Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 21 agosto 2021

La sciagura afghana e l’Occidente ottuso

L’Afghanistan è un luogo fatale per le sorti del mondo. Secondo la narrazione canonica fu l’inizio della fine dell’Impero sovietico, e dunque originò la caduta della diarchia mondiale. È poi diventata la croce degli Stati Uniti e dell’Occidente che si sono dissanguati in tutti questi anni tra risorse economiche e reparti militari, per controllarlo e arginare le sue metastasi. Tutto inutile, vanificato in pochi giorni. L’Afghanistan è stato il luogo simbolico in cui ha preso corpo il terrorismo islamico e in cui ha preso fuoco la jihad, esportata poi nel mondo. Ma anche il centro di coltivazione e smistamento della droga internazionale. Un paese-simbolo, cerniera dolorosa tra Oriente e Occidente in più sensi.
Trent’anni fa, con la caduta dell’Unione Sovietica, nasceva il Nuovo Ordine Mondiale. Lo aveva proclamato George Bush. Un mondo unipolare, con un solo Impero e tanti satelliti, protettorati, periferie più o meno scontente. Per i dem progressisti, il nuovo ordine mondiale significava esportare la democrazia nel mondo e intervenire in difesa dei diritti umani. O meglio, laddove è possibile; in Cina per esempio, nessuno mai ha pensato di intervenire per difendere i diritti umani. Quella sciagurata teoria fu poi adottata di fatto anche dai repubblicani americani. Le cassandre occidentali temevano un effetto Cartagine sugli Stati Uniti perché avevano perso il loro Antagonista Globale, e furono presto servite: così nacque, rinacque, il Nemico Islamico.

In principio ci fu, trent’anni fa, la guerra del Golfo contro l’Iraq di Saddam, un tempo alleato d’Occidente usato contro l’Iran degli Ayatollah. L’attacco all’Iraq, i bombardamenti, le città distrutte, le sanzioni e l’embargo pure ai medicinali ne furono lo strascico bestiale. Poi, quando si riuscì a buttar giù il dittatore e condannarlo a morte, nacque il terribile, interminabile dopo Saddam tra governi fantoccio, insediamenti militari, attentati. Intanto era avvenuta la Nemesi, e la Catastrofe: vent’anni fa ci fu l’attacco alle Torri Gemelle, poi la guerra al terrorismo islamico di Al Quaeda e agli stati-canaglia che lo sostenevano. Fu allora che prese corpo l’avventura in Afghanistan, considerato il ricettacolo e il rifugio del terrorismo, a partire da bin Laden. Poi l’occupazione occidentale, la cacciata dei talebani. Quindi il difficile controllo militare di quel paese martoriato, i fiumi di dollari buttati dagli Usa e dai loro alleati per debellare talebani e antioccidentali. Infine la ritirata dei giorni scorsi; non si fa in tempo ad andar via che tornano al potere i talebani. Evidentemente non erano stati emarginati e abbattuti, e non tutto il popolo era contento di stare sotto l’ombrello americano, almeno a giudicare dalla rapidità e dalla facilità con cui hanno ripreso il potere. Un Biden col viso tirato di un levriero afghano scarica l’errore su Trump ma si vede che accusa il colpo. I complottisti fantasiosi direbbero che Biden è la contrazione onomastica di Bin Laden. Nomen omen

Trent’anni fa mi riconobbi nella posizione di Giovanni Paolo II contro la Guerra del Golfo e lo sciagurato intervento occidentale. Furono offerti potenti alibi e vistosi obbiettivi all’odio islamico contro l’Occidente; cominciò la loro “guerra di liberazione” vestita da jihad contro l’imperialismo occidentale. Due nazioni importanti come la Turchia e l’Iran vegliano da allora l’area.

Ma non fu solo l’Iraq o l’Afghanistan a caratterizzare l’interventismo euro-americano in quell’area bollente, caldeggiato da Israele: ci fu poi il sostegno alle primavere arabe, nella folle e ignorante presunzione che avrebbero condotto molti paesi maghrebini a convertirsi alla democrazia, ai diritti e alla libertà. E invece abbattuti i dittatori coi loro regimi di modernizzazione forzata, alla fine vinsero le fratellanze islamiche o scoppiarono le guerre tribali.

Da quelle primavere prese corpo la seconda ondata di terrorismo islamico, ancora di matrice sunnita: da Al Quaeda si passò all’Isis che ha avuto come nemico principale l’Europa e soprattutto la Francia, per il suo ruolo nella primavera araba. E non solo: caduti i regimi dittatoriali, cominciava l’esodo per le popolazioni, non solo di profughi e dissidenti ma anche l’ondata ben più massiccia di emigrati “economici”. Cominciava la grande migrazione islamica verso l’Europa, che un tempo era un’eredità delle colonie europee in Africa e in Medio Oriente, e ora invece si allargava ad ampio raggio. Con tutte le conseguenze che ben conosciamo.

Giunti a questo punto ci chiediamo: ma a cosa è servito l’interventismo militare, assistenziale e politico degli Usa e dell’Occidente? A cosa è servito esportare le democrazie e imporre i diritti umani, visti i risultati opposti? Ha incattivito il mondo islamico, ha fornito pretesti a quello più fanatico e integralista; ha ingigantito la rete del terrorismo, ha generato reazioni e contraccolpi sulle popolazioni, alimentando le migrazioni; e ora, colpo di grazia, riprende anche alla grande la via della droga dall’Afghanistan.

È valsa la pena la crociata americana, ha prodotto effetti benefici, ha evitato guerre e guerre civili, regimi dispotici, persecuzioni di minoranze e di cristiani, odii antiebraici e antioccidentali? No, niente di tutto questo, anzi.

Allora, semplificando al massimo, le soluzioni in campo erano di due tipi: o non intervenire, non interferire, limitarsi a garantire un minimo di agibilità nei rapporti politici e commerciali e un massimo di incolumità agli occidentali in quei territori. Oppure caricarsi della responsabilità di essere un Impero, imporre la propria lex universale con la forza e il coraggio e presiedere i luoghi caldi del pianeta. L’Occidente, e l’America più di tutti, ha scelto invece la via di mezzo, la peggiore: ha fatto massimi interventi economici e militari, ha buttato al vento soldi, generazioni, energie ricevendo poco o nulla, e oggi dopo che si è ritirato sa solo balbettare: presto, creiamo corridoi umanitari, tuteliamo i diritti umani, a partire dalle donne, salviamo la gente portandola da noi… Una sintesi al peggio di arroganza e viltà, resa stomachevole dalla glassa umanitaria.
Marcello Veneziani, La Verità (20 agosto 2021)

53 commenti:

Anonimo ha detto...

Leggete CON ATTENZIONE e pensateci su:
https://www.maurizioblondet.it/gordon-duff-contro-i-talebani-terrorismo-mediatico-ecco-perche/

fabrizio giudici ha detto...

L'impero, a parte la presa di responsabilità, può funzionare se ha solidi fondamenti morali e culturali. L'attuale impero occidentale è in piena decadenza e non può tenere in piedi neanche sé stesso, figuriamoci se può stabilizzare altre aree del mondo.

Anonimo ha detto...

La giusta indignazione per ciò che sta accadendo - e c'è da temere accadrà - alle donne afghane non deve far dimenticare che analoga condizione femminile, purtroppo, è propria di tanti Paesi, dove a prevalere è un certo fondamentalismo. Che da noi si preferisce non nominare.

Viceversa, se in Occidente la donna gode di tutt'altra considerazione, più che a femminismi, battagliere paladine o a quote, ciò è dovuto all'eredità di un'altra religione.

Che da noi si preferisce rinnegare.

Anonimo ha detto...

Dai passati decenni dopo gli studi un particolare geografico mi è rimasto impresso, i grandi imperi si son sempre sviluppati lungo i grandi fiumi. Là dove si estendono catene montuose e vaste zone desertiche i grandi imperi falliscono e le piccole comunità vincono. Con la diffusione degli spostamenti e delle comunicazioni veloci e velocissimi questo ostacolo geografico è stato in parte superato, ma solo in parte, quando poi l'uomo velocizzato mette i piedi tra monti e deserti tutto torna alle origini, più o meno.

Il coltivare pensieri di espansionismo oltre la propria terra tra condizioni fisiche totalmente diverse da essa, inoltre senza essere stati richiesti da nessuno, denota ottusità mentale.

Il tutto poi è aggravato dalla menzogna di cui si servono mediamente i servizi segreti per inscenar le loro narrazioni di salvatori e sotto sotto di lucratori delle ricchezze altrui.

In un certo modo il potere non è mai stato altruista al cento per cento, ma mai così palesemente predatore e palesemente menzognero.

La caratteristica della nostra epoca è la menzogna diventata strumento di governo statale, mondiale. Noi oggi non sappiamo chi è dietro le manifestazioni 'spontanee' che spuntano e sono spuntate qua e là nel mondo.

Il così detto "grande gioco" che sentiamo citare da quelli che sanno, noi non sappiamo chi lo stia giocando e non sappiamo a che gioco stia giocando chi lo gioca.

L'oppio, sembra che l'oppio fosse sparito dall'Afganistan e sia tornato alla grande con l'esportazione della democrazia occidentale. Di una parte di questo oppio afgano si occupava l'andrangheta calabrese che andava a prenderlo in Kosovo, dove giungeva con aerei militari americani e lo smerciava come droga in Occidente; l'altra parte molto più consistente veniva elaborata dalla industria farmaceutica americana, essendo ormai l'oppio presente in un gran numero di medicinali e di prodotti di bellezza.(vedi in proposito l'intervista a Franco Fracassi di Visione Tv, pochi giorni fa)

Quando ho sentito, nella intervista di cui sopra, parlar di oppio e di servizi la mente è corsa alla guerra dell'oppio cinese in cui si distinse la Perfida Albione.

Sì, per alcuni paesi si tratta di un grande gioco nel quale loro si ostinano ad ignorare che nel 'loro gioco' i personaggi sono persone reali, ignare delle non regole del loro gioco, nel quale le persone comuni mai si divertono e sempre perdono anche la vita.

Anonimo ha detto...

L'errore di base è la solita frase 'esportare la democrazia', ora in tutti i paesi fuori dall'Occidente è sempre esistita la lotta tribale, alleanze tribali, sanguinose lotte tribali, tutti questi popoli sono stati islamizzati colla violenza o 'con la spada' disse quel Papa poi silenziato, adesso che si crede di fare? Gli inglesi durante il British Raj le presero di brutto al Khyber pass e lasciarono perdere, si limitarono a proteggere i confini, tutti gli altri hanno fallito miseramente, gli USA sono scappati lasciando tutto, armi, droni, mezzi militari, l'esercito afghano 'istruito' con dispendio di mld.di $ a profusione, si è squagliato come l'esercito di Franceschiello di Napoli, il presidente afghano aveva da tempo trasferito i lingotti in CH, adesso è partito con mln. di $ in valigia destinazione Qatar, la Cina ha subito inondato i taliban di soldi e promesse di strade, infrastrutture ed altro per viaggiare meglio e impadronirsi delle miniere di materiali e pietre preziose, la Russia al momento osserva, la Turchia promette strada libera in Mediterraneo, meglio di cosi, la Via della seta scivola via leggera proprio com la seta, gli USA hanno fatto una figura di menta glaciale, UE non pervenuta, ma pronta ad accogliere......attenzione, i profughi giunti in Albania sono stati subito trasbordati nel paese dell'accoglienza venghino lorsignori venghino, Draghi indice il G20 che perlomeno è meno peggio del G7 che voleva Biden e vedremo cosa uscirà dalle teste pensanti di cotal portata........la storia si ripete, ma gli studenti mai imparano.

Anonimo ha detto...

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2021/08/18/vaccini-i-pro-e-i-contro-di-chi-rifiuta-di-fare-da-cavia-le-due-posizioni-a-confronto/

Brieuc ha detto...

La risposta di De Marco, specialmente nel passaggio in cui nega la sperimentalità del vaccino (fatto attestato per iscritto persino nelle comunicazioni delle case farmaceutiche), è allucinante. Una negazione della realtà mai vista prima a questi livelli.

F.T. da sotto l'ombrellone figurato. ha detto...

https://www.stefanomontanari.net/wp-content/uploads/2013/12/images_pdf_ilgrillomannaro.pdf
Vicenda vissuta del Prof.Montanari

Anonimo ha detto...


Un buon articolo di Veneziani, che trascura però le componenti geo-strategiche.

La prima guerra del Golfo era inevitabile. Saddam aveva fatto il passo più lungo della sua gamba (forse con l'approvazione russa) con l'occupazione a sorpresa del Kuwait. Ciò gli metteva a disposizione il petrolio del Kuwait e gli permetteva di minacciare in modo grave l'Arabia Saudita, al tempo praticamente disarmata di fronte al nutrito esercito di Saddam, messo in piedi sai sovietici.
Gli USA e l'Occidente non potevano tollerare che Saddam diventasse il padrone della maggiori riserve mondiali di petrolio. I Sauditi erano terrorizzati da Saddam. FD Roosevelt già negli anni Trenta, incontrando il re dell'Arabia Saudita a bordo di un incrociatore americano, aveva detto che tra USA e Sauditi doveva esistere una alleanza strategica indistruttibile (si era infatti scoperto che l'AS aveva le maggiori riserve mondiali di petrolio). La causa profonda della prima guerra del Golfo è stata dunque questa. Saddam, forte della tecnologia sovietica e del gran numero di carri, credette di potersi misurare con la tecnologia americana. Fu un fallimento clamoroso. I missili americani bucarono il sistema difensivo sovietico adottato da Saddam come niente fosse mentre i carri armati usa, il famoso Abraham, stracciarono letteralmente le sue divisioni corazzate e motorizzate. Nella battaglia decisiva, contro due o tre carri americani perduti, furono distrutti centinaia di carri, autoblinde, etc irakeni.
Che poi i metodi di bombardamento americani fossero crudeli contro la popolazione civile, nonostante la precisione di cui godono i moderni mezzi offensivi, questo non altera il quadro generale.
Ora, venendo all'Afghanistan. Il c.d. "grande gioco" non è un concetto giornalistico. Il termine fu impiegato già nell'Ottocento per designare la lotta tra i grandi imperi, allora europei, per il dominio dell'Asia centrale. Si svolse tra britannici e russi e vide anche il tentativo di inserimento dei tedeschi alla fine dell'Ottocento. In chiave geo-strategica l'Af. occupa evidentemente una posizione chiave se periodicamente le grandi potenze tentanto di occuparlo. Senza riuscirvi, perché le razze che lo abitano conservano un modo di vita tribale e primitivo che ne fa per abitudine secolare guerriglieri e banditi e perché, almeno nel Novecento e sino ad oggi, questi guerriglieri hanno sempre trovato validi appoggi esterni in armi, munizioni, addestramento e santuari (grazie agli Americani quando combattevano i russi, grazie ai Pakistani quando combattevano contro gli americani).
L'Afganistan, data anche la natura difficile del terreno, non si può occupare se non provvisoriamente. Bisogna lasciarlo al suo destino, bloccando l'immigrazione islamica e il terrorismo a partire dalle nostre frontiere, che invece restano aperte a tutti i venti.

In Occidente fanno mostra di angosciarsi per il destino delle donne afgane sotto i talebani. Siamo sinceri: sono fatti loro. Quid ad nos? Ritornano sotto la ferula patriarcale dei maomettani? Nel concreto, chi ha fatto esperienza di famiglie mussulmane sa che in casa comanda la moglie, checché ne dicano il Corano e gli ulema, anche se fuori si mette il velo e appare sottomessa al marito.

Anonimo ha detto...

Anche in Europa (Italia compresa) stanno nascendo tanti piccoli "Afghanistan" (per il momento ma destinati ad espandersi a macchia d'olio) sotto la copertura delle scuole /madrasse fondamentaliste finanziate dai Paesi del Golfo e dalle quali escono e usciranno fondamentalisti che promuovono la schiavitù sessuale delle donne senza che ci sia una consapevolezza del pericolo mortale ed una reazione adeguata da parte della politica e delle istituzioni. SCUOLE SPECIALIZZATE A "sfornare" TALEBANI

E i Paesi del Golfo sono alleati degli USA e anche dell'Europa e dell'Italia : siamo dei pazzi masochisti.

Anonimo ha detto...


Segni di collasso del sistema America, in tutti i campi.

E non è una buona notizia, anche per noi europei. Il collasso sta dimostrando, se ce ne fosse stato bisogno, quanto impreparata sia la squadra dem oggi al potere.

In California diversi incendi sono in pratica fuori controllo. Una delle cause, oltre alla piromania e alle alte temperature, è dovuta all'ideologia verde, che impedisce di tagliare ampie fette di alberi ai lati delle linee elettriche e di creare ampie zone di rispetto vicino ai villaggi e centri residenziali a contatto coi boschi.

Il nuovo ministro delle poste, messo da Biden, sta praticamente distruggendo il sistema postale. Ha abolito tutte le macchine di affrancatura automatica, forse per motivi ecologici, creando il caos. Ci sono casi di lettere regolarmente spedite che non partono e dopo un mese tornano al mittente. Per tacere di quelle che non arrivano mai a destinazione. Il sistema postale americano era piuttosto buono, sino a non molto tempo fa.

L'affrettata partenza alle truppe USA imposta da Biden (contro il parere dei militari) ha creato il caos. Qui vanno segnalate due cose. La decadenza dei servizi di informazione americani, che non hanno evidentemente tenuto conto delle voci che suggerivano di aspettare e comunque di procedere per gradi, con prudenza. Il tradimento collettivo impressionante dell'esercito afgano li ha presi di sorpresa.
Ma (seconda cosa) il ministro della difesa fortemente voluto da Biden è un afroamericano del tipo radical, la cui principale preoccupazione è stata finora quella di aprire la strada ai transgender nell'esercito, dragqueens comprese, e di cominciare la purga di supposti elementi di estrema destra dentro le forze armate. Come in Europa, la sinistra freak al potere più che all'efficienza militare (della quale ingora completamente i termini) pensa ad introdurre il politicamente corretto negli eserciti e nelle flotte, "rieducando" i militari in questo senso. Disastri immani si profilano.

Siamo sempre più governati, anche nella Chiesa cattolica, da personaggi in preda ad una follia che appare incurabile, superata forse solo dalla loro ignoranza, i quali sembrano lanciati a capofitto sulla strada della distruzione dei loro popoli e della loro stessa religione (nel caso dei chierici).
Viene in mente una frase di Nietzsche, ne 'La gaia scienza' : "l'uomo è l'animale diventato pazzo". Calza a pennello per i nostri governanti attuali, euro-americani.

Ipotesi anche sugli incendi ha detto...

Il mondo che appare e quello che ci aspetta. Con Antonietta Gatti
https://www.youtube.com/watch?v=PGZ_OkUyJ5Y
venerdì 20 agosto alle 17 insieme alla scienziata Antonietta Gatti

Anonimo ha detto...

Mi permetto di dissentire da talune osservazioni dell'anonimo delle 13:22.
La considerazione della donna, in Occidente, è perlopiù data dall'incontro tra femminismo, liberalismo e capitalismo.

La concezione cristiana della donna, per quanto imperfettamente, emerge invece dalla storia dei popoli europei prima della secolarizzazione di massa, cioè prima, con buona approssimazione, del cosiddetto Sessantotto.
Basti leggere l'enciclica "Casti Connubii" o i testi che a inizio Novecento erano dedicati a donne e spose, per comprendere che quella donna ora, in Occidente, sopravvive solo in casi rari, certamente nel Cattolicesimo fedele alla Tradizione.
Per il resto la donna occidentale dei nostri tempi è omologata all'uomo e qualsivoglia tentativo di invitarla a realizzarsi - in senso cristiano, vero - viene sdegnosamente respinto, quale grave peccato per la nuova religione laica.

È vero che il Cristianesimo elevò la donna al rango di figlia di Dio, al pari dell'uomo, donandole una dignità oscura al paganesimo; ma nel contempo rivelò alla donna la sua autentica natura, e così la sua naturale missione; e la attuale donna occidentale è quanto di più diverso rispetto all'idealtipo della donna cristiana.

La tipica donna cristiana è umile, mite, modesta nel vestire e nell'apparire, vive per buona parte del proprio tempo in casa, è sostegno del marito e presente modello educativo per i figli; da buona cristiana non dimentica che è fatta per la vita di lassù.

La comune donna occidentale è invece contro natura: sceglie di non generare figli, rivendica e spesso pratica l'aborto, i pochi figlioli che nascono sono piazzati in asili fin dalla più tenera età; la donna occidentale desidera lavorare a tempo pieno e brama una carriera, rifiuta l'autorità del marito, considera "grandi donne" coloro che esercitano potere o producono ricchezza.
Con onestà la femminista Gloria Steinem ha dichiarato: "Siamo diventate noi stesse gli uomini che volevamo sposare".

Siffatta svalutazione della donna è stata posta in essere anche mediante le menzogne del liberalismo, che tutto è fuorché libertà.
Le "libertà" della donna di cui gli occidentali menano gran vanto, non sono altro che mero arbitrio, l'arbitrio muliebre di rifiutare i doni della legge di Dio, così come insegnata dai santi Apostoli, dai santi Padri, dalla Tradizione.

A parer mio, la condizione sociale della donna cristiana è più simile a quella della donna islamica o ebrea, piuttosto che a quella occidentale, che pare una rivisitazione fuori tempo massimo della donna ellenistica, ai tempi della decadenza dell'Impero Romano.

Spiace allora constatare che, sotto alcuni profili, l'Islam abbia qualcosa da insegnare a noi cristiani, a noi fedeli della Religione Vera.
Ci ricorda - con la sua impressionante crescita demografica, proprio qui, in Europa - che una civiltà che non fa figli sparisce dalla storia. E una civiltà non può fare figli se segue la cultura occidentale, che della donna ha "tutt'altra considerazione" non solo rispetto all'Islam ma anche - e più marcatamente - rispetto al Cristianesimo.

Perciò, oltre alle condivisibili preoccupazioni per le sorti delle donne esposte al fondamentalismo islamico, urge giustapporre una radicale riflessione sulle condizioni delle donne europee, soprattutto di quelle cristiane, delle quali, ora più che mai, si sente la mancanza.

Anonimo ha detto...

AMMINISTRAZIONE BIDEN
Bruno Vespa è incredulo: come abbiano fatto gli americani a farsi rubare dai talebani il loro arsenale è difficile anche solo da pensare. "Il bottino di duemila mezzi blindati, di una quarantina di elicotteri e aerei, di visori notturni, di droni militari e di chissà quante armi leggere negli arsenali americani in Afghanistan supera nella nostra memoria storica le peggiori rotte dell'Asse nella guerra d'Africa contro gli inglesi", scrive il direttore di Porta a Porta nel suo editoriale su Il Giorno. "Biden teme che questo arsenale possa rivolgersi contro la popolazione civile o finire nelle mani di terroristi, se non della Cina. Ma il fatto che egli non lo abbia saputo difenderlo o distruggerlo dimostra con quale grado di paurosa leggerezza e incompetenza l'amministrazione americana abbia gestito il ritiro dal paese occupato vent' anni fa dopo la strage delle Torri Gemelle".

No comment.. ha detto...

"Biden teme che questo arsenale possa rivolgersi contro la popolazione civile.."
Risposta: meglio non commentare...

Anonimo ha detto...

21 agosto 2021 23:40

Non poche donne europee hanno continuato a stare in casa, ad occuparsi della sua conduzione, dell'educazione dei figli, del sostegno al marito; non poche altre avrebbero voluto anch'esse seguire la strada di sempre, ma si sono trovate davanti alla tacita o espressa riprovazione del loro stesso ambiente, della loro famiglia, dello stesso marito comunque sempre esposto alla malia delle colleghe in carriera che a guardar bene spesso non è che il mestiere più vecchio del mondo.Mediamente tutti questi gruppi e altri sono stati educati dalla stampa, dalla letteratura, dai media in generale che hanno messo in circolo 'modelli' di comportamento che sono diventati esempi di libertà ed auto determinazione. Se andiamo a vedere chi furono i fondatori delle grandi case cinematografiche americane vediamo che la maggior parte di essi appartenevano ed appartengono alla nota lobby. E forse stampa, radio, cinema, i media in generale hanno la stessa radice, la stessa conduzione,lo stesso fine. Forse.

Anonimo ha detto...

La donna di religione ebraica in Israele o altrove è in carriera, libera e ben vestita. Credo che nessuna donna del mondo liberi vorrebbe comandare infagottata e subdola un marito islamico. Mille volte meglio la nostra imperfetta condixione qui. Inoltre fare molti figli per invadere e sottomettere col meticciato un paese ospitante, come fanno le islamiche, non mi sembra un bell'esempio per i cristiani. È sleale e animalesco vitalismo.

mic ha detto...

La tipica donna cristiana è umile, mite, modesta nel vestire e nell'apparire, vive per buona parte del proprio tempo in casa, è sostegno del marito e presente modello educativo per i figli; da buona cristiana non dimentica che è fatta per la vita di lassù.

La comune donna occidentale è invece contro natura: sceglie di non generare figli, rivendica e spesso pratica l'aborto, i pochi figlioli che nascono sono piazzati in asili fin dalla più tenera età; la donna occidentale desidera lavorare a tempo pieno e brama una carriera, rifiuta l'autorità del marito, considera "grandi donne" coloro che esercitano potere o producono ricchezza.
Con onestà la femminista Gloria Steinem ha dichiarato: "Siamo diventate noi stesse gli uomini che volevamo sposare".


Per tutta la mia vita sono stata convinta che la verità fosse nel mezzo. Nel senso che, per la cultura portante antecedente il '68, la tipica donna cristiana viveva una sottomissione di fatto 'castrante' perché non scelta secondo il suo autentico significato ma imposta secondo gli stereotipi allora dominanti. Mentre il modello opposto sostanzialmente deriva dalla degenerazione delle istanze di una sana emancipazione che coincide con la consapevolezza del proprio ruolo complementare a quello maschile; il che richiede però analoga consapevolezza da parte maschile e inveramento della vera complementarietà...
Non è facile quando l'educazione e la cultura, e perfino la Chiesa, ti offrono stereotipi (oggi inversi) invece che insegnamenti e modelli secondo il cuore di Dio.

Anonimo ha detto...

Al di là delle opinioni politiche, la mancanza di leadership a Washington, anzi la pura miopia strategica e il marasma decisionale sono evidenti e aprono scenari inquietanti per tutto l'Occidente.

Solo un mese fa, Biden affermava con sicumera a metà tra il ridicolo e il profeticamente sinistro che Kabul e il Paese non sarebbero cadute nelle mani dei taliban, che non si palesava dunque il rischio di un nuova Saigon.
Intanto, aveva avuto la bella trovata di ritirare prima i soldati lasciando civili e collaboratori afghani inermi e allo sbando. Una mossa che Badoglio scansate.
La grande base fortificata di Bagram veniva abbandonata e consegnata al "fidato" esercito afghano, il quale non aspettava altro che arrendersi ai balordi coranici.

E se nel 2001 i taliban non possedevano un grande arsenale né una forza aerea, ora hanno ereditato armi e velivoli di fabbricazione occidentale. Se nel 2001 suddetti avanzi del paleolitico erano isolati, ora c'è la fila di potenze medie e grandi che intende riconoscerli, dialogare, farci business. Persino il nostro Giuseppi vorrebbe organizzarci dei summit, forse sentendo nostalgia di quando si genufletteva a Xi.

Tutto ciò è imputabile principalmente a Biden, il quale compare in TV quale pugile suonato dichiarando a mezzo tra il tragicomico e l'assurdo che l'obiettivo è riportare a casa tutti gli americani, pur non sapendo quanti siano né dove effettivamente si trovino. Persino l'inviata della CNN che fino a ieri si baloccava con la fiaba dei taliban "mostly peaceful", ora leva le tende in fretta e furia dopo essersela vista brutta.

Ora, capisco che la principale finalità di questa disastrosa presidenza sia far rivalutare la precedente peggior amministrazione per antonomasia, quella di Jimmy Carter, ma stiamo rasentando il grottesco, mentre la credibilità occidentale fa segnare nuovi minimi storici.
Mi auguro che la CIA provveda a suggerire caldamente allo stralunato in chief un veloce ritiro a vita privata.
L. Ronconi

Anonimo ha detto...

"Stiamo bruciando il passato". Archivi di scuola, identità digitali, foto, vestiti, trucchi, strumenti musicali, maglie di calcio, libri proibiti, Bibbie. E' corsa contro il tempo per non scomparire nei rastrellamenti dei Talebani...

Anonimo ha detto...

Cominciamo col dire che la libertà, sia maschile che femminile, è in primo luogo una virtù interiore cristiana, cioè quella in grado di discernere il bene dal male e di agire di conseguenza. Questo discernimento deriva dalla conversione a Dio, Uno e Trino, e dalla pratica costante di tutte le virtù cristiane. Altrimenti cadiamo tutti insieme negli stereotipi passati e presenti. Bisogna riconoscere che molti virtuosi del passato reprimevano la vitalità per conquistarsi una virtù che nasceva amara e amara restava. Questo in sintesi estrema era anche la condizione di molti consacrati vuoi dalla conversione debole, vuoi assente, vuoi spentasi. Certamente la vitalità ha sede nella congiunzione delle gambe, una sorta di fornace ardente che non deve esaurirsi nei suoi pressi,ma deve arrivare fino alle estremità: testa, piedi, mani, e metterle tutte in sano movimento, passando e ripassando dal cuore che ha leggi sue che, se ben custodito, vanno rispettate.
Quando si dice Ora et Labora si dice anche di questa grande circolazione che avviene in ogni essere umano e che ha trovato il suo giusto equilibrio lontano dagli stereotipi mondani e dalle virtù amare. Ognuno all'interno del Cattolicesimo è chiamato a stendere la sua regola dell'Ora et Labora secondo quelli che sono i doveri di stato, gli studi che vuol compiere, i lavori fuori casa da assolvere. Tenendo conto che nella vita esistono stagioni diverse che danno frutti secondo i tempi delle nostre semine.
Concludendo la famiglia non contempla schiavi e padroni, contempla oranti che pregano e operai che lavorano per amor di Dio, di se stessi e del prossimo; ogni lavoratore orante all'interno della famiglia deve diventar capace di vedere, di apprezzare, di essere grato per gli sforzi che ognuno compie per migliorare la sua condizione di essere umano cristiano, interiormente ed esteriormente attivo e attento al miglioramento di se stesso e degli altri componenti della famiglia suo riparo e sua pista di lancio.

Anonimo ha detto...

Cominciamo col dire che la libertà, sia maschile che femminile, è in primo luogo una virtù interiore cristiana, cioè quella in grado di discernere il bene dal male e di agire di conseguenza. Questo discernimento deriva dalla conversione a Dio, Uno e Trino, e dalla pratica costante di tutte le virtù cristiane. Altrimenti cadiamo tutti insieme negli stereotipi passati e presenti. Bisogna riconoscere che molti virtuosi del passato reprimevano la vitalità per conquistarsi una virtù che nasceva amara e amara restava. Questo in sintesi estrema era anche la condizione di molti consacrati vuoi dalla conversione debole, vuoi assente, vuoi spentasi. Certamente la vitalità ha sede nella congiunzione delle gambe, una sorta di fornace ardente che non deve esaurirsi nei suoi pressi,ma deve arrivare fino alle estremità: testa, piedi, mani, e metterle tutte in sano movimento, passando e ripassando dal cuore che ha leggi sue che, se ben custodito, vanno rispettate.
Quando si dice Ora et Labora si dice anche di questa grande circolazione che avviene in ogni essere umano e che ha trovato il suo giusto equilibrio lontano dagli stereotipi mondani e dalle virtù amare. Ognuno all'interno del Cattolicesimo è chiamato a stendere la sua regola dell'Ora et Labora secondo quelli che sono i doveri di stato, gli studi che vuol compiere, i lavori fuori casa da assolvere. Tenendo conto che nella vita esistono stagioni diverse che danno frutti secondo i tempi delle nostre semine.
Concludendo la famiglia non contempla schiavi e padroni, contempla oranti che pregano e operai che lavorano per amor di Dio, di se stessi e del prossimo; ogni lavoratore orante all'interno della famiglia deve diventar capace di vedere, di apprezzare, di essere grato per gli sforzi che ognuno compie per migliorare la sua condizione di essere umano cristiano, interiormente ed esteriormente attivo e attento al miglioramento di se stesso e degli altri componenti della famiglia suo riparo e sua pista di lancio.

Anonimo ha detto...

Sono l'autore del commento originario.
Come molti, probabilmente quasi tutti, anch'io mi trovavo allineato a simili posizioni.
Da un lato non potevo certo aderire al femminismo, dall'altro il modello tradizionale appariva anacronistico, soprattutto in virtù delle innovazioni tecniche che hanno effettivamente sconvolto la società e inciso su abitudini consolidate.
In medio stat virtus, si potrebbe dire.

Tuttavia ho cambiato opinione.
Da una parte, frequentando abitualmente la letteratura dell'Ottocento - eccellente strumento di rilevanza sociologica, la letteratura - ho potuto verificare che, tutto sommato, quel mondo, inteso nella sua componente popolare, non meritava le demonizzazione di cui, dopo il Sessantotto, fu fatto oggetto.
Le donne non erano affatto oppresse, ma parte di una società ordinata e vitale; e mi pare fossero stimate dagli uomini molto più di quanto oggi effettivamente non siano.

Da altro punto di vista la mia intuizione si è corroborata a seguito dell'osservazione dei principali indicatori demografici, in primis il tasso di natalità.
Non c'è un solo Stato in Europa che raggiunga il tasso di sostituzione. In Italia nasce circa la metà della prole necessaria a mantenere stabile la popolazione; il 95% delle famiglie non ha più di due figli.
Non riesco a svincolare questi dati dal mutamento radicale che ha interessato la famiglia, dagli anni '60. Tanto più che siamo sotto la "soglia di sopravvivenza" dal 1974.

A parer mio, se le donne lavorano a tempo pieno, è inverosimile che la popolazione non diminuisca. E allora si capisce perché sono state aperte le porte all'immigrazione di massa. In Italia nel 1990 gli immigrati erano lo 0,n% del totale, ora superano il 10%.

E non fanno figli per conquistare i Paesi ospitanti (sebbene sotto sotto alcune loro autorità lo sperino) ma perché hanno mantenuto fermi certi principi atavici.

Oggi l'Islam è presente in Europa come non mai, e si accinge a diventare maggioranza non solo nelle capitali (già lo è nella popolazione minorenne di Vienna, ad esempio) ma anche in stati (per quello che possono valere le previsioni demografiche, se si continua così i musulmani saranno più dei cristiani, in Germania, tra trent'anni).
Da questi e altri dati ho concluso che l'impostazione famigliare occidentale sia deleteria, e che sia l'Occidente attuale ad essere veramente "castrante".
A questo punto, per amor di cristianità, si aprano le frontiere ai popoli cristiani, che vivono ancora secondo culture in grado di perpetuarli.

In definitiva, penso che la società sia come un corpo, virtuoso nella misura in cui ogni organo adempia alla propria natura. Se tutti gli organi vogliono essere solo muscoli e polmoni, il corpo muore.

Nulla di male, in questo; in effetti se una società è viziata dal profondo, che finisca pure e lasci il posto al futuro.
Le donne non devono fare figli per costrizione, né rinunciare ala carriera per la famiglia, come se fosse un sacrificio anziché un onore. Le norme, se sono buone, non vanno subite, ma amate.

Eppure sono convinto che molte donne, se non fossero avviluppate allo spirito dei tempi, incanalate verso una direzione precostituita, tornerebbero indietro, eccome!
E così mi conforta assistere ad una ripresa, seppur timida, di modelli famigliari e femminili tradizionali, in sintonia con il modello ideale, che senza pretese di esaustività, ho tracciato nel mio precedente intervento.

Ovviamente, date le conseguenze di questa mia approssimativa analisi, mi auguro di sbagliare.
Spero proprio di avere torto e che l'emancipazione femminile non concorra, come io penso, ad essere causa necessaria della decadenza occidentale.
Mi sentirei davvero più rasserenato, se in verità, piuttosto che il popolo, fossimo solo io, e pochi altri, a non aver capito.

Buona Domenica

Anonimo ha detto...


L'errore commesso da Biden e da altri è stato quello di fidarsi dell'esercito regolare afgano addestrato e armato dagli americani. Non ci sono paralleli storici.

Pensavano evidentemente che, protetta da quell'esercito, ben armato sulla carta, l'evacuazione sarebbe potuta avvenire in sicurezza e con calma. I Talebani si erano impegnati, pare, nei colloqui di Doha, a non attaccare l'esercito afgano.
Invece i talebani hanno attaccato, violando i patti, o meglio si sono impadroniti di tutto grazie alla scomparsa dell'esercito afgano, cosa che appare frutto di tradimento, di accordi sottobanco. Gli americani sono stati fatti fessi. Nel Nord del Paese le milizie tribali (diverse dall'esercito afgano), da sempre nemiche dell'etnia dei Talebani, hanno cominciato la guerriglia, pare.
Oggi, Blair, ex premier inglese ha dato alla BBC dell'idiota senza tanti complimenti a Biden per aver ordinato questo sciagurato ritiro, al quale gli inglesi si erano inutilmente opposti, si viene a sapere. Pare che angli gli italiani non fossero d'accordo.
Quando cadde Saigon, tanti anni fa, i Nordvietnamiti si erano impegnati con trattato (fautore Kissinger) a non attaccare il Sud. Invece lo attaccarono, forti dei massicci aiuti sovietici in armi e munizioni, violando il trattato. I sudvietnamiti combatterono comunque per due anni, se la memoria non mi falla.
Il collasso del Regio Esercito l'8 settembre è ancora diverso. Il nostro era un esercito sfinito da tre anni e tre mesi di impari lotta contro le grandi potenze, alcune tra le migliori unità erano in fase di riorganizzazione, Hitler aveva mandato in Italia ben 17 divisioni per impadronirsi del Paese, aspettava solo l'occasione, offertagli dal modo pessimo con il quale il Re e Badoglio trattarono la resa incondizionata, che esplose all'improvviso, sorprendendo tutti ma non i tedeschi, che ci attaccarono ferocemente solo poche ore dopo. Lasciato senza ordini il RE si dissolse di fronte al poderoso attacco, tranne che in qualche caso. Non era in grado di resistere a lungo ai tedeschi ma, se opportunamente guidato, avrebbe potuto condurre una decente battaglia difensiva per un 10-15 giorni, salvando almeno l'onore, cosa molto importante. Dopotutto a Porta s. Paolo, a Roma, i paracadutisti tedeschi erano stati bloccati dai Granatieri di Sardegna. Seguirono convulse trattative, con intervento anche vaticano pare, ma non c'era più un comando italiano, liquefattosi. Kesselring minacciò bluffando il bombardamento di Roma, i tedeschi entrarono con la formula della città aperta e disarmarono i nostri.
H.

Anonimo ha detto...


L'errore commesso da Biden e da altri è stato quello di fidarsi dell'esercito regolare afgano addestrato e armato dagli americani. Non ci sono paralleli storici.

Pensavano evidentemente che, protetta da quell'esercito, ben armato sulla carta, l'evacuazione sarebbe potuta avvenire in sicurezza e con calma. I Talebani si erano impegnati, pare, nei colloqui di Doha, a non attaccare l'esercito afgano.
Invece i talebani hanno attaccato, violando i patti, o meglio si sono impadroniti di tutto grazie alla scomparsa dell'esercito afgano, cosa che appare frutto di tradimento, di accordi sottobanco. Gli americani sono stati fatti fessi. Nel Nord del Paese le milizie tribali (diverse dall'esercito afgano), da sempre nemiche dell'etnia dei Talebani, hanno cominciato la guerriglia, pare.
Oggi, Blair, ex premier inglese ha dato alla BBC dell'idiota senza tanti complimenti a Biden per aver ordinato questo sciagurato ritiro, al quale gli inglesi si erano inutilmente opposti, si viene a sapere. Pare che angli gli italiani non fossero d'accordo.
Quando cadde Saigon, tanti anni fa, i Nordvietnamiti si erano impegnati con trattato (fautore Kissinger) a non attaccare il Sud. Invece lo attaccarono, forti dei massicci aiuti sovietici in armi e munizioni, violando il trattato. I sudvietnamiti combatterono comunque per due anni, se la memoria non mi falla.
Il collasso del Regio Esercito l'8 settembre è ancora diverso. Il nostro era un esercito sfinito da tre anni e tre mesi di impari lotta contro le grandi potenze, alcune tra le migliori unità erano in fase di riorganizzazione, Hitler aveva mandato in Italia ben 17 divisioni per impadronirsi del Paese, aspettava solo l'occasione, offertagli dal modo pessimo con il quale il Re e Badoglio trattarono la resa incondizionata, che esplose all'improvviso, sorprendendo tutti ma non i tedeschi, che ci attaccarono ferocemente solo poche ore dopo. Lasciato senza ordini il RE si dissolse di fronte al poderoso attacco, tranne che in qualche caso. Non era in grado di resistere a lungo ai tedeschi ma, se opportunamente guidato, avrebbe potuto condurre una decente battaglia difensiva per un 10-15 giorni, salvando almeno l'onore, cosa molto importante. Dopotutto a Porta s. Paolo, a Roma, i paracadutisti tedeschi erano stati bloccati dai Granatieri di Sardegna. Seguirono convulse trattative, con intervento anche vaticano pare, ma non c'era più un comando italiano, liquefattosi. Kesselring minacciò bluffando il bombardamento di Roma, i tedeschi entrarono con la formula della città aperta e disarmarono i nostri.
H.

Anonimo ha detto...


Il primo decreto dei Talebani.

Qual'è stato? Hanno ordinato la separazione di maschi e femmine nella scuola, cominciando con l'Università. Hanno detto, così si legge, che da questo vivere in comune di ragazzi e ragazze nella scuola vengono tutti i mali.
Niente più educazione mista, dunque, per la gioventù afgana. L'Afganistan, 38 milioni di abitanti, ha ben 40.000 studenti universitari, si legge, maschi e femmine. Impegnati a crescere secondo un modello occidentale di scuola e università. Ma questo "modello occidentale", dal punto di vista cattolico tradizionale, non lo consideriamo noi stessi
oggi pessimo? La scuola, dalla media in poi, non è diventata un focolaio di corruzione dei costumi? L'educazione mista la favorisce o la limita la corruzione?
Non è che eliminando l'educazione mista si migliorano di colpo i costumi della gioventù. Però l'abolizione di questa promiscuità sarebbe pure un auspicabile primo passo.
Sono convinto che farebbe piacere anche a tante ragazze, studiare senza avere sempre tra i piedi i maschi. E anche ai maschi, tutto sommato. Bisogna recuperare e ristabilire le differenze esistenti per natura, cominciando così a purificare l'aria.
Un primo passo, al quale dovrebbero seguire altri, molto più radicali.
Dispiace dover approvare un decreto dei feroci Talebani, ma hanno fatto bene ad abolire l'educazioen mista (co-education, per chi copia sempre dall'inglese).
Z.

Anonimo ha detto...

Magdi Cristiano Allam
L’appello straziante della regista afghana Sahraa Karimi, che ha lasciato il paese dopo l'arrivo dei talebani a Kabul, riprendendo col cellulare cosa stava accadendo per le vie della città durante la sua fuga:

“A tutte le comunità del mondo.
Vi scrivo con il cuore spezzato e la speranza che possiate unirvi a me nel proteggere la mia bella gente. Nelle ultime settimane hanno preso il controllo di così tante province, stanno massacrando il nostro popolo, hanno rapito molti bambini, hanno venduto bambine come spose minorenni ai loro uomini, hanno assassinato donne per il loro abbigliamento, hanno torturato e assassinato uno dei nostri amati comici. Hanno assassinato uno dei nostri poeti storici, hanno assassinato il capo della cultura e dei media per il governo, hanno assassinato persone affiliate al governo, hanno impiccato pubblicamente alcuni dei nostri uomini e hanno sfollato centinaia di migliaia di famiglie.
I media, i governi e le organizzazioni umanitarie mondiali tacciono, come se questo “accordo di pace” con i talebani fosse legittimo, ma non è mai stato legittimo.
I talebani hanno preso il sopravvento e vieteranno anche ogni arte. Spoglieranno i diritti delle donne e saremo spinte nell'ombra delle nostre case; le nostre voci e la nostra espressione sarà soffocata.
Non capisco questo mondo. Non capisco questo silenzio. Io combattero' per il mio paese, ma da sola non ce la faccio.
Ho bisogno di alleati/e.
Per favore aiutateci a far sì che questo mondo si preoccupi di quello che ci sta succedendo.
Siate le nostre voci fuori dall'Afghanistan. Probabilmente non avremo accesso a internet e a nessuno strumento di comunicazione.
Per favore per quanto potete condividete questo mesaaggio con i vostri media e scrivete continuamente di noi sui vostri social.
Il mondo non deve voltarci le spalle…aiutateci per favore.
Grazie mille.
Apprezzo così tanto il vostro cuore puro e vero".

Sahraa Karimi, صحرا كريمي”

Facciamo arrivare ovunque il suo messaggio!
Almeno questa è una delle cose che possiamo fare!!!

#vociitaliane ha detto...

Rita Dalla Chiesa: "Abbattuta la statua dei caduti di Nassiriya? Ricordo quando arrivarono a Roma avvolti nel tricolore, la camera ardente e il dolore delle loro famiglie. Un’altra ferita per tutti noi che abbiamo sofferto per il sacrificio dei nostri militari in missione di pace. Strano però… Proprio adesso…".

Da La Verità ha detto...

L'editorialista Pierluigi Battista: «La catastrofe afgana segna la fine di un'epoca: il mondo nato a Pearl Harbor muore a Kabul. La Nato non esiste più e anche l'Europa è uno zero. Per i nostri figli si prepara un secolo dominato da Pechino».

Anonimo ha detto...

Nelle calassi elementari e nelle medie, scuola pubblica italiana, eravamo separati bambine nelle loro aule, bambini nelle loro. In molte scuole private cattoliche fino a pochi anni fa si è mantenuta la divisione. Nella crescita fisica ed intellettuale di maschi e femmine è oggettiva la diversità. Mediamente alla precocità dello sviluppo fisico ed intellettuale delle femmine, corrisponde la lentezza dello sviluppo fisico ed intellettuale del maschio. L'intelligenza dei maschi e delle femmine è diversa e diversamente dovrebbe essere educata anche stando nella stessa aula. Questo è stato dimostrato anche quando bambini e bambine piccolissimi, di pochi mesi, vengono posti davanti a giochi diversi, tipicamente maschili e femminili, tra loro confusamente disposti, i maschi si dirigono verso i loro giochi, le femmine verso i loro.

Non dimentichiamo che noi fino a che siamo stati Cattolici eravamo rigorosi nei costumi e nella morale. Sul piano dei costumi e della morale, della cultura, della religione siamo regrediti. E di molto in conoscenza e profondità, questo soprattutto a livello di popolo, il che significa che la dissoluzione dall'alto ha permeato anche la base.

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente. Nella scuola elementare del mio paese, costruita in tempi migliori, sopra le porte dei due ingressi distinti si legge tuttora: sezione maschile, sezione femminile.
Di esclusivamente mio aggiungo che sulla situazione afghana vale la pena di leggere i post di Cesare Sacchetti su Telegram, i quali sono molto ben centrati.
Peraltro i Talebani hanno chiuso coi vaccini.

Anonimo ha detto...

Ora Kamala Harris dice le stesse cose di Donald Trump, con toni persino più ultimativi. Trump fu letteralmente massacrato e le sue posizioni sull’immigrazione hanno motivato l’astio di molti cattolici nei suoi confronti. Ora le sue idee vengono ricalcate dall’amministrazione Biden-Harris. Solo Enrico Letta ancora non ha capito che le politiche immigrazioniste in questa fase sono insostenibili da una popolazione stremata.

Anonimo ha detto...

Da fonti USA non pc, si evince che gli americani da più di 10 anni stavano facendo la mappatura satellitare ed aerea dei siti ritenuti adatti alla estrazione di minerali preziosi, terre rare ed altro, era quasi completa, stima calcolata per difetto, dei proventi, tra i 2 o 3 trilioni di $, ma è stata lasciata in mani non certo amiche, che sicuramente la passeranno in mani amiche di vaga colorazione gialla, per quel che riguarda l'oppio, non c'è alcun timore, nelle mani di capi tribù erano sia la coltivazione, in ben determinate aree, sia la vendita dei pani di oppio, che servono alle industrie farmaceutiche e ai signori della droga, fine della storia.

Anonimo ha detto...

COVID: ANCORA IN ATTESA DI RISPOSTE di ARMANDO SIRI (Lega)

Salgono i contagi tra i vaccinati.

Si accelera sulla terza dose.

Quindi anche i vaccinati (purtroppo) si ammalano e sono contagiosi.

Nell’ultimo mese sono finiti in ospedale 220 ultraottantenni non vaccinati e 294 vaccinati.

Ma davvero?

Non era una strampalata teoria propagandistica di no vax, negazionisti, complottisti, terrapiattisti, extraterrestri, comunisti, fascisti e qualche altro “isti” che chi più ne ha più ne metta?

Perché, se anche i vaccinati (purtroppo) possono essere contagiosi, viene loro concesso un Green Pass, negato invece a tutto il resto dei soggetti sani?

Perché, se l’OMS dice chiaramente che non debbono essere effettuati tamponi su soggetti sani, si continua ad insistere nel farli?

Perché, se il COVID si può curare nel 99% dei casi grazie alle terapie domiciliari precoci e anche grazie ai nuovi farmaci monoclonali, non si investe in una grande campagna di informazione sul tema, invece di insistere subdolamente nel costringere anche coloro che non vogliono a vaccinarsi a tutti i costi minacciandoli di sottrarre loro i Diritti Fondamentali, civili e sociali, tra cui il lavoro?

Perché vengono puntualmente omessi i dati e le informazioni relative alle reazioni avverse da vaccinazione?

Perché non si vuole dire che tutti coloro che finiscono in ospedale è perché vengono lasciati a casa senza cure adeguate per giorni e giorni?

Al Ministro della Salute Roberto Speranza sono state rivolte tutte queste domande attraverso gli Atti di Sindacato Ispettivo Parlamentare.

Dopo quasi un anno siamo ancora in attesa di risposte.

Anonimo ha detto...

Non grideremo allo scandalo se prima o poi dovesse accadere qualcosa di irreparabile.
Tira tira ogni corda si spezza.

Anonimo ha detto...

INTERESSANTE E SIMPATICA RIFLESSIONE DI UN VACCINATO
di Paolo Lunghi

È tutto molto curioso: Un Nobel per la medicina mette in guardia sui pericoli dei vaccini, mentre il presidente del circolo delle bocce tonde è certo della loro efficacia. Un altro Nobel per la medicina dice che i vaccini non sono testati per le possibili conseguenze a lungo termine, mentre il ciclogiornalio è completamente certo che a dieci o venti anni non creeranno nessun problema. Ancora un altro Nobel per la chimica dice che la composizione del vaccino potrebbe far sviluppare malattie, mentre il segretario locale della sezione di quartiere del gruppo pensionati in ciabatte è certo che non potrà mai sviluppare nessuna malattia. Il padre della tecnologia mRNA sostiene che la somministrazione ai bambini è pericolosa e non andrebbe fatta, mentre l’idraulico della Casa del Pipiccio è certo che vada somministrato anche ai neonati e alle seggiole. Il più grande virologo del mondo dice che con una pandemia in corso la soluzione non può essere la somministrazione di vaccini, mentre il televirologo a busta paga di un’azienda farmaceutica dice che la soluzione è vaccinare tutti indistintamente sempre e comunque. Il massimo esponete dei medici dice che il green pass al fine dei contagi è un provvedimento inutile, mentre il segretario della sezione della marmellata di fichi lessi dice che il vaccino è la soluzione a tutti i problemi della galassia. Il Consiglio d’Europa dice che non si può obbligare nessuno a vaccinarsi e chi non vuol farlo va tutelato e non discriminato, mentre il Consiglio dei politicamente corretti dice che chi non si vaccina va chiuso in casa come un sorcio. Poi, chi ha provato a pensare a soluzioni alternative al vaccino è stato trovato morto. Ribadisco che io sono vaccinato, e non sono contro ai vaccini, ma secondo voi sarà il caso di rifletterci su questo oppure no, va tutto bene così?

Anonimo ha detto...

Islamici di sinistra?
Nel senso che vogliono il ddl Zan, l' utero in affitto, l' indottrinamento gender fluid a scuola e in tv e gli Stati uniti d' Europa? No. I musulmani in Italia si servono della sinistra. I sinistri sono gli utili idioti delle comunità musulmane per l' approvazione dello ius soli, la costruzione di nuove moschee ed altro.

Anonimo ha detto...

Mentre l'Europa e la sinistra italiana, parlano ancora di accoglienza senza restrizioni degli afgani, in Francia sono già state attuate misure di sorveglianza su 5 afgani arrivati nel territorio francese, per pericolo terrorismo.
L'Europa dei gessetti colorati, continua a non voler vedere i pericoli del terrorismo islamista, derivanti da un'accoglienza senza controlli e restrizioni.

Anonimo ha detto...

“Tutti i cittadini devono pregare cinque volte al giorno. Se durante l’ora della preghiera verrete sorpresi in altre attività, sarete bastonati. Tutti gli uomini devono portare la barba. La lunghezza prescritta è di almeno un palmo sotto il mento. Se non vi conformerete a questa disposizione, sarete bastonati.
Tutti i ragazzi devono portare il turbante. Gli scolari delle scuole elementari porteranno il turbante nero, quelli delle scuole superiori bianco. Tutti gli studenti devono indossare abiti islamici. Le camicie devono essere abbottonate sino al collo.
È proibito cantare. È proibito danzare. È proibito giocare a carte, giocare a scacchi, giocare d’azzardo e far volare gli aquiloni. È proibito scrivere libri, guardare film e dipingere. Se tenete in casa dei parrocchetti, sarete bastonati e i vostri uccelli verranno uccisi.
Se rubate, vi sarà tagliata la mano al polso. Se tornate a rubare vi sarà tagliato il piede. Se non siete musulmani, non dovete praticare la vostra religione in luoghi dove potete essere visti da musulmani.
Se disubbidite, sarete bastonati e imprigionati. Se verrete sorpresi a convertire un musulmano alla vostra fede, sarete giustiziati.
Donne, attenzione: dovete stare dentro casa a qualsiasi ora del giorno. Non è decoroso per una donna vagare oziosamente per le strade. Se uscite, dovete essere accompagnate da un mahram, un parente di sesso maschile.
La donna che verrà sorpresa da sola per la strada sarà bastonata e rispedita a casa. Non dovete mostrare il volto in nessuna circostanza. Quando uscite, dovete indossare il burqa. Altrimenti verrete duramente percosse. Sono proibiti i cosmetici. Sono proibiti i gioielli.
Non dovete indossare abiti attraenti. Non dovete parlare se non per rispondere. Non dovete guardare negli occhi gli uomini. Non dovete ridere in pubblico. In caso contrario verrete bastonate.
I colori del giorno lentamente si sciolsero nel grigio e le cime delle montagne lontane divennero sagome confuse di giganti accovacciati.”
(Khaled Hosseini)

Anonimo ha detto...


Due giorni fa ho letto questi commenti di Mosca sulla situazione afgana, fonte: Reuters.

Putin : La colpa della crisi è degli Americani. In Russia non vogliamo profughi afgani,
non vogliamo terroristi travestiti da profughi.
I Talebani (ministro degli esteri russo) si stanno comportando correttamente, stanno rispettando gli accordi, hanno concesso l'amnistia promessa.

Anonimo ha detto...

Sostenere donne e bambini che scappano dal regime talebano è giusto ma servono accurati controlli sugli uomini. C’erano sei persone ritenute una minaccia per il Regno Unito tra coloro che volevano lasciare Kabul: i sei erano sulla lista britannica no fly. Le autorità francesi hanno posto sotto sorveglianza un afghano evacuato dal Paese dopo la presa del potere da parte dei talebani per i suoi presunti legami proprio con gli studenti coranici.

Anonimo ha detto...

A Talebania il covid non esiste.

Emirato Islamico di Afghanistan ha detto...

“Le donne potranno studiare e lavorare, sottostando alla legge islamica.” Cioè annullandosi.

Nel frattempo il portavoce dei talebani ha esortato le donne a restare in casa perché i Mujahideen non sono stati addestrati a rispettarle.
Ci vorranno altri 1400 anni.

Ma sono cambiati.

mic ha detto...

https://www.alexandredelvalle.com/single-post/afghanistan-les-grands-perdants-sont-les-minorit%C3%A9s-religieuses-et-ethniques-non-pachtounes

«Afghanistan: i grandi perdenti sono le minoranze religiose e etniche non-pashtun»
FIGAROVOX/intervista - per quanto paradossale sia questa constatazione, una parte notevole di Afghani si adatta talebani, o li appoggia, spiega il geopolitologo Alexandre del Valle.

Anonimo ha detto...

Riteniamo ridicola la condanna da parte talebana degli attentati odierni: I prigionieri dell'ISIS non sono fuggiti dalle prigioni Afghane, sono stati rilasciati dai talebani.
Restano quindi aperte le ragioni e le interpretazioni degli attacchi terroristici contro l'aeroporto.

Anonimo ha detto...

GATE CLOSED (Cosa ci lasciamo dietro)
Adesso il ponte aereo è come un ponte di Mostar spezzato, un moncone di qua, l'altro di là. Provo, come mi pare succeda a tanti, una specie di senso di inadeguatezza. Non di colpa, perché non siamo stati noi a gonfiare il mare. Ma di impotenza, davanti alle invocazioni di aiuto: non sappiamo nuotare, non abbiamo accanto un salvagente, e siamo imbarazzati anche solo nel registrare le richieste di aiuto, e peggio ancora a divulgare le immagini della disperazione. So che ci sono stati militari, diplomatici, ong italiane e semplici persone qualunque che sono state straordinarie, in questi giorni, ma per scansare il senso di colpa – che a tanti piace, è una specie di dieta dell’ego, ma alla fine diventa un disturbo alimentare – bisogna provare a capire. Quello che si è consumato in questi giorni è stato l’atto finale di un ventennio. Nelle prime ore qualcuno, timidamente, ha provato a paragonare le immagini di questi giorni alle immagini della fuga da Saigon. No, è stato molto peggio. Anche perché là e allora si chiudeva una guerra sbagliata, qui e adesso si chiude una pace fallita. Cosa ci lasciamo alle spalle ? Gli americani altri propri morti, e una montagna di armi. Noi italiani il ricordo di più di cinquanta vittime, e il silenzioso orgoglio di aver combattuto e costruito, senza fare vittime civili. Tutti insieme ci lasciamo alle spalle duecentomila persone che non abbiamo tirato fuori dall’inferno, gate closed. E milioni di afghani che non hanno collaborato, che sono esperti di semplice sopravvivenza, chiunque governi. Bisognerà evitare di dimenticarli, e aiutarli come si può. Qualunque cosa accada, una volta che hai provato la libertà, fosse pure solo la libertà di ascoltare musica e di chiacchierare con una compagna di scuola a ricreazione, fosse pure solo la libertà di passare il tempo sul telefonino, o di fare shopping o di guardarti allo specchio senza paura prima di uscire, queste briciole di povera libertà che ci lasciamo alle spalle hanno un potere immenso, che nessun velo, nessuna legge, niente può cancellare dai cuori delle persone. Sono briciole, tra le macerie dei nostri sbagli, delle illusioni, dei voltaspalle. Ma sono briciole di un pane che invecchia, difficile da sgretolare. Adesso che mi rimetto in viaggio e avrò meno tempo di scrivere, mi porto dietro vecchie fotografie, e una semplice domanda. Che fine avrà fatto il vecchio Aga, il mago degli aquiloni ? Avrà cercato di partire ? E se lo avesse fatto, che vita sarebbe stata quella di un costruttore di aquiloni arenato in Europa ? E che gli succederà ora, in quella casetta alla periferia estrema di Kabul ? Sono domande quasi frivole, lo so. Come quelle che mi ponevo ieri, nelle ore dell'attentato, chiedendomi se fossero stati coinvolti quelli della ong che protegge gli animali, dieci ore sotto il sole in due camion con 94 cani e 79 gatti, per cercare di arrivare in aeroporto. Ce l'hanno fatta ? Certe domande, quando le cose vanno così, sono un lusso che non ti puoi permettere. L'acqua di quel canale dell'attentato ai cancelli, che veniva chiamato dirty river, il Fiume Sporco, erano arrossate, ieri.
(Toni Capuozzo)

Anonimo ha detto...

Si, siamo bravi e abbiamo un cuore grande, ma è doveroso auspicare che in Occidente ci siano altri Paesi con la medesima generosità e disponibilità; se così non sarà gli italiani, in Italia, prima o poi soccomberanno per la numerosa presenza di migranti e profughi portatori di differenze abissali in ordine a cultura sociale e religiosa.
La situazione è molto delicata e non è affatto sicuro che l'attuale regime sia in grado di gestire questa complicata realtà.
Lo stato di perenne emergenza per calamità naturali e sanitarie, oltre che per la massiccia immigrazione che da anni mette a dura prova le risorse disponibili, comincia ad essere intollerabile.

Anonimo ha detto...

“Per loro siamo solo terra di conquista". Secondo Alexandre Del Valle, uno dei massimi esperti francesi di islamismo, autore di un nuovo libro con l'ex presidente della Sorbona. “Kabul li eccita come la caduta di un impero, come la presa di Bisanzio. Il vuoto spirituale e l'odio di sè dell'Occidente sono il nostro assegno in bianco agli islamisti. Riconciliamoci con le nostre radici giudeo-cristiane e greco-latine o l'Europa sarà spazzata via..."

Anonimo ha detto...

Ma se noi fossimo minoranza in un Paese dove viene applicata la sharia, come, o meglio dove, finiremmo?
Parlerebbero di accoglierci, costruire chiese, rappresentarci nel governo nazionale?
E'giusto accettare e mettere sullo stesso piano delle altre una religione che discrimina in base a fedeli e infedeli definiti "cani ipocriti" da annientare?

Anonimo ha detto...

(Adriano Cagliani) Le righe che seguono sono il frutto delle riflessioni di chi, per diversi mesi, ha vissuto dall’interno la missione ISAF (International Security Assistance Force) in Afghanistan da una posizione prossima ai comandi di vertice, e che quindi gli hanno consentito una visione da posizione privilegiata di ciò che in questi anni ha vissuto il Paese Centroasiatico....

http://ardisco.blog/2021/08/29/cosa-significa-afghanistan/

Anonimo ha detto...

La sharia è già da tempo in Europa: impariamo a combatterla qui prima che a Kabul

Anonimo ha detto...

Su @atlanticomag il monito del professor Marsonet: altro che Islam “moderato”. La sharia è già qui, e da tempo…
http://www.atlanticoquotidiano.it/quotidiano/la-sharia-e-gia-da-tempo-in-europa-impariamo-a-combatterla-qui-prima-che-a-kabul/

Anonimo ha detto...

"Ho dovuto incontrare l'Islam per capire il pericolo che corre la nostra cultura". Lettere, libri e interviste, in una nuova raccolta curata dalla moglie le profezie (con 50 anni di anticipo) del fondatore dell’antropologia, "l'ultimo dei giganti" Claude Lévi-Strauss. Multiculturalismo, frontiere aperte e fusione dell'umanità? "Un suicidio..."