Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 25 ottobre 2015

Sinodalità permanente: il culmine dello storicismo antropocentrico

Molto è già stato detto nelle discussioni, il resto lo elaborerò gradualmente. Non dimentichiamo che la conclusione del sinodo è consultiva e non deliberativa e dovrebbe vedere il suo compimento nella Esortazione papale finale. Una Esortazione Apostolica ha il suo valore perché, oltre ad esprimere le valutazioni decisive del Papa, è un documento che stabilisce norme e regole, al quale tutto il mondo può - e deve - rivolgersi. Ciò che stiamo vedendo, invece, sembra portarci da tutt'altra parte.

Premessa

Certamente la comunione ai divorziati risposati, di per sé, non è il problema più serio che la Chiesa si trovi ad affrontare; ma è più che evidente che lo si è fatto diventare il tormentone che è perché lo si è reso il cavallo di troia per attentare a due Sacramenti: Eucaristia e Riconciliazione, con altre gravi ripercussioni sulla pastorale latitudinaria e connesso attentato al primato petrino: conciliarità trasformata in sinodalità permanente senza che ci si soffermi per ora sulle contraddizioni che il tutto implica. Questioni che torneremo ad affrontare.
Connotazione ancor più sinistra ed estraniante, proprio nella Ricorrenza di Cristo Re che ha visto anche la conclusione del Pellegrinaggio Summorum Pontificum : nella Processione e nei Vespri hanno cantato le Suore FI, che saranno commissariate a partire da lunedì.

Alcune osservazioni di base

Partirò, per ora, solo dal punto 85. della Relatio finalis, nel quale ho incastonato alcune chiose, e proseguirò con alcune osservazioni.
85 San Giovanni Paolo II ha offerto un criterio complessivo, che rimane la base per la valutazione di queste situazioni: «Sappiano i pastori che, per amore della verità, sono obbligati a ben discernere le situazioni. C’è infatti differenza tra quanti sinceramente si sono sforzati di salvare il primo matrimonio e sono stati abbandonati del tutto ingiustamente, e quanti per loro grave colpa hanno distrutto un matrimonio canonicamente valido. Ci sono infine coloro che hanno contratto una seconda unione in vista dell’educazione dei figli, e talvolta sono soggettivamente certi in coscienza che il precedente matrimonio, irreparabilmente distrutto, non era mai stato valido» (FC, 84).
[Poiché si è evitato di inserire il termine 'comunione', si può non tener conto del paragrafo successivo di FC, 84: «La Chiesa, tuttavia, ribadisce la sua prassi, fondata sulla Sacra Scrittura, di non ammettere alla comunione eucaristica i divorziati risposati. Sono essi a non poter esservi ammessi, dal momento che il loro stato e la loro condizione di vita contraddicono oggettivamente a quell'unione di amore tra Cristo e la Chiesa, significata e attuata dall'Eucaristia. C'è inoltre un altro peculiare motivo pastorale: se si ammettessero queste persone all'Eucaristia, i fedeli rimarrebbero indotti in errore e confusione circa la dottrina della Chiesa sull'indissolubilità del matrimonio».]
È quindi compito dei presbiteri accompagnare le persone interessate sulla via del discernimento secondo l’insegnamento della Chiesa e gli orientamenti del Vescovo. In questo processo sarà utile fare un esame di coscienza, tramite momenti di riflessione e di pentimento. ...Una sincera riflessione può rafforzare la fiducia nella misericordia di Dio che non viene negata a nessuno [non incondizionatamente: senza pentimento e cambiamento di rotta, cioè vera conversione].
Perciò, pur sostenendo una norma generale [quale? e perché non è espressa?], è necessario riconoscere che la responsabilità rispetto a determinate azioni o decisioni non è la medesima in tutti i casi. Il discernimento pastorale, pure tenendo conto della coscienza rettamente formata delle persone, deve farsi carico di queste situazioni. Anche le conseguenze degli atti compiuti non sono necessariamente le stesse in tutti i casi….
Qui cito Paolo Pasqualucci:
La paventata soluzione di compromesso, stile Vaticano II, che si affida ad una sorta di "giustizia del caso concreto". E cioè: l'autorità competente a giudicare può decidere una eccezione alla regola (che vieta questa comunione come sacrilega e peccaminosa) sulla base della sua valutazione del "caso concreto" rappresentato da due divorziati risposati di sua conoscenza, valutazione che si fonderebbe evidentemente su argomenti "pastorali". In tal modo si affida all'arbitrio del singolo vescovo la possibilità di fabbricare una sorta di "diritto giurisprudenziale", costituito cioè dalla "giurisprudenza" elaborata dalle sue decisioni, in alternativa a quanto stabilito dal Codice del Diritto canonico. Si creerebbe così un corpo di eccezioni (giuridico-teologiche) alla norma, ossia al dogma della fede. Una soluzione a dir poco allucinante. Tanto più se si unisce questo potere di "discernimento" affidato al vescovo per la comunione ai divorziati risposati ai poteri che la riforma bergogliana del diritto canonico attribuisce sempre al vescovo in ordine alla procedura "più breve" di dichiarazione di nullità del matrimonio, riducendola in pratica ad un processo di tipo amministrativo, con un elenco aperto all'infinito di possibili cause di nullità. Tutto ciò rappresenta una vera e propria oscenità giuridica prima ancora che morale.
L'uso degli stratagemmi

Circa lo stile utilizzato, vengono in mente le negoziazioni internazionali quando le posizioni delle parti sono inconciliabili su alcuni punti e si usa lo stratagemma di mettere in campo un testo comune, il cui stile utilizza espressioni deliberatamente oscure che permettono interpretazioni diverse dello stesso testo.

Abbiamo già messo in luce in diverse circostanze e più diffusamente [qui - qui] il perpetuarsi di un deja vu: lo stile del Vaticano II e di tutte le sue ambiguità e incompiutezze mai definite... Prima chi di dovere se ne renderà conto e si comporterà di conseguenza e meglio sarà per tutti.

Ed è per questo motivo che i punti 85 e 86 della Relatio finalis del Sinodo 2015 non evocano mai la comunione dei divorziati risposati, in modo che essa non risulta formalmente messa in campo, e questo è probabilmente il motivo per cui, per questi punti, è stata ottenuta la maggioranza qualificata richiesta. È in questa ambiguità - se non vera e propria manipolazione - già nota che ognuno trova ciò che vuole; ma può trovarci anche il contrario...

Gli effetti
  1. I sostenitori della sana dottrina potranno pensare si tratti di una "apertura" che non arriva fino alla comunione. 
  2. Altri vedranno una possibilità "eccezionale" di accettare la comunione "caso per caso" ... 
  3. Altri ancora penseranno che questi articoli "diano il via " ad una dinamica il cui "spirito" conduce a favorire ogni giorno di più la comunione ai divorziati risposati. 
Insomma, la questione il Sinodo l'ha lasciata ancora in sospeso. Ma è noto che molti divorziati risposati già ricevono la comunione con la "benedizione" del sacerdote. Quindi ci sarebbe estremo bisogno di una posizione chiara su questo argomento e di direttive conformi e valide per tutti e non secondo una pastorale latitudinaria. Tuttavia attualmente, se si è lontani dalla chiarezza esplicita, la prassi già consente anche quanto non si dovrebbe.

E non dimentichiamo che la sinodalità permanente, sancita dal discorso conclusivo di Bergoglio, continuerà a incentivare una prassi di fatto legata alla "morale della situazione" e non ai principi evangelici che vengono, essi, modificati in base alle contingenze, invece che, immutati, consentire di risolvere le contingenze con la fecondità dei principi perenni (non cangianti a seconda dei tempi) dei quali il Vangelo, insieme alla Tradizione bimillenaria, è portatore, realizzando, attraverso la Chiesa, l'Opera del Signore, liberatrice (dal peccato) e santificatrice (trasformazione successiva).

Invece l'inculturazione secondo Bergoglio, che la definisce bene ma poi la applica a modo suo, fa scomparire la sopranazionalità, l'universalità e l'unità della Chiesa. L'allentamento del vincolo di unità si manifesta con ingenti scostamenti su punti gravissimi accentuati e non composti dal discernimento pastorale che il singolo Vescovo sarà chiamato ad assumere nei confronti delle situazioni più delicate e difficili affiancato dalla istituzione dell'annunciato nuovo Dicastero per laici, famiglia e vita. A questo punto, Bergoglio, giocando d'anticipo, ha già trovato la soluzione che gli chiedono i novatori. Con il Sinodo 2.0 accontenta i tradizionalisti e con il 3.0 aprirà ai modernisti.

Elementi da prendere in considerazione

Dalla conclusione del Sinodo è emerso che:
  • i progressisti non hanno una maggioranza schiacciante,
  • la dottrina è ancora salva almeno de jure (anche non lo è de facto)
  • l'apertura" - qualunque sia la sua esatta portata - è presentata come limitata e derogatoria ("in qualche circostanza ") e non come un " nuovo" diritto che significherebbe una legge nuova.
Tuttavia la nuova prassi realizza una dottrina implicita che non è più quella Apostolica e più il tempo passa più la divaricazione tra le due Chiese (high-low) aumenterà, se chi di dovere non interverrà.

Il nostro allarme deriva dalla consapevolezza che qualunque adeguamento ai tempi operato attraverso 'forme' su essi modulate, porta lontano dalla fontale primazialità del Papato - su cui si fonda l'unità e l'universalità della Chiesa - voluta dal Signore. Infatti ogni 'forma' veicola e manifesta una sostanza corrispondente pur se implicita. Difendere la manifestazione della sostanza perenne, contestandone le nuove rivoluzionarie erosioni e frammentazioni, significa difendere la sostanza stessa, nella consapevolezza che la negazione di una dimensione accidentale rischia di essere un ferimento che la sostanza può sopportare solo fino ad un certo punto. Dov'è l'odierno Atanasio?
Maria Guarini

31 commenti:

Rr ha detto...

Grazie, Mic.
È un attentato alla dottina, al diritto, alla morale, al Cattolicesimo in tutto e per tutto. È la vittoria dell' ipocrisia, dell' ambiguita, del clericalismo, del democristianismo al peggio, del sotterfugio, del dico e non dico, qui lo dico e qui lo mego, del circiterismo.

Qui non dan la comunione? Andrò da un' altra parte ( v..famosa telefonata). Qui non annullano il matrimonio? Mi trasferirò in una diocesi più aperta. Non benedicono la mia unione gay? Andrò in un altro paese più liberal. Quei vescovi sono retrogradi? Dirotteremo i nostri soldi su altre nazioni più accomodanti.
Ecc.ecc.
Rr

Anonimo ha detto...

http://www.crisinellachiesa.it/articoli/autorita/tradizionalisti_infallibilita_papa/i_tradizionalisti_l_infallibilita_e_il_papa.htm
infallibilità papale e eresia

Anonimo ha detto...

http://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/532-sinodo-parla-lo-svizzero-jean-marie-lovey-vescovo-di-sion.htmlRoma è cambiata?

Anonimo ha detto...

. Dov'è l'odierno Atanasio?
Già c'è stato. Si chiamava Marcel Lefebvre.

Rafminimi ha detto...

Tuttavia la nuova prassi realizza una dottrina implicita che non è più quella Apostolica e più il tempo passa più la divaricazione tra le due Chiese (high-low) aumenterà, se chi di dovere non interverrà.
Nel mondo anglicano,già nel XIX Secolo si poteva vedere che la High è Sacramentalista (e, a sua volta, divisa in più correnti). La Low è "Evangelical" ovvero è indistinguibile dai calvinisti (oltre, a sua volta, divisa in più correnti). Accanto, ma, in certo senso, ANCHE all'interno delle due Chiese (high-low)e, spesso, in rapporto, se non proprio conflittuale, quanto meno "dialettico" con esse, esiste anche una "terza via", la c.d "LARGE". Ovvero una "Armata Brancaleone" di ecclesiastici, l'uno diverso dall'altro. Si va dal vicario del XIX Secolo, che, testuale, si immaginava DIO come una "Macchia oblunga" [sic!], al vescovo anni '90 del XX Secolo, che non ha remore a dichiarare esplicitamente che non crede all'esistenza di una divinità, intesa come essere che abbia personalità propria. Pertanto celebra (di rado), per il valore culturale del rito. Insomma che si considera una sorta di "cantastorie" o se preferite di "attore". Gli ecclesiastici pro-gay e pro-"ordinazioni" femminili, sono, in (mo c'è vò) in "larga" parte provenienti da questo ambito. Ecco, la Ciò che esce da questo sinodo è una parodia dell'anglicanesimo. Solo con la corrente "Large" che la fa da padrona, ancora più che fra gli anglosassoni.

Luisa ha detto...

Così tanto per specificare Lovey, vescovo di Sion, era presente a Roma alla riunione "segreta" convocata dall`alleanza franco-tedesca-svizzera che è poi quella che è riuscita ad imporsi al Sinodo.

Anonimo ha detto...

Info di servizio:
riuscite a visualizzare www.unavox.it ? IO non ci riesco da un paio di giorni. Problema mio, o la hanno hackerata, come è successo a radio spada la settimana scorsa?

Anonimo ha detto...

... Non direi che ci sia stato un argomento preminente, più discusso di altri. Largo spazio è stato dato all’influsso delle situazioni storiche, politiche, sociologiche sulla famiglia. Ad esempio i vescovi dell’Iraq, della Siria hanno illustrato come le famiglie mediorientali soffrano per i conflitti in corso, che le smembra. Si è chiesto che il Sinodo in quanto tale dica una parola chiara su quanto succede in quelle terre a danno dell’istituto familiare. Un altro argomento poco conosciuto da noi, ma tipico delle società musulmane, è quello dei matrimoni misti. Là le comunità cristiane sono molto minoritarie e nove matrimoni su dieci si fanno con un musulmano o con una musulmana. Il coniuge cristiano, in tal caso, secondo la legge musulmana deve convertirsi all’islam. E’ un problema grave per i pastori locali. Alle nostre latitudini è emerso come previsto il tema dei divorziati risposati, che è una grande e reale preoccupazione pastorale...

Nicòla ha detto...

Nicòla
25 ottobre 2015 at 8:08 am
Scegliendo di affidare al “caso per caso”, si è scelto di dare alla Chiesa una struttura tale che è, se non proprio scimmiottatura dell’autocefalismo bizantino, una sorta (come ha detto qualcuno) di “federalismo”.In soldoni: ciò che è lecito a Ferrara, è peccato a Cesena. Il federalismo, in materia religiosa non funziona, e, è comunque, contro la volontà di Dio. PAROLA DI FEDERALISTA.

Anonimo ha detto...

Rendetevi conto, che da "conservare" c'è ormai molto poco. Perfino la Cirio non è attiva.

http://www.radiospada.org/2015/10/lettera-ai-conservatori-perplessi/

Paolo Pasqualucci ha detto...


@ In cauda venenum (nell'art. 86)

Anticipando la conclusione dell'analisi di Mic, annoto quanto segue, dai tre articoli della Rel. Sin. richiamati da Magister su Settimo Cielo.

Nell'art. 84 si dice che "coloro che sono divorziati e risposati civilmente" devono esser piu' integrati nelle comunita' cristiane nei diversi modi possibili evitando ogni occasione di scandalo. Sono battezzati, sono fratelli e sorelle, "la logica dell'integrazione e' la chiave del loro accompagnamento pastorale". Tale integrazione puo' esprimersi in "diversi servizi ecclesiali", vedendo quali "diverse esclusioni in ambito liturgico, pastorale, educativo e istituzionale possano esser superate". Avremo dunque "divorziati e risposati civilmente" che faranno gli "assistenti ecclesiali", gli insegnanti di catechismo, i sagrestani, gli scaccini?
In quest'articolo c'e' il primo passo. L'art. 86, citando GPII, pone ai preti il compito di "accompagnare le persone interessate [fra i divorziati] sulla via del discernimento secondo gli insegnamenti della Chiesa e l'orientamento del vescovo. E qui: esame di coscienza, "momenti di riflessione e di pentimento" (non pentimento ma "momenti di pentimento", qualsiasi cosa cio' voglia dire). L'art. 86 conclude: "una sincera riflessione puo' rafforzare la fiducia nella misericordia di Dio che non viene negata a nessuno". Non un "sincero pentimento" ma una "sincera riflessione", per convincersi che la misericordia di Dio "non viene negata a nessuno". Certo, non occorre scomodare la divina misericordia per esser autorizzati a svolgere le "attivita' ecclesiali" sopra ricordate.

E allora, l'art. 86 dice, appunto: "Il percorso di accompagnamento e discernimento orienta questi fedeli alla presa di coscienza della loro situazione davanti a Dio. Il colloquio con il sacerdote, in foro interno, concorre alla formazione di un giudizio corretto su cio' che ostacola la possibilita' di una piu' piena partecipazione alla vita della Chiesa e sui passi che possono favorirla e farla crescere". Ora, questa "piu' piena partecipazione alla vita della Chiesa", e' evidentemente la partecipazione ai Sacramenti della Chiesa. Altrimenti l'intero concetto di "piu' piena partecipazione" non avrebbe senso. Questa piu' piena partecipazione dipende, continua l'articolo, da una maturazione da condursi sotto la guida del sacerdote. In quest'articolo, a mio avviso, e' racchiusa la possibilita' di amministrare la Comunione ai divorziati risposati che, caso per caso, siano giunti secondo il sacerdote ad una piena maturazione della loro situazione, grazie all'opportuno discernimento.

Anonimo ha detto...

Il coniuge cristiano, in tal caso, secondo la legge musulmana deve convertirsi all’islam.
Non è proprio così. Chi sposa una donna islamica, si deve convertire all'islam. Ma per le donne è un po' diverso. Tutti i capi islamici, da Maometto ad Arafat, passando per tutti i sultani ed i califfi, hanno avuto una (o anche più di una) moglie cristiana. Nei censimenti, saranno registrate come islamiche, ma solo pro forma. Nessuno le "obbligherà" a convertirsi, anzi, neppure a non praticare la propria religione (Arafat accompagnava la moglie a Messa). Però se, per un verso, nessuno chiederà loro di convertirsi, di fatto lo sanno bene che, se vogliono avere una pur remota possibilità di essere ben voluti dai suoceri (e/o di avere un minimo di autorità sui figli), si DEBBONO convertire "VOLONTARIAMENTE".

mic ha detto...

I divorziati risposati nella "Relatio finalis". Ma della comunione non c'è nemmeno l'ombra
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/10/24/i-divorziati-risposati-nella-relatio-finalis-ma-della-comunione-non-ce-nemmeno-la-parola/

OK. Ma il "caso per caso" e il "discernimento pastorale" affidato ai vescovi e ai sacerdoti, nell'alveo di un "accompagnamento" che sfocia nella "presa di coscienza della loro situazione davanti a Dio", senza mai nominare la parola peccato o a qualcosa di più che "momenti di pentimento"... sono più che un'ombra.

Rr ha detto...

Scusate, forse ho letto male, ma il " Ssacramento della confessione/ pentimento e riconciliazione" è mai nominato ?
" presa di coscienza" è linguaggio marxista, "attenta riflessione" è linguaggio comune, per es. anche in chirurgo, prima di un intervento pesante, dice al al malato di rifletterci sopra, il " foro interno", in Italiano non ha alcun senso, poiche "foro" significa buco e "foro o Foro" è termine giuridico, ma nessun fedele lo intenderà cosi- io ho imparato cosa significava su questo blog.
Ripeto, da qualche parte il documento parla di Sacramento della Riconciliazione, come lo chiamano loro, io continuo a dire Confessione?
Rr

Anonimo ha detto...

Come ho già scritto: magister parla della relazione finale come se questo avesse messo un punto a tutto. Ma ora in base a questa relazione iil papa farà la sua esortazione dove potrà ora che ha il via libera scrivere quello che vuole.
Laura

Anonimo ha detto...

Rr
La relazione non è rivolta a noi fedeli, ma il destinatario finale è il papa quindi capisco l'utilizzo di termini come foro interno. Non è neanche per sua natura un documento che indica precise linee guide. Indica solo una direzione che i padri sinodali indicano al papa. Sarà poi il papa a indicare norme di esecuzione, linee pastorali, ecc. Ed è questo che è preoccupante .
Angelo

Anonimo ha detto...

Vorrei farvi partecipe di un dubbio che mi assale da qualche ora.... faccio un esempio: grazie alla misericordia odierna, un tale (una tale), ha la possibilità di ricevere la Comunione anche se divorziato (ta), bene, tale ...diritto è esteso al nuovo coniuge? Anche se detto coniuge è a sua volta divorziato? Anche per i divorziati che convivono è scattata la misericordia? Chi mi illumina un poco? Teresa

Luisa ha detto...

"In quest'articolo, a mio avviso, e' racchiusa la possibilita' di amministrare la Comunione ai divorziati risposati che, caso per caso, siano giunti secondo il sacerdote ad una piena maturazione della loro situazione, grazie all'opportuno discernimento. "

Ma è evidente che il non avere esplicitamente parlato di "Comunione " è solo stato lo stratagemma, la mossa, per ottenere l`adesione di chi era ancora dubbioso.
E che poi sul terreno, caso per caso, come punto di arrivo di quel "discernimento", fidandosi del foro interno delle persone, i divorziati risposati potranno comunicarsi, non che già non lo facessero, sappiamo che ciò già avviene con il placet di molti sacerdoti e delle comunità, ma ora sarà differente, entreranno dalla grande porta salutati dagli applausi della nuova chiesa bergoglianizzata.

berni-exodus ha detto...

Mi sono letto l'articolo di Socci sul suo blogg, e ne traggo qualche considerazione che vorrei mettere in risalto su questi commenti;

""in Italia la stampa di regime ha steso una plumbea ed uniforme propaganda di regime (ndr come avveniva in URSS durante i periodi dal 1917 al 1990 circa) attorno al Vaticano di Bergoglio"":

Ricordo che nella mia lunga vita ho sempre seguito sui media (soprattutto giornali) come si osannava chi era al potere, -chiamiamola con le parole proprie ""ruffianeria e lecchinaggio"" - ma quando quella persona o quel partito politico andavano in decadenza, allora nessuno lo conosceva più, anzi quasi era il nemico n. uno -
non dimentichiamo che durante il periodo fascista, il 90x100 erano fascisti, caduto il fascismo tutti ne erano i loro nemici e lo avevano combattuto (a chiacchiere);
la stessa cosa è accaduta per il nazismo, per il comunismo di Stalin o per quello polacco o per tutti gli altri - questo accade per le dittature; e siccome quella vaticana è e ripeto è una dittatura sudamericana e gesuitica farà a tempo debito la solita fine delle dittature, la stampa di regime non si smentisce mai. Qui non parlo del solito Bergoglio (devo dire sinceramente che mi fà venire i grampi allo stomaco, solo a sapere che esiste e che i regimi di primo livello lo hanno portato sulla Sede Petrina, ma i cardinali che lo hanno eletto che cosa avranno mai avuto in contropartita per fare un simile scempio alla Chiesa di Roma? ) ma parlo di tutto l'establisment cardinalizio e vescovile sudamericano e gesuitico, della teologia della liberazione.
Questo è un blocco che dovrebbe scomparire dalla faccia della terra da come ha ridotto dal 1958 ad oggi la Vera Chiesa Cattolica di Roma.
Non posso andare avanti altrimenti direi delle cose su questo blocco di traditori della Chiesa e di Cristo, a livello penale, e non vorrei prendermi denunce da chi dovrebbe impiccarsi come Giuda; almeno giuda si era venduto Cristo per trenta denari, mentre questi si sono svenduti la Chiesa cattolica e Cristo svendendosi centinaia di milioni di cattolici con gli occhi chiusi e con le orecchie tappate, ma con quali contropartite dalla chiesa mondializzata, dalla massoneria, e chi più ne ha più ne metta?

Josh ha detto...

sempre dal discorso del vdr: un così bel sinodo significa....

_"Significa aver testimoniato a tutti che il Vangelo rimane per la Chiesa la fonte viva di eterna novità, contro chi vuole “indottrinarlo” in pietre morte da scagliare contro gli altri."

_esempio 1: la "megalista" di S. Paolo
1Corinzi 6, 9-11
"O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, 10 né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio.
11 E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio!"
S. Paolo qui parla sì di peccatori, ma di gente che ha SMESSO, si è cioè pentita, santificata e ha convertito la propria vita; non ha continuato a permanere nel peccato, (adulterio compreso), ma se n'è liberata, lavata da Gesù, per permanere nella verità di Cristo. Niente premio allora a chi continua a essere adultero, pare chiaro.

esempio 2:
Apocalisse 22, 10-15
"Poi aggiunse: «Non mettere sotto sigillo le parole profetiche di questo libro, perché il tempo è vicino. 11 Il perverso continui pure a essere perverso, l'impuro continui ad essere impuro e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora.
12 Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere. 13 Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il principio e la fine. 14 Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte all'albero della vita e potranno entrare per le porte nella città. 15 Fuori i cani, i fattucchieri, gli immorali, gli omicidi, gli idolàtri e chiunque ama e pratica la menzogna!"

entrambi i passaggi, molto famosi e lampanti, fanno notare:
la misericordia (rettamente intesa) di Dio, mostratasi attraverso Gesù Cristo, che fa convertire i peccatori, che cessano un peccato, iniziano una vita santa, e saranno salvati.
Ma viene detto chiaramente: non scamperete se trascurete di convertirvi, non sarete salvi se non smetterete di peccare in materia grave. E' talmente urgente che la S. Scrittura dopo averlo ripetuto migliaia di volte, si chiude con un comando simile anche nelle ultime righe di Apocalisse.

domanda e risposta implicita:
dunque per il vdr anche S. Paolo, S. Giovanni e il NT fanno parte di "chi vuole “indottrinare” il Vangelo in pietre morte da scagliare contro gli altri"?

ma guarda un po'....

Luisa ha detto...

""Significa aver testimoniato a tutti che il Vangelo rimane per la Chiesa la fonte viva di eterna novità, contro chi vuole “indottrinarlo” in pietre morte da scagliare contro gli altri."

E lui non indottrina forse il Vangelo a modo suo?
Non è forse quel che lui, sin dall`inizio, fa durante le sue meditazioni mattinali di Santa Marta?
Non è forse lui che, servendosi del Vangelo, bastona e scaglia pietre contro chi non gli aggrada, contro chi non corrisponde ai suoi criteri?

RAOUL DE GERRX ha detto...

"Non è forse lui che, servendosi del Vangelo, bastona e scaglia pietre contro chi non gli aggrada, contro chi non corrisponde ai suoi criteri ?"

En effet, Luisa. Et toutes ces affirmations délirantes donnent à penser que Bergoglio, outre la vieille paranoïa qu'il traînait déjà à Buenos Aires et qui visiblement ne cesse de s'aggraver, est bien, malgré les dénégations de ses valets et domestiques, atteint d'une tumeur au cerveau.

Paolo Pasqualucci ha detto...


Bergoglio puo' esser ancora fermato?

Si', ma solo se un gruppo anche piccolo di cardinali e vescovi gli si ribella apertamente, mettendo sotto accusa tutte le storture del suo pontificato (dalle aperture mediatiche a nemici di Cristo come Pannella e Scalfari, alla frase sui gay, al famoso e famigerato motu proprio sulla riforma del processo canonico, al modo con il quale e' stato condotto il Sinodo, che e' riuscito a fabbricare la possibilita' della comunione ai divorziati risposati). Mettendolo quindi sotto accusa e intimandogli di revocare il famoso motu proprio e in caso di rifiuto di dimettersi. Ci vorrebbero dei sacerdoti che non pensassero alle conseguenze pratiche del loro gesto ma solo a render Gloria a Dio e alla salute delle anime. Un coraggio, certo, da Profeti dell'Antico Testamento. POssibile che non ci siano piu' energie vitali nella Santa Chiesa? UN'azione del genere provocherebbe il finimondo ma sarebbe sicuramente gradita a Nostro Signore e farebbe finalmente esplodere il bubbone purulento che e' (in maggioranza) diventata la Gerarchia cattolica. Non e' piu' il tempo di ossequi, omaggi, rispetti e sudditanze psicologiche varie. Preghiamo perche' risuoni domani la risposta possente di Dio al grido di desolazione del Profeta, solo in mezzo agli empi e miscredenti, quando Dio disse: "Mi sono riservato settemila uomini che non hanno piegato il ginocchio a Baal"!

RAOUL DE GERRX ha detto...


O.T. Pour respirer un peu, loin de la Rome apostate, un témoignage émouvant du président Poutine sur sa foi chrétienne :

https://www.youtube.com/watch?v=u3d_yxJhmjk

Que cet homme nous change des vils politiciens européens et américains d’aujourd’hui !
Dieu bénisse le président Poutine !
Qu’il le protège et l’inspire toujours !

mic ha detto...

COMUNICATO DE IL CAMMINO DEI TRE SENTIERI SUL SINODO
....

9. Detto questo, Il Cammino dei Tre Sentieri ritiene che la conclusione del Sinodo non possa essere accettata. Su questo punto si sente di “resistere” in nome della fedeltà alla legge divina che mai potrà mutare.

In Cordibus Jesu et Mariae


https://www.facebook.com/ITreSentieri/photos/a.893789920639902.1073741828.380412835310949/1078782838807275/?type=3&theater

Unknown ha detto...

Buonasera Maria, c'è un altro aspetto da considerare e cioê la banalizzazione del Sacramento.
Di fatto lo sposarsi in Chiesa o al Comune vengono messi sullo stesso piano, ed in questo si deve leggere l'incapacitá della Chiesa a trasmettere la Fede.
Si banalizza la vita matrimoniale, come se la volontá di Dio si potesse accantonare; lo sposarsi davanti al Signore può diventarw un capriccio e non l'accettazione della Sua volontá.
L'introduzione del relativismo in m,aniera subdola e strisciante di fatto mina le fondamenta della Chiesa.
A presto, Uriel.

Luisa ha detto...

Sottoscrivo in toto la reazione di Paolo Pasqualucci.
Anche se la spero, non sono affatto ottimista su una reazione coraggiosa e vitale degli 80 che hanno votato contro e di chi si è reso conto troppo tardi di essere caduto nel tranello preparato con cura e furbizia dallo staff di Santa Marta con il circolo tedesco.
Un tranello che lo stesso vaticanista accreditato presso Bergoglio ha definito "mossa" come se, non solo fosse normale di fare mosse per far passare il tredimento della Dottrina ma si potesse essere fieri del risultato ottenuto in quel modo.
Eppure stanno esultando, avranno stappato le bottiglie di champagne e brindato alla loro vittoria.
Non dovrebbero festeggiare e essere fieri ma solo provare vergogna se si ponessero sotto lo sguardo del Signore.

Il Card. Burke aveva dichiarato che se la Dottrina fosse stata tradita avrebbe resistito.
Abbiamo letto molte dichiarazioni di vescovi e cardinali che temevano quel che poi è stato accettato e li considero troppo intelligenti e avvertiti per immaginare che non abbiano visto la mossa e abbiano potuto accettare lo stratagemma di far sparire la parola "Comunione" dal testo della Relazione.
Loro, come chiunque con un pò di senno, sanno che quel "discenimento caso per caso" non solo apre la porta ad ogni sorta di arbitrio, all`autorità dato al foro interno, ma sfocierà sulla Comunione per i divorzioati risposati.

Un pò come la Comunione sulla mano che doveva essere un`eccezione.

Diamo loro il tempo di accusare il colpo, di riflettere al modo più coerente e intelligente per reagire, e poi vedremo chi ha veramente a cuore la salvezza delle anime, chi resisterà e come lo farà.

Luisa ha detto...

Ho letto alcune reazioni di vescovi francesi presenti al Sinodo, basta leggerli per capire dove vogliono arrivare e quel che faranno sul terreno della loro attività.
Vi dò qui la reazione del card. Vingt-Trois che deve aver votato con entusiasmo il compromesso:

"On ne peut imposer depuis Rome une solution universelle à des situations qui sont très différentes »

Nessuna soluzione universale!
La Parola del Signore non è più universale ma ha da essere relativizzata e aggiornata.

"C’est le Saint-Père qui nous y invite, lui qui préfère une Église sale, poussiéreuse, parce qu’elle s’est risquée sur les chemins à la rencontre des hommes, qu’une Église propre qui s’est enfermée sur des certitudes dogmatiques. Arrêtons les jugements théoriques, extérieurs, que le pape dénonçait dans son discours samedi 24 octobre, quand on veut endoctriner l’Évangile pour en faire des pierres à jeter sur les personnes. Il n’y a pas à avoir peur si on est persuadé de la vérité de l’Évangile. »

Un altro ventriloquo di Bergoglio che disprezza una "Chiesa pulita e rinchiusa sulle sue certezze dogmatiche".

" Il ne peut y avoir de règle générale qu’on applique indifféremment. Il s’agit d’examiner la volonté de communion à la vie de l’Église pour mesurer la situation de la personne par rapport au mariage précédent et comment cette situation actuelle est vécue, avec la volonté d’être fidèle au Christ."

Chiaro no?
Nessuna regola generale e valida per tutti, ma esame caso per caso.
E per arrivare dove?
Alla Comunione data ai divorziati risposati, è chiaro.
Hanno soppresso la parola ma non l`obiettivo che resta e verso il quale tende quel "discernimento"

Luisa ha detto...

Mi correggo: non è Vingt-Trois ad aver ripreso le parole di Bergoglio che preferisce una chiesa sporca e non richiusa sulle sue certezze dottrinali ma mons. Brunin, presidente del Consiglio famiglia e sociétà della CEF.

http://www.la-croix.com/Urbi-et-Orbi/Actualite/Rome/Les-eveques-francais-decryptent-le-synode-sur-la-famille-2015-10-25-1372707

Anonimo ha detto...

Una lettura interessante:
http://www.lastampa.it/2015/10/26/blogs/san-pietro-e-dintorni/sinodo-voti-rovesciati-L6cxoxHBhpF5tJFHxPxsEJ/pagina.html
humilitas

Rr ha detto...

Luisa,
non è tanto la Comunione a quei tre gatti di divorziati risposati nei paesini di 500 anime dove tutti li conoscono e li additano. Quello è l' ennesimo cavallo di Troia ( no pun intented). D' ora in poi TUTTO sarà caso per caso, ed eccetera: la convivenza, i rapporti pre ed extramatrimoniali, quelli omosessuali e le unioni omo, l' adozione dei bambini, la PMA e la GPA, per usare termini francesi, l' eutanasia, il furto, la truffa, la pedofilia, la poligamia, e via discorrendo. Anche l'omicidio. Del resto basta vedere come si comportano i politic, i giornalisti ed i magistrati, a seconda di chi è parte in causa..
Chi sono io per? Quale è scusi il suo foro interno, Madame? monsieur? ( anche qui no pun intended).
L'ho gia' scritto, lo ripeto: d' ora in poi si valuterà caso per caso se il Comandamento, dal primo all' ultimo, si applica oppure no, se ci sono le attenuanti generiche e specifiche, se si è agito in stato di necessità o no, se c' erala guerra, al rivoluzione, alluvione o il bombardamento, Equitalia alle porte...
Tutto sarà bene o male, a seconda. Mio marito mi vuol mollare? Dirà che mi ha sposato, ma non credeva in Dio. Forse il vescovo dirà di no, ma baste che ne arrivi un altro tra due o tre anni, et voila'. Intanto se ne va con la ventenne priva di scrupoli.
Il prete non vuole benedire Dolce e Gabbana a S. Babila, nonostante tutti i soldi che danno in elemosine? Andranno a Torino, o Parigi o Londra, et voila' , unione benedetta.
I negretti appena arrivati non ci stanno a farsi inchiappetare dai ricchi inglesi, belgi, tedeschi, francesi....? Beh, al paese loro la minor età a 12 anni, fanno a quell' eta i riti dii passaggio, quindi inculturiamoci et voila'.
Scuse su scuse, pretesti su pretesti, casi singoli e particolari su casi singoli, particolari e pietosi. Un deja vu colossale, come per il divorzio, l' aborto, la Comunione in piedi ed in mano, il saluto della pace e le scnitarrate e le mani aperte a benedire, come se fossimo tutti consacrati !

Che tutti i commentatori della sta,pa scritta ed in tv smettano di prenderci peri fondelli. Abbiamo capito che siamo alla svendita generale, ci lascino in pace. C'è chi ne approfitterà, chi se ne resterà in disparte, soffrendo, chi combatterà, nel suo piccolo ed a suo modo.
Ma ormai abbiamo capito: è sempre un otto settembre. Non per il Corpo mistico, s' intende, ma per la gerarchia della chiesa, in minuscolo, moooltooo in minuscolo.
Rr
Rr