Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 13 giugno 2024

Europarlamento 2024. Alcune riflessioni dopo il voto

Ringraziamo l'Osservatorio card. van Thuân per la segnalazione. Qui l'indice sui precedenti.
Europarlamento 2024. Alcune riflessioni dopo il voto
Gianfranco Battisti,
a nome dell’Osservatorio

Circa le recenti elezioni, c’è da fare una premessa. Il parlamento europeo è una finzione giuridica, priva di poteri anche solo politici. È parte di un complesso sistema di governance (l’uso di un termine ormai straniero sul suolo europeo fa già intuire che sotto ci sia il trucco) studiato apposta per tenere lontani i cittadini della stanza dei bottoni. Nel migliore dei casi, esso rappresenta una vetrina degli umori nel continente, del quale chi comanda ha comunque interesse a tener conto, per evitare di procedere troppo scopertamente contro corrente. Punto.

Detto questo, le elezioni ci forniscono un quadro aggiornato della situazione all’interno dei singoli paesi. Sotto questo profilo, appare molto positivo il risultato italiano, dove il governo è riuscito a tenere nonostante la Meloni abbia silenziato molte istanze tradizionali del suo partito. In un momento di crisi economica, è un doppio risultato. Indubbiamente c’è un sostegno internazionale (USA e BCE) che dietro le quinte tiene in piedi il tavolo. Allo stesso tempo la ripresa del PD (anch’esso caso unico fra i socialisti europei) mostra che il paese rimane nelle mani dei padroni del vapore. Dietro al PD appare schierata oggi anche la Chiesa, sempre più allineata con i poteri forti globali. Sono segni chiarissimi  che un cambio di governo è possibile in qualsiasi momento. Il PD è la consociata italiana dei Dem americani, e ciò sottolinea come l’atlantismo della premier poggi su motivazioni di realpolitik che vanno ben al di là del suo criticato pedigree politico. Da rimarcare ancora l’azzeramento dei renziani, che dimostra come il tempo sia galantuomo. Nessuno lo ricorda, ma è ad essi che dobbiamo la compressione degli spazi di democrazia che oggi stiamo pagando anche in termini di disaffezione al voto.

Quanto al resto della UE, la frana del movimento di Macron è destinata ad indebolire ulteriormente la Francia, anche se le elezioni frettolosamente convocate serviranno a impedire il radicamento definitivo della destra Lepenista nel paese. Il sistema elettorale a due turni consentirà infatti a chi controlla la politica (si valuta che un terzo dei parlamentari sia espressione della massoneria) di fare fronte comune contro il pericolo di un cambiamento negli assetti di potere. In questo contesto, il futuro personale di Macron appare del tutto irrilevante. Non  trascurabile invece è il crescere della violenza politico-religiosa nel paese, che prende di mira i cattolici più ancora degli ebrei.

Nel breve periodo l’inevitabile sconquasso dovrebbe rafforzare ulteriormente l’Italia, oggi ottimamente collocata in una posizione intermedia tra il PPE e le destre estreme. Un asset da spendere immediatamente nel prossimo G7 in terra italiana.

Lungi dall’essere isolata in Europa, la Meloni si troverà d’ora in poi a gestire autorevolmente il gruppo Conservatori e Riformisti, una delle famiglie politiche del continente, in una fase di crescita di consensi. Se infatti porterà direttamente a Bruxelles solo 24 dei 76 parlamentari italiani, l’insieme dei seggi ricoperti dalla coalizione toccherà quota 73. Un pacchetto di voti di cui si dovrà tener conto per tutto l’arco della legislatura. Il futuro non è tutto roseo, naturalmente. Oggi non è dato sapere i prezzi che la Meloni sarà chiamata a pagare in termini di compromesso verso i suoi consociati europei – che su diverse questioni hanno interessi contrastanti con quelli dell’Italia – nonché nei riguardi dei potentati economici che sorreggono il paese in questi tempi difficili (leggi: privatizzazioni, questione ucraina, ecc.).

Comunque sia, nel resto dell’Europa buona parte dei partiti di governo ha perso voti, segno chiaro di come le cose vadano in realtà assai male. Di fatto, il limitato ma diffuso spostamento a destra dell’elettorato evidenzia una reazione generalizzata alle politiche portate avanti dall’attuale maggioranza, che si regge sulle convergenza dei popolari (specie tedeschi), dei socialisti e dei macronisti. Una coalizione che vede oggi in forte crisi entrambe le due ultime componenti, mentre in Germania, dove l’AFD è diventata il secondo partito (per giunta egemone nell’ex DDR), risalgono le azioni della destra democristiana. Siamo di fronte al rifiuto  del cosiddetto green deal, con le sue conseguenze devastanti sull’economia, dell’apertura indiscriminata alle immigrazioni, dell’omologazione culturale/morale, della propaganda bellicista ormai dilagante, nonché del rafforzamento dei poteri dell’Unione. Un vero problema per la prossima legislatura, che appare altresì ipotecata da una cospicua affermazione dei Verdi:un movimento che richiama alla mente la storica analogia sui “fascisti come i fichi: neri di fuori ma rossi di dentro”. Vi sono dunque più elementi di incertezza, con dei trend che paiono suscettibili di riversarsi a breve sugli assetti parlamentari dei singoli paesi. 

Se, come auspicabile, l’anno prossimo avremo un armistizio in Ucraina – a elezioni USA concluse, la guerra non sarà più un argomento elettorale ma solo un costo economico da valutare attentamente – sarà possibile trovare un accordo sui problemi continentali. In caso contrario, non ci resterà che pregare. Certo non lascia bene sperare che nell’anno memoriale del caso Matteotti si sia ritornati all’omicidio politico (v. in Slovacchia, oltre alle non velate minacce al presidente della Georgia), per non parlare del terrorismo in Russia e in Israele. Queste tragedie la dicono lunga sulla gravità della situazione. A ben vedere, questa dipende tutta dallo stato reale dell’economia americana, al di là dei brillanti risultati sbandierati da Washington ogni qualvolta ci si avvicini alle elezioni presidenziali.

Passando alla vexata quaestio “votare o astenersi”, sarà il caso di  guardare da vicino il risultato di qualche candidato vicino alle posizioni cattoliche. Ben 55 persone (ovviamente nel centro-destra) si sono esposte sottoscrivendo il manifesto di ProVita e Famiglia, nell’ambito della campagna “Se l’Europa cambia valori, tu cambia l’Europa”. Va ricordato che in occasione del recente voto a Bruxelles contro il diritto degli Stati di regolare al loro interno il diritto di aborto, questa benemerita associazione si è attivata con grande energia. Fra le altre cose ha inviato un autobus recante una scritta in difesa della vita attorno all’edificio del parlamento. Orbene, a quella vista, dal palazzo qualcuno ha telefonato alla polizia belga chiedendo un sollecito  intervento causa la presenza di “estremisti”. L’intervento è stato puntualmente effettuato, fortunatamente senza esito alcuno.

Prescindendo da un bilancio nazionale, focalizziamoci adesso su un collegio campione, che meglio ci permette di comprendere  quello che potrebbe essere il ruolo del voto cattolico correttamente   inteso. Nella circoscrizione Nord-Est i candidati in questione erano ben 17: quattro correvano per la Lega (Alessandra Basso, Paolo Borchia, Roberto Vannacci, Stefano Bargi), sette per Fratelli d’Italia (Maddalena Morgante, Piergiacomo Sibiano detto Piga, Sergio Antonio Berlato, Stefano Cavedagna, Daniele Polato, Antonella Argenti, Elena Donazzan), tre per Forza Italia-Noi moderati (Rosaria Tassinari, Francesco Coppi, Antonio Platis), tre per Libertà  (Ugo Rossi, Mirko De Carli, Vito Comencini), una coalizione “antisistema” che includeva Il popolo della famiglia. 

Questa cospicua convergenza “ufficiale” sulle posizioni in oggetto sembra peraltro essersi è manifestata negli ultimi tempi; inizialmente i candidati riportati nel sito di PVeF erano soltanto tre (Basso, Morgante e Piga). Alla chiusura delle urne, la prima ha ottenuto 9.503 voti, risultando decima in ordine di preferenza. Per i secondi,  la Morgante ha totalizzato 8.864 preferenze – undicesima nell’ordine –  mentre Piga (19.340) è risultato settimo su 5 eletti. Entrerebbe invece Berlato (46.010 voti), eletto in altra circoscrizione. Dalla parte della Lega avremo invece il gen. Vannacci, noto per le sue posizioni “fuori dalle righe”, che ha stravinto con 142.435 voti,mentre Bagi si ferma a 2.853. Considerando poi il complesso gioco dei resti e dei subentri legati alle candidature plurime, al momento risultano in predicato tanto Piga che Polato (31.516 voti) per FdI che Borchia (23.523) per la Lega.

Per il resto della coalizione di governo, Forza Italia avrà probabilmente un solo rappresentante – Antonio Tajani – leader del partito (che, come sappiamo, fa capo al PPE). Da politico di lungo corso, questi ha ritenuto di tenersi le mani libere in materia di morale e costumi. Degno di nota è che i suoi compagni di cordata vicini al nostro sentire hanno  totalizzato consensi irrilevanti per una tornata europea (da 5.523 a 2.340 voti), segno evidente della scarsa sensibilità etica nel partito, sia a livello di vertice che di sostenitori. Per finire, la lista Libertà ha ottenuto appena l’1,2%, uno spreco di buoni voti (4.199, 1.208 e 1.852 nell’ordine di cui sopra), che si poteva intuire sin dall’inizio. 

Quali conclusioni si possono adesso trarre da queste cifre? Premesso che spetta agli esperti determinare, attraverso un’attenta analisi delle cifre il peso effettivo dei “benpensanti”, in ogni    caso risulta accertato quanto segue:  1) i risultati ci sono stati, e ciò introdurrà certamente un po’ di aria nuova all’interno delle aule di Bruxelles-Strasburgo: è difficile ad es. pensare che un Vannacci (pur difficilmente presentabile come cattolico DOC) si lasci inghiottire nel silenzio;  2) contrariamente al comune sentire, i valori non negoziabili non sono affatto assenti nel mondo politico italiano; 3) le associazioni che li promuovono sono considerate portatrici di un potenziale di voti niente affatto disprezzabile; 4) i numeri ottenuti evidenziano per i soggetti scesi in campo ottime possibilità di portare a casa risultati concreti nell’ambito di tornate elettorali meno impegnative.

Si tratta infatti di cifre in grado di garantire tranquillamente un’elezione in collegi comunali, regionali e financo nazionali. Basta (si fa per dire) trovare una lista che sia, com’è oggi di moda proclamare, “accogliente”. Adesso si tratta di continuare (o creare) un rapporto – vuoi di militanza, vuoi di apparentamento esterno – che porti concretamente alla candidatura dei cattolici DOC nelle competizioni dove i voti da essi portati possano consentire la loro elezione e non ne facciano dei meri “portatori d’acqua”. Cosa tanto più facile in presenza di candidature di peso: Si v. il caso di Vannacci o, per la parte avversa, della Salis.

Se non si tratterà di un fuoco fatuo, il futuro lascia dunque intravvedere la possibilità di costruire un passo alla volta una nuova generazione di politici dal retto sentire. Cominciando soprattutto dal basso, vale a dire dalla rete delle migliaia di consigli comunali, dove letteralmente un pugno di voti risulta sufficiente per venire eletti. La possibilità sarà tanto più realistica quanto meglio le diverse anime dell’ortodossia cattolica faranno fronte comune invece di disperdersi in mille etichette, e soprattutto di annichilirsi scegliendo il “non voto”. Come dice il proverbio, “gli assenti hanno sempre torto”. Se n’era accorta anche Santa Madre Chiesa ai tempi di Leone XIII.
Gianfranco Battisti, Fonte

17 commenti:

Il Santo del giorno ha detto...

Festa di sant'Antonio da Padova (1195 - Padova, 13 giugno 1231), Confessore e Dottore della Chiesa.

Glorioso Sant'Antonio, tu hai esercitato il divino potere di trovare ciò che era stato perduto. Aiutami a ritrovare la Grazia di Dio, e rendimi zelante nel servizio di Dio e nel vivere le virtù. Fammi trovare ciò che ho perso, così da mostrarmi la presenza della tua bontà. Pater, Ave e Gloria.

Ninna nanna ha detto...

Questo articolo è una specie di ninna nanna, che non mette ovviamente in discussione europeismo, atlantismo, stato attuale delle cose. In sostanza vuol dire: i risultati elettorali per il centrodestra sono stati buoni, sperate nel generale, andate a votare prossimamente perché l'onda piddina si sta ingrossando!

Ho molto apprezzato invece per la sua chiarezza l'ultimo articolo di Pepe Escobar comparso su L'AntiDiplomatico (Telegram, poi aprire l'articolo e leggerlo!):

Costringere l'Europa alla guerra con la Russia? La plutocrazia ha preso la sua decisione

Esprimo tuttavia le mie riserve su Putin, che, restando confitto nella sua sciagurata posizione puramente difensiva, porterà solo lagrime e sangue alla Russia. Spero di sbagliarmi.

Dati falsati ha detto...

Dati reali con percentuali calcolate sugli aventi diritto.
Nel tentativo di rendere la pillola un pò meno amara, i TG ed i giornali di regime vi propinano le percentuali dei voti validi, togliendo dal calcolo le nulle e le bianche.
In questo caso nel calderone di chi si è astenuto dall'esprimere il proprio voto va sia il numero di cittadini che non si sono presentati al seggio, sia le schede bianche, sia quelle rese nulle.

Anonimo ha detto...

Riuscirà il governo attuale ad un'inversione di tendenza?

https://www.maurizioblondet.it/draghi-ha-ordinato-lesproprio-dei-terreni-agricoli-per-fotovoltaico/

Anonimo ha detto...

Il governo attuale non sttuerà nessuna "inversione di tendenza". Le pistole dei padroni del mondo a stelle e strisce sono sempre cariche: basta premere i grilletti!

Anonimo ha detto...

Un dato di fatto innegabile è che la nomenklatura, cioè la struttura verticistica della Chiesa cattolica sta da tempo sostenendo appieno l'area piddina e centrosinistra in genere, fregandosene dei valori forti del cattolicesimo, mentre chi vota per i candidati che si sono esposti nel manifesto meritorio di ProVita e Famiglia sostiene l'area di centrodestra, in particolare FDI (la Lega è un oggetto misterioso, comunque non di destra, con esemplari come Vannacci da una parte e Zaia e Fedriga dall'altra, solo per fare qualche nome).
Poi ovviamente c'è tutta quella componente cattolica delle ONG e generalmente immigrazionista che è parte costituente del centrosinistra.
E come potrebbe essere altrimenti, visto il grasso business dell'indotto.
Qualcuno si faccia una domanda sul perchè da decenni i vertici della Chiesa guardino a sinistra. Il cattocomunismo oggi è più potente che mai, e si può dire che oggi, non credo di sbagliarmi, l'ideologia socialista sia più potente dentro alla Chiesa che nella società.

&&&

Anonimo ha detto...

Alcune considerazioni su queste elezioni:"
1) La sinistra Pd ha preso i voti del Movimento 5 stelle che poco per volta sta scomparendo.
2) I voti ottenuti dal Pd e M5S sono stat espressi da una percentuale molto alta degli stessi
mentre i votanti del centro destra hanno votato al 50 per cento.
3) A conti fatti se gli italiani avessero creduto nell'Europa e avessero votato al 70 per
cento il centro destra avrebbe stravinto.
4) Giogia Meloni piace all'estero , e con il suo modo di fare e la sua presenza sui media euroopei contribuisce a invogliare gli stranieri a visitare ed a spendere soldi in Italia.=

Anonimo ha detto...

Appunto…speriamo che non faccia più danni di quello che sta facendo.
Già sta perdendo voti, mentre il PD li guadagna. Cerchiamo di resistere fino alle prossime elezioni e poi mettiamoci alle spalle questo incubo di odio e violenza.

Laurentius ha detto...

... se gli italiani avessero creduto nell'Europa...

Per fortuna che gli italiani, dopo avere fermamente creduto nell'Europa dei banchieri - un po' perché creduloni un po' perché intortati dalla propaganda -, ritrovandosi al presente in gran parte spennati e ridotti in mutande, hanno incominciato a perdere l'antica fede europeista e a disertare le magiche urne!



mic ha detto...

hanno incominciato a perdere l'antica fede europeista e a disertare le magiche urne!

Beh, bastava selezionare il voto. Rischio di non essere rappresentati comunque? Ma forse un plebiscito a qualcosa sarebbe servito....

Anonimo ha detto...

Ma dove sarebbero gli "italiani ridotti in mutande"?
Non si riesce a trovare forza lavoro, lo sa? Non parlo solo di ingegneri, ma di figure professionali nel settore della ristorazione ad esempio, o in campo infermieristico, o nella manodopera specializzata, o in alcuni comparti agricoli.
E meno male che il demenziale reddito di cittadinanza lo stanno smantellando. La cultura parassitaria tipica della sinistra ha fatto danni incalcolabili in questo paese.

&&&

Anonimo ha detto...

Verissimo ,manca manodopera specializzata e sarà difficile trovarne per il prossimo futuro. Abbonda invece ,e ne arriva di continuo manodopera da formare e difficilmente integrabile per molti e gravi motivi.E' una situazione complicata dalla quale sarà difficile uscirne senza pagare dazio.Inoltre la Chiesa che in passato nei momenti di crisi ha sempre svolto un ruolo fondamentale per l' unità della società vive un momento di crisi profonda che la condanna all'irrilevanza.Purtroppo molti dei nostri giovani non si rendono conto di quanto sarà difficile per loro il futuro sempre più prossimo....

Milvia ha detto...

Vedrà che presto o tardi finirà anche la commedia liberista di centrodestra e centrosinistra.

Anonimo ha detto...

Una volta che hai imparato a pensare, il conformismo diventa un'abitudine difficile da indossare nuovamente. Il dubbio e l'esame critico diventano la tua guida, non per ribellione, ma per evoluzione.

“Nessuno che impari a pensare può tornare a obbedire come faceva prima, non per spirito ribelle, ma per l'abitudine ormai acquisita di mettere in dubbio ed esaminare ogni cosa.”

Hannah Arendt, “Alcune questioni di filosofia morale”

Anonimo ha detto...


La storia dell'italiano che non va a votare per protesta contro lo stato di miseria nel quale si troverebbe,è la classica bufala.
Smentita dai dati del mercato del lavoro, dove (vedi commenti precedenti) restano inevase le offerte di lavoro nei campi più disparati.
E allora perché tanti cattolici o legati ai valori tradizionali non vanno a votare per il CD, almeno per bloccare l'avanzata "woke"?
Ed inoltre per costruire un bacino di voti sensibile ai temi etici (pro-vita etc), capace poi di influenzare la politica di Meloni?
La risposta è una sola: mysterium iniquitatis.
Z.

Anonimo ha detto...

Ho la netta impressione che "l'incidente" a Crosetto (di ritorno dal vertice NATOq) rappresenti un avvertimento. Evidentemente il nostro governo tiene un doppio binario. A parole è schiacciato completamente sulla versione della Nato, nei fatti è restio ad entrare direttamente in guerra con la Russia. Come ha detto il Presidente serbo Vucic (ricalcando le parole del Presidente ungherese Orban) i neocon che guidano l'Occidente vogliono l'escalation pur di non riconoscere la vittoria militare di Mosca nel donbass. Pensare di fare i "dorotei" con gente abituata a dare ordini è da ingenui. Le élite anglosassoni non mediano: pretendono obbedienza cieca ed eliminano i personaggi non funzionali simulando incidenti o armando la mano di qualche terrorista (pensate alla strategia della tensione) o mafioso (pensate al biennio stragista '92 '93) per l'occasione. Il governo italiano ha solo due strade davanti: cedere e "ucrainizzare" il Paese, o difendere quel che resta della nostra sovranità anche a costo di pagarne un prezzo salatissimo. Tertium non datur

Anonimo ha detto...

Ultimamente è meglio evitare gli aerei... specie se stai facendo un po' troppi distinguo...