Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 12 dicembre 2025

I misteri dell'Avvento nella poesia inglese antica

I misteri dell'Avvento nella poesia inglese antica
Giovane era la donna, una fanciulla senza peccato, che Egli scelse come madre.

I Salmi della Bibbia ebraica sono un mondo poetico a sé stante. Lo stile espressivo, la potenza pura del linguaggio, il movimento fluido tra le cose celesti e quelle terrene, i ritmi che non sono metrici ma che tuttavia si percepiscono, anche nella traduzione, se la traduzione è buona: non ho trovato nulla di simile nella storia della letteratura europea. Tuttavia, c'è una tradizione poetica che più di ogni altra mi ricorda la poesia salmica, e per questo (tra gli altri) mi è particolarmente cara. Questa tradizione è la poesia dell'Inghilterra anglosassone.

giovedì 11 dicembre 2025

Questo Natale in Vaticano, per la prima volta, sarà esposto un Presepe 'prolife'

Il presepe di quest'anno in Vaticano, denominato "Nacimiento Gaudium" o "Nascita gioiosa", celebra gli oltre 25.000 bambini salvati dall'aborto grazie ai 40 giorni per la vita qui e sarà benedetto da Papa Leone XIV.
Questo Natale in Vaticano, per la prima volta,
sarà esposto un Presepe 'prolife'

Leggo su LifeSiteNews che la prossima settimana, per la prima volta nella sua storia, il Vaticano esporrà un presepe esplicitamente pro-life, che sarà anche benedetto il 15 dicembre da Papa Leone durante una cerimonia nell'Aula Paolo VI, dove rimarrà esposto per tutto il periodo natalizio e per la chiusura dell'Anno Giubilare della Speranza.

Il presepe intitolato "Nacimiento Gaudium" (Nascita gioiosa), ideato dall'artista sacra costaricana Paula Senoto con l'aiuto di 40 Days for Life  e, a detta dell'organizzatrice, a causa dell'evento, sarà conosciuto dal mondo intero anche "come il più grande grido di battaglia pro-life mai udito dal Vaticano".

Vescovi contro vescovi: la soluzione collaudata

Nella nostra traduzione da OnePeterFive viene illustrato "un metodo collaudato e sperimentato per porre fine all'eresia e sottolineata la responsabilità di ogni vescovo per questo: il "più grande atto di carità". Articolo datato; ma non per questo meno attuale.

Vescovi contro vescovi: la soluzione collaudata

Nota dell'editore: sotto il nuovo pontificato di Papa Leone, pubblicheremo ora questo promemoria mensile sul metodo collaudato e sperimentato per porre fine all'eresia e sulla responsabilità di ogni vescovo per questo, il "più grande atto di carità".

Nel 2023, tutti i cattolici ortodossi di buona volontà hanno appreso la notizia della condanna dell'eresia da parte di Sua Eccellenza il Vescovo Paprocki su una delle più importanti riviste americane, First Things. Si trattava apparentemente di una condanna della sfacciata sfida del Cardinale McElroy alla teologia morale cattolica in due articoli ( qui e qui ) su America – un collegamento sottolineato dalla citazione letterale del Vescovo Paprocki dal primo articolo del cardinale. Tuttavia, Sua Eccellenza dichiarò poco dopo (su Raymond Arroyo) di non voler fare nomi, ma di avere in mente anche i cardinali europei.

Coraggio virile
I fedeli cattolici confrontano i vescovi di oggi con i santi vescovi di un tempo e trovano che i primi mancano di coraggio virile. Non sembrano agire come dovrebbero fare gli uomini di Dio: con zelo, pieni di fede e carità.

mercoledì 10 dicembre 2025

L’Intelligenza Artificiale messa alla prova del tomismo riapre la questione dell’essere, della verità e del fine ultimo

La sfida teoretica posta dall’intelligenza artificiale tocca il nucleo metafisico della modernità, là dove la persona è stata concepita come nodo di processi informazionali. L’intelligenza artificiale messa alla prova del tomismo riapre la questione dell’essere, della verità e del fine ultimo, che la semantica corrente tende a rimuovere. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.

L’Intelligenza Artificiale alla prova del tomismo

Che cosa accade all’uomo quando egli inizia a conferire il nome di “intelligenza” a un artefatto, ossia a qualcosa che per definizione non possiede in sé il principio del proprio agire, ma lo riceve interamente dall’esterno? La sfida teoretica posta dall’intelligenza artificiale non riguarda soltanto l’ambito della tecnica applicata o della regolazione giuridica di nuovi strumenti; tocca il nucleo metafisico della modernità, là dove la nozione stessa di intelletto è stata progressivamente ridotta a funzionalità calcolante, e la persona è stata concepita come nodo di processi informazionali.
Mettere l’intelligenza artificiale alla prova del tomismo significa allora sottoporre questa riduzione a un vaglio radicale, riaprendo la questione dell’essere, della verità e del fine ultimo, che la semantica corrente tende a rimuovere.

In Illo Tempore: II Domenica di Avvento

Nella nostra traduzione da OnePeterFive la consueta meditazione di P. John Zuhlsdorf che ogni settimana ci consente di approfondire i tesori di grazia ricevuti nella domenica precedente qui. Importante anche per i riferimenti al superamento dei problemi attuali.

In Illo Tempore: II Domenica di Avvento
P. John Zuhlsdorf – 6 dicembre 2025

La Chiesa ci propone, nella seconda domenica di Avvento, un passo del Vangelo secondo Matteo (11, 2-10) la cui struttura è composta da due movimenti che si rispecchiano come le estremità di un libro ben rilegato. Il primo riguarda l’identità di Cristo, ricercata dal Precursore incarcerato. Il secondo riguarda l’identità del Precursore, confermata da Cristo stesso.

Giovanni Battista, rinchiuso per aver denunciato senza timore l’unione illegittima di Erode, invia i suoi discepoli dal Signore con una domanda che risuona lungo tutta la storia della salvezza: “Sei Tu colui che deve venire, o dobbiamo aspettarne un altro?” (v.2). Nel cupo carcere di Macheronte, Giovanni attende l’esito non soltanto della sua missione, ma della promessa antica della venuta di Dio. La risposta di Cristo può sembrare evasiva alle orecchie moderne; eppure, per coloro che avevano familiarità con le Scritture d’Israele, essa risuonò con chiarezza inequivocabile. Il Signore rispose con un catalogo di segni che il profeta Isaia aveva da tempo associato alla venuta di Dio in mezzo al suo popolo: “Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete — dice il Signore —: i ciechi recuperano la vista e gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati e i sordi odono, i morti risorgono e ai poveri è annunciata la buona novella. E beato è colui che non si scandalizza di Me”.

L'Antico Rito Ambrosiano torna a Sant'Ambrogio dopo cinquant'anni

Per chi volesse approfondire. Precedenti sul Rito Ambrosiano qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui - qui

L'Antico Rito Ambrosiano torna a Sant'Ambrogio dopo cinquant'anni

Il teologo e scrittore statunitense Peter Kwasniewski ha annunciato che domenica prossima, 14 dicembre, alle ore 20.30, verrà celebrata una Messa solenne secondo l' antico rito ambrosiano (libri liturgici del 1954) nella Basilica di Sant'Ambrogio a Milano, precisamente accanto alla tomba di Sant'Ambrogio, uno dei grandi Padri della Chiesa latina...
Sono lieto di condividere una notizia davvero importante.
Per la prima volta dopo quasi cinquant’anni, domenica 14 dicembre alle ore 20:30, in occasione dell’Anno Giubilare, sarà celebrata una Messa Solenne secondo l’antico rito ambrosiano (libri liturgici del 1954) nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano, proprio sulla tomba di Sant’Ambrogio.
Per chi può essere presente di persona, è una splendida occasione per inviare un forte segnale alla Chiesa locale e universale: è tempo di abbandonare le restrizioni alla celebrazione di questo rito nobile e antichissimo. Riempiamo questa grande e imponente basilica per dire, chiaro e forte: siamo qui, siamo molti, siamo pieni di energia, e chiediamo soltanto di poter adorare Dio secondo questa venerabile tradizione ambrosiana, riscoprendo un immenso patrimonio di fede e spiritualità che altrimenti rischia di andare perduto. (Peter Kwasniewski)
Sarà la prima volta in quasi cinquant'anni che il Rito Ambrosiano antico – antecedente alle riforme postconciliari – verrà celebrato pubblicamente nella chiesa più emblematica della tradizione ambrosiana, in quanto inserito nell'ambito delle celebrazioni dell'Anno Giubilare promosse dall'arcidiocesi.
Kwasniewski sottolinea che chi potrà partecipare avrà l’opportunità di inviare un “messaggio chiaro” alla Chiesa locale e universale: è tempo di abbandonare le restrizioni che gravano sulla celebrazione di questo antico, nobile rito, profondamente radicato nella storia liturgica della Chiesa di Milano, al pari di quello romano per tutta la Chiesa.

Un numero importante di partecipanti costituirebbe una valida testimonianza sull'esistenza dei fedeli che amano questa tradizione, che non sono pochi e desiderano adorare Dio secondo la ricchezza spirituale della liturgia ereditata da sant'Ambrogio, che costituisce anch'essa un patrimonio liturgico che lotta per sopravvivere, con caratteristiche proprie e peculiari e che negli ultimi decenni ha condiviso col Rito Romano limitazioni, riforme e riduzioni che ne hanno messo a repentaglio la continuità.
È per questo che la sua salvaguardia rientra nel dovere di custodire un tesoro liturgico che esprime una fede, una musica e una spiritualità con oltre un millennio di storia. E dunque la celebrazione del 14 dicembre mira proprio a ravvivare l’interesse, promuoverne lo studio e reclamare il suo giusto posto all’interno della diversità liturgica della Chiesa.

martedì 9 dicembre 2025

Il cardinale Sarah chiede ai Musulmani di convertirsi. E invece Leone...

Qui l'indice degli articoli sul filo-islamismo.
Il cardinale Sarah chiede ai Musulmani di convertirsi.
E invece Leone...


Una cosa ovvia che diciamo da anni e che è tra le funzioni della Chiesa. Ed è l'unica cosa che può salvare noi e il nostro Occidente agonizzante nella morsa del nichilismo ormai trasformato in inversione. In ogni caso risulta che, nonostante la scarsa evangelizzazione in questo momento, circa il 25% dei musulmani di seconda generazione negli Stati Uniti rifiutano l'Islam. Con circa il 5% di conversione al cristianesimo. Qui in Europa – e anche in Italia – mancano dati (che io sappia) e consapevolezza, a giudicare da quanto le nostre giunte di sinistra incoscientemente permettono.

Per contro, ci risiamo...

Durante l’incontro ecumenico e interreligioso tenuto nella piazza dei Martiri a Beirut, Leone XIV dichiara: 
“Cari amici, la vostra presenza qui oggi, in questo luogo straordinario dove minareti e campanili stanno fianco a fianco, eppure entrambi si slanciano verso il cielo, testimonia la fede duratura di questa terra e la persistente dedizione del suo popolo all’unico Dio. In questa amata terra possano suonare insieme ogni campana e ogni adhān: possa ogni richiamo alla preghiera fondersi in un unico inno, elevato non solo per glorificare il misericordioso Creatore del cielo e della terra, ma anche per implorare di vero cuore il dono divino della pace”.

La musica non è affatto cambiata:
Ma quale unico inno a quale unico Dio? [vedi e anche qui]

Imparare il latino liturgico, lezione 21

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis, approfittiamo del lavoro di uno dei tanti appassionati studiosi d'oltreoceano Per chi è completamente digiuno di latino e ha interesse a colmare questa lacuna, così diffusa nelle ultime generazioni — e purtroppo anche tra i sacerdoti —, può trovare i rudimenti indispensabili per comprendere il latino ecclesiastico e porre le basi di un maggiore approfondimento in genere favorito dalla frequentazione delle liturgia dei secoli. Un piccolo inconveniente è dato dalla taratura per lettori anglofoni; ma penso agevolmente colmabile dall'efficacia del metodo. Qui l'indice degli articoli dedicati alla Latina Lingua, per le lezioni precedenti.

Imparare il latino liturgico, lezione 21
cecidimus quasi folium
...

Cliccate qui per un elenco di tutte le lezioni precedenti.

Oggi diamo un'occhiata a un concetto grammaticale e poi analizziamo la seconda strofa del meraviglioso inno d'Avvento Rorate Caeli.

[Inserisco in calce il testo e la traduzione dell'intero inno in parte usato come antifona di Avvento e il link per l'ascolto. In sostituzione del file originale ad usum lettori anglofoni. -ndT]

Composizione dei verbi
(preposizione + verbo)

In inglese, a volte creiamo un nuovo verbo usando una preposizione o un avverbio come prefisso aggiunto a un verbo esistente. Notate negli esempi seguenti come i significati del verbo originale e del nuovo verbo siano correlati, ma piuttosto diversi.
  • with + stand = withstand
  • by + pass = bypass
  • under + cut = undercut
  • out + source = outsource
Questo tipo di composizione verbale è più comune in latino che in inglese, e di fatto è una caratteristica distintiva del latino ecclesiastico. La composizione è importante per chi studia perché può aiutarci a ottenere la massima comprensione possibile da qualsiasi vocabolario abbiamo imparato. Se siete consapevoli e attenti alla possibilità della composizione verbale, potreste rendervi conto che un verbo inizialmente sconosciuto è solo una combinazione di una preposizione e un verbo che già conoscete. Potete quindi combinare il significato della preposizione con il significato del verbo e, usando come sempre il contesto come ulteriore guida, tentare di determinarne il significato. Ecco alcune preposizioni che potreste incontrare nei verbi composti:
  • a/ab/abs (“da, lontano da”)
  • ad ("a, verso")
  • circum ("intorno")
  • cum ("con")
  • de ("via da, giù da")
  • e/ex ("fuori da")
  • per ("attraverso"
  • sub ("sotto")
Tre cose da tenere a mente:
  1. Queste preposizioni potrebbero apparire leggermente diverse se usate come prefisso. Cum, ad esempio, può apparire come col‑ e con‑, e ad può apparire come a‑ e ag‑.
  2. Una vocale in un verbo può cambiare quando diventa un verbo composto. Sacrare ("mettere da parte come sacro"), ad esempio, diventa consecrare ("consacrare") quando combinato con la preposizione cum, e scandere ("salire") diventa ascendere ("salire") quando combinato con ad e descendere ("scendere") quando combinato con de.
  3. Spesso, una preposizione prefissata non fa altro che rafforzare un verbo latino in qualche modo, con solo un piccolo, o addirittura trascurabile, cambiamento di significato. Esempi sono sacrareconsecrare (entrambi potrebbero essere tradotti "consacrare") e servareconservare (entrambi possono significare "preservare").
Rorate Caeli: Seconda strofa
Peccávimus, et facti sumus
tamquam immúndus nos,
et cecídimus quasi fólium univérsi: et iniquitátes nostræ
quasi ventus abstulérunt nos:
abscondísti faciem tuom a nobis,
et allisísti nos
in manu iniquitátis nostræ.
Peccávimus, et facti sumus (“abbiamo peccato e siamo diventati”)
Peccavimus è la prima persona plurale, al passato prossimo, del verbo peccare ("peccare"). Facti sumus è una costruzione al passato prossimo, al passivo, che letteralmente significa "siamo stati creati".

tamquam immúndus nos, (“noi come uno che è impuro”)
Tamquam crea un paragone, e immundus ("impuro, impuro, ripugnante") è un aggettivo che si comporta come un sostantivo singolare (sappiamo che è singolare, e nominativo, dalla desinenza -us). Il pronome nos ha un ruolo poetico ma non è grammaticalmente necessario; rimanda al "noi" in "abbiamo peccato e siamo diventati". Quindi, "noi" siamo stati resi o siamo diventati simili a qualcuno o qualcosa di impuro.

et cecídimus quasi fólium univérsi: (“e siamo caduti come una foglia, tutti noi”)
Cecidimus deriva da cadere ("cadere"), l'antenato dell'inglese "cadence". Quasi è sinonimo di tamquam; il poeta sta creando un altro paragone, questo particolarmente vivido e toccante. L'aggettivo universus significa "intero, intero, tutto (insieme)", e la desinenza -i ci dice che sta modificando un sostantivo o un pronome plurale. Quindi, universi sta intensificando il "noi" menzionato sopra.

et iniquitátes nostræ (“e le nostre iniquità”)
Iniquitates è il sostantivo iniquitas della terza declinazione al nominativo plurale.

quasi ventus abstulérunt nos: come se il vento ci avesse portato via”)
Qui abbiamo un verbo composto: abstulerunt deriva da auferre, che è au + ferre, o in inglese, "via da" + "portare" (qui au è la forma prefissa di a/ab/abs ). Nota che la forma infinita (e le forme al presente) di questo verbo usano la versione au di a/ab/abs l, e le forme al passato usano la versione  ab. L'immagine qui è bellissima e inquietante.

abscondísti fáciem tuam a nobis (“ci hai nascosto il tuo volto”)
Un altro verbo composto: abscondisti deriva da abscondere, che è abs + condere, ovvero "lontano da" + "nascondere"; questo è un buon esempio di verbo composto che non ha un cambiamento di significato pronunciato ma è comunque una parola più forte ed evocativa: l'aggiunta di abs intensifica il senso di perdita.

et allisísti nos ("e ci hai schiacciati")
Allisisti, seconda persona singolare del passato prossimo, deriva da allidere ("colpire contro, abbattere").

in manu iniquitátis nostræ. ("nelle mani della nostra iniquità")
Manu è la forma ablativa singolare di manus, un sostantivo della quarta declinazione.
Robert Keim 5 dicembre
___________
Testo dell'Inno e link per l'ascolto [qui]

Rorate Cœli desúper,
Et nubes plúant justum.

Ne irascáris Dómine, ne ultra memíneris iniquitátis:

Ecce cívitas Sancti facta est desérta:
Sion desérta facta est: Jerúsalem desoláta est:
Domus sanctificatiónis tuae et gloriae tuae,
Ubi laudavérunt Te patres nostri.

Rorate Cœli desúper,
Et nubes plúant justum.

Peccávimus et facti sumus quam immúndus nos,
Et cecídimus quasi fólium univérsi:
Et iniquitátes nostrae quasi ventus abstulérunt nos:
Abscondísti fáciem tuam a nobis,

Et allisísti nos in mánu iniquitátis nostrae.

Rorate Cœli desúper,
Et nubes plúant justum.

Víde, Dómine, afflictiónem pópuli tui,
Et mitte quem missúrus es:
Emítte Agnum dominatórem terrae,
De pétra desérti ad montem fíliae Sion:
Ut áuferat ipse jugum captivitátis nostrae.

Rorate Cœli desúper,
Et nubes plúant justum.

Consolámini, consolámini, pópule meus:
Cito véniet salus tua:
Quare moeróre consúmeris, quia innovávit te dolor?
Salvábo te, noli timére,
Ego énim sum Dóminus Deus túus
Sánctus Israël, Redémptor túus.

Rorate Cœli desúper,
Et nubes plúant justum.
Stillate rugiada, o cieli, dall'alto,
E le nubi piovano il Giusto.

Non adirarti, o Signore, non ricordarti più dell'iniquità:

Ecco che la città del Santo è divenuta deserta:
Sion è divenuta deserta: Gerusalemme è desolata:
La casa della tua santificazione e della tua gloria,
Dove i nostri padri Ti lodarono.

Stillate rugiada, o cieli, dall'alto,
E le nubi piovano il Giusto.

Peccammo, e siamo divenuti come gli immondi,
E siamo caduti tutti come foglie:
E le nostre iniquità ci hanno dispersi come il vento:
Hai nascosto a noi la tua faccia,
E ci hai schiacciati per mano delle nostre iniquità.

Stillate rugiada, o cieli, dall'alto,
E le nubi piovano il Giusto.

Guarda, o Signore, l'afflizione del tuo popolo,
E manda Colui che sei per mandare:
Manda l'Agnello dominatore della terra,
Dalla pietra del deserto al monte della figlia di Sion:
Affinché Egli tolga il giogo della nostra schiavitú.

Stillate rugiada, o cieli, dall'alto,
E le nubi piovano il Giusto.

Consolati, consolati, o popolo mio:
Presto verrà la tua salvezza:
Perché ti consumi nella mestizia, mentre il dolore ti ha rinnovato?
Ti salverò, non temere,
Perché io sono il Signore Dio tuo,
il Santo d'Israele, il tuo Redentore

Stillate rugiada, o cieli, dall'alto,
E le nubi piovano il giusto


[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

No Papa Leone, io non voglio fare la fine del Libano

Ci invita a fare come loro, ma i numeri e la storia sono una condanna a morte. Il nostro finale non è ancora scritto, ma se non cambiamo (ci restano meno di 10 anni) i titoli di coda sono già pronti. Qui l'indice degli articoli sul filo-islamismo.
No Papa Leone, io non voglio fare la fine del Libano

Sentiamo il rumore del muro quando crolla, non il rumore dell’edera mentre prende il sopravvento.

Ieri Papa Leone XIV sull’aereo che dal Libano lo riportava a Roma ha invitato i cattolici preoccupati per l’Occidente ad avere “meno paura” dell’Islam, sostenendo la “convivenza” e l’“amicizia” tra cristiani e musulmani.
Tutto bellissimo fin qui.
Poi, facendo riferimento alle testimonianze raccolte durante la sua visita in Libano, il Papa ci ha invitato a trarre ispirazione da questa esperienza “anche in Europa e in Nord America”.

Ecco, a me è proprio questo che preoccupa, che stiamo facendo la fine del Libano, che nel 1989 regolarizzò mezzo milione di arabi musulmani perdendo la sua identità religiosa e culturale cristiana e francese.

lunedì 8 dicembre 2025

Vi dico con l'urgenza di un Pastore: RESISTETE! (Mons. Strickland)

Qui l'indice dei precedenti.

Vi dico con l'urgenza di un Pastore: RESISTETE!
(Mons. Strickland)

Miei cari fratelli e sorelle,
Stasera, come una sentinella sulle mura, non guardo alle tempeste della politica o ai tremori delle nazioni ma all'orizzonte della Chiesa stessa. Qualcosa di decisivo sta prendendo forma. Qualcosa di eterno. E lo Spirito Santo ci esorta a vederlo chiaramente.

Il Santo Padre ha pubblicato una nuova lettera apostolica in occasione del 1700° anniversario del Concilio di Nicea. E come vescovo della Chiesa cattolica, figlio della Chiesa e amante della Chiesa, ne parlo con riverenza, con fedeltà e con un profondo desiderio di verità. Perché la fedeltà richiede chiarezza. E la chiarezza inizia con una domanda, una domanda che potrebbe ben definire questa epoca della Chiesa: La Chiesa cattolica è di origine divina... o è semplicemente un'istituzione umana?