Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 31 ottobre 2023

Per il 31 Ottobre (e per ogni volta che serve)

Non c’è differenza per il Cielo tra il salvare per mezzo di molti e il salvare per mezzo di pochi, perché la vittoria in guerra non dipende dalla moltitudine delle forze, ma è dal Cielo che viene l’aiuto
 (1 Mac 3, 18-19). 

Tu che, riparando ogni cosa con i tuoi meriti, sei divenuta Madre e Signora di tutto,
Tu che, per il singolare concorso prestato alla nostra redenzione, sei vera Regina del mondo,
Tu che, intimamente associata all’opera dell’umana salvezza,
frutto del Tuo olocausto d’amore fuso all’immolazione espiatoria di Cristo, ci doni con Lui e da Lui la vita divina,
accogli nel Tuo Cuore immacolato la supplica dei figli in balìa della tempesta
e trasmettila ben più perfetta e potente al Sacro Cuore del Figlio Tuo.
Tu conosci i disegni degli empi penetrati nel Santuario di Dio
per trasformarlo, se possibile, in tempio del diavolo.
Tu ci hai messi in guardia dalle insidie in cui saremmo caduti
se non avessimo ascoltato i Tuoi ripetuti richiami.
Oggi veniamo a prostrarci ai Tuoi piedi
implorando perdono per tanta inerzia e tiepidezza,
ma confidando al contempo nella paziente bontà del Tuo Cuore di Madre,
per il quale non è mai troppo tardi.
Impedisci d’ora in poi ogni sacrilego incontro
tra chi dovrebbe rappresentare Tuo Figlio
e quelli che in vaste regioni del mondo ne hanno sedotto i fedeli,
separando dal Suo mistico Corpo tante membra, redente dal Suo Sangue,
con dottrine perverse che falsificano la Sua Parola di verità.
Disperdi con il Tuo scettro regale
tutti i demòni che nella notte di una vigilia santa(1)
saranno stoltamente evocati da chi rifiuta la luce divina,
non più trattenuti da chi, pur avendo missione di istruire e difendere,
preferisce tacere e nascondersi, abbandonando le pecore ai lupi.
Schiaccia sotto il Tuo calcagno la superbia di Satana e dei suoi cultori,
che si tratti di eretici, traditori o ignari gaudenti.
Manda i Tuoi santi Angeli a nostra difesa e protezione,
suscita ardenti e coraggiosi araldi del Vangelo,
rianima i cuori dei Tuoi figli devoti:
che quel giorno non sia ricordato
se non per la Consacrazione del mondo al Tuo Cuore immacolato,
in attesa che Gli sia apertamente consacrato il popolo
che hai scelto in vista del Tuo trionfo, Maria!

(da recitare al termine del santo Rosario)
_______________________
1. Non dimentichiamo che oggi è la vigilia della Festa di Ognissanti, purtroppo sostituita dall'ormai più nota Halloween, che costituisce uno dei tanti processi di ‘de-cattolicizzazione’, in cui viene rimossa la spiritualità cristiana innestata su un antica tradizione celtica di Samhain, contemplazione gioiosa che manifestava il desiderio che la morte non fosse l’ultima parola sulla vita umana e testimoniava, a suo modo, la speranza nell’immortalità delle anime. Il cristianesimo infatti vi innestò la propria convinzione della costante presenza ed intercessione della chiesa celeste, della comunione dei santi che già vivono in Dio, rinnovando dall’interno l’attesa ed il desiderio che l'antica tradizione celebrava. La resurrezione di Cristo era l’annuncio che la presenza benedicente dei propri defunti non era pura illusione, ma certezza dal momento che noi, i viventi di questa terra, viviamo accompagnati da Cristo e da tutti i suoi santi. Samhain divenne così Halloween, che deriva da All Hallow's Eve e vuol dire semplicemente ‘Sera della festa dei Santi’, ‘Vigilia della festa dei santi’.
Tuttavia, nella corrente letteratura esoterica ed occultistica si danno delle fantasiose e infondate versioni della festa celtica di Samhain, che sono poi quelle che fanno da riferimento alle moderne celebrazioni stregonesche e neo-paganeggianti e che hanno creato agli occhi di molte persone l'immagine inquietante di Halloween, ma che nella maggior parte dei casi ormai acquista un aspetto satanico [vedi]. Ciò avviene attribuendo a Samhain il nome di una oscura divinità, ‘Il Signore della morte’, ‘Il Principe delle Tenebre’, che in occasione della sua celebrazione chiamava a sé gli spiriti dei morti, facendo sì che tutte le leggi dello spazio e del tempo fossero sospese per una notte, permettendo agli spiriti dei morti e anche ai mortali di passare liberamente da un mondo all'altro. Per questo Samhain viene considerato dai moderni e fantasiosi esoteristi come un momento dedicato alla divinazione, in cui cioè si può facilmente prevedere il futuro e predire la fortuna. E così la ‘festa dei morti’ di ancestrale tradizione celtica, perduta la sua giustificazione cristiana, si è trasformata in una specie di celebrazione dell'oscurità, della magia, con contorno di streghe e demoni. La solidarietà tra le generazioni, tra i morti e i vivi, ha lasciato posto ad un terrore cupo e gotico della morte. Ed è così che la luce della Comunione dei Santi viene spazzata via dalla nuova visione orrifica, estremamente moderna nel suo essere allo stesso tempo scientista, positivista e affascinata dall'elemento magico-occultistico.

Mons. Williamson / Sinodo contro la Chiesa?

Un cattolico è tale per ciò che crede, Non si lascia trascinare come una foglia d’autunno. Qui l'indice degli articoli riguardanti il Sinodo sulla sinodalità. 

DCCCL - Ottobre 2023
Sinodo contro la Chiesa? 

La Chiesa Cattolica ha sempre insegnato che la sua dottrina e la sua struttura sono entrambe di origine divina, essendo state stabilite da Gesù Cristo come fondamento della Sua Chiesa, e non possono mai essere cambiate dagli uomini, nemmeno dai più alti funzionari della Sua Chiesa. Tuttavia, da tutto ciò che sappiamo sull’attuale Sinodo dei Vescovi, che è riunito a Roma per il mese di ottobre, sembra che Papa Bergoglio abbia in mente di apportare cambiamenti rivoluzionari nell’insegnamento e nella struttura della Chiesa. Ad esempio, in tutti i Sinodi precedenti i partecipanti erano prevalentemente dell’alto clero, ma in linea con la democratizzazione della Chiesa avvenuta con il concilio Vaticano II (1962–1965), questa volta una grande percentuale sarà costituita da laici uomini e donne.

“Questo è il sinodo dell’oscurità. Che cosa vuole veramente il papa?”.

Parla nuovamente il vescovo Mutsaerts: uno degli interventi della pars sanior dei pastori, per quanto esigua, da non ignorare. Qui l'indice degli articoli riguardanti il Sinodo sulla sinodalità.

“Questo è il sinodo dell’oscurità. 
Che cosa vuole veramente il papa?”.

Mentre in Vaticano viene presentata la relazione di sintesi della prima sessione del Sinodo sulla sinodalità, parla il vescovo olandese Rob Mutsaerts, che un anno fa aveva deciso di abbandonare l’assemblea dichiarando: “Dio è fuori da questo ignobile processo sinodale”. [vedi e qui]

Monsignor Robertus Mutsaerts, vescovo ausiliare di Den Bosch in Olanda, è un raro caso di vescovo che parla chiaro e ha il coraggio di metterci la faccia.

lunedì 30 ottobre 2023

Mons. Carlo Maria Viganò / Festa di Cristo Re

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati. Precedenti su Cristo Re a partire da qui - qui.
Mons. Carlo Maria Viganò
Festa di Cristo Re
29 Ottobre 2023

Regnum ejus regnum sempiternum est,
et omnes reges servient ei et obedient.
C’era una volta un Re. Così cominciavano le favole che sentivamo raccontarci da bambini, quando l’indottrinamento ideologico non era ancora giunto a corrompere i piccoli nella loro innocenza e si poteva serenamente parlare appunto di re, di principi e di principesse ed era normale pensare che almeno nel mondo delle fiabe vi potesse essere un ordine sociale non sovvertito dalla Rivoluzione. Reami, troni, corone, onore, lealtà, cavalleria erano riferimenti che andavano aldilà del tempo e delle mode, proprio per la loro coerenza con il cosmos divino, con la gerarchia eterna e immutabile degli ordini celesti.

C’erano re anche nelle parabole con cui il Signore istruiva i suoi discepoli, e Re si proclamò Egli stesso dinanzi a Pilato, rivestito per scherno di un manto di porpora, coronato di spine e con una canna al posto dello scettro. Come Re lo sbeffeggiarono i manigoldi, e come Re lo riconobbe il governatore della Giudea quando fece affiggere alla Croce la targa che indicava la ragione della Sua condanna a morte: Jesus Nazarenus Rex Judæorum. Il Sinedrio avrebbe voluto correggere quella scritta: Non scrivere: «Il re dei Giudei», ma: «Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei» (Gv 19, 21). Ed ancor oggi vi è chi vuole negare a Nostro Signore quel titolo che tanto disturba i Suoi nemici, per tutto ciò che esso implica. Ma proprio nel momento in cui gli empi scrollano da sé il giogo soave di Cristo e dichiarano apertamente la propria ribellione alla Sua sovrana autorità, essi sono costretti a colmare quel vuoto, esattamente come chi nega il vero Dio finisce per adorare gli idoli. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare» (Gv 19, 15). È ben triste vedere come le menti traviate, pur di non riconoscere una realtà evidente e salvifica, preferiscono farsi schiave di un potere ben inferiore, quale quello dello Stato, e di uno Stato invasore. D’altra parte, anche chi serve Satana è pronto a servire l’Anticristo come re e a riconoscere il suo regno, di cui il Nuovo Ordine Mondiale è inquietante preludio. Ma non è questo, in definitiva, ciò che facciamo ogni volta che disobbediamo a Dio? Non neghiamo a Colui che la detiene, per diritto divino e di conquista, quella signoria universale e assoluta, per poi attribuirla alle creature o usurparla noi stessi? Non ci poniamo forse come supremi legislatori, ogniqualvolta pretendiamo di sostituirci a Chi sul Sinai ha consegnato a Mosè le tavole della Legge? Non hanno fatto lo stesso i nostri Progenitori, quando hanno dato ascolto alle lusinghe del serpente e infranto l’ordine del Signore mangiando il frutto dell’albero? O gli Ebrei nel deserto, quando hanno adorato il vitello d’oro?

Meno figli per salvare il pianeta. In Vaticano arriva Foer

Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.
Meno figli per salvare il pianeta. 
In Vaticano arriva Foer 

Desta ancora una volta preoccupazione il modo in cui in Vaticano si affronta la cosiddetta “crisi climatica”. Non solo il nuovo documento Laudate Deum vieta ogni dubbio nei confronti della tesi sull’origine antropica del riscaldamento globale ponendo fine ad ogni dibattito scientifico, ma a quanto pare, al fine di preservare il pianeta dalla imminente catastrofe, vengono legittimate idee e soluzioni che contrastano con ciò che la Chiesa ha fin’ora creduto ed annunciato.

In occasione della pubblicazione dell’Esortazione Apostolica Laudate Deum il Vaticano ha organizzato una Conferenza stampa in cui interverranno diversi personaggi del tutto estranei al nostro modo di vivere, di pensare, di credere.

Laudate Deum o nuovo dogma climatico

Su segnalazione dell'Osservatorio cardinale Van Thuân un ennesimo approfondimento su uno dei temi più controversi, ma anche incombenti sulla vita personale e collettiva del nostro tempo. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.

Laudate Deum o nuovo dogma climatico
Di Fernando del Pino Calvo-Sotelo, 26 ottobre 2023

Dopo quindici anni di studio e scrittura sui cambiamenti climatici (prima del riscaldamento globale), sono giunto a diverse conclusioni. In primo luogo, la scienza di oggi non è ancora in grado di comprendere le complessità del clima, un sistema multifattoriale, non lineare, complesso e caotico, quindi la demonizzazione del CO2 e le affermazioni e le attribuzioni e le attribuzioni definitive non sono altro che propaganda pseudo-scientifica. In secondo luogo, economicamente ci troviamo di fronte alla più grande truffa della storia e, politicamente, di fronte a un tentativo di sovvertire l’ordine politico-economico occidentale temendo l’apocalisse inventata. In terzo luogo, al di là di questa agenda di potere si trova un’ideologia anti-umanista e ferocemente anti-cristiana. Da qui il mio dolore leggendo l’esortazione della Laudate Deum di Papa Francesco circa una crisi climatica del tutto inesistente in cui “l’origine umana del cambiamento climatico non può essere messo in dubbio”(n.11). Che cos’è questo documento magisteriale della Chiesa cattolica al quale mi riferisco?

domenica 29 ottobre 2023

La grande sostituzione

La grande sostituzione è considerata un teoria cospirativa. Ma la realtà delle nostre città smentisce le critiche di regime che la negano. Qui l'indice degli articoli sull'immigrazionismo.

La grande sostituzione

Milano, via Tonale, ore 14:30 circa. Tornato da Padova in treno, prendo la filovia per tornare a casa.
La filovia dapprima quasi vuota si riempie di decine di persone, fermata dopo fermata. Di italiana, a parte me e l’autista, nemmeno una. Il nucleo più numeroso dei passeggeri è di chiara ascendenza nordafricana; vi sono anche mamme, velate, coi passeggini. Ma c’è un po’ di tutto: dall’estremo Oriente al Sudamerica passando per l’Africa nera. Anche qualche sparuto slavo che si esprime in un idioma incomprensibile, forse romeno.
Mancano solo non dico i milanesi doc o anche ariosi - sarebbe chiedere troppo - ma perlomeno gli italiani. C’ero io, c’era l’autista.

Domenica XXII dopo la Pentecoste - Il pericolo particolare degli ultimi tempi è la crisi della verità

L'uomo è sacro perché appartiene solo a Colui di cui è immagine; ma deve recuperare la somiglianza, grazie a Cristo Signore [vedi].
Domenica ventiduesima
dopo la Pentecoste


Messa

Secondo Onorio di Autun la Messa di oggi richiama i tempi dell'Anticristo (Gemma animae, l. IV, 93). La Chiesa volgendo i suoi occhi nel futuro al regno di questo uomo del peccato (2Ts 2,3), e come se già provasse la persecuzione finale, prende l'Introito dal Salmo 129.
Se, insieme al senso profetico che hanno oggi le parole di questo salmo, noi vogliamo una applicazione presente e pratica, data la nostra miseria, richiamiamo il Vangelo della settimana precedente, che era una volta il Vangelo di questa Domenica. Ciascuno di noi si riconoscerà nel debitore che non può pagare e può sperare soltanto nella bontà del padrone e, nella confusione della nostra anima umiliata, grideremo: Se tu, o Signore, consideri le iniquità, chi può resistere davanti a te?

Epistola (Fil 1,6-11). - Fratelli: Confidiamo nel Signore Gesù che avendo cominciato in voi l'opera buona, la perfezionerà fino al giorno di Cristo Gesù. È giusto che per voi nutra questi sentimenti, perché vi ho nel cuore, come coloro che, e nelle mie catene, e nella difesa, e nella conferma del Vangelo, hanno partecipato alla mia gioia. Dio mi è testimonio come io ami voi tutti nelle viscere di Gesù Cristo. E questo io domando, che la vostra carità abbondi sempre più nella conoscenza e in ogni finezza di discernimento, finché eleggiate il meglio, siate schietti e irreprensibili fino al giorno di Cristo, ricolmi per Gesù Cristo di frutti di giustizia a gloria e lode di Dio.

sabato 28 ottobre 2023

"Credo. Compendio della fede cattolica", di monsignor Athanasius Schneider

È uscito “Credo. Compendio della fede cattolica” di monsignor Schneider. Una guida sicura e autorevole in questa temperie oscura. 
Alla fine del suo discorso al lancio del Credo a Roma, il vescovo Schneider ha detto: “Chiediamo umilmente al Signore di concederci per intercessione della Madonna la grazia di poter dire: “Io conosco la mia fede cattolica. Non permetterò che io sia confuso. Per questa Fede sono pronto a morire”. Ho trovato alcuni autorevoli apprezzamenti, che condivido:
Possa quest’opera rivelarsi un ottimo strumento per coloro che cercano di esplorare più profondamente la verità di Gesù Cristo. (+ Vescovo Joseph Strickland)
Credo è uno strumento importante nell'essenziale lavoro missionario di evangelizzazione e apologetica nell'annuncio della verità salvifica di Gesù Cristo nel nostro mondo che ne ha così disperatamente bisogno. (+ Cardinale Robert Sarah)
Mons. Schneider dà voce alla tradizione viva, mostrando che non è semplicemente viva, ma ha il potere di cambiare la nostra vita, di renderci santi. Credo che questo libro farà molto bene. (Dott. Scott Hahn)

Credo. Compendio della fede cattolica” 
di mons. Athanasius Schneider.

Esce in questi giorni in inglese, a cura della casa editrice cattolica Sophia Institute Press di Manchester (New Hampshire, Stati Uniti) il libro Credo. Compendio della fede cattolica, di monsignor Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Santa Maria ad Astana, Kazakistan.

Scritto per i piccoli e i semplici, in un linguaggio accessibile e comprensibile anche a persone non esperte di questioni teologiche, pur essendo accurato e fedele alla dottrina della Chiesa, questo Compendio espone la verità della Fede e della Tradizione cattolica di fronte alla complessità del momento attuale.

La trasmissione completa della fede, della morale e della Sacra Liturgia ricevuta dalla Chiesa è un dovere e una responsabilità di ogni vescovo cattolico, e ciò in virtù della consacrazione episcopale. Né il papa, Vicario di Cristo, né i vescovi sono proprietari del Depositum fidei o della Sacra Liturgia, né possono disporne a loro discrezione. Non hanno nemmeno il potere di proporre nuove forme di espressione della dottrina cattolica, se non nello stesso senso della Tradizione. A questo proposito, il commento di san Vincenzo de Lerins nel Commonitorium 8 è molto significativo:

Cristianesimo ed esoterismo - Don Curzio Nitoglia

Cristianesimo ed esoterismo

di Don Curzio Nitoglia

Introduzione

Alcuni occultisti, tra i quali spicca Edouard Schuré, hanno cercato di accreditare la stravagante teoria del “Cristianesimo esoterico”.

Secondo la loro ipotesi anche Gesù sarebbe un “grande iniziato”, un “maestro dell’Occultismo” e uno “gnostico” come ce ne sono stati relativamente pochi nel corso della storia umana.

Costoro, per sostenere la loro tesi, si basano su alcune frasi della Santa Scrittura, estrapolate dal loro contesto e spiegate in maniera difforme dall’interpretazione unanime dei Padri ecclesiastici, dei Dottori scolastici e degli Esegeti neo-scolastici approvati dalla Chiesa.

venerdì 27 ottobre 2023

Burkina Faso: la fede resta viva nonostante il jihad

Oasi di fede viva in un mondo secolarizzato con la minaccia incombente dell'islamismo. Qui l'indice degli articoli sul filo-islamismo.
Burkina Faso: la fede resta viva nonostante il jihad

Cattedrale di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso
Il Burkina Faso sta vivendo da diversi mesi l’espansione jihadista sul suo territorio. Ma l'escalation di violenza ha un effetto inaspettato agli occhi degli osservatori: il ritorno di molti cristiani a una pratica religiosa che talvolta avevano avuto la tendenza ad abbandonare.

"È un messaggio bellissimo e pieno di fede", spiega Maria Lozano. Questa attivista della ONG Aiuto alla Chiesa che soffre (AED) ha avuto l'opportunità di parlare con i sacerdoti del Burkina Faso che le hanno detto che molti residenti, constatando che "le loro vite sono in pericolo, sono più propensi a tornare al cristianesimo per prepararsi per la vita eterna, qualora dovesse accadere il peggio".

Questioni sulla vera fede Domande su questioni vitali per il bene della Chiesa e la nostra salvezza.

In un precedente articolo nella nostra traduzione da ‘Le Sel de la Terre’ [qui] avevamo anticipato ulteriori approfondimenti sulle osservazioni del teologo tedesco Johannes Dörmann su Giovanni Paolo II circa le OMISSIONI riguardanti le sue affermazioni sul fatto che Dio è solo misericordia  da cui consegue la salvezza a priori per tutti, tant'è che siamo arrivati alla misericordia bergogliana che condona apertamente il peccato. Precedente qui. Ci sovviene anche Gaudium et spes, 22 qui (i semi delle variazioni sono tutti nei documenti del Vaticano II). Ricordo anche la questione del 'pro multis' [vedi anche qui]. Di seguito un nutrito approfondimento del nostro lettore Teofilo, particolarmente significativo in questi giorni di dibattito di un discusso sinodo.

Questioni sulla vera fede 
Domande su questioni vitali per il bene della Chiesa e la nostra salvezza.

I – È vero che Giovanni Paolo II, ispirandosi al Vaticano II, ha sostenuto che la salvezza sarebbe già stata garantita a ciascun uomo dall’Incarnazione del Verbo, senza bisogno di pentimento, di conversione a Cristo e quindi senza bisogno del concorso della nostra libera volontà sorretta dall’azione determinante della Grazia? Quel papa avrebbe dunque predicato l’errore gravissimo della cosiddetta salvezza per tuttioredenzione universale”?

* * 
[La salvezza per tutti, a priori] L’ha sostenuto un teologo tedesco, professore di “missionologia” all’Università di Münster, Johannes Dörmann (1922-2009), sulla base di approfondite ricerche su testi di Woytila quand’era cardinale e sulle sue prime tre encicliche di taglio dottrinale. Ma perché occuparsi ora di una tale questione?

I cattolici che vogliono oggi restare fedeli al dogma senza nello stesso tempo esporsi col criticare ambiguità, oscurità e persino errori penetrati nell’insegnamento e nella pastorale della Chiesa attuale, a partire dal Vaticano II, considerano Giovanni Paolo II un autentico difensore della fede e ne contrappongono l’insegnamento alle deviazioni sempre più evidenti dell’attuale pontefice, papa Francesco.

giovedì 26 ottobre 2023

La sinodalità minata da un vescovo ortodosso durante il sinodo

Indice degli articoli riguardanti il Sinodo sulla sinodalità.
La sinodalità minata da un vescovo ortodosso durante il sinodo

Lunedì, parlando al Sinodo sulla sinodalità, il metropolita Giobbe di Pisidia, vescovo ortodosso, ha affermato che la definizione di sinodalità nel sinodo che si terrà a Roma “differisce notevolmente” dalla comprensione ortodossa.

Il metropolita Giobbe di Pisidia si riferì nel suo discorso al primo concilio ecumenico, il Concilio di Nicea del 325, e citò i Canoni Apostolici, del IV secolo, sul governo e la disciplina della Chiesa paleocristiana. Su questa base ha dichiarato che
“un sinodo è un incontro deliberativo di vescovi, e non un’assemblea consultiva di chierici e laici”. 
“Alla luce di quanto sopra, potremmo dire che la comprensione della sinodalità nella Chiesa ortodossa differisce molto dalla definizione di sinodalità data dalla vostra attuale assemblea del Sinodo dei Vescovi”, ha aggiunto.

La Torah e la haftarah nella liturgia romana (parte 1)

Nella nostra traduzione da New Liturgical Movement la dimostrazione di svariati elementi del culto ebraico puro della Torah portata a compimento da Cristo Signore presenti soprattutto nel Rito antico. Del resto la Santa Messa eredita il proseguimento del culto sinagogale (Salmi, la stessa cantillazione del gregoriano e Letture) con l'aggiunta della Consacrazione e del banchetto escatologico rappresentato dalla Santa Comunione... Buona lettura. Pubblicheremo anche le parti successive.

La Torah e la haftarah nella liturgia romana (parte 1)
Gregory Dipippo

Mosaico Santa Sabina (v. nota 1)
clicca per ingrandire
Nel calendario ebraico, il capodanno civile, Rosh Hashanah [vedi], è il primo giorno del mese di Tishri, ma per gli scopi religiosi e liturgici il primo mese è Nisan e Tishri il settimo. Poiché tale calendario è lunare, questo giorno cade all’interno del calendario solare gregoriano nell’intervallo tra il 5 settembre e il 5 ottobre. Il decimo di Tishri è Yom Kippur, “il giorno dell'espiazione”; queste due feste insieme sono spesso chiamate “i giorni santi”. Il 15 ricorre Sukkot, la festa delle Capanne, che dura sette giorni, l’ultimo dei quali è Hashanah Rabbah, “la grande supplica”. Il giorno successivo, il 22, è una sorta di festa supplementare originariamente conosciuta come “l’ottavo (giorno) dell’assemblea” (Shemini Atzeret), ma oggigiorno spesso chiamata “Simchat Torah — la gioia della Legge”. È questo il giorno in cui il ciclo annuale di letture della Legge di Mosè si conclude con l’ultima parte del Deuteronomio e riprende con l’inizio della Genesi. È tradizionalmente contraddistinto da una processione in cui i rotoli della Torah vengono rimossi dalle arche in cui sono conservati e portati in giro danzando per la sinagoga.

Roma ospita la più antica comunità ebraica della diaspora in Europa occidentale, risalente almeno alla seconda metà del II secolo a.C. e, naturalmente, molti dei primi convertiti al cristianesimo nella città erano di origine ebraica. Ancora nei primi decenni del V secolo la distinzione tra ebrei convertiti e gentili era ancora avvertita in modo molto netto. L’iscrizione dedicatoria del mosaico che si trova sulla controfacciata della basilica romana di Santa Sabina, realizzata intorno al 425 d.C., presenta a sinistra una figura simbolica della “Chiesa dei circoncisi” e a destra un’altra della “Chiesa delle genti” (1).

Non dovrebbe quindi meravigliare il fatto che queste antiche feste ebraiche abbiano avuto una certa influenza su una delle caratteristiche più antiche del rito romano, le Tempora, con le quali spesso si sovrappongono. Papa San Leone Magno, il primo autore a noi noto che ne parli, afferma più volte nei suoi sermoni che esse sono state tratte dall’Antica Legge. Ad esempio, nella sua settima predica sulle Tempora di settembre, scrive: “Prendiamo il digiuno del settimo mese dalla predicazione dell’antica dottrina, per la purificazione delle nostre anime e dei nostri corpi, ma non per questo ci sottoponiamo agli oneri della legge, bensì abbracciamo l’utilità di quella temperanza che serve il Vangelo di Cristo”.
Nei testi liturgici delle Quattro Tempora di settembre [qui - qui] ci sono due riferimenti molto espliciti alle grandi feste ebraiche. Il più ovvio è la coppia di letture di Levitico 23 del sabato, che descrivono la celebrazione del Giorno dell’Espiazione e della festa delle Capanne; l’altro è l'Introito del mercoledì.
Introitus, Ps. 80 Exsultáte Deo, adjutóri nostro: jubiláte Deo Jacob: súmite psalmum jucundum cum cíthara: cánite in initio mensis tuba, quia praeceptum in Israël est, et judicium Deo Jacob. V. Testimonium in Joseph posuit illud, cum exíret de terra Aegypti: linguam, quam non nóverat, audívit. Gloria Patri … Exsultáte Deo …

Introito, Salmo 80 Rallegratevi innanzi a Dio nostro aiuto: esultate innanzi al Dio di Giacobbe. Cantate con la cetra un salmo di gioia; suonate la tromba all’inizio del mese, perché è un comandamento in Israele e un giudizio per il Dio di Giacobbe. V. Lo stabilì come testimonianza in Giuseppe, quando uscì dal paese d’Egitto: egli udì una lingua che non conosceva.
L'inizio del mese” si riferisce a Rosh Hashanah, e “la tromba” al corno musicale noto come shofar, che figura in modo prominente nella sua celebrazione e in altre osservanze. Le parole “perché è un comandamento in Israele” si riferiscono al fatto che queste feste sono tutte celebrate in obbedienza a precetti specifici della legge di Mosè.

Il pavimento a mosaico di una sinagoga, datato dal V al VII secolo, nella città di Beth Shean,
 Israele. L’arca della Torah al centro ha una menorah su entrambi i lati; sotto ogni 
menorah
c’è una pala per l’incenso e uno shofar. — Questo motivo è spesso accompagnato da quelle
che la tradizione ebraica chiama le 
Quattro Specie (un frutto di cedro, una fronda di palma
da dattero, un ramo di mirto e un ramo di salice), che vengono portate durante i riti
di 
Sukkot e Simchat Torah, in adempimento di Levitico 23, 40: “Il primo giorno
prenderete frutti degli alberi migliori: rami di palma, rami con dense foglie e salici
di torrente e gioirete davanti al Signore vostro Dio”. La loro assenza qui potrebbe indicare
che si trattava di una sinagoga samaritana, poiché il loro uso era associato ai riti
del tempio di Gerusalemme, che i Samaritani rifiutavano.
(Immagine di dominio pubblico tratta da Wikimedia Commons.)

La Bibbia ebraica è tradizionalmente divisa in tre parti, la Legge (Torah), i Profeti (Nevi’im) e gli Scritti (Ketuvim). Da questa ripartizione deriva l’acronimo “Tanakh”, il termine ebraico comune per “Bibbia”. I Profeti sono poi suddivisi in due gruppi, i Primi (Giosuè, Giudici, Samuele e i libri dei Re) e i Secondi (Isaia, Geremia, Ezechiele e i Dodici, ma non Daniele come nella tradizione cristiana).

Nella liturgia ebraica la Torah è divisa in sezioni chiamate parashot (“porzioni”), in modo tale che, passando da un sabato a quello successivo, viene letta tutta nel corso di un anno. Ogni parashah è seguita da una lettura dei Profeti chiamata haftarah (“congedo”). (Nonostante la somiglianza tra Torah e haftarah nella traslitterazione italiana, le due parole non hanno nessuna correlazione.) Questa usanza è molto antica e sono attestati diversi sistemi di haftarot.
Rispetto alla tipica lettura della Messa della tradizione romana, le singole parashot sono piuttosto lunghe, poiché devono coprire 187 capitoli in 52 servizi: una media di più di tre e mezzo a settimana. La prima, ad esempio, termina con Genesi 6, 8, per un totale di 144 versetti. (E infatti molte sinagoghe in tempi moderni hanno adottato un sistema di lettura triennale per abbreviarle… che disdetta…) Sarebbe impossibile coprire tutti i Profeti (quasi 340 capitoli) contemporaneamente, e così le letture della haftarah sono selezionate per corrispondere tematicamente alle parashot e piuttosto brevi (sebbene a volte anche piuttosto lunghe rispetto a una lettura tipica del rito romano).

Sembra che questa tradizione abbia avuto una certa influenza sul lezionario romano antico, poiché in diverse occasioni le letture della Legge e dei Profeti sono abbinate tematicamente allo stesso modo. A questa unione fa riferimento più volte anche San Leone nelle sue prediche delle Quattro Tempora [vedi], ad esempio in quelle del 9 settembre. “L’amore del prossimo è l’amore di Dio, Il Quale ha stabilito la pienezza della Legge e dei Profeti in questa unione di duplice carità, affinché nessuno possa dubitare di offrire a Dio ciò che avrà dato all’uomo” (cioè digiunando e quindi non spendendo soldi per il cibo per se stesso).
Per definizione, tali abbinamenti si troverebbero nei giorni che hanno più di una lettura dell’Antico Testamento, la maggior parte dei quali sono mercoledì e sabati delle Quattro Tempora. Ad esempio, nel mercoledì della prima settimana di Quaresima, la prima lettura, Esodo 24, 12-18, termina con Mosè che digiuna quaranta giorni e quaranta notti, e la seconda, 1 Re 19, 3-8, termina con il profeta Elia che digiuna quaranta giorni e quaranta notti.
Ma pur essendo vero che i compilatori del lezionario romano si siano ispirati alla tradizione liturgica ebraica, non sempre essi la copiarono esattamente. Il mercoledì di settembre, la prima lettura è costituita dagli ultimi tre versetti del libro del profeta Amos, capitolo 9, 13-15. Quest’ultimo è abbinato a una lettura che non è tratta dalla Legge, ma che parla di essa: Neemia 8, 1-10, in cui Esdra, Neemia e i leviti la leggono e la interpretano al popolo. Non dovrebbe essere una coincidenza il fatto che, in una tradizione delle haftarot, una sezione più lunga di Amos 9 (versetti 7-15) venga letta con una parashah che inizia con Levitico 16, che spiega il rituale dello Yom Kippur.

La lettura di Neemia termina con le parole: “Ed egli disse loro: ‘Andate, mangiate carni grasse, bevete vino dolce e mandate porzioni a quelli che non l’hanno preparato, perché è il giorno santo del Signore. E non siate tristi, perché la gioia del Signore è la nostra forza’”. La lettura di Amos si riferisce alla ricchezza della terra da cui provengono le carni grasse e il vino dolce: “Ecco, vengono i giorni, dice il Signore, in cui il l’aratore raggiungerà il mietitore, il pigiatore l’uva che semina; i monti stilleranno dolcezza e ogni colle sarà coltivato”. L’importanza di questa seconda lettura è sottolineata dal fatto che essa riporta il testo della Comunione, che normalmente è tratto da un Salmo o dal Vangelo del giorno. Nel contesto della Messa, le “carni ricche e il vino dolce” vengono poi a significare le specie della Santa Eucaristia.
Il testo dell’Offertorio è tratto dal Salmo 118, il grande elogio della Legge e il salmo più lungo del Salterio. E forse è stata scelta la doppia occorrenza di “comandamenti” come ulteriore riferimento alla “Legge e i Profeti”, e la doppia occorrenza di “ho amato” ai due precetti della carità. “Meditabor in mandatis tuis, quæ dilexi valde; et levabo manus meas ad mandata tua, quæ dilexi”. — “Mediterò sui Tuoi comandamenti, che ho amato, e alzerò le mani verso i Tuoi comandamenti, che ho amato”. “Mediterò” sarebbe quindi un riferimento alla vita contemplativa, e “alzerò le mani” a quella attiva. (Meditabor video)
Notiamo infine il secondo graduale, tratto dal Salmo 33, 12: “Beata la nazione il cui Dio è il Signore, il popolo che Si è scelto come erede”, testo che in origine designava il solo popolo ebraico. La seconda parte, invece, risale al versetto 6: “Dalla Parola (Verbo) del Signore furono fatti i cieli, dal soffio (spiritu) della Sua bocca ogni loro schiera”. Questa combinazione del Signore, della Parola e dello Spirito è stata naturalmente intesa dai Padri della Chiesa come un riferimento alla Trinità. Il popolo e l’eredità di Dio diventano così tutti coloro che sono battezzati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, in adempimento del grande mandato di Cristo di fare discepoli di tutte le nazioni. (Beata gens video)
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Nota di Chiesa e post-concilio
1. Ebrei e Cristiani ieri - il Mosaico del V Secolo, S. Sabina sull'Aventino - Roma
Sopra l'ingresso della Basilica, nella navata centrale, si può ammirare il mosaico di dedica della Basilica, collocato in quel sito secondo l'uso antico. Esso costituisce un importante documento storico. Una larga fascia racchiude i sette versi dell'iscrizione a lettere d'oro su fondo azzurro; il testo dice:
QUANDO CELESTINO AVEVA IL SOMMO GRADO DELLA DIGNITÀ APOSTOLICA E RIFULGEVA NEL MONDO INTERO COME IL PRIMO DEI VESCOVI QUESTA MERAVIGLIA È STATA CREATA DA UN PRETE DI ROMA ORIUNDO DI ILLIRIA PIETRO UOMO BEN DEGNO DI PORTARE TALE NOME PERCHÉ DALLA NASCITA NUTRITO NELL'AULA DI CRISTO RICCO PER I POVERI POVERO PER SE STESSO IL QUALE FUGGENDO I BENI DELLA VITA PRESENTE HA BEN MERITATO SPERARE DI RICEVERE LA VITA FUTURA
Ai lati del mosaico, due figure femminili sono rappresentate quasi di fronte con movimento convergente verso il centro; sotto i loro piedi si legge a destra:"ECCLESIA EX GENTIBUS", a sinistra: "ECCLESIA EX CIRCUMCISIONE".
La prima è vestita di sottoveste bianca, tunica purpurea ed ha il capo coperto di cuffia e velo purpureo attorcigliato intorno alle spalle e alle vita e tiene in mano un codice aperto nel gesto di chi parla. È il codice del Nuovo Testamento.
La seconda è vestita di sottoveste bianca, di tunica purpurea, ma, a differenza della precedente, invece della cuffia, ha il capo coperto da un sottovelo bianco e da un velo purpureo. Anch'essa regge in mano un codice: è l'Antico Testamento.
Nuovo e Antico Testamento non si oppongono, ma sono fonti dalle quali attinge l'unica Chiesa Cristiana di cui è pastore il Pontefice romano, come dimostrano e la posizione delle figure relativamente al testo e la preposizione grammaticale "EX".
L'alta spiritualità del mosaico dedicatorio ne completa l'eccezionale valore storico.
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[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
A I U T A T E, anche con poco,
l'impegno di Chiesa e Post-concilio anche per le traduzioni
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Notizie da Sant'Anna al Laterano

Notizie da Sant'Anna al Laterano.
Carissimi,
Ormai quasi alla fine dell'anno liturgico e nell'imminenza del nuovo, alcune Festività ci appellano a intensificare la nostra vita spirituale fondata sulla partecipazione alla Messa, la vita sacramentale, la preghiera e la carità.
  • Domenica 29 ottobre Festa di Cristo Re e Signore dell'Universo. La Messa delle ore 16 - preceduta dalla possibilità di confessarsi (dalle ore 15) - sarà seguita dall'esposizione del Santissimo Sacramento con l'Atto di consacrazione al Cuore di Gesù, il canto delle Litanie del Sacro Cuore di Gesù e la Benedizione eucaristica. All'Atto di Consacrazione è annessa l'indulgenza plenaria stabilita da S.S. Pio XI da lucrarsi alle solite condizioni.
  • Mercoledì 1 novembre Festa di Ognissanti. Ore 15 Confessioni e ore 16 S. Messa cantata.
  • Giovedì 2 novembre Commemorazione di tutti i Fedeli Defunti. Ore 15 Confessioni e ore 16 S. Messa cantata. In questo giorno, e per tutto l'Ottavario dei Defunti, sarà possibile lucrare l'indulgenza (alle solite condizioni) per i Fedeli Defunti visitando il cimitero.
  • Sabato 4 novembre I sabato del mese. Messa votiva del Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria (ore 15 confessioni).
In un avviso successivo sarà inviato il programma di un ciclo di catechesi sui Novissimi.
In Domino.

mercoledì 25 ottobre 2023

I Gesuiti del Portogallo con Papa Francesco

 GMG: quando un Gesuita incontra altri Gesuiti...


I Gesuiti del Portogallo con Papa Francesco

Durante le GMG di Lisbona (1-6 agosto 2023), come durante ciascuno dei suoi viaggi apostolici, Papa Francesco ha insistito per avere un colloquio speciale con i suoi colleghi Gesuiti. Ma, come in ciascuno di questi incontri, ha tenuto lo stesso discorso, e sempre in modo sconnesso.

Ha parlato tra l’altro, dell’“indietrismo” dei conservatori, e dell’ampia accoglienza che deve essere riservata a tutti, in particolare agli omosessuali...
Ecco alcuni estratti del suo intervento, ripresi con pio compiacimento da La Civiltà Cattolica del 28 agosto.

martedì 24 ottobre 2023

San Raffaele Arcangelo - Supplica

Segnalazioni dei lettori. Nel giorno già dedicato alla Sua memoria invochiamo San Raffaele Arcangelo
Supplica
O potentissimo Sant’Arcangelo Raffaele, celeste medico, Medicina di Dio, uno dei sette angeli sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore e di Maria Immacolata, nostra Regina e madre e Regina dei nove cori angelici.
Guida divina, Raffaele, ricevi con bontà le nostre suppliche.
Vieni in nostro soccorso, (indicare la malattia che opprime) ci sta opprimendo.
Noi abbiamo utilizzato tante volte la medicina contro la creazione di Dio per operare: aborti, eutanasia, fecondazioni assistite, traffico di organi, manipolazioni genetiche, perché abbiamo voluto sostituirci a Dio. Ciò che è male agli occhi di Dio attraverso la medicina noi l’abbiamo compiuto, siamo stati spesso empi; ma ora molte chiese sono chiuse, il mondo è percorso dalla guerra ed il futuro è incerto e preoccupante.
Noi sappiamo fin dall’infanzia, dalle Sacre Scritture, che il Signore è giusto e libera fino all’ultimo tutti coloro che compiono la sua volontà. O santo Arcangelo Raffaele così tu venisti mandato da Dio in missione presso la famiglia di Tobiolo ed il Tuo intervento nella vita di Tobia fu manifestazione di Dio Padre Provvidente; fu con la Divina Sapienza che preparasti la medicina e guaristi Tobiolo dalla cecità, e scacciasti il demone Asmodeo che perseguitava Sara, così che Sara e Tobia, liberati e sanati fisicamente e spiritualmente, poterono vivere lietamente il resto dei loro giorni, rendendo grazie a Dio.

A proposito del nuovo libro di Enrico Maria Radaelli: Ma Dio è pro o contro il Novus Ordo Missæ?

Il breve saggio di cui qui si parla, di Enrico Maria Radaelli, si colloca nel contesto delle opere dell’Autore volte a focalizzare i punti cruciali che caratterizzano la crisi che da alcuni decenni grava nella Chiesa cattolica. L'Autore approfondisce uno degli elementi di detta crisi: il nuovo rito della Messa promulgato da Papa Paolo VI il 3 aprile 1969, tuttora in vigore pur con le variazioni che da allora vi sono state apportate.

A proposito del nuovo libro
di Enrico Maria Radaelli:
Ma Dio è pro o contro il Novus Ordo Missæ?


Da come oggi è ridotta la Chiesa: dispersa, frammentata, senza voce sul mondo, sui giovani, senza più un minimo di appeal, e specialmente senza il battito vivo dell’impegno di salvare le anime e il mondo dalle tenebre, ecco: da tutto ciò per Enrico Maria Radaelli è ben evidente che Dio ci sta facendo sapere – « Ogni albero buono fa frutti buoni, ma l’albero cattivo fa frutti cattivi » (Mt 7,17) – che tutta questa incontenibile marea di frutti cattivi che vediamo intorno a noi è dovuta al fatto di nascere da una pianta cattiva.

La realtà estremamente drammatica della Chiesa odierna è da decenni, agli occhi della sua più vasta maggioranza, tanto grave quanto non capita, non colta. Radaelli segnala che, tranne tre Vescovi: René Henry Gracida, Jan Pawel Lenga e Carlo Maria Viganò, non c’è un Pastore della Chiesa che oggi voglia riconoscere la realtà, e la realtà è che la quasi unanimità della Chiesa (si pensi alla crisi ariana dei tempi di sant’Atanasio) è di fatto solo un’antichiesa governata da un antipapa, e da antipapa che non vuole riconoscere di esserlo.

La papessa incontra il papa

Nella nostra traduzione da Crisis Magazine una delle inquietanti frequentazioni di Bergoglio. Qui l'indice sul clericalismo politicante del papa. 

La papessa incontra il papa

Whoopi Goldberg è ricca e famosa. Il suo valore stimato è di 90 milioni di dollari. Attualmente ne guadagna circa 13 milioni all'anno. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui un Emmy, un Grammy, un Oscar e un Tony Award. Il suo debutto come moderatrice e co-conduttrice del programma televisivo The View ha attirato un pubblico di 3,4 milioni di spettatori.

Non c'è  dubbio che sia ricca e famosa. Tuttavia, la ricchezza e la fama non garantiscono quel terzo fattore: la saggezza morale; anche se spesso si presume che lo facciano. Nel caso della signora Goldberg, questo terzo fattore potrebbe essersi dileguato.

È nata a New York City nel 1955 e si chiamava Caryn Elaine Johnson. La cancellazione whoopee, tra l'altro, è stata l'ispirazione per cambiare il suo nome. Il suo cognome è stato adottato da un presunto antenato ebreo inesistente.

lunedì 23 ottobre 2023

Vescovo tedesco al Sinodo sulla Sinodalità: la Chiesa non deve ignorare i "segni dei tempi"

Inquietante. A Sua (ehm) Eccellenza Overberck, cui si riferisce l'articolo nella nostra traduzione, non sembra nemmeno venire in mente che "i tempi" siano "malvagi", e che molte persone siano in grado di vederlo. Dalle sue dichiarazioni sembra prendere sempre maggior vigore l'andazzo del cammino sinodale tedesco [qui], che nega la verità oggettiva a favore della soggettività e dell'edonismo e porta avanti l'idea del "decentramento" supportata dall'Evangelii gaudium [vedi il mio vecchio articolo Conciliarità, sinodalità. Come cambia la Chiesa?]. Qui l'indice degli articoli riguardanti il Sinodo sulla sinodalità. 

Vescovo tedesco al Sinodo sulla Sinodalità:
la Chiesa non deve ignorare i "segni dei tempi".


Un vescovo tedesco tra i partecipanti al Sinodo sulla sinodalità ha sfidato l'idea che la comunità cattolica nel suo paese sia in contrasto con la Chiesa universale - e ha ribadito che continuerà a svolgere un ruolo nelle discussioni in corso a Roma sul futuro della Chiesa.

Parlando con la stampa Joseph Overbeck di Essen ha riconosciuto che gli sono state espresse preoccupazioni per quanto riguarda la Chiesa cattolica nel controverso "Cammino sinodale della Germania." "Molte persone mi hanno chiesto: 'Siete ancora cattolici e fate parte della Chiesa cattolica?" ha detto Overbeck, uno dei tre delegati della Conferenza episcopale tedesca al sinodo universale e uno dei principali sostenitori del Cammino sinodale tedesco. "E io dico, 'Sì, naturalmente, siamo cattolici, e siamo qui per restarci."

La Vita come Milizia e la Comunità di Destino

Interessanti riflessioni di Matteo Castagna su un autore francese del secolo scorso, Gustave Thibon.

La Vita come Milizia e la Comunità di Destino.

Nel marzo del 1969 apparve un saggio sulla rivista Permanences (n. 58) dal titolo: “La comunità di destino, principio vitale delle società”. Il filosofo e scrittore francese Gustave Thibon (1903-2001) ne era l’autore. Molti potrebbero immedesimarsi nel suo classico aforisma, soprattutto gli adulti che hanno sete di verità in un mondo che non piace, oppure nei bambini che trovano posto nella scuola parentale: “Non sono un autodidatta, perché i libri sono dei maestri. Ma, se ho detto che a scuola il ragazzo impara spesso a manifestare ciò che non è e a diventare ciò che intimamente è, io non ho avuto questa grazia o questa disgrazia e mi sono formato a contatto diretto di libri e di testimoni viventi senza passare per i canali della scuola e dell’università”.

domenica 22 ottobre 2023

XXI domenica dopo Pentecoste: Rivestirsi interamente dell'armatura di Dio

Lo ripubblico perché non viola nessuna norma... Voglio vedere se lo censurano di nuovo! Nella nostra traduzione da OnePeterFive la meditazione di questa settimana di Fr. John Zuhlsdorf sulla Domenica XXI dopo Pentecoste che abbiamo presentato qui.
Conosci la storia di Ester durante l'esilio babilonese. Il malvagio Haman complottò per convincere il re a uccidere tutti gli ebrei. Ester sventò il suo piano e invece gli ebrei riuscirono a uccidere i loro nemici.

Conosci la storia di Giobbe. Era un uomo giusto che Satana tormentò con il permesso di Dio per metterlo alla prova e rafforzarlo. Rimase fedele nella miseria e nella perdita estreme. Alla fine Giobbe fu ricompensato da Dio con una condizione ancora migliore di quella che aveva prima.

Le figure di Ester e Giobbe investono con la loro presenza la nostra Messa domenicale. L'antifona d'introito è di Ester e l'antifona di offertorio è di Giobbe. C'è un messaggio incorporato nei canti: le cose possono andare storte molto velocemente e può sorgere un pericolo mortale. Gli agenti di Satana e perfino Satana stesso sono all'opera. Dobbiamo perseverare, perché solo Dio è la nostra salvezza. Solo Lui può salvarci, ma noi, come Ester e soprattutto Giobbe, dobbiamo fare la nostra parte sia per difenderci dal Nemico, sia poi anche passare all'offensiva con la preghiera: «il Signore ha dato, il Signore ha tolto; benedetto sia il nome del Signore».

Domenica XXI dopo la Pentecoste (In voluntáte tua, Dómine)

Domenica XXI dopo la Pentecoste 

Intróitus
Esth. 13, 9 et 10-11 - In voluntáte tua, Dómine, univérsa sunt pósita, et non est qui possit resístere voluntáti tuae: tu enim fecísti ómnia, coelum et terram, et univérsa quae coeli ámbitu continéntur: Dóminus universórum tu es.
Ps. 118, 1 - Beáti immaculáti in via: qui ámbulant in lege Dómini.
Glória Patri…

Esth. 13, 9 et 10-11 - In voluntáte tua, Dómine,
Introito
Ester 13, 9 e 10-11 - Nel tuo dominio, o Signore, sono tutte le cose, e non vi è chi possa resistere al tuo volere: Tu facesti tutto, il cielo, la terra e tutto quello che è contenuto nel giro dei cieli: Tu sei il Signore di tutte le cose.
Sal. 118, 1 - Beati gli uomini di condotta íntegra: che procedono secondo la legge del Signore. Gloria al Padre…
Ester 13, 9 e 10-11 - Nel tuo dominio, o Signore,…

Ufficio. 
Le domeniche che seguono sono le ultime del Ciclo annuale, ma la distanza dalla fine di esso varia ogni anno, in relazione allo spostamento della Pasqua. Tale spostamento impedisce la ricerca di un preciso accordo tra la composizione delle loro Messe e le lezioni dell'Ufficio della notte che, come abbiamo detto, dopo il mese di Agosto sono fisse (VII Domen. dopo la Pentecoste). I fedeli devono ricordare che in ottobre si legge il libro dei Maccabei, che ci anima agli ultimi combattimenti, e in novembre quello dei profeti, che annunziano il giudizio di Dio, per poter trarre dalla santa Liturgia un'istruzione completa e capire bene, come è necessario, la preoccupazione della Chiesa in queste ultime settimane.

sabato 21 ottobre 2023

Sinodo sulla sinodalità: grande ovazione per il discorso di una laica contro l'ordinazione delle donne

Nella nostra traduzione dal National Catholic Register, descritto come «profondo e reale», al punto da ricevere sentiti applausi, il discorso di una laica che, in un'assemblea del sinodo sulla sinodalità, ha definito l’ordinazione delle donne sacerdote come una forma di clericalismo e una distrazione da ciò che le donne cattoliche vogliono e di cui hanno bisogno. Qui l'indice degli articoli riguardanti il Sinodo sulla sinodalità.

Sinodo sulla sinodalità: grande ovazione per il discorso
di una laica contro l'ordinazione delle donne


CITTÀ DEL VATICANO — Diverse fonti hanno confermato che questa settimana, al Sinodo sulla sinodalità, una laica ha ricevuto fragorosi applausi per un discorso che ha definito la spinta di alcuni membri per l'ordinazione delle donne come un tentativo di clericalizzare i laici.

Nell'assemblea del 16 ottobre, in risposta a molteplici resoconti di piccoli gruppi che chiedevano l'ordinazione delle donne non solo al diaconato, ma in alcuni casi anche al sacerdozio, il discorso mattutino della laica ha tra l'altro sostenuto che concentrarsi sull'ordinazione delle donne è una distrazione da ciò che le donne nella Chiesa vogliono e di cui hanno bisogno. Il Register ha parlato con due membri del sinodo presenti nell'Aula Paolo VI al momento del discorso, e una terza fonte ha confermato il loro racconto. Lo hanno fatto in anonimato date le restrittive regole di riservatezza dell'evento. Oltre a criticare le richieste di ordinazione delle donne, il discorso di tre minuti – o “intervento”, nel linguaggio del Sinodo sulla sinodalità – ha sottolineato l’importanza della maternità, sia biologica che spirituale, per comprendere cosa significhi essere una donna in una prospettiva cattolica, che attinge all’importanza di Maria, Madre di Dio, come paradigma della femminilità. In particolare, l’instrumentum laboris, il documento base del Sinodo, include 45 riferimenti alle donne, ma menziona la “madre” solo due volte, entrambe solo nel contesto delle preghiere di intercessione alla Beata Vergine Maria.

venerdì 20 ottobre 2023

La famiglia come fondamento metafisico e apertura alla trascendenza

Una interessante recensione da La Testata di Silvio Brachetta.
La famiglia come fondamento metafisico e apertura alla trascendenza
Silvio Brachetta

Sul mistero del sesso
Ebreo convertitosi al cristianesimo, filosofo e saggista tra i più seguiti in Francia, Fabrice Hadjadj ha inserito in questa sua opera due sue conferenze, di cui quella che tanto colpì, per acume, i convenuti al Grenelle de la famille (Forum della famiglia, 8 marzo 2014), ne dà il titolo.

Questa collezione di scritti si presenta come uno tra i più fortunati tentativi di supportare il fondamento metafisico della famiglia, al netto di tutte quelle caratteristiche accidentali, che potrebbero essere cercate e trovate anche altrove. E cosa, nella famiglia, è accidentale? Generalmente – dice Hadjadj – si pensa alla famiglia in tre modi: la famiglia è il «luogo primario dell’amore», il «luogo della prima educazione» e il «luogo di rispetto delle libertà». Tutto questo è vero. Nella famiglia, di solito, è presente l’amore, si educano i figli e si rispettano le libertà, a meno che i genitori non agiscano dispoticamente. Ma sono veramente questi gli elementi sostanziali della famiglia?

Non proprio – scrive il filosofo – poiché anche in un orfanatrofio eccellente troviamo dei bravi educatori o delle persone in grado di dare amore e rispettose della libertà dei bambini. È dunque evidente che non sta in questi elementi, o non solo in essi, la «perfezione della famiglia» ma, tutt’al più, l’«eccellenza dell’orfanatrofio». La sostanza, invece, ha a che fare certamente con l’universale, ma in modo specifico con ciò che è costitutivo e unico, in una determinata realtà. E cos’è unico e non sostituibile nella famiglia? Evidentemente quello che manca all’orfanatrofio: il sesso, ad esempio. Semplicemente, banalmente, realisticamente, il sesso. Curiosa quest’epoca in cui il banale buon senso va ribadito.

Tutta la società, a pensarci bene, si tiene sul sesso. Padre, madre, figli, fratelli, suoceri, parenti. Nomi di relazione, certamente, ma che derivano da un presupposto sessuale, maschile e femminile. Ma usciamo pure dalla famiglia: Hadjadj scrive che Aristotele paragona le tre forme di regime politico – regalità, aristocrazia, repubblica – ai «tre tipi di differenza che derivano dalla sessualità» – sessuale, generazionale, fraterna. Ed è vero, perché «la regalità si riferisce alla relazione del padre con i suoi figli; l’aristocrazia alla relazione dell’uomo con la donna; la repubblica alla relazione tra i fratelli». Il sesso, dunque, è primario nella famiglia e plasma la società. Non le fonda, però, poiché la famiglia, in particolare, è già un fondamento e non si può fondare un fondamento.

Il Lego al posto del Logos
Eppure un pensiero meschino, ideologico e volutamente artificioso sta travolgendo tutto. L’autore si riferisce al noto potere (non solo politico) dei nostri giorni, insolente e usurpativo, di cui molti conoscono almeno gli effetti. È noto anche il progetto: rovesciare le strutture sociali, sovvertire la realtà, per mezzo dell’autofinanziamento a colpi di prelievi forzosi in danaro e di una vasta e martellante opera di rieducazione collettiva degli adulti (tramite i media) e dei ragazzi (tramite la scuola). Hadjadj ha parole molto dure su questa «neo-gnosi materialista» moderna, che ha sostituito la nascita con la produzione, l’arte con la tecnica e – dal trascendente all’immanente – il Logos con il «Lego», o con il «Meccano».

Eppure tutto l’Occidente si regge sul «nascere» e sul «far nascere», anche in senso socratico. È Socrate infatti che, presentato da Platone, si è opposto a una dialettica di tipo polemico, introducendo la dialettica «maieutica», l’arte dell’ostetrica, della levatrice, che permette non solo di trarre alla luce un bimbo, ma pure di far partorire la verità, nel dialogo tra due persone. Oggi tuttavia un certo tecnologismo impiccione, il quale è «lo stadio supremo sia del liberalismo sia del socialismo», ha introdotto il «rifiuto della nascita», tradendo così la stessa materia, che avrebbe dovuto programmaticamente preferire allo spirito. La materia di Socrate, Platone e Aristotele era infatti “hyle”, materia vivente, abitata dalla linfa vitale, come il legno verde. L’artigiano rispettava la materia, la trattava con precauzione, quasi in modo cerimonioso, secondo antiche procedure non frenetiche.

Oggi invece la materia – osserva Hadjadj – si esaurisce in un semplice agglomerato di particelle da smontare e rimontare a piacere, come nel Meccano, appunto. E «alla domanda: che cos’è una donna?» i fans del Meccano rispondono: «XX, e non cantano più il fondoschiena di Afrodite, né i seni di Maria». Non si salva cioè nemmeno il paganesimo. Tutto è «Bit, Atomi, Neuroni e Geni». Null’altro. L’innamorato del Lego, il «democratico contrattualista» al potere (ricordiamolo), ci mostra «le quinte del teatro, la regia, il ponteggio delle luci» e s’immagina, «con ciò, di darci la spiegazione di Giulietta e Romeo».

Peculiarità dell’amore, dell’autorità e della libertà, che scaturiscono dalla famiglia

Non solo la differenza sessuale è nel fondamento familiare. Secondo il filosofo bisogna aggiungere la «differenza delle generazioni» e «la differenza tra queste due differenze [sessuale e generazionale, ndr]». Cosa intende dire? Che la differenza sessuale è tipica della relazione uomo-donna, mentre la differenza genitori-figli concerne la paternità e la maternità. Non finisce qui: nuove nascite introducono nuovi soggetti e, quindi, i parenti. L’«alleanza coniugale» diventa quindi «tribale e allarga da subito lo spazio familiare a quello della società». In tutto questo non c’è più una logica di calcolo tecnicista, ma una logica di «desiderio», di «dono», non soggetto a contratti, né a decisioni previste.

Per questo Hadjadj pone alcune specificità nella famiglia, che la rendono una realtà unica nel suo genere. L’amore familiare – sostiene – è un «amore senza preferenza», al contrario di un «club elettivo o selettivo». Il legame educativo familiare, poi, è un’«autorità senza competenza», poiché la «paternità ci cade addosso» e prevede di accogliere il figlio come un mistero. Nella famiglia, infine, «si esercita una libertà senza indipendenza»: vi è sempre un certo lasco tra una libertà di mera decisione e una verità «di consenso a ciò che è dato». Ovvero una libertà che non può non tenere conto dei rapporti di dipendenza e di sussistenza reciproca.

La famiglia, nella sua essenza, è inoltre un «focolare irradiante», nel senso di un punto focale, da cui si sviluppa una prospettiva. E dunque l’uomo, figlio degli antenati e generatore della posterità, non può «dissociare il logico e il genealogico». La famiglia poi è non solo il luogo dell’«esistenza», ma pure quello della «resistenza» al «politicamente corretto, alla programmazione» scientista, ponendosi come «contrappunto all’artificio».

Siamo allora, nel caso della famiglia, in presenza dello «zoccolo carnale dell’apertura alla trascendenza», a Dio, senza di cui ci si potrebbe chiedere perché mai si dovrebbe continuare ad «alimentare il cimitero». Ed è così che «la sessualità spinge la ragione a volgersi verso quello che c’è di più trascendente», se non altro perché «ciò che c’è di più fisico in noi esige una risposta metafisica».
 
Libro recensito:
Fabrice Hadjadj, “Ma che cos’è una Famiglia?”, Edizioni Ares, Città di Castello (PG) 2015, pp. 184, euro 16,00

giovedì 19 ottobre 2023

Sospeso il discorso che Gänswein avrebbe dovuto tenere a Madrid

Terremoto in Vaticano. Stanno isolando mons. Gänswein. Prosegue l'opera di cancellazione del magistero di Benedetto XVI (e predecessori).
Sospeso il discorso che Gänswein 
avrebbe dovuto tenere a Madrid

All’ex segretario personale di Benedetto XVI è stato posto il veto a causa delle pressioni che la Fondazione Universitaria Spagnola ha ricevuto.

Mercoledì prossimo doveva tenersi un evento organizzato dalla FUE in cui si commemorava che trent’anni fa il cardinale Joseph Ratzinger ha presentato il Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica nella sede della Fondazione. Pertanto, la conferenza che ha tenuto quel giorno è stata riedita. Il libro include, insieme alle fotografie dell’evento, un testo introduttivo del nostro presidente e la relazione dei corsi e delle pubblicazioni della Fondazione su quello che fu Papa e grande teologo cattolico.

Dottrina sociale: una nota di speranza dall’America Latina

Su segnalazione dell'Osservatorio Cardinale Van Thuân, una nota di speranza per l'America latina
Dottrina sociale:
una nota di speranza dall’America Latina

Stefano Fontana

Una buona notizia per la Dottrina sociale della Chiesa viene dall’America Latina. Un Rete di istituzioni cattoliche lancia l’AGENDA 2023-2033 PER LO SVILUPPO DEI POPOLI IBERO-AMERICANI. L’iniziativa è della RED LATINOAMERICANA CARDENAL VAN THUÂN PARA LA DOCTRINA SOCIAL DE LA IGLESIA.

La RETE è stata costituita nel 2015 e le sue istituzioni co-fondatrici sono l’Università Juan Pablo II (San José – Costa Rica), l’Università Popolare Autonoma dello Stato di Puebla (Puebla – Messico) e il Centro di Ricerca sull’Etica Sociale della Fondazione Aletheia (Buenos Aires – Argentina). Fin dalla sua fondazione, tale RETE è patrocinata dall’OSSERVATORIO INTERNAZIONALE CARDINALE VAN THUÂN PER LA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA (Verona – Italia).

Per i giorni 2 e 3 novembre 2023 la Rete ha programmato Il PRIMO FORUM REGIONALE per la presentazione dell’Agenda.

L’AGENDA 2023-2033 PER LO SVILUPPO DEI POPOLI IBERO-AMERICANI [vedi qui il testo] è un documento programmatico in 10 punti. Esso si qualifica per ispirarsi alla autentica tradizione della Dottrina sociale della Chiesa, senza lasciare il campo a nuove interpretazioni fuorvianti o a interpretazioni ideologiche del passato (come la teologia della liberazione o la teologia del popolo) e del presente (come il nuovo paradigma ambientalista). L’Agenda 2033 è “Per il regno sociale di Nostro Signore Gesù Cristo, a 2000 anni dalla sua morte e risurrezione” e posta “Sotto la protezione della Vergine di Guadalupe, Patrona, Regina e Madre Celeste di tutte le Americhe, a 500 anni dalla sua apparizione (1531-2031)”.

È indicativo che al primo posto dell’Agenda ci sia la difesa della cultura e dell’identità nazionale, in contrasto con l’omologazione globalista e il rifiuto delle radici naturali, tra cui l’appartenenza ad una nazione. Come dice il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa: “Quando questa consapevolezza viene meno, gli stessi cattolici si condannano alla diaspora culturale e rendono insufficienti e riduttive le loro proposte. Presentare in termini culturali aggiornati il patrimonio della Tradizione cattolica, i suoi valori, i suoi contenuti, l’intera eredità spirituale, intellettuale e morale del cattolicesimo è anche oggi l’urgenza prioritaria”.

Coerentemente, nel secondo dei dieci punti troviamo la difesa della famiglia anche dalla nuova minaccia dell’ideologia gender. Anche a questo proposito viene ricordato cosa dice il Compendio: «Di fronte alle teorie che considerano l’identità di genere soltanto come prodotto culturale e sociale derivante dall’interazione tra la comunità e l’individuo, prescindendo dall’identità sessuale personale e senza alcun riferimento al vero significato della sessualità, la Chiesa non si stancherà di ribadire il proprio insegnamento: «Spetta a ciascuno, uomo o donna, riconoscere ed accettare la propria identità sessuale. La differenza e la complementarità fisiche, morali e spirituali sono orientate al bene del matrimonio e allo sviluppo della vita familiare».

Contro il libertarismo irresponsabile l’Agenda propone di educare alle virtù e per questo bisogna impegnarsi a riscoprire i doveri come precedenti rispetto ai diritti: “Il progresso e lo sviluppo di una nazione hanno bisogno di uomini educati alla virtù e al dovere, al contrario di ciò che suggerisce la pedagogia attuale e dominante che pone l’accento sui diritti piuttosto che sugli obblighi”.

Si passa quindi a delineare l’obiettivo di sradicare la povertà, però senza cadere nel materialismo sociologico, anzi, richiamando la Sollicitudo rei socialis di Giovanni Paolo II che dice: “Uno sviluppo, che non comprenda le dimensioni culturali, trascendenti e religiose dell’uomo e della società nella misura in cui non riconosce l’esistenza di tali dimensioni e non orienta ad esse i propri traguardi e priorità, ancor meno contribuisce alla vera liberazione”.

Anche la promozione dei diritti umani rientra negli obiettivi decennali dell’Agenda ma secondo criteri molto diversi dall’interpretazione prevalente e imposta oggi: “La fonte ultima dei diritti umani non si situa nella mera volontà degli esseri umani, nella realtà dello Stato, nei poteri pubblici, ma nell’uomo stesso e in Dio suo Creatore”.

Si passa quindi a parlare di lavoro per poi arrivare al problema ecologico. Qui, con ampie citazioni da Giovanni Paolo II, l’Agenda propone obiettivi non politicamente corretti, mantiene il concetto della superiorità dell’uomo sul creato, non concede nulla alle proposte di abolizione della gerarchia degli esseri né al recupero di forme primitive di religiosità, nessuna divinizzazione della terra o aperture a proposte ideologiche dietro le quali si nascondono i nuovi interessi green.

Gli ultimi tre punti dell’Agenda riguardano le istituzioni democratiche di cui si contesta la versione “procedurale”, la crescita economica e l’equità sociale secondo direttive di Dottrina sociale oggi scarsamente considerate come la diffusione della proprietà privata, la critica al fiscalismo statalistico, la valorizzazione del principio di sussidiarietà e il rapporto fondamentale tra economia e famiglia, infine la concordia sociale per la quale l’Agenda dice assolutamente necessaria la carità cristiana, riprendendo l’insegnamento conclusivo della Rerum novarum.

La Dottrina sociale della Chiesa non gode oggi di ottima salute, nemmeno dentro la Chiesa stessa. Ma questa iniziativa ci dona qualche speranza per il futuro.
Stefano Fontana - Fonte