Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 31 luglio 2016

Prete sgozzato. Per solidarietà ai cristiani, i musulmani festeggiano cantando il corano in Chiesa

Dies nigro notanda lapillo. Ciò che fa più impressione è l'enfasi entusiasta della maggior parte dei media e di chi evidentemente non si rende conto della gravità della situazione sia nell'ambito politico che in quello della nostra Fede.

Se questo non è l'abominio della desolazione...

Mi fa venire i brividi riconoscere, sulla sinistra dell'immagine, il prezioso Cero pasquale, con a fianco l'imam.
Per la prima volta durante una Messa in Italia è stato cantato un versetto del Corano dall’altare. È accaduto nella chiesa di Santa Maria in Trastevere durante la cerimonia che avrebbe dovuto ricordare il sacerdote di Rouen ucciso dai terroristi dell’Isis. (screen dal video la stampa tratto da Imola oggi).
Al di là di quanto già approfondito qui, chiunque abbia un minimo di sensibilità spirituale non può non sentir violato qualcosa di sacro che gli appartiene.
I nostri (?!) preti hanno ceduto gli altari all'islam. Per i musulmani è la prova della nostra apostasia.
Santa Maria in Trastevere, bellezza struggente
La Chiesa - una delle più belle della capitale - è affidata alla Comunità di San Egidio, la stessa che ha promosso il trasferimento in Italia dei 12 musulmani da Lesbo in occasione del viaggio papale e che col mondo musulmano coltiva stretti rapporti da decenni.
Ritengo sia giusto conoscere la sentenza che segue. Ma avrebbero dovuto e dovrebbero tenerne conto i nostri pastori, insieme a tutto il resto che dovrebbero conoscere dell'islam e che abbiamo più volte ricordato.
Qual è la sentenza per i Musulmani che entrano in una chiesa per seguire la preghiera o ascoltare una lezione? 
Non è ammissibile per un Musulmano entrare in luoghi di culto non musulmani dato che questo potrebbe accrescere il numero di persone che lo fa. Inoltre, Al-Baihaqi ha narrato, con una catena autentica, che ‘Umar (che Allah si compiaccia di lui) ha detto: “Non andate nelle chiese o nei luoghi di culto dei politeisti, perché li scende l’ira di Allah su di loro”. Tuttavia, se vi è un beneficio religioso in tal modo, o lo scopo è quello di invitare all’Islam, o qualcosa del genere, allora non c’è problema [nell’entrare in una chiesa]. Fatawa al-Lajnah ad-Da’imah (2/117) Fatwa #6876 Traduzione a cura di alghurabaa.net

Preghiamo e ripariamo per la profanazione che si consuma oggi in molte Chiese in Francia e anche in Italia

Siamo ridotti proprio male se ammettiamo ai Santi misteri i non battezzati. Vogliamo ricordare quando la Chiesa faceva uscire i catecumeni prima della consacrazione?
Significa non conoscere o non prendere sul serio cosa accade sull'altare, cosa significa, e cosa produce... Per me è una vera e propria profanazione. Mi diranno esagerata, retriva, bigotta; ma questo è quello che il mio cuore e la mia fede, ricevuta dalla Chiesa, mi dicono.
In ogni caso la Chiesa è un luogo sacro, un luogo di culto e non di incontro o di intrattenimento, anche se molti preti della neo-chiesa sembrano essersene dimenticati. Ma non ce ne dimentichiamo noi. 
I media ignoranti, stamane, l'hanno addirittura definita "Messa interreligiosa"! Un abominio, peggio che la communicatio in sacris con i luterani [vedi]... e nessuno reagisce. Abbiamo da offrire anche questa sofferenza per questa offesa al Signore. C'è molto da pregare e riparare.
Inoltre questo gesto, solo apparentemente conciliatore, non deve farci dimenticare che i musulmani applicano la 'taqiyya' (dissimulazione). E dunque ostentano una falsa solidarietà che diventa inesorabilmente 'sharia' quando sono in maggioranza. Continuare ad ignorarlo o minimizzarlo è da irresponsabili suicidi o comunque vergognosi calabraghe. È vero che noi siamo quelli del dialogo e del perdono. Ma non si può dialogare con chi ha nel dna spirituale e giuridico la nostra sottomissione o annientamento. E il perdono non è in svendita né esclude l'autodifesa. Non dimentichiamo che sono una teocrazia anche quelli cosiddetti 'moderati' i quali, senza alimentare un odio che non ci appartiene sono anch'essi da tenere fermamente a bada in casa nostra. 

Arnaldo Xavier da Silveira. Precisazioni sulla questione del Papa eretico.

Doveroso pubblicare questa precisazione dell'Autore.

Guardando il suo sito Chiesa e Postconcilio, ho preso conoscenza dell’articolo di Don Curzio Nitoglia [qui - qui] dedicato al mio libro Ipotesi Teologica di un Papa Eretico, nonché della nota del Prof. De Mattei [qui] riguardante il lapsus calami che egli stesso avrebbe commesso. In proposito, mi permetto sottoporle qui alcune mie considerazioni.

Quando, nel mio libro, procedo alla qualifica teologica della sentenza di San Roberto Bellarmino sul Papa eretico, parto da una distinzione basica:  da una parte quale sarebbe la qualifica che spetterebbe a tale sentenza in ragione della forza degli stessi argomenti che la sostengono, e dall'altra quale ne sarebbe la qualifica considerando il pensiero degli autori probati al riguardo. La qualifica avente per base la forza degli argomenti probanti viene detta intrinseca; quella invece che ha in vista la posizione degli altri autori è da considerarsi l’estrinseca. Cosicché, difendo questa posizione: intrinsecamente, la posizione di San Roberto Bellarmino è certa, ovverossia teologicamente certa. Inoltre, difendo anche che, estrinsecamente, la stessa posizione si deve ritenere soltanto probabile, ovverossia teologicamente probabile, giacché vi sono molti autori di peso, in passato come nel presente, che di fatto non la adottano.

sabato 30 luglio 2016

don Elia. Libertà e martirio

Una libertà selvaggia, priva di un orientamento dettato dalla verità oggettiva, che l’intelletto ha il compito di indagare e accogliere; una fratellanza velleitaria, priva di un contenuto basato sulla legge naturale, che la coscienza porta inscritta in sé; un’uguaglianza ideologica, priva di un fondamento metafisico immutabile, che la ragione è in grado di riconoscere a prescindere dalle mode culturali. Aggiungete a questo l’influsso del protestantesimo – esaltato dalla nouvelle théologie e considerato equivalente al cattolicesimo – con il suo sola Scriptura (interpretata mediante lettura privata, in chiave esistenziale e individualistica, fuori del solco di Tradizione e Magistero), il suo sola gratia (compresa come favore arbitrario ed estrinseco, anziché come comunicazione soprannaturale di Dio che richiede la cooperazione umana) e il suo sola fides (concepita come fatto meramente soggettivo, piuttosto che come adesione ragionevole alla verità rivelata, resa possibile dalla corrispondente virtù teologale)… e otterrete il disastro in cui siamo coinvolti.

venerdì 29 luglio 2016

L’esortazione apostolica Amoris lætitia: una critica teologica - Introduzione: Autorità, pericoli.

Come anticipato qui è stato reso noto, nell'originale inglese, il testo integrale della critica teologica dei 45 studiosi all'Esortazione post-sinodale Amoris lætitia.
In attesa che venga diffusa la traduzione ufficiale del testo italiano, abbiamo voluto mettere a disposizione i due capitoli introduttivi, che ci danno la percezione di stile e contenuti estremamente corretti dal punto di vista sia formale che sostanziale. Con gratitudine al nostro traduttore per la sua prontezza.
Partiamo da qui, senza voler troppo affrettarci né anticipare; ma iniziando a entrare nello spirito e nelle intenzioni del Documento che tanto ci interessa e ci riguarda, per l'importanza della posta in gioco ma anche con tutta la dovuta discrezione e cautela, secondo quanto è nell'intenzione dei promotori ai quali va tutto il nostro appoggio anche  nella preghiera. Richiamando quanto già espresso in quello che consideriamo il nostro manifesto [qui].

L’esortazione apostolica Amoris lætitia:
una critica teologica

L’esortazione apostolica Amoris lætitia, pubblicata il 19 marzo 2016 da Papa Francesco e rivolta ai vescovi, ai sacerdoti, ai diaconi, alle persone consacrate, alle coppie di persone sposate col matrimonio cattolico e a tutti i fedeli, ha generato costernazione e confusione in molti cattolici per via delle sue evidenti contraddizioni con vari insegnamenti della Chiesa cattolica sulla fede e sulla morale. Questa situazione rappresenta un grave pericolo per le anime. Poiché, come insegna San Tommaso d’Aquino, quanti sono sottoposti all’autorità la devono correggere pubblicamente quando vi è un pericolo immediato per la fede (Summa Theologiæ, IIa IIæ q. 33 a. 4 ad 2; a. 7 co.), e poiché i fedeli cattolici hanno allo stesso tempo il diritto e il dovere, in modo consono alle loro conoscenze, alle loro competenze e alla loro posizione, di far conoscere il loro punto di vista sui temi che concernono il bene della Chiesa (Codice latino di diritto canonico, Can. 212, §3), i teologi cattolici hanno il dovere inderogabile di denunciare apertamente gli errori evidenti che si trovano in questo documento. Questa dichiarazione sull’Amoris lætitia ha il proposito di adempiere a questo dovere e di aiutare la gerarchia della Chiesa ad affrontare questa situazione.

Sabato 30 luglio. Santa Messa tradizionale cantata a Torino

Sabato 30 luglio, alle ore 11,00
Chiesa della Misericordia
via Barbaroux 41, Torino,

Il rev. padre Konrad zu Lowenstein FSSP celebrerà una S. Messa tradizionale cantata /de S. Maria in sabbato - Salve Sancta Parens)
- Canti

La macchinosa e strana nuova GMG multicolor e dai soliti slogan social e la GMG spontanea che mi ha commossa

Seguo questa GMG in modo annoiato, perché mi sembra di vedere i soliti copioni sbandierati dalle omelie a braccio, dei colpi di scena (rigorosamente studiati dai registi di regime) di Lesbo e dei video mensili delle intenzioni di preghiera. Videoclip che sembrano andare a cercare ciò che non esiste se non in una specie di fobia da collezionismo di sacche di povertà originali. (Questo mese ci sono gli indigeni per protagonisti [vedi]).
Le solite menate sui ponti e sui sostegni umanitari e sono molto lontane quelle straordinarie parole di GP II che, rivolgendosi ai giovani e alla loro inquietudine rispondeva "È Gesù Cristo che in realtà cercate!" E i cuori ardevano.
Poi i pastrocchi e i pasticci biblici.
Le bastonate etiche... ai cattivi!
E le altre clip sulla shoah che, con tutto rispetto (autentico), è storia di 70 anni fa, che rivive nel dramma di alcuni silenzi di Francesco nel non saper parlare della shoah in corso dei cristiani e non cristiani che perdono la vita senza aver avuto un solo ponte o un parcheggio per scampare ad un tagliagole.
Per fortuna c'è Maria!

Dopo la Lettera dei 45: Uno schema, per discutere e sviluppare un'azione più radicale.

Aggiornamento:
Il sito onepeterfive, sulla scia del NCR, fornisce anticipazioni sulla Lettera dei 45, rendendone disponibile il contenuto nell'originale inglese [qui il testo integrale della Critica degli studiosi - qui la lettera di accompagnamento con i nomi dei sottoscrittori]. Non faccio per ora commenti, in attesa di un esame più meditato del testo che approfondiremo insieme, né anticipo la traduzione, visto che a breve sarà resa nota quella ufficiale anche in italiano. Il sito statunitense sottolinea il coraggio dei firmatari, nella consapevolezza che i loro nomi sarebbero trapelati con gli inevitabili rischi. Alcuni hanno già ricevuto reazioni negative da parte dei superiori o anche dall'opinione pubblica. Afferma che si tratta dell'atto di resistenza fedele di gran lunga più importante e sostanziale finora intrapreso durante l'attuale pontificato, invitando a pregare perché sia un'iniziativa benedetta dal Signore, visto che è nella fedeltà alla sua Chiesa.

Vanno aumentando nell'orbe cattolico le critiche e le perplessità sulle espressioni dell’Amoris laetitia, che appaiono fortemente ambigue e fuorvianti. Essa contiene affermazioni, seguendo il cui filo logico e attenendosi al senso delle parole, non possono essere interpretate in modo conforme alla Tradizione santa ed immutabile della Chiesa [qui l'elenco degli interventi sulla spinosa questione].
Purtroppo non è l'unico elemento critico di questo pontificato, ma acquisisce oggi maggior rilevanza per l'iniziativa dei 45 studiosi [qui], il cui numero è destinato ad aumentare [qui i loro nomi], rivolta al cardinale Angelo Sodano, decano del Sacro Collegio e ai 218 cardinali e patriarchi. Com'è ormai noto, si tratta di un documento di 13 pagine, in versione plurilingue, che sarà reso pubblico a breve, i cui firmatari chiedono ai cardinali, nella loro funzione di consiglieri ufficiali del Papa, «di inoltrare al Santo Padre la richiesta di ripudiare gli errori presenti nel documento in modo definitivo e finale, e di dichiarare autorevolmente che non è necessario che i credenti credano a quanto affermato dall’Amoris laetitia».
Estrapolo ed integro di seguito quanto già delineato in un commento di Paolo Pasqualucci[1] nel corso di una discussione in una pagina precedente. Sostanzialmente è il nostro manifesto, la nostra posizione pubblicamente asserita, nella drammatica situazione che si è venuta a creare.
  1. Da diversi anni sono molti - tra cui noi - i fedeli che soffrono pregano ma anche si impegnano denunciando le sfasature e riaffermando la retta dottrina, affinché si risolva la crisi della Chiesa.
  2. Finora la crisi è andata aggravandosi sempre più. Le sole preghiere e le eventuali ulteriori pratiche devote che non sono mancate certamente il Signore le ha ascoltate. Possiamo tuttavia dirci con realismo che da sole non bastano. E forse il Signore non si contenta delle preghiere, pur necessarie e indispensabili. Ricordiamo quel che diceva Padre Pio: "La preghiera è la migliore arma che abbiamo, è una chiave che apre il cuore di Dio".
    Però, accanto al Rosario quotidiano, nel quale impetriamo anche le grazie per fare ogni giorno la volontà di Dio, non occorre poi l'azione nostra concreta, le famose opere, con le quali ci santifichiamo?
  3. Sia in anni meno recenti che nell'ultimo triennio, accanto alle preghiere, sono apparse le suppliche: cioè le rispettose richieste di chiarimento rivolte da più parti al Papa, a proposito dei suoi documenti ufficiali (ad esempio sui processi di nullità matrimoniale, sul matrimonio [vedi]); documenti formalmente di basso profilo, quanto a qualità di fonte petrina, ma pur sempre atti di governo e quindi di magistero.
    Richieste rivolte anche da ecclesiastici autorevoli, pur pochi di numero.
    Ma le preghiere, le pratiche devote e le suppliche, ai fini concreti tangibili del trionfo della verità cattolica, finora non sono bastate.
  4. Allora abbiamo avuto un'iniziativa di nuovo tipo, più radicale, dovuta soprattutto, sembra di capire, a teologi: la lettera dei 45 studiosi e pastori al Sacro Collegio affinché intervenga sul Papa per fargli chiarire/rettificare concetti presenti nell'Amoris Laetitia, che si prestano ad esser interpretati come eresie o errori nella fede o comunque come proposizioni scandalose etc. Questa lettera mira anche evidentemente a mettere i cardinali e patriarchi di fronte alle loro responsabilità, a farli uscire dal loro silenzio. Inoltre, sembra contenere una implicita possibilità di eresia attribuibile al Papa, fatto indubbiamente nuovo e rivoluzionario. Da quanti secoli non succedeva?
  5. Il problema che si pone ora è il seguente: perdurando il silenzio del Papa, bisognerà vedere se qualche cardinale prenderà posizione contro questo silenzio. Perdurando il silenzio dei cardinali, cosa succederà'? Niente? Non bisogna, a questo punto, mescolare l'essere e il dover-essere, ossia la possibilità concreta di un risultato positivo (per la Fede) con la necessità dell'azione da intraprendere, che è il nostro dover-essere (comunque, il nostro dovere di credenti, battezzati e cresimati).
  6. Appare pertanto qui il concetto di "un'azione più radicale". Essa si configura spontaneamente da tutto lo sviluppo precedente:
    6.1 Quando sarà disponibile il testo sottoscritto dai 45 (ci dicono stampato in 6 lingue), studiarselo bene, discuterlo, allargare sui blog il dibattito su di esso;
    6.2 Creare un clima di opinione il più ampio possibile che prema sul Papa e sui Cardinali affinché si prendano pubblicamente le loro responsabilità cioè chiariscano e spieghino, dimostrino che le accuse di eresia sono sbagliate;
    6.3 Cominciare a studiare la soluzione rappresentata dalla dipartita dell'ostinato Bergoglio dal Sacro Soglio, rivedendo la questione del cosiddetto "semi-conciliarismo" (vale a dire, di come la "pars sanior" del Sacro Collegio possa "sfiduciare" il Papa, senza deporlo formalmente, sanzionarlo di una censura di tipo etico) [2]. Quest'ultima ipotesi rappresenterebbe la "soluzione più radicale", imposta dallo stato di necessità gravissimo in cui versa la Chiesa.
Non dobbiamo scoraggiarci. Siamo un esercito piccolo e disperso perché senza generali, al momento. L'esser piccolo non conta tanto, conta assai di più il non avere ancora i generali. Però le cose si fanno sempre per gradi. Tempo non ne è rimasto molto e tuttavia bisogna procedere per gradi, affidandosi comunque sempre alla Provvidenza.

Nello schema qui delineato un ruolo essenziale gioca questa Lettera dei 45 al Collegio Cardinalizio, al momento ancora sconosciuta al vasto pubblico nei suoi contenuti, anticipati solo per sintetico riassunto. Ci sono evidentemente teologi che hanno preso coraggio e in sostanza mettono sotto accusa il Papa per affermazioni della AL che appaiono eretiche o erronee nella fede, o scandalose etc. Questo ci sembra il dato essenziale su cui lavorare, in questa fase. Un dato, nel panorama attuale, rivoluzionario.

Come già detto sopra, non appena il documento firmato dai 45 sarà pubblicato in 6 lingue, si dovrebbe studiarlo, diffonderlo, discuterlo, suscitare in base ad esso un movimento di opinione. Questo ci sembra il primo passo. Mettere a punto, servendosi anche ma non solo di Internet, gli strumenti concettuali, e quindi i principi, che permettano poi di impostare con chiarezza (retto discernimento dello spirito) la fase successiva della battaglia.

Non pensiamo per ora al (possibile e forse probabile) silenzio dei cardinali e patriarchi.

Pensiamo a fare tutto il possibile e persino l'impossibile (se così si può dire) per quanto sta a noi. In questa fase la battaglia per la Fede è ancora soprattutto intellettuale. Non è questione di cultura o erudizione, ciò che conta è avere idee chiare e giuste. Per metterle in pratica, ci affidiamo alla Provvidenza, che sicuramente ci assisterà anche nella messa a punto dei giusti concetti, che sarà nostro impegno sviluppare ribadire e riaffermare con il dovuto rispettoso equilibrio e con l'altrettanto dovuta parresìa.
Maria Guarini
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1. Chiesa e post-concilio, commento di Paolo Pasqualucci
2. O per lo meno, se ciò dovesse apparire problematico e dunque inattuabile, lo studio e l'impegno corale potranno mettere in campo elementi utili e oggetto di attenzione al Papa che verrà.

Venerdì 29 luglio. La Preghiera di Riparazione

Ricordiamo che oggi, venerdì, è il giorno dedicato alla nostra Preghiera di Riparazione secondo le modalità, complete delle Litanie del Sacro Cuore, che [trovate qui].

Altre notizie e avvisi su Riscossa Cristiana.

In questo mese di luglio, dedicato al Preziosissimo Sangue di Gesù, anche nei luoghi di vacanza, continuiamo il nostro impegno nella Preghiera di riparazione. 
Per questo metto qui il link anche alle Litanie del Preziosissimo Sangue.
Oggi preghiamo in particolare per la Santa Chiesa e i suoi pastori, invocando il Signore perché essa torni a farLo conoscere e amare al mondo intero. Dobbiamo infatti riparare anche per alcune recenti offese alla Verità, e dunque al Signore.
A Cracovia, parlando ai giovani, mons. Galantino riscrive la Bibbia: ha commentato il brano biblico della supplica di Abramo per salvare Sodoma, “una città sulla quale nessuno avrebbe scommesso niente, eccetto Abramo”. Fa notare infatti alle centinaia di giovani che gremiscono la bella chiesa barocca a ridosso della collina del Wawel, “la sua preghiera di intercessione e la sua voglia di osare salvano Sodoma. La città è salva perché ci sono i giusti, anche se pochi; ma la città è salva soprattutto perché c’è Abramo, uomo di preghiera, che non fa da accusatore implacabile, non parla contro ma parla a favore". E su Avvenire lo trascrivono senza alcuna osservazione.
Inoltre c'è da riparare anche perché alla GMG è saltato fuori addirittura un manuale di educazione sessuale ufficiale (dai 9 ai 12 anni). Il programma intitolato "The Meeting Point: Corso di Educazione Sessuale affettiva per i giovani" è stato rilasciato la scorsa settimana dal Pontificio Consiglio per la Famiglia da presentare questa settimana per i giovani in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù in Polonia.
L’articolo del sito statunitense che riportiamo come fonte è molto critico, ed elenca tra l’altro:
* Non condanna comportamenti sessuali come fornicazione, prostituzione, adulterio, contraccettivi, attività omosessuali e masturbazione.
* L’inferno non è menzionato neanche una volta.
* Non distingue tra peccato veniale e mortale. * Non parla del 6° e 9° comandamento (in realtà, non parla di nessun comandamento)
* Non nomina la confessione come modo per riconciliarsi con Dio dopo un peccato grave * Prevede che i ragazzi in aula (maschi e e femmine) si indichino i genitali, e si parli di “eccitazione”
* Raccomanda vari film sessualmente espliciti come basi di discussione (il sito li elenca)
* Dell’aborto non menziona che è un peccato grave, ma solo che causa “forte danno psicologico”
* Usa l’icona gay Elton John come esempio di persona dotata e famosa (senza citare il suo attivismo immorale).
* Non evidenzia i pregi del celibato.  [Fonte]

Per la nostra formazione, leggiamo il capitolo “Perché l'ecumenismo è un errore”, tratto dal libro “Lettera aperta ai cattolici perplessi”, di Mons. Marcel Lefèbvre. Il testo potrà essere scaricato in formato pdf cliccando qui; in tal modo potrete costituire e conservare la vostra biblioteca di letture di formazione.

Atto di riparazione alla parata LGBT del 30 luglio a Rimini

Atto di riparazione alla parata LGBT del 30 luglio 

Con profonda tristezza abbiamo appreso che, anche la città di Rimini ospiterà, il prossimo 30 luglio, l’ennesima parata del cosiddetto “Gay Pride”. Un evento che ha, purtroppo, ottenuto, da una parte, il patrocinio delle istituzioni civili e dall’altro ha suscitato (finora) soltanto l’assordante silenzio delle istituzioni religiose locali. 
La Fraternità Sacerdotale San Pio X, in accordo al costante insegnamento della Chiesa Cattolica, vuole richiamare al fatto che la pratica dell’omosessualità è un grave disordine, il cui atto specifico è classificato dalle Sacre Scritture tra i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio e chiamano, già da quaggiù, la Sua giusta punizione. 
Non potendo impedire un simile abominio, vogliamo cercare di riparare ad esso con l’unico strumento nelle nostre mani: la preghiera. 
Vogliamo testimoniare che ci sono tante persone che non sono affatto d’accordo con una cosiddetta “cultura” non paga di avversare, in modo sempre più provocatorio ed impositivo, la legge naturale e quella divina. Vogliamo testimoniare il valore eterno dei Dieci Comandamenti, del pudore, della continenza e di tutte quelle virtù capaci di temperare la concupiscenza. Vogliamo, però, come insegna Sant’Agostino: “odiare il peccato ed amare il peccatore”. 
Noi avversiamo la promozione delle perversioni degradanti di quest’ideologia antiumana che vuole giustificare pratiche contro natura, ma preghiamo per la conversione di tutti coloro che, con diverso grado di responsabilità e consapevolezza, cooperano alla sua affermazione nella società. 
Sabato 30 luglio, dalle ore 18.00 alle 21.00, nella Cappella del Priorato Madonna di Loreto (Via Mavoncello n. 25 a Spadarolo di Rimini) ci raccoglieremo in adorazione della SS. Eucarestia e con la recita del Santo Rosario imploreremo il perdono dell’Onnipotente per l’offesa alla Sua Legge e per lo scandalo pubblico arrecato. 
Speriamo che tanti riminesi e magari, tanti villeggianti, vorranno unirsi a noi, anche solo spiritualmente, in quest’atto di riparazione. 
Don Chad Kinney - Priore
_______________________________
Via Mavoncello, 25
47923 Spadarolo - Rimini
Tel. 0541/727767
rimini@sanpiox.it

giovedì 28 luglio 2016

Marco Tosatti. Porgere l'altra gola

Vorremmo ricordare a Bergoglio, oltre a quanto efficacemente sottolineato da Tosatti, che il Sacerdote ucciso 'in odium fidei', padre Jacques Hamel, non stava "offrendo una preghiera per la pace", ma il Sacrificio, unico e insostituibile di Cristo Signore. E glissare o dire svarioni perfino su questo è ancora più grave....

C’è un singolare affrettarsi in molti siti e commentatori cattolici, in genere progressisti e comunque omogenei al pensiero dominante nella Chiesa, a scongiurare l’idea di una reazione cristiana o cattolica all’evidente violenza di radice islamica.

C’è chi subito – a poche ore dalla morte – è arrivato a avanzare dubbi sul fatto che il parroco di Rouen sia stato ucciso in quanto prete, e in odium fidei; c’è chi ha definito “jihadisti cattolici” quelli che osservavano la singolare riluttanza del Pontefice regnante ad attribuire la strage di Nizza (e ora, possiamo aggiungere, il sangue di Rouen) a una precisa radice cultural-religiosa. E poi ci sono quelli che ricordano che la risposta cristiana deve essere sempre mite, e dialogante.

martedì 26 luglio 2016

Il cardinale conservatore Burke: "La Chiesa abbia paura dell'Islam"

Riprendiamo da Il Giornale. In riferimento ad un altro contenuto del suo libro di cui abbiamo parlato qui. E ancora una volta troviamo conferma alle nostre posizioni, che sono poi quelle autenticamente cattoliche.

Raymond Burke è famoso per essere uno dei cardinali di Santa Romana Chiesa più vicini alla linea tradizionalista e conservatrice. Quella che più di una volta, soprattutto durante il Sinodo sulla famiglia, ha contrastato il nuovo corso voluto da papa Bergoglio. Niente divisioni, certo. Ma divergenza di opinioni. Anche sull'islam e la relazione tra musulmani e Occidente, Burke ha le idee chiare. E le ha messe nere su bianco in un libro-intervista dal titolo: "Hope for the World: To Unite All Things in Christ". Parole che alla luce di quanto accade in Normandia, Germania e Francia in questi giorni hanno il sapore della profezia.

Altri «squilibrati» (!?). Ma sono islamici e questa volta colpiscono in Chiesa

***CONFERMATO (le Figaro): ad aver sgozzato questa mattina il sacerdote a Rouen sono stati due islamici, introdottisi nella chiesa durante la messa***
Due uomini armati di coltelli hanno preso in ostaggio alcune persone in una chiesa in Normandia, nel nord della Francia. È avvenuto all’interno della chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, vicino a Rouen, nella mattinata di martedì. Ucciso il parroco, che sarebbe stato sgozzato, ferito almeno un altro degli ostaggi. Morti anche gli assalitori. Uno dei due indossava la «chachia» il caratteristico copricapo di lana indossato dai musulmani, e aveva la barba. Lo riferisce una fonte della polizia citata da Le Figaro. Durante l’irruzione, racconta un testimone, si è sentito urlare «Daesh», l’acronimo arabo per Isis.

«Il parroco è stato sgozzato»
Padre Jacques Hamel martirizzato In Odium Fidei a Rouen
✞ R.I.P. ✞
L’attacco è avvenuto durante la Messa mattutina, tra le 9 e le 9,30 i due assalitori si sono introdotti nella chiesa armati di coltelli. Tra gli ostaggi il parroco, due suore e almeno cinque fedeli. Quindi l’intervento della polizia e delle teste di cuoio, uccisi i due sequestratori. Almeno una vittima fra gli ostaggi: si tratta del parroco, che secondo «Le Figaro» «sarebbe stato sgozzato», ferito un fedele, ma la polizia fa sapere che «il bilancio potrebbe aggravarsi». Non chiare le ragioni del gesto, France Tv Info parla di «due squilibrati». Sul posto attesi il presidente francese Hollande, nato a Rouen, che si trova a una decina di chilometri dal posto in cui è avvenuto l’assalto, e il ministro dell’Interno francese Cazeneuve. [Fonte]

«Hanno fatto inginocchiare il prete per sgozzarlo»
È un'altra suora, quella rimasta in chiesa e incolume, a raccontare altri dettagli agghiaccianti dell'assalto dei terroristi in chiesa. Prima di sgozzarlo, i due terroristi di Saint-E'tienne-du-Rouvray hanno costretto padre Jacques Hamel «a mettersi in ginocchio, lui ha cercato di difendersi e lì è cominciato il dramma», racconta suor Danielle a radio Montecarlo. «Si registravano. Hanno fatto una specie di sermone in lingua araba intorno all'altare. Era orribile», ha aggiunto.

Nuovo libro del card. Burke: «Speranza per il mondo». Il cardinale rivela che a sua madre era stato consigliato di abortirlo.

Riprendiamo dal Catholic Herald una bellissima testimonianza del Card. Burke in relazione al suo ultimo libro. Nelle sue affermazioni ritroviamo interamente il nostro sensus fidei e la nostra percezione della realtà odierna.

Il cardinale ha detto che il diavolo cerca di seminare il dubbio nella mente dei cattolici per impedir loro di difendere la vita umana pubblicamente
Il cardinale Raymond Burke rivela che a sua madre era stato consigliato di abortirlo.

In un nuovo libro-intervista con il giornalista francese Guillaume d'Alançon, il cardinale Burke dice che quando sua madre era incinta di lui, si è ammalata gravemente e un medico le ha consigliato di abortire.
Secondo lo stesso Cardinale, il medico le ha detto: "Ha già cinque figli, è importante che lei sia in buona salute, per prendersi cura di loro".
"I miei genitori hanno rifiutato", dice il cardinale, attualmente cappellano presso l'Ordine di Malta. "I miei genitori gli hanno detto che credevano in Dio e che Cristo avrebbe dato loro l'aiuto necessario. Mia madre mi ha dato alla luce, e tutto è andato bene.

"Sono stato quindi abbastanza toccato da questo problema della difesa della vita umana, perché avrei potuto benissimo essere stato ucciso".

Nel libro, intitolato Speranza per il mondo, il cardinale Burke sostiene che il "feroce attacco contro la vita, cui assistiamo oggi, è il risultato della "distorsione dell'atto sessuale attraverso la contraccezione", e invita i cattolici a difendere la vita umana.

Preghiera del beato Marco d’Aviano

O grande Dio degli eserciti, guardaci prostrati qui ai piedi della tua maestà, per impetrarti il perdono delle nostre colpe. Sappiamo bene di aver meritato che gl’infedeli impugnino le armi per opprimerci, perché le iniquità, che ogni giorno commettiamo contro la tua bontà, hanno giustamente provocato la tua ira. O gran Dio, ti chiediamo il perdono dall’intimo dei nostri cuori; esecriamo il peccato, perché Tu lo aborrisci; siamo afflitti perché spesso abbiamo eccitato all’ira la tua somma bontà. Per amore di Te stesso, preferiamo mille volte morire piuttosto che commettere la minima azione che ti dispiaccia. Soccorrici con la tua grazia, o Signore, e non permettere che noi tuoi servi rompiamo il patto che soltanto con te abbiamo stipulato.

Abbi dunque pietà di noi, abbi pietà della tua Chiesa, per opprimere la quale già si preparano il furore e la forza degl’infedeli. Sebbene sia per nostra colpa ch’essi hanno invaso queste belle e cristiane regioni, e sebbene tutti questi mali che ci avvengono non siano altro che la conseguenza della nostra malizia, siici tuttavia propizio, o buon Dio, e non disprezzare l’opera delle tue mani. Ricordati che, per strapparci dalla servitù di satana, Tu hai donato tutto il tuo prezioso Sangue. Permetterai forse ch’esso venga calpestato dai piedi di questi cani? Permetterai forse che la fede, questa bella perla che cercasti con tanto zelo e che riscattasti con tanto dolore, venga gettata ai piedi di questi porci? Non dimenticare, o Signore, che se Tu permetterai che gl’infedeli prevalgano su di noi, essi bestemmieranno il tuo santo Nome e derideranno la tua potenza, ripetendo mille volte: “Dov’è il loro Dio, quel Dio che non ha potuto liberarli dalle nostre mani?” Non permettere, o Signore, che ti si rinfacci di aver permesso la furia dei lupi, proprio quando t’invocavamo nella nostra miserevole angoscia.

lunedì 25 luglio 2016

Brandmüller: "La rinuncia del papa è possibile, ma è da sperare che non succeda mai più". Inoltre occorre ovviare alla "lacuna legis"

Sandro Magister rivela (estrapolo dalla sua introduzione) che la disputa, sempre più accesa, sulla novità assoluta di "due papi" contemporaneamente in essere, uno regnante e uno "emerito", il primo "attivo" e il secondo "contemplativo", ha da oggi un nuovo contendente di assoluto rilievo, il cardinale Walter Brandmüller (87 anni, tedesco), che è entrato in campo con un articolo sull'autorevole rivista giuridica on line "Statoechiese.it". Brandmüller è un'autorità in materia. Per molti anni professore ordinario di storia della Chiesa nell'università di Augsburg, in Vaticano ha presieduto dal 1998 al 2009 il pontificio comitato di scienze storiche. Cardinale dal 2010 (Benedetto XVI).
Pur essendo un sostenitore di Ratzinger non ha accolto pacificamente la sua rinuncia al papato. È sua convinzione, infatti, che simili rinunce siano possibili, ma non tutte siano anche moralmente lecite, cioè orientate al "bonum commune" della Chiesa. Tanto meno accetta che la figura del tutto inedita di un "papa emerito", con i rischi gravissimi, anche di uno scisma, che ciò a suo giudizio comporta.

Rivelati i nomi dei 45 studiosi critici dell'Amoris Laetitia

Riprendiamo da NCR on line, che rende noti [qui] i nomi dei firmatari del documento di critica alla Amoris laetitia : 45 teologi, filosofi, storici e pastori di anime di diversa nazionalità, la cui iniziativa - che rappresenta intanto un segnale di più ampio disaccordo con il documento papale - è stata direttamente rivolta al cardinale Angelo Sodano, decano del Sacro Collegio e ai 218 cardinali e patriarchi [qui]. Un documento di 13 pagine non ancora reso pubblico, i cui firmatari chiedono ai cardinali, nella loro funzione di consiglieri ufficiali del Papa, «di inoltrare al Santo Padre la richiesta di ripudiare gli errori presenti nel documento in modo definitivo e finale, e di dichiarare autorevolmente che non è necessario che i credenti credano a quanto affermato dall’Amoris laetitia». 
Consultabile qui : Elenco articoli critici sull'A.L.

Danilo Quinto. L’arma di chi vuole lottare per la Verità

Per rendere testimonianza alla Verità, così come deve fare un buon cristiano - e per conservare memoria dei martiri cristiani della furia islamica che imperversa, che dilania vite, straziandole dappertutto, nei loro territori e nei nostri, offerti in olocausto da una politica criminale, da una cultura dominante asservita ai poteri diabolici e da una Chiesa Cattolica che disattende il messaggio evangelico della conversione di tutte le genti, espresso da Nostro Signore prima della Sua morte come mandato principale e irrinunciabile per i Suoi apostoli e per il Suo Vicario sulla Terra, pena l’eresia – c’è una sola cosa che si può fare.

I cristiani hanno ricevuto il dono della Croce, che è il fondamento della loro fede. Quel dono sancisce, qualifica e rende viva un’identità. Per quel dono, accettarono di andare in pasto alle belve i martiri della prima ora. Ai cristiani che oggi intendono rimanere fedeli alla Parola del Signore, non si chiede – ancora - un sacrificio di questo genere. Tornerà certamente il tempo, prima del nuovo ritorno sulla Terra di Nostro Signore, che sacrifici di pari natura dovranno essere compiuti. In attesa di questo tempo, le belve circolano e ammazzano nel mucchio. Hanno dichiarato che vogliono impossessarsi delle città sorte per volontà dei cristiani e il loro obiettivo finale – anche questo dichiarato – è il cuore della cristianità, Roma. Un obiettivo che si realizzerà se non verranno fermati, perché è questo il disegno di quest’ideologia, che San Tommaso d’Aquino considerava la somma di tutte le eresie.

domenica 24 luglio 2016

Santa Messa cantata in Rito antico a Torino

Domenica 24 luglio - ore 18,00 
Chiesa della Misericordia
via Barbaroux 41, Torino

sarà celebrata una S. Messa cantata in rito antico nell'ambito della visita a Torino delle ragazze dei campi estivi dell'Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote.

La profezia di de Foucauld: «Così l’islam ci dominerà»

Forse nessun europeo è stato così vicino ai musulmani d’Africa come il beato Charles de Foucauld (1858-1916), che a loro ha dedicato la vita fino al martirio. A distanza di quasi cent’anni, una sua lettera a René Bazin, scritta due mesi prima della morte, suona come una vera profezia che fa riflettere. Eccola
Ritengo che se, lentamente, dolcemente, i musulmani del nostro impero coloniale del Nord Africa non si convertono, sorgerà un movimento nazionalista simile a quello della Turchia. Si formerà un’élite intellettuale nelle grandi città, educata in Francia, ma senza lo spirito né il cuore francese, un’élite che avrà perso la fede islamica, ma che ne conserverà il nome per influenzare attraverso di essa le masse.

D’altra parte, la massa dei nomadi e dei contadini resterà ignorante e distante da noi, fermamente maomettana, portata all’odio e al disprezzo contro i francesi, contro la nostra religione, contro il nostro dominio, non sempre benevolo. Il sentimento nazionalista e barbaresco crescerà nell’élite colta. Quando troverà l’occasione, per esempio durante qualche situazione difficile per la Francia, interna o esterna, utilizzerà l’islam come una leva per sobillare le masse ignoranti e così cercare di creare un impero musulmano indipendente in Africa.

sabato 23 luglio 2016

don Elia. Chi ha sete venga a me

Hanno abbandonato me, sorgente di acqua viva, per scavarsi cisterne, 
cisterne screpolate che non tengono l’acqua (Ger 2, 13).

Il dramma più grave dell’aggiornamento ecclesiale è che la maggioranza dei credenti ha perso la cognizione oggettiva di Dio, sulla quale si fonda una relazione reale con Lui, e l’ha sostituita con un po’ di attivismo e “buone idee” modellate su quelle del mondo. Il dono incommensurabile di Dio, assolutamente immeritato quanto alla Sua iniziativa, esige poi una corrispondenza adeguata (resa possibile dalla grazia santificante) che permetta all’uomo di meritare il Paradiso; in altre parole, quella sublime amicizia e filiazione, che in nessun’altra religione è nemmeno pensabile, se presa sul serio e vissuta con impegno conduce infallibilmente alla santità.

Nel cristianesimo geneticamente modificato in nuovo umanesimo, invece, la divinità – ammesso che ne persista ancora la nozione – si riduce a proiezione dell’io, rimanendo così prigioniera di pensieri, emozioni, velleità e sentimenti soggettivi; sulla realtà trionfa l’immaginario, plasmato oltretutto da miti mediatici e tecnologici. Tale situazione conduce il cristiano in senso radicalmente opposto a quello della santificazione. Nel migliore dei casi, infatti, egli travisa i Comandamenti divini in base all’opinione dominante e al politicamente corretto, come i bravi scout “cattolici” che si sono battuti per il riconoscimento legale degli accoppiamenti sodomitici o i vari preti di strada che combattono la mafia e al tempo stesso la incrementano incoraggiando l’uso di droghe leggere…

Culto dell’emozione, oscuramento della ragione

IL MEDIA È IL MESSAGGIO. E IL MESSAGGIO È "NOI COMANDIAMO"
di Riccardo Zenobi

Il 13 e il 14 maggio si è tenuto ad Ancona il secondo incontro del ciclo di conferenze organizzate dall’Associazione Culturale Orienteoccidente, relatore monsignor Antonio Livi, sul tema dell’importanza di avere un giudizio razionale e puntuale sulla realtà che ci circonda, andando al di là di tutte le varie emozioni che falsano ed oscurano la capacità di giudizio. Tema del quale non si può sottovalutare l’importanza, poiché tutti i giorni siamo sommersi da stimoli che fanno leva sulle nostre sensazioni, e che ci creano reazioni istintive e non ponderate – ciò che fa sentire molto il suo peso nei dibattiti, pubblici, politici o privati che siano.

venerdì 22 luglio 2016

Venerdì 22 luglio. La Preghiera di Riparazione

Ricordiamo che oggi, venerdì, è il giorno dedicato alla nostra Preghiera di Riparazione secondo le modalità, complete delle Litanie del Sacro Cuore, che [trovate qui].

Altre notizie e avvisi su Riscossa Cristiana.

In questo mese di luglio, dedicato al Preziosissimo Sangue di Gesù, anche nei luoghi di vacanza, continuiamo il nostro impegno nella Preghiera di riparazione. 
Per questo metto qui il link anche alle Litanie del Preziosissimo Sangue.
Oggi preghiamo in particolare per la Santa Chiesa e i suoi pastori, invocando il Signore perché essa torni a farLo conoscere e amare al mondo intero.

Per la nostra formazione, leggiamo il capitolo “Che cos’è la Tradizione”, tratto dal libro “Lettera aperta ai cattolici perplessi”, di Mons. Marcel Lefèbvre. Il testo potrà essere scaricato in formato pdf cliccando qui; in tal modo potrete costituire e conservare la vostra biblioteca di letture di formazione.

Gänswein, Papa e Chiesa. A tutto campo

Marco Tosatti su La Stampa del 21 luglio.

Georg Gänswein, segretario di papa Benedetto XVI, e Prefetto della Casa pontificia, nei giorni scorsi ha rilasciato una lunga intervista allo Schwäbische Zeitung, in cui con molto candore ha parlato di sé, del Pontefice regnante e della Chiesa tedesca. Chi è interessato può trovare qui l’originale

Il fatto di essere stato segretario di Benedetto XVI, e il suo lavoro precedente alla Congregazione per la Dottrina della Fede rappresentano “un marchio di Caino” agli occhi di molti nella Chiesa in Germania. Il che rende improbabile che possa tornare in Germania come vescovo. Nelle diocesi tedesche, il Capitolo della cattedrale gioca un ruolo importante nella selezione dei candidati, e in generale, ha detto Gänswein, i membri non sono noti per “avere la più grande lealtà verso Roma”. E non ha comunque “ambizione di diventare un vescovo diocesano”. 

Rettifica del Prof. Roberto De Mattei

Gentile signora Guarini
Nel recente articolo di don Nitoglia Dal Papa eretico a Francesco I, pubblicato su "Chiesa e postconcilio" [qui] mi si accusa di voler deformare il pensiero di Arnaldo Xavier da Silveira. Infatti nella mia presentazione al suo recente libro "Ipotesi teologica di un Papa eretico" (Solfanelli, Chieti, 2016), scrivo che che "l'autore ritiene la sua tesi non solo intrinsecamente probabile ma teologicamente certa"; mentre l'autore, nella sua nota introduttiva, a pagina 19 afferma che la sua tesi è "intrinsecamente certa", ma "teologicamente probabile". Si tratta evidentemente, da parte mia, di un lapsus calami, che, come tale, mi era già stato segnalato da qualche lettore di buono spirito, che aveva compreso trattarsi di una semplice svista, e non certo dell'intenzione di voler "forzare" il pensiero dell'autore. Nella prossima ristampa, correggerò la frase. Ma al di là di queste polemiche del tutto infruttuose, invito i lettori del suo blog ad attingere direttamente alle 200 pagine del volume di da Silveira, un'opera seria e documentata, nella quale troveranno forse delle risposte a tanti problemi dell'ora presente, legati alla possibilità di eresia di un Papa. 
Cordialmente
Roberto De Mattei

Nessuno è solo…

Se pensiamo all'ultima delle opere di Misericordia spirituale, pregare per i vivi - come per i morti - non sembra nemmeno “qualcosa da fare”.
Ma cosa vuol dire pregare? Tra le tante definizioni che si possono dare, pregare può essere compreso come un “atto totalizzante” dove, con coraggio e determinazione, prendendo in mano la propria vita, si consegna tutto a Dio in libertà e gratuità!!
Ma perché questo possa avvenire, deve essere vivida in noi la presenza di “Chi” noi andiamo a pregare.
Secondo la Lettera agli Ebrei, Gesù «è sempre vivo per intercedere» (Eb 7,25) e San Paolo ci ricorda che «Chi ci condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi» (Rm 8,34).
Per questo, pregare “per gli altri” diventa espressione di amore gratuito: mentre in tutte le altre opere noi abbiamo la consapevolezza di “fare” qualcosa per gli altri, in quest’ultima, invece, esprimiamo l’incapacità di poter essere gli autori del benessere e della salvezza degli altri. Ci è chiesto di poterli affidare unicamente ed ultimamente alla misericordia del Signore!
Per questo motivo, la parola “intercessione” assume un ben preciso significato.
Intercedere non significa inginocchiarsi davanti a Dio per convincerlo a usar misericordia verso qualcuno o per segnalargli alcuni casi particolarmente bisognosi.
No… Intercedere significa piuttosto convincere il nostro cuore della mite bontà di Dio, fino ad incarnare il desiderio di salvezza di Dio per gli uomini che egli ama, rinunciando a pretendere che il compimento di questo desiderio debba avvenire secondo i nostri parametri e le nostre aspettative. 
E questa consapevolezza raggiunge il suo vertice di gratuità nella preghiera per i morti. Se dai vivi è possibile aspettarsi ancora qualche forma di gratificazione, dai morti non ci si può aspettare più nulla a livello sensibile. Pregare per loro esprime necessariamente amore disinteressato e fiducia nella forza del Mistero pasquale.
Noi discepoli di Cristo, infatti, «crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti» (1Ts 4,14).
don Savio

giovedì 21 luglio 2016

don Curzio Nitoglia. Bizantinismi Teologici su Papa Onorio I

Il nocciolo del problema è che oggi, a partire dal concilio 'pastorale', nessun papa si è più pronunciato, né - prevedibilmente per come stanno ora le cose - più si pronuncerà ex cathedra (e dunque impegnando l'infallibilità). E ciò anche in virtù del nuovo paradigma di 'tradizione vivente' in senso storicista che assegna la facoltà di riformare la Chiesa alla Chiesa del presente secondo la ratzingeriana ermeneutica della riforma intesa come rinnovamento nella continuità dell'unico soggetto-Chiesa [qui] che cambia ad ogni epoca, commisurata alla cultura del tempo e realizza la lettura del Vangelo sulla base di quest'ultima, anziché viceversa. [Vedi, tra l'altro, qui]. Per cui, mentre da un lato il card. Burke può dire che l'esortazione Amoris Laetitia non è magistero perché non riafferma l'insegnamento costante della Chiesa e non implica adesione de fide [qui], dall'altro il card. Shönborn può affermare che essa è Magistero e come tale va accolta e il credente vi si deve adeguare [qui]. Ma finché non si metteranno d'accordo sulla giusta interpretazione del soggetto-Chiesa rispetto all'oggetto-tradizione, la confusione continuerà a regnare sovrana con gravi conseguenze per la salus animarum.

Dal Papa eretico a Francesco I

Il 30 dicembre 2015 lo storico Roberto De Mattei ha scritto nel suo sito: “Onorio I: il caso controverso di un Papa eretico” [qui].
Avevo sempre saputo che Onorio aveva favorito l’eresia, ma non che fosse caduto in eresia formale.
Leggo, quindi, con molta attenzione l’interessante articolo di De Mattei, che un amico mi ha inviato. Egli cita il famosissimo Dictionnaire de Théologie Catholique (vol. VII, coll. 96-132, voce Honorius Ier a cura di Emile Amann).

Secondo De Mattei, Emile Amann, nell’articolo citato sopra, insegnerebbe che Onorio I non solo ha favorito l’eresia, ma le sue Lettere (sulla questione delle due volontà in Cristo) “sono indubbiamente atti del Magistero, ma del Magistero ordinario non infallibile [e in esso, ndr] vi possono essere errori e perfino, in casi eccezionali, formulazioni eretiche. Il Papa può cadere in eresia, però non potrà mai pronunciare un’eresia ex cathedra. Nel caso di Onorio […] no si può affermare che egli intendesse formulare una sentenza ex cathedra, definitiva e obbligante”.

Indice degli articoli sull'Esortazione post-Sinodale Amoris Laetitia

Indice degli articoli;
sull'Esortazione post-Sinodale Amoris Laetitia

In Evidenza: Fiducia e sequela. Elenco dei sostenitori dei 'Dubia' dei 4 Cardinali"

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Ancora una volta i Vandali saccheggiano Roma...

Escludere la Teologia morale dalla riflessione su matrimonio, famiglia e vita ha un costo da non sottovalutare

- Card. Raymond Leo Burke, card. Janis Pujats, arciv. Tomash Peta, arciv. Jan Pawel Lenga, vescovo Athanasius Schneider - Dichiarazione sulle verità riguardanti alcuni degli errori più comuni nella vita della Chiesa nel nostro tempo

Anche il summit sugli abusi crea seri “dubia”. Lettera aperta dei Cardinali Brandmüller e Burke ai Presidenti delle Conferenze Episcopali 

- La Chiesa deve rimuovere le conseguenze dell'Amoris Laetitia e della sottostante teologia morale eretica

- "Amoris Laetitia" e l'oblio dei sacramenti - Giulio Meiattini OSB

- I vescovi tedeschi reagiscono alle disposizioni del vaticano e attaccano i confratelli che hanno chiesto chiarimenti

- Il papa blocca la pubblicazione del documento dei vescovi tedeschi che ha acceso la controversia sulla «ospitalità eucaristica» ma non blocca l'eresia

- Il cardinale Woelki torna a parlare di 'ospitalità ecucaristica'

Il Vescovo di Ratisbona Voderholzer: “ciò che tocca la fede non può essere soggetto a votazione”

Esortazione post-Sinodale Amoris Laetitia - Indice articoli

Indice degli articoli 
sull'Esortazione post-Sinodale Amoris Laetitia




Le assurdità del «nuovo paradigma» morale 


- Escludere la Teologia morale dalla riflessione su matrimonio, famiglia e vita ha un costo da non sottovalutare

- Card. Raymond Leo Burke, card. Janis Pujats, arciv. Tomash Peta, arciv. Jan Pawel Lenga, vescovo Athanasius Schneider - Dichiarazione sulle verità riguardanti alcuni degli errori più comuni nella vita della Chiesa nel nostro tempo

In Sanguine Agni

La Santa Chiesa è nata nel Sangue di Cristo e lo custodisce in sacro deposito. I più grandi Santi sono stati tutti devoti, amanti e predicatori appassionati di questo Preziosissimo Sangue che ci ha redento e, attraverso i Sacramenti, ci purifica e santifica.
«Tesoro preziosissimo, incomparabile sono le stille del Sangue di Cristo», dice San Bonaventura. Michelangelo, sul braccio della croce d’una delle sue meravigliose Pietà, scrisse: «Non si pensa quanto costa». 
Dalla meditazione assidua sulla Passione di Cristo nasce l’amore a quel Sangue preziosissimo che, versato goccia a goccia fino alla feccia, ha operato la nostra Redenzione. La verità della croce, e del Sangue che la bagna, dà alla vita spirituale di ogni cristiano, e alla vita religiosa in particolare, un carattere sacrificale, come partecipazione all’immolazione che Cristo fece di Sé sul Calvario. 
Il Crocifisso, che nelle chiese deve occupare un posto centrale, non solo ricorda che in noi c’è il peccato e che occorre espiarlo, ma ci dice anche che quel peccato è stato lavato, cioè redento. Secondo la mirabile espressione di Sant’Agostino, «Cristo col suo Sangue s’è comprato l’universo». Santa Caterina cercava con ansia di spingere le anime verso la croce e il Sangue del divin Redentore: «Se vedi la croce, attendi anche quel che sgorga»; «Chi ne beve ne vive, chi non ne beve ne muore».

mercoledì 20 luglio 2016

Camillo Langone. Turchia e l'islamizzazione d'Europa

Erdogan con i "suoi" guerrieri, oggi più allo scoperto...
San Tommaso d’Aquino che sapientemente scrivesti a favore della pena di morte, come del resto fecero Sant’Agostino, San Bernardo di Chiaravalle, Santa Caterina da Siena e numerosi altri santi e beati fino al Venerabile Papa Pio XII, fra l’altro mai smentiti dalla Chiesa siccome la medesima pena è contemplata anche dal catechismo corrente (paragrafo 2267), in questi giorni i politici europei ti stanno mettendo all’indice: tu che studiasti a Colonia e insegnasti a Parigi, tu che rilanciasti lo studio della filosofia greca, tu che sei il patrono degli studiosi e dei librai, tu sei anti-europeo, sappilo. “Nessun paese può diventare Stato membro dell’Ue se introduce la pena di morte”, dicono in riferimento al sultano turco che vorrebbe reintrodurla nel suo sultanato. Se invece si sostiene l’islamizzazione del continente, se invece si riempiono le città europee di moschee e di muezzin, se invece si chiede (e si ottiene) la censura dei comici tedeschi, per giunta costringendoli a vivere sotto scorta, se invece si nega il genocidio armeno dileggiando al contempo il Santo Padre, si può diventare stato membro dell’Ue. San Tommaso, oggi l’unico criterio davvero essenziale per diventare stato membro dell’Ue è la disponibilità a calpestare millenni di filosofia e teologia cattoliche. [Fonte]

19 Luglio 1943. Distruzione a Roma. Pio XII in mezzo alla folla consola benedice e porta aiuti materiali.

In memoria di un grande Pontefice, Pastor Angelicus non per caso
" .... in mezzo a S. Lorenzo, spalancò le ali sembrava proprio un angelo con gli occhiali..."
Due immagini più eloquenti di molte parole

CAPPELLA PAPALE 
SANTA MESSA IN OCCASIONE DEL 50° DELLA MORTE
DEL SERVO DI DIO PAPA PIO XII

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Basilica Vaticana
Giovedì, 9 ottobre 2008

 Signori Cardinali,
venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
cari fratelli e sorelle!

Il brano del libro del Siracide ed il prologo della Prima Lettera di san Pietro, proclamati come prima e seconda lettura, ci offrono significativi spunti di riflessione in questa celebrazione eucaristica, durante la quale facciamo memoria del mio venerato predecessore, il Servo di Dio Pio XII. Sono passati esattamente cinquant’anni dalla sua morte, avvenuta nelle prime ore del 9 ottobre 1958. Il Siracide, come abbiamo ascoltato, ha ricordato a quanti intendono seguire il Signore che devono prepararsi ad affrontare prove, difficoltà e sofferenze. Per non soccombere ad esse – egli ammonisce - occorre un cuore retto e costante, occorre fedeltà a Dio e pazienza unite a inflessibile determinazione nel proseguire nella via del bene. La sofferenza affina il cuore del discepolo del Signore, come l’oro viene purificato nella fornace. “Accetta quanto ti capita - scrive l’autore sacro – e sii paziente nelle vicende dolorose, perché l’oro si prova con il fuoco e gli uomini ben accetti nel crogiolo del dolore” (2,4).

Danilo Quinto. Le due vite

L’occasione era grande. Si trattava di descrivere la futura condizione umana, il tempo dell’eternità. Dedicarsi nel commento, ad esempio, alle parole di uno dei più grandi mistici del ‘900, Divo Barsotti:
«Finché le cose hanno per te un valore indipendentemente da lui, Dio deve (se no, non ti amerebbe) privartene. E non te ne priva strappandotele; te ne priva perché te ne toglie il gusto, perché ti libera lentamente di ogni amore che ti lega alla cose. Pian piano, attraverso questa alternanza di luce e di tenebra, queste cose non ti dicono più nulla. È proprio quest’alternanza che fa il nulla delle cose, perché la luce della presenza divina ti fa come cieco alle cose del mondo, come il sole che ti abbaglia, non ti fa vedere nella stanza buia in cui entri».
O leggere le pagine di Sant’Agostino:

martedì 19 luglio 2016

Ora, come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui? E come potranno credere, senza averne sentito parlare?

Ora, come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui? E come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi? E come lo annunzieranno, senza essere prima inviati? Come sta scritto: Quanto son belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio di bene! (Rm 10, 14-16)
Vi invito a leggere attentamente la riflessione che segue del lettore "Tralcio" che estraggo dalla pagina dedicata al Card. Caffarra sull'Amoris laetitia. Per l'edificazione di tutti. Evidenzio la conclusione, ineludibile, che abbraccia anche l'orizzonte più ampio del dramma epocale che stiamo vivendo. Ma è bene arrivarci attraverso l'intero percorso di Grazia ascoltata e condivisa.
Ma come ha recentemente scritto Camillo Langone, come fai a "integrare" se sei disintegrato tu? E che senso ha integrare chi non ha proprio nulla da ammirare nella nostra disintegrazione? La Bibbia è piena di accoglienza, proprio perché è forte di una tradizione con la quale accolgo. Ma chi apre a tutto, al massimo accoglierà in un centro commerciale. Che non è una casa. Tanto meno l'abitazione dello Spirito Santo. 

Il sesto comandamento non è più o meno importante degli altri: ma è uno dei dieci. 

A volte ci sono delle riflessioni che squarciano le nubi più fitte. 
Vi propongo quella che debbo a un monaco vissuto tra X e XI secolo, san Simeone, teologo e mistico.

Islam, l’arcivescovo: siamo sotto attacco, occorre reagire uniti

Monsignor Negri e il sondaggio di Noto: i musulmani accettino leggi e valori: «Accoglienza non è integrazione» 
Ferrara, 18 luglio 2016 – «L’equivoco secondo cui basta accogliere per integrare ha mostrato la sua totale inconsistenza». Dal suo buen retiro di Celle Ligure, Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara e Comacchio, non cede al politicamente corretto.

Dal sondaggio realizzato da Ipr Marketing risulta che il 54 per cento degli italiani ritiene i musulmani poco o nulla propensi a integrarsi: concorda?

«Un conto è accogliere, un altro è integrare. L’integrazione ha bisogno di reciprocità: si integra chi vuole essere integrato. E poi serve un’intesa di fondo su leggi e valori. Non avremo mica paura a dire che la società è retta da leggi! La mia diocesi è assalita e si lascia assalire perché è un popolo ospitale, ma l’ospitalità fatta in questo modo non creerà alcuna vicinanza. Poi ci stupiamo se chi non è integrato, perché non è aiutato o non si è lasciato integrare, commette i crimini orribili cui stiamo assistendo».