de la FSSPX a Madrid. 

Cliccare sull'immagine per ingrandire
Ha un aspetto piuttosto inquietante, vero? Come potrà un fedele cattolico confidare in una simile madre? Rivolgere devotamente davanti ad essa un'Ave Maria e una Salve Regina? Di fronte a simili "apparizioni" di primo acchito ci coglie un sussulto, un senso di rigetto, anche se poi non riusciamo a farcene una ragione più precisa.
I veri motivi cominciano ad affiorare solo quando ci accingiamo ad approfondire la questione. Ma nel farlo può sorgere un'intima obiezione: chi me lo fa fare? A che pro indugiare su qualcosa che già si prelude senza dubbio negativo? Che bene ne ricaverà la mia anima?
Domande più che legittime, anzi doverose. Tuttavia riflettiamo un po': se perfino una benemerita e coraggiosa congregazione di provata fedeltà sta incespicando in questo tranello, allora per noi diventa davvero indispensabile tentare di capirci qualcosa in più.

Al via i nuovi processi per i matrimoni "falliti". Ma quanta confusione

La puntualizzazione che segue, sul rescritto papale del 7 dicembre [qui], nel quale si vieta il ricorso alla Rota romana "dopo che una delle parti ha contratto un nuovo matrimonio canonico, a meno che consti manifestamente dell’ingiustizia della decisione", è molto tecnica ma molto chiara, anche a dire di Sandro Magister che la pubblica oggi [qui]. "Il Vaticano prima tiene in vita e poi abroga l'efficiente sistema dei tribunali regionali introdotto in Italia da Pio XI. In pericolo anche il riconoscimento civile delle nuove sentenze. Le critiche di un canonista".
Vi ho trovato echi di una relazione ancor più ampia, dello stesso autore, sul Mitis judex, che ho avuto occasione di ascoltare in diretta nel corso del Convegno di Radio Spada - Confederazione Civiltà Cattolica, Roma - Divino Amore, il 28 novembre scorso: Dal divorzio al gender. Famiglie centrifugate e identità liquida: una dissoluzione dalle origine remote [qui], che spero poter pubblicare al più presto.

 Dal rimedio per divorziati al divorzio cattolico
Guido Ferro Canale

La riforma dei processi di nullità matrimoniale varata con il motu proprio "Mitis iudex" [qui] ha suscitato molte perplessità e una ridda di commenti critici; che io sappia, però, soltanto il professor Danilo Castellano, in un'intervista su questo sito, si è soffermato su una delle innovazioni a mio avviso più criticabili, ossia il nuovo canone 1675, secondo cui il giudice, prima di ammettere alla trattazione un giudizio di nullità, "deve avere la certezza che il matrimonio sia irreparabilmente fallito, in modo che sia impossibile ristabilire la convivenza coniugale".

Dovrebbe essere piuttosto evidente che vi sono matrimoni falliti che non sono affatto nulli e, viceversa, matrimoni nulli che non falliscono (almeno per molto tempo). Subordinare l'avvio del processo, cioè dell'accertamento sulla validità del vincolo del matrimonio-atto, ad una condizione estrinseca come il fallimento del matrimonio-rapporto, equivale ad affermare che la Chiesa non ha interesse ad accertare la verità su un sacramento, a meno che non sia sopravvenuta una crisi irreversibile della coppia. Il che, sia detto per inciso, lascerebbe sprovvisti di tutela proprio i coniugi più coscienziosi – o scrupolosi – che, agitati da dubbi sulla validità del loro matrimonio, volessero vederli risolti dall'autorità ecclesiastica, senza però aver fatto “saltare” la loro unione. A tutto vantaggio, invece, di separati e divorziati che convivano, i quali, proprio in forza della nuova convivenza, ben potranno dirsi impossibilitati (almeno moralmente) a ristabilire quella di prima.

mercoledì 16 dicembre 2015

Petizione in Italiano: The Remnant implora Papa Francesco di cambiare rotta oppure di rinunciare all'ufficio Petrino

Un Libellus contro il Papa

Il più antico giornale cattolico tradizionalista statunitense, “The Remnant”, ha pubblicato una lettera aperta a papa Francesco, chiedendogli, in buona sostanza, di cambiare politica o di dimettersi. Le ragioni della richiesta di rinunciare al ruolo a cui è stato eletto due anni fa sono contenute nel “Libellus” che segue la petizione.


8 dicembre 2015
Festa dell'Immacolata Concezione

Santo Padre,

Papa Celestino V (r. 1294), riconoscendo la sua incapacità di ricoprire l'ufficio al quale era stato così inaspettatamente chiamato quand'era ancora l'eremita Pietro di Morrone, e comprendendo i gravi danni che le sue scarse capacità di governo avevano causato alla chiesa, decise di dimettersi dal suo incarico dopo soli cinque mesi di pontificato. Egli venne canonizzato da Papa Clemente V nel 1313. Successivamente, Bonifacio VIII tolse qualsiasi dubbio in merito alla validità di un atto pontificio così straordinario, confermando per sempre (ad perpetuam rei memoriam) che “il Pontefice Romano può liberamente rinunciare al pontificato”.