Il cardinal Sarah, che in molte occasioni non ha esitato a parlare forte e chiaro, anche lui dice e non dice! Anche lui che poteva essere ritenuto uno dei principali baluardi di resistenza al nuovo corso Bergogliano! Leggiamo in un recente articolo:
Il cardinale svolge la sua missione in Vaticano dal 2001. Ha collaborato con Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e adesso con Papa Francesco del quale si rammarica essere presentato come un avversario.
“Io sono tranquillo perché sono molto fedele al Papa. Nessuno può citare una parola, una frase, un gesto con cui mi oppongo al Papa. È ridicolo, è ridicolo. Sono al servizio della Chiesa, del Santo Padre, di Dio. Basta”.
“La gente scrive cose per opporsi a noi, contro il Santo Padre, contro vescovi e cardinali. È ridicolo. Non dobbiamo cadere in questa trappola. Dobbiamo continuare ad insegnare. Non mi interessa quello che dicono”. [
vedi]
Cito: Eminenza Sarah,
il 18 marzo scorso – riporto i virgolettati – lei affermava che “la Chiesa è diventata un covo di tenebre". Aggiungeva che “La Chiesa muore perché i pastori hanno paura di parlare con tutta la verità e la chiarezza.”; e ancora: “I teologi e anche i sacerdoti si divertono a decostruire i dogmi, svuotandoli del loro significato profondo. Il relativismo è la maschera di Giuda travestita da intellettuale” [
qui -
vedi anche]. Mi fermo qui. Potrei continuare fino a riempire una pagina intera e a stancare i miei venticinque lettori. Che comunque possono consultare, se non l’hanno già fatto, i suoi ultimi volumi [
vedi]: "
La forza del silenzio", "
Dio o niente" e “
La sera si avvicina e il giorno sta già calando”, che ho scorso nell'edizione francese, giacché l’opera non è ancora disponibile in Italia.
Diamine: tutto quanto ha scritto è un consapevole controcanto alla deriva della chiesa di Bergoglio.
Punto per punto: il rifiuto di ogni relativismo etico mascherato da “discernimento”, la difesa della famiglia naturale, il tema dei sacramenti a chi non è in grazia di Dio, la priorità alla difesa della vita rispetto a quella – pagana - della natura.
Persino la sottolineatura che gli africani - lei viene dal quel continente, lo conosce e dunque non ne propone un' immagine ideologica da centro sociale - vanno aiutati in Africa.
E ora lei se ne esce, in un’intervista del mese scorso ma che solo ora mi è capitato d leggere, con questa frase: “Non mi sono mai espresso contro papa Francesco".
Ora: questa è ipocrisia davvero gesuitica, è cerchiobottismo furbastro.
Certo: lei non ha mai DIRETTAMENTE accusato Bergoglio di alcunché. Ma tutta la sua opera di vescovo e di studioso non è per sbaglio sembrata ma È STATA ED È del tutto alternativa a quanto Bergoglio scrive e soprattutto dice, quando parla a braccio e si rivela per quel che è.
Eminenza, sia all’altezza delle sue idee.
Di che cosa ha paura? Di mettere a rischio la sua posizione in Vaticano? Sarebbe da miserabile. E lei non è un miserabile.
Teme forse che le cose precipitino fino allo scisma? Ma, sebbene non formalmente, lo scisma è già in atto, eminenza. I fedeli sono divisi, radicalmente divisi. E aggiungo che è bene che sia così, perché tanti tra loro, specchiandosi nell’orrore del bergoglismo, han ritrovata la Fede. Quella vera, forte, che non si "apre" al mondo ma che converte il mondo.
E dunque basta con questo dire e disdire. Lei, Burke e Müller sembrate tre gamberi – rossi naturalmente – che fanno un passo avanti e tre indietro. O tre “milites gloriosi” che minacciano sfracelli e poi fuggono non appena all'orizzonte compare una papalina bianca.
Anche se sotto quella papalina non c’è nessuno. (Biagio Buonomo su Fb)
In conclusione:
Purtroppo devo convenire... Il problema è che questi pastori, che peraltro riaffermano puntualmente e costantemente le Verità cattoliche, non sono ancora arrivati a riconoscere chiaramente e ufficialmente le radici delle distorsioni, fino alla rivoluzione attuale, attribuibili ad alcuni 'bachi', contenuti nei documenti conciliari, perfettamente individuati ed ripetutamente illustrati con tutte le motivazioni del caso. Ma gli studiosi che lo hanno fatto e lo fanno sono sottoposti ad una inesorabile "
damnatio memoriae".
È in queste fessure diventate oggi voragini che sono confluite e grazie ad esse applicate nella 'pastorale' le innovazioni della "nouvelles théologie" che incombevano da decenni e oltre. L'applicazione è stata attuata con la finzione di una proclamata ma non provata 'continuità' (peraltro storicisticamente basata sul soggetto Chiesa anziché sull'oggetto rivelazione) [
vedi]. Finzione che ignora anche che la pastorale non può non sottendere una dottrina, sia pure implicita.
In conclusione, se non si riconoscono le radici del problema, come e quando si troverà la soluzione?