Il Papa ha recentemente istituito una commissione per rivedere l'Istruzione Liturgiam Authenticam, col compito di affrontare due questioni considerate gemelle: l'inculturazione e il decentramento in materia liturgica.
La notizia era stata data puntualmente da Sandro Magister ed era tra i miei segnalibri, avendone già scorto la gravità e i rischi, ma finora sono rimasta sommersa dalla cronaca incalzante. Qui nel blog non se n'è discusso, mentre il mio approfondimento è ora spronato dagli allarmi che vengono da diversi osservatori esteri, sia sul fronte anglofono che su quello francofono, che approfondiremo quando avrò pronte le traduzioni in corso. Ѐ arrivato dunque il momento di occuparcene, anche se ho la sensazione di scrivere sull'acqua. Tuttavia non demordo e non dispero che possa servire e anche che il Cielo ci aiuti.
La prima osservazione è che la revisione delle traduzioni appare contraria rispetto ai tentativi di Benedetto XVI di eliminare alcune scorie ereticali evidenziatesi dopo la Riforma di Paolo VI ristabilendo un linguaggio più conforme all'originale latino. Un esempio: ripianare il dissenso tra i vescovi dell'area di lingua tedesca sul "pro multis" nella preghiera del canone della Messa. Non è mancata, purtroppo, la resistenza da parte del clero progressista di tutto il mondo, con la scusa pretestuosa che le nuove traduzioni sono incomprensibili per il popolo. In ogni caso è un ennesimo punto importante su cui Bergoglio sconfessa l'opera del suo predecessore.
La notizia era stata data puntualmente da Sandro Magister ed era tra i miei segnalibri, avendone già scorto la gravità e i rischi, ma finora sono rimasta sommersa dalla cronaca incalzante. Qui nel blog non se n'è discusso, mentre il mio approfondimento è ora spronato dagli allarmi che vengono da diversi osservatori esteri, sia sul fronte anglofono che su quello francofono, che approfondiremo quando avrò pronte le traduzioni in corso. Ѐ arrivato dunque il momento di occuparcene, anche se ho la sensazione di scrivere sull'acqua. Tuttavia non demordo e non dispero che possa servire e anche che il Cielo ci aiuti.
La prima osservazione è che la revisione delle traduzioni appare contraria rispetto ai tentativi di Benedetto XVI di eliminare alcune scorie ereticali evidenziatesi dopo la Riforma di Paolo VI ristabilendo un linguaggio più conforme all'originale latino. Un esempio: ripianare il dissenso tra i vescovi dell'area di lingua tedesca sul "pro multis" nella preghiera del canone della Messa. Non è mancata, purtroppo, la resistenza da parte del clero progressista di tutto il mondo, con la scusa pretestuosa che le nuove traduzioni sono incomprensibili per il popolo. In ogni caso è un ennesimo punto importante su cui Bergoglio sconfessa l'opera del suo predecessore.