Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 28 dicembre 2025

L'ombra della mangiatoia è una croce

Nella nostra traduzione da Pillar of Faith il vescovo Strickland ci dona l'ennesimo messaggio che sostiene la nostra fede. Qui l'indice dei precedenti.

L'ombra della mangiatoia è una croce

Siamo ancora nel Natale. La Chiesa insiste su questo. Dispiega la festa su più giorni perché il mistero è troppo grande per essere compreso tutto in una volta. La gioia è reale. Il cielo si è aperto. Dio è venuto tra noi. Il Verbo si è fatto carne, e nulla può annullare quel tripudio. La luce splende, e non è sopraffatta.
Ma questa gioia non è fragile, né ingenua. È abbastanza forte da guardare dritto alla verità.

Ecco perché la Chiesa non ci chiede di lasciarci alle spalle il Natale quando ci pone davanti questi testimoni. Ci chiede di comprendere il Natale più profondamente. Il Bambino nella mangiatoia non è venuto per rendere il mondo confortevole. È venuto per salvarlo. E la salvezza ha un prezzo.

Domenica nell'Ottava di Natale

Ripercorriamo l'anno liturgico perché nella santa routine del mistero della ripetizione, approfondiamo sempre più la nostra fede. Lo stesso rito è ripetizione, ma è sempre nuovo nel sacrificio di Cristo che è reso presente come fosse la prima, ultima, unica volta e ogni volta ci apre o chiarisce le verità eterne che ci sostengono e ci radicano ulteriormente.

Domenica nell'Ottava di Natale
(Se ne celebra l'Ufficio solo se cade il 29, 30 o il 31 dicembre)

Intróitus
Sap. 18, 14-15 - Dum médium siléntium tenérent ómnia et nox in suo cursu médium iter habéret, omnípotens sermo tuus, Dómine, de coelis a regálibus sédibus venit. Ps. 92, 1 - Dóminus regnávit, decórem indútus est: indútus est Dóminus fortitúdinem, et praecínxit se. Glória Patri… Sap. 18, 14-15 - Dum médium siléntium...
Introito
Sap. 18, 14-15 - Mentre tutto era immerso in profondo silenzio, e la notte era a metà del suo corso, l’onnipotente tuo Verbo, o Signore, discese dal celeste trono regale. Sal. 92, 1 - Il Signore regna, rivestito di maestà: Egli si ammanta e si cinge di potenza. Gloria al Padre… Sap. 18, 14-15 - Mentre tutto era immerso in profondo silenzio…

Di tutti i giorni dell'Ottava di Natale, questo è il solo che non sia regolarmente occupato da una festa. Nelle Ottave dell'Epifania, di Pasqua e della Pentecoste, la Chiesa è talmente assorta nella grandezza del mistero, che evita tutti i ricordi che potrebbero distrarla da esso; in quella di Natale al contrario, le feste abbondano, e l'Emmanuele ci è mostrato circondato dal corteo dei suoi servi. Così la Chiesa, o piuttosto Dio stesso, il primo autore del Ciclo, ci ha voluto far vedere come, nella Nascita, il divino Bambino, Verbo incarnato, si mostra accessibile all'umanità che viene a salvare.

Messa
Fu nel cuore della notte che il Signore liberò il suo popolo dalla cattività, con il Passaggio del suo Angelo, armato di spada, sulla terra degli Egiziani; così pure nel profondo silenzio notturno l'Angelo del gran Consiglio è disceso dal suo trono regale, per recare la misericordia sulla terra. È giusto che la Chiesa, celebrando quest'ultimo Passaggio, canti l'Emmanuele, rivestito di forza e di bellezza, che viene a prendere possesso del suo Impero.
"Mentre il mondo intero era immerso nel silenzio, e la notte era a metà del suo corso, il tuo Verbo onnipotente, o Signore, è disceso dal suo trono regale del cielo".

sabato 27 dicembre 2025

Mons. Viganò. Gloria in excelsis Deo / Omelia nella Natività del Signore

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
Mons. Carlo Maria Viganò
Gloria in excelsis Deo
Omelia nella Natività del Signore

Gloria in excelsis Deo, et in terra pax hominibus bonæ voluntatis.
Lc 2, 14
Se hanno perseguitato Me, perseguiteranno anche voi (Gv 15, 20). Ed è dal momento della Sua Nascita secundum carnem, che Nostro Signore viene perseguitato: ancora in fasce, Lo cercano i soldati di Erode, per uccidere quel Bambino che egli teme possa oscurare il suo potere terreno. Martiri di un falso monarca di nomina imperiale, i Santi Innocenti di cui tra pochi giorni celebreremo la memoria furono i primi – bambini anch’essi – ad essere martirizzati da un potere tanto tirannico quanto illegittimo, che proprio per questo doveva imporsi con la violenza, addirittura sui più piccoli e indifesi. Crudelis Herodes, Deum venire quid times?, recita l’inno dell’Epifania. Crudele Erode, perché temi il Dio che viene? Nuovi Erode, nel corso della Storia e soprattutto in questo tetro crepuscolo che segna il crollo della civiltà cristiana, hanno infierito e infieriscono sui piccoli, per crocifiggere ancora e ancora, nelle Sue membra, il Capo divino del Corpo Mistico. La loro stirpe perpetua attraverso i secoli l’avversione cieca e vendicativa di chi sa di essere un usurpatore e teme l’arrivo del Re, perché esso rappresenterebbe la fine delle sue frodi. Teme ancora di più il Suo ritorno, perché nella Seconda Venuta – questa volta nella gloria sfolgorante del Rex tremendæ majestatis – non sarà Nostro Signore a sfuggire ai Suoi nemici, ma Lui stesso li trascinerà al Suo cospetto e li processerà dinanzi al mondo, e nell’universale evidenza dei loro crimini saranno sprofondati nell’abisso. La violenza dei malvagi nasconde il terrore della consapevolezza di avere letteralmente i giorni contati.

27 Dicembre: San Giovanni, Apostolo ed Evangelista

Percorriamo le tappe più importanti dell'Anno liturgico.
27 Dicembre San Giovanni, Apostolo ed Evangelista

L'Apostolo-Vergine.
Dopo Stefano il Protomartire [qui], Giovanni, l'Apostolo e l'Evangelista, è il più vicino alla mangiatoia del Signore. Era giusto che il primo posto fosse riservato a colui che ha amato l'Emmanuele fino a versare il proprio sangue per il suo servizio, poiché, come dice il Salvatore stesso non vi è amore più grande del dare la propria vita per coloro che si amano (Gv 15, 13). D'altronde il Martirio è stato sempre considerato dalla Chiesa come il supremo slancio della carità, ed ha perfino la virtù di giustificare il peccatore in un secondo Battesimo. Ma dopo il sacrificio del sangue, il più nobile, il più coraggioso, quello che conquista soprattutto il cuore dello Sposo delle anime è il sacrificio della verginità. Ora, allo stesso modo che santo Stefano è riconosciuto come il tipo dei Martiri, san Giovanni ci appare come il Principe dei Vergini. Il Martirio è valso a Stefano la corona e la palma; la Verginità ha meritato a Giovanni prerogative sublimi che, mentre dimostrano il pregio della castità, pongono questo discepolo fra i più nobili membri dell'umanità.

Un canto misterioso: 'Adeste Fideles'

Val la pena soffermarsi sull'Adeste fideles (testo nella nota in calce); ma soprattutto ascoltarlo qui nella versione corale e qui dalla voce di Andrea Bocelli. Qui l'indice degli articoli sulla musica sacra.

Un canto misterioso: Adeste Fideles

Ho più volte accennato, parlando della liturgia, di come essa soffra di una crisi di identità che coinvolge anche la musica sacra. I testi forniti nel Messale sono spesso ignorati nel nome di canti non sempre di qualità adeguata. Questo riguarda anche le grandi feste, come il Natale, anche se c’è da dire che qui c’è un repertorio di canti che costituiscono un bagaglio importante per un repertorio comune nel segno della tradizione.

Un esempio in questo senso è Adeste Fideles, una bella melodia di origine incerta, con le parole di John Francis Wade (diciottesimo secolo). Di questo canto esistono molte traduzioni nelle lingue vernacolari, ma non c’è dubbio che la versione originale in latino ha tutto un altro fascino. Delle origini di questo canto non sappiamo molto. Un articolo che è apparso sul Blog della musica, lo definisce un “canto misterioso”. Certo non è semplice risalire all’autore principale, in effetti è stato attribuito a vari autori e per il testo si è anche parlato di san Bonaventura. La musica è stata attribuita a vari musicisti, tra cui Georg Friedrich Händel. Ma sembra che il compositore fu, appunto, John Francis Wade (1711-1786). Ma chi era Wade? Non ne sappiamo molto, alcuni lo dicono membro del clero, per altri era laico. Quello che sappiamo era che si trattava di un inglese e cattolico, ed essere cattolico non era semplice nell’Inghilterra del XVIII secolo. Egli era un copista di musica e la versione che conosciamo di Adeste Fideles ci è giunta attraverso di lui, datata tra il 1740 e il 1743 (blogdellamusica.eu). Dom Jean Stéphan In un suo libro del 1947 cercò di ricostruire le origini di questo canto (Adeste Fideles. A Study on Its Origin and Development. Buckfast Abbey, South Devon, 1947).

Assist del quotidiano dei vescovi agli islamici nigeriani

Assist del quotidiano dei vescovi
agli islamici nigeriani

Sono anni che le persecuzioni di cristiani in Nigeria si susseguono senza tregua e con dati allarmanti [qui - qui - qui - qui], nel totale disinteresse dell'occidente, interrotto dalle recenti iniziative di Trump.
In questi giorni, dopo i sequestri di massa tra i cattolici e gli avvertimenti di Trump si erano intensificate le azioni violente nel Paese. Poi l'attacco degli Usa nella notte di Natale.
Oggi registriamo un sorprendente assist di Santo Stefano Protomartire agli Islamici nigeriani impegnati nel massacro dei cristiani in Nigeria. Firmato Avvenire.

venerdì 26 dicembre 2025

26 dicembre Santo Stefano protomartire

Precedenti qui - qui
26 dicembre Santo Stefano protomartire

Gesù e santo Stefano.
San Pier Damiani apre il suo Discorso sulla odierna solennità con le seguenti parole: "Abbiamo ancora fra le braccia il Figlio della Vergine, e onoriamo con le nostre carezze l'infanzia di un Dio. Maria ci ha condotti all'augusta culla; bella fra le figlie degli uomini, benedetta fra le donne, ci ha presentato Colui che è bello tra i figli degli uomini e più di tutti essi, colmo di benedizioni. Ella solleva per noi il velo delle profezie, e ci mostra i disegni di Dio compiuti. Chi di noi potrebbe distogliere gli occhi dalla meraviglia di questa nascita? Tuttavia, mentre il neonato ci concede i baci della sua tenerezza, e ci lascia nello stupore con sì grandi prodigi, d'improvviso Stefano, pieno di grazia e di forza opera cose meravigliose in mezzo al popolo (At 6,8). Lasceremo dunque il Re per rivolgere lo sguardo su uno dei suoi soldati? No certo, eccetto che il Principe stesso ce lo ordini. Orbene, ecco che il Re, Figlio di Re, si leva egli stesso, e viene ad assistere alla battaglia del suo servo. Corriamo dunque ad uno spettacolo al quale egli stesso corre, e consideriamo questo porta-bandiera dei Martiri". La santa Chiesa, nell'Ufficio odierno, ci fa leggere l'inizio d'un Discorso di san Fulgenzio sulla festa di santo Stefano: "Ieri, abbiamo celebrato la Nascita temporale del nostro Re eterno; oggi, celebriamo la Passione trionfale del suo soldato. Ieri il nostro Re, rivestito della carne, è uscito dal seno della Vergine e si è degnato di visitare il mondo; oggi, il combattente è uscito dalla tenda del suo corpo, ed è salito trionfante al cielo. Il primo, pur conservando la maestà della sua eterna divinità, ha assunto l'umile cintura della carne, ed è entrato nel campo di questo secolo per combattere; il secondo, deponendo l'involucro corruttibile del corpo, è salito alla magione del cielo per regnarvi per sempre. L'uno è disceso sotto il velo della carne, l'altro è salito sotto gli allori imporporati del suo sangue. L'uno è disceso da mezzo alla gioia degli Angeli, l'altro è salito da mezzo ai Giudei che lo lapidavano. Ieri, i Santi Angeli, pieni di gaudio, hanno cantato: Gloria a Dio nel più alto dei cieli! Oggi, hanno ricevuto giubilanti Stefano nella loro compagnia. Ieri, Cristo è stato per noi avvolto in fasce; oggi, Stefano è stato da lui rivestito della veste dell'immortalità. Ieri, un'angusta mangiatoia ha ricevuto il Cristo bambino; oggi l'immensità del cielo ha ricevuto Stefano nel suo trionfo". Così, la divina Liturgia unisce le gioie della Natività del Signore con l'allegrezza che le ispira il trionfo del primo dei suoi Martiri; e, per di più, Stefano non sarà il solo a ottenere gli onori di questa gloriosa Ottava. Dopo di lui celebriamo Giovanni, il discepolo prediletto; gli Innocenti di Betlemme; Tommaso, il Martire della libertà della Chiesa; Silvestro, il Pontefice della Pace. Ma, in questa splendida scorta del Re neonato, il posto d'onore appartiene a Stefano, il Protomartire che, come canta la Chiesa, ha restituito per primo al Salvatore la morte che il Salvatore ha sofferto per lui. Così meritava di essere onorato il Martirio, questa sublime testimonianza che compensa pienamente Dio dei doni concessi alla nostra stirpe e sigilla con il sangue dell'uomo la verità che il Signore ha affidata alla terra.

La diocesi di Charlotte richiederà ai seminaristi di dedicare un "anno pastorale" extra all'insegnamento, vivendo come laici

Altre novità da Charlotte: innovazioni di dubbia efficacia dal punto di vista della formazione sacerdotale. Ogni seminarista riceverà lo stipendio completo e i benefit, ma dovrà pagare le bollette con lo stipendio da insegnante e non gli sarà consentito indossare abiti clericali. Precedenti a partire da qui - qui - qui.

La diocesi di Charlotte richiederà ai seminaristi di dedicare un "anno pastorale" extra all'insegnamento, vivendo come laici

Leggo su Lifesitenews che la diocesi di Charlotte, guidata dal vescovo Michael Martin OFM, ha in programma di aggiungere un ulteriore “anno pastorale” alla formazione del seminario che, a partire dal prossimo anno accademico, richiederà ai seminaristi di lavorare a tempo pieno nelle scuole cattoliche, vivendo in gran parte come laici comuni.

I cambiamenti nella formazione sacerdotale, annunciati in una nota e-mail del 15 dicembre ottenuta da The Pillar, richiederanno ai seminaristi di trascorrere un ulteriore "anno pastorale" tra i loro studi obbligatori di filosofia e teologia, insegnando a tempo pieno nelle scuole medie o superiori locali, presumibilmente per sperimentare le sfide quotidiane dei fedeli laici che sperano di guidare come chierici.

La Chiesa ci ha tolto il silenzio durante la Messa

Da un articolo del novembre 1969, successivo alla Riforma Liturgica, della giornalista, scrittrice e traduttrice cattolica Orsola Nemi (Firenze, 1903 – La Spezia,1985)

La Chiesa ci ha tolto il silenzio durante la Messa

“La Chiesa ci ha tolto il silenzio durante la Messa, ha tolto la possibilità del colloquio segreto, intimo, di ciascuno con Dio, durante la mezz’ora che per il cristiano è la più importante, la più sacra, la più misteriosa della giornata.

Che cosa è, questa cosiddetta partecipazione alla Messa, se non un atto di profonda sfiducia verso l’opera segreta di Dio nelle anime, un intervento dell’uomo fra il credente e Dio?

I risultati sono palesi e tristi. Durante la Messa non più con Dio: ci dicono, dobbiamo unirci, ma fra noi. Però la Fede, la Speranza, la Carità sono atti individuali, non possiamo compierli senza la Grazia; non ameremo il prossimo se prima non avremo conosciuto Dio. E Dio si manifesta nel silenzio. Ora, durante la Messa non c’è un attimo di raccoglimento.

Ci si alza e ci si siede a comando, si ripetono ad alta voce le preghiere, non so con quale partecipazione, poi si ascolta la predica, infine ci sono i canti; e questo è il momento peggiore. Non si possono onestamente chiamarli canti.

giovedì 25 dicembre 2025

Santo Natale 2025

I nostri più fervidi auguri di
 
Sereno e Santo Natale 2025

O Emmanuel, Rex et legifer noster,
expectatio gentium, et Salvator earum:
veni ad salvandum nos, Domine, Deus noster.
Christus natus est nobis: Venite adoremus!
«La Chiesa da venti secoli predica la nascita di Gesù Bambino, ch’è il mistero più dolce, l’immagine più pura, il conforto più grande che l’umanità mai abbia avuto: Dio-uomo. Se è già una cosa grandiosa, incomparabile, insondabile, impenetrabile e inesauribile il mistero di Dio e il mistero dell’uomo, cos’è il mistero dell’Uomo-Dio? È certamente ancora più inesauribile e insondabile, ma è insieme la risoluzione della tensione fra Dio e l’uomo, fra l’Infinito e il finito, fra la Purezza e la nostra miseria del peccato, è “Dio con noi”, è la soluzione di questo mistero, è il conforto ineffabile. Ecco la gioia di noi cristiani oggi». P. Cornelio Fabro