Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 30 agosto 2014

Benedetto XVI ha rinunciato solo al ministero di Romano Pontefice, ma non ha rinunciato alla legittima elezione?

Nei giorni scorsi è apparso su Riscossa cristiana un articolo di Don Ariel Levi di Gualdo [qui]. Dopo, una kilometrica premessa, don Ariel affronta il tema promesso dal titolo: Andamento lento: andiamo verso una Chiesa con tre pontefici, due “emeriti” e uno eletto? Quello del “Papa Emerito” è un istituto che al momento non esiste.
Un tema da noi già esaminato in diretta sin dall'inizio e seguito negli sviluppi e manifestazioni del suo progressivo svolgersi. Ultimamente ne avevamo già parlato [qui], dove potete trovare anche i link ai precedenti.
Intrigante la dichiarazione di don Ariel, in risposta al commento di un lettore.
Preceduti da una breve riflessione, estraggo da quella discussione commento e risposta pubblicati di seguito, perché vi si rispecchia quanto qui da noi si dibatte da tempo, seguendo il dipanarsi delle vicende giorno dopo giorno, con considerazioni da nessuno condivise in ambito ecclesiale ufficiale; riprese da pochi e in diverso modo: es. Messori [qui] - Socci [qui] e [qui] - Grabber [qui]; accennate raramente altrove: es. Cacciari. Per non parlare delle "domande" di Tornielli, che hanno meritato risposte a dir poco ironiche [qui].

Influenza culturale: la menzogna al potere

In uno dei romanzi di Volkoff[1] (1932-2005), Il Montaggio[2], vengono descritti i meccanismi dell'influenza “culturale” che ha inquinato l'Europa nel secondo dopoguerra[3]. Le citazioni seguenti sono tratte da Vladimir Volkoff, Il Montaggio, edizioni Guida, 1990; corsivi ed evidenziazioni sono del sottoscritto.

Pagine 65-67: un funzionario del KGB spiega i concetti elementari della propaganda ad uno che sta per essere reclutato come agente di influenza:
Il nostro compagno Mao Tse-tung dice che bisogna «mettere nello stampo» la coscienza delle masse avversarie: poiché siamo noi ad aver forgiato lo stampo, poi le teniamo alla nostra mercè. [...] In primo luogo la propaganda bianca, che si giuoca a due e che consiste semplicemente nel ripetere milioni di volte «io sono migliore di te».

IN MEMORIAM: il vero volto di San Pio X

Roberto de Mattei su Corrispondenza Romana [qui].

8 dicembre 1904,
50° Anniversario proclamazione Immacolata Concezione
Cento anni dopo la sua morte la figura di san Pio X si erge dolente e maestosa, nel firmamento della Chiesa. La tristezza che vela lo sguardo di Papa Sarto nelle ultime fotografie, non lascia solo intravedere le catastrofiche conseguenze della guerra mondiale, iniziata tre settimane prima della sua morte. Ciò che la sua anima sembra presagire è una tragedia di portata ancora maggiore delle guerre e delle rivoluzioni del Novecento: l’apostasia delle nazioni e degli stessi uomini di Chiesa, nel secolo che sarebbe seguito.

Il principale nemico che san Pio X dovette affrontare aveva un nome, con cui lo stesso Pontefice lo designò: modernismo. La lotta implacabile al modernismo caratterizzò indelebilmente il suo pontificato e costituisce un elemento di fondo della sua santità. «La lucidità e la fermezza con cui Pio X condusse la vittoriosa lotta contro gli errori del modernismo– affermò Pio XII nel discorso di canonizzazione di Papa Sarto – attestano in quale eroico grado la virtù della fede ardeva nel suo cuore di santo (…)».

venerdì 29 agosto 2014

La FSSPX conclude con la celebrazione in San Pietro un pellegrinaggio a Roma per il centenario del dies natalis di San Pio X

La notizia è ripresa dal Sito ufficiale del Distretto di Francia della Fraternità Sacerdotale San Pio X. L'evento risale al 9 agosto scorso.

In occasione del pellegrinaggio a Roma della parrocchia Saint-Martin-des-Gaules di Noisy-le-Grand, abbiamo avuto l'immensa gioia di poter  assistere alla Santa Messa nella cappella nella Basilica di San Pietro in cui riposa il corpo di San Pio X, nostro santo patrono.
Nel video realizzato da La Porte Latine, Sito ufficiale del Distretto di Francia della FSSPX, è possibile seguire l'intera celebrazione.
Si osservino soprattutto i gesti del sacerdote, don Michel de Sivry, ripresi da vicino, in modo tale che i fedeli mai hanno occasione di vedere, e si resterà colpiti dall'immenso rispetto per le Sacre Specie nel rito tradizionale. [Fonte]

Canto gregoriano e teologia liturgica: note in margine ad un divorzio

Ringrazio Mattia Rossi per questo suo testo, pubblicato sull'ultimo numero di Divinitas, Rivista internazionale di ricerca e di critica teologica Anno LVII (2014), n. 1, pp. 11-16, Città del Vaticano, curata da Mons. Brunero Gherardini.

Quello dell’oblio del canto gregoriano dal Novus Ordo Missae, il messale riformato da Paolo VI, è una quaestio che, negli affannosi anni del post-Concilio, si è imposta per la sua oggettiva mole di nefaste conseguenze e che – parafrasando il salmo 136 – potrebbe essere inquadrata all’interno di quella storia che andrebbe sotto il titolo di “Come cantare i canti del Signore in terra straniera?”. È un discorso complesso e articolato che non può essere sommariamente liquidato, come spesso apoditticamente avviene, con luoghi comuni privi di dimostrazioni o trincerandosi dietro la necessaria competenza che richiede la trattazione della materia. È giunto il momento di fare alcune necessarie precisazioni.

La sparizione della musica liturgica, e, nella fattispecie di questo contributo, del gregoriano, dalla messa postconciliare, a ben vedere descrive sufficientemente bene l’apogeo, nonché la raffigurazione simbolica anche cultuale, di una manifesta, quanto nociva, desistenza dall’Autorità.
Il canto sacro è sempre stato concepito dalla Chiesa non come un qualcosa “in più”, ma sostanzialmente come qualcosa di “diverso” dalla quotidianità del parlato: il canto era elemento strutturale della liturgia sempre, non solo nella festività. La liturgia era canto: questo era il primario compito del canto liturgico. In retorica, ogni proclamazione è sempre anche una interpretazione di ciò che viene annunciato. E se si tratta di liturgia, allora, la Parola esige di essere annunciata solennemente. La nuda recitazione banalizza e depaupera, è inevitabile. Se noi, nella liturgia, non celebriamo l’uomo, ma celebriamo Colui che è l’impronunciabile per eccellenza, ecco allora che le parole non bastano più, occorre “metafisicizzare” la pronuncia del sacro. A questo servono la musica e il canto, sin dai padri d’Israele.

giovedì 28 agosto 2014

Bari. Riprende la celelbrazione del Rito Romano Antico

Presso la chiesa di

San Giuseppe in Bari Vecchia
Sabato 30 agosto alle ore 19:15

riprende la celebrazione della Santa Messa nel Rito Romano Antico, preceduta dalla recita del Santo Rosario.

Ordinariamente le Messe vengono celebrate da Mons. Nicola Bux.

La secolarizzazione dei ciellini

Brevi note a margine di un articolo di Dal Bosco e Vassallo («Meeting», il fumo tossico di CL).


La secolarizzazione del movimento di Comunione e Liberazione ha come biglietto da visita la progressiva e inarrestabile riduzione della fede ad un baldanzoso incontrismo, della speranza ad un incoercibile ottimismo e della carità ad un brillante darsi da fare nella società e nella Chiesa. Il risultato - e contemporaneamente la dimostrazione - è l'ormai completa istituzionalizzazione del movimento: dalla fase dell'attiva persecuzione (1) (i giornali li calunniavano, le Brigate Rosse li gambizzavano, i preti li emarginavano, gli studenti lanciavano loro bombe molotov, i vescovi li cacciavano via dai seminari (2) e dalle parrocchie), i ciellini sono divenuti presenza rispettata, vezzeggiata e addirittura ricercata (i vescovi avvertono l'urgenza di ripopolare le parrocchie, il servizio d'ordine ciellino assicura la riuscita dei grandi eventi diocesani, le opere caritative di CL sembrano le uniche a reggere in piedi nonostante la doppia crisi economica ed ecclesiale...).

mercoledì 27 agosto 2014

La “Carta del coraggio” degli scout cattolici dell’Agesci e lo spensierato cammino verso l’apostasia

Gli Scout hanno perso la bussola?
Il Martedì di Alessandro Gnocchi su Riscossa cristiana e le sue risposte a cadenza settimanale ai lettori.
Riprendo il testo di ieri [qui].  La risposta di oggi riguarda un argomento dibattuto in questi giorni [leggevo su Radio spada qui e qui] ritenuto -ben a ragione- un segno preoccupante dei tempi. Più che la "carta del coraggio", come qualcuno l'ha definita dal titolo "Strade di coraggio" [qui], sembra la carta del conformismo al ribasso rispetto ai principi. Breve stralcio dal secondo link a Radio spada:
[...] Io chiedo a voi e ai capi: quando avete scritto 'sta Carta, questi capi dov'erano? Quando l'avete pubblicata, dov'erano? E soprattutto, quando vi hanno ammessi e formati, dov'erano? Hanno parlato mai con voi di queste cose? Un'associazione scout cattolica vive l'esperienza del contatto con la natura come occasione di formazione spirituale e umana, o vive la formazione spirituale e umana come occasione di scampagnate? Viene da chiederselo e da chiedervelo, se voi ragazzi scout ritenete che quella roba che avete scritto sia prova d'amore e coraggio.[...]

Rispondo al signor Monea, che, assieme a questa breve richiesta ci fatto avere il documento che chiedo al direttore di pubblicare integralmente.

Glielo devo perché la sua lettera sta aspettando da una ventina di giorni, ma anche perché, avendo io scavato una settimana scarsa al mare cercando di riposarmi un po’, trovo il lavoro praticamente già fatto.

Mi limito solo a far passare il documento di mano in mano perché mostra in tutta la sua genuinità che cosa sarà in un brevissimo torno di tempo la Chiesa tutta. Per fede, dobbiamo dire la Chiesa quasi tutta. Ma certo, quel che rimarrà di buono sarà davvero un lumicino perché gli scout dell’Agesci stanno aiutando un sacco di vecchietti ad attraversare il fossato che separa l’ortodossia dall’apostasia.

La FSSPX non si trova in una situazione di scisma "sacramentale" o "di fatto", come sostenuto di recente dal Card. Gerhardt Müller.

Non sono mancati, anche di recente, nuovi colpi bassi alla Fraternità Sacerdotale di San Pio X. Questa  volta provenienti da parte dell'ala ribelle dei FI. Uno dei loro campioni ha partorito un documento pieno di inesattezze, nel fare l'excursus dei più recenti sviluppi della vicenda [qui]. Naturalmente c'è chi ne ha approfittato per dare la stura alla propria analoga viscerale avversione per la FSSPX e per la Tradizione e, ciò ch'è più grave, per rispolverare l'accusa di scisma e di "scomunica sacramentale", rifacendosi a recenti dichiarazioni del Prefetto della Congregazione della Fede il cardinale Gerhardt L. Müller [qui]. Da sottolineare peraltro che non si tratta di magistero, ma della solita intervista...
Per questo pubblico - per fare chiarezza su una dolorosa e non ben conosciuta vicenda ecclesiale - le pagine che seguono, tratte dal nuovo libro di Paolo Pasqualucci, La persecuzione dei "Lefebvriani", Edizioni Solfanelli, pag. 143 - 12,00 €.
Dopo la breve presentazione del contenuto del libro, riporto di seguito la Postilla che risponde al riproporsi di  notizie distorte.

Nel maggio del 1975 la Fraternità Sacerdotale S. Pio X — congregazione di vita in comune senza voti (pubblici) fondata cinque anni prima secondo tutti i crismi del diritto canonico da mons. Marcel Lefebvre ad Écône in Svizzera, nel Vallese — fu soppressa dall’Ordinario locale unitamente al Seminario che ne costituiva la sua stessa ragion d’essere.
Secondo il diritto, solo al Papa spettava il potere di dissolvere una congregazione regolarmente istituita, o al vescovo diocesano, ma solo come esecutore dichiarato e dimostrato della volontà del Papa di sopprimere l’ente. Tale volontà doveva risultare da una pontificia “approvazione in forma specifica” della procedura di soppressione. Ma la prova di tale indispensabile “approvazione” non è mai stata fornita.
Si è trattato di un caso da manuale di abuso di potere, abuso che il presente saggio espone in dettaglio in tre densi ma lineari capitoli, con un’accurata analisi della documentazione esistente, dalla quale risultano inequivocabilmente le numerose e gravi irregolarità che viziarono l’intera procedura.
Vittima di una palese ingiustizia, mons. Lefebvre si rifiutò di obbedire. Continuò nella sua opera, appellandosi allo stato di necessità.

Postilla. La Fraternità non si trova in una situazione di scisma "sacramentale" o "di fatto", come ha sostenuto di recente Sua Eminenza il Card. Gerhardt Ludwig Müller.

In un'intervista al Corriere della Sera del 22 dicembre 2013 [qui], il Prefetto della Congregazione della Fede il cardinale G.L. Müller, al tempo ancora vescovo, riesumò l'accusa di scisma alla Fraternità. «La scomunica canonica - disse - stata revocata ma resta quella sacramentale, de facto, per lo scisma; si sono [i "lefebvriani"] allontanati dalla comunione con la Chiesa.»158

A queste dichiarazioni si è replicato ricordando le affermazioni in senso contrario di diverse alte personalità ecclesiastiche, dal cardinale Edward Cassidy al cardinale Castrillón Hoyos per l'appunto, allo stesso Benedetto XVI, il quale, nella Lettera Apostolica del 10 marzo 2009 ai vescovi [qui], nella quale spiegava il perché della remissione delle scomuniche ai quattro vescovi della Fraternità, mai aveva parlato dell'esistenza di un effettivo scisma 159.

martedì 26 agosto 2014

Mons. Negri: “Noi cristiani dobbiamo molto alle Crociate”

Il vescovo contro "la mentalità laicista che cerca di dominare la nostra coscienza e il nostro cuore". [qui] - [Vedi anche]

In questi giorni gli scontri inter-religiosi riempiono le cronache con nuovi quotidiani massacri, provocando reazioni di sdegno da parte dei cittadini e dei politici, così come manifestazioni di solidarietà verso gli oppressi. Manifestazioni come quella, l’ultima in ordine di tempo, di esporre la “N” di Nassarah, ossia di nazareno nella sede dell’Arcivescovado e nelle case dei fedeli cattolici, per sensibilizzare sulle atrocità commesse in Iraq e in Siria ai danni dei cristiani voluta dall’arcivescovo Luigi Negri.

lunedì 25 agosto 2014

La Madonna in Nigeria con le Francescane dell'Immacolata. Un miracolo quotidiano

Un'altra boccata di ossigeno dalle cronache agitate di questi giorni, con Chiara Gnocchi, che ci ha già dato prova di grande profondità e sensibilità umana e spirituale, insieme alla capacità di esprimerle [qui].
Questa sua bella testimonianza accanto alle Francescane dell'Immacolata in Nigeria risale all'estate scorsa. La riprendo perché credo che sia una di quelle storie senza tempo capaci di dare ragione della fede e insegnare molto più di tanti bei discorsi. E anche per tener desta l'attenzione su un capitolo doloroso e dagli aspetti ancora indecifrabili della storia ecclesiale recente.


Mi chiamo Chiara, ho diciotto anni e quest’estate ho scelto di fare una vacanza un po’ particolare. Ho deciso di trascorrere un mese in Nigeria, nella missione delle Suore Francescane dell’Immacolata.

Prima di partire la maggior parte delle persone mi guardava con gli occhi sbarrati e mi chiedeva se fossi impazzita o se giocassi a fare l’eroina. Nessuno capiva perché mai volessi spendere un mese della mia vita in mezzo alla povertà, senza divertimenti e senza amici, quando qui a casa avrei tutto ciò che serve per essere felice. Eppure ero stanca di quel che mi circondava: non mi attraeva la musica sotto l’ombrellone, il materassino in mezzo al mare, il relax a bordo piscina. Volevo fare qualcosa di diverso, qualcosa di radicalmente diverso, in grado di dare uno scossone alla mia vita, e la Madonna mi ha esaudita.

domenica 24 agosto 2014

Il Cuore Immacolato di Maria: segreto dei segreti di Fatima

Due giorni fa: [il 22 agosto] ricorreva la festa di "Maria Regina" e nel Rito antico la festa del "Cuore Immacolato di Maria". 
Ci ristoriamo dalla recente agitata cronaca con la seguente meditazione di p. Serafino M. Lanzetta sul Cuore Immacolato di Maria, tenuta a Fatima, durante un corso di Esercizi spirituali predicati ai laici nel maggio 2013.
Il Cuore Immacolato di Maria è un vero compendio del Messaggio che la Celeste Signora consegnò ai Pastorelli di Fatima, da maggio ad ottobre del 1917. L'attualità e la profezia di questo Messaggio oggi è ancora più chiara. Rimane paradigmatica ed enigmatica quella richiesta della Bianca Signora a Lucia, di rivelare la terza parte del Segreto solo a partire dal 1960. 
Guardando gli eventi epocali sotto i nostri occhi e la condizione della Chiesa nel suo interno, una vigna devastata dal nemico, un campo sterminato con tanti morti, non possiamo che rammentare il tono altamente profetico delle parole di Papa Benedetto XVI, pronunciate a Fatima nel maggio del 2010: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa». Di recente è apparso un importante libro, curato dalle Carmelitane del monastero di Coimbra, dove visse e morì Sr. Lucia. Nel libro vengono pubblicati ampi stralci del diario intimo della veggente: Un caminho sob o olhar de Maria, Edições Carmelo 2013 (qui una scheda del libro). Anche in una lettera di Sr. Lucia al P. Fuentes del 1958 (qui) sono profeticamente descritti il destino dell'umanità e i tempi che scorrono sotto i nostri occhi.
Aggiungo che chi ha l'ultimo libro di p. Lanzetta: Il Vaticano II, un concilio pastorale. Ermeneutica delle dottrine conciliari, Cantagalli, Siena 2014, [qui] può attingere ad una fonte mariologica di notevole interesse dal Cap V - Epifanie pastorali del Vaticano II nelle intenzioni e nella formazione della Dottrina conciliare sulla beata Vergine Maria (pagg. 369-419).
Di seguito la meditazione.

sabato 23 agosto 2014

La tifoseria papista si rifiuta di vedere i veri problemi della Chiesa

Dalla tifoseria papista si è levata ieri più veloce della luce la voce di Tornielli che ha da ridire contro tutti gli «ex papisti» [sic] lamentando che due anni fa difendevano Benedetto XVI mentre oggi «bombardano con sarcasmo e talora disprezzo» [sic] Francesco. 

Siamo in quei tempi di ripudio della ragione oltre che della fede, ampiamente preannunciati da Chesterton: «...Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate...» E - ci permettiamo di aggiungere - piccoli blog di periferia verranno mobilitati per ricordare che si è fedeli al Papa perché cattolici, non viceversa. Non si tratta di un'opinione nostra ma di Colui che oltre a dire «pasci le mie pecorelle» aggiunse poi «e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli».

La nuda cronaca del pontificato bergogliano è più che sufficiente a riconoscere come quel ravvedersi sia così urgentemente necessario per «confermare» i fratelli. Pietro e i suoi successori sono custodi del deposito della fede, con tutta la responsabilità sull'intero gregge.

La Chiesa vive tempi che non sono normali.

In una Chiesa normale, parole e azioni del Papa sono quelle che «spiegano», non quelle che «hanno bisogno di spiegazioni».

venerdì 22 agosto 2014

Accuse di critica al Papa e precedenti illustri

The Telegraph, il 15 marzo 2013 pubblicava la seguente notizia [qui]:
Papa Francesco è stato vicino a perdere la sua posizione all'interno della Chiesa cattolica, dopo aver criticato il suo predecessore, sette anni fa.
Bergoglio in Vaticano nel 2007
Nel 2005, citando un oscuro testo medievale che dichiarava "cattivo e disumano" il profeta Maometto, fondatore della fede islamica, Papa Benedetto ha provocato la furia della popolazione musulmana e causato attacchi alle chiese di tutto il mondo finché non sono state rilasciate delle scuse.
Dopo pochi giorni, reagendo al documento attraverso un portavoce di Newsweek Argentina, il Cardinale Jorge Bergoglio dichiarava il suo  "disaccordo" con le dichiarazioni, fatte presso l'Università di Regensburg, in Germania, e incoraggiava molti dei suoi subordinati nella Chiesa a fare lo stesso.
"L'affermazione di Papa Benedetto non riflette le mie opinioni", dichiarava l'allora arcivescovo di Buenos Aires . "Queste dichiarazioni serviranno a distruggere in 20 secondi l'attenta costruzione di un rapporto con l'Islam che il Papa Giovanni Paolo II ha portato avanti nel corso degli ultimi venti anni".
Il Vaticano reagiva rapidamente, rimuovendo dal suo incarico nel giro di quattro giorni dalle sue dichiarazioni simili alla media argentina, l'Arcivescovo di Puerto Iguazú Joaquín Piña, inviando una chiara comunicazione al cardinale Bergoglio che sarebbe stato il prossimo se avesse scelto di persistere.
Come reazione alle minacce da parte di Roma, il cardinale Bergoglio annullava il suo volo a Roma, scegliendo di boicottare il secondo sinodo indetto da Papa Benedetto durante il suo pontificato.
"Bergoglio è scampato dalla rimozione dal suo incarico", ha scritto il giornalista che ama investigare, Horacio Verbitsky, nel suo spazio del quotidiano, pag. 24. "Il Vaticano è stato molto veloce a reagire".
Cristina Kirchner, presidente dell'Argentina, a quel tempo dichiarò che diatribe del genere erano "pericolose per tutti".
Antonio Socci sulla sua pagina Facebook [qui].
Da questa notizia si ricavano due importanti conclusioni:
  1. il card. Bergoglio, tramite il portavoce, attaccò Benedetto XVI per il magistrale discorso di Ratisbona e questo fa capire il motivo della sua reticenza attuale verso gli islamisti massacratori dell'Iraq 
  2. il card. Bergoglio attaccò il Papa che già era sotto attacco da tutti e sotto minaccia dei terroristi islamici, sebbene - essendo cardinale - avesse un dovere particolare di difendere il Santo Padre. Faccio queste segnalazioni a tutti coloro che oggi mi lanciano anatemi dicendo: "non si critica il papa". Cosa fece Bergoglio? Lui lo fece pur essendo cardinale e pur trovandosi, il Papa, sotto minaccia.

Circa le dimissioni di Benedetto XVI

Riprendo da Cordialiter [qui], blog sulla tradizione cattolica, dalla linea redazionale prudente ed equilibrata. La testimonianza, da ritenere attendibile anche in ragione dei numerosi punti nei quali abbiamo inquadrato il "pontificato impedito" di Benedetto XVI [qui], dimostra la consistenza dell'ormai evidente dicotomia tra Tradizione e neo-modernismo. Emerge anche un altro dato: oltre ai cosiddetti cripto-lefebvriani, esiste anche una considerevole parte di cripto-scismatici, da non identificare soltanto nei vescovi tedeschi ed austriaci.

Premetto che considero valide le dimissioni di Benedetto XVI. Quello che sto raccontarvi me lo ha riferito una mia cara amica, la quale mi ha dato il permesso di pubblicare la notizia a condizione di non svelare il suo nome.

Nel monastero di clausura in cui viveva venivano spesso dei preti modernisti a fare propaganda per “aggiornare” le suore. Uno di questi chiese alle religiose di pregare affinché Benedetto XVI rassegnasse le dimissioni. Successivamente, la mia amica, celando le sue simpatie filo-tradizionali, riuscì ad entrare in maggiore confidenza con quel prete (un autorevole esponente del movimento modernista), il quale le confidò che stavano raccogliendo migliaia di firme tra il clero e le religiose per spingere Papa Ratzinger a dimettersi. Ella allora gli chiese che cosa sarebbe accaduto se il Sommo Pontefice avesse rifiutato di dimettersi, e il prete modernista le rispose che il Papa era già stato informato che se non si fosse dimesso avrebbero fondato una nuova Chiesa separata da Roma. Non sarebbe stata una “piccola Chiesa” [ricordate il Card. Romeo e le sue "notizie certe" dalla Cina che il Papato di Benedetto sarebbe durato solo un altro anno [qui], ad un anno esatto dalle dimissioni?], infatti secondo quanto risultava a lui, erano numerosi gli ecclesiastici pronti ad aderire alla nuova Chiesa modernista. Inoltre, il presbitero cripto-scismatico ci ha tenuto a sottolineare che avevano già ottenuto l'appoggio preventivo di coloro che controllano i mass-media, i quali avrebbero dovuto sostenere sui mezzi di informazione la nuova Chiesa.

Qualche tempo dopo (l'11 febbraio 2013), Benedetto XVI si dimise davvero. La mia amica mi ha rivelato molti altri dettagli che per diversi motivi ritengo prudente non pubblicare.
A questo punto molti di voi potrebbero pensare che visto che le cose sono andate così, allora le dimissioni di Papa Ratzinger sono state invalide, perché per essere valide era necessario che fossero libere, spontanee, senza alcun tipo di costrizione. Ma io non posso pensare che Benedetto XVI abbia potuto commettere una colpa così grave, e cioè di rassegnare delle finte dimissioni e di consegnare così la Chiesa nelle mani di un finto Papa (chiunque fosse stato eletto nel successivo conclave).

Dunque, secondo me, Benedetto XVI, vistosi assediato da una marea di congiurati pronti allo scisma, essendo ormai molto anziano (quasi ottantaseienne) e sentendo di non avere più le forze necessarie per governare efficacemente la Chiesa e contrastare l'opera dei modernisti, ha preferito abdicare.

Pertanto, non si è dimesso perché è stato ricattato (altrimenti le dimissioni sarebbero state invalide), ma perché a causa dell'età non sentiva di avere le forze fisiche e spirituali necessarie per contrastare il movimento modernista.

giovedì 21 agosto 2014

Oltraggio a San Pio X nel centenario della sua morte

Lo aveva segnalato anche un  nostro lettore. Riprendo dal Sito del Distretto italiano della FSSPX [qui]. Purtroppo però il problema non è limitato alla diocesi di Treviso. E' dunque importante non stancarsi mai di evidenziare e ribattere.

Cento anni fa, 20 agosto 1914, moriva San Pio X, il Papa che resistette e lottò contro il Modernismo, «la sintesi di tutte le eresie», come egli la definì nella Pascendi. E oggi quel Modernismo, divenuto molosso dominante, strumentalizza proprio San Pio X per i suoi fini di tradimento nei confronti del Magistero perenne della Chiesa, al quale San Pio X, fedele a Cristo e ai suoi insegnamenti, dedicò tutta la sua straordinaria vita.

 La Diocesi di Treviso ha deciso, proprio nel giorno del dies natalis di San Pio X, non di aprire le chiese per spiegare che il peccato resta peccato, ma per promuovere un'adorazione eucaristica, chiedendo l'intercessione di San Pio X affinché il prossimo Sinodo straordinario sulla Famiglia (dal 5 al 19 ottobre) "aggiorni" la Chiesa e vada incontro a tutte le esigenze di tutte le coppie. Insomma, si prende occasione del centenario della morte di San Pio X per realizzare l'opposto di ciò che la dottrina della Chiesa ha insegnato in duemila anni di storia. La menzogna allo stato puro, riconoscibile, ormai, anche dai non addetti ai lavori. Oggi si giunge a "pregare" (pregare chi?) affinché la Chiesa possa accogliere i peccati in quanto tali e legittimare i peccatori per le loro azioni, senza pentimento e senza conversione: peccati di fatto per coppie di fatto. Le generazioni passate, che hanno vissuto il matrimonio secondo Santa Romama Chiesa, erano fuori di senno? O il senno si è eclissato ora?

I cristiani massacrati e la partita di calcio per la pace. Associare il concetto di “pace” a quello di “resa”: sistema sicuro per scomparire

Il Martedì Alessandro Gnocchi su Riscossa cristiana e le sue risposte a cadenza settimanale ai lettori. Riprendo il testo di ieri [qui].
Nell'approfondire si scopre qualcosa di più: gli sponsor, in tandem col promotore [qui]. A cosa è ridotta la Sala Clementina...
E guardate l'invito nell'immagine a lato. Se non lo avessi visto con i miei occhi [qui] direi che è uno scherzo di cattivo gusto. Purtroppo è tutto vero. Notare, ai lati dell'immagine del papa, il logo dei due sponsor identificabili dal secondo link. Mi piange il cuore a contribuire allo svilimento del papato con la pubblicazione di queste immagini. Ma serve a prendere atto di una cruda realtà. A cosa stanno riducendo una figura e una funzione che ha sempre brillato per la sua influenza spirituale e morale anche nei confronti del mondo non cattolico? E in un momento così drammatico non solo per tante persone, famiglie, tradizioni, cultura e radici millenarie, ma per l'intera nostra civiltà. (MG)

[...] Di fronte a tutto questo, cosa ci arriva dalla chiesa “ufficiale”? La partita di calcio per la pace. Ma stanno impazzendo tutti da quelle parti? Sai che conforto sarà per i cristiani incalzati dai fanatici islamici sapere che il 1° settembre (ammesso che a quella data qualcuno di loro sarà ancora vivo), mentre loro sono sterminati, a Roma si gioca “per la pace”. Tutto questo mi ricorda certe liturgie laiche ridicole, come le fiaccolate anti-mafia, le navi della legalità, e simili cose. Sono sinceramente schifato, mi scusi ma non mi viene altra parola. Però, voglio chiudere con una stoccata a lei: che ne dice lei, interista tutto d’un pezzo, dell’adesione entusiasta di una leggenda dell’Inter come Zanetti? Ha deciso di cambiare fede calcistica? 
Scherziamo per non singhiozzare, caro Gnocchi. La saluto cordialmente.
Ennio Caramaschi
In cauda venenum, caro Caramaschi. Pensi che con uno dei miei figli sono persino stato all’ultima partita di Zanetti con la maglia dell’Inter. L’altro figlio maschio non era presente, ma solo con una seria giustificazione. Questo giusto per dirle che, fino a prima di vedere lo spot di tale tristissima iniziativa in cui Zanetti fa da testimonial, in casa nostra era Il-Ca-pi-ta-no.

Ma non c’è nulla da fare, la nuova super-religione non risparmia nulla e nessuno. Non avevo più dubbi sullo stato della Chiesa cattolica, ma non immaginavo che avrebbero avviato il programma di distruzione anche per il calcio, una delle poche attività serie rimaste in questo nostro mondo.

mercoledì 20 agosto 2014

Anche su Iraq e cristiani perseguitati Bergoglio rompe con la tradizione. Lo dice anche Cacciari

Val la pena riprendere - e così far da ripetitori e anche da commentatori perché se ne faccia tesoro - le ultime riflessioni di Socci che riprendo di seguito, sempre da Lo straniero di oggi [qui], sperando non resti vox clamantis in deserto, ma che susciti moti di sano realismo. Duro da viversi, ma indispensabile per non tradire la verità e partire almeno da questo. Importante ls citazione di Cacciari, uno dei pochissimi all'epoca delle dimissioni di Benedetto XVI, a chiamare in causa il Katéchon.

Qua sotto troverete un articolo che ho pubblicato stamani  e che approfondisce le frasi sull’Iraq pronunciate in aereo da papa Bergoglio.
A chi però continua a dire o pensare che sia un mio puntiglio, quasi frutto di un pregiudizio, segnalo anche l’intervista che oggi il filosofo Massimo Cacciari ha dato alla Repubblica.
Le persone che riflettono colgono la realtà.
Riporto qualche passaggio di Cacciari:
“Si tratta di una svolta radicale nella teologia politica della Chiesa… ma questo è un bel problema… Francesco considera legittimo un intervento nella misura in cui viene deciso dall’Onu – siamo in presenza di una laicizzazione dell’idea cattolica di ‘guerra giusta’… La posizione di Francesco è fragilissima. La sua è una posizione che potrebbe sostenere un Renzi o una Merkel. Se mi permette, io dal Papa mi aspetto qualcosa di più, ossia che mi dica che bisogna intervenire sulla base di valori considerati assoluti”.
Fin qui la riflessione di Cacciari. Ora ecco il mio articolo.

“Ahimé, basta tacere! Gridate con centomila lingue. Vedo che, per lo tacere, lo mondo è guasto, la Sposa di Cristo è impallidita”. Con queste parole tuonava santa Caterina da Siena scrivendo a un alto prelato.

E finalmente papa Bergoglio l'ha detto... Sì. Ma cosa?

Questi sono gli scampati ad orrori indicibili
Riprendo il testo che segue da Socci - blog Lo Straniero di oggi [qui]. Per completezza, inserisco due brani sull'Iraq tratti dall'intervista rilasciata al ritorno dalla Corea.  In essi il papa neppure nomina esplicitamente i cristiani ma le "minoranze religiose" e un altrettanto generico "aggressore ingiusto".

Nessun accenno a responsabilità religiose (Islam) politiche e civili (i burattinai): la prima cosa che gli è venuta in mente, per deprecarle - un'ennesimo chieder scusa implicito (!?) - sono le "guerre di conquista". Ma quelle di difesa: Lepanto, Otranto, etc?... Socci dice bene. ma c'è anche il resto.

22 agosto. Messa Antiquior Padola di Comelico

Il nuovo libro di Cristina Siccardi su San Pio X

Nel centenario della morte di Papa S. Pio X (1914-2014)

San Pio X
Vita del Papa che ha ordinato
e riformato la Chiesa

di Cristina Siccardi
San Paolo Editore

Prefazione
del Cardinale Raymond Leo Burke

Hotel Serena, via Faloria 8/10
Cortina d’Ampezzo (BL) 22 agosto 2014 ore 17.30

Sarà presente l’autrice.
Introdurrà la giornalista Rosanna Raffaelli Ghedina

Roberto de Mattei - Storico e Presidente della Fondazione Lepanto presenta la biografia del Papa del Catechismo e della Pascendi Dominici Gregis,  di cui, nella prefazione,il Cardinale Burke afferma:
«Se la vita di San Pio X merita in se stessa una nuova presentazione in occasione del centenario della sua morte, tale studio è anche molto vantaggioso per la migliore comprensione dell’insostituibile servizio del Successore di San Pietro nel mondo di oggi.

martedì 19 agosto 2014

I Patriarchi d’Oriente: “l’estremismo religioso costituisce una grave minaccia per la regione e per il mondo”

COMUNICATO – Il 7 agosto 2014, nel cuore di un Oriente a ferro e fuoco, i Patriarchi d’Oriente hanno pubblicato un comunicato di condanna per le guerre e le violenze che devastano la regione, in modo particolare per ogni persecuzione di innocenti e di cristiani. Il fondamentalismo religioso, e coloro che lo alimentano finanziando i suoi movimenti armati, colpendo l’equilibrio e la stabilità della regione, è denunciato senza giri di parole. I Patriarchi lanciano un appello urgente alla comunità internazionale.
Patriarcato Latino di Gerusalemme, 12 agosto 2014

Comunicato delle loro Beatitudini i Patriarchi d’Oriente

Sull’invito fraterno di Sua Beatitudine il Cardinale Bishara Butros Al Raï, Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente per i Maroniti, le loro Beatitudini, i Patriarchi delle Chiese Orientali si sono riuniti presso il Patriarcato di Dymane, il 7 agosto 2014. Erano presenti:
Il Catholicos Aram Kshishian I , Catholicos di Beit Kilika per gli Armeni Ortodossi; il Patriarca Grégorios Lahham III, Patriarca di Antiochia e d’Oriente, d’Alessandria e di Gerusalemme per i Greci Melchiti Cattolici; il Patriarca Yuhanna Al Yazajee X, Patriarca di Antiochia e d’Oriente per i Greci Ortodossi ; il Patriarca Mar Aghnatios Yousef Younan III, Patriarca di Antiochia per i Siriaci ; il Patriarca Mar Aghnatios Afram II, Patriarca di Antiochia et di Oriente per i Siriaci Ortodossi ; il Patriarca Narcis Bedros XIX, Catholicos et Patriarca di Kilika per gli Armeni Cattolici ; il rappresentante del Patriarca Louis Raphaël Sakko I, Patriarca di Babele per i Caldei, il vescovo Shlimon Wardouni, Vicario Patriarcale.

Tornano alla ribalta i "due papi"...

Pubblico di seguito un passo tratto dall'intervista al papa sul volo di ritorno dalla Corea [qui]. Si torna sull'istituzionalità del Papa emerito... Vedi precedenti qui - qui
Anche questa volta non è magistero è un'intervista, ma purtroppo rischiamo molto di lasciarci sommergere dal magistero liquido più distruttivo di uno tsunami. E si tratta di affermazioni reiterate, che confermano i timori più volte espressi: oltre all'anomalia del papa emerito come istituzione, persino la mia non più remota ipotesi di una impropria diarchia [qui]: «Ci vediamo... » che suppone una relazione assidua e il precedente «insieme abbiamo deciso» di cui ai link.
Johannes Schidelko dell’agenzia cattolica tedesca. Santità, quale tipo di rapporto c’è tra Lei e Benedetto XVI? esiste un abituale scambio di opinioni, di idee, esiste un progetto comune dopo questa enciclica?
(Papa Francesco) Ci vediamo … Prima di partire sono andato a trovarlo. Lui, due settimane prima, mi ha inviato uno scritto interessante: mi chiedeva l’opinione … E, abbiamo un rapporto normale perché torno a questa idea: forse non piace a qualche teologo – io non sono teologo – ma penso che il Papa emerito non sia un’eccezione, ma dopo tanti secoli è il primo emerito, questo. Pensiamo, eh sì, come lui ha detto, “sono invecchiato, non ho le forze” … Ma è stato un bel gesto di nobiltà e anche di umiltà e di coraggio. Ma, io penso: 70 anni fa i vescovi emeriti, anche, erano un’eccezione: non esistevano. Oggi i vescovi emeriti sono una istituzione. Io penso che “Papa emerito” sia già un’istituzione. Perché? Perché la nostra vita si allunga e a una certa età non c’è la capacità di governare bene, perché il corpo si stanca … ma, la salute forse è buona, ma non c’è la capacità di portare avanti tutti i problemi di un governo come quello della Chiesa. E io credo che Papa Benedetto XVI abbia fatto questo gesto di Papi emeriti. Ripeto: forse qualche teologo mi dirà che questo non è giusto, ma io la penso così. I secoli diranno se è così o no. Vediamo. Ma lei potrà dirmi: “E se lei non se la sentirà, un giorno, di andare avanti?”. Ma, farei lo stesso, eh? Farei lo stesso! Pregherò molto, ma farei lo stesso. Ha aperto una porta che è istituzionale, non eccezionale. Il nostro rapporto è di fratelli, davvero, ma io ho detto anche che lo sento come avere il nonno a casa per la saggezza: è un uomo con una saggezza, con le nuances, ma, che mi fa bene sentirlo. E, anche, mi incoraggia abbastanza. Questo è il rapporto che abbiamo con lui.

A Ferrara l’arcivescovo espone il marchio di «Nazareno» alla porta

Dal Corriere di Bologna 14 agosto.

È la «N» araba che i miliziani dell’Isis disegnano sulle case dei cristiani.
Monsignor Negri: «No al dialogo ad ogni costo»
Uno striscione, esposto davanti all’Arcivescovado di Ferrara, con la lettera araba «N», ossia Nazareno, lo stesso simbolo che i miliziani dell’Isis hanno disegnato sulle porte delle case dei cristiani a Mosul. A decidere di affiggere lo striscione sulla facciata dell’Arcivescovado, alla vigilia della Festa dell’Assunzione e in previsione della preghiera per i cristiani perseguitati, è l’Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Abate di Pomposa, monsignor Luigi Negri.

IL MESSAGGIO DEL VESCOVO - «L’esposizione sulla casa del vostro Vescovo, casa di tutto il nostro popolo cristiano di Ferrara-Comacchio, del marchio raffigurante l’iniziale della parola «Nassarah» (Nazzareno), il termine con cui il Corano individua i seguaci di Gesù di Nazareth - scrive in un messaggio ai ferraresi pubblicato sul suo sito - vuole dire pubblicamente che l’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio si sente una cosa sola con questi nostri fratelli e sorelle che portano nel loro corpo e nella loro anima le ferite della passione e della morte del Signore».

«INGENUITA’ PATOLOGICA IN OCCIDENTE» - Alla vigilia della giornata di preghiera, prosegue Negri, «perché torni la pace, o meglio sarebbe dire perché il Signore Gesù Cristo faccia un miracolo, per il quale umanamente parlando non si intravedono possibilità, neanche minime, vorrei che per tutta la Diocesi fosse vero quello che il Papa Francesco ha più volte richiamato, ossia che non sia soltanto un `dire´ preghiere, ma sia un pregare con la totalità della vita e dell’intelligenza del cuore». E la preghiera, osserva l’Arcivescovo ferrarese, «sia, soprattutto, una richiesta di perdono a Lui poiché la nostra vita di cristiani occidentali è gravemente colpevole nel senso della responsabilità nei confronti di quanto sta accadendo. Questa responsabilità - puntualizza - si esprime con un’ingenuità a dir poco patologica. Si deve parlare di dialogo, certamente sì, ma lo si deve e lo si può fare solo se esso porta con sé la consapevolezza della propria identità e della complessità dell’interlocutore in questione. In ogni caso il dialogo non può essere perseguito ad ogni costo e non può rappresentare assolutamente una forma di dimissione della presenza cristiana nel Medio Oriente».

lunedì 18 agosto 2014

A Erbil una grande statua della Vergine per vegliare sui cristiani d'Iraq

La Croix, 16 agosto [qui].

Situato soltanto a qualche decina di kilometri dal fronte con l'ISIS, il monumento sfida le distruzioni perpetrate dai jihadisti nei vicini villaggi iracheni ed è un segnale forte che i cristiani hanno il loro posto nel Kurdistan iracheno.
Ma le testimonianze dimostrano che i profughi non si sentono a casa loro. Solo pochi rifugiati erano presenti alla cerimonia ieri sera. 
Ma la Vergine è lì e le sue braccia aperte attireranno le grazie di cui c'è infinito bisogno.

La mezzaluna ci dominerà e l'Occidente resta a guardare (?)

Stralcio da un articolo di Luca Doninelli per Il giornale 17 agosto 2014 [qui] : una riflessione nel giorno della preghiera per i cristiani perseguitati in MO. Oltre alla mobilitazione per cause futili, l'articolista mette l'accento su alcuni degli effetti-ottundimento che caratterizzano la società odierna e delinea una soluzione, che va meglio esplicitata. L'ho fatto in conclusione. 
[...] Questa è la deriva vera: non il sentimento dell’indifferenza, ma questo giudizio (pseudoscientifico) secondo cui tutto va come deve andare. I punti di resistenza sono sempre meno numerosi: il buco nell’ozono, il surriscaldamento del pianeta, le specie animali a rischio estinzione, la dittatura informatica. E poco altro.
Di fronte a tutto questo, che cosa ha da offrirci il cristianesimo, artefice di una civiltà che adesso lo rifiuta? Il cristianesimo ci offre la sorpresa della persona umana. Se il corso naturale degli eventi sentenzia che, nel mio angolo di paradiso, tra dieci anni sventolerà la mezzaluna, nulla può evitare che un giovane prete dalla fede ardente venga mandato qui, e che tra dieci anni grazie al suo lavoro la fede nel sud della Francia (o da qualunque altra parte) sia cresciuta anziché sparire. Già le testimonianze dei cristiani irakeni lo dimostrano: la persecuzione li sta aiutando a rendere più forte la loro fede.
Il cristianesimo non fa propaganda: la sua sede non è Roma, o Parigi, o New York, ma la persona umana, l’io. E l’io non si prevede, non appartiene al corso predeterminabile degli eventi. Perciò la Chiesa ha come suo primo compito l’educazione della persona, la crescita dell’io, la formazione di uomini che siano protagonisti: non per comandare, per dirigere stati o grandi aziende, ma per essere pronti ( estote parati !) a rispondere al grido che si leva dal mondo. Al cristianesimo non serve contrapporsi al corso degli eventi, né prendere le armi o fare grandi proclami. Servono uomini come questi, personalità adulte pronte non a grandi azioni, ma solo a dire «sì» a Cristo. Il resto, pagare con la vita (come San Pietro) o vivere fino a cent’anni su un’isola (come San Giovanni) è secondario.
Dice bene Doninelli. E aggiungo che la Chiesa ha come compito la formazione di uomini che siano configurati a Cristo e, per questo, deve esercitare i suoi specifici tre munera: oltre a quello docendi (insegnamento), anche quelli regendi (guida, orientamento) e sanctificandi (Liturgia, vita sacramentale). Essi, sia insieme che singolarmente, riguardano la formazione della persona. Esplicitandoli, ma soprattutto non separandoli, se ne coglie anche la dimensione Soprannaturale, ineludibile per raggiungere la pienezza d'essere, cui singolarmente e comunitariamente siamo ordinati. 
L'immagine a lato riguarda evidentemente una metafora di conio rabbinico del crogiolo costituito dagli USA; ma risulta emblematica per ciò sta globalmente diffondendosi, oggi. Tolte le sacche fondamentaliste e il messianismo ideologico che costituiscono le focalizzazioni dei problemi del nostro tempo e sembrano orientare inesorabilmente le vicende odierne. Mentre, di fatto, la Chiesa oggi ha sostituito: 
  1. al munus docendi, il dialogo senza rete e la dissoluzione dei dogmi, al posto della loro fondante incandescenza; 
  2. al munus regendi, l'alternarsi di desistenzaautoritarismo, al posto dell'Autorità; 
  3. al munus sanctificandi, la rappresentazione creativa antropocentrica, al posto dell'Actio teandrica (divino-umana) del Signore attraverso il sacerdote nella Liturgia e del corpo mistico di Cristo, a partire dalla Liturgia, che feconda il vivere quotidiano che da essa parte ed in essa confluisce;
  4. alla sua ragion d'essere e funzione di salvezza universale, portando l'unicità del Signore nella storia fino ai confini del mondo e fino alla fine dei tempi, un melting pot di equalitarismi da Nuovo Ordine Mondiale...

A.Socci. C'è una novità nel giallo del terzo segreto di Fatima

Il libro di Socci sul 'quarto segreto' di Fatima [qui] è ben documentato e convincente nelle sue deduzioni. Questa 'novità' le confermerebbe. E confermerebbe anche l'autoritarismo di Bertone nel diffondere una diversa interpretazione più accomodante [qui] ma evidentemente non definitiva.

C’è una novità nel giallo del “terzo segreto di Fatima”, una profezia che attraversa tutto il Novecento e sembra proiettata alla sua realizzazione finale.

La novità è contenuta in una pubblicazione ufficiale del Carmelo di Coimbra, quello dove è vissuta ed è morta (nel 2005) suor Lucia dos Santos, l’ultima veggente. S’intitola “Un caminho sob o olhar de Maria” (Un cammino sotto lo sguardo di Maria) ed è una biografia di suor Lucia, scritta dalle consorelle, con dei preziosi documenti inediti della stessa veggente.

Prima di vederli bisogna ricordare bene qual è la storia di Fatima.

LA STORIA DI UN SECOLO

Nel divampare della Grande Guerra, il 13 maggio 1917 la Madonna appare, nel villaggio portoghese, a tre pastorelli.

I giornali laici irridono i “creduloni” sfidando la Vergine a dare un segno pubblico della sua presenza. Lei preannuncia ai tre bimbi che darà il segno e nell’ultima apparizione, quella del 13 ottobre, 70 mila persona accorse alla Cova de Iria assistono terrorizzati al vorticare del sole nel cielo. Un fenomeno che l’indomani sarà riferito sui giornali (pure anticlericali).

sabato 16 agosto 2014

Nel campo dei cristiani stremati di Erbil

Dal Corriere della Sera 10 agosto [qui]

[...] I giovani chiedono armi. Gli anziani approvano. «Le nostre sofferenze di oggi sono il preludio di quelle che subirete anche voi europei e cristiani occidentali nel prossimo futuro», dice il 47enne Amel Nona, l’arcivescovo caldeo di Mosul fuggito ad Erbil. Il messaggio è inequivocabile: l’unico modo per fermare l’esodo cristiano dai luoghi che ne videro le origini in epoca pre-islamica è rispondere alla violenza con la violenza, alla forza con la forza. Nona è un uomo ferito, addolorato, ma non rassegnato. «Ho perso la mia diocesi. Il luogo fisico del mio apostolato è stato occupato dai radicali islamici che ci vogliono convertiti o morti. Ma la mia comunità è ancora viva». È ben contento di incontrare la stampa occidentale. «Per favore, cercate di capirci - esclama -. I vostri principi liberali e democratici qui non valgono nulla. Occorre che ripensiate alla nostra realtà in Medio Oriente perché state accogliendo nei vostri Paesi un numero sempre crescente di musulmani. Anche voi siete a rischio. Dovete prendere decisioni forti e coraggiose, a costo di contraddire i vostri principi. Voi pensate che gli uomini sono tutti uguali - continua l’arcivescovo Amel Nona - Ma non è vero. L’Islam non dice che gli uomini sono tutti uguali. I vostri valori non sono i loro valori. Se non lo capite in tempo, diventerete vittime del nemico che avete accolto in casa vostra».

Una tragica sorte e una prima risoluzione.

Riprendo da Rorate Caeli, che ricorda anche i cristiani di Aleppo [qui]. 
Una prima risposta agli appelli. 

Ieri sera, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite [qui] ha diramato l'ultima versione della prima risoluzione sugli islamisti che hanno espulso centinaia di migliaia, e violentato e ucciso un numero imprecisato di cristiani e di altre minoranze in Iraq e Siria. I paesi e gli individui che finanziano i gruppi terroristi sono oggetto di sanzioni. 
Si tratta di una risoluzione complessa, perché molti articoli sono applicazioni nuove di elementi già presenti nelle risoluzioni anti-terrorismo precedenti; ma è un buon segno di risposta nonostante il suo ritardo. Che ci piaccia o no, il coordinamento internazionale in materia di sicurezza dopo la seconda guerra mondiale dipende quasi sempre dal Consiglio di sicurezza dell'ONU e dall'accettazione dei fatti da parte dei suoi cinque membri permanenti. Quindi questo è un inizio, in quanto fornisce una base giuridica per ulteriori azioni.

Mamma... li radicali: integrazione della Turchia! E preghiere "per la pace"

Danilo Quinto su Radio spada [qui]. Ineccepibile e senza mezzi termini. Il discorso coinvolge i radicali come realtà politica e come fautori di una corrente di pensiero e corrispondenti linee politiche che seduce anche molti cosiddetti "cattolici adulti" per il solo motivo che il termine adulti, ormai è chiaro, sta per adulterati...

Il Santo Padre, probabilmente, avrebbe avuto anche piacere di essere lì, in mezzo a questa povera gente”, dice il cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, prima di partire per l’Iraq, per “andare incontro” – a nome del Pontefice – “ai poveri di oggi”.

Sono martiri cristiani, quei poveri di oggi e rinverdiscono il senso più autentico e profondo della religione che ha come suo fondamento il Dio che si è fatto Persona, che insieme al Padre e allo Spirito Santo dà all’uomo l’unica speranza di salvezza.

Sono martiri cristiani, quei poveri di oggi, vittime sacrificali delle orde islamiche, che perseguitano i cristiani con i loro progrom, in tutti i paesi dove detengono il potere e che si apprestano a conquistare l’Europa – come già hanno dichiarato di voler fare – se non saranno fermate in tempo.

Sono martiri cristiani, quei poveri di oggi, con i loro bambini sgozzati e seppelliti vivi o – se gli va bene – costretti  a camminare per chilometri senza scarpe, che hanno dovuto lasciare insieme a tutto il resto, per percorrere la strada dell’esodo dalle loro case, che abitavano da duemila anni [I Cristiani iracheni sono i discendenti degli antichi popoli mesopatamici. Quindi lasciano terre e case dove vivevano da settemila anni]. Ora, la pelle dei loro piedi scalzi, mangiata dal sole, si stacca a brandelli. Solcano la terra, lasciando impronte di sangue. Quei bambini parlano la stessa lingua di Gesù, l’aramaico e il loro sangue è quello di Gesù, che si sparge ancora, perché ciascuno di noi lo possa riconoscere.

venerdì 15 agosto 2014

Dormizione e Assunzione della Vergine. Il filmato della proclamazione del dogma

Il testo che segue ci fa entrare nella Festività di oggi. Ma desidero anche riproporvi il filmato storico sulla proclamazione del Dogma dell'Assunzione. L'ho rivisto con commossa attenzione e credo che siamo tutti unanimi nel chiedere e credere che la Chiesa ritrovi il fulgore e lo spessore, presenti in quell'evento, che le sono propri oggi e sempre, anche se - per ricordare un'immagine di S. Ambrogio - al momento la sua visibilità è ridotta ad un falcetto di luna. Vi invito ad ascoltare, nelle parole dell'Omelia, oltre alle edificanti espressioni, in che termini Papa Pio XII si rivolge ai poveri e ai sofferenti... Una notazione: lo speaker non manca di retorica, raffrontato allo stile ed ai gusti di oggi; ma ci ho sentito anche la 'sostanza', che non può mai venir meno.


Dormizione e Assunzione della Vergine

Come ricordava il Papa, il Cielo ha un cuore: quello della Vergine Maria, che fu portata in corpo e anima accanto a suo Figlio, per sempre.

Gli ultimi anni di Maria sulla terra – quelli che intercorsero tra la Pentecoste e l’Assunzione –, sono rimasti avvolti in una nebbia tanto spessa che quasi non è possibile penetrarli con lo sguardo e ancor meno indovinarli. La Scrittura tace e la Tradizione ci tramanda solamente qualche eco lontano e incerto. La sua esistenza trascorse silenziosa e laboriosa: come una sorgente nascosta che dà fragranza ai fiori e freschezza ai frutti. Hortus conclusus, fons signatus (Ct 4, 12), la chiama la liturgia con parole della Sacra Scrittura: giardino chiuso, fontana sigillata. E anche: pozzo d’acque vive e ruscelli sgorganti dal Libano (ibid., 15). Come quando stava accanto a Gesù, non si faceva notare, ma vegliava sulla Chiesa dei primi tempi.

Regina in coelum Assumpta, ora pro nobis!

Regina in coelum Assumpta, ora pro nobis!
Buona Festa dell'Assunta a tutti!

Per ricordare l'Assunta, riprendo, come d'abitudine, questa bellissima immagine di Tiziano che, nel 2011, campeggiava nello splendido Simposio Mariologico [qui], organizzato dai Francescani dell’Immacolata a Frigento, sull’Assunzione di Maria:
Assunta in cielo perché corredentrice sulla terra  (resoconto dal link sopra).

Colgo l'occasione per tornare alla conferenza su Maria Corredentrice, tenuta da par suo in quel Simposio da Mons. Brunero Gherardini, di cui vi ripropongo l'ascolto.
Repetita iuvant, per i lettori abituali e per chi ci legge solo adesso.

giovedì 14 agosto 2014

Iraq, Papa all’Onu: “Fermare la tragedia umanitaria in Iraq”

Dal Sito della Santa Sede [qui]. Di seguito pubblichiamo la lettera del papa al Segretario Generale delle Nazioni Unite.
Clicca per ingrandire
A lato l'immagine dell'appello del Patriarca caldeo cattolico Sako, il quale dà un nome agli aggressori e ai responsabili prossimi e remoti. Eccone un passaggio: « ... gli Stati Uniti d'America, anche a causa del loro precedente coinvolgimento in Iraq, l'Unione Europea, e la lega dei paesi Arabi hanno la responsabilità di agire rapidamente per trovare una soluzione. Devono ripulire la valle di Ninive da tutti i guerrieri jihadisti e aiutare queste famiglie profughe a tornare ai loro luoghi di origine e ricostruire le loro vite in modo che possano conservare e praticare la loro religione cultura e tradizioni tramite una campagna internazionale attiva ed efficace fin quando il governo centrale dell'Iraq e il governo regionale del Kurdistan prenderanno le redini della situazione. Mi rattrista pensare che esse scelgano la migrazione come unica alternativa. Se la situazione non cambia il mondo intero dovrà assumersi la responsabilità di un lento genocidio di una componente autentica della società irachena e della perdita della sua antica eredità culturale. ISIS sta cercando di cancellarne interamente le tracce!...»

A Sua Eccellenza 
il Sig. Ban Ki-moon 
Segretario Generale 
Organizzazione delle Nazioni Unite

È con il cuore carico e angosciato che ho seguito i drammatici eventi di questi ultimi giorni nel nord Iraq, dove i cristiani e le altre minoranze religiose sono stati costretti a fuggire dalle loro case e assistere alla distruzione dei loro luoghi di culto e del patrimonio religioso. Commosso dalla loro situazione, ho chiesto a Sua Eminenza il Cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, che ha servito come Rappresentante dei miei predecessori, Papa San Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI, presso il popolo in Iraq, di manifestare la mia vicinanza spirituale e di esprimere la mia preoccupazione, e quella di tutta la Chiesa cattolica, per la sofferenza intollerabile di coloro che desiderano solo vivere in pace, armonia e libertà nella terra dei loro antenati.

14 agosto. San Massimiliano Kolbe

Imperdibile, da Riscossa cristiana, un articolo di Chiara Gnocchi [qui]. Da meditare e incidere a lettere di fuoco.

Solo quando si è disposti a dare tutto per la Madre di Dio, e quindi per suo Figlio, il sacrificio di sé diventa l’estremo atto d’amore che santifica. Senza questa sacra radice, qualsiasi sacrificio sarebbe vano, un tentativo inutile di glorificare la propria vita. Con il suo gesto, San Massimiliano ha portato a compimento una vita offerta tutta per la gloria di Dio. Per questo il suo dolore fisico e morale è divenuto balsamo per tante anime.
Secondo me la Missione non può continuare senza il sacrificio di qualche suora”.
Sicuro Madre. Due frati sono già morti, ora tocca a noi morire qui, in martirio, come offerta a Cristo per il bene della missione, per tutta la Nigeria”.

Questa brevissimo dialogo tra due suore Francescane dell’Immacolata, di cui sono stata testimone durante la mia missione in Nigeria, rimarrà sempre incastonato nella mia anima. È stato difficile, per me, accettare che due donne giovanissime fossero disposte così serenamente al martirio. E sono sicura che non avrei compreso il vero senso di quelle parole se non avessi avuto la grazia conoscere la figura di San Massimiliano Kolbe, a cui si ispirano i Francescani dell’Immacolata.

Solennità dell'Assunta secondo Tradizione a Grottammare

Venerdì 15 agosto, solennità della Santissima Madre di Dio Assunta in Cielo, alle ore 5,30 del mattino nella Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista in Piazza Sisto V di Grottammare Alta (uscita A14 Grottammare) provincia di Ascoli Piceno sarà celebrata la Santa Messa Cantata nel Rito Romano Antico disciplinato dal Motu Proprio Summorum Pontificum.
Prima della Messa sarà recitato il Santo Rosario con il canto delle Litanie Lauretane.
È stata così ripristinata l’antica tradizione del pellegrinaggio al paese alto di Grottammare all’alba dell’Assunta quando dai vari centri del territorio sistino le famigliole si recavano a piedi al Paese Alto per confessarsi e per assistere alla Messa.

mercoledì 13 agosto 2014

Alessandro Gnocchi, sulla manipolazione del linguaggio

Un grazie di cuore ad Alessandro Gnocchi per averci messo a disposizione questo suo ultimo scritto su Il Foglio di oggi.

Eppure gli innocenti continuano a morire e nascere secondo leggi che offendono Dio e umiliano l’uomo. Eppure oggi, ancora più di avantieri, la buona morte e la buona nascita sono lì per diventare moneta sonante anche dove avevano incontrato almeno un po’ di opposizione. Eppure l’eugenetica e gli altri mali che inquietavano Chesterton al principio del secolo scorso si stanno incarnando all’inizio di quello in corso. Si potrebbe riempire una pagina di “eppure” mettendo alla fine del conto il crescente massacro di cristiani. Eppure gli intellò[1] cattolici e i pastori che solo un pontificato fa menavano vanto di “non negoziare” adesso sono altrove, oppure, se va bene, suonano un’ottava sotto e tirano sul prezzo. 

Un epilogo per il quale non si può neanche evocare la grandezza romantica di una trahison, perché quei clercs così solerti nell’assecondare Benedetto XVI non si battevano per dei principi: difendevano una linea. Nel Paese che ospitava il Papa dei valori non negoziabili, si trattava di un segno tracciato appena un poco più avanti che in altre lande, ma nulla di più.

Cambiato il capo, è cambiata la linea. Oggi, intellò, pastori e pecorelle, salvo rare e lodevoli eccezioni, battono la nuova frontiera delle periferie esistenziali dove la valuta dottrinale e quella morale si assoggettano a un misericordioso cambio a tasso variabile. Domani chissà.