Qui l'indice degli articoli sulla guerra in Ucraina.
Il regime di Kiev:
menzogne, persecuzioni e terrorismo in odio alla Russia
Lo spettro della menzogna. Tutti, o quasi, i poteri statali, sovranazionali, finanziari, mediatici, lobbistici si sono coalizzati nel mantenere un regime basato sulle menzogne. Tra le altre, spicca quella che impone alle pubbliche opinioni la narrazione secondo cui sia stata la Russia a provocare la guerra con l’Ucraina e il cosiddetto Occidente, facendo datare la crisi a partire dal 24 febbraio 2022, giorno in cui le forze della Federazione Russa entrarono in Ucraina.
È una falsificazione, perché il conflitto armato iniziò ben prima, con il golpe di Maidan nel febbraio 2014, quando il legittimo presidente ucraino Viktor Janukovyč, moderatamente filorusso, venne defenestrato da un sanguinoso colpo di stato finanziato da agenzie statunitensi e da alcune organizzazioni non governative facenti parte della galassia eversiva di George Soros (se ne è vantato lo stesso “filantropo” in una intervista alla CNN).
Il nuovo governo filoccidentale, non legittimato da alcuna elezione, iniziò una feroce azione di repressione di tutte le espressioni politiche, mediatiche, civili e culturali, di quella parte dell’opinione pubblica russofona (il 40% della popolazione ucraina), russofila o semplicemente russa, come tutta la parte Est e Sud dell’Ucraina, la cosiddetta Novorossija, che comprende, tra altre regioni, Odessa, splendida città fondata nel 1795 da Caterina II ed edificata da architetti italiani, il Donbass (il Donetsk e il Lugansk), “cedute” all’Ucraina in periodo bolscevico, mentre la Crimea, liberata dai russi nel 1784 dal feroce dominio dei tartari musulmani venne “regalata” all’Ucraina da Krusciov.
Inoltre è incontrovertibile il mancato rispetto, da parte degli USA e della NATO, degli accordi del 1991 quando, in cambio dell’assenso di Mosca alla riunificazione della Germania, l’Allenza Atlantica s’impegnò a non espandersi ad Est.
Sappiamo come è andata a finire: con l’estensione della NATO a quasi tutti i paesi est-europei, sino ad arrivare “ad abbaiare alle porte della Russia”, con l’imperialistico intento aggressivo di strangolarla.
Il dominio della menzogna si accompagna sempre, è inevitabile, con un’altra imposizione alla pubblica opinione, implicita o esplicita: quella che Eric Voegelin ha lucidamente individuato come “il divieto di fare domande”. Quando i potenti, ci dice Voegelin, sanno che “le loro opinioni non possono reggere all’analisi critica […] fanno del divieto dell’esame delle loro premesse una parte essenziale del proprio dogma.”
Ecco perché è cruciale, rompendo la congiura del silenzio, della censura e della menzogna, gridare la domanda: cosa è successo, e sta succedendo, in Ucraina? In quell’Ucraina che qualche esaltato euro-atlantista ha definito “bastione della democrazia”?
Subito dopo il golpe atlantista del 2014, iniziò una campagna di assassinii di oppositori al regime: scrittori, intellettuali, giornalisti, deputati al Parlamento, magistrati accusati di essere russofili. Solo nel biennio 2014-2015 sono stati accertati ufficialmente le uccisioni di settantacinque oppositori al regime. E pochi ricordano il pogrom di Odessa del 2014, quando bande di nazionalisti ucraini si diedero a una feroce caccia al russo per le strade della città che fece almeno cento vittime di cui una cinquantina (o forse più, non si saprà mai) bruciate vive nel Palazzo dei Sindacati in cui si erano riparate e a cui le bande nazionaliste diedero fuoco.
Contemporaneamente partiva un crudele programma di eradicamento della cultura russa in tutte le regioni: divieto di uso della lingua russa, insegnamento scolastico solo in ucraino, poi messa fuori legge di almeno 11 partiti, chiusura di giornali, televisioni e radio filorusse. Circa 115.000 libri in russo tratti dalle biblioteche pubbliche sono stati bruciati in pubblici falò. Ma siamo ben lontani dall’obiettivo finale: tale Oleksandra Koval, direttrice dell’Istituto del libro ucraino aveva chiesto di eliminare dalle biblioteche 100 milioni di libri russi. E quando le regioni russofone dell’est, il Donetsk e il Lugansk, si ribellarono rivendicando l’autonomia, la risposta dell’Ucraina fu la guerra contro le due regioni: bombardamenti massicci su obiettivi civili, come mercati e ospedali, arresti e uccisioni indiscriminati, assassinii di amministratori locali.
Eppure, di questi massacri di cui si è reso colpevole il regime ucraino, dimostrati con prove, fotografie, testimonianze e persino accertati in un report ufficiale dell’ONU (che pure minimizzava il numero delle vittime, assai vicino alle 14.000), molto poco è comparso sulla stampa mainstream. Così come l’Occidente ha taciuto sull’uso sistematico, da parte dell’Ucraina, delle vietatissime bombe a grappolo.
Dobbiamo le informazioni a cronisti coraggiosi e indipendenti, come Vittorio Nicola Rangeloni e Giorgio Bianchi. Esemplare (e terribile per la documentazione fotografica dei massacri, dei corpi torturati e delle distruzioni) il libro di Enrico Vigna, Ucraina, Donbass. I crimini di guerra della giunta di Kiev, Zambon Editore.
Eppure le documentate accuse dei Russi di questi massacri sono stati ignorati degli organismi internazionali. Ci ricorda, in un’intervista, lo storico Franco Cardini: “Hanno cominciato a uccidere le persone dopo averle accusate di collaborazionismo. I russofoni del Donbass presi casa per casa e passati per le armi”.
Così come troviamo poche informazioni, sui media mainstream, della persecuzione della Chiesa Ortodossa scatenata dal regime di Kiev: chiese e antichi monasteri violati ed espropriati, membri del clero arrestati e incarcerati, vescovi, sacerdoti e semplici fedeli aggrediti e percossi. In Ucraina, “bastione della democrazia”, la libertà di culto è gravemente conculcata.
Incapace di vincere sul campo, l’Ucraina ha scatenato una guerra asimmetrica di natura terroristica, con assassinii anche al di fuori dei confini, oltre che attacchi ai treni e a strutture civili. Infiltrati hanno colpito anche in Russia, uccidendo intellettuali, giornalisti, scrittori. Nessuno in Occidente si è indignato del brutale assassinio della giovanissima Darya Dugina, figlia del noto filosofo e politologo Alexander Dugin, anche lei filosofa, giornalista, poetessa e musicista.
Non solo l’Ucraina usa l’assassinio politico come forma di lotta, ma se ne vanta: Kyrylo Budanov, capo dei servizi segreti di Kiev ha dichiarato: “continueremo a uccidere russi nel mondo”, rivendicando orgogliosamente anche l’uccisione di “molti giornalisti propagandisti russi”. È recente l’assassinio, in un carcere ucraino, del giornalista di nazionalità americana e di origine cilena Gonzalo Lira, arrestato dei servizi ucraini con l’accusa di aver criticato il presidente Zelensky. Un delitto di opinione. Eppure l’amministrazione USA non si è mossa per liberarlo.
Ha denunciato il padre: “Non posso accettare il modo in cui mio figlio è morto. È stato torturato, tenuto in isolamento per 8 mesi e 11 giorni e l’ambasciatore statunitense non ha fatto nulla per aiutare mio figlio.”
Anche su questo caso è calato il quasi totale silenzio dei media atlantisti e russofobi.
Contemporaneamente i servizi segreti ucraini, addestrati da USA e Gran Bretagna hanno iniziato una feroce campagna contro i cosiddetti collaborazionisti, cioè Russi della Crimea, del Donbass, di Odessa e di altre regioni russofone.
Per gli sgherri di Zelensky, sarebbero collaborazionisti tutti i Russi d’Ucraina che vogliono continuare a parlare russo, frequentare scuole in lingua russa, leggere libri e giornali in russo, ascoltare radio e televisioni russe e che hanno votato in liberi referendum perché le loro piccole patrie venissero annesse alla Madre Russia.
Gli assassinii e gli attacchi terroristici che hanno come obiettivi collaborazionisti vengono non solo ammessi, ma sono anche motivo di vanto dei servizi.
Riferisce l’Adnkronos nel marzo scorso di alcune dichiarazioni di Vasyl Malyuk, alto ufficiale dei Servizi di sicurezza (il famigerato SBU): “Ufficialmente non lo ammetteremo”, ma poi confessa che “moltissime” persone, collaborazionisti, amministratori locali nei territori liberati delle Repubbliche del Donetsk e del Lugansk o comunque filorussi in tutta l’Ucraina sono state vittime della campagna terroristica dei servizi di Kiev.
Inoltre sono migliaia i detenuti per collaborazionismo in Ucraina, spesso in condizioni terribili. Ne hanno parlato persino media russofobi come RaiNews (“Collaborazionisti in Ucraina. Pene severe e carceri piene”) o il quotidiano ultra-liberal e atlantista britannico The Guardian che è riuscito ad entrare in alcune carceri segrete ucraine dove sono detenuti, e soggetti a trattamenti inumani, uomini e donne colpevoli di aver collaborato con i Russi o con le repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, ma anche, semplicemente, di essere Russi e di voler continuare ad esserlo. Persone quasi sempre arrestate dopo che questi territori sono stati rioccupati dalle truppe ucraine che, come primi atti, si sono dati alla caccia ai Russi colpevoli di aver collaborato con i loro compatrioti liberatori.
Spesso, scrive The Guardian, le confessioni sono state estorte con torture (“They had been pressured in signing confessions”). Secondo il quotidiano britannico, che cita i servizi di sicurezza ucraini dello SBU, gli imprigionati sarebbero 8.100, ma la cifra è chiaramente falsa per difetto. Le condanne continuano: anche nel mese di marzo, riferisce La Verità, altri quattro filorussi sono stati incriminati e condannati a ben 15 anni di carcere per un indeterminato “collaborazionismo”.
Riferisce il ben informato sito l’Antidiplomatico di uno sconvolgente dossier, ancora del 2023, dell’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite (United Nations High Commissioner for Human Rights, UNHCHR o Office of the High Commissioner for Human Rights, OHCHR), che la nostra stampa si è ben guardata di riferirci, dal quale si evince in modo chiarissimo come l’Ucraina (“Il bastione della democrazia”) abbia cessato di essere uno stato di diritto ed è ormai uno stato di polizia, dove la giustizia viene di fatto amministrata dai servizi di sicurezza, le persone vengano arrestate senza mandato e detenute senza controllo giudiziario. Inoltre il report dell’ONU documenta l’utilizzo di almeno 29 luoghi di detenzione non ufficiali tra cui appartamenti, sotterranei di edifici abbandonati, commissariati, sedi locali dei servizi. L’OHCHR rileva inoltre come nelle prigioni segrete siano emerse casi di tortura, maltrattamenti, minacce di morte, stupri e abusi sessuali. Denuncia questo ufficio dell’ONU: “La tortura e i maltrattamenti sono stati usati per estorcere confessioni o informazioni o per indurre i detenuti a collaborare in altro modo, per estorcere denaro e proprietà, oltre che per punire, umiliare e intimidire”.
La persecuzione contro i Russi non è soltanto attuale, ma viene pianificata anche per il futuro. Con una stupefacente spudoratezza che va molto al di là del semplice wishful thinking, visto l’attuale andamento del conflitto, Kiev già annuncia il destino dei Russi di Crimea (cioè di tutti gli abitanti, salvo un’infida e rumorosa piccola minoranza di tatari musulmani) dopo una ben poco credibile futura liberazione della penisola: il regime ha nominato tale Tamila Tasheva, non per nulla di origine tatara, come regista della gestione della Crimea dopo l’improbabile riconquista ucraina. Costei ha già promesso la punizione di almeno 10.000 collaborazionisti, epurazioni di massa e persino una espulsione forzata di un numero tra i 500.000 e gli 800.000 Russi.
L’arroganza del regime di Zelensky non rispetta confini, sovranità degli Stati e diritti civili. L’autocrate di Kiev a febbraio ha promesso di inviare al Governo italiano (copia anche alla Commissione Europea) una “lista di proscrizione” di intellettuali, giornalisti e in generale esponenti della società italiana che l’ex comico dittatore considera filorussi. L’ordine è perentorio: l’Italia deve (è letterale) “zittirli”. Forse pensa a sistemi come quelli da lui usati per silenziare le opposizioni ucraine: assassinii, carcerazioni, torture?
Ciò che è stupefacente è stata l’assenza di qualsiasi sussulto di dignità da parte delle autorità italiane: non una reazione di indignazione e di protesta da parte dell’ultra-atlantista Giorgia Meloni né da parte del Ministro degli Esteri, Antonio Tajani (quello che, intervistato, sembra capitato lì per caso). Anche la stampa italiana mainstream, cioè quasi tutta, non ha dedicato grande spazio alla gravissima intimidazione di Zelensky né tantomeno abbiamo letto severi commenti di condanna, come quelli usualmente riservati a Putin. Unica eccezione un articolo di Maurizio Belpietro su La Verità.
Ultima notizia: l’Ucraina ha sospeso la sua adesione alla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo. Quindi sono sospese ora anche ufficialmente la libertà di movimento, l’inviolabilità delle case, la libertà di pensiero e di parola.
Sospesi da tempo anche i diritti consolari degli Ucraini fuggiti dal paese per evitare l’arruolamento forzato per una guerra che molti Ucraini non sentono; la polizia ucraina effettua delle vere e proprie retate nelle strade per rastrellare reclute che, senza addestramento sufficiente, vengono inviate al tritacarne del fronte. Non solo: l’Ucraina ha intimato ai paesi dell’Est Europa che ospitano gli esuli fuggitivi di arrestarli e consegnarli ai suoi aguzzini. Considerata la bieca e isterica russofobia che affligge paesi come Polonia, i paesi baltici, ma anche la Germania, non è da escludere che questo crimine internazionale venga commesso.
Lungi da essere una guerra tra un aggredito e un aggressore, il conflitto attuale è soprattutto una guerra civile. Il distacco dell’Ucraina (la “piccola Russia”) dalla “grande Russia”, che assieme alla “Russia Bianca”, la Bielorussia, componevano “tutte le Russie” era già stato condannato da Aleksandr Solženicyn (che pure si definiva ucraino quasi per metà”) fin dal 1990: “Staccare oggi l’Ucraina significa passare attraverso milioni di famiglie e di persone. […] Non ci serve questa crudele separazione! Sarebbe il frutto dell’ottundimento degli anni comunisti. Insieme abbiamo sofferto l’epoca sovietica, insieme siamo precipitati in questo baratro e insieme ne usciremo”.
Ancora una volta, come sul “sistema della menzogna” dominante in Occidente, Solženicyn fu profeta inascoltato.
Antonio de Felip - Fonte
22 commenti:
Ti supplico mic, dicci ancora come questo blog sia solo sulla fede e non sia assolutamente filorusso.
La tipica etichettatura dalla gabbia ideologica imperante. Chi è obiettivo dev'essere per forza putiniano... Ma andate a ramengo voi e i vostri padroni!
Il ruolo giocato dall'Occidente collettivo, cioè dal giardino fiorito, lascia inorriditi. Leggendo qua e là queste sintesi sui reali fatti accaduti, si entra nella mens diabolica dell'Occidente rapinatore. Dalla bocca di Barack Obama abbiamo la considerazione che lo stato profondo americano aveva ed ha della Federazione Russa: una stazione di benzina. Quindi i rapinatori dell'Occidente collettivo, associatisi tra loro, vanno all'assalto della pompa di benzina. L'Occidente collettivo, cioè la banda di ladri assassini, si rivela per quello che è davanti a Dio e davanti agli uomini. Prendiamo le distanze da costoro che ci hanno imbozzolati con il buonismo, il politicamente corretto, la droga, i persuasori occulti, i filmsss, la propaganda, i falsi in bilancio, il debito pubblico, i migranti deportati, la falsificazione della storia, le regole cangianti pietre tombali sulle leggi essenziali, il sesso esaltato fino alla nausea, i doveri soffocati dai diritti/desideri... Basta. Voltiamo le spalle alla impostura!
m.a.
Sarà un intervento di Dio a voltare non le spalle, ma pagina e chiudere il capitolo di questa storia scritta ostinatamente dagli uomini, senza Dio.
E quel che più rattrista è che gli uomini di Chiesa stanno dalla loro parte e collaborano attivamente. E non da 11 anni.
La storia insegna che non bisogna mai umiliare l'avversario perdente. Dopo la prima guerra mondiale, con il trattato di Versailles, la Germania venne umiliata; la conseguenza fu l'avvento del nazionalsocialismo e la seconda guerra mondiale. In seguito al crollo dell'Unione Sovietica la NATO si è impossessata del diritto di azioni che hanno umiliato la Russia (l'ultima è il golpe ucraino). La conseguenza è la guerra in corso tra Russia ed Ucraina.
Oggi tutti gli storici sono concordi nel riconoscere il rapporto di causa ed effetto tra il trattato di Versailles e la seconda guerra mondiale, probabilmente non lo erano tra gli anni '30 e gli anni' 50.
Per avere un'idea giusta degli eventi in corso bisognerebbe alienarsi dal tifo politico: non mi piace il regime nord-coreano e il richiamo russo al comunismo stalinista, ma la verità è che l'attuale conflitto è conseguenza degli errori dell'occidente.
La fonte dell'articolo e' il blog Ricognizioni. Ospita spesso gli scritti di Alessandro Gnocchi neo convertito all'ortodossia russa. Ed ospita anche le conversazioni tra il suddetto Alessandro Gnocchi ed il sacerdote del Patriarcato di Mosca di Torino. La linea di pensiero del suddetto sacerdote e' volta a dimostrare l'eccellenza del pensiero russo e della Russia in generale e di conseguenza a definire odiatori della Russia coloro che non condividessero le sue opinioni.
Il sacerdote in questione ha un suo blog
Ortodossiatorino.net in cui gli amanti dell'ortodossia possono informarsi alle fonti. Anche se il discorso del patriarca Kirill al congresso del popolo russo non mi sembra di averlo visto. Era pero' riportato nella sua interezza dal blog di Russia cristiana . O meglio della rivista l'altra europa. Ma , sempre per ĺa completezza dell'informazione bisogna aggiungere due cose . La prima e' che alcuni metropoliti (non russi ovviamente )
iniziano ad esprimere un certo dissenso dalle opinioni del Patriarca. La seconda consiste nel fatto che quella in Ucraina diventa ogni giorno di piu' una vera e propria guerra di religione.
Be', in fatto di "diritti umani", come li chiamano, non è che la Russia abbia una tradizione particolarmente brillante, per così dire. Non sembra un campo nel quale i russi possano impartire lezioni.
Se poi russi e ucraini sono in pratica lo stesso popolo si capisce come periodicamente si ammazzino a vicenda, senza particolari problemi e remore, sin dai tempi dei cosacchi.
Questi sono dati di fatto, a prescindere dalle gravi colpe dell'Occidente ossia degli USA in tutta l'attuale crisi.
Z.
Morire per Kiev? Un giudizio cattolico sul bellicismo occidentalista
https://www.youtube.com/watch?v=sP5FheY_WJo
Osservatorio card van Thuân
Appoggio totalmente il post per la sua obbiettività. Smettiamola di fare le pulci alla Confederazione Russa. La bilancia di Dio pende dalla parte della Russia e non di questo occidente che calpesta la legge santa di Dio e che esporta solo bombe e stragi (Gaza docet).
Occorre dimenticare il vecchio l'imperialismo della Unione Sovietica che è caduta con il crollo del Comunismo. I "cattivi" stanno ora dalla parte della NATO e dei globalisti. Ben fa la nostra mic a parlare di questi argomenti, essere cristiani vuol dire anche leggere i segni dei tempi e lottare e soffrire per l'avvento del Regno sociale di Nostro Signore Gesù Cristo. Dobbiamo lavorare per il trionfo del cuore Immacolato di Maria e la sconfitta della Babilonia apocalittica che cadrà e come se cadrà. La babilonia apocalittica è l'occidente. Viva la Santa Russia, la Russia che sta tornando totalmente a Dio e alla fine sarà pure cattolica.
Areki.
Ma è il momento di essere sinceri con se stessi. Devo credere che lo volete davvero che la Russia che "alla fine sarà pure cattolica" affronti e vinca "l'occidente" (Areki docet...) oppure desiderate in fin dei conti proprio il contrario, ossia che il conflitto si areni nella speranza vostra (vana?) che la russia potrà così essere contenuta a svolgere un ruolo "moralizzante" indolore che vi lasci a godere tutto il confort della vostra deprecata babilonia? Se si fosse più onesti, con se stessi, si riconoscerebbe che proprio il sostegno vigoroso al "regime" ucraino, possibilmente con una sconfitta transitoria della russia, porterebbe inevitabilmente la russia stessa a rilanciare nel suo stato di "economia di guerra" a muovere guerra sul serio al nostro, vostro, occidente, ottenendo allora sì quell'effetto semmai catartico e purificatorio cui asserite di agognare ma di cui non sembrate affatto disposti a pagare il prezzo. In parole povere: se la russia fagocita l'ucraina, si placa, e l'occidente continuerà il suo corso attuale. Se la russia sarà messa, a questo giro, all'angolo, le conseguenze proprio così saranno allora poi imprevedibili bensì per il nostro povero occidente. Che è la prospettiva che a voi spaventa tanto da volerla, più o meno consapevolmente, scongiurare. Ma allora, non vi viene il dubbio che nella vostra ossessiva autoattestazione di oggettività condita di roboanti etichettature di abominevole babilonaggine al malcapitato tenta di aprirvi gli occhi alligni una malcelata vena di ipocrisia? Qual'è la vostra vera preoccupazione? Lo dico con tenerezza, ormai mi ci diverto...ma a me pare evidente che su questi temi la vostra reale apprensione è assimilabile a quella di un Antonio Scurati, ma senza averne la bieca coerenza.
Piccolo promemoria per i filorussi attuali, che hanno già fatto di Putin un cattolico honoris causa.
- La corruzione della morale cristiana attraverso la distruzione della famiglia è cominciata con la rivoluzione bolscevica, le cui tracce permangono nella società e nelle leggi russe attuali. Mi pare che sia stata l'Unione Sovietica, un secolo circa fa, la prima a riconoscere alle donne il diritto di abortire, mentre si tentava di sostituire il collettivo alla famiglia vera e propria. Questo diritto fu saggiamente abolito da Stalin ma di nuovo riconosciuto dopo la sua morte (dopo il 1953).
- La Russia attuale appare immune dalle mostruose derive della Rivoluzione sessuale in Occidente. Non completamente però. Putin ha fatto giustamente mettere nella Costituzione che il matrimonio è solo tra l'uomo e la donna (biologici), ha messo il bando a "matrimoni gay" e transgenderismo. Però l'omosessualità come fenomeno organizzato sussiste anche in Russia e mantiene tutta la sua pericolosità. Il peccato contro natura è legale. Inoltre, l'aborto è sempre legale. Infine, sembra che l'industria della maternità surrogata vi sia non meno sviluppata che in Ucraina, forse in quanto fonte di preziosa valuta straniera per il governo impegnato in questa difficile guerra. Qualcuno può smentire quest'ultimo punto?
- L'esaltazione per la Santa Russia è solo il frutto di miti letterari maldigeriti. Il popolo russo ha certamente le sue qualità ma anche, come tutti gli altri, i suoi difetti, tra i quali la tendenza ad un "misticismo" appunto popolare alquanto torbido.
- L'accenno a Dio fatto mettere da Putin nella Costituzione è un progresso indubbio ma è riferito ad un Dio generico.
- Nel metodo di governo di Putin, di fatto una dittatura, sono ricomparse tradizionali quanto sgradevoli abitudine russe, quali l'eliminazione fisica degli oppositori. In Russia ogni critica viene intesa come tradimento.
- La responsabilità principale dell'attuale guerra è americana, essendo stato cinicamente violato l'impegno verbale a non espandere la Nato ad Est. L'ideologia c.d. "euroasiatica" che sembra ispirare Putin è comunque fortemente nazionalista. La "nazione" russa dei nazionalisti attuali include anche l'Ucraina, considerata quale "piccola Russia" che non ha diritto ad una vita politica e statale indipendente (a prescindere dalle questioni dell'adesione o meno alla Nato etc).
Miles
I commenti in favore di USA, UE, NATO sono davvero tristi, un po' come la mostra porno in chiesa tenutasi a Carpi. Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.
Risponderò presto a Lorenz e Laurentius.
Mi devo dare tempo di un discorso lungo e articolato per confutare certi fraintendimenti....
La prima obiezione, immediata, è che non tifiamo né per la Russia né per QUESTO Occidente. Certo c'è molto da argomentare oltre a quanto già detto più volte.
La guerra di religione tra Russia e Ucraina consiste nella costituzione in Ucraina di una chiesa ortodossa nell'orbita del Patriarcato di Costantinopoli. Chiesa che , grazie all'opera del presidente ucraino che ha preceduto Zelemsky cioe' Petro Poroschenko ha ottenuto l'autocefalia dal Patriarca di Costantinopoli.
E poiche' i rapporti tra il patriarca di Costantinopoli e Roma somo ottimi questa chiesa ucraina autocefala e' vista dai filomoscoviti come una chiesa uniata , cioe" unita con Roma, cosa che per Mosca significa il tradimento dell'Ortodossia.
Sul tragicomico regime di Kiev direi che non c'è nulla da aggiungere a quanto esaustivamente scritto dall'articolista.
Cosa ci facciano gli americani e la Nato in Ucraina da molti anni è una domanda intelligente.
A naso potrei dire che finché ci sono Putin e Lavrov il mondo non ha da temere, data la saggezza politica e l'equilibrio dei due soggetti.
Una eventuale Russia ferita diventerebbe estremamente pericolosa, come scrive Lorenz.
Secondo me è palese lo stato di decadenza dell'Occidente anglosassone, mentre quello europeo boccheggia e si sta chiudendo un'era, su questo ha ragione Putin. I mercanti han fatto il loro tempo.
Il mondo volge a Oriente, come deve tornare a volgere la S. Messa.
&&&
Intanto gli USA iniziano già ad organizzare una fuga simile a quella vietnamita, afgana etc. La sola differenza nel caso dell'ucraina è che si tratta di ritiro di armi, mercenari ed istruttori.
https://sputnikglobe.com/20240620/west-plans-to-sacrifice-zelensky---russian-intel-1119032786.html
Alle volte credo che la grazia di beni materiali e potenza (parlo del solo piano materiale) che Dio ha dato alla Sua Chiesa sia stata scambiata per una linea di credito non solo inesauribile ma persino dovuta. C'è un vizio di pensiero nel cattolicesimo oggi secondo me ed è quello di credere che Dio sia uno statista secondo i nostri bisogni. Insomma lo stesso errore degli ebrei ai tempi di Gesù. Noi siamo il sale della terra e non la terra, il lume sul mogio e non il sole. Pensieri miei comunque.
Si tratta di cercare la verità e la verità è obiettiva, per cui alla data, salvo variazioni come già avvenuto spesso ( un tempo non molti decenni or sono, l'occidente era cristiano e la Russia era comunista: stato dio; ora è viceversa, e lo dimostra la censura che fb e c. fanno su varie questioni da negare, aprioristicamente, lo testa pure questo blog, pure già vittima), risulta migliore la Russia imperfetta dell'occidente comunista di fatto, per cui sembra che il Signore sia costretto a favorire la Russia, e se poi sarà anche giustamente punizione di Roma e contorni, come dicon profezie, ancora giusto sarà. La Russia diffonderà in tutto il mondo il comunismo? Dal 2017 acqua ne è passata sotto il ponte ma la profezia è sotto gli occhi di chi cerca la verità.
Chiunque conosca anche solo superficialmente l'Ortodossia sa che il Patriarcato di Costantinopoli è da lungo tempo legato alla Massoneria, ecumenista al pari della chiesa conciliare, e diretto dagli USA. Fortunatamente, il Concilio di Creta, promosso dagli USA e da Costantinopoli qualche anno fa per "aggiornare" l'Ortodossia, fallì per la mancata adesione del Patriarcato Russo. Fra le modifiche che gli ortodossi modernisti intendono perseguire vi sono: l'abbreviazione e la semplificazione della liturgia, la facoltatività di barba e veste talare per i pope, l'introduzione dei banchi in chiesa (noi li stiamo eliminando e sostituendo con seggiole in plastica e metallo!), l'introduzione dell'organo, etc... Insomma, una specie di concilio vaticano II ortodosso, che sarebbe un'arma potentissima per distruggere l'Ortodossia, e, soprattutto, la Russia. Se l'Occidente è in gran parte malato - in stato comatoso -, una delle cause principali della malattia risiede proprio nell'"aggiornamento" conciliare della Dottrina e della Liturgia cattoliche, operato con l'intenzione di piacere al mondo e non a Dio, e di far perdere la Fede. Il nocciolo della questione è questo. Dunque, se l'Occidente vuole ritrovare la salute deve espungere il veleno instillato dall'americanismo (sul tema don Curzio Nitoglia ha scritto libri e articoli interessanti) nella Chiesa Cattolica e nella società civile. Altrimenti, con mezzi rimedii e "mali minori", la salute proprio non rifiorisce! Risolviamoci di fare il possibile e l'impossibile per instaurare omnia in Christo, certi del Suo potente aiuto.
"I commenti a favore di USA e Nato, UE sono davvero tristi..."
Ma dove sarebbero questi commenti? Non mi pare che su questo blog abbondino. Il tentativo di impostare la questione del significato del ruolo della Russia in modo obbiettivo, viene interpretato come un tristo commento a favore di USA etc, pur essendosi detto che la colpa maggiore della guerra è degli americani e della loro cinica politica di espansione della Nato ad Est. Come si fa ad esser così faziosi?
Tra i c.d. "filorussi" ci devono anche essere cattolici passati di fatto o di diritto agli Ortodossi, ossia allo scisma prima greco e poi anche russo. E tanto per mantenere un minimo di obbiettività ricordiamoci che il potere politico russo ha sempre avuto una concezione politica della religione. Quando nel 400 si era trovato l'accordo teologico tra Roma e Costantinopoli per comporre lo scisma, il nuovo patriarca (cattolico) di Mosca, un greco, fu deposto e imprigionato dal Granduca di Mosca, in nome della fedeltà all'Ortodossia e alla religione nazionale.
Qui poi non si tratta tanto di quello che noi vorremmo che la Russia facesse nei nostri confronti (desiderio che nulla conta) quanto di cercare di capire (condizionati come siamo dalle opposte propagande) come stiano effettivamente le cose per cercare di promuovere una soluzione negoziata del conflitto, anche se questa soluzione appare adesso sempre più difficile.
Questa è l'impostazione che resta la più razionale, di contro alle varie politiche del "tanto peggio tanto meglio".
Miles
"Bisogna espungere il veleno instillato dall'americanismo.."
Ma anche a suo tempo abbondantemente dalle organizzazioni culturali dei vari partiti comunisti europei, abbondantemente finanziati da Mosca per distruggere il "decadente Occidente borghese". L'azione anticattolica e antiborghese dei comunisti, in tutta la cultura, faceva il paio con quella dell'americanismo (l'involuzione degli ideali americani di libertà e democrazia) ed anzi persino ne anticipava gli effetti negativi. Negli anni Cinquanta, il vivere da coppia senza sposarsi o la libertà di omosessualizzare, erano invocati solo da intellettuali di sinistra, in genere comunista. Il PCI diffondeva le opere dell'erotomane Moravia, costringendo gli operai a comperarle, nelle molteplici iniziative "culturali" cui erano costretti a partecipare.
I c.d. Postcomunisti, in apparente rottura con Mosca, stanno continuando la stessa politica, persino accentuandola.
Raccontiamola tutta la storia.
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