Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 16 giugno 2024

Elezioni europee. Un nuovo “ciclo eroico”?

Qui l'indice dei precedenti.
Un nuovo “ciclo eroico”?
di Julio Loredo

Le elezioni europee dello scorso weekend hanno provocato un vero e proprio terremoto, al punto che il Corriere della Sera ha titolato in prima pagina: “Una nuova Europa”. Pur ammettendo una certa licenza giornalistica, ritengo che il noto quotidiano milanese abbia afferrato il punto centrale: le elezioni hanno ridisegnato il quadro politico, e quindi ideologico, del Vecchio Continente. E tutte le forze in gioco vi si dovranno adeguare, pena l’irrilevanza politica.

Per un analista mediatamente avveduto un tale risultato non arriva a sorpresa. Anzi, più che un fulmine in ciel sereno, il recente terremoto europeo è in realtà l’ultimo tassello di un processo di polarizzazione ideologica già visibile da qualche anno, e sul quale abbiamo più volte parlato.

Se analizziamo questo terremoto assieme ad altri sismi, grandi e piccoli, che si stanno succedendo un po’ ovunque, non possiamo sfuggire all’impressione che stiamo entrando in una nuova fase storica, uno di quei cicli che Plinio Corrêa de Oliveira chiamava “eroico”, in cui crescenti settori dell’opinione pubblica, sconcertati dallo sfaldamento di ogni cosa sotto la pressione di una sinistra sempre più radicale, cominciano a domandarsi se non abbiamo sbagliato strada abbassando la guardia e se, invece, un ritorno a certi valori e a certi atteggiamenti più “forti” non sarebbe la soluzione per evitare la catastrofe.

Un editorialista italiano ha proposto una metafora calcistica: mentre le tribune laterali dello stadio si svuotano, le curve si riempiono di ultrà sempre più bellicosi.

Dopo la fase melodrammaticamente “eroica” delle dittature nazi-fasciste, dopo l’orgia di sangue e di devastazione della Seconda guerra mondiale, il mondo era entrato in una fase di “moderatismo” ottimista, sotto l’insegna dell’americanismo hollywoodiano. Nemmeno la Guerra Fredda è riuscita a distogliere l’Occidente da tale ottimismo buonista.

Bisogna dire che questo buonismo colpiva in modo preponderante i conservatori e i tradizionalisti. Da parte sua, proprio in questo periodo di apparente moderatismo, la sinistra portò avanti, imperterrita, la più vasta rivoluzione morale, culturale e sociale di tutti i tempi. Con poche eccezioni, davanti a sé trovò appena muri di cartapesta, appunto i buonisti.

Una prima avvisaglia che qualcosa stesse cambiando fu l’elezione di Margaret Thatcher come Primo ministro della Gran Bretagna, nel 1979, seguita da quella di Ronald Reagan come presidente degli Stati Uniti, nel 1980. Rappresentanti di un nuovo spirito, a entrambi successero tuttavia personaggi di nuovo grigi e “moderati”: John Major e George H. Bush.

Poi venne l’11 settembre 2001. “Contemplando il crollo di quelle torri ho visto crollare il mio mondo” – disse un noto imprenditore italiano. Lo shock provocato dal codardo attacco terrorista, mentre metteva a nudo la debolezza dell’Occidente liberale e democratico, mandava in frantumi lo spirito spensierato e pacifista fino ad allora egemone. Per noi europei, un altro spartiacque è la crisi migratoria.  Ci siamo ritrovati sguarniti di fronte a popoli determinati a invaderci ad ogni costo, stravolgendo la nostra cultura, le nostre istituzioni, la nostra Fede. Le politiche di accoglienza indiscriminata messe in atto dalla sinistra stanno dimostrando tutta la loro pericolosità. E molti cominciano a reagire.

Dobbiamo anche mettere sul conto la crescente reazione all’agenda “verde”, che sempre più si sta dimostrando un’utopia dannosa. Dalla proibizione di macchine a motore endotermico entro il 2035, alla stupidissima imposizione dei tappi plastici legati per le bottiglie d’acqua, gli europei mostrano una crescente insofferenza con i deliri ecologisti di Bruxelles.

In campo morale, l’imposizione in modo sempre più strafottente e radicale dell’agenda LGBT e, più di recente, perfino del transgenderismo, ha risvegliato i conservatori, finalmente convinti della futilità di ogni dialogo e di ogni compromesso con questa gente. Cresce, dunque, il fronte di coloro che, non accettando più nessuna concessione, vogliono ad ogni costo preservare la morale naturale e cristiana. Aumenta il numero di persone che esclama: “Non riconosco più il mio Paese!”. Di conseguenza, aumenta anche la voglia di difendere le sue radici, la sua cultura, la sua storia, la sua Fede.

In campo ecclesiastico, il pontificato di Papa Francesco ha segnato un’accelerazione fino all’inimmaginabile della distruzione di certi fondamenti della Fede e della Morale, portando al consolidamento di una reazione in linea con l’ortodossia tradizionale con un’ampiezza mai vista prima. Anche nella Chiesa cresce il settore “eroico”. Un esempio è la Messa tradizionale. Nonostante gli ingenti sforzi per cancellarla, per esempio col motu proprio Traditionis custodes, la Santa Messa in rito antico si diffonde dappertutto, soprattutto fra i giovani.

Più recentemente, la dichiarazione Fiducia Supplicans, che autorizza la benedizione sacerdotale alle coppie irregolari e omosessuali, ha provocato una tale reazione, che il cardinale Jean Claude Hollerich, Relatore generale del Sinodo, ha dovuto avvertire sulla possibilità che essa diventi ingestibile se si va avanti con l’ordinazione diaconale delle donne: “Credo che scoppierebbe una tempesta se si introducesse il sacerdozio femminile (…) In quel caso, il Vaticano dovrebbe fare marcia indietro. Dobbiamo stare molto attenti a non scatenare un enorme contrattacco”.

Ed ecco che, dando corpo a questi profondi mutamenti nell’opinione pubblica, un po’ ovunque si stanno affermando realtà politiche che i mezzi di comunicazione non esitano nel qualificare con sdegno come “estrema destra”, e addirittura “ultra destra”. Perché mai non usano la stessa qualifica – che, tutto sommato, descrive appena la relativa posizione sullo spettro politico – per riferirsi all’altro estremo, cioè alla sinistra? Hanno addirittura coniato un nuovo epiteto, tanto altisonante quanto privo di contenuto: “destra xenofoba”. Sembra proprio che “fascista” non basti più. Questi mezzi dovranno adesso fare i conti col fatto che la tanto biasimata “ultra-destra” è ormai la prima forza politica in alcuni Paesi del continente.

Allargando lo sguardo al panorama mondiale, ecco l’accesa di Donald Trump. Nonostante una surreale campagna pubblicitaria demolitrice, tutto indica che si riprenderà la Casa Bianca nelle prossime elezioni. Il tycoon di New York, però, è appena la punta dell’iceberg di un profondo mutamento nell’opinione pubblica americana, visibile, per esempio, nel dibattito accademico, dove sempre più intellettuali stanno questionando le fondamenta liberali del sistema americano. Visibile anche nel clero cattolico più giovane, dove, secondo gli ultimi sondaggi, nessuno più si qualifica come “molto progressista”, mentre ben l’85% si ritiene “conservatore” o “molto conservatore” .

Il fenomeno è visibile anche in Russia. Dopo la fase “eroica” staliniana, alla quale era subentrata quella “moderata” che raggiunse l’auge con Boris Eltsin, ecco che anche i russi si destano e sostengono la permanenza al potere di un “uomo forte”: Vladimir Putin. Personaggio di tale souplesse politica che, facendo propria l’eredità sovietica di Stalin, riesce tuttavia a presentarsi come modello per una parte della destra occidentale.

Sarebbe semplicistico, e dunque fuorviante, mettere nello stesso sacco tutte queste realtà. Tuttavia, le accomuna il fatto che, ognuna a modo suo, in grado diverso e con diverso contenuto di autenticità, danno voce e corpo ai profondi mutamenti nell’opinione pubblica, che dalla fase “moderata” sta passando a quella “eroica”.

Si tratta di un fenomeno positivo o negativo? Dal punto di vista della Contro-Rivoluzione, siamo di fronte a un fenomeno ovviamente positivo, almeno nelle sue radici e nei suoi indirizzi generali. Un fenomeno che può presagire cose ancor migliori, soprattutto se le anime si decideranno ad accogliere la grazia divina che, in ogni momento storico, irrora e favorisce ogni movimento verso il bene.

Se, invece, passiamo in rivista alcune delle realtà che lo stanno cavalcando, raccogliendone i frutti, il giudizio diventa più sfumato. A fianco a realtà di innegabile autenticità e vigore, vediamo altre che si definiscono “nazionaliste”, “identitarie” o “populiste”. Talune hanno evidenti tratti di ciò che Plinio Corrêa de Oliveira chiamava “false destre”.

E anche nella Chiesa, a fianco a realtà validissime e perfettamente consoni con la Tradizione, vediamo in alcuni fedeli una sorta di smarrimento spirituale e mentale che li porta ad abbracciare teorie strane e a seguire leader discutibili. Anche qui, in un certo senso, siamo di fronte a “false destre” ecclesiastiche.

Dov’è la Chiesa? Dove sono i pastori che, leggendo correttamente i “segni dei tempi”, tentano di intercettare questo massiccio spostamento nell’opinione pubblica occidentale, strappandolo dalle mani di eventuali false destre per condurlo invece sulle vie di Nostro Signore Gesù Cristo? È triste dirlo ma, con pochissime e onorevoli eccezioni, non solo non scendono in campo per intercettare il fenomeno ma, dove possono, lo ostacolano, lo bersagliano, cercano ad ogni costo di bloccarlo.

Certo, questo fenomeno manda in frantumi parecchi aspetti di ciò che si è convenuto chiamare lo “spirito del Concilio”. Ma l’essenza del Concilio non era precisamente mettersi in ascolto della coscienza della gente per stabilire un nuovo rapporto col mondo? All’epoca del Concilio, il mondo stava toccando lo zenit del vecchio paradigma. Oggi sta sorgendo un nuovo paradigma, assai diverso. Sapranno gli eredi del Concilio cogliere questo nuovo spirito? È una delle incognite dell’ora attuale.

Anche dall’altra parte, però, vi sono dei rischi.

Come descritto da Plinio Corrêa de Oliveira, la rapida alternanza dei cicli è tipica dell’uomo squilibrato. Dal nazismo si è passato all’hollywoodismo. Nelle attuali circostanze c’è il rischio che, entusiasmati con le prospettive apertesi dallo spostamento dell’opinione pubblica a destra, alcuni perdano di vista lo scopo ultimo di ogni sana reazione: portare le anime alla conversione e verso l’integrale restaurazione della Chiesa stessa e della Civiltà cristiana. - Fonte

19 commenti:

Anonimo ha detto...

Questa panoramica trascura di segnalare lo scadimento morale e culturale in cui l'Occidente è  caduto. Scadimento che in parte si riflette e contamina anche il resto del mondo, per il momento in maniera ancora non così  grave come qui da noi.

Personalmente ritengo che ogni vita, in ogni parte del mondo, dovrebbe essere eroica, di generazione in generazione, sempre. L'eroismo dovrebbe essere insegnato dalla culla, rispettando lo specifico di ogni età, curando la crescita spirituale, sentimentale, volitiva, culturale, fisica di ogni nuovo nato. Il che è un gran lavoro. Dimenticato e delegato a chi capita, capita. La delega universale dei nuovi nati umani è  alla radice dell'uomo vuoto contemporaneo. Oggi erezione e tecnica surclassano ogni altra attività ottundendo ogni  potenza umana che potrebbe dar contenuto e forma all'eroe. Allora diamoci da fare per chiarirci chi è  il vero eroe e come si possa educarlo affinché tale diventi nel contesto in cui il Cielo lo ha posto.
m.a.

Anonimo ha detto...


L'uso delle categorie del dr. Plinio (eroico, moderato, falsa destra) non può esser dato per scontato.
Se ne dovrebbe a sua volta dimostrare la validità.
La visione della storia del dr. Plinio è manichea. Egli la fonda sull'antitesi Rivoluzione-Controrivoluzione, schema inventato dai Giacobini stessi. Chi criticava i Giacobini era "controrivoluzionario".
Il suo del dr. Plinio si presenta come un giacobinismo di segno rovesciato.
Politicus

Se il sale perde il suo sapore... ha detto...

Condivido senz'altro le osservazioni dell'autore sul moderatismo e il buonismo ossia il tradimento dei valori tradizionali - in nome dell'entrismo - operato dalla destra; in Italia, il caso tipico è quello del tradimento di Fiuggi, quando il MSI-DN divenne AN. Una specie di Concilio Vaticano II laico. Mi onoro, insieme ai miei genitori, di non avere mai aderito ai due tradimenti: religioso e civile. Le sinistre sono rimaste fedeli ai loro ideali e ai loro programmi e sono riuscite ad attuarli a meraviglia, massimamente per quanto riguarda la scuola. Purtroppo, la situazione attuale mi sembra sempre la stessa di prima, con l'aggravante che ora molti giovani sono colpiti da tumori, come leggevo poco fa in rete sui canali dei globalisti. Grazie all'articolo di Julio Loredo, ho scoperto da dove proviene l'idea cretina dei tappi delle bottiglie attaccati. Sono talmente fastidiosi che io li strappo con vigore ogni volta!

mic ha detto...

Questa del G7 in Salento, straniante atmosfera e surreale, tra l'apparente banalità, aveva tutto il sentore macabro e patetico della scissione dal mondo, dell'ultima resistenza dei titani, e del finale cedimento all'obnubilamento e alla follia, al gesto fatale che propizia la bella e inutile morte.
Paradossalmente in quella assise di svaniti ed ebbri l'unica che è parsa mantenersi vigile e ancora dentro il reale è proprio l'Italia, e la sua premier.

A Brindisi, che è stata capitale d'Italia alla caduta del vecchio mondo nel 1943, e giusto il tempo perché tutto venisse distrutto prima della riedificazione, in quella antica Città romanissima che fu porto di tutti gli imperatori d'Occidente e d'Oriente, lì (qui) sono stati avvolti dallo stesso vento malato i signori dei mondi passati: Brindisi è sempre l'ultima tappa, un attimo, che precede la grande caduta, la fine di un mondo e la nascita di un altro.
Cit. Antonio Margheriti

Anonimo ha detto...

Beh, qualche decennio fa, la società era messa molto peggio di adesso. Chi pensa che quello che c’è oggi sia uno scadimento dei valori, dovrebbe guardare un po’ alla condizione della donna, al razzismo istituzionalizzato, all’analfabetismo imperante, alla mortalità infantile altissima, al lavoro minorile…c’è da continuare?
Guarda che non esiste solo la “messa in latino”.

Anonimo ha detto...

Non bisogna cantare vittoria troppo presto loro non cederanno il potere tanto facilmente, anche se i giornaloni internazionali qualche crepa la ammettono, 6 lame ducks titolavano i giornali in inglese, sei anatre zoppe, solo la leader italiana, anche se non si può definirla cigno, si salva, piaccia o no ai trinariciuti dei nostri media, intanto in Belgio hanno vinto i partiti islamici, quindi.......alla prossima puntata.

Anonimo ha detto...


"La società era messa molto peggio di adesso.."

Ma lei Anonimo in che mondo vive? Non vede che la denatalità sta condannando il popolo italiano (ma anche gli altri) all'estinzione mentre per la punizione di tutti i peccati che la causano (abortismo, rivoluzione sessuale, distruzione della famiglia etc) lo stesso popolo sta subendo un'invasione maomettana afro-asiatica che sembra inarrestabile, con i governi e la mentalità attuali?
Sveglia !!

Laurentius ha detto...

Boris Karpov Chronique de Russie Telegram

Une liste des pays qui ont soutenu la déclaration sur l'Ukraine en Suisse à été publiée.

Les signataires comprennent la Hongrie, la Turquie et la Serbie. De bons amis de la Russie comme on voit...

L'Arménie, le Brésil, l'Inde, l'Arabie saoudite, la Slovaquie, l'Afrique du Sud et les Émirats arabes unis ont refusé de signer la déclaration finale de la conférence sur l'Ukraine en Suisse.

"Si la Fédération de Russie n'accepte pas les conditions de l'Ukraine nous la forceront à se rendre". Premier ministre Italie Meloni.

Anonimo ha detto...

... la mortalità infantile altissima...

Lo sai che attualmente i casi di tumori nei giovani sono in forte aumento? Lo rendono noto i siti del Sistema, quelli di cui tu sei perdutamente innamorato.

Laurentius ha detto...

Non cederanno mai. Certamente noi non vedremo mai la sconfitta dei padroni del mondo. Aspettiamoci di tutto: elezioni truccate, pistolettate, guerre senza fine, aerei misteriosamente precipitati, e così via. E se alle loro imprese aggiungiamo lo squallore e l'abbruttimento imperanti, c'è poco da star lieti. Due secoli orsono, Giacomo Leopardi faceva notare nei suoi "Pensieri" agli entusiasti del progresso e dell'industria come insieme a progresso e industria fiorissero anche "bassezza dell'animo", "freddezza", "egoismo", "avarizia", "falsità", "perfidia mercantile". Ora, codeste brutture sono diventate virtù. Di conseguenza, è vano aspettarsi qualcosa di buono, soprattutto infilando una scheda in un'urna elettorale.

Anonimo ha detto...

Qualche decennio fa la società era messa molto peggio di adesso per certi versi ma molto meglio per altri.Quella di oggi ha avuto uno scadimento dei valori immenso,quasi irreversibile .Voler guardare il passato con il senno del poi è un errore in cui cadono molti storici quando raccontando la storia non considerano le premesse che portarono a quegli eventi . Lo sviluppo tecnologico, dopo la seconda guerra mondiale, ha portato ad un benessere diffuso inimmaginabile agli albori del secolo scorso.Del lavoro manuale ,una vera maledizione per i braccianti adesso se ne occupano le macchine con risultati molto positivi economicamente e socialmente.La condizione della donna è migliorata perchè adesso una donna può fare esattamente lo stesso lavoro di un uomo e ha diritto allo stesso salario.Chiaramente una volta non era così ed i salari delle donne erano molto inferiori.Non c'era la televisione come adesso ed i giovanotti che andavano nei paesi vicini a corteggiare le ragazze venivano guardati con una certa diffidenza e spesso ci scappavano le scazzottate e non solo....Immaginarsi cosa succedeva quando si parlava di gente di un altro stato o addirittura un altro continente.Non era razzismo ma ignoranza e timore :mamma li turchi aveva un fondamento storico reale ,era un pericolo gravissimo durato centinaia di anniRiguardo all'istruzione ce n'era molta di meno di adesso perchè la gran parte della popolazione doveva lavorare per vivere .Mio padre per esempio aveva fatto la terza elementare ,poi andò a lavorare in campagna,prese il diploma di quinta elementare e si irrobustì durante il servizio militare in colonia.Non per questo era uno sprovveduto,anzi....Riguardo al lavoro minorile tutti i bambini eccetto i ricchi ed i malati durante l'estate andavano a lavorare .Chi in campagna,chi al calzolaio,chi al falegname ,chi al muratore,chi al barbiere tutti dovevano fare qualcosa. Prendevano poche lire ma imparavano i primi rudimenti di un mestiere che nel tempo spesso diventava un bel mestiere che procurava da vivere a tutta una famiglia .Era una società povera , un pochettino violenta e spesso ingiusta ,frutto di quei tempi dove c'era l'informazione e la mistificazione che c'è adesso.La messa in latino la seguivano quasi tutti in paese con grande partecipazione ed il parroco era una celebrità. Adesso invece?Baby gang che imperversano in tutta Italia spesso costituite da figli di stranieri o minori non accompagnati delinquenti della peggior specie comunque .Donne ammazzate dai loro compagni ,non più mariti.Aborto considerato un diritto e non una tristissima necessità.Depravazioni sessuali alla portata di bimbetti delle medie.Il Vaticano che accoglie comici , e politici abortisti e cialtroni di tutte le risme.....Si stava meglio quando si stava peggio?Spesso ci penso ma onestamente non saprei cosa rispondere .

Anonimo ha detto...


Se davvero Meloni ha fatto quella dichiarazione vuol dire che il cosiddetto "successo" del momento sulla scena internazionale (una realtà del tutto effimera) le sta dando alla testa.
L'impressione è anche che non capisca nulla di problemi militari.

Ecco come vanno le cose... ha detto...

Il Secolo d'Italia - 16 giugno 2024

"Il Quirinale ordì una manovra per far cadere Berlusconi" : clamorosa rivelazione del cardinale Ruini su Scalfaro

Anonimo ha detto...


Si stava meglio quando si stava peggio? Questo slogan diventò improvvisamente popolare negli anni Ottanta quando sui media qualcuno cominciò a rivalutare i tempi del fascismo. Tra gli altri, a sorpresa, Alberto Sordi, il famoso attore romano. Non ne faceva una questione di ideologie. Ma si ricordava che lui ragazzo viveva in un Paese rispettato, ben organizzato, dove valeva il principio d'autorità, nel modo giusto, anche in famiglia. L'Italia era forte e rispettata, all'interno c'era ordine e disciplina e senza bisogno di ricorrere alle maniere forti. Naturalmente, subì attacchi selvaggi, ragion per cui fece in parte macchina indietro, elogiando l'antifascismo, insomma tirando fuori la solita retorica "democratica". Ma si capiva che il suo vero pensiero era quello iniziale.
Ma in cosa sarebbe "il meglio" di oggi, a parte certi vantaggi materiali? Pensiamo a quello che è diventata la donna: un mostro, psicologicamente parlando: pretende di avere il diritto di abortire, di praticare la rivoluzione sessuale (grazie alla chimica), non vuole sposarsi, non vuole avere figli, accetta tutte le deviazioni sessuali e non - e crede di essere uguale se non superiore all'uomo. Peggio di così...I risultati li vediamo...
Le donne del passato erano ancora vere donne ed erano rispettate.
Molto dipendeva dall'educazione cattolica che le ragazze ricevevano, sin dalla famiglia e dalla scuola. Il fascismo inquadrò anche le ragazze nelle sue organizzazioni paramilitari (comunque di tipo leggero), ma in queste organizzazioni introdusse anche i cappellani, che partecipavano sempre ai campeggi, ed erano quindi presenti innanzitutto cone la S. Messa al Campo, istruzione religiosa etc.
Il crollo è cominciato con il Vaticano II, passando la Chiesa dalla conversione al dialogo col mondo (una forma indubbia di apostasia). E difatti nei testi del Concilio comparvero le prime aperture al femminismo, all'educazione sessuale, per la gioia dei teologi progressisti, i quali imitavano "il mondo" anche sul piano esistenziale.
Nella storia non si torna mai indietro. Però è necessario o no prender coscienza della situazione, per cercare di migliorarla o comunque per capire in che mondo si vive? Come popolo e civiltà (noi e gli altri) siamo in una situazione di grave decomposizione morale.
Z.

Anonimo ha detto...

Il commento dell'anonimo delle 17:42 è un affresco reale e veritiero, molto sincero, della società passata e di quella odierna.
Scelgo senza dubbio alcuno quella passata, in cui c'era più povertà ma non miseria (sono due cose diverse), quella miseria soprattutto spirituale che contraddistingue la nostra epoca.
La scelgo non solo per nostalgia (del passato sì ricordano sempre le cose migliori), la scelgo prima di tutto per quel profondo senso della vita che era molto diffuso, e soprattutto tra i ceti più poveri, e che oggi si è perso. E si è perso perché si è persa in gran parte la fede, quella sana semplice e solida fede cristiana che dava un senso a tutto, anche alla morte.
Il mondo attuale ha un terribile bisogno di bellezza, perché la sua cifra è il brutto, a tutte le dimensioni. Ma la bellezza richiede anzitutto capacità di alzare lo sguardo e contemplare assorti il cielo, staccando gli occhi dallo smartphone. Ecco, direi che se tornassimo con un po' di fede a pensare l'infinito avremmo già fatto qualcosa di grande per noi stessi e per la società.

&&&

Anonimo ha detto...


Le dichiarazioni di Meloni sull'Ucraina

Il testo riportato in sintesi su Il Sole24Ore è assai più prudente, parla soprattutto della necessità di salvaguardare l'integrità territoriale dell'Ucraina.

Anonimo ha detto...

Passato migliore del presente, direi di sì ( i vizi individuali che rendevano pesante il passato, sono peggiorati oggi, nell'egoismo assoluto), d'altra parte : sarà come ai tempi di Noè, sarà come ai tempi di Lot... cioè siamo al peggio del peggio come ai tempi del diluvio, com'erano Sodoma e Gomorra, come pure fu sempre per ogni civiltà giunta all'edonismo ed al proclama lgbtq+, siamo al crollo nel baratro in una discesa vertiginosa ormai, senza pudori. Si salvi chi puó se lo vuole per l'unica via dei comandamenti(10).

Anonimo ha detto...


"Brindisi che è stata la capitale d'Italia alla caduta del vecchio mondo nel 1943.."

Un'immagine del tutto retorica. Ma quale "capitale d'Italia"? L'Italia al momento non c'era più, occupata da formidabili eserciti stranieri nei cui confrnti al Nord e al Sud le autorità italiane si barcamenavano come potevano. Al Nord Mussolini riuscì comunque a costituire uno Stato, per quanto forzatamente satellite della Germania. Al Sud, comandava la Commissione di controllo alleata (inizialmente "dei territori occupati") che faceva quello che voleva. Dalla Sila gli inglesi portarono via interi boschi (tanto per fare un esempio). Ci imposero anche le famigerate Am-Lire, moneta d'occupazione senza copertura alcuna, che ci rovinò l'economia. Invece al Nord i fascisti riuscirono a mantenere la lira, dopo litigi feroci con i generali tedeschi che volevano imporre il marco d'occupazione. Di fronte all'opposizione durissima dei fascisti, Hitler cedette a favore della lira.
Il vecchio mondo era crollato? Mica tanto. Era ben rappresentato da due cariatidi come Vittorio Emanuele III e Badoglio, i responsabili del modo barbino e diciamo pure vile nel quale era stato condotto l'armistizio (resa incondizionata) dai nostri capi.
Ci hanno appiccicato l'etichetta di traditori ma si tratta di un falso del quale non riusciamo a liberarci. Il tradimento ci fu con le trattative segrete (finlandesi, romeni, ungheresi stavano facendo lo stesso per uscire dalla guerra) ma noi non passammo dall'altra parte, ci arrendemmo e basta.
L'aggressione tedesca nei nostri confronti fu feroce, giustificava la nostra dichiarazione di guerra alla Germania, che avvenne tuttavia ben un mese dopo, anche per le pressioni alleate. Ma diventammo "nemici cobelligeranti", mai alleati e quindi non passammo dall'altra parte. Lo stesso accadde con rumeni, finlandesi,bulgari (non riuscì invece agli ungheresi). Siamo rimasti nemici sino alla fine tant'è vero che nel 1947 ci imposero il durissimo Diktat, come si conveniva ad un paese sconfitto e da punire per aver osato sfidare le grandi potenze.
Le forze italiane di liberazione furono trattate sempre come truppe secondarie e male armate, gli Alleati le divisero in "gruppi di combattimento" separati tra loro, per evidenti motivi politici.

La colpa grave del Re e di Badoglio fu quella di aver lasciato l'esercito senza ordini, alla mercè di un nemico come quello tedesco, che già si stava preparando ad attaccarci. L'esercito italiano era sfinito, ma se ben guidato era ancora in grado di combattere una battaglia difensiva, almeno per qualche tempo. Ma bisognava parlare alla nazione, agire ad un certo punto allo scoperto nei confronti dei tedeschi. Invece l'armistizio fu un fulmine a ciel sereno, che facilitò l'impressione di tradimento e collusione col nemico, anche perché si taceva il fatto della resa incondizionata.
E l'armistizio ci fece uscire dalla guerra? Per niente, anzi per il modo in cui fu fatto contribuì all'origine della guerra civile.
Insomma, Brindisi, tetro fantasma di un disastro italiano, una delle grandi tragedie della nostra storia: la Guerra Gotica - le Guerre d'Italia - l'Apocalisse del 1943-45.

Nota: a Brindisi i ricostituiti partiti antifascisti, che fecero come prima cosa? Posero, in un momento come quello, la questione istituzionale, volevano cacciare il re per le sue passate collusioni col fascismo. Non bisognava fare fronte unico contro lo straniero occupante e sfruttatore, bisognava regolare subito i conti di vent'anni prima...Quando il governo si trasferì a SAalerno, i comunisti dissero che la questione istituzionale si sarebbe risolta dopo la guerra. Gli storici lodarono il realismo di Togliatti, ma più tardi si seppe che il mutamento di politica era stato imposto da Stalin, uomo crudelissimo ma che di politica ne capiva.
H.

Anonimo ha detto...


Ma quale "ciclo eroico"? Ci sono già le grandi manovre in corso per rimettere al suo posto l'immarcescibile Von der Leyden...