Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 31 ottobre 2020

Novena per il 31 ottobre (e per ogni volta che serve)

Novena per il 31 ottobre
(e per ogni volta che serve)
Non c’è differenza per il Cielo tra il salvare per mezzo di molti e il salvare per mezzo di pochi, perché la vittoria in guerra non dipende dalla moltitudine delle forze,
ma è dal Cielo che viene l’aiuto (1 Mac 3, 18-19).

Tu che, riparando ogni cosa con i tuoi meriti,
sei divenuta Madre e Signora di tutto,
Tu che, per il singolare concorso prestato alla nostra redenzione,
sei vera Regina del mondo,
Tu che, intimamente associata all’opera dell’umana salvezza,
frutto del Tuo olocausto d’amore fuso all’immolazione espiatoria di Cristo,
ci doni con Lui e da Lui la vita divina,
accogli nel Tuo Cuore immacolato la supplica dei figli in balìa della tempesta
e trasmettila ben più perfetta e potente al Sacro Cuore del Figlio Tuo.
Tu conosci i disegni degli empi penetrati nel Santuario di Dio
per trasformarlo, se possibile, in tempio del diavolo.
Tu ci hai messi in guardia dalle insidie in cui saremmo caduti
se non avessimo ascoltato i Tuoi ripetuti richiami.
Oggi veniamo a prostrarci ai Tuoi piedi
implorando perdono per tanta inerzia e tiepidezza,
ma confidando al contempo nella paziente bontà del Tuo Cuore di Madre,
per il quale non è mai troppo tardi.
Impedisci d’ora in poi ogni sacrilego incontro
tra chi dovrebbe rappresentare Tuo Figlio
e quelli che in vaste regioni del mondo ne hanno sedotto i fedeli,
separando dal Suo mistico Corpo tante membra, redente dal Suo Sangue,
con dottrine perverse che falsificano la Sua Parola di verità.
Disperdi con il Tuo scettro regale
tutti i demòni che nella notte di una vigilia santa(1)
saranno stoltamente evocati da chi rifiuta la luce divina,
non più trattenuti da chi, pur avendo missione di istruire e difendere,
preferisce tacere e nascondersi, abbandonando le pecore ai lupi.
Schiaccia sotto il Tuo calcagno la superbia di Satana e dei suoi cultori,
che si tratti di eretici, traditori o ignari gaudenti.
Manda i Tuoi santi Angeli a nostra difesa e protezione,
suscita ardenti e coraggiosi araldi del Vangelo,
rianima i cuori dei Tuoi figli devoti:
che quel giorno non sia ricordato
se non per la Consacrazione del mondo al Tuo Cuore immacolato,
in attesa che Gli sia apertamente consacrato il popolo
che hai scelto in vista del Tuo trionfo, Maria!

(da recitare al termine del santo Rosario)
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1. E neppure dimentichiamo che nella stessa data ricorre la vigilia della Festa di Ognissanti, purtroppo sostituita dall'ormai più nota Halloween, che costituisce uno dei tanti processi di ‘de-cattolicizzazione’, in cui viene rimossa la spiritualità cristiana innestata su un antica tradizione celtica di Samhain, contemplazione gioiosa che manifestava il desiderio che la morte non fosse l’ultima parola sulla vita umana e testimoniava, a suo modo, la speranza nell’immortalità delle anime. Il cristianesimo infatti vi innestò la propria convinzione della costante presenza ed intercessione della chiesa celeste, della comunione dei santi che già vivono in Dio, rinnovando dall’interno l’attesa ed il desiderio che l'antica tradizione celebrava. La resurrezione di Cristo era l’annuncio che la presenza benedicente dei propri defunti non era pura illusione, ma certezza dal momento che noi, i viventi di questa terra, viviamo accompagnati da Cristo e da tutti i suoi santi. Samhain divenne così Halloween, che deriva da All Hallow's Eve e vuol dire semplicemente ‘Sera della festa dei Santi’, ‘Vigilia della festa dei santi’. 
Tuttavia, nella corrente letteratura esoterica ed occultistica si danno delle fantasiose e infondate versioni della festa celtica di Samhain, che sono poi quelle che fanno da riferimento alle moderne celebrazioni stregonesche e neopaganeggianti e che hanno creato agli occhi di molte persone l'immagine inquietante di Halloween, ma che nella maggior parte dei casi ormai acquista un aspetto satanico. Ciò avviene attribuendo a Samhain il nome di una oscura divinità, ‘Il Signore della morte’, ‘Il Principe delle Tenebre’, che in occasione della sua celebrazione chiamava a sé gli spiriti dei morti, facendo sì che tutte le leggi dello spazio e del tempo fossero sospese per una notte, permettendo agli spiriti dei morti e anche ai mortali di passare liberamente da un mondo all'altro. Per questo Samhain viene considerato dai moderni e fantasiosi esoteristi come un momento dedicato alla divinazione, in cui cioè si può facilmente prevedere il futuro e predire la fortuna.  E così la ‘festa dei morti’ di ancestrale tradizione celtica, perduta la sua giustificazione cristiana, si è trasformata in una specie di celebrazione dell'oscurità, della magia, con contorno di streghe e demoni. La solidarietà tra le generazioni, tra i morti e i vivi, ha lasciato posto ad un terrore cupo e gotico della morte. Ed è così che Halloween costituisce uno dei tanti processi di ‘de-cattolicizzazione’, “spazzata via dalla nuova visione orrifica, estremamente moderna nel suo essere allo stesso tempo scientista, positivista e affascinata dall'elemento magico-occultistico”.

Irricevibile prova di funambolismo lessicale sul terrorismo islamico anche da parte della CEI

Spiace constatare come la chiesa italiana (e non solo) abbia fornito ieri un’ulteriore, irricevibile prova di funambolismo lessicale, disciplina in cui ormai da tempo ha raggiunto livelli di ineguagliabile eccellenza. 
Nell’intento di condannare l’ennesimo atto di terrorismo islamista, la cui ferocia ha manifestamente oltre che simbolicamente colpito tre cattolici, la presidenza dei vescovi italiani non ha saputo far di meglio che vergare un comunicatino dove in poco più di 700 battute non c’è la benché minima traccia di ciò che ha connotato la mattanza di Nizza. 
Non una parola, un accenno, un pur flebile riferimento. Zero. La parola islam o l’aggettivo islamico/islamista (anche in questo caso contano più i sostantivi degli aggettivi?) sono semplicemente assenti (e mai come in questa occasione del tutto ingiustificati). Se uno non sapesse cos’è accaduto, a leggere la nota della Cei potrebbe pensare tutto e il contrario di tutto. Incluso che a commettere l’orrendo eccidio sia stato un fondamentalista cristiano (perché anche tra i cristiani esistono i fondamentalisti, giusto?). 

Bibbia CEI 2008: “Voglion sradicare la Divinità di Gesù Cristo?”

La Chiesa da secoli insegna l'inerranza della Sacra Scrittura. Difficile dunque spiegare il prurito di novità delle nuove traduzioni, senza solide basi né magisteriali né frutto di una seria esegesi.
Ricevo una interessante comunicazione da uno studioso di lingue antiche e della Sacra Scrittura che pubblica articoli inerenti alle traduzioni errate della nuova versione CEI 2008 della Bibbia, che contiene errori di traduzione che appaiono gravissimi. Ne riprendo il primo inserto e proseguiremo riallacciandoci anche a nostre precedenti osservazioni (ad esempio sul Nuovo Messale romano qui - qui). È una battaglia difficile, ma potrebbe aiutare anche i tanti nostri lettori a comprendere meglio che la nuova traduzione Cei 2008 è da scartare completamente, tenendo ovviamente per buona quella tradizionale del 1974. E conservando gelosamente tutte le altre canoniche precedenti.

Bibbia CEI 2008: “Voglion sradicare la Divinità di Gesù Cristo?”

Il primo indizio della nostra investigazione ci pone al centro di una immediata domanda sull’intento della nuova traduzione biblica CEI del 2008.
Perché una nuova traduzione? Che bisogno c’era di portare ulteriori modifiche?
La Bibbia CEI del 1974 era abbastanza vicina al testo originale.
Ipotesi di movente: sradicare completamente dal testo biblico la Divinità di Gesù Cristo. Farlo passare come un profeta fra i tanti. Una persona che ha detto e fatto grandi cose. Ma non affermare che è Dio.
Ecco la blasfemia più grande.
Non mi dilungherò e cercherò di rendere comprensibile a tutti la mia scoperta. Non mi dilungherò, e cercherò di rendere comprensibile a tutti la mia scoperta. 
Sono uno studioso del greco biblico, perciò quando le mie orecchie percepiscono note stonate nella nuova traduzione, vado subito al testo originale. 
 Ebbene. Il 14 Settembre scorso, giorno della Santa Croce, si è proclamata come seconda lettura la Lettera di San Paolo Apostolo ai Filippesi 2, 6-11. Un inno cristologico meraviglioso, che esalta grandemente la divinità di Cristo.  
 Nella antica traduzione del 1974 leggiamo al v. 6: “Cristo Gesù (…) non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio”. Nella nuova traduzione del 2008 invece si legge: “Cristo Gesù (…) non ritenne un privilegio l’essere come Dio”. 
La differenza è abissale. Un conto è dire “la sua uguaglianza con Dio” e un altro è dire “l’essere come Dio”. Se io per esempio voglio essere “come Superman” significa che io e Superman siamo diversi e a me piacerebbe essere come lui. Ma non sono lui. Essere “uguale a Dio” è palesemente diverso dall’essere “come Dio”. 
 E’ una blasfemia senza precedenti. Andando a vedere i testi originali abbiamo in greco: “to einai isa..”, che se proprio dobbiamo tradurlo letteralmente sarebbe “essere uguale a Dio”, (isa – uguale). Nella Vulgata abbiamo: “est esse se aequalem Deo” , (aequalem – uguale). 
 Da dove dunque è saltato fuori questo “come”? E’ inventato di sana pianta. Allora le cose sono due: o chi ha tradotto per la CEI nel 2008 è un incapace (beata ignoranza), oppure l’intento è quello di togliere dai testi definitivamente la Divinità di Gesù Cristo. Io opto per la seconda. [Fonte]

La fratellanza in Sant’Antonio e San Francesco. Commento alle parole del vescovo Crepaldi. Di Silvio Brachetta

Recentemente[1], l’arcivescovo Giampaolo Crepaldi [qui] ha detto che la «fratellanza» tra le persone, per la Dottrina sociale della Chiesa, «si fonda su due livelli»: 
«Il primo è di ordine naturale: siamo fratelli perché siamo tutti uomini, siamo uguali in dignità, calpestiamo lo stesso suolo, viviamo insieme non per motivi di fatto ma per vocazione. Questo piano naturale ci dà anche le regole della nostra fraternità, ossia il diritto naturale e la legge morale naturale, che permettono alla fratellanza ontologica di diventare anche fratellanza morale. Il Decalogo è una legge di fraternità e di fratellanza. Esso, infatti, è valido a tutte le latitudini. 
L’altro piano è quello soprannaturale: siamo fratelli perché figli di Dio, figli di un unico Padre. Quello naturale è il piano di una fratellanza civica ed etica, quello sopra-naturale è il piano di una fratellanza religiosa e salvifica». 

venerdì 30 ottobre 2020

Da Mattarella a Bergoglio, innominabile la matrice “islamica”. L’Europa che non vuole sapere, non vuole capire, non vuole guardare

Ne scannano tre dentro la cattedrale di Notre Dame a Nizza, tempio cristiano, somma provocazione al grido Allah Akbar, e le reazioni sono flebili, sono pelose: “Contro il fanatismo di qualsivoglia matrice”, proclama Mattarella. Tutti? Dal Vaticano, da Bergoglio arriva la solita non dichiarazione al limite dell’omertà, in cui si riesce a non considerare mai, neppure per allusione, l’identità dei criminali, fosse mai che poi si offendono. Altro che democristiani, quelli al confronto erano più provocatori di Charlie Hebdo. “Volgari assassini, giammai credenti”, dicono i sodali a oltranza per non nominare la matrice; tempo pochi minuti e attaccano con la solfa: islamofobici, le crociate, negazionisti, razzisti, sovranisti, Trump, il riscaldamento globale, il coviddì. Qualcuno oltre la malafede che non tiene vergogna e si avviluppa nei suoi miasmi ideologici: “Visto che succede a protestare come hanno fatto in Francia? Bisogna integrare, accogliere, non demonizzare”. Come a dire: se te la prendi perché hanno decapitato un professore in mezzo alla strada, allora non puoi lamentarti se subito staccano la testa a un’altra in chiesa, una anziana, e te la sei cercata. Il ce la siamo cercata è la nuova formula di Ali Baba, l’“apriti sesamo” che apre tutte le porte, apre la caverna dell’ipocrisia. 

Al terrorismo islamico si risponda da cristiani non da Charlie

La grande tentazione, il grande errore, il grande equivoco sarebbe ritenere che quanto commesso da Brahim Aoussaoui – il ventunenne tunisino che stamane, nella cattedrale Notre Dame di Nizza, in Avenue Jean-Médecin, ha ucciso tre persone, una delle quali decapitata -, sia solo una risposta all’ultima vignetta offensiva di Charlie Hebdo, raffigurante il presidente islamico della Turchia Erdogan che, in mutande, scoprendo il fondoschiena di una donna esclama: «Oh, il Profeta!». Certo, esiste una prossimità temporale evidente. E che si rafforza alla luce del fatto che è trascorsa poco più da una settimana dalla decapitazione di Samuel Paty, l’insegnante francese a sua volta ucciso con decapitazione per aver mostrato in classe delle vignette di Hebdo. 
Sarebbe tuttavia fuorviante immaginare quello in corso come uno scontro tra la libertà di espressione e il fanatismo religioso. È molto di più. Si tratta di un duello tra terrorismo islamista e civiltà cristiana. Attenzione, questa non è una interpretazione à la Fallaci o alla Huntington; questa è un’evidenza suffragata da numeri del Ministère de l’Intérieur, secondo i quali lo scorso anno, in Francia, gli atti anticristiani sono stati 1.052, parecchi di più di quelli antisemiti (657) e «islamofobi» (154) messi insieme. Dunque tutto quello che ruota attorno a Charlie Hebdo – le cui vignette hanno molto più a che vedere con la presunta libertà di offendere che con la libertà di espressione – è solo la goccia che ha fatto traboccare un vaso che era già colmo di odio verso la civiltà cristiana, o quel che ne resta. 

Arcivescovo C.M. Viganò. Lettera aperta al Presidente Trump alla vigilia del voto

Mons. Viganò ci consegna la Lettera aperta per il Presidente Trump pubblicata di seguito.  Preghiamo più intensamente in queste ore... "donec veniat". Sub tuum praesidium confugimur, Sancta Dei Genetrix
Qui l'indice dei precedenti.

Domenica 25 Ottobre 2020
Solennità di Cristo Re
Signor Presidente,

mi consenta di rivolgermi a Lei, in quest’ora in cui le sorti del mondo intero sono minacciate da una cospirazione globale contro Dio e contro l’umanità. Le scrivo come Arcivescovo, come Successore degli Apostoli, come ex-Nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America. Le scrivo nel silenzio delle autorità civili e religiose: voglia accogliere queste mie parole come la «voce di uno che grida nel deserto» (Gv 1, 23). 

Come ho avuto modo di scriverLe nella mia Lettera dello scorso Giugno, questo momento storico vede schierate le forze del Male in una battaglia senza quartiere contro le forze del Bene; forze del Male che sembrano potenti e organizzate dinanzi ai figli della Luce, disorientati e disorganizzati, abbandonati dai loro capi temporali e spirituali. 

giovedì 29 ottobre 2020

Il Vescovo di Ascoli D’Ercole si dimette. “Scelta difficile e sofferta”

Don Giovanni D'Ercole si dimette da Vescovo di Ascoli-Piceno e si ritira in convento. La notizia è dirompente perché era il Vescovo più mediatico, e non da oggi.
Recentemente si era distinto per le critiche chiare e nitide alle posizioni dei vescovi sulla Messa in tempo di pandemia. Non solo, ma si era rivelato, dalla sua funzione, una presenza importante, anche politica, nel territorio e la sua grande popolarità si proietta sulla portata personale ed ecclesiale di questa sua scelta, il cui impatto è molto mediatico posto che si tratta di un altro ecclesiastico di alto grado che si pone in disparte, affermando di voler condurre la propria vocazione su un altro piano che, dati i tempi e gli accadimenti, sarà quello più importante. 
Dal Video (da cui ho preso l'immagine), che circola sui social e che è visibile qui, ascoltiamo: 
“Considerate queste mie dimissioni come un atto di fede e un segno di amore più grande verso tutti”. “In un momento difficile come questo in cui regna confusione nella nostra società, in cui c’è tanta paura, io credo, sento profondamente il bisogno di dedicarmi alla preghiera ... una scelta difficile, sofferta ma profondamente libera, ispirata al servizio della Chiesa e non al mio interesse personale... Entro in un monastero dove potrò accompagnare il cammino della Chiesa in un modo più intenso, nella meditazione, nella contemplazione e nel silenzio. Quando avrò percorso questo periodo in monastero, poi mi aprirò a tutte le prospettive che il signore vorrà darmi. Sento che in questo momento Dio mi chiama a fare un passo perché possa rendere servizio in questo modo”.
Tuttavia i canali ufficiali non riportano il video. La Diocesi di Ascoli, a chi chiede conferme, si trincera dietro un “No Comment”, dichiarando il video “sotto embargo” mentre chi lo diffonde rischierebbe ripercussioni. Ma se la diocesi nega l'ufficialità della notizia, Avvenire annuncia: "A seguito della rinuncia di D’Ercole, Il Papa ha affidato la guida, come amministratore apostolico, della diocesi di Ascoli Piceno, a monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti".  
Il Video comunque sta circolando liberamente sui social e, al di là dell'ufficialità della notizia, ha l'attendibilità e la drammaticità della testimonianza diretta.

Utile rileggere le seguenti parole di mons. Vigano, tratte da un'intervista a più ampio raggio [qui]:

Nei giorni scorsi S.E. Mons. Giovanni d’Ercole ha lanciato un severo monito a Conte e al “comitato scientifico” in cui ha intimato: “Bisogna che ci diate il diritto al culto, sennò ce lo riprendiamo”. Parole forti e coraggiose, che sembrano lasciar intendere un certo risveglio nelle coscienze dei Pastori.

Messe interrotte, profanazioni e violenze, gli abortisti polacchi contro la Chiesa

La Polonia ancora cristiana non ha sancito leggi immorali. Ma le forze oscure sono operanti anche lì. All’indomani della sentenza della Corte Costituzionale polacca che ha dichiarato incostituzionale l’aborto eugenetico, femministe e militanti lgbt si sono scatenati contro i simboli della fede cristiana. Riporto le parole di Francesco Agnoli: "In Polonia c'è la guerra civile; l' Europa tace. Del resto è governata dai tedeschi, che hanno sempre tentato di schiacciare la Polonia. Intanto molti giovani polacchi, aizzati da media spesso in mano alla Germania, urlano e sbraitano per rivendicare la possibilità di eliminare i bambini malati. Consiglierei a questi giovani, se potessi, "La legge del sangue" di J. Chapoutot. Imparerebbero cosa fece Hitler alla Polonia; cosa fece alla chiesa polacca, Hitler, l' uomo che per primo re-introdusse in Europa, dopo secoli, le usanze di Sparta e la rupe Tarpea, con l'aborto eugenetico.

Messe interrotte, profanazioni e violenze, gli abortisti polacchi contro la Chiesa

La messa domenicale [25 ottobre] è stata interrotta. Una trentina di persone, in maggioranza donne, hanno fatto irruzione in chiesa, prima hanno lanciato volantini e scandito slogan contro la Chiesa cattolica, poi si sono ammassati seduti l’uno accanto all’altra ai piedi dell’altare. Il sacerdote è stato costretto a interrompere la funzione e per sgomberare i manifestanti è stato necessario l’intervento della polizia. Così riporta il quotidiano britannico Guardian. Siamo nella città universitaria di Poznan, nella Polonia Occidentale. 
Contemporaneamente a Varsavia altri manifestanti circondavano un’altra chiesa, questa volta però gli agenti sono riusciti ad intervenire prima, impedendo ai contestatori di fare irruzione durante la messa. Ed è stata una domenica di tensione anche a Katowice dove una folla di settemila persone, scrive l’agenzia Reuters, si è radunata davanti alla cattedrale di Cristo Re al grido di questa è una guerra «questa è una guerra», anche in questo è stata la polizia, in tenuta antisommossa, ad evitare il peggio. 

Sovversivi in toga

Parallelamente, tanto nella Chiesa (magistero fluido non più definitorio legato ad una tradizione storicista) come nello stato, si sono imposte norme liquide e mutagene. Di seguito è evidenziato e commentato un concetto estremamente pericoloso, e che distrugge l'oggettività del diritto. E proprio mentre le priorità delle forze sinistre al governo, invece che focalizzarsi sulle strategie per combattere l’epidemia e tenere vivo il tessuto sociale, sono portare in aula in Parlamento la legge sull'omotransfobia. Poi sarà la volta di quella sullo Ius soli. Il resto può aspettare, tanto mica stiamo vivendo una crisi economica e morale e spirituale epocale. (M.G.)

La Corte Costituzionale italiana avrebbe il compito di fare rispettare la Costituzione. È lapalissiano. Invece uso volutamente il condizionale, perché, secondo l'attuale presidente della Corte, Mario Morelli, le cose sono cambiate. (Corriere: la Consulta e l'emergenza qui)
Con una sfacciataggine senza pari, il Morelli intervistato oggi dal Corriere, afferma ben altro: "I diritti da tutelare non sono solo quelli descritti dalla Carta. Maestri come Augusto Barbera e Franco Modugno, che abbiamo il privilegio di avere nel collegio, ci hanno insegnato che sono diritti fondamentali anche quelli percepiti come tali dall'evoluzione della coscienza civile, soprattutto sui temi etici".
Insomma: invece di fare il lavoro per cui sono pagati a peso d'oro, il Morelli e gli altri signori della Consulta pensano a creare "nuovi diritti". I diritti "percepiti" (da chi?) sarebbero già diritti.
Se domani quindi una parte della società italiana, previa opera di decennale martellamento mediatico (cosa che nella sua disonestà intellettuale il Morelli non dice), percepisse come un "diritto" il cibarsi di carne umana, la Corte dovrebbe sancirlo?
Ci rendiamo conto delle enormità che questi signori affermano? Che si arrogano il potere, come dottor Frankenstein della giurisprudenza, di fare ingegneria sociale sulla base di "percezioni"? Ma da quando un magistrato si basa su "percezioni? Scherziamo?
Costoro (che tra loro si definiscono "maestri" con vaga assonanza massonica) credono di essere i nuovi Illuminati del pensiero unico politicamente corretto? Sì, lo credono. Sovversivi in toga.
P.S. In realtà sarebbe da ridiscutere completamente tutto il giusnaturalismo moderno, tutto basato sul pregiudizio individualistico-egualitario. Vasto programma. (Martino Mora)

mercoledì 28 ottobre 2020

“Ha scavato una fossa e l’ha resa profonda, ma è caduto nella fossa che ha fatta”. 

Ottimo contributo di Gian Pietro Caliari sulle recenti esternazioni di Bergoglio in ordine alle unioni omosessuali che però necessita di una precisazione. L'Autore cita la Dei Verbum, in un'affermazione sull'obbedienza della fede. Ora non possiamo ignorare che nei documenti conciliari, insieme alle parti commestibili, non mancano ambiguità (le famose fessure attraverso le quali si è aperta una voragine). In buona sostanza questo papato non è che il culmine dello "spirito del concilio" e dei suoi effetti resi più evidenti dal trascorrere degli anni. Della Dei Verbum mi limito e ricordare, richiamandomi a mons. Gherardini, uno dei diversi 'bachi' da non trascurare. La Costituzione conciliare, infatti, - nel completare il discorso sulla “comprensione” delle verità di fede come “comprensione che cresce” - afferma: “Così la Chiesa nel corso dei secoli tende incessantemente alla pienezza della verità divina, finché in essa vengano a compimento le parole di Dio”(DV, 8). Si afferma dunque che la Chiesa non possederebbe ancora, dopo venti secoli, “la pienezza della verità divina”, visto che ancora “vi tende incessantemente”! Affermazione che è alla base del falso ecumenismo [qui]. L’idea della verità come “Adaequatio intellectus et rei” (Aristotele-S. Tommaso d’Aquino) viene sostituita da quella tipicamente moderna della verità come ricerca (soggettiva) della verità, ricerca che mai si arresta e tende all’infinito. Ma tale idea, a parte ogni altra considerazione, non può applicarsi alla nozione di verità rivelata da Dio, che il nostro intelletto riconosce con l’aiuto indispensabile della Grazia, e che costituisce per l’appunto il Deposito immutabile della Fede. Un'idea non coerente con la verità di fede, secondo cui la Rivelazione si è conclusa con la morte dell’ultimo Apostolo. 
Inoltre, quanto alla Tradizione, rimando al mio articolo: Fusione delle fonti della Rivelazione con l'assorbimento della Tradizione nella Sacra Scrittura [qui]. “La Costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione, la Dei Verbum, nel II Cap. paragrafi 7-10 ha per oggetto La trasmissione della Rivelazione. Il paragrafo 9 sancisce le relazioni tra Scrittura e Tradizione, il 10 quelle tra Tradizione-Scrittura e Chiesa-Magistero. È proprio qui che avviene la confusione con l'espressione “coalescunt un unum”, riferita ai tre concetti: Scrittura, Tradizione e Magistero. E quindi Scrittura Tradizione e Magistero diventano un tutt’uno così “da non poter sussistere indipendentemente”.” (M.G.)

“Ha scavato una fossa e l’ha resa profonda, ma è caduto nella fossa che ha fatta”. 

Ecce parturiit injustitiam; concepit dolorem, et peperit iniquitatem. Lacum aperuit, et effodit eum; et incidit in foveam quam fecit. di Gian Pietro Caliari

Le recenti esternazioni dell’arcivescovo emerito di Buenos Aires, per quanto scandalosamente inopportune, in nulla - ovviamente - possono modificare né l’antropologia rivelata né il preciso insegnamento della Sacra Scrittura o la costante Tradizione della Chiesa Cattolica. 

martedì 27 ottobre 2020

Arcivescovo C.M. Viganò. Come la rivoluzione del Vaticano II serve al Nuovo Ordine Mondiale

Nitido e magistrale approfondimento sulla situazione attuale della Chiesa e del mondo. Qui indice dei precedenti.
CATHOLIC IDENTITY CONFERENCE 
October 23th, 2020 

SCAPEGOATING FRANCIS
How the Revolution of Vatican II Serves the New World Order 
(Come la rivoluzione del Vaticano II serve al Nuovo Ordine Mondiale)

Archbishop Carlo Maria Viganò, Apostolic Nuncio

«Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti.» Mt 8, 22 

1. VIVIAMO IN TEMPI STRAORDINARI

Come probabilmente ognuno di noi ha compreso, ci troviamo in un momento storico in cui eventi del passato, che in precedenza potevano apparire scollegati tra loro, si dimostrano inequivocabilmente connessi tanto nei principi che li ispirano quanto nei fini che si prefiggono. Uno sguardo equanime e oggettivo non può non cogliere la perfetta coerenza tra l’evolversi del quadro politico globale e il ruolo che la Chiesa Cattolica ha assunto nell’instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale. Per essere più precisi, si dovrebbe parlare del ruolo di quella parte apparentemente maggioritaria della Chiesa, in realtà numericamente esigua ma estremamente potente, che per brevità riassumo nell’espressione deep church

Sul riconoscimento giuridico delle unioni civili omosessuali. Nota dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân

Sul riconoscimento giuridico
delle unioni civili omosessuali

Nota dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân
Stefano Fontana
Direttore dell’Osservatorio

Il nostro Osservatorio sta seguendo la discussione sul riconoscimento giuridico delle unioni civili omosessuali dopo la recente diffusione del parere di papa Francesco in proposito. Esprimiamo qui di seguito i punti a cui la Dottrina sociale della Chiesa si è sempre attenuta e che dovrebbero continuare ad essere punto di riferimento per i cattolici e tutti gli uomini che amano la verità. 
Il magistero della Chiesa si è già pronunciato ampiamente sulla questione, negando la legittimità giuridico/morale del riconoscimento civile delle unioni omosessuali e la liceità per i fedeli cattolici di concorrere ad approvarle. Ciò è avvenuto in vari documenti e soprattutto nelle Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Prima mossa: mantenersi mentalmente liberi - don Elia

Et eduxit me in latitudinem; salvum me fecit, quoniam voluit me […] quia custodivi vias Domini, nec impie gessi a Deo meo (Sal 17, 20.22).

«E mi fece uscire verso un luogo spazioso; mi salvò, poiché mi volle […] perché ho custodito le vie del Signore e non ho agito empiamente allontanandomi dal mio Dio». C’è un privilegio che non dobbiamo assolutamente perdere di vista: il Signore ci ha fatto dono di una fede viva e retta, con la quale possiamo valutare adeguatamente i fatti dell’attualità e preservarci al contempo dal contagio della paura, che sta devastando le anime. Di questi tempi è un favore ben raro, che va attribuito prima di tutto all’insindacabile scelta che la Provvidenza ha operato nei confronti di ognuno di noi: è in virtù di essa che non solo viviamo in grazia, ma siamo pure stati estratti dalla prigione mentale in cui sono rinchiusi tanti nostri contemporanei, ipnotizzati dalla propaganda e succubi del regime. La salvezza eterna, di cui già abbiamo il pegno e alla quale aspiriamo, produce frutti benefici anche nel presente, consentendoci di sfuggire all’ingranaggio psicologico indotto dall’informazione ufficiale. In pari tempo, tale immeritato privilegio richiede la nostra costante corrispondenza mediante un’amorosa osservanza dei Comandamenti e il fermo ripudio di tutto ciò che ci allontana dal Salvatore. 

lunedì 26 ottobre 2020

La clamorosa ingerenza di Bergoglio nelle presidenziali USA: contro Trump e per l'abortista Biden

Di seguito la visuale di Socci sulle clamorose vicende ecclesiali recenti. Vedi precedenti.
Proprio stamani Bergoglio ha annunciato la creazione di 13 nuovi cardinali (di cui 9 elettori). Sono tutti ultra bergogliani. La frettolosa scelta dei tempi, alla vigilia del voto Usa, è significativa: Trump è in forte rimonta e ora il Vaticano bergogliano teme fortemente che possa vincere ancora. A Trump Bergoglio, con tutto l’establishment globalista, ha dichiarato guerra totale. Se Trump dovesse davvero vincere, questo pontificato, già al tramonto, sarebbe di fatto finito, essendosi schiacciato sulla Cina e totalmente screditato. Nello spot elettorale pro Biden di cui parlo nell’articolo, proprio sul finale, viene lanciato platealmente il card. Tagle come colui che Bergoglio vuole come suo successore. Tutto è esplicito. Con i nuovi cardinali Bergoglio vuole assicurarsi il risultato del prossimo Conclave. 
* * * 
Il docufilm “Francesco” ha fatto enorme clamore per il “sì” papale alle unioni civili per le coppie gay. Ma era questo era lo scopo principale? 

Sul papa e sul potere anticristico dei Media

Riprendo di seguito la riflessione di un amico che, oltre a disvelarci l'habitat comunicativo in cui siamo immersi in rapporto alle vicende attuali, rende ancor più consapevole la nostra responsabilità sull'uso degli strumenti mediatici sia come fruitori che come operatori. Mi ha ricordato che 1991 ho scritto un libro (Agorà telematica, Ed. Vivere in), ora esaurito.  In esso, tra l'altro, oltre alle varie modalità comunicative e loro implicazioni personali e sociali e il rapporto tra comunicazione e formazione, mettevo in risalto i rischi e le opportunità delle nuove tecnologie, con le quali ero venuta in contatto per esigenze di lavoro prima come fruitrice e poi anche come operatrice, e che non volevo subìre passivamente. In fondo è un talento acquisito per esigenze di lavoro ma che mi ha dato molto in termini di riflessione e consapevolezza e che sto usando qui; ma che va sempre affinato e purificato da ogni forma di velleitarismo o di dipendenza. Non a caso "vigilate e pregate", dice il Signore. E vale per tutto...

Sul papa e sul potere anticristico dei Media

Cara Maria,
quando è deflagrata la bomba papale sul diritto delle coppie omosessuali alla famiglia, avevo appena terminato di scrivere una riflessione sul potere anticristico dei Media elettronici. La tecnica mediatica della lobby gay vaticana è tanto chiara, quanto perfidamente geniale. In effetti è una conferma di quanto affermato da don Alberto Strumia nel post pubblicato da Aldo Maria Valli (qui) dal titolo “L’Anticristo e il trono di Pietro”: 
«In effetti, i commenti di disapprovazione, anche molto autorevoli, non sono mancati, ma la sua [dell’amico di don Alberto ndr] è qualcosa di più: è una “lettura teologica” della storia attuale. Sono parole e comportamenti propri di un “anticristo”: questo è il suo drastico giudizio! Non gli interessa accusare la persona, né sapere se si tratti di “un” anticristo tra i tanti (san Giovanni parla di molti anticristi: «di fatto ora molti anticristi sono apparsi», 1Gv 2,18), o dell’ultimo e finale Anticristo. Nessuno può giudicare la coscienza di un altro, se non Dio solo, ma semplicemente può rilevare che le “parole dette”, nel loro contenuto, sono parole “da anticristo” ». 
Qualche anno fa, grazie anche a Chiesa e post Concilio, mi imbattei nella figura di Marshall McLuhan [qui - qui], sociologo cattolico, di cui mi colpirono le seguenti parole contenute in una lettera del 1969 a Jacques Maritain:

L’accordo Cina-Vaticano sdogana una chiesa scismatica prona al regime e un totalitarismo feroce

Potete trovare qui l'indice dei precedenti.
L’accordo (segreto) tra il Vaticano e la Cina comunista in fase di rinnovo ha due aspetti apparentemente diversi tra loro ma in realtà convergenti a renderlo tragico per la Chiesa non solo in Cina ma ovunque. 
Il primo aspetto è di ordine ecclesiastico e attiene alla morte della Chiesa fedele al papa, la Chiesa clandestina come veniva chiamata, morte che l’accordo porta inevitabilmente con sé. Su questo è difficile non dare ragione al cardinale Zen e torto al cardinale Parolin. In pratica i vescovi della Chiesa nazionale vengono regolarizzati da Roma senza che costoro promettano nulla circa la fedeltà al Papa e circa il loro comportamento futuro. Tanto è vero che essi mantengono apertamente i loro rapporti con il Governo e lavorano in vista di una Chiesa cattolica sinizzata, termine che a Pechino ha un solo e chiaro significato. Il Vaticano ha chiesto ai vescovi fedeli al Papa di uscire dalla clandestinità e di entrare nella Chiesa di Stato. Molti si sono dimessi. Non si trattava di un ordine ma di un consiglio, ma che altro avrebbero potuto fare? L’unica Chiesa cinese è ormai quella di Partito ed anche una vita di clandestinità non avrebbe avuto più senso, dato che proprio il Papa, la fedeltà al quale ne giustificava l’esistenza, ora la rinnegava. Del resto se prima la Chiesa clandestina veniva più o meno tollerata, da allora in avanti era facile pensare che così non fosse più. 

domenica 25 ottobre 2020

Cristo, Signore nostro, Universorum Rex

Ripropongo questo testo già pubblicato, per onorare la Festa di oggi secondo il Calendario Liturgico Vetus Ordo e richiamare i precedenti che possono aiutare l'approfondimento dei nuovi lettori. In calce trovate il Testo originale dell'Atto di consacrazione del genere umano a Cristo Re di Leone XIII, da recitarsi ogni anno in questa ultima domenica di ottobre.

CRISTO UNIVERSORUM REX

Dall'Enciclica di Papa Pio XI
Quas primas, dell'11.12.1925


«Avendo questo Anno santo concorso non in uno ma in più modi ad illustrare il regno di Cristo, ci sembra che faremo cosa quanto mai consentanea al nostro ufficio Apostolico, se, assecondando le preghiere di moltissimi Cardinali, Vescovi e fedeli fatte a Noi sia da soli che collettivamente, chiuderemo questo stesso Anno coll’introdurre nella sacra liturgia una festa speciale di Gesù Cristo Re. Da gran tempo si è usato comunemente di chiamare Cristo con l'appellativo di Re per il sommo grado di eccellenza, che ha in modo sovraeminente fra tutte le cose create. In tal modo infatti, si dice ch'egli regna nelle «menti degli uomini» non solo per l'altezza del suo pensiero e per la vastità della sua scienza, ma anche perché egli è Verità, ed è necessario che gli uomini attingano e ricevano con obbedienza da lui la verità; similmente «nelle volontà degli uomini», sia perché in lui alla santità della volontà divina risponde la perfetta integrità e sottomissione della volontà umana, sia perché colle sue ispirazioni influisce sulla libera volontà nostra, in modo da infiammarci verso le più nobili cose. Infine Cristo è riconosciuto « Re dei cuori» per quella «sua carità che sorpassa ogni comprensione umana» e per le attrattive della sua mansuetudine e benignità: nessuno infatti degli uomini fu mai tanto amato e lo sarà in seguito al pari di Gesù Cristo. .....

Cina. La colpa è tutta di Pio XII (parola di Parolin)

Riprendo da Radio Spada. Non ci sono limiti all'improntitudine di questa gerarchia... Vorrei richiamare anche la Ad Apostolorum principis, esortazioni e norme per la chiesa cattolica in Cina. Qui i precedenti.

“Il 17 gennaio 1951 – ha detto il Segretario di Stato – le autorità invitarono alcuni vescovi e sacerdoti cattolici ad un incontro cui partecipò anche il Primo Ministro e Ministro degli Esteri Zhou Enlai. Questi assicurò che i cattolici avrebbero potuto continuare a seguire l’autorità religiosa del Santo Padre ma dovevano assicurare piena lealtà patriottica nei confronti del loro Paese. Iniziò allora il tentativo di stendere un documento contenente questi due principi, cui parteciparono non solo vescovi e sacerdoti ma anche il segretario dell’internunzio Antonio Riberi: quest’ultimo lo inviò infatti a Pechino proprio perché partecipasse a tale tentativo. Ciò mostra che fin dal tempo di Pio XII, la Santa Sede avvertì l’esigenza del dialogo, anche se le circostanze di allora lo rendevano molto difficile”. Nei primi mesi del 1951, furono redatte ben quattro stesure di un possibile accordo, ma purtroppo non venne considerata soddisfacente. “Credo che al fallimento di tale tentativo abbiano contribuito – oltre alle tensioni internazionali: erano gli anni della Guerra di Corea – anche le incomprensioni fra le due parti e la sfiducia reciproca. È un fallimento che ha segnato tutta la storia successiva”.
Queste le parole pronunziate dal Segretario di Stato Pietro Parolin, riprese da Vatican News, nella prolusione di apertura al convegno organizzato a Milano dal Centro missionario PIME per i 150 anni di presenza dei missionari del Pontificio Istituto Missioni Estere in Cina. Parole volte a giustificare il patto scellerato fra il Vaticano e la Cina Comunista. Parole che gettano la croce sul povero Papa Pacelli e sulla Chiesa a riguardo della tragica situazione dei cattolici cinesi. Una Chiesa, a differenza di quella di Montini, di Wojtyla, di Ratzinger e soprattutto di Bergoglio.

Fratelli tutti? Un contributo alla “religione” dei fratelli Muratori

Come previsto l’enciclica Fratelli tutti ha ricevuto elogi, critiche e, a qualcuno come a chi scrive, un certo imbarazzo. Rileggendola mi sono reso conto che per confutare molti passi sarebbe necessaria una contro-enciclica. Invito chi è più qualificato del sottoscritto a farci un pensierino. 
Innanzitutto su quali basi dovremmo essere tutti Fratelli se non c’è un Padre comune? Tranne nel cristianesimo, nessuna religione crede in un creatore padre, ed è ovvio che mettendo Gesù Cristo sullo stesso piano dei fondatori delle altre religioni e, addirittura, a Pachamama, si rinuncia al Padre. L’enciclica, come vedremo, dovremmo leggerla come una summa di impronta massonica. 
Prendendo qui e là, senza seguire la sequenza dell’enciclica, vediamo alcuni esempi. 

sabato 24 ottobre 2020

I cattolici chiedono chiarezza

Chiarezza.
Questo chiedono i cattolici di tutto il mondo. Riaffermare oltre ogni dubbio che le manipolazioni [ma anche avuto riguardo alla confusione e all'ambiguità -ndr] del pensiero e delle parole del Papa vengano condannate, riaffermando la Dottrina di sempre per dovere soprattutto verso i semplici.
(Il Pensiero cattolico)

Il vescovo Athanasius Schneider reagisce ai commenti favorevoli di Papa Francesco sulle unioni civili

Anche il vescovo Athanasius Schneider ha reagito alle dichiarazioni di papa Francesco a favore delle unioni civili per gli omosessuali. Lo prega di ritirare le sue parole, per la salvezza della sua anima immortale. Di seguito, nella nostra traduzione il testo della sua dichiarazione, apparsa sul blog di Edward Pentin [qui].

La fede cattolica, attraverso la voce del Magistero perenne, il senso della fede dei fedeli (sensus fidelium) così come il buon senso rifiutano chiaramente qualsiasi unione civile di due persone dello stesso sesso, che mira a far sì che esse cerchino reciprocamente il piacere sessuale. Anche se le persone che vivono in tali unioni non dovessero effettivamente cercare il piacere sessuale reciproco - che in realtà si è rivelato del tutto irrealistico - la loro unione costituisce grande scandalo, un riconoscimento pubblico dei peccati di fornicazione innaturale, e un'occasione immediata e continua di peccato. I sostenitori dell'unione civile tra persone dello stesso sesso sono quindi anche colpevoli di creare una sorta di struttura di peccato, cioè la veste giuridica della fornicazione abituale e innaturale, poiché gli atti omosessuali appartengono ai peccati che gridano vendetta al cielo, secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica (vedi n. 1867). Coloro che sostengono le unioni civili tra persone dello stesso sesso sono in definitiva ingiusti e persino crudeli con le persone che vivono in queste situazioni, perché risulteranno confermate nel peccato mortale, rafforzate nella dicotomia psicologica interiore, poiché tali ragioni dicono loro che gli atti omosessuali sono contro la ragione e contro la volontà esplicita di Dio, Creatore e Redentore degli uomini.

24 ottobre San Raffaele Arcangelo

Rāfāʾēl, letteralmente in ebraico: "È Dio colui che guarisce", "Dio guarisce", "Signore, guarisci (noi)", "Medicina di Dio". Raffaele è l'arcangelo dell'amore sponsale e della salute. È, nella chiesa cattolica, come in quella ortodossa, il patrono di giovani, fidanzati, sposi, farmacisti, educatori, viandanti e profughi. Nell'iconografia cristiana i suoi simboli sono il pesce e il vaso dei medicamenti. Ne abbiamo parlato anche qui - qui. Oggi riprendiamo il testo che segue da: P. Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, Edizioni Paoline, 1959, pp. 1208-1210.

La vicinanza della grande solennità, che farà convergere sopra di noi gli splendori del cielo, ispira alla Chiesa un raccoglimento profondo. 
Salvo l'omaggio che intende rendere ai gloriosi Apostoli Simone e Giuda, poche feste di rito semplice romano rompono il silenzio degli ultimi giorni di ottobre e conviene che le nostre anime si uniformino alle disposizioni della Chiesa. 
Tuttavia, non ci sottrarremo ad esse, se ricorderemo brevemente l'Arcangelo che la Chiesa oggi solennizza. 

Ministero di san Raffaele

L'ufficio che adempiono verso di noi gli spiriti celesti è espresso in modo mirabile nelle scene graziose, che rivestono di toccante bellezza la storia di Tobia. Ricordando i buoni uffici della guida e dell'amico, che chiama fratello Azaria, Tobiolo dice al padre: "Come ricompenseremo i suoi benefici? Mi ha guidato e ricondotto sano e salvo, ha ricuperato egli stesso il denaro che Gabelo ci doveva, devo a lui se ho incontrata la sposa che mi era destinata e ne ha cacciato il demonio, riempiendo di gioia i suoi genitori, mi ha liberato dal pesce, che stava per inghiottirmi e a te ha fatto vedere finalmente la luce del cielo: siamo stati da lui colmati di benefici" (Tob. 12, 2-3). 

Mons. Viganò. Bergoglio, lobby gay e ambiguità volute.

Le Dichiarazioni recenti di SE mons. Carlo Maria Viganò [qui - qui] hanno il peso e l'autorevolezza di denunce puntuali e significative di eventi sconcertanti e problematici. Quella che segue è un'analisi più dettagliata e ragionata, che val la pena soppesare e raccogliere. Qui l'indice dei precedenti e correlati.

Ieri [21 ottobre], in occasione del Festival del Cinema di Roma, il regista Evgeny Afineevsky ha presentato un documentario dal titolo «Francesco», nel quale sono riproposte alcune interviste fatte a Jorge Mario Bergoglio nel corso degli ultimi anni di pontificato. Tra le altre dichiarazioni, hanno destato sconcerto alcune frasi sulla legittimazione delle unioni civili omosessuali: «Quello che dobbiamo fare è una legge per le unioni civili. In questo modo [gli omosessuali] sono legalmente tutelati. Io sono a favore di questo». 
Penso che tanto i semplici fedeli quanto i Vescovi e i sacerdoti si siano sentiti traditi da ciò che ha affermato Bergoglio. Non occorre essere teologi per capire che l’approvazione delle unioni civili è in palese contraddizione con i documenti magisteriali della Chiesa, anche recenti. Essa costituisce anche un gravissimo assist all’ideologia LGBTQ che oggi è imposta a livello globale. 
In questi giorni il Parlamento dovrà discutere l’approvazione della cosiddetta legge Zan, su proposta del Partito Democratico. In nome della tutela degli omosessuali e dei transessuali, sarà considerato un reato affermare che la famiglia naturale è la cellula della società umana, e verrà punito chi affermerà che la sodomia è un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio. Le parole di Bergoglio sono già state accolte in tutto il mondo dalla lobby gay come un autorevole appoggio alle loro rivendicazioni. 

Indice articoli: Bergoglio lobby gay, ambiguità

 Indice articoli: Bergoglio, la Chiesa e gli omosessuali
Collegato con: Indice delle reazioni dei vescovi et alii alla 'Fiducia supplicans' (qui)


venerdì 23 ottobre 2020

Card. Raymond Burke: «I fedeli sono tenuti ad opporsi al riconoscimento legale delle unioni omosessuali. I pastori a correggere e chiarire»

Testo ripreso di seguito da LifeSiteNews (22 ottobre) che pubblica le dichiarazioni del Card. Burke sullo scandalo causato dalle parole del Papa sugli omosessuali : «Lo scandalo e l’errore che causano fra i fedeli cattolici, danno la falsa impressione che la Chiesa Cattolica abbia cambiato rotta su questioni di cruciale importanza».
Le parole di Bergoglio, pronunciate dall'abituale crinale di ambiguità, sono state manipolate ad arte ma non smentite adeguatamente. Anzi, l'immagine a lato mostra il regista Evgeny Afineevsky accolto in Vaticano il giorno prima della proiezione pubblica del docufilm (clicca per ingrandire). Ed è accaduto in questi giorni, in Vaticano: lo stesso papa porge una torta al regista e scrittore del documentario in segno di augurio. Una immagine che non potrà mai avere smentite, come del resto la realtà. E in quelle espressioni riecheggiate Urbi et Orbi viene stravolto il diritto naturale e divino, scardinata la legge morale naturale, sconvolto il concetto di legge e l’autorità viene fatta coincidere con il potere. Tutte le basi della Dottrina sociale della Chiesa vengono così negate in poche battute e oltre cento anni di insegnamenti vengono cancellati con un colpo di spugna. Di fatto da quello che un tempo era il Sacro Soglio Bergoglio nega la tradizione, rifiuta la retta ragione, mina la Chiesa e dissolve la società. (M.G.)

Card. Burke: «I fedeli sono tenuti ad opporsi al riconoscimento legale delle unioni omosessuali. I pastori hanno il dovere di correggere e chiarire»

I notiziari di tutto il mondo hanno riferito, con grande enfasi, come un cambio di rotta, la notizia che Papa Francesco abbia dichiarato che le persone nella condizione omosessuale, in quanto figli di Dio, abbiano “diritto di essere in una famiglia” e che “Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo”.
Inoltre, hanno scritto che abbia dichiarato: “Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”.
Queste dichiarazioni sono state rilasciate nel corso di un’intervista con Evgeny Afineevsky, regista del documentario Francesco, proiettato in anteprima il 21 ottobre 2020 in occasione del Festival del Film di Roma.

S.E. Mons. Carlo Maria Viganò a proposito delle Celebrazioni del Santo Natale

Indice dei precedenti interventi di mons, Viganò e correlati.
Dichiarazione
di S.E. Mons. Carlo Maria Viganò
a proposito delle Celebrazioni del Santo Natale 

20 Ottobre 2020 - Il 19 Ottobre è apparso su Il Messaggero un articolo, dal titolo Natale, salta la messa di mezzanotte del Papa, limitazioni per le celebrazioni di Ognissanti: i vescovi impongono rigore. Secondo quanto riportato da Franca Giansoldati1, nel calendario delle celebrazioni papali per il Santo Natale non è stata inclusa la Messa della Natività in Nocte, mentre è indicata la Benedizione Urbi et Orbi del 25 Dicembre. 

Tale notizia, laddove corrispondente alle reali decisioni dell’Ufficio per le Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, lascia intendere che la Santa Sede voglia replicare lo sciagurato lockdown degli scorsi mesi, che ha privato i fedeli della Messa e dei Sacramenti. Se così fosse, si avrebbe conferma dell’intenzione di assecondare la narrazione mediatica di una “pandemia” che, secondo le recenti dichiarazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, avrebbe una mortalità pari alla normale influenza stagionale2

Questo ulteriore episodio lascia sconcertati e scandalizzati i fedeli, abbandonati da una Gerarchia che oggi ha trovato il modo di riunirsi nella Basilica di Santa Maria in Ara Cœli per un rito sincretistico presieduto da Jorge Mario Bergoglio, ma che non esita a sospendere la celebrazione della Messa nella Notte Santa in cui la Chiesa celebra la Nascita del Salvatore. 

Prosegue implacabile il processo di demolizione delle tradizioni più care al popolo, ad opera di coloro ai quali il Signore ha affidato il governo della Sua Chiesa: da un lato con l’affermazione utopista di una fratellanza umana di stampo massonico che prescinde dalla paternità di Dio, dall’altro con la metodica cancellazione delle solennità liturgiche, ad iniziare dalla Santa Pasqua e continuando con il Natale del Signore. 

Invito tutti i Cattolici a pregare e a fare penitenza, per implorare dal Cielo che sia scongiurato questo ennesimo oltraggio alla Maestà di Dio, all’onore della Chiesa e alle anime dei fedeli. Esorto parimenti i Pastori a levare la voce per difendere il gregge loro affidato, ricordandosi della gravissima responsabilità di cui dovranno rendere conto al Signore. 
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
____________________________________ 
1. https://www.ilmessaggero.it/vaticano/papa_francesco_natale_messa_ognissanti_vaticano_covid_vescovi-5533451.html 
2. https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/2020/10/19/coronavirus-sintomi-eta

Giornata nazionale della DSC. La lectio del vescovo Crepaldi: Attenti alle ideologie!

Liberare l'economia dalle ideologie:
un pressante invito della Dottrina Sociale della Chiesa
S.E. Mons. Giampaolo Crepaldi 

Lectio magistralis tenuta alla III Giornata Nazionale della Dottrina sociale della Chiesa 
svoltasi a Lonigo (Vicenza) presso il Convento francescano di San Daniele, sabato 17 ottobre 2020
  1. Il titolo di questo mio intervento pone in relazione la Dottrina sociale della Chiesa con le ideologie in campo economico. Credo sia utile notare subito che la Dottrina sociale della Chiesa si contrappone, per sua intima natura, all’ideologia perché è realista mentre l’ideologia è sempre un occultamento strumentale della realtà. Anche Karl Marx la definiva così, ma dentro un sistema di pensiero che era a sua volta ideologico. Pensare infatti - come egli faceva - che la verità si faccia tramite la prassi è pura ideologia. Questa osservazione ci dice una cosa importante: non è sufficiente denunciare e criticare le ideologie, bisogna anche farlo in modo non ideologico. Le ideologie si accusano spesso tra loro di essere ideologiche, ma rimanendo sempre dentro il gioco dell’ideologia. La Dottrina sociale della Chiesa, invece, lo fa dall’esterno, senza partecipare al gioco dell’ideologia. Il motivo ce lo ha detto la Caritas in veritate di Benedetto XVI, ricordandoci che la verità si fa dono di sé senza essere nostra produzione. L’ideologia è una nostra produzione con la quale vogliamo coprire la realtà e la verità, considerate come una grande ideologia. La Dottrina sociale della Chiesa è invece realista, pensa che la verità non sia ideologica, anzi che ci liberi dalle ideologie proprio perché è ricevuta e non prodotta da noi. La verità rende liberi. L’ideologia è sempre un artificio, la Dottrina sociale della Chiesa non lo è mai. Anzi, essa educa l’intelligenza e il cuore degli uomini alla realtà, al retto ragionamento, ad una fede consapevole e ragionevole, al vero sviluppo, alla fiducia nelle risorse umane e nell’uomo come risorsa. L’ideologia è pessimista perché non vede nella realtà se non una falsificazione, la Dottrina sociale della Chiesa è invece ottimista perché rifiuta di coprire la realtà con una coltre favorevole a degli interessi di parte. La Dottrina sociale è “della Chiesa” e la Chiesa è la Sposa del Logos, della Sapienza e della Verità. Le ideologie sono delle maschere, la Dottrina sociale guarda il Volto di Cristo in cui il Padre si è rivelato e che rivela anche il volto dell’uomo.