Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 30 aprile 2019

Illustri studiosi laici ed ecclesiastici accusano Papa Francesco di eresia in una Lettera Aperta

Aggiornamento 26 giugno: Il numero dei firmatari sale complessivamente a 94 (vedi aggiornamenti nella lista)

In simultanea con LifeSiteNews pubblichiamo la Lettera aperta ai vescovi della Chiesa Cattolica di venti eminenti studiosi laici ed ecclesiastici, preceduta da una breve introduzione. Un documento che non esito a definire storico, che si pone nell'alveo della Correctio filialis de heresibus propagatis [qui] e della Dichiarazione di fedeltà [qui]. Altri importanti riferimenti sono ampiamente riportati con i rispettivi link. Il nostro è il testo ufficiale italiano. I testi inglese (qui), franceseolandese, tedesco, spagnolo.

Argomento della ‘Lettera Aperta’ ai vescovi della Chiesa Cattolica

  Questa Lettera Aperta ai vescovi della Chiesa Cattolica costituisce la terza fase di un processo iniziatosi nell’estate del 2016. All’epoca, un gruppo selezionato di studiosi ecclesiastici e laici scrisse una lettera personale e privata a tutti i cardinali e ai patriarchi della Chiesa cattolica orientale, mettendo in rilievo eresie ed altri gravi errori che sembravano risultare o esser favoriti dall’Esortazione Apostolica Amoris laetitia di Papa Francesco. L’anno successivo, avendo Papa Francesco continuato a propalare molte di quelle eresie mediante discorsi, atti e omissioni, molti studiosi di quello stesso gruppo, unitamente ad altri, ecclesiastici e laici, indirizzarono al papa una “Correzione Filiale”. Questa seconda Lettera fu resa pubblica nel settembre del 2017 [qui]. Una petizione a suo sostegno ottenne circa 14.000 adesioni. Gli Autori della Lettera, tuttavia, dichiararono di non aver cercato di stabilire se Papa Francesco fosse consapevole di disseminare eresie.
     La presente Lettera Aperta ai vescovi della Chiesa Cattolica innalza il livello della denuncia con l’affermare che Papa Francesco è colpevole del crimine di eresia. Questo crimine viene perpetrato quando un Cattolico in modo consapevole e persistente nega una verità che egli sa esser insegnata dalla Chiesa in quanto rivelata da Dio. Considerate nel loro insieme, le parole e le azioni di Papa Francesco concretano una ripulsa globale dell’insegnamento cattolico sul matrimonio e i rapporti sessuali, sulla legge morale, sulla grazia e il perdono dei peccati.

II vescovo di Passau, Stefan Oster, legge gli “appunti” di Benedetto XVI con un “anticipo di simpatia”

Lo scorso Venerdì santo Stefan Oster, vescovo di Passau (diocesi della bassa Baviera), ha pubblicato sul suo sito Internet un commento al controverso saggio di Benedetto XVI  [qui] sugli abusi nella Chiesa in cui esprime un’opinione diversa da quella negativa di tanti altri, tra cui moralisti e teologi, e la sua grande riconoscenza per quello scritto.
Il papa emerito Benedetto XVI ha espresso un suo parere, e non perché – a mio modo di vedere – non intenda mantenere una presunta promessa di silenzio, che non ha mai fatto. E nemmeno interviene con presunzione su eventi da cui da lungo tempo è estraneo. A scrivere non è una persona anziana che vuole giustificarsi, ma che non ha alcuna idea della realtà della vita.
Io leggo il testo semplicemente come un’espressione del suo cammino, della sua condivisione, della sua compassione per la Chiesa, per la situazione storica in cui ci troviamo e a cui siamo giunti, per le persone che operano nella Chiesa e per quanti, anche dalla Chiesa, sono stati trattati male.
Il testo intende illustrare gli avvenimenti che si sono sviluppati – nella società e nella Chiesa – per imparare da essi e per meglio comprendere chi è o che cos’è e può essere la Chiesa nella sua natura profonda, e cosa pertanto è necessario fare.

I 'Guerrieri del Rosario'. Continua l'Operazione Assalto al Cielo del 1° di ogni mese col Cardinale Burke

Domani 1 maggio, come il primo giorno di ogni mese, Sua Eminenza il Cardinale Raymond Leo Burke celebrerà la Santa Messa alle ore 10:00am a Lourdes, in Francia e, dopo, pregherà il Santo Rosario per 'prendere d'assalto il Cielo' con la Preghiera.
Rimaniamo fedeli a questa esperienza forte di preghiera che ci vede uniti già da oltre due anni. E intensifichiamola, soprattutto in relazione alle vicende che vedono il nostro Cardinale impegnato a riaffermare con parresìa l'insegnamento costante della Chiesa. Ricordando Padre Pio: « Il Santo Rosario è l'arma per questi tempi ». Senza dimenticare le forze oscure che, oltre alla Chiesa, minacciano il nostro Paese e l'Europa intera.
Anche in questo mese rinnoviamo il nostro fervore e preghiamo più che mai. Ricordiamo a tutti voi, compagni Guerrieri del Rosario che ci uniremo dai quattro angoli della terra per elevare insieme la nostra voce al Cielo. Gli oltre 130.000 Guerrieri del rosario reciteranno il Santo Rosario e prenderanno d'assalto il Cielo con la Preghiera, in unione alla Santa Messa celebrata dal Cardinale Burke.

lunedì 29 aprile 2019

Santa Caterina, intercedi per noi!

Oggi ricordiamo Santa Caterina da Siena [vedi anche qui]. La nostra Italia - insieme a tutto l'Occidente del quale è stata culla di civiltà - sta vivendo giorni particolarmente travagliati sui fronti spirituale, politico, identitario, sociale e antropologico al pari dell'Europa tutta. Affidiamo dunque l'Italia e gli italiani, così come l'Europa e gli europei, a santa Caterina da Siena, co-patrona d'Italia e d'Europa, figlia d'Italia e d'Europa, gloria d'Italia e d'Europa.

Che non sia rivolta a te la severa parola della Verità quando disse: 'Sia tu maledetto perché sei rimasto zitto'
Dalla profondità dei secoli il grido di santa Caterina rivolto a vescovi e cardinali che assistono in silenzio allo scempio delle anime che viene perpetrato oggi col loro silenzio complice...
[…] Povera me! Povera me! Sventurata anima mia! Apri gli occhi, e guarda bene la perversità della morte che è entrata nel mondo, e in modo particolare nella santa Chiesa, corpo mistico di Gesù.

Povera me! Scoppi il tuo cuore e l’anima tua nel vedere tante offese fatte a Dio! Vedi, padre, che il demonio, lupo infernale, rapisce gli uomini, le pecorelle che si pascono nel giardino della santa Chiesa; e non c’è chi si muova a strappargliele di bocca. I pastori dormono nel loro amor proprio, in una stessa avidità e immondezza; e sono così ubriachi di superbia che dormono e non sentono neppure se stessi, sebbene vedano che il demonio, lupo infernale, porta via la vita della grazia da loro e anche dalle persone che a loro sono affidate. Essi non se ne curano: e tutto questo è dovuto alla perversità del loro amor proprio. Quanto è pericoloso l’amor proprio nei vescovi, nei sacerdoti e nelle persone che sono ad essi affidate!

Smontiamo il pervasivo senso di colpa dell'Occidente

Pubblichiamo la Prefazione di Marcello Veneziani del nuovo libro : ‘Il complesso occidentale – Piccolo trattato di de-colpevolizzazione’, per la Paesi Edizioni [vedi], scritto dal politologo e saggista francese Alexandre Del Valle, che contrasta il “terrorismo intellettuale” nato intorno ad un malsano senso di colpa dell’Occidente.

Prefazione
Il complesso occidentale
Marcello Veneziani

Fa bene Alexandre Del Valle a smontare con argomenti convincenti, quel diffuso, pervasivo senso di colpa dell’Occidente nei confronti del resto del mondo, in particolare dell’Islam, del sud del pianeta e di quelle terre che furono un tempo colonizzate. È un complesso indecente quanto ingiustificato, la vergogna di essere quel che noi siamo e figli di quella storia, di quella civiltà, di quel modo di essere. Una forma di auto-colpevolizzazione, a volte grottesca, che poi coincide con il canone occidentale presente, quello che viene definito politically correct e con il dogma umanitario dell’accoglienza, dell’apertura senza limiti ai migranti.
Sulla sua linea critica, decisamente minoritaria in campo intellettuale, Del Valle trova compagni di strada di qualche peso, da Alain Fienkelkraut a Pascal Bruckner, e in casa nostra da Oriana Fallaci a Marcello Pera e Magdi C. Allam fino a Giovanni Sartori, almeno in tema di multiculturalismo.

domenica 28 aprile 2019

Occidente cristiano in bilico, reiteratamente minacciato anche da chi dovrebbe difenderlo...

L'Italia, l'Europa accerchiate su troppi fronti. a partire dal Vaticano e da un papa attivo politicamente piuttosto che spiritualmente...
  1. Dopo i 500.000 dollari ai migranti fermi in Messico alla frontiera Usa [qui] con la conseguenza che un soccorso così sbandierato, più che carità cristiana per l'esistente, appare una presa di posizione di parte e rischia di essere incentivo per il futuro... 
  2. Ѐ di oggi, al termine del Regina Coeli, l'appello per “Evacuare profughi dai centri di detenzione con i corridoi umanitari” in Libia [qui]; il che di certo per lui non esclude i ponti e i porti aperti ossessivamente evocati. E attenzione, che dei "corridoi umanitari" ha l'esclusiva la Sant'Egidio, da decenni in dialogo con i suoi fratelli musulmani... E com'è sollecito nella preghiera per questi profughi, che molto stride con la stentata attenzione dedicata ai recenti martiri nello Sri Lanka dei quali si è guardato bene dal nominare i responsabili! Tutto questo mentre la persecuzione raggiunge i profughi cristiani persino in Europa: vedi recenti notizie dalla Svezia, dove i profughi siriani rischiano di subire attacchi e di diventare bersaglio degli islamisti senza che le autorità intervengano [qui] e dal Regno Unito, che ha ripetutamente omesso di dare rifugio a cristiani, yazidi e drusi, le minoranze mediorientali più colpite e vessate dal fondamentalismo islamico [qui].
  3. Non si è ancora spenta l'eco dell'ultima sentenza della Cassazione secondo la quale prima di negare lo Status occorre accertare che nei Paesi d'origine non ci siano leggi discriminatorie e una "adeguata tutela" per i gay [qui]. Affirmanti incumbit probatio : l'onere della prova grava su chi afferma, cioè su chi promuove il giudizio... 2000 anni di civiltà giuridica buttati nel cassonetto. Resta ancora da stabilire (ma non dovrebbe neanche esserci bisogno di rilevarlo) dove sta scritto - a prescindere dai sotterfugi cui si presta un principio del genere - che dobbiamo farci carico anche della persecuzione dei gay nei paesi islamici....
Di questo passo rischiamo di essere sommersi mentre ogni tentativo di ragionevole argine ad un fenomeno apocalittico rischia di essere vanificato. Se non arriva un aiuto dal Cielo, che dovremo invocare con una marea di Rosari dedicati, anche in vista delle imminenti elezioni del 26 maggio...

Ma di quale religione siete? - don Elia

Nolite loqui adversus Deum iniquitatem (Sal 74, 6).
Oportet et haereses esse, ut et qui probati sunt, manifesti fiant in vobis (1 Cor 11, 32).

È quel che verrebbe da domandare a quei cattolici che, peregrinando per chiese storiche, vi entrano vociando – magari con la Messa in corso – come se varcassero la soglia di un bistrot dove prender l’aperitivo; oppure a quei preti che, in un venerdì di Quaresima, terminano la riunione con salame e porchetta… Con questo pontificato, anche quel minimo rispetto delle forme (seppur ridotte all’osso) che ancora, bene o male, sopravviveva, si è dissolto come neve al sole. D’altronde il processo di dissacrazione che prosegue da decenni non ha risparmiato proprio nulla, a cominciare da ciò che abbiamo di più prezioso, la Messa e l’Eucaristia; è inevitabile che, alla fine, esso spazzi via anche gli ultimi rimasugli di religiosità concreta.

In totale assenza di un’apposita educazione in convento o in seminario, la vita dei consacrati ha smarrito qualsiasi traccia di disciplina, per adagiarsi in uno stile molle, comodo e gaudente che si ripercuote poi necessariamente sulla coscienza dei fedeli, deformata dai cattivi esempi delle loro guide e dall’ideologia elaborata per giustificarli. Anche il solo concetto di rigore e penitenza è stato abraso come un obsoleto residuo medievale legato ad un’errata visione di Dio e della fede cristiana, come insegnano correntemente professori di teologia e formatori di vocazioni: finalmente – dicono – hanno riscoperto il Padre buono del Vangelo, che non pretende nulla dall’uomo e chiude entrambi gli occhi su qualsiasi scelleratezza. Come osservare, in un contesto del genere, le esigenze della castità? Prima ancora della rivoluzione sessuale del ’68, è stato questo crollo programmato che, all’interno della Chiesa stessa, ha fatto saltare ogni barriera.

sabato 27 aprile 2019

Crisi della Chiesa: “Il Concilio parallelo”. L’inizio anomalo del Vaticano II in un saggio di P. Pasqualucci ora tradotto in inglese.

È da poco apparso nella traduzione inglese un saggio di Paolo Pasqualucci sull’inizio “anomalo” del Vaticano II: P. Pasqualucci, The Parallel Council. The Anomalous Beginning of the Second Vatican Council, Gondolin Press, 2018, pp. 95. Il testo è disponibile sia in e-book che in cartaceo
(www.gondolinpress.com /info@gondolinpress.com). 
L’originale italiano è apparso cinque anni fa: P. Pasqualucci, Il Concilio parallelo. L’inizio anomalo del Vaticano II, Fede & Cultura, Verona, 2014, pp. 123, € 12
(www.fedecultura.com/ordini@fedecultura.com).
Si tratta di un lavoro di indubbio interesse, nella tormentata situazione di crisi nella quale continua a versare la Chiesa cattolica. Per gentile concessione dell’editore, riportiamo dall’originale italiano la breve presentazione del saggio fatta dall’Autore, intitolata Al lettore, riprodotta immutata anche nella versione inglese.


venerdì 26 aprile 2019

Parole memorabili del card. Eugenio Pacelli, Papa Pio XII, Notre Dame 1937

Le parole di verità sono senza tempo e dunque perennemente edificanti, anche perché toccano punti incandescenti del nostro oggi. Per questo giova andarle a pescare nei tesori copiosi che la nostra Chiesa ci dona per ogni epoca della sua storia umano-divina come il Suo Signore.

Estratti dell’omelia pronunciata
dal Card. Eugenio Pacelli
a Notre-Dame di Parigi, il 13 luglio 1937

… ma non è solo il fascino di Lisieux e del suo “Piccolo Fiore”che mi muove in questo momento, sulla cattedra di questa Cattedrale, è anche l’impressione che fa nascere in me questa stessa Cattedrale.
Voglio dire, fratelli miei, tutto ciò che evoca nel mio spirito, nella mia anima, come nell’anima e nello spirito di ogni cattolico, e direi anche in ogni anima retta e in ogni spirito coltivato, il solo nome di Notre-Dame de Paris! Perché qui è l’anima stessa della Francia, l’anima della figlia primogenita della Chiesa che parla alla mia anima.
Anima della Francia di oggi, e cioè le sue aspirazioni, le sue angosce e la sua preghiera; anima della Francia di un tempo, la cui voce, che sorge da un passato quattordici volte secolare, che evoca le Gesta Dei per Francos, sia tra le prove sia tra i trionfi, suona nelle ore critiche come un canto di nobile fierezza e di imperturbabile speranza.

Venerdì 26 aprile. La Preghiera di Riparazione

Ricordiamo che oggi, venerdì, è il giorno dedicato alla Preghiera di Riparazione secondo le modalità, complete delle Litanie del Sacro Cuore, che trovate qui.
Rimaniamo fedeli al nostro impegno nella preghiera di riparazione e continuiamo a pregare perché sia sventata l'introduzione della cosiddetta Messa ecumenica, che vanifica il Santo Sacrificio. Per non parlare dei cambiamenti di paradigma che usano il funambolismo linguistico per condurre verso rivoluzionari orizzonti inesplorati fuori dalla Via maestra.
Preghiamo anche per come viene contristato il Signore nel nostro Paese e nel degrado ingravescente che lo attanaglia e per tutti i problemi in attesa di soluzione in un agone politico esasperato e attraversato da molte dinamiche contrapposte.
Invochiamo Cristo Signore che ci ha ammonito che “senza di Lui non possiamo far nulla” (Gv 15, 5) e chiediamo l'intercessione della Vergine, Madre Sua e nostra, perché voglia stornare tutti i pericoli, i mali e le insidie in tutti gli ambiti del vivere civile e religioso dove Lui possa tornare a regnare. Preghiamo anche perché il Signore voglia presto darci Santi Pastori che possano guidare i fedeli in questa epoca di smarrimento, di confusione e di empietà e sostenga coloro che si espongono con parresìa.

Riflessione settimanale:
Dalle  «Confessioni»
di Sant'Agostino, vescovo

giovedì 25 aprile 2019

«Ecco i sette motivi per cui non festeggio il 25 aprile» - Marcello Veneziani

Troppo ragionevole per chi da decenni monopolizza una narrazione ideologica e strumentale. Lo riprendo condividendo toto corde.

Non celebro il 25 aprile per sette motivi. 
Uno, perché non è una festa inclusiva e nazionale, ma è sempre stata la festa delle bandiere rosse e del fossato d'odio tra due Italie.
Due, perché è una festa contro gli italiani del giorno prima, ovvero non considera che gli italiani fino all'ora erano stati, in larga parte fascisti o comunque non antifascisti e dunque istiga alla doppiezza, all'ipocrisia.
Tre, perché non rende onore al nemico, ma nega dignità e memoria a tutti coloro che hanno dato la vita per la patria, solo per la patria, pur sapendo che si trattava di una guerra perduta.
Quattro, perché l'antifascismo finisce quando finisce l'antagonista da cui prende il  nome: il fascismo è morto e sepolto e non può sopravvivergli il suo antidoto, nato con l'esclusiva missione di abbatterlo.
Cinque, perché quando una festa aumenta l'enfasi con il passare degli anni anziché attenuarsi, come è legge naturale del tempo, allora regge all'ipocrisia faziosa e viene usata per altri scopi: ieri per colpire Silvio Berlusconi, oggi Matteo Salvini.
Sei, perché è solo celebrativa, a differenza delle altre ricorrenze nazionali, si pensi al 4 novembre in cui si ricordano infamie e dolori della Grande Guerra, invece nel 25 aprile è vietato ricordare le pagine sporche o sanguinarie che l'hanno accompagnata e distinguere tra chi combatteva per la libertà e chi voleva instaurare un'altra dittatura.
Sette, perché celebrando sempre e solo il 25 aprile, unica festa civile in Italia, si riduce la storia millenaria di una patria, di una nazione, ai suoi ultimi tempi feroci e divisi.
Troppo poco per l'Italia e per la sua antica civiltà.
Marcello Veneziani - Da La Verità di mercoledì 24 aprile

mercoledì 24 aprile 2019

Due pastori col profumo di Cristo che chiamano le cose col loro nome

L'arcivescovo di Trieste, Mons. Giampaolo Crepaldi parla chiaramente di "atti di terrorismo islamo-jihadista" ai danni dei cristiani dello Sri Lanka in un messaggio sul sito della diocesi e il card. Robert Sarah, come espresso nell'articolo ripreso a seguire.

Le stragi terroristiche nella Domenica di Pasqua 
La Diocesi esprime la sua fraterna vicinanza e l’assicurazione della propria preghiera ai cristiani dello Sri Lanka e condanna fermamente gli atti di terrorismo islamo-jihadista che hanno insanguinato il Paese asiatico, colpendo soprattutto i cristiani che, nel giorno di Pasqua, si trovavano raccolti nelle chiese a celebrare la risurrezione del Signore Gesù. Atti di morte mentre si celebrava la vita e l’amore divini. I kamikaze che si sono immolati in nome di Dio per uccidere altri uomini non hanno compiuto altro che atti di profanazione e di bestemmia. Definire «martiri» questi mostri che sono morti compiendo atti terroristici è stravolgere il concetto di martirio, che è testimonianza di chi si fa uccidere per non rinunciare a Dio e al Suo amore e non di chi uccide in nome di Dio. Quale segno di speranza ci resta la statua del Cristo Risorto, rimasta ritta all’interno di una delle chiese attaccate: essa si presenta macchiata con il sangue dei nuovi martiri cingalesi che, con il dono della loro vita, hanno offerto la più eloquente e convincente testimonianza di quanto la fede in Cristo promuova la vera umanità nella fraternità e nella pace. - Fonte
* * *
Sri Lanka, la condanna del "ministro" del Papa: "Barbara violenza islamista"

L’eros anarchico e l’ideologia nichilista del Sessantotto. A proposito delle recenti “Note“ di Benedetto XVI

Papa Benedetto XVI, nelle sue Note scritte a favore di papa Francesco e dei presidenti delle Conferenze Episcopali riuniti in Vaticano per affrontare lo scandalo pedofilia nella Chiesa e ora pubblicate, individua nella Contestazione Sessantottesca una vera e propria rivoluzione affermatasi tanto nel mondo (occidentale) quanto nella Chiesa.

Come Osservatorio abbiamo dedicato al ’68 il numero 3 (2108) del “Bollettino di Dottrina sociale della Chiesa” [leggi] partendo proprio dal riconoscimento della natura rivoluzionaria della Contestazione e sviluppando una attenta analisi circa gli esiti socio-politici di tale rivoluzione nichilista.

Di tale rivoluzione il Papa emerito sottolinea soprattutto il carattere di rivoluzione sessuale, di rivoluzione dei costumi. Nello scritto di Benedetto XVI il ‘68 appare principalmente come una sconvolgente ribellione all’ordine morale e una generale “liberazione sessuale”.

martedì 23 aprile 2019

Inquietanti segnali di cristofobia: non più «cristiani» ma «adoratori di Pasqua»

Il papa minimizza e non nomina i responsabili della sanguinosa strage in Sri Lanka: mentre il suo portavoce, vedi teewt a lato,  distorce la realtà ad usum del politicamente corretto. 
Il che va messo insieme agli ultimi tweet di Barack Obama e Hillary Clinton i quali, nel condannare su Twitter gli attacchi in Sri Lanka, usano il termine «Easter worshippers = adoratori di Pasqua», inopinatamente risuonato anche sul Washington post, evitano l'uso della parola «cristiani» e ricordano a chi ancora la ignorasse la strategia della cultura dominante, cristianofoba, o peggio, cristofoba. 
Riporto il centrato commento di un lettore (Mario Proietti) al tweet di Spadaro: "I gesuiti usciti di testa. Attacco allo Stato? Io credo che siamo alla deriva. Questa è la prova che Dio li ha resi ciechi. Quest'uomo sta negando perfino il martirio dei nostri fratelli. Non sono più martiri di Cristo, ma martiri dello Stato. Io mi dissocio da questa logica politicante e sinistrorsa".
A noi e a tutti i superstiti di questo scempio epocale, l'impegno, che è una missione, di continuare a testimoniare il Signore e a gridare dai tetti tutto quello cui siamo chiamati secondo la Sua Parola e che vorrebbero sommergere o cancellare...
Ed ecco i tweet, di rettifica con la dicitura corretta, di un nostro lettore dai quali emerge anche il tweet di Bergoglio:

Deo gratias! «Alex è guarito e può tornare a casa» a 4 mesi dal trapianto di midollo

Abbiamo ancora negli occhi e nel cuore le file di persone che si sono rese disponibili per la speranza del trapianto per il quale poi, si è rivelato compatibile il padre... In ogni caso non dimentichiamo che non ci sarebbe stato il lieto fine se i genitori non si fossero focalizzati sul Bambin Gesù di Roma. Come sarebbe potuto accadere ai genitori del piccolo Alfie e degli altri bimbi, ostaggi del sistema sanitario britannico, i quali forse non sarebbero guariti; ma almeno avrebbero potuto ricevere possibili cure insieme all'amore dei loro genitori fino alla fine non provocata.

Sul tavolo di Franco Locatelli, oncoematologo del Bambino Gesù, da oggi campeggia una nuova fotografia. La sesta della collezione. Dalla cornice gli sorride un bimbo di due anni, con enormi occhi azzurri. Ѐ Alessandro Maria Montresor trapiantato a dicembre del 2018 nell’ospedale romano utilizzando le cellule del papà Paolo, le uniche che avrebbero potuto salvarlo da un tipo di immunodeficienza primaria (mancanza totale di difese immunitarie da quando è nato) senza altra alternativa terapeutica.
Questa settimana a circa quattro mesi dall’intervento ad Alex è stato tolto il catetere venoso centrale servito per i prelievi e infusioni di midollo nel periodo del trattamento intensivo. Significa che è guarito, che è tornato un bambino sano al 100 per cento, che nel suo sangue scorrono soltanto cellule buone. Quelle del padre. «Ha un sistema immunitario perfetto. In ematologia si parla di chimerismo completo. Le cellule del donatore si sono del tutte sostituite a quelle malate che non avrebbero consentito ad Alex di sopravvivere», festeggia la splendida storia Locatelli. Non poteva esserci notizia migliore: «Siamo straordinariamente felici di poter impreziosire con questa guarigione la Pasqua della famiglia Montresor e del Bambino Gesù». - fonte

Teologi senza teologia - Robert P. Imbelli

Due rappresentanti dell'Associazione tedesca dei teologi morali hanno pubblicato [qui un commento critico della recente analisi del papa emerito Benedetto XVI sulle origini e le cause della crisi di abuso che affligge la Chiesa [qui].
I professori Christof Breitsameter e Stephan Goertz portano varie accuse contro Benedetto XVI. Sostengono che egli individua l’unica colpa della crisi nella rivoluzione sessuale e negli sconvolgimenti sociali degli anni Sessanta, piuttosto che ammettere la colpevolezza istituzionale propria della Chiesa.
Sono particolarmente irritati dalle sue critiche agli sviluppi della teologia morale dagli anni Sessanta, che, secondo Benedetto, promuovono un approccio situazionista che sfocia alla fine in un relativismo morale. Sostengono che questa colpevolizzazione è ingiusta e infondata, e che la teologia morale praticata dai membri della loro associazione afferma anch’essa degli assoluti morali, come la disumanità della pena di morte.

lunedì 22 aprile 2019

Mosul rinasce: celebrata la Pasqua dopo 5 anni - Caldei nella piana di Ninive per celebrare la Pasqua e rimettere radici

A seguire un altro articolo che rincuora: Caldei della diaspora nella piana di Ninive, per celebrare la Pasqua e rimettere radici.

L'Arcivescovo caldeo, Michaeel Najeeb Moussa, aveva intorno a sé solo una quindicina di famiglie cattoliche, ritornate dopo la fine dello Stato Islamico
A Mosul si è ritornati a celebrare la Santa Pasqua dopo 5 anni. La seconda città irachena, adesso sostanzialmente liberata dalla presenza dell'Isis, era stata conquistata dalle milizie jihadiste dello Stato islamico nel 2014 e, proprio a Mosul, presso la moschea di Al Nuri, Abu Bakr al-Baghdadi aveva proclamato il califfato il 29 giugno 2014.
Da allora non era stato possibile celebrare la Santa Pasqua anche perchè le persecuzioni dello Stato islamico avevano provocato o la fuga dei cristiani presenti o la loro uccisione. Inoltre le chiese che non erano state distrutte o incendiate erano state prima profanate e poi usate dai fanatici islamisti come prigioni del Califfato.

Attacco anche a una Chiesa di Monaco. Essere cristiani è diventato molto pericoloso

C'è purtroppo notizia di un'altra chiesa in fiamme in Francia, a Grenoble che va ad aggiungersi ai numerosi precedenti [qui]. La pista islamica farebbe ritenere che è iniziata la guerra per la supremazia maomettana in terra franca. Naturalmente Vaticano, UE ed establishment minimizzano, ma forse è ora di svegliarsi...

La notizia è uscita poco al di fuori della Germania, ma colpisce per la micidiale regolarità con la quale ci stiamo abituando a simili misfatti. Ieri sera, a Monaco, un africano subsahariano di religione musulmana, del quale non sono state diffuse le generalità, ha fatto irruzione nella chiesa parrocchiale di Sankt Paul, una delle più grandi della città, nel quartiere di Ludwigsvorstadt, noto per ospitare annualmente l’Oktoberfest, lanciando petardi e sanpietrini contro le persone presenti.
Nella chiesa, dov’era in corso la Santa Messa in lingua croata per la celebrazione delle festività pasquali per i numerosi immigrati balcanici residenti in città, erano presenti circa cinquecento persone. Il panico, scatenato dai botti e dal grido “AllahuAkbar!” dell’africano, ha generato la fuga in massa dei fedeli, ed il ferimento di alcune persone travolte nella calca. Altre persone sono rimaste feriti dal lancio delle pietre, ed il bilancio finale dell’attacco è stato di ventiquattro feriti che hanno dovuto rivolgersi alle strutture sanitarie della capitale bavarese, un tempo simbolo del fine living tedesco. L’uomo, si legge dalla rivista Fenix, organo d’informazione della comunità croata in Germania, sarebbe stato bloccato da alcuni uomini mentre cercava di avvicinarsi all’altare ed agli officianti per arrecare ulteriori danni. Bloccato, è stato successivamente consegnato alla polizia bavarese, la quale ha escluso ogni possibile rapporto col terrorismo, e ha definito il caso come “il tipico comportamento di un uomo mentalmente disturbato”.

Di chi è Notre Dame?

Anche la Vergine del pilastro (1420) si è salvata
Dopo i primi momenti di panico, poi sollievo perché poteva andare peggio, e generale commozione, mi pare giusto porre una domanda: di chi è quella cattedrale?
Giuridicamente è dello stato francese. Quello stato che la stava mandando in rovina, lesinando i finanziamenti per la dovuta manutenzione, ma non disdegnava certo l'indotto (economico e di immagine) di uno dei monumenti più visitati al mondo.
Poi, certo, è dei francesi, legata alla loro storia e un punto riconoscibile all'orizzonte di Parigi, come la Tour Eiffel o mille altri monumenti.
Ma, restringendo i cerchi concentrici, Notre-Dame è ancor più di quei fedeli che erano in ginocchio a pregare perché fosse salvata dalle fiamme, di quel pompiere che ha rischiato la vita per salvare i resti della Corona di spine e, prima ancora, il Santissimo Sacramento, perché - ha detto - i primi sono una preziosa reliquia, ma il secondo è Dio in persona. Infine, e prima di tutto, Notre-Dame è di Nostra Signora, la madre di Dio che veglia sui figli che le sono stati affidati, francesi o turisti, chi dice una preghiera, chi accende un cero, chi rimane a bocca aperta di fronte a una preghiera di pietra, chi scatta selfie sul sagrato.
Non mi scandalizza che lo stato francese o importanti gruppi privati raccolgano fondi per il restauro (chissà quanti peccatori, sin dal Medioevo, han devoluto una parte delle proprie sostanze alla costruzione o al restauro di Notre-Dame), e anzi ho speranza che la commozione che han sentito in fondo al cuore vedendo le fiamme portarsi via un pezzo della loro storia e della loro città possa trasformarsi in una domanda sulle cause di tanta bellezza, e nella determinazione ad andare alla fonte.
Ma Notre-Dame è una chiesa cattolica, chi vuole aiutare lo faccia, ma la padrona di casa è Lei. E tutto deve continuare ad esserle dedicato. Il mondo non ha bisogno di un nuovo museo, fatto con tecniche conservative o moderne, ma senz'anima. Ѐ più necessaria una chiesa. Un tabernacolo, ginocchia piegate.
I laicisti nostrani o d'oltralpe han la lingua legata e non riescono a dirlo, ma proprio del tutto non possono cancellare il fatto che le radici cristiane dell'Europa sono tra noi, e sono di una bellezza sconvolgente.
O forse possono, e lo cancelleranno, useranno quest'occasione per trasformare un'altra chiesa in museo, in Disneyland, in centro multiculturale...
Mi auguro che nei restauri la priorità sia data alla Padrona di casa e a chi la onora, in caso contrario gli aiuti saranno peggiori delle fiamme. (Daniela Bovolenta)

sabato 20 aprile 2019

Santa Pasqua 21 aprile 2019

Buona e santa Pasqua
Surrexit Dominus vere. Alleluia
Surrexit Dominus de sepulcro. Alleluia

Qui pro nobis pependit in ligno. Alleluia
Et apparuit Simoni. Alleluia
Gavisi sunt discipuli. Alleluia
Gaude et laetare Virgo Maria. Alleluia
Quia quem meruisti portare. Alleluia
Haec dies, quam fecit Dominus. Alleluia
Exultemus et laetemur in ea. Alleluia

Sabato Santo. Oggi sulla terra c'è grande silenzio


Oggi sulla terra c'è grande silenzio, 
grande silenzio e solitudine. 
Grande silenzio perché il Re dorme: 
la terra è rimasta sbigottita e tace 
perché il Dio fatto carne si è addormentato
e ha svegliato coloro che da secoli dormivano.
Dio è morto nella carne
ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.

venerdì 19 aprile 2019

La Via Crucis della Settimana Santa brutalmente strumentalizzata. Etiam si omnes, ego non

Un Venerdì Santo davvero anomalo. Si tratta dell'ultima di troppe anomalie che siamo costretti a registrare da un tragico 13 marzo di sei anni fa... Sei anni che per la vita ecclesiale equivalgono ad  un'era geologica, tante sono le evoluzioni - o meglio le rivoluzioni -  innescate o esplose. A me erano bastati gli inediti di quel primo Giovedì Santo [qui - qui].... Ora, da ieri, su tutti gli organi di stampa rimbalza la notizia che 
La Via Crucis al Colosseo, cui parteciperà il Papa come ogni anno sarà declinata con un duro j'accuse alla politica dei porti sbarrati voluta dal Viminale.... Una scelta chiara quella di Papa Francesco che dà voce a quella Chiesa che da tempo si schiera sul fronte dell'accoglienza e delle porte aperte... Poi il testo arriva a toccare in modo diretto il tema della chiusura dei porti: "L'esempio di Maria e delle discepole testimoni della sofferenza e della morte di Gesù ci ispiri a impegnarci a non far sentire la solitudine a quanti agonizzano oggi nei troppi calvari sparsi per il mondo, tra cui i campi di raccolta simili a lager nei paesi di transito, le navi a cui viene rifiutato un porto sicuro, le lunghe trattative burocratiche per la destinazione finale, i centri di permanenza, gli hot spot, i campi per i lavoratori stagionali". Poi il testo, lungo 61 pagine, lancia un appello ai potenti della Terra perché possano cambiare le politiche legate alla gestione di questa emergenza: "La Croce di Cristo illumini le coscienze dei cittadini, della Chiesa, dei legislatori e di tutti coloro che si professano seguaci di Cristo, affinché giunga a tutti la Buona Notizia della redenzione" [qui].
Mi rifiuto di partecipare a una passeggiata politica (oltretutto ideologica e di bassa lega) e non ad una Via Crucis, posto che la Via Crucis è tutt'altro e la Redenzione anche, soprattutto perché è la liberazione dalla schiavitù del peccato operata dal Sacrificio unico e irripetibile di Nostro Signore senza cui nessuna giustizia potrà mai realizzarsi nella storia dell'uomo, che diventa storia di Salvezza se orientata a Dio-Trinità, portata a compimento e rivelata nel Signore Gesù, Vero Uomo e Vero Dio. Il resto è spazzatura anche se viene dal Soglio da cui non ce lo si dovrebbe aspettare, al quale peraltro fanno eco fin troppi vescovi e sacerdoti. L' ossessione immigrofila purtroppo è risuonata anche nella Messa del Giovedì Santo del card. Bassetti: “I migranti sono una risorsa. Il fatto emigratorio è un’osmosi”. E così davvero hanno passato il segno e proprio in un momento tremendamente delicato sia sullo scacchiere geopolitico internazionale che per il nostro attuale governo.... Il che già di per sé è scorretto; ma è ancor più grave che, anziché contemplare il grande mistero del momento culminante della nostra redenzione, si lancia un messaggio politico-sociologico, immigrazionista e globalista, che tra l'altro di fatto favorisce proprio quella tratta apparentemente condannata a parole!

Un conto è attualizzare con esempi di drammi umani la meditazione dei momenti della Via Dolorosa, un altro conto è enfatizzare i drammi umani, distogliendo dal vero Protagonista e distorcendo lo scopo della secolare devozione, che è quello di guidare l’immedesimazione dei fedeli con la Passione del Signore, per interiorizzarla sempre più  e muovere all'adorazione. E dunque questa volta non ci sarà la mia presenza, per quanto poco rilevante, neppure attraverso la TV.

Pio Esercizio in onore delle tre ore di agonia di Nostro Signore Gesù Cristo

Con rescritto del 26 Agosto 1814 Pio VII ha concesso in perpetuo a tutti i fedeli l’indulgenza di 300 giorni applicabile anche alle anime del Purgatorio ogni volta che devotamente praticheranno il seguente devoto esercizio in memoria dell’agonia di nostro Signore Gesù Cristo.
Deus in adiutorium meum intende. Domine ad adiuvandum me festina.
Gloria Patri et Filio, etc.
Parole di Gesù dette dalla Croce:

PRIMA PAROLA
Padre, perdona loro, perché non sanno ciò che fanno.
Adoramus, te Christe, et benedicimus tibi.
Quia per sanctam Crucem tuam redemisti mundum.

Caro Gesù, che per mio amore agonizzate sulla croce al fine di pagare con le vostre pene il debito dei miei peccati, ed aprite la vostra divina bocca per ottenermene il perdono dall’eterna giustizia, abbiate pietà di tutti i fedeli agonizzanti e di me quando sarò in quell’estremo; e per i meriti del vostro preziosissimo sangue sparso per la nostra salvezza, dateci dolore così vivo delle nostre colpe che ci faccia spirare le anime nostre nel seno della vostra infinita misericordia.
Tre Gloria Patri, etc.
Miserere nostri, Domine, miserere nostri.
Mio Dio. credo in voi, spero in voi, amo voi, e mi pento d’avervi offeso co’ miei peccati.

Gli appunti di Benedetto XVI "correggono" Amoris laetitia

Riproponendo l'enciclica di San Giovanni Paolo II "Veritatis Splendor" come argine al "collasso" della morale cattolica, Benedetto XVI in realtà entra in contrasto con quanto descritto dall'esortazione apostolica "Amoris Laetitia".
Quando un testo viene reso pubblico, acquista una sua autonomia anche dal suo autore e deve essere considerato per se stesso. Anche le Note di Benedetto XVI [qui] sulla crisi della Chiesa a seguito dei fenomeni di pedofilia non sfuggono a questa regola. Esse dicono oggettivamente qualcosa: tacerne vorrebbe dire rinunciare a prendere atto dell’autonomia del testo il che, dal punto di vista delle regole dalla interpretazione, sarebbe un atteggiamento scorretto.

Ora, il testo di Benedetto ristabilisce senza ombra di dubbio il valore della teologia morale così come illustrata dall’enciclica Veritatis splendor di Giovanni Paolo II. Di più: attribuisce a quel documento il grande valore di aver contrastato il “collasso” della teologia morale iniziato negli anni Sessanta per tentare di trattenerne i danni. La conseguenza logica da tirare è chiara: se viene incrinato l’impianto della teologia morale della Veritatis splendor, il “collasso” della teologia morale cattolica è destinato a continuare.

giovedì 18 aprile 2019

Il devastante incendio di Notre Dame fa riflettere sui gravi peccati del nostro tempo

Nella nostra traduzione da LifeSiteNews, riportiamo le parole di un pastore attento e presente, che purtroppo sono mancate dal Soglio, che ha taciuto per molte ore per poi esprimere un messaggio striminzito, più formale che spirituale, deludente per chi si aspettasse edificazione e conforto. E con la solita fissa del pluralismo: “...Questa catastrofe ha gravemente danneggiato un edificio storico ma sono cosciente che ha anche colpito un simbolo nazionale caro al cuore dei parigini e dei francesi, nella diversità delle loro convinzioni....”  [vedi].

Il devastante incendio che ha gravemente danneggiato la Cattedrale di Notre Dame a Parigi è un "riflesso emblematico" degli "attacchi alla bellezza infinita della fede da parte dei gravi peccati e dei crimini dei nostri giorni" ha detto un importante cardinale.

Martedì mattina, in un commento a LifeSite, il cardinale Raymond Burke si è dichiarato "profondamente rattristato dalla massiccia distruzione per effetto del fuoco di ieri alla magnifica cattedrale di Notre Dame a Parigi".

mercoledì 17 aprile 2019

VII Giornata della buona stampa cattolica

VII Giornata della buona stampa cattolica

Il prossimo 1 maggio: Parrocchia di S. Antonio Abate Linarolo (PV) - Via Roma, 4

Anche quest'anno si rinnova l'appuntamento con un ciclo di conferenze riassunte nel titolo "Verità e giustizia: La dottrina sociale della Chiesa".

Il programma : cliccare sull'immagine a lato per ingrandire

Un fenomeno inquietante ignorato dai media: Chiese europee vandalizzate, defecate e incendiate "ogni giorno"

L'attenzione del mondo intero si è focalizzata in questi giorni sul rogo di Notre Dame. Ma ci ha costretti a prendere atto del doloroso fenomeno - totalmente ignorato dai media (ma soprattutto dal Vaticano), delle innumerevoli Chiese vandalizzate e profanate ogni giorno in tutta Europa. L'articolo [qui] riportato di seguito offre una sintesi inquietante. Altro che preghiere di riparazione!....

Chiese europee: Vandalizzate, defecate e incendiate "ogni giorno"
    17 febbraio, rogo a San Sulpice
  • In Germania, quattro chiese sono state vandalizzate e/o incendiate solo a marzo. "In questo paese", è in corso una guerra strisciante contro tutto ciò che simboleggia il Cristianesimo: attacchi ai danni delle croci poste in cima alle montagne, delle statue sacre per strada, delle chiese (...) e di recente anche dei cimiteri". – PI-News, un sito di informazione tedesco
  • n quasi tutti gli episodi di attacchi ai danni delle chiese, le autorità e i media nascondono l'identità dei vandali. In quei rari casi in cui l'identità musulmana (o "migrante") degli iconoclasti è trapelata, questi profanatori vengono poi presentati come delle persone che soffrono di problemi di salute mentale.
  • "Quasi nessuno scrive e parla dei crescenti attacchi contro i simboli cristiani. In Francia e in Germania c'è un eloquente silenzio riguardo allo scandalo delle profanazioni e sull'origine dei perpetratori. (...) Non una parola, nemmeno il minimo indizio che potrebbe in qualche modo indurre a sospettare dei migranti. (...) Non sono i criminali che corrono il rischio di essere messi al bando, ma coloro che osano associare la profanazione dei simboli cristiani all'importazione degli immigrati. Vengono accusati di odio, di discorsi di incitamento all'odio e di razzismo." – PI-News, 24 marzo 2019.
Innumerevoli chiese in tutta l'Europa occidentale sono state vandalizzate, defecate e incendiate.

Notre Dame. Testimonianza: «La mia veglia di fronte al rogo»

Una testimonianza vale più di cento riflessioni. Andrej è un giovane bielorusso di Minsk, a Parigi per motivi di studio. È comparso nel video virale che mostrava la preghiera per l'incendio della Cattedrale. Tornato a casa, a tarda notte, ha scritto questo racconto sulla sua pagina Facebook

Ecco come è andata. Sono a casa, al telefono con i miei genitori in Bielorussia. Ho appena iniziato a parlare di una cosa importante, e all’improvviso fuori dalla finestra si sente il suono delle sirene. Chiudo la finestra, e penso: «Spero non sia niente di grave». Finiamo di parlare alle otto precise. Chiudo Messenger e apro Facebook: la prima cosa che vedo sono le foto di Notre Dame in fiamme.

Ero stato lì l’ultima volta il 5 aprile, quando hanno esposto la Corona di spine per l’adorazione. Era il giorno dopo che a Minsk, la mia città, c'erano state delle veglie spontanee perché a Kuropat, un luogo dove si ricorda la repressione sovietica con delle grandi croci, diciassette di queste erano state distrutte. La gente aveva reagito andando a pregare.

Abisso di umiltà e di amore - Don Elia

Psallam, et intellegam in via immaculata (Sal 100, 1-2).

Imposuisti homines super capita nostra (Sal 65, 12). Sì, Signore, hai posto degli uomini sulle nostre teste. Questa non sarebbe cosa anomala, se si trattasse di veri Pastori, piuttosto che di malvagi che ci schiacciano col sorriso sulle labbra, volendo far mostra di bontà e benevolenza. Tu hai permesso ciò per il nostro bene, a sconto dei nostri peccati e per saggiare chi Ti è realmente fedele. Inimici Domini mentiti sunt ei (I nemici del Signore gli hanno mentito, Sal 80, 16): i modernisti che hanno preso il timone della nave – lo sai bene – sono per costituzione ipocriti, infidi, sleali, menzogneri, inaffidabili… e non potrebbe essere diversamente, visto che Ti hanno rinnegato sostituendoti con le proprie idee, pur millantando di essere al Tuo servizio.
Al posto della beatitudine del Paradiso (in cui non credono), il loro umanesimo cristiano prospetta un’illusoria felicità su questa terra, dove dobbiamo invece soffrire e lottare per meritare la gloria; anziché proporre l’autentica santità, frutto del dono soprannaturale della grazia e di un costante sforzo umano, vaneggiano di una santità meramente verbale, fatta di bei discorsi; in luogo del sano nutrimento della Scrittura e della Tradizione, con una sicumera da imbonitori televisivi propinano fumo allucinogeno, buono soltanto a procurare qualche istante di artificiale euforia. I mantra della comunione e del servizio non sono altro che ricatti morali miranti a ottenere sottomissione assoluta alla loro dittatura; ma non possono entrare nella nostra coscienza, dovranno farsene una ragione.

martedì 16 aprile 2019

Basta con i sensi di colpa per gli immigrati e l'islam

Due interessanti articoli su un nuovo libro uscito in questi giorni: ‘ Il complesso occidentale – Piccolo trattato di de-colpevolizzazione’, per la Paesi Edizioni, scritto dal politologo e saggista francese Alexandre Del Valle (prefazione di Marcello Vaneziani), che contrasta il “terrorismo intellettuale” nato intorno ad un malsano senso di colpa dell’Occidente.  Presentazione a Roma: info

Basta con la vergogna di essere quel che siamo, figli della nostra storia e della nostra civiltà

Una linea critica, decisamente minoritaria in campo intellettuale, che approfondisce il tema del senso di colpa europeo, secondo una visione originale e nuova: dopo il successo ottenuto in Francia (L’Artilleur editore) esce anche in Italia, per Paesi Edizioni, ‘Il complesso occidentale – Piccolo trattato di de-colpevolizzazione’, il libro del politologo e saggista francese Alexandre Del Valle che contrasta il “terrorismo intellettuale” nato intorno al senso di colpa dell’Occidente, trovando per la strada compagni di peso quali Alain Fienkelkraut, Pascal Bruckner, Marcello Pera, Magdi C. Allam, Giovanni Sartori e Oriana Fallaci.
Secondo l’autore il senso di colpa europeo per la mancata integrazione sociale e il fallimento del multiculturalismo è una malattia mortale, di essenza masochista, che può colpire tutti quelli che non hanno gli anticorpi. Per smontarlo Alexandre Del Valle usa nel libro ragionamenti fondati che contrastano quel complesso occidentale che riesce a colpevolizzare più la vittima che il carnefice.

Benedetto rompe il silenzio

Nella nostra traduzione da First Thing proponiamo una acuta analisi di R.R.Reno in ordine agli inattesi "appunti" di Benedetto XVI sulla crisi della Chiesa determinata anche dagli abusi sessuali.

Sesso, scandalo, la Chiesa e una atmosfera generale di disintegrazione: questo il fulcro dell’inatteso intervento del Papa emerito Benedetto XVI a proposito della travagliata politica ecclesiale odierna. Benedetto, dopo aver contattato Papa Francesco, ha scritto una dichiarazione sulla Chiesa e lo scandalo degli abusi sessuali da pubblicare su un periodico bavarese. Lo stile del documento è quello abituale, fatto di dichiarazioni calme e realiste. Nel complesso, è più testimonianza che analisi, testimonianza di un uomo che ha attraversato rivolgimenti culturali e tradimenti teologici. Ed è la testimonianza di un uomo fedele all’amore eterno di Dio.

lunedì 15 aprile 2019

Notre Dame, la cattedrale di Parigi va a fuoco

Parigi, 15 aprile 2019 - A fuoco Notre Dame. Un vasto incendio sta bruciando la cattedrale di Parigi. Sono ancora ignote le cause: sappiamo però che in questi giorni la struttura era interessata da lavori di ristrutturazione. Non è chiaro se ci sia un collegamento ma secondo le prime informazioni che arrivano dalla capitale francese sembra che il rogo si sia sviluppato proprio da un'impalcatura nel sottotetto. Impressionanti le immagini che arrivano via social e che mostrano un'alta colonna di fumo e fiamme salire dalla sommità della chiesa. La chiesa è stata immediatamente evacuata: non è chiaro se ci siano persone coinvolte. I vigili del fuoco sono all'opera: deviato il traffico nella zona. 
La cattedrale, nel cuore della capitale francese, è una delle costruzioni neo-gotiche più famose del mondo ed è il monumento storico più visitato d'Europa. Fu edificata dall'anno 1163 al 1344 e ricostruita dopo le devastazioni della Rivoluzione. L'incendio avviene nel primo giorno della Settimana Santa che porta a Pasqua.

Intervista al Card. Müller. «Vogliono far tacere Benedetto XVI perché dice la verità»

La riflessione di Benedetto XVI va tenuta nella sua interezza perché costringe a focalizzare diversi aspetti della crisi, pur non arrivando a mettere in discussione il Concilio che è stato il cavallo di Troia dei cambiamenti di paradigma portati all'ennesima potenza dal pontificato attuale. Ciò è tanto più indispensabile per superare le frammentazioni riduttive, che già vanno delineandosi, ad uso e consumo delle fazioni perennemente in lotta nella Chiesa, che provocano tensioni proprio facendo leva sulla “crisi pedofilia”.

Il cardinale Gerhard Müller - che papa Benedetto XVI volle come suo erede alla testa della Congregazione per la Dottrina della Fede e fu poi liquidato bruscamente da papa Francesco alla scadenza del suo primo mandato nel 2017 - appare confortato dagli “appunti” sul tema degli abusi sessuali che il papa emerito ha voluto rendere pubblici nei giorni scorsi, ma è molto duro con chi ritiene che Benedetto non debba parlare. Lo raggiungiamo al telefono, al ritorno da un viaggio in Germania.

Eminenza, come giudica la pubblicazione degli “appunti” di Benedetto XVI a proposito degli abusi sessuali?
Il contributo di Benedetto XVI è molto importante in questa ora che sta vivendo la Chiesa, perché abbiamo una grande crisi di credibilità, e abbiamo il dovere di andare alle radici o agli inizi di questa crisi, che non è caduta dal cielo. Finora si è parlato solo di clericalismo, un concetto molto nebuloso, un modo per non affrontare le vere cause della crisi. Che ha una lunga storia che comincia anche nella Chiesa con la rivoluzione sessuale degli anni ’60 e con la contemporanea crisi della teologia morale laddove ha negato l’intrinsece malum, ovvero l’esistenza di atti intrinsecamente malvagi. Si è cominciato a sostenere che alcune azioni sono peccato grave o crimine soltanto a certe condizioni, che tutto dipende dalla situazione. Ma questo non è niente altro che un’autogiustificazione del peccato. Papa Benedetto ha una lunga memoria su quanto avvenuto nella Chiesa, e ha una grande capacità teologica, di analisi. È molto sorprendente che a 92 anni abbia questa lucidità di analizzare la situazione, peraltro molto meglio di altri che pure alzano le loro voci.

Il vescovo perseguitato: “Pronto al martirio”

Un altro esempio di "resistenza" di un vero pastore.

La diocesi di Alcalá de Henares, retta da monsignor Reig Pla, sta subendo un’indagine da parte della Comunità di Madrid sulla base della famigerata legge Cifuentes, che prevede multe salate per chi non accetta l’indottrinamento Lgbt e aiuta le persone a riscoprire la propria identità maschile o femminile. L’indagine del governo provinciale è iniziata dopo che un giornalista si è finto omosessuale, chiedendo aiuto in un centro di orientamento familiare: ne è seguito un articolo pubblicato l’1 aprile su "El Diario", in cui si accusa la diocesi di tenere corsi illegali «per ‘curare’ l’omosessualità». Alla campagna di linciaggio mediatico e politico Reig Pla ha risposto con carità cristiana, sostenuto da molti fedeli. Pubblichiamo qui alcuni estratti dell’omelia tenuta dal vescovo, sabato 6 aprile, nella cattedrale di Alcalá de Henares.
* * *
Dopo gli avvenimenti che sono accaduti nella nostra diocesi e dopo tutta la campagna di molestie lungo tutta questa settimana, ho potuto comunicare ai miei fratelli vescovi quello che sto passando. Già giovedì sera [il 4 aprile, in una riunione della Conferenza episcopale spagnola, ndr] il presidente mi ha dato la parola per esprimere quello che pensavo sulla situazione.

domenica 14 aprile 2019

Buona Domenica delle Palme a tutti!

È il giorno in cui si celebra l’ingresso di Gesù Cristo in Gerusalemme, che nella Sua vita terrena fu il suo solo trionfo visibile. Fino a quel giorno, Egli aveva volontariamente respinto ogni tentativo di glorificarlo. Solo sei giorni prima della Pasqua non soltanto accetta volentieri l’avvenimento, ma lo provoca. Compiendo alla lettera ciò che aveva detto il profeta Zaccaria: «Ecco, a te viene il tuo re… cavalca un asino» (Zc 9, 9), Egli ha mostrato chiaramente che voleva essere riconosciuto e acclamato come Messia, Re e Redentore d’Israele. Il racconto del Vangelo sottolinea, in effetti, tutti questi tratti messianici: le palme, i canti di Osanna, l’acclamazione di Gesù come Figlio di Davide e Re d’Israele. La storia di Israele raggiunge il suo scopo: tale è il senso di questo avvenimento. Infatti, il senso di questa storia era di annunciare e preparare il regno di Dio, la venuta del Messia. Oggi essa è compiuta, perché il Re entra nella sua città santa, e in lui le profezie e tutta l’attesa di Israele trovano il loro compimento. Egli inaugura il suo regno. Prepariamoci alla Santa Pasqua di Resurrezione che è la Speranza promessa da Gesù Cristo ai Suoi.
Ricordiamo che con la Domenica delle Palme, detta appunto “De Passione Domini”, si apre la Settimana Santa. Nel tempo la contemplazione della Passione del Signore, culmine della Redenzione e fonte di vitalità spirituale, venne anticipata e celebrata anche nella settimana precedente. Vedi: "Velatio" di croci e immagini nelle chiese. Teologia e tradizione di un rito antico, previsto ancora oggi [qui].

La storia di Pasquale, ex minatore di 92 anni che ogni giorno guida per 60 km per guardare il mare

Ci ristoriamo anche noi dalle cronache incalzanti contemplando il mare....

"Ogni giorno è un nuovo giorno", e così Pasquale prende la sua auto e guida per 60 km, 30 all'andata e 30 al ritorno. Partenza da Poggio San Vittorino (Teramo), arrivo a Giulianova. Lì, prende la sua seggiola e si siede a guardare il mare. Pasquale ha incuriosito il giornalista Francesco Marcozzi che ha deciso di raccontare la sua storia.
“Tutto in lui era vecchio tranne gli occhi che avevano lo stesso colore del mare ed erano allegri e indomiti”. Chissà se anche gli occhi di Pasquale Di Marco luccicano di allegria ogni volta che si mettono a guardare il mare. C’è da scommetterci, perché questa storia ricorda molto Il Vecchio e il Mare. Protagonista un signore di 92 anni che ha lavorato per una vita nelle miniere del Belgio e che oggi vive le sue giornate seduto davanti al mare, da solo.
“Ogni giorno è un nuovo giorno”, e così Pasquale prende la sua auto e guida per 60 km, 30 all’andata e 30 al ritorno. Partenza da Poggio San Vittorino (Teramo), arrivo a Giulianova. Lì, prende la sua seggiola e si mette a guardare il mare. Pasquale ha incuriosito il giornalista Francesco Marcozzi che ha deciso di raccontare la sua storia. “Ringrazio Dio, che mi dà il questo potere di venire qua. E che mi tiene ancora la mente lucida”, ha detto l’anziano a Radio G Giulianova. La foto, bellissima, di Pasquale, è stata pubblicata sulla pagina Facebook “L’abruzzese fuori sede” e, inutile dirlo, ha ricevuto tantissimi like. “Guardò il mare e capì fino a che punto era solo, adesso. Ma vedeva i prismi nell’acqua scura profonda, e la lenza tesa in avanti e la strana ondulazione della bonaccia. Le nuvole ora si stavano formando sotto l’aliseo e guardando davanti a sé vide un branco di anatre selvatiche stagliarsi nel cielo sull’acqua, poi appannarsi, poi stagliarsi di nuovo; e capì che nessuno era mai solo sul mare”. - Fonte

sabato 13 aprile 2019

25 aprile radiospadista 2019

Clicca sull'immagine per ingrandire
Una giornata davvero ricca che – alla luce della continua crescita della partecipazione negli scorsi anni – è stata trasferita in una nuova sede più ampia: la Locanda Sant’Ambrogio, hotel con annesso ristorante tipico, a Rivalta (Reggio Emilia). Si tratta dellaquinta edizione centrata su La Babele nell'era Bergoglio – Crisi nella Chiesa, crisi nella società.

Programma e maggiori informazioni leggibili ingrandendo l'immagine a lato.

Obbedienza e resistenza nella storia e nella dottrina della Chiesa - Roberto De Mattei

Il testo che segue: Obbedienza e resistenza nella storia e nella dottrina della Chiesa di Roberto De Mattei risale a maggio 2018; ma la sua attualità ci induce a riproporlo all'attenzione di tutti.

Rome Life Forum
Angelicum – 18 maggio 2018

Parlare di resistenza nella storia e nella dottrina cattolica non significa in alcun modo fare l’apologia della disobbedienza e della ribellione. Al contrario io farò l’apologia dell’obbedienza. Ѐ dalla virtù dell’obbedienza, non dalla disobbedienza, che discende la liceità della resistenza cattolica alle autorità familiari, politiche e religiose, quando esse violano la legge divina e naturale.
Questa premessa è necessaria, perché dobbiamo evitare il pericolo di assumere un atteggiamento psicologico di contestazione verso l’autorità, che non ha nulla a che fare con la fede e con la morale cattolica.

venerdì 12 aprile 2019

Bergoglio bacia i piedi al presidente della Repubblica del Sud Sudan, per la pace...

Ma dove siamo? 
Leggo (e trasecolo) su Vatican News: A Casa Santa Marta, il Papa bacia i piedi al presidente della Repubblica del Sud Sudan Salva Kiir Mayardit, e ai vice presidenti designati presenti, tra cui Riek Machar e Rebecca Nyandeng De Mabio. 
Un gesto per chiedere la pace nel Paese al termine dei due giorni di ritiro spirituale per le autorità civili ed ecclesiastiche. Ero passata oltre, pensando si trattasse di una metafora, anche se un po' eccessiva... invece mi imbatto nel filmato che potete vedere anche voi da questo link. E poi ho pescato l'immagine. E purtroppo non è una metafora! Così scrivevo ieri.
Ho poi visto che gli amici di Radio Spada lo accomunano a Paolo VI. Però se non ricordo male Paolo VI baciò i piedi al Metropolita di Calcedonia Melitone, rappresentante di Atenagora... Gesto del pari incredibile e gravissimo; ma Melitone non era un politico, per di più musulmano. Inoltre il gesto di Paolo VI, per quanto anomalo e inopportuno, per lo meno aveva un riferimento - a suo modo riparatorio - alla pretesa di Papa Eugenio IV che al Concilio di Firenze nel 1439 aveva chiesto, senza ottenerlo, il bacio del piede da parte dei Patriarchi ortodossi invitati all'assise....
Ma per questo gesto inqualificabile non ci sono parole; solo infinita tristezza, soprattutto se si considera l'ormai inveterata consuetudine di non inginocchiarsi davanti al Santissimo e la versione dell'evento dei vari turiferari, tra cui quella del più autorevole: Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica. Le due immagini qui sotto parlano da sole e ci lasciano sgomenti per la sfacciata inversione della realtà.
Evidente lo sconcerto dei presenti