Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 17 marzo 2025

La cultura al tempo della destra

Così si spiegano le troppe débâcle nelle questioni più intriganti del nostro tempo di cambiamenti epocali non governati dalle forze che dovrebbero farlo con la dovuta efficacia sugli aspetti politici – con ricadute socio-antropologiche oltre che etiche – in difesa della nostra patria, sia pure nel più ampio contesto europeo e globale, se ancora esiste la Patria o non è solo una nozione ormai vuota di senso... Questo succede quando non si riesce (o non si vuole) riappropriarsi dei cardini anche mediatici di un sistema consolidato da decenni di sub-cultura di sinistra.

La cultura al tempo della destra
di Marcello Veneziani 15 Marzo 2025

Come se la passa la cultura al tempo del governo Meloni? Per dare una prima, sintetica risposta: più o meno come prima. E questo delude i più motivati ma rassicura chi temeva invasioni di campo. Se lo stato generale della cultura è questo il merito o la colpa non è del governo in carica. La politica incide poco sulla cultura, pochissimo nel nostro tempo, perché la politica si è rimpiccolita ed è sempre meno sensibile alle idee; non incide sulla cultura, non se ne occupa. La cultura è irrilevante nell’azione del governo; l’atteggiamento del governo rispetto alla cultura è di sostanziale neutralità. Se vogliamo fare un paragone altolocato è un po’ come la Chiesa di oggi, che per farsi accettare dal mondo neutralizza i suoi contenuti cruciali, fino a mimetizzarsi nell’ecopacifismo e nel terzomondismo.
In generale l’influenza della politica sulla cultura può avvenire in modo diretto o indiretto; in modo diretto soprattutto nei regimi autoritari, se non totalitari, sia come divieto che come prescrizione. In modo indiretto, la politica può influenzare la cultura per affinità o per contrasto; ovvero perché genera le precondizioni per la sua fioritura, il clima favorevole allo sviluppo della cultura o viceversa perché instaura un clima ostile e suscita reazioni vitali per contrasto. Oggi non mi pare di ravvisare spinte di questo tipo né in senso favorevole né in senso avverso. Se vacilla lo Stato sociale, figuriamoci lo Stato culturale, per usare un’espressione rilanciata anni fa da Marc Fumaroli.

Uno “sportello per denunciare l’islamofobia”. Prima città in Italia, lo ha appena deciso il Comune di Torino.

Ringrazio il lettore che mi invia il testo che segue. Di Torino avevamo parlato qui; ma le notizie che seguono ci danno la misura di una situazione ormai completamente degenerata. Dov'è lo stato? Dov'è più la nostra identità etnica, culturale, spirituale? la città della Mole sta per diventare il laboratorio dell’incubo islamico in Italia, e il responsabile ha un nome e un cognome: Stefano Lo Russo, il sindaco PD che sembra aver deciso di barattare la libertà dei torinesi per un pugno di voti multiculturali. Ayaan Hirsi Ali, ex musulmana e critica dell’Islam, nel suo libro Heretic: Why Islam Needs a Reformation Now, scrive: “L’islamofobia è diventata il modo in cui l’Occidente si autocensura, proprio come la paura della blasfemia tiene a bada i dissidenti nei Paesi musulmani”. Hirsi Ali assimila i due termini nel loro impatto: entrambi, dice, sono strumenti per silenziare chi osa mettere in discussione l’Islam (letto su Voxnews). Qui l'indice degli articoli sull'immigrazionismo e sul filo-islamismo.

Uno “sportello per denunciare l’islamofobia”. 
Prima città in Italia, lo ha appena deciso il Comune di Torino.

Islamofobia
: per dirla con il compianto Christopher Hitchens, “una parola creata dai fascisti [neo-fascisti sinistrorsi, direi -ndr] e usata dai codardi per manipolare i cretini”.

Uno “sportello per denunciare l’islamofobia”. Prima città in Italia, lo ha appena deciso il Comune di Torino. Delazioni, come ai tempi della Stasi nella Ddr. Una task force contro la libertà di espressione pronta a reprimere ogni accenno di critica all’Islam. Ricordiamo cosa succede, ad esempio, quando in Francia un professore viene accusato di “islamofobia”. O in Inghilterra, dove deve nascondersi.

L’idea degli antifascisti della domenica è di emulare il coordinatore europeo della lotta contro l’islamofobia. Come racconta il settimanale Le Point, “una coalizione di ong legata alla nebulosa dei Fratelli Musulmani” è riuscita a far nominare “il molto accondiscendente e zelante Tommaso Chiamparino”, figlio proprio dell’ex sindaco di Torino.

In Inghilterra, la polizia arriva anche a casa dei “colpevoli” di pensieri sbagliati. E l’accusa di “islamofobia” è usata per mettere a tacere chi chiede conto degli stupri multiculturali.

C'è una battaglia culturale che i Fratelli Musulmani sembrano aver vinto, “è quella che è consistita nell'imporre la questione dell'islamofobia al centro delle istituzioni europee”, osserva sempre su Le Point Samir Amghar, sociologo specializzato nella confraternita.

A Bruxelles, il Partito Democratico con il suo capodelegazione Brando Benifei fa da sponda ai Fratelli Musulmani in occasione della “Giornata europea contro l’islamofobia”. E Torino è il laboratorio di questa alleanza.

Nel 2011 Terra Nova, laboratorio di idee vicino al Partito Socialista, pubblicò un rapporto in cui raccomandava di dire “addio” a lavoratori e impiegati per rivolgersi a una nuova maggioranza elettorale con l’obiettivo di conquistare il potere. Il divorzio tra la sinistra e la classe operaia “in declino” era di fatto pronunciato. Per vincere, la sinistra doveva rivolgersi a un nuovo elettorato composto da “giovani” e “minoranze dei quartieri popolari”: tutti uniti da “valori progressisti” (o quasi).

Ricordiamo, mesi fa, la preghiera islamica del venerdì organizzata a Palazzo Nuovo, sede dell’Università di Torino, dove nel 2003 fecero un volantinaggio con lo slogan “Dieci, cento, mille Nassiriya”. Fedeli musulmani, studenti e studentesse, in maggioranza di origine straniera proveniente da Pakistan, Turchia e Egitto, hanno trasformato l’università in una moschea. Sono stati stesi i tappeti e i teli per la preghiera filmata e poi finita su Youtube e sui social con il titolo “Cosa ci insegna la Palestina?”. Si è detto durante la preghiera: “Un jihad compiuto da donne, da uomini da bambini ognuno con quello che può contribuisce a questa lotta di liberazione che è cominciata dal primo momento in cui i sionisti hanno calpestato quella terra Benedetta”. Così l’imam Brahim Baya.

Il grande androne del Palazzo universitario trasformato in moschea e un momento di preghiera diventato un invito a distruggere lo stato ebraico.

Uomini e donne separate da una rete in una università pubblica? Guai a dirlo, sarebbe “islamofobia”.

E per capire fino a che punto siano precipitate le cose, l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, dialoga con l’imam Baya, che ha partecipato all’inaugurazione di un centro islamico assieme al vescovo.

Tre studentesse con la kefiah e un video con la scenografia stile Isis. Siamo all’Università di Torino.

Intanto conquistavano anche la Mole Antonelliana, progettata peraltro come sinagoga.

Torino “città islamica”. A Palazzo Civico le autorità nelle scorse ore hanno organizzato un “convegno sull’islamofobia”.

A Torino è arrivata la prima “banca islamica d’Italia”.

Persino l'aeroporto di Torino ha ora un centro per la preghiera islamica.

Non solo. Sempre a Palazzo Civico, mentre era in corso il Global islamic economy summit, il Comune ha allestito uno spazio per permettere ai musulmani di pregare.

Ricordiamo che nel 1988 una molotov fu lanciata contro una libreria storica di Torino, quella di Angelo Pezzana, accusata di essere “sionista”.

Si è finiti con Sherif e Nabil Azer, i due fratelli copti presi a calci e pugni perché fumavano e indossavano croci nel periodo del Ramadan in corso Vigevano. E con i bambini ebrei con la kippah aggrediti e insultati.

Oggi, visite guidate, dialoghi e preghiere collettive da parte del Comune. Durante il Ramadan, assessori e politici hanno fatto la spola tra le moschee. Il Comune di Torino ha anche annunciato la realizzazione, ogni anno, di un report sui “crimini d'odio contro l'Islam e la comunità musulmana”. E la fine del Ramadan è stata celebrata negli spazi del Parco Dora con l’Iftar finale alla Mole Antonelliana. Preghiera islamica anche al Palazzo comunale.

Tariq Ramadan veniva sempre invitato dalla città di Torino.

L’Università di Torino, che ha 16 accordi con l'Iran, il doppio di quelli con Israele, con il finanziamento della Fondazione San Paolo, organizza persino un seminario sulla “decolonizzazione della conoscenza” con il sostegno dal Qatar, principale sponsor dei Fratelli Musulmani.

Durante i blocchi per il Covid, niente processioni cristiane a Torino, sì a quelle islamiche.

In una scuola primaria di Torino, il Parini, crocifissi gettati dalla finestra da un gruppo di studenti. Si tratta di un “istituto multiculturale”. Il preside ha detto: “Bisogna capire quali fossero le motivazioni, se una bravata o un’inquietudine più profonda”. Si tratta della stessa scuola che ha accolto gli imam per una discussione sull’“educazione in contesti multiculturali” e la cena di rottura di Ramadan.

Oltre una quindicina sono le moschee che si trovano in città. Più del doppio, invece, sono le sale di preghiera, i centri culturali e le moschee nell’area metropolitana. Triplicate negli ultimi vent’anni.

È in corso una conquista della città laica, antifascista, impegnata, antisionista e pacifista e le autorità vi partecipano allegramente. Il verme è uscito dal frutto e la tarma si mangia la casa. Ma quando la sinistra avrà svolto il suo ruolo di utile idiota verrà travolta dalla tempesta che ha scatenato.

Sono i vitelli più stupidi a scegliere i propri macellai.
Giulio Meotti

Pastorale? Ecco qua!

La testimonianza evidentemente richiama la Fiducia supplicans. Vedi qui l'indice degli articoli in tema.
Pastorale? Ecco qua!
Riceviamo e pubblichiamo
11 febbraio 2025, Madonna di Lourdes

Vorrei condividere con voi questo grande dolore che porta il mio cuore! Conosco e vissuto nel peccato, riconciliata alla grazia, quindi lungi da me giudicare, ma portare la verità!

Ho una nipote che da tanti anni si è dichiarata omosessuale ufficialmente anche con tutta la famiglia. Da qualche anno vive con una ragazza e ultimamente parla di matrimonio e fecondazione.

Un po’ di tempo fa avevo provato a parlarle cercando di farle capire che questo rapporto non va bene, le avevo fatto vedere delle testimonianze anche di persone note che con l’aiuto della preghiera hanno capito l’inganno, ma senza risultati, anzi ultimamente si vantano di ciò di cui si dovrebbero vergognare, si esibiscono in atteggiamenti amorosi anche davanti ai bambini che rimangono confusi…

Un giorno una persona le faceva notare che nella Bibbia c’è scritto che l’omosessualità è un abominio agli occhi di Dio,…ha risposto che non la conosci…perché anche il Papa accoglie tutti tutti…e benedice ogni unione, che dobbiamo accogliere e non giudicare. Adesso anche il predicatore pontificio afferma certe oscenità e aumentare la loro certezza di essere nel giusto!

Come possono vedere il loro peccato, se chi ti dovrebbe correggere e portare alla verità afferma il contrario?

Chiedo per amore cristiano ai sacerdoti, a chiunque ha facoltà di far ritirare questo documento, di intervenire affinché la verità venga detta per la salvezza di tutte queste persone.

Sia lodato Gesù Cristo
Lettera firmata - Fonte

domenica 16 marzo 2025

Mons. Viganò / Meditazione per il sacro tempo di Quaresima

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
Mons. Carlo Maria Viganò
Convertimini ad me
Meditazione per il sacro tempo di Quaresima

Venite, convertimini ad me, dicit Dominus.
Venite flentes, fundamus lacrymas ad Deum:
quia nos negleximus, et propter nos terra patitur:
nos iniquitatem fecimus,
et propter nos fundamenta commota sunt.
Festinemus anteire ante iram Dei,
flentes et dicentes:
Qui tollis peccata mundi, miserere nobis.
Transitorium ambrosianum
in Dominica Quinquagesimæ

Venite e convertitevi a me, dice il Signore. Venite piangenti, versiamo le lacrime a Dio: poiché abbiamo trasgredito e a causa nostra la terra soffre: abbiamo commesso iniquità e a causa nostra le sue fondamenta sono state scosse. Affrettiamoci a prevenire l’ira di Dio, piangendo e dicendo: Tu che prendi su di Te i peccati del mondo, abbi pietà di noi.

È difficile, per un uomo di oggi, comprendere queste parole del Messale ambrosiano. Eppure esse sono semplici nella loro severa chiarezza, poiché ci mostrano che la collera di Dio a causa dei nostri peccati e dei nostri tradimenti può essere placata solo con la contrizione e la penitenza. Nel rito romano questo concetto è reso ancor più chiaramente nell’orazione delle Litanie dei Santi: Deus, qui culpa offenderis, pænitentia placaris: preces populi tui supplicantis propitius respice; et flagella tuæ iracundiæ, quæ pro peccatis nostris meremur, averte. O Dio, che sei offeso dalla colpa e placato dalla penitenza: guarda propizio alle preghiere del tuo popolo che Ti implora; e allontana da noi i flagelli della tua ira, che meritiamo a causa dei nostri peccati.

Seconda Domenica di Quaresima 'Reminiscere'

Facciamo tesoro degli insegnamenti che ci aiutano a interiorizzare sempre più, seguendo il calendario liturgico, le ricchezze inesauribili della nostra fede oggi così neglette. Vedi precedenti con cui integrare la meditazione che segue qui - qui.

Seconda Domenica di Quaresima

Intróitus
Ps. 24, 6-3 et 22 - Reminíscere miseratiónum tuárum, Dómine, et misericórdiae tuae, quae a século sunt: ne unquam dominéntur nobis inimíci nostri: líbera nos, Deus Israël, ex ómnibus angústiis nostris. Ps. 24, 1-2 - Ad te, Dómine, levávi ánimam meam, Deus meus, in te confído, non erubéscam. Glória Patri… Ps. 24, 6-3 et 22 - Reminíscere miseratiónum tuárum...
Introito
Sal. 24, 6-3 e 22 - Ricòrdati, o Signore, della tua compassione e della tua misericordia, che è eterna: mai triònfino su di noi i nostri nemici: líberaci, o Dio di Israele, da tutte le nostre tribolazioni. Sal. 24, 1-2 - A te, o Signore, ho levato l’ànima mia, in Te confido, o mio Dio, ch’io non resti confuso. Gloria al Padre… Sal. 24, 6-3 e 22 - Ricòrdati, o Signore, della tua compassione...

La Trasfigurazione
La santa Chiesa ci propone oggi a meditare un soggetto di alta portata per il tempo in cui siamo. In questa seconda Domenica della santa Quaresima applica a noi la lezione che un giorno il Signore diede ai suoi tre Apostoli. Ma dobbiamo sforzarvi d'essere più attenti dei tre discepoli del Vangelo, che il Maestro si degnò preferire agli altri per onorarli d'un simile favore.

Accondiscendenza di Gesù.
Gesù stava per passare della Galilea nella Giudea per recarsi a Gerusalemme, dove si doveva trovare alla festa di Pasqua. Era l'ultima Pasqua, che doveva incominciare con l'immolazione dell'agnello figurativo e terminare col Sacrificio dell'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Gesù non doveva più essere sconosciuto ai suoi discepoli: le sue opere avevano reso testimonianza di lui, anche davanti agli occhi degli stranieri; la sua parola così fortemente dotata di autorità, la sua attraente bontà, la pazienza nel tollerare la grossolanità degli uomini che s'era scelti a suoi compagni: tutto doveva aver contribuito ad affezionarli a lui fino alla morte. Avevano sentito Pietro, uno di loro, dichiarare per ispirazione divina ch'egli era il Cristo, Figlio del Dio vivente (Mt 16,16); nondimeno, la prova che stavano per subire doveva essere così terribile alla loro debolezza, che Gesù, prima d'assoggettarveli, volle loro accordare un ultimo mezzo, per premunirli contro la tentazione.

sabato 15 marzo 2025

Torino, capitale della sharia

Cosa non si fa per andare contro il cristianesimo! Indice degli articoli dedicati al filo-islamismo. Abbiamo già superato la linea di guardia!

  • Torino, capitale della sharia: musulmani potranno segnalare i blasfemi...
  • Torino, capitale della sharia: il sindaco PD consegna la città all’islamizzazione...
  • La domanda è una sola: quanto tempo passerà prima che la Mole venga sostituita da un minareto? I torinesi devono svegliarsi, perché il loro sindaco ha già scelto da che parte stare: non con loro, ma con chi sogna di imporre la sharia sotto la Mole.
  • È un tradimento che grida vendetta, un allarme rosso per una città che rischia di perdere tutto – identità, libertà, futuro – mentre il PD applaude alla propria disfatta.

Putin: una verità, un mistero e sei bugie

Soffriamo per la decadenza dell'Occidente che ha rinnegato le sue radici, fortemente contestato da Putin; ma dall'altro lato c'è chi vede il rovescio della medaglia dei cosiddetti moralizzatori appoggiati dal Patriarca Kirill. Interessante per discuterne.

Putin: una verità, un mistero e sei bugie

«Il declino del coraggio è nell'Occidente d'oggi forse ciò che più colpisce uno sguardo straniero», scriveva Aleksandr Solženicyn. Senza questa debolezza patologica, l’Europa temerebbe così tanto la Russia di Vladimir Putin? Il padrone del Cremlino è venerato da una parte sempre più ampia dell’opinione pubblica come l’uomo forte di una nazione rinata, impegnata in una lotta titanica contro l’Occidente decadente. Questa reputazione si basa su una verità, un enigma e sei menzogne. Eccole:

«Putin ha reso di nuovo grande il suo Paese» FALSO.

venerdì 14 marzo 2025

Democrazia sopraffatta dall'oligarchia finanziaria. Conseguenze

Altre osservazioni sulla politica europea di riarmo. Purtroppo una delle conseguenze del rinnegamento delle radici cristiane e della civiltà di cui l'Europa è stata - e dovrebbe continuare ad essere - portatrice.
Il problema non è tanto il riarmo in sé, che potrebbe avere un senso se destinato ad una giusta difesa e/o deterrenza, ma il contesto e gli aspetti politicamente significativi espressi. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica. Qui quello sulla guerra in Ucraina. 

Democrazia sopraffatta dall'oligarchia finanziaria. Conseguenze

Con il voto favorevole del parlamento europeo al piano di riarmo (419 SI, 204 NO, 46 astenuti) credo si possa dire che, simbolicamente, con oggi, la democrazia in Europa è andata; appassita prima, oggi i petali secchi sono caduti.

Non è stata sostituita, come molti temevano, da una dittatura.
La storia prende sempre forme diverse e sorprendenti.
No, questa volta la democrazia è stata sopraffatta dalla conquista delle istituzioni e dei media, dall'interno, da parte dell'oligarchia finanziaria e dei suoi stipendiati.
Oramai la manovra di aggiramento è compiuta. I canali a disposizione per la popolazione per esprimersi in termini politicamente significativi sono stati tutti o chiusi o neutralizzati. Un po' è avvenuto con modifiche delle leggi elettorali, un po' rendendo il processo democratico contendibile solo a chi aveva finanziamenti significativi a disposizione, un po' occupando a tutti i livelli il sistema mediatico (ed espellendo chi non si adeguava a scrivere sotto dettatura), un po' sopprimendo la terzietà della magistratura, capillarmente politicizzata.

Si vis pacem para pacem. La pace in Ucraina e il “riarmo dell’Europa”

Su segnalazione dell'Osservatorio Card. Van Thuan. Qui l'indice degli articoli sulla guerra in Ucraina.
Sulle molte preoccupazioni del momento relative alla situazione in Ucraina, sulle tensioni internazionali in atto e sulle ipotesi del cosiddetto e non precisato “riarmo dell’Europa”, il nostro Osservatorio propone quattro semplici osservazioni.

Capire bene cosa è accaduto

Per evitare valutazioni di parte, riduttive o strumentali bisogna tenere conto dell’intero quadro della questione. Alcune responsabilità dell’accaduto, in entrambe le parti, sono state evidenziate, ma molte altre non sono venute alla luce o si ritiene di non prenderle in considerazione. Fatti di queste proporzioni non si spiegano in modo sincronico, in base a quanto accade in un certo momento, ma diacronico, impegnandosi a ricostruire un quadro complesso di avvenimenti e ricordare il comportamento dei molti attori. Poiché, poi, la guerra viene fatta anche con gli strumenti della comunicazione, serve una prudente cautela nell’indicare i colpevoli. Più saggio è delineare un quadro articolato di responsabilità e cercare di superare i giudizi preventivi contrapposti. Non ci sono fatti che meritano di essere assolutizzati rispetto ad altri. Non si tratta di evitare di indicare dei colpevoli, si tratta piuttosto di evitare di indicare IL colpevole unico e assoluto e, una volta individuato e punito, mettersi la coscienza a posto.

giovedì 13 marzo 2025

Tradizione o annichilimento

Nella nostra traduzione da Crisis Magazine l'articolo dimostra efficacemente che per evitare l'annientamento, dobbiamo tornare alla Tradizione. Qui l'indice dei precedenti.

Tradizione o annichilimento 

Di recente, il caporedattore di Crisis Magazine Eric Sammons ha pubblicato un articolo che delineava il terribile stato della Chiesa cattolica in America. Ha mostrato che per ogni 100 nuovi cattolici, più di 800 persone lasciano la Chiesa. Inoltre, ha dimostrato che è persino peggio di quanto i numeri suggeriscano quando ci immergiamo profondamente nella partecipazione ai sacramenti et alia. In parole povere, la Chiesa in America (e all'estero perché queste tendenze sono universali) è appena aggrappata a un supporto vitale e sta rapidamente svanendo. Dire che è una crisi è un eufemismo; è una super crisi e Sammons ha ragione nel dire che sono necessari cambiamenti radicali. Ora, la mia unica critica al suo articolo è che non l'ha pubblicato mentre stavo scrivendo il mio prossimo libro sulla crisi del modernismo, il che avrebbe reso la mia ricerca un po' più facile perché lui avrebbe fatto gran parte del lavoro per me. In ogni caso, Sammons ha ragione quando afferma che sono necessari cambiamenti radicali. E ha ragione nel suggerire una serie di cambiamenti nella prassi, come il ripristino dell'astinenza del venerdì, il ritorno al Catechismo di Baltimora e così via. Ma io farò un passo in più rispetto a Sammons e dirò che se vogliamo evitare l'annientamento, dobbiamo tornare alla Tradizione.