Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 20 ottobre 2025

Il “Novus Ordo latino” non è la soluzione

Nella nostra traduzione da Substack.com
Il “Novus Ordo latino” non è la soluzione
Per favore, smettetela di dire che questo è "uguale alla" Messa antica che ci state togliendo.
Peter Kwasniewski 16 ottobre

Sulla scia della Traditionis Custodes, sembra che non passi mese senza che qualche prelato o pastore, presumibilmente ben intenzionato, suggerisca che una sostituzione soddisfacente delle Messe tradizionali in latino cancellate sia "celebrare il Novus Ordo in latino". Più di recente, lo abbiamo visto proclamare in un'umiliante omelia dal pulpito di una basilica a Chattanooga. [Non ha mancato di dirlo neppure Leone XIV (qui) - ndT].

Benintenzionata o meno, questa idea è assolutamente irrealizzabile, per diverse ragioni.

domenica 19 ottobre 2025

Colligite fragmenta / XIX domenica dopo Pentecoste

Nella nostra traduzione da OnePeterFive siamo in grado di fornire in anticipo e, in contemporanea, diventa ancor più efficace, la consueta meditazione settimanale di p. John Zuhlsdorf, che ci aiuta ad approfondire i doni spirituali della Messa della Domenica qui .

Colligite fragmenta /
XIX domenica dopo Pentecoste


Quando arriva questa domenica, con la sua vivace Colletta, mi viene in mente il martire Sant'Espedito, vissuto all'inizio del IV secolo. Il testo latino della Colletta recita:
Omnipotens et misericors Deus,
universa nobis adversantia propitiatus escludono:
ut mente et corpore pariter expediti,
quae tua sunt, liberis mentibus exsequamur.
Tradotto pedissequamente:
Dio onnipotente e misericordioso, essendo stato placato,
ha escluso tutto ciò che ci si oppone,
affinché, ugualmente liberi nella mente e nel corpo,
possiamo con menti libere compiere ciò che è gradito a Te.
Quel “ quae tua sunt ” è una variazione di frasi come “ quae tibi sunt placita… cose che ti piacciono” come nella Colletta della sesta domenica dopo l’Epifania o “ quae recta sunt … cose che sono buone, rette, giuste”.

Dominica XIX post Pentecosten ("Salus populi")

Ripubblico per chi ci legge solo ora e anche per rinnovare il nostro approfondimento degli insegnamenti che nutrono la nostra fede, ripercorrendo con fedeltà l'anno liturgico. Da ogni celebrazione e dalle provvidenziali ripetizioni, infatti, attingiamo sempre cose nuove che ci edificano e ci sostengono. Proprio della Santa Messa di oggi qui.

Dominica XIX post Pentecosten 
("Salus populi")

Messa

Il capo augusto del popolo di Dio è salvezza dei suoi in tutti i loro mali e lo ha dimostrato in modo evidente domenica scorsa, ridonando salute al corpo e all'anima del povero paralitico, che ci raffigurava tutti. Ascoltiamo con riconoscenza ed amore la sua voce e promettiamo la fedeltà che chiede. La sua legge osservata ci difenderà dalle ricadute.

Intróitus
Salus populi ego sum, dicit Dóminus: de quacumque tribulatione clamaverint ad me, exaudiam eos: et ero illorum Dominus in perpetuum.
 (Ps. 77, 1) Attendite, popule meus, legem meam: inclinate aurem vestram in verba oris mei.
V Gloria Patri, et Filio, et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio, et nunc, et semper, et in sæcula sæculorum. Amen. 
 – Salus populi (usque ad Ps.).

Orátio
Omnípotens et miséricors Deus, univérsa nobis adversántia propitiátus exclúde: ut mente et córpore páriter expedíti, quæ tua sunt, líberis méntibus exsequámur. Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum.  M. - Amen.

Graduale
Dirigatur orátio mea, sicut incensum in conspectu tuo, Dómine.
Elevátio mánum mearum sacrificium vespertinum.
Allelúia, Allelúia
Ps 104,1 Confitémini Dómino, et invocáte nomen eius annuntiáte inter gentes ópera eius. Allelúia
Introito
Io sono la salvezza del popolo, dice il Signore: in qualunque calamità mi invocheranno, io li esaudirò, e sarò il loro Signore in perpetuo.
Sal. 77, 1 - Ascolta, o popolo mio, la mia legge: porgi orecchio alle parole della mia bocca. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora, e sempre, e nei secoli dei secoli, Amen…
Io sono la salvezza del popolo, dice il Signore...

Colletta
Onnipotente e misericordioso Iddio, allontana propizio da noi quanto ci avversa: affinché, ugualmente spediti d’anima e di corpo, compiamo con libero cuore i tuoi comandi. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i sécoli dei sécoli.

Graduale
Salga, o Signore, la mia preghiera come incenso al tuo cospetto. 
Le mie mani si innalzino verso di te, come il sacrificio della sera.
Allelúia Allelúia
Sl 104,1 Lodate il Signore ed invocate il suo nome; narrate alle genti le sue opere. Allelúia

sabato 18 ottobre 2025

Grave appello del vescovo Strickland

Sulla nomina del Card. Cupich in Vaticano, Qui l'indice dei precedenti.
Grave appello del vescovo Strickland

Miei cari fratelli e sorelle
Oggi, 15 Ottobre, con profondo dolore per lo stato della nostra amata Chiesa, devo parlare. Papa Leone XIV ha nominato il Cardinale Blasé Cupich di Chicago al Consiglio di Governo della Città del Vaticano. Non si tratta di un piccolo atto amministrativo; è una dichiarazione di indirizzo.

Il cardinale Cupich si è pubblicamente opposto alla Messa latina tradizionale, ha tollerato e persino celebrato i politici che promuovono l'aborto e ha costantemente indebolito coloro che difendono la sacralità della vita e la pienezza della dottrina cattolica. Elevare un uomo simile a uno degli organi di governo del Vaticano significa inviare un messaggio ai fedeli cattolici di tutto il mondo: la fedeltà alla tradizione e alla legge morale è ora considerata un ostacolo piuttosto che una luce.

Dilexi Te e il pericolo del neo-fariseismo

Nella nostra traduzione da OnePeterFive, anticipiamo la seguente analisi della recente esortazione apostolica di Leone XIV, in attesa della nostra ancora in fieri.

Dilexi Te e il pericolo del neo-fariseismo

L’Esortazione Apostolica Dilexi Te, pubblicata da papa Leone XIV il 9 ottobre 2025, funge da anello di congiunzione tra i pontificati di Francesco e di Prevost.

I temi riprendono quelli ribaditi instancabilmente negli ultimi dodici anni: povertà, una Chiesa povera, il primato dell’assistenza sociale, la condanna delle disuguaglianze economiche, la giustizia sociale, la teologia del popolo, la cultura dello scarto, la crisi ecologica, la doppia povertà delle donne (dovuta alla negazione dei diritti), l’emergenza umanitaria dei migranti, la necessità politica dei movimenti popolari (le celebri comunidades de base di bergogliana memoria), l’imperativo di utilizzare scienza e tecnologia per trasformare la società, e soprattutto la fiducia incrollabile negli Stati e nelle organizzazioni internazionali — presentati come agenti privilegiati della giustizia sociale e perfino descritti come custodi di un fantomatico e inquietante “diritto di controllo”.

Imparare il latino liturgico, lezione 14

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis proseguono le lezioni settimanali sul latino liturgico. Clicca qui per l'elenco di tutte le lezioni precedenti.

Imparare il latino liturgico, lezione 14
sit nomen Domini benedictum in saecula


Iniziamo rivedendo gli argomenti grammaticali specifici che abbiamo trattato. Dopo aver discusso la pronuncia (Lez,1) (incluso l'accento sillabico) e i casi nominali (Lez.1/grammatica), abbiamo studiato le flessioni, ovvero le diverse desinenze, dei nomi della prima declinazione. Qualche settimana dopo, ho introdotto i verbi latini, poi abbiamo imparato le sei forme indicative al presente del verbo esse ("essere"). La settimana successiva, abbiamo imparato le coniugazioni al presente, all'indicativo e alla forma attiva dei verbi della prima coniugazione ( -are ). Successivamente, abbiamo imparato le flessioni dei nomi maschili della seconda declinazione e dei nomi neutri della seconda declinazione. Più recentemente, abbiamo studiato le varie forme ( nos , nobis , ecc.) del pronome personale di prima persona plurale e abbiamo iniziato ad acquisire familiarità con i nomi della terza declinazione.

venerdì 17 ottobre 2025

``Tolle Missam, tolle Ecclesiam`` /Dichiarazione di mons. Viganò a proposito della Comunità religiosa dei Figli del Santissimo Redentore

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
``Tolle Missam, tolle Ecclesiam``
Dichiarazione dell’Arciv. Carlo Maria Viganò
a proposito della Comunità religiosa
dei Figli del Santissimo Redentore


Verrà il giorno,
in cui non si sopporterà più la sana dottrina,
ma, per il prurito di udire qualcosa di nuovo,
gli uomini si circonderanno di maestri
secondo le proprie voglie,
rifiutando di dare ascolto alla verità.
2 Tim 4, 3
Pochi giorni or sono, dopo diciassette anni di tensioni con il Vaticano e con il Vescovo di Christchurch in Nuova Zelanda, culminate con un ordine di espulsione dalla Diocesi confermato con un decreto dalla Santa Sede, la Comunità dei Redentoristi Transalpini ha diramato una Lettera Aperta (qui) nella quale denuncia i principali errori della chiesa conciliare-sinodale, la sua aperta ostilità nei riguardi della Messa Apostolica e le malversazioni di cui i Figli del Santissimo Redentore sono stati oggetto. Nella Lettera Aperta i padri Redentoristi affermano che «si è spezzata la catena di comando» all’interno della Gerarchia: «Quando un superiore si allontana dalla propria obbedienza a Cristo Re, il suo comando non è più il braccio di Cristo, ma il gesto di un uomo. (IIa IIæ, q. 104, a. 5)».

La crisi dell’Autorità nella Chiesa Cattolica è ormai palese. Nel piano degli eversori, essa deve condurre alla dissoluzione del corpo ecclesiale, per sostituire la Chiesa Cattolica Apostolica Romana con un surrogato di origine umana e di ispirazione massonica. Strumento principale di questo sovvertimento è la sinodalità, ossia l’applicazione dei principi rivoluzionari della democrazia e della rappresentatività popolare ad una istituzione di origine divina che il suo Fondatore Gesù Cristo ha voluto monarchica e gerarchica. In questo modo, spezzato il vincolo di obbedienza a Dio, l’Autorità diventa assoluta e tirannica, non dovendo rispondere delle proprie decisioni né a Nostro Signore Gesù Cristo né al popolo cristiano. Questa rivoluzione permette di manipolare i fedeli e far loro credere che le innovazioni e le eresie introdotte dalla Gerarchia siano richieste dalla base, mentre in realtà sono imposte da una lobby di deviati nella Fede e nella Morale.

Non posso che lodare il coraggio di questi Redentoristi, la cui denuncia si aggiunge alle altre che con sempre maggiore frequenza mostrano lo scandalo e il grande malessere del Clero e del popolo di Dio nei riguardi di una Gerarchia ribelle e apostata. Non siamo più all’ecumenismo conciliare verso le sette acattoliche (pur condannato dai Pontefici fino a Pio XII), ma all’accettazione e alla legittimazione di tutte le false religioni e idolatrie, e dei punti programmatici dell’Agenda globalista (pansessualismo LGBTQ+, immigrazionismo, ecologismo), ai quali la “chiesa sinodale” è totalmente allineata.

Questa crisi ha è di natura teologica e non canonica. Essa riguarda lo smantellamento sistematico della perenne Tradizione della Chiesa Cattolica Apostolica Romana e la dissoluzione del Depositum Fidei: è dunque con argomenti teologici che può essere affrontata. Giudicare i singoli casi individualmente alla luce del Diritto Canonico, senza correlarli tra loro nel contesto più vasto di un’azione eversiva pianificata da decenni e attuata con la cooperazione attiva e consapevole di gran parte dell’Episcopato, non fa che dare riconoscimento ufficiale ad un’Autorità deviata e deviante, a usurpatori che si avvalgono del potere di cui si sono impadroniti contro la volontà di Nostro Signore Gesù Cristo, Capo del Corpo Mistico, ai danni dei Fedeli, per scopi opposti a quelli che Nostro Signore ha stabilito per la Sua Chiesa.

Esorto i Figli del Santissimo Redentore e i loro fedeli con le parole di San Pietro: Resistete forti nella fede, sapendo che le medesime sofferenze affliggono i vostri fratelli sparsi nel mondo (Pt 5, 9). La Fondazione Exsurge Domine – con la quale i Redentoristi Transalpini hanno già relazioni di fraterna amicizia – io stesso come Arcivescovo e Successore degli Apostoli; insieme ai Chierici della Fraternità della Familia Christi, anch’essi perseguitati e “cancellati” dalla “chiesa bergogliana”; insieme ai tanti Sacerdoti e Religiosi sparsi nel mondo che seguo stabilmente, assicuriamo loro il nostro pieno sostegno, nella latitanza e nel silenzio complice dei Pastori pavidi e codardi. Poiché sta scritto: Se questi taceranno, grideranno le pietre (Lc 19, 40).
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
17 Ottobre MMXXV
S.ctæ Margaritæ Mariæ Virg.

La stanza della preghiera islamica in Vaticano: oh vescovi, vi siete bevuti il cervello?

In realtà si tratta di una stanza per la preghiera offerta nella Biblioteca Vaticana a studiosi che passano lì giornate di studio. Ma Posso avere una stanza per pregare quando studio alla Mecca? No, non lasciano entrare studiosi cristiani. Sembra che il Vaticano si stia piegando all'Islam. È un'ottica strana. Questo non sarebbe mai restituito dai musulmani a cristiani o ebrei. Indice precedenti qui.

La stanza della preghiera islamica in Vaticano:
oh vescovi, vi siete bevuti il cervello?

Giulio Meotti
Quante sale di preghiera cristiane ci sono alla Mecca? Zero. Campane? Zero. Croci? Zero. Bibbie? Zero. La Chiesa è impazzita: "Volevano una stanza con un tappeto per pregare e gliela abbiamo data".
“Quando nelle scuole dei loro figli si prostreranno verso la Mecca, i laici di cartapesta stenderanno tappetini di preghiera”, scrivevo due anni fa.

La scuola italiana è quella che è, ma neanche io avrei pensato di vedere il Vaticano stendere tappetini di preghiera all’interno delle proprie mura. Forse in qualche chiesa di Sant’Egidio. Ma il soglio di Pietro? E invece.

Il vescovo cattolico pakistano John Joseph nel 1998, per richiamare l’attenzione del mondo sulla persecuzione dei cristiani, si sparò alla testa all’entrata del tribunale dove si svolgeva il processo a un cristiano condannato a morte per “blasfemia”.

Abbandonare la Chiesa non ha alcun fascino per chi ama la Tradizione

Nella nostra traduzione da Substack.com. Niente di nuovo per noi. Ma giova riprendere argomenti da rispolverare, anche per chi legge solo ora. La papolatria è la falsa devozione di chi non vede nel Papa regnante uno dei 265 successori di Pietro, ma lo considera un nuovo Cristo in terra, che personalizza, reinterpreta, reinventa il Magistero dei suoi predecessori, accrescendo, migliorando e perfezionando la dottrina di Cristo. La papolatria, prima di essere un errore teologico è un atteggiamento psicologico e morale deforme. I papolatri sono generalmente conservatori o moderati che si illudono sulla possibilità di raggiungere buoni risultati nella vita senza lotta e senza sforzo. Il segreto della loro vita è adattarsi sempre, per trarre il meglio da ogni situazione. Per loro è tutto tranquillo e non c’è da preoccuparsi di nulla: la realtà per essi non ha mai i caratteri di un dramma. Il governo della Chiesa è monarchico, ma il papa non è un monarca assoluto. Il suo potere è limitato dal diritto divino naturale o positivo e dai pronunciamenti solennemente formulati ex cathedra dai suoi predecessori. Precedenti. qui - qui.

Abbandonare la Chiesa non ha alcun fascino
per chi ama la Tradizione

Perché fare del papa il fine ultimo del cattolicesimo è una strada sicura verso la catastrofe
Peter Kwasniewski

Nell'immagine a lato: Le porte ovest della Catedral Nueva di Salamanca

Negli ultimi dodici anni (e continuando così), si sente di cattolici che hanno perso o messo in discussione la propria fede perché pensano: "Se un papa può sbagliarsi così tanto, allora la religione cattolica non deve essere vera".
Sicuramente dovremmo essere meno fragili..

Perché il papa dovrebbe essere visto come il "tutto e per tutto" del cattolicesimo? Come l'unica misura di ciò in cui la Chiesa crede e di come dobbiamo vivere e adorare? Questa visione dovrebbe sembrarci francamente bizzarra. Siamo eredi di 2000 anni di tradizione ecclesiastica. Abbiamo la Scrittura che, nonostante le sue oscurità e sottigliezze, insegna con grande chiarezza importanti principi fondamentali. Abbiamo la sacra liturgia, la lex orandi, che da semi apostolici è cresciuta organicamente nei grandi riti d'Oriente e d'Occidente, rendendo notevole testimonianza della lex credendi. Abbiamo gli scritti e la testimonianza di una schiera di santi, tra cui Padri della Chiesa, Dottori e mistici (basti pensare, ad esempio, al Dialogo di Santa Caterina da Siena!); abbiamo centinaia di catechismi reciprocamente coerenti risalenti a prima del crollo conciliare. Quasi ogni papa che abbiamo avuto ha venerato queste fonti e ne ha tratto il proprio insegnamento.

giovedì 16 ottobre 2025

Il cardinale Sarah in un'intervista: Ho parlato con il Papa della Messa tradizionale, lui ne è consapevole, è il Padre di tutti.

Nella nostra traduzione da Rorate Caeli, una presa di posizione cattolica, da parte di un porporato... Precedente qui. Tolto qualche spiraglio, contraddetto dalle nuove restrizioni attuate dai vescovi USA, manca ancora un intervento concreto del papa nei confronti della tradizione [quiqui - qui - qui].

Card. Sarah: Ho parlato con il Papa della Messa tradizionale,
lui ne è consapevole, è il Padre di tutti.


[Intervistatore:] A Saint-Anne d'Auray, ci ha ricordato che l'uomo è grande quando è in ginocchio. Un uomo è grande quando è in ginocchio. Conosciamo quindi il suo attaccamento alla liturgia tradizionale. Recentemente ha affermato di sperare che il motu proprio Traditionis custodes possa essere modificato. Oggi, beh, non c'è nulla di veramente nuovo. Cosa si aspetta dal nuovo papa riguardo a questo motu proprio, che è stato particolarmente doloroso in Francia, a causa dell'applicazione a volte molto malevola di questo motu proprio da parte di alcuni vescovi? Spera che venga almeno modificato o ritirato?

[Cardinale Sarah:] Credo ancora che tutti noi abbiamo bisogno di riflettere all'interno della Chiesa. Quando Gesù istituì il sacramento dell'Eucaristia, pregò per la nostra unità. Che tutti siano una cosa sola.